Istituto Lussu - 21 marzo 2011 La nottola problematica Luca Vargiu
Nicolai Hartmann (Riga, 1880 Gottinga, 1950). Nella storia della filosofia distingue tra: Pensiero-sistema (Systemdenken) Pensiero-problema (Problemdenken).
Pensiero-sistema Costruzione di sistemi filosofici Prende le mosse dal tutto Procede per via deduttiva da pochi principi primi vuole essere onnicomprensivo un modello forte: la geometria euclidea Ricerca unità e coerenza Seleziona i problemi in base alle premesse Elimina ciò che non si adatta al sistema Ciò che non si adatta sono domande mal poste.
Pensiero-problema Prende le mosse dai problemi filosofici Non anticipa conclusioni Non presuppone una visione definitiva delle cose Non parte da principi dati è sempre pronto a rivedere il proprio punto di vista cerca i principi a partire dai problemi Se non può risolvere i problemi, continua a cercare la soluzione e resta nell'incertezza Mantiene anche ciò che non gli quadra.
In fondo è una differenza dell atteggiamento del pensiero, dell ethos filosofico. Nel primo caso si tratta di difendere e provare una posizione che si mette da un certo punto di vista, nel secondo caso di riuscire a raggiungere la comprensione e la verità.
In ciò si distinguono univocamente i due cammini; se al pensiero spetti di raggiungere l unità del sistema o la conoscenza. [N. Hartmann, Il pensiero filosofico e la sua storia (1936), in Introduzione all ontologia critica, tr. it., Guida, Napoli 1972, pp. 29-93: 34].
Quali sono i problemi? Hartmann predilige il pensiero-problema Non nega il sistema, ma non lo pone come dato a priori Quali sono i problemi? Sono gli «interrogativi fondamentali» della filosofia Quelli «che sono inevitabili, che continuamente si impongono» Esempi: «il problema dell'anima, del bene, della giustizia, della sostanza».
[I problemi] Possiamo non riuscire a raggiungerli nel nostro pensiero, ignorarli, tralasciarli, ma non per questo toglierli dal mondo, impedire che essi affiorino sempre di nuovo. Poiché è il mondo stesso in quella forma in cui ci si presenta, è la nostra stessa vita che ce li pongono.
Per principio l uomo non può sfuggirvi, perché non sta in suo potere di cambiare il mondo. [N. Hartmann, Il pensiero filosofico e la sua storia, cit., p. 35].
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Per principio l uomo non può sfuggirvi, perché non sta in suo potere di cambiare il mondo. [N. Hartmann, Il pensiero filosofico e la sua storia, cit., p. 35].
Si può cambiare il mondo? Karl Marx, Tesi su Feuerbach (1845): «Die Philosophen haben die Welt nur verschieden interpretiert; es kommt aber darauf an, sie zu verändern». ( I filosofi hanno soltanto interpretato il mondo in modi diversi; si tratta però di mutarlo ).
Si può cambiare il mondo? Marx pensa di sì. In questo, polemizza con la tradizione filosofica. Nell'immediato, con Feuerbach e, dietro di lui, con Hegel. Hartmann pensa di no. L'uomo non può cambiare il mondo e quindi nemmeno i filosofi possono.
Hegel Non si è fatto una buona fama: È il filosofo della fine della storia È il filosofo della fine dell'arte È il filosofo con cui ha termine il cammino storico della filosofia. Per il giovane Engels (allora suo seguace), la filosofia hegeliana è il «chiaro giorno dell'autocoscienza».
La modestia di Hegel (da http://avevaragionetaurek.blogspot.com)
Hegel Alcune parole chiave: Unità Totalità L'Idea (o ragione) hegeliana consente di pensare la realtà secondo unità. La filosofia non ha un oggetto diverso dalle altre forme del sapere: è la regola del pensare secondo totalità.
Hegel La totalità del reale viene pensata secondo l'universalità del sistema. Si realizza nella forma dell'enciclopedia. Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (1817, 1827, 1830).
Hegel Uno dei testi chiave per comprendere i punti nodali del pensiero hegeliano: Prefazione ai Lineamenti di filosofia del diritto (1821). In cui è contenuta la celebre frase: «Was vernünftig ist, das ist wirklich; und was wirklich ist, das ist vernünftig». ( Ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale ).
