IL SISTEMA EVOLUTIVO DELLA LOGISTICA PROF. ENNIO FORTE
Indice 1 L EVOLUZIONE STORICA DELLA LOGISTICA ------------------------------------------------------------------- 3 1.1. LA LOGISTICA DISTRIBUTIVA: ----------------------------------------------------------------------------------------------- 4 1.2. LA LOGISTICA IN ENTRATA: -------------------------------------------------------------------------------------------------- 4 1.3. LA LOGISTICA DI PRODUZIONE: --------------------------------------------------------------------------------------------- 4 2 LA LOGISTICA INTEGRATA --------------------------------------------------------------------------------------------- 5 3 SUPPLY CHAIN MANAGEMENT ---------------------------------------------------------------------------------------- 7 2 di 9
1 L evoluzione storica della logistica L evoluzione che sta vivendo il settore dei trasporti nell epoca dei mercati globali ha provocato una rilettura delle teorie classiche di allocazione delle risorse e di localizzazione delle attività economiche. Dalla teoria ricardiana dei vantaggi comparati (legata alle differenze nelle dotazioni dei fattori dei vari paesi, fattori che sono perfettamente mobili e sostituibili solo all interno di ciascun paese) si è giunti allo studio del posizionamento-riposizionamento degli input e, conseguentemente, allo studio dell invarianza del valore degli stessi fattori nello spazio globale. Vi è una nuova geografia mondiale della produzione industriale: la localizzazione delle attività non è più esclusiva funzione della produzione ma piuttosto della distribuzione. Il risultato visibile è la trasformazione sempre più presente dei sistemi di produzione in unità di assemblaggio multilocalizzate, spesso in zone c.d.franche, cioè in parte o in toto defiscalizzate i cui beni sono orientati soprattutto alla riesportazione. L outsourcing dovrà quindi consentire l ottimizzazione dei benefici sia in termini di efficacia e di efficienza, sia in termini di tempo. Nell economia dei sistemi produttivi moderni è fondamentale riuscire ad essere veloci nelle attività svolte: ciò viene spesso reso possibile dall outsourcing, ed in particolare, a monte dalla terziarizzazione delle attività di approvvigionamento e di magazzinaggio di materie prime, semilavorati, materiali indiretti (ad esempio secondo processi di e-logistics of business to business procurement) e a valle dalla terziarizzazione della logistica distributiva (ad esempio mediante processi di e-logistics of delivery o di e-fullfillment) in modo da ottenere un supply chain managment diretto e veloce. 3 di 9
Prima di fare una scelta del genere, l azienda non può prescindere da un confronto con i costi complessivi da essa supportati nel fornire al suo interno i servizi di cui si sta valutando la possibilità di gestire tramite outsourcing. Si tratta cioè di definire i confini delle attività dell impresa, operando una scelta fra ciò che sarà prodotto all interno dell impresa (make) e ciò che verrà acquistato presso le imprese fornitrici (buy). Schematizzando avremo: 1.1. La logistica distributiva: Le imprese hanno inizialmente sfruttato la logistica per distribuzione di beni di largo consumo. Negli anni '60 infatti la proliferazione dei prodotti e l'acuirsi della concorrenza hanno spinto le imprese a ristrutturare l'area commerciale dando luogo alla logistica distributiva che comprende tutte le attività di supporto alle funzioni di marketing e vendita (outbound logistic). 1.2. La logistica in entrata: La crisi energetica degli anni '70, che ha accresciuto il costo delle materie prime e di produzione, ha reso evidente l'importanza dei problemi logistici afferenti alla funzione di approvvigionamento (inbound logistic). 1.3. La logistica di produzione: Infine, il diffondersi del modello di produzione basato sul just in time e sulla delocalizzazione, ha reso necessario programmare anche la produzione, connettendola e coordinandola con la logistica in entrata e in uscita, in ottica di catena. 4 di 9
2 La logistica integrata Le dinamiche ultracomplesse a cui sono sottoposti gli operatori economici, ci fanno comprendere allora come siano indispensabili anche servizi di tipo immateriale a supporto della logistica dei trasporti. Con la logistica integrata dei flussi di informazione delle spedizioni (eintegrated logistics) i mezzi di trasporto viaggiano tendenzialmente a pieno carico, mentre le operazioni di magazzino possono trarre persino vantaggi dalla gestione delle scorte, sia in rapporto al tasso di cambio che a fini assicurativi, pur rispettando i tempi di consegna. La rete Internet favorisce la nascita di borse elettroniche della logistica (logistics exchange) che mettono in contatto i produttori con i distributori ed i fornitori di servizi; sono oramai sempre più diffuse le aste di scambio merce-trasporti (e-transportation marketplace) e si sviluppano continuamente nuovi modelli di cooperazione: l attenzione degli operatori si concentra sulle attività più remunerative e specializzate. Con la logistica integrata si abbandona il concetto di logistica come funzione per passare a quello di logistica come processo, volto a coordinare in modo unitario il flusso di risorse e informazioni lungo i tre cicli di approvvigionamento, produzione e vendita relativi all'impresa, con l intento di massimizzare le performance degli operatori economici. I vantaggi di tale approccio possono essere così schematizzati: - Incremento vendite - Riduzione costi - Incremento profitti - Riduzione impieghi - Incremento redditività 5 di 9
