La Legge 194, emanata il 22 maggio 1978 dal IL SISTEMA DI SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA DELL'INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA

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IL SISTEMA DI SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA DELL'INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA Michele Grandolfo, Angela Spinelli, Marina Pediconi, Ferdinando Timperi, Silvia Andreozzi e Mauro Bucciarelli Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, ISS RIASSUNTO - Dal 1981 è attivo in Italia il Sistema di sorveglianza epidemiologica dell interruzione volontaria di gravidanza, che vede impegnati l Istituto Superiore di Sanità, il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, l ISTAT e le Regioni. Le sue funzioni e obiettivi sono: monitorare l evoluzione dell aborto volontario, fornire i dati per la relazione annuale del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, dare risposte a quesiti specifici e permettere un approfondimento delle problematiche, ponendo così le basi per la prevenzione del fenomeno e il buon funzionamento delle strutture coinvolte nell intervento. Nel corso degli anni si è osservata la riduzione del ricorso complessivo all aborto e la quasi scomparsa dell aborto clandestino, con conseguente eliminazione della mortalità e morbosità materna a esso associata. Questo andamento è stato in gran parte determinato dalla maggiore circolazione dell informazione e dall impegno dei servizi, primi fra tutti i consultori familiari, che hanno aumentato le conoscenze, le consapevolezze e le competenze delle donne nell ambito della salute riproduttiva. Parole chiave: aborto, salute riproduttiva, sorveglianza SUMMARY (Epidemiological surveillance system on induced abortion) - A surveillance system on induced abortion has started in Italy in 1980, coordinated by the National Institute of Health and the Ministry of Health, in collaboration with the Central Statistical Office and the Offices of the individual regions. The objectives are: to monitor the trends in induced abortion, to prepare an annual report for the Minister of Health, to respond to specific enquiries and to undertake investigations into the epidemiology of induced abortion, thus providing a rational base to optimize the use of resources and prepare preventive strategies. Over the years, there has been a steady reduction in induced abortions, and illegal abortion has disappeared to a great degree, eliminating its associated morbidity and mortality. These trends have been due in great part to the availability of information and the activities of the family health centers whose endeavors have improved the knowledge, the awareness and the abilities of women in the field of reproductive health. Key words: abortion, reproductive health, surveillance angela.spinelli@iss.it La Legge 194, emanata il 22 maggio 1978 dal Parlamento italiano, è un importante legge di sanità pubblica, finalizzata a prevenire il ricorso all aborto, a eliminare quello clandestino e a regolare le procedure per l interruzione volontaria della gravidanza (IVG), considerata come extrema ratio e non come strumento per il controllo delle nascite. Il consultorio familiare viene indicato come servizio cardine per la promozione della salute riproduttiva. La sorveglianza epidemiologica del fenomeno è stata indicata come una priorità dal legislatore, che ha imposto la notifica obbligatoria di ogni IVG e la presentazione al Parlamento, da parte del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, di una relazione annuale sul fenomeno. In particolare, questa sorveglianza doveva verificare se l'introduzione della legge favoriva o meno la riduzione dell aborto clandestino e, contestualmente, la diminuzione del rischio di gravidanza indesiderata grazie alla maggiore diffusione dei metodi per la procreazione consapevole. Il Sistema di sorveglianza Dal 1980 è operativo un Sistema di sorveglianza attivo che vede impegnati l Istituto Superiore di Sanità (ISS), il Ministero della Salute (attualmente Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali) e l Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) da una parte, le Regioni e le Province autonome Not Ist Super Sanità 2009;22(5):3-7 3