Che significa? Stoccarda, casa natale di Hegel
Con la prima parte della formula, Hegel intende dire che la razionalità non è pura idealità, astrazione, schema, dover essere, ma la forma stessa di ciò che esiste, poiché la ragione governa il mondo e lo costituisce.
Viceversa, con la seconda parte della formula, Hegel intende affermare che la realtà non è una materia caotica, ma il dispiegarsi di una struttura razionale (l idea o la ragione) che si manifesta in modo inconsapevole nella natura e in modo consapevole nell uomo.
Hegel Identità totale e necessaria di: Ragione e realtà La ragione non è un'astrazione, ma la forma stessa della realtà Essere e dover essere Ciò che esiste è ciò che razionalmente deve essere.
Giustificazionismo. È un termine usato dai critici per indicare l atteggiamento generale di Hegel di fronte alla realtà e, in particolare, la sua dottrina della filosofia come giustificazione della necessità e razionalità sostanziale del mondo. [N. Abbagnano - G. Fornero, Itinerari di filosofia, cit., vol. 2B, p. 918 (glossario)].
Hegel è giustificazionista? Tipica critica mossa da sinistra : Legittimazione o giustificazione dell'esistente. È la critica di Marx a Hegel.
Hegel è giustificazionista? È l'interpretazione seguita dal nostro manuale. Che dà conto di una puntualizzazione dello stesso Hegel; dà conto del dibattito critico; e conclude affermando a chiare lettere l'atteggiamento giustificazionista del pensiero hegeliano.
In conclusione (è bene insistere su questo punto anche contro le ambiguità e gli equivoci perpetuati da certa manualistica) ci sembra che i testi di Hegel, al di là di ogni costruzione interpretativa...
documentino in modo chiaro e inequivocabile il suo atteggiamento fondamentalmente giustificazionista nei confronti della realtà. [N. Abbagnano - G. Fornero, Itinerari di filosofia, cit., vol. 2B, p. 911].
La puntualizzazione Nell'Enciclopedia, Hegel spiega che cosa si debba intendere per realtà Ne dà l'accezione filosofica. (Termine tedesco: Wirklichkeit, realtà effettiva, effettività ).
Nella vita ordinaria si chiama a casaccio realtà ogni capriccio, l errore, il male e ciò che è su questa linea, come pure ogni qualsiasi difettiva e passeggiera esistenza
Ma già anche per l ordinario modo di pensare un esistenza accidentale non meriterà l enfatico nome di reale: l accidentale è un esistenza che non ha altro maggior valore di un possibile, che può non essere allo stesso modo che è.
Ma, quando io ho parlato di realtà, si sarebbe pur dovuto pensare al senso nel quale io adopero quest espressione, giacché in una mia estesa Logica ho trattato anche della realtà
e l ho accuratamente distinta non solo dall accidentale, che pure ha esistenza, ma altresì, dall esser determinato, dall esistenza e da altri concetti. [G.W.F. Hegel, Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, 6, tr. it., Laterza, Roma-Bari 1989, p. 10].
La puntualizzazione Le manifestazioni parziali dell'esistenza sono accidentali Non hanno alcuna razionalità intrinseca. Ciò che è in sé razionale, non può non essere reale (wirklich). In questo senso coincidono ragione e realtà. Non tutto ciò che esiste è razionale solo perché esiste, Ma tutto ciò che è razionale è reale, perché è razionale.
Heinrich Heine Grande poeta tedesco (1797-1856). «Quando espressi la mia irritazione per il detto Tutto ciò che è è razionale, Hegel sorrise in modo strano e osservò: Potrebbe anche significare: tutto ciò che è razionale deve (muß) essere. Il verbo müssen indica la necessità di fatto.
Potenza o impotenza? Che significano potenza e impotenza per Hegel? Quali filosofie sono potenti e quali impotenti? Alla luce di quanto abbiamo visto, la filosofia di Hegel è potente nel senso dell'immodestia?
Ma la separazione della realtà dall idea è specialmente cara all intelletto, che tiene i sogni delle sue astrazioni per alcunché di verace, ed è tutto gonfio del suo dover essere [ ] quasi che il mondo aspettasse quei dettami per apprendere come deve essere ma non è.
