Schema prove dell esistenza di Dio in Descartes Meditazioni (1642)

Documenti analoghi
Descartes Meditazioni Metafisiche. Schema

La struttura dell opera: Meditazioni * metafisiche Meditationes de prima philosophia (1641)

BENEDETTO SPINOZA a cura di Pietro Gavagnin con il contributo degli alunni di 4AOL as

Guido Alliney Trento, 4 dicembre Libera volontà. Il fondamento metafisico della libertà del volere in Giovanni Duns Scoto

ANSELMO D AOSTA

Il Metodo. Assi Cartesiani. Mathesis Universalis:

RELATIVISMO. OPINIONE Doxa. Sensi. Conoscenza. relativa. Molteplice varia nello Spazio RELATIVISMO. Impossibilità verità Universale e Immutabile

CARTESIO E LA NASCITA DEL RAZIONALISMO

Dimostrazione. Indichiamo con α e β (finiti o infiniti) gli estremi dell intervallo I. Poniamo

CARTESIO René Descartes (Francia 1595-Svezia 1650)

Nicola Cusano. Il Dio nascosto

NOTE DI ALGEBRA LINEARE v = a 1 v a n v n, w = b 1 v b n v n

Matteo Bonato Bologna, 28/02/2015

TOMMASO d AQUINO MASSARO-FORNERO-REALE-ANTISERI

Johann Gottlieb Fichte (Rammenau, 19 maggio 1762 Berlino, 27 gennaio 1814)

LEZIONE 3. a + b + 2c + e = 1 b + d + g = 0 3b + f + 3g = 2. a b c d e f g

Thomas Hobbes

IL TEOREMA DEGLI ZERI Una dimostrazione di Ezio Fornero

Geometria e Topologia I (U1-4) 2006-mag-10 61

CONOSCENZA ED ESPERIENZA

Cartesio: Meditazioni Metafisiche

Johann Gottlieb Fichte

Lo spazio-tempo secondo Einstein-Minkowski. Il mio Panteismo. Assioma fondamentale : La somma di tutto ciò che esiste è l Uno, cioè Dio.

Fichte Deduzione trascendentale dell Io e immaginazione produttiva

Queste sono le principali scoperte matematiche del Cabalista Leon.

IMMANUEL KANT CRITICA DELLA RAGION PURA LOGICA TRASCENDENTALE

04 - Logica delle dimostrazioni

IMMANUEL KANT. (1724 Germania-1804) INTRODUZIONE

GIOVANNI GENTILE ( ) Gentile: lo spirito come atto. Vita ed opere

02 - Logica delle dimostrazioni

DIALETTICA TRASCENDENTALE

Cartesio. René Descartes,

GOTTFRIED WILHEM LEIBNIZ

1 Indipendenza lineare e scrittura unica

4 0 = 4 2 = 4 4 = 4 6 = 0.

LEZIONE 5. AX = 0 m,1.

delta δ mu (mi) µ M iupsilon υ Y eta η H omicron o O psi ψ Ψ 1. Scrivere il proprio nome e cognome in lettere greche.

HEGEL Fenomenologia dello spirito. Stoccarda Berlino 1831

Insiemi, Numeri, Terminologia. Prof. Simone Sbaraglia

LOCKE. Empirismo = teoria della ragione come un insieme di poteri limitati dall esperienza:

4^ liceo Scientifico-Tecnologico (2010/2011) La fisica

RISOLUZIONE IN LOGICA PROPOSIZIONALE. Giovanna D Agostino Dipartimento di Matemaica e Informatica, Università di Udine

Anno scolastico PROGRAMMA SVOLTO E CONTENUTI MINIMI. Docente: Enzo Citarella. Materia: Filosofia

I paradossi di Zenone

Bento de Spinoza, Etica dimostrata secondo l ordine geometrico. Scheda di lettura

Critica del Giudizio

CRITICA DELLA RAGION PURA

11. Misure con segno.

Insiemi uguali? biiezione : A B bambino i libro i bambino ii libro ii bambino iii libro iii bambino iv libro iv

Gli insiemi N, Z e Q. I numeri naturali

APPUNTI DI TEORIA DEGLI INSIEMI. L assioma della scelta e il lemma di Zorn Sia {A i } i I

1 Principio di Induzione

GIOVANNI FUSCHINO COMPLETEZZA E RAGIONAMENTO PER DEFAULT

8. Completamento di uno spazio di misura.

ESERCIZI DI METODI QUANTITATIVI PER L ECONOMIA DIP. DI ECONOMIA E MANAGEMENT DI FERRARA A.A. 2016/2017. Ottimizzazione libera