M. Grandolfo, A. Spinelli, M. Pediconi et al. dall altra. Il monitoraggio avviene a partire dalla compilazione dei modelli D12 dell ISTAT con informazioni sulle caratteristiche socio-demografiche delle donne, sui servizi coinvolti nel rilascio della certificazione e nell intervento e sulle modalità dell intervento. I modelli D12, compilati per ciascun intervento nella struttura in cui è stato effettuato, sono poi inoltrati alla Regione di riferimento, che provvede ad analizzarli per rispondere a un questionario trimestrale e annuale, predisposto dall ISS, nel quale vengono riportate le distribuzioni per le modalità di ogni variabile contenuta nel modello D12. A livello centrale, l ISS provvede al controllo di qualità dei dati, in costante contatto con le Regioni e, quindi, insieme all ISTAT, all elaborazione delle tabelle che presentano dette distribuzioni per ogni Regione e per l Italia. I dati così elaborati vengono analizzati e discussi, non trascurando il confronto internazionale. Viene quindi redatta, con il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, la bozza della relazione che il Ministro presenta annualmente al Parlamento. La relazione riporta i dati sintetici dell anno precedente a quello della pubblicazione e quelli analitici relativi a due anni prima. Nella relazione possono trovare spazio i risultati di studi e indagini, condotti dall ISS o da altri, utili per l interpretazione del fenomeno. La relazione viene quindi trasmessa alle Regioni, anche per un'ulteriore diffusione presso tutti i servizi direttamente o indirettamente coinvolti nel fenomeno. Sono raccomandate conferenze di servizio per discutere il quadro epidemiologico e formulare proposte operative, anche alla luce delle raccomandazioni nazionali. Periodicamente, i referenti regionali del Sistema di sorveglianza e dei servizi impegnati nell attività di promozione della procreazione consapevole vengono invitati a incontri nazionali per discutere delle implicazioni di sanità pubblica deducibili dall analisi dei dati dell evoluzione dell IVG. L ISS garantisce alle Regioni consulenza per la programmazione, l'implementazione e la valutazione a livello locale di interventi atti alla prevenzione e al miglioramento della qualità. Tutto questo insieme di attività costituisce il Sistema di sorveglianza (Figura 1). Ospedale o clinica dove si effettua l'ivg Figura 1 - Flusso del Sistema di sorveglianza delle interruzioni volontarie di gravidanza Risultati MOD D12 e SDO Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali SDO ASL e/o Regione ISTAT Analisi del fenomeno Relazione annuale al Parlamento del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Dalla legalizzazione fino al 1982 l andamento delle IVG ha mostrato una più o meno rapida e completa emersione dalla clandestinità, la cui entità prima della legalizzazione era stimata tra i 220.000 e i 500.000 aborti l anno (1). Una conferma dell esistenza di ciò e della sua diminuzione dopo l emanazione della Legge 194 può essere dedotta dal dimezzamento delle notifiche di aborto spontaneo che, prima del 1978, celavano un ricovero per le complicanze dell aborto volontario clandestino (1, 2). Nel 1983, verificata la stabilizzazione del fenomeno, è stato necessario quantificare l aborto clandestino residuo: l applicazione di tre diversi modelli matematici ha fornito stime sostanzialmente uguali (100.000 aborti), a conforto della loro plausibilità (3). Il 70% dei casi stimati sono risultati al Sud, dove la presenza e il funzionamento dei servizi, con l eccezione della Puglia, non erano adeguati. L applicazione di uno dei tre modelli negli anni successivi ha permesso di stimare l entità dell aborto clandestino, ridotto nel 2001 a 21.000 unità, di cui il 90% al Sud. Nel 1982 il tasso di abortività (17,2 IVG per 1.000 donne comprese nella fascia d'età 15-49 anni) e il numero di IVG (234.801) hanno raggiunto i valori più elevati. Da allora si è avuto un decremento costante dell abortività: nel 2006 sono state notificate 131.018 IVG (Tabella) e nel 2007, secondo i dati preliminari, 127.038, pari a un tasso di 9,1 per 1.000, con una riduzione rispetto al 1982 del 47,1% (4). MOD D12 Questionari trimestrali ISS 4