[La filosofia] ha a che fare solo con l Idea, che non è tanto impotente da restringersi a dover esser solo, e non esser poi effettivamente. [G.W.F. Hegel, Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, 6, tr. it. cit., pp. 10-11].
Potenza o impotenza? Impotente è quella filosofia che si restringe al dover essere (il termine è sollen, che indica la necessità di diritto) Hegel pensa all'illuminismo che resta fermo a un intellettualismo astratto e pretende di dare lezioni alla realtà e alla storia. L'illuminismo è impotente perché la realtà e la storia non seguono le sue lezioni.
Potenza o impotenza? Potenza non è imporre il proprio punto di vista al mondo ma sapere qual è il compito della filosofia ed esercitarlo. E questo implica lo stare dentro l'identità di reale e razionale.
Hic Rhodus, hic saltus. Comprendere ciò che è, è il compito della filosofia, poiché ciò che è, è la ragione. Per quel che concerne l individuo, del resto, ciascuno è un figlio del suo tempo; così anche la filosofia, è il tempo di essa appreso in pensieri.
È altrettanto insensato figurarsi che una qualsiasi filosofia vada al di là del suo mondo presente, quanto che un individuo salti il suo tempo, salti al di là di Rodi.
Se la sua teoria nel fatto va al di là di quello, se egli si costruisce un mondo come dev essere, esso esiste sì, ma soltanto nelle sue opinioni. [ ] Con una piccola variazione quella frase suonerebbe: Qui è la rosa, qui danza. [G.W.F. Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto, Prefazione, tr. it. Laterza, Roma-Bari 1991, p. 15].
(da T.Wilson, Correct Method of German and French Waltzing, 1816)
Per dire ancora una parola a proposito del dare insegnamenti su come dev essere il mondo, ebbene, per tali insegnamenti in ogni caso la filosofia giunge sempre troppo tardi.
In quanto pensiero del mondo essa appare soltanto dopo che la realtà ha compiuto il suo processo di formazione e s è bell e assestata.
Quando la filosofia dipinge il suo grigio su grigio, allora una figura della vita è invecchiata, e con grigio su grigio essa non si lascia ringiovanire, ma soltanto conoscere; la nottola di Minerva inizia il suo volo soltanto sul far del crepuscolo. [G.W.F. Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto, Prefazione, tr. it. cit., p. 17].
Michelangelo, La notte (1526-33, Firenze, Sagrestia Nuova, San Lorenzo).
La nottola di Minerva Ciascuno è figlio del suo tempo E la filosofia è il proprio tempo, appreso in pensieri. Il suo compito è comprendere ciò che è e non dare insegnamenti alla realtà. Deve aspettare che la realtà si sia formata. L'animale sacro a Minerva (la sapienza) non a caso è un animale notturno.
Un bilancio La filosofia hegeliana: è il chiaro giorno (dell'autocoscienza)? O è la notte in cui vola la nottola? Fino a che punto e in che senso è potente o impotente? Fino a che punto è sistematica?
Un bilancio La costruzione del sistema: È l'unico modo corretto, per Hegel, per riconoscere la razionalità del reale. E per realizzare una filosofia che sia, nella sua articolazione sistematica, la struttura razionale della realtà.
Un bilancio Ogni razionalità e ogni realtà si esauriscono nel sistema? Tra i seguaci di Hegel, la destra penserà di sì. La sinistra (Feuerbach, Marx, Engels, ecc.) penserà di no.
Le sintesi hegeliane sono in parte incomplete (lasciano fuori molto di ciò che è essenziale), in parte costruite molto artificiosamente. [N. Hartmann, Il pensiero filosofico e la sua storia, cit., p. 63].
Un bilancio Hartmann vede la filosofia hegeliana come un sistema chiuso In cui il sistema prevarica il problema. Ma il sistema hegeliano è un sistema chiuso o un sistema aperto? In cui il problema guida il sistema.
Un bilancio Sistema chiuso: la nottola vola una volta per tutte. La realtà razionale non avrà ulteriori sviluppi. Fine della storia e della filosofia. La modestia di Hegel. È la posizione della destra hegeliana.
Un bilancio Sistema aperto: la nottola continua a volare ogni notte. Ciò che ora sembra definitivo, domani potrà sembrare provvisorio. Alla luce di nuovi sviluppi nella razionalità del reale. Soltanto così la filosofia continuerà a essere il proprio tempo appreso con il pensiero.