APPROFONDIMENTI DI FILOSOFIA MORALE (6 crediti) (Università degli Studi di Ferrara)

Gli argomenti che rientrano nel campo della Cristologia comprendono la Trinità, che tratta del rapporto fra Dio, Gesù e lo Spirito Santo, e la

Esercizi sulle equazioni differenziali a cura di Sisto Baldo, Elisabetta Ossanna e Sandro Innocenti

GIOVANNI FEDERICO HERBART

Appunti di informatica. Lezione 7 anno accademico Mario Verdicchio

2. I numeri reali e le funzioni di variabile reale

Matematica e Statistica per Scienze Ambientali

Appunti del Corso Analisi 1

1 Introduzione alle matrici quadrate 2 2 a coefficienti in R.

Introduzione Religione e senso della vita

I coefficienti delle incognite sono proporzionali fra loro ma NON coi termini noti, e il sistema è dunque IMPOSSIBILE (si dice anche: INCOMPATIBILE).

1 I numeri naturali. 1.1 Gli assiomi di Peano

Matematica 1 per Ottici e Orafi. I Numeri Reali

IL TEOREMA FONDAMENTALE DELL ARITMETICA: DIMOSTRAZIONE VELOCE.

Lezioni XII-XIII. Il passaggio potenza-atto e la nozione di movimento in Aristotele

FONDAMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA

Riassunto lezione 3. Principi della dinamica. Sistemi di riferimento inerziali. Legge di Newton: F = ma

GAAL: Capitolo dei prodotti scalari

La geometria della riga e compasso: Primo incontro

L1 L2 L3 L4 L5 L6 L7 L8 L9. Esercizio. Determinare l insieme di disuguaglianze che descrive esattamente la regione di piano della figura

La filosofia e i suoi concetti. Definizione, statuto e concetti

A cura di Alessandra Durando, Martina Ferrari, Serena Marsella, Ylenia Venturi. Liceo Classico G. Chiabrera 3^ F

Appunti di geometria euclidea

Luciano Battaia. Versione del 30 aprile L.Battaia. Necessaria o sufficiente?

Esercizi sul Principio d Induzione

OPERAZIONI IN Q = + = = = =

Complementi di Analisi Matematica Ia. Carlo Bardaro

Esercizi sullo studio di funzione

LICEO SCIENTIFICO G. MARCONI A.S. 2015/2016 CLASSE IV D PROGRAMMA DI FILOSOFIA PROF.SSA ANTONIETTA PISTONE

LEZIONE 2. ( ) a 1 x 1 + a 2 x a n x n = b, ove a j, b R sono fissati.

MATEMATICA PER LO STUDIO DELLE INTERAZIONI STRATEGICHE: TEORIA DEI GIOCHI. Anna TORRE

SISTEMI LINEARI. x y + 2t = 0 2x + y + z t = 0 x z t = 0 ; S 3 : ; S 5x 2y z = 1 4x 7y = 3

Introduzione. - Analizzare le parti fondamentali dell opera La logica o Arte di pensare

LEZIONE 4. { x + y + z = 1 x y + 2z = 3

René Descartes. La vita. Carriera militare

3. Successioni di insiemi.

Luigi Piroddi

L insieme dei numeri Naturali (N)

Percorso su LIM da Kant all idealismo

Il riconoscimento della soggettività umana Il riconoscimento del rapporto uomo - mondo

Funzioni Monotone. una funzione f : A B. si dice

Immanuel Kant ( ) La filosofia del Criticismo tra Empirismo e Razionalismo

Il processo inferenziale consente di generalizzare, con un certo grado di sicurezza, i risultati ottenuti osservando uno o più campioni

LA MATEMATICA DELLE RELAZIONI SOCIALI

Quesiti della seconda prova scritta per Matematica. MCD(x, y) = 10 xy = 30000

Transcript:

Schema prove dell esistenza di Dio in Descartes Meditazioni (1642) In tutte e tre le prove delle Meditazioni Descartes parte dall idea di Dio: III Meditazione: 2 prove a posteriori che procedono dall effetto alla causa; V Meditazione: 1 prova a priori che procede dalla causa all effetto (elemento che si tratta di una prova a priori: assenza del principio di causalità). III MEDITAZIONE I PROVA La I prova della dimostrazione cartesiana dell esistenza di Dio della III Meditazione consiste nell applicazione del principio di causalità alla realtà obiettiva dell idea (unica strada che consente di dimostrare a posteriori ossia, appunto, mediante il principio di causalità l esistenza di un ente altro dall io e, quindi, in conclusione, di Dio). La prova si basa esclusivamente su due elementi: 1) principio di causalità (nella causa ci deve essere almeno tanta realtà quanta ce n è nell effetto = per realtà si intende perfezione) 2) idee Entrambi questi elementi, infatti, sono gli unici a sottrarsi al dubbio: a) Il principio di causalità si sottrae al dubbio perché autoevidente: esso ci è garantito dal lume naturale (N.B. problema del circolo vizioso) b) Le idee si sottraggono al dubbio perché avere idee significa pensare, il dubitare è una particolare forma di pensiero quindi negare di avere idee, cioè dubitare, significa per l appunto avere idee: le idee, quindi, si sottraggono al dubbio perché il dubbio è contraddittorio. - Tutte le idee sono uguali in relazione alla loro realtà formale di atti del pensiero (le idee nella loro realtà formale si distinguono solo numericamente);

- Tutte le idee differiscono in base al loro contenuto rappresentativo, cioè in relazione alla loro realtà obiettiva; - Il grado di realtà obiettiva dipende (e quindi cambia) dalla quantità, ovvero dal grado della realtà formale corrispettiva: l idea di sostanza finita (uomo) ha meno realtà obiettiva dell idea di sostanza infinita (Dio). - È manifesto per lume naturale che in una causa efficiente e totale ci deve essere almeno tanta realtà quanta ce n è nell effetto (da tale principio il principio di causalità - segue che non è possibile che qualcosa venga dal nulla e neppure che ciò che è più perfetto provenga da ciò che lo è di meno). - La causa può essere formale (la causa ha la stessa realtà dell effetto) o eminente (la causa ha maggiore realtà o perfezione del suo effetto); - Descartes applica dunque il principio di causalità alla realtà obiettiva delle idee. Ma alla realtà obiettiva di quale idea? - Descartes procede allora ad una ricognizione delle idee presenti nell io per vedere se c è almeno un idea la cui realtà obiettiva è tale da poter asserire che non è l io la causa di tale idea. - Le idee presenti nell io sono 4: l io, il corpo, l Angelo, Dio. - L io, in quanto sostanza pensante finita ha sufficiente realtà per poter essere la causa (formale): dell idea dell io: tale idea la può causare l io stesso in quanto ha esattamente la stessa realtà dell io; dell idea di corpo: tale idea ha meno perfezione dell idea dell io, dunque può essere causata dall io. dell idea di Angelo: tale idea è formata dall io mettendo insieme l idea di Dio e l idea dell io. - Tra tutte le idee che il soggetto pensante trova in se stesso, solo una ha maggiore realtà obiettiva di quella contenuta nell io. Tale idea è l idea di Dio: sola restat idea Dei: di essa l io non può essere la causa; non solo, ma la causa deve essere un ente che contenga almeno altrettanta realtà, ossia infinita; ma l ente dotato di realtà ifninita (l ente sommamente perfetto ed infinito) è Dio; dunque solo Dio può essere la causa di quell idea. Dunque, si

deve concludere che Dio esiste necessariamente. La causa dell idea di Dio è, cioè, Dio che esiste II PROVA Anche la seconda prova è a posteriori e si avvicina al modello delle prove a posteriori della tradizione scolastica, in particolare alla seconda via di Tommaso. Descartes, tuttavia, considererà la seconda prova come una sorta di continuazione/esplicazione della prima. La differenza, rispetto alla prima prova, sta in ciò: invece di ricercare la causa dell idea di Dio, Descartes cerca la causa dell ente che ha in sé l idea di Dio, cerca cioè la causa dell io. - Descartes si chiede: potrei esistere io stesso, che ho questa idea (l idea di Dio) la causa di me stesso? Se un tale ente non esistesse, da chi proverrei? 1. Tre sono le possibili risposte (tutte scartate da Descartes): - da me: se fossi io la causa di me stesso, non dubiterei e non mi mancherebbe alcunché. Mi sarei, infatti, dato tutte le perfezioni e così sarei Dio in persona. L io, quindi, non può essere causa di se stesso perché un ente che ha la forza di darsi l esistenza, ha anche la forza di darsi le restanti perfezioni (N.B. 1: Il presupposto dell argomento è che l esistenza sia una perfezione, anzi la somma perfezione; N.B. 2: Descartes prende in considerazione l ipotesi che l io non abbia avuto mai una causa (ossia che sia eterno): l ipotesi viene scartata in forza al concetto di creazione e conservazione secondo cui non solo Dio mi dà l essere, dunque l esistenza, ma lo conserva nel tempo: dottrina della creazione continua); 2. dai miei genitori: se non sono io la causa di me stesso, sono eterocausato, cioè causato da un altro ente: i miei genitori. Ma, anche in questo caso, questo ente dovrà a sua volta essere eterocausato e dal momento che non si può andare all infinito nella ricerca delle cause (pena la mancanza di una prima causa che conservi il mio essere in ogni momento), ci si dovrà arrestare ad una prima causa autocausantesi, e questa è Dio. 3. da qualunque altra causa meno perfetta di Dio (ossia da più cause parziali che prese singolarmente soo imperfette ma, prese nella loro totalità siano invece perfette): caratteristica della perfezione è l unità ed essa è una delle perfezioni principali che intendiamo in Dio e in lui solo.