- Maggiore competitività - Maggiore soddisfazione per il cliente 6 di 9
3 Supply chain management Definire una supply chain è impresa assai ardua vista la complessità dell argomento e il suo continuo evolversi nel tempo. Anche gli stessi studiosi non sono in grado di fornirne una rappresentazione esaustiva ed universalmente riconosciuta. Si pensi, a titolo esemplificativo, che ancora oggi non ci si trova d accordo sul ruolo occupato dalla logistica nell ambito del supply chain management e se l una sia parte dell altro o viceversa (tradizionalisti, unionisti, intersezionisti ed i fautori del cosiddetto re-labeling ecc.). La supply chain, anche definita come catena del valore, costituisce l insieme di tre o più aziende unite tra loro da rapporti di fornitura e di consegna di beni e/o servizi che danno vita a flussi di merci, informazioni, documenti, danaro ecc. Nell era della globalizzazione la concorrenza tra imprese si gioca ad un livello molto più elevato rispetto al passato, ossia quello di sistema. Nel mondo si assiste ad un continuo mutamento di equilibri dinamici tra catene del valore e network che vanno dapprima affermandosi e consolidandosi, per poi modificarsi nuovamente ed assumere connotazioni completamente nuove. Sembra quasi di essere in un deserto laddove il continuo spostamento delle dune generato dai venti e la metamorfosi inarrestabile dell ambiente circostante impedisce all esploratore inesperto e disattento di fissare delle rotte chiare basate su punti geografici di riferimento precisi e soprattutto ben saldi. La logistica si compone invece di tutte quelle attività operative di tipo elementare che costituiscono la base del funzionamento di una supply chain. 7 di 9
Nel corso degli ultimi trent anni si è passati progressivamente dal concetto di logistica a quello di logistica integrata sino ad arrivare alla catena di fornitura e, successivamente, alla supply chain ed alla integrated supply chain. Al di là delle definizioni che hanno una valenza puramente teorica e convenzionale, tale evoluzione concettuale segna il passaggio da una visione microeconomica della logistica come funzione di supporto alle funzioni primarie dell azienda e quindi come attività interna strumentale al raggiungimento degli obiettivi primari dell impresa posti in essere dalla produzione e vendita, ad una rappresentazione molto più ampia che parte dai confini aziendali, all interno dei quali è necessario realizzare percorsi di integrazione delle attività di gestione ed operative in un ottica di tipo orizzontale (multifunzionale) rispetto alle funzioni stesse seguendo la direzione dei processi aziendali, sino ad arrivare al successivo stadio dell integrazione tra i processi facenti capo ad imprese distinte dal punto di vista giuridico ma sempre più integrate sotto l aspetto economico, finanziario ed informativo. Il processo di integrazione tra le imprese segue percorsi talvolta molto tortuosi e casuali, talvolta basati su scelte strategiche ben programmate. Si passa così da una prima fase di tipo tradizionale caratterizzata da uno scarso grado di integrazione con i partner ed una ossessiva concentrazione su tutto quanto concerne la ricerca dell efficienza e l ottimizzazione delle attività interne (che spesso, però, porta a perdere di vista gli obiettivi primari dell azienda che sono esterni e che si focalizzano sul cliente) ad una fase più avanzata detta estesa in cui cresce il livello di partnership con i soggetti diretti posti a monte ed a valle della catena del valore. Il crescente livello di integrazione tra le imprese porta anche ad un cambiamento decisivo della vision aziendale, che si manifesta mediante un accantonamento delle problematiche interne e di taglio miope dei costi ed un focus sulle attività esterne che mirano soprattutto al completo soddisfacimento delle attese dei clienti e, pertanto, all adozione di tutte quelle politiche utili al 8 di 9
raggiungimento del cosiddetto vantaggio competitivo rispetto agli avversari appartenenti a catene del valore concorrenti. A tal proposito, vale la pena sottolineare il fatto che la capacità di soddisfare il cliente prima e meglio degli altri produce un vantaggio competitivo e non viceversa. Le imprese dovrebbero concentrarsi di più sul cliente e meno su ciò che fa la concorrenza con estenuanti e talvolta inutili misurazioni di tipo benchmarking, che sono vantaggiose al fine di tastare il polso del mercato dei competitor, ma che non devono essere il fine ultimo dell azienda. Il passo successivo è il conseguimento di un livello evoluto di processo, di mercato ed infine di informazione. Quest ultimo stadio costituisce il grado più avanzato di sviluppo della supply chain all interno della quale le imprese condividono processi, strutture, conoscenze e sistemi informativi. La supply chain viene di solito distinta in: supply chain diretta, estesa ed estrema. Nel primo caso, abbiamo il rapporto diretto dell impresa col solo fornitore e cliente a lui prossimi. Nel secondo si aggiungono il fornitore del fornitore ed il cliente del cliente ecc. Nel terzo la catena si estende oltre che verticalmente (a monte ed a valle), anche orizzontalmente (link con imprese appartenenti allo stesso settore) e trasversalmente (link con imprese indirettamente legate ai rapporti di fornitura e di produzione come quelle che svolgono attività di tipo finanziario, servizi di marketing e servizi di logistica conto terzi come i 3PL third-party logistics provider o 4PL fourthparty logistics provider). 9 di 9