Sorveglianza epidemiologica dell'ivg Dalla legalizzazione a oggi, considerando i livelli di abortività precedenti alla legalizzazione, si può stimare che sono stati evitati ben 3.300.000 aborti, di cui 1 milione clandestini. Oggi il tasso di abortività italiano è tra i più bassi dei Paesi industrializzati (Figura 2), nonostante negli ultimi anni sia aumentato il contributo della popolazione femminile di cittadinanza straniera (Tabella, Figura 3), caratterizzata da un tasso di abortività almeno tre volte più alto di quello della popolazione con cittadinanza italiana (5). Complessivamente, in Italia nel 2006 il 31,6% di IVG ha riguardato donne straniere (4). Considerando solo le cittadine italiane nel 2006 si sono avute 90.587 IVG, con un tasso di abortività del 7,0 per 1.000, quindi una riduzione delle IVG, rispetto al 1982, del 61,4% e del tasso d abortività del 59,3%. L ipotesi che la legalizzazione avrebbe favorito una maggiore diffusione dei metodi per la procreazione consapevole, determinando la riduzione del rischio di gravidanze indesiderate, è stata confermata anche dall andamento della percentuale di aborti ripetuti, nettamente inferiore a quella attesa (6): nel 2006, contro un valore atteso pari al 44,6% la percentuale osservata di aborti ripetuti è stata del 27,1% (Figura 4). Per quanto riguarda l iter e le procedure, il ricorso ai consultori familiari per il rilascio del documento/ certificazione è risultato carente, circa il 30% dei casi. Ciò a causa della loro ridotta presenza e della scarsa disponibilità dei tradizionali servizi sanitari di 1, 2 e 3 livello di mettersi in rete con quelli consultoriali, specificatamente deputati all attività di promozione della salute riproduttiva. Svizzera (2006) Germania (2007) Belgio (2005) Olanda (2006) Spagna (2006) Finlandia (2006) ITALIA (2006) 6 7,2 7,9 8,6 10,6 10,8 11,1 Lituania (2006) 12,7 Danimarca (2006) 14,3 Canada (2004) 14,6 Norvegia (2006) 15 Francia (2004) 17,3 Inghilterra e Galles (2006) 18,3 USA (2005) 19,4 Svezia (2006) 20,6 Ungheria (2006) 22,3 Bulgaria (2006) 23,5 Romania (2006) 31,3 Federazione Russa (2003) 55,3 0 10 20 30 40 50 60 Figura 2 - Tassi di abortività per 1.000 donne nella fascia d'età compresa tra i 15 e i 44 anni in vari Paesi (2003-2007) Tabella - Andamento dell abortività legale e clandestina in Italia (1982-2007) Indicatori 1982 1983 1991 1995 2000 2006 2007a Variazione % Numero di IVG 234.801 233.926 160.494 139.549 135.113 131.018 127.038-45,9 Tasso di abortività (per 1.000) 17,2 16,9 11,0 9,7 9,6 9,4 9,1-47,1 Numero di aborti clandestini (stima) n.r.b 100.000 60.000 43.500 21.100 n.dc n.d.c - 78,9 Numero di IVG cittadinanza straniera n.r.b n.rb n.r.b 8.967 21.201 39.436 n.d.c + 339,8 (a) Dati preliminari; (b) dato non rilevato; (c) dato non disponibile 5

M. Grandolfo, A. Spinelli, M. Pediconi et al. 250.000 Italiane Straniere T otale Interruzione volontaria di gravidanza 200.000 150.000 100.000 50.000 0 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 Anni Figura 3 - Interruzione volntaria di gravidanza per Paese di nascita (1980-2006) 50 Os s e rvati Attesi 40 30 % 20 10 0 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Anni Figura 4 - Andamento (%) delle interruzioni volontarie di gravidanza di donne con precedente esperienza abortiva (1983-2006) Per l esecuzione dell intervento è risultato dominante il ruolo degli istituti di cura pubblici. L impiego dell anestesia generale (84,8% nel 2006) è molto elevato, soprattutto se si tiene conto che l 80% degli interventi viene effettuato entro la decima settimana gestazionale. Sono evidenti i maggiori costi connessi con questa scelta, come pure il maggiore rischio per la salute della donna (7). La distribuzione delle IVG per tipo di intervento ha invece visto una positiva evoluzione con una riduzione del ricorso 6

