Introduzione Negli ultimi anni il concetto di disturbo mentale grave è diventato comune nei paesi sviluppati. Con tale definizione intendiamo persone che soffrono di disturbi psicotici come la schizofrenia o di gravi disturbi di personalità, come il disturbo borderline di personalità. Il punto essenziale del profilo tipico della malattia mentale grave è che questo disturbo ha inizio durante l adolescenza o la prima età adulta ed è associato ad una alterazione pervasiva delle funzioni mentali, che mette a rischio la normale evoluzione della vita, nonché la sua stessa qualità. Il corso della malattia è costituito da diversi anni di ricadute, con uno sfondo di disabilità, sofferenza e intensa preoccupazione; vi sono episodi acuti di malattia o crisi e un significativo rischio di suicidio (che arriva a toccare il 10%). (Perris, McGorry, 2000) Nonostante la provata efficacia dei farmaci antipsicotici nel trattamento della schizofrenia e nella prevenzione delle sue ricadute, in una percentuale piuttosto elevata di pazienti che assumono la terapia psicofarmacologica continuano ad essere presenti sintomi positivi e negativi che ostacolano la riabilitazione. 3
Inoltre, la terapia farmacologica non sembra essere in grado di alleviare in modo soddisfacente i deficit cognitivi e sociali, così come la compromissione delle abilità sociali che caratterizza il disturbo schizofrenico. Se nuovi farmaci o nuove strategie farmacologiche potranno aprire ulteriori prospettive, è ormai ampiamente dimostrato che il trattamento dei disturbi mentali gravi richiede l integrazione di interventi psicosociali a lungo termine indirizzati a migliorare il livello di funzionamento del paziente e la sua qualità di vita. Negli ultimi