Escluse tutte le possibilità prospettate all inizio della prova Descartes conclude che dal solo fatto che esisto e che ho in me l idea di Dio è dimostrato nel modo più evidente che Dio esiste. La III Meditazione si conclude con l affermazione della veracità di Dio e con una riflessione sull origine dell idea di Dio: a) L origine dell idea di Dio è innata (in quanto è posta in me da Dio); b) Se Dio è perfetto (giacché l inganno è imperfezione) allora non può ingannare, dunque Dio è verace. c) Poiché Dio esiste ed è verace, tutto ciò che è chiaro e distinto è vero. V MEDITAZIONE III PROVA Nella V Meditazione dopo aver dimostrato che l essenza delle cose materiali è l estensione Descartes propone una nuova prova dell esistenza di Dio. Questa prova è a priori, parte dunque dall analisi della definizione di Dio. - Partiamo dalla definizione di Dio che è quella di un ente perfettissimo. a) Tutto ciò che percepiamo chiaramente e distintamente è vero b) È chiaro e distinto che essendo Dio un ente perfettissimo, alla sua essenza compete l esistenza, cioè alla sua natura appartiene di esistere c) Dio esiste realmente Ora, la dimostrazione è tutta qui. Per comprenderla appieno, è necessario precisare alcune cose: 1) In tutte le cose che conosciamo è necessario distinguere l essenza dall esistenza; 2) Solo nel caso di Dio l essenza implica l esistenza; 3) L esistenza è una perfezione. Nella prova è sottinteso il fatto che esistere sia qualcosa di più perfetto che non esistere, dunque che l esistenza sia una perfezione, anzi l esistenza è la perfezione suprema, cioè realizza in realtà tutte le perfezioni, non è una perfezione come le altre; 4) Se Dio non avesse l esistenza sarebbe imperfetto (perché gli mancherebbe una perfezione, ossia l esistenza); 5) Dunque è necessario che Dio esista, altrimenti non sarebbe l ente perfettissimo (definizione di partenza). Dio esiste necessariamente (N.B. Descartes dice che ripugna (è contraddittorio) pensare Dio, l ente perfettissimo privo di una perfezione (l esistenza).

Nelle prime Obiezioni il teologo Caterus omologherà la prova della V meditazione a quella di Anselmo (per dimostrare che, siccome Tommaso ha provato l invalidità di quella di Anselmo, allora anche quella di Cartesio è invalida. La prova di Anselmo ha in comune con quella di Descartes il fatto che l esistenza di Dio è inferita dalla stessa definizione di Dio o, anche, dal fatto che negare l esistenza di Dio contraddice alla sua stessa definizione, e cioè: 1) Se Dio non esiste, non è l ente di cui non si può pensare il maggiore (Anselmo) 2) Se Dio non esiste, non è l ente perfettissimo (Descartes). Descartes risponderà a Caterus sottolineando che il suo argomento è totalmente diverso da quello di Anselmo: nel caso della prova di Descartes non si ha un passaggio dal pensiero all essere ma dall essenza all esistenza (si rimane all interno della dimensione dell essere: non c è un salto dal pensiero all essere). N.B. Nelle I Risposte Descartes fornirà una dimostrazione a priori leggermente diversa rispetto a quella della V Meditazione: Dio non è solo l ente perfettissimo, ma anche e soprattutto potentissimo, perché è causa di se stesso.