Sorveglianza epidemiologica dell'ivg al raschiamento (dal 24,5% del 1983 al 12,8% del 2006) e un corrispondente incremento dell isterosuzione secondo il metodo Karman (dal 28,3% del 1983 al 62,6% del 2006). Utilità La Sorveglianza epidemiologica delle IVG ha reso possibile: seguire l evoluzione dell aborto volontario, fornire i dati per la relazione annuale del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, dare risposte a quesiti specifici, permettere un approfondimento delle problematiche, ponendo così le basi per possibili soluzioni. Attraverso la sorveglianza è risultato evidente come alla legalizzazione abbiano fatto seguito la riduzione del ricorso complessivo all aborto e la sostanziale scomparsa, o la riduzione ai minimi termini, dell aborto clandestino con conseguente eliminazione della mortalità e morbosità materna a esso associata. In Italia, come in altri Paesi, si è potuto inoltre osservare come la maggiore circolazione dell informazione e il maggiore impegno dei servizi (in primis i consultori familiari per l azione preventiva) hanno Simonetta Tosi (1937-1984) fondatrice del Sistema di sorveglianza sull'interruzione volontaria di gravidanza aumentato le conoscenze, le consapevolezze e le competenze delle donne, contrastando così il ricorso all aborto. Sul piano della sanità pubblica, la conoscenza dell evoluzione del fenomeno ha costituito la base per condurre indagini e studi al fine di programmare interventi di promozione della procreazione consapevole, raccomandare procedure appropriate in termini di maggiore tutela della salute della donna e in termini di maggiore efficienza. Sulla base dei risultati della sorveglianza, degli studi e delle indagini di approfondimento è stata varata la Legge 34 del 1996, che indica il bacino di riferimento dei consultori familiari, pari a 20.000 abitanti, e le linee programmatiche di riqualificazione dei consultori familiari, presenti nel Progetto Obiettivo Materno Infantile varato nel 2000, la cui applicazione integrale determinerebbe un'ulteriore riduzione del ricorso all IVG (8). Riferimenti bibliografci 1. Figà Talamanca I, Grandolfo ME, Spinelli A. Epidemiology of legal abortion in Italy. Int J Epidemiol 1986;15:343-51. 2. Osborn JF, Cattaruzza MS, Spinelli A. Risk of spontaneous abortion in Italy, 1978-1995, and the effect of maternal age, marital status and education. Am J Epidemiol 2000;151:98-105. 3. Figà Talamanca I, Spinelli A. L aborto illegale in Italia è ancora un problema reale? Contraccezione, Fertilità, Sessualità 1986;13:263-9. 4. Relazione sull attuazione della Legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e sull interruzione volontaria di gravidanza (Legge 194/78) (Dati definitivi anno 2006, dati preliminari anno 2007). Presentata dal Ministro della Salute (Turco). Camera dei Deputati. Atti Parlamentari XV_Legislatura_Doc._XXXVII_n.3_ 2008. Disponibile all'indirizzo: http://leg15.camera. it/_dati/leg15/lavori/documentiparlamentari/indiceet esti/037/003/intero.pdf; http://www.ministerosalute.it/ imgs/c_17_pubblicazioni_804_allegato.pdf 5. Spinelli A, Loghi M. Salute degli immigrati. Università del Sacro Cuore, Roma. Osservasalute 2006. p. 216. 6. De Blasio R, Spinelli A, Grandolfo ME. Applicazione di un modello matematico alla stima degli aborti ripetuti in Italia. Ann Ist Super Sanità 1988;34:331-8. 7. Osborn JF, Arisi E, Spinelli A, et al. Anaesthesia, a risk factor for complication following induced abortion? Eur J Epidemiol 1990; 6:416-22. 8. Grandolfo ME, Spinelli A. Interruzione Volontaria di Gravidanza: epidemiologia. In: Di Renzo G (Ed.). Ginecologia e Ostetricia. Roma:Verduci Editore, 2006;1011-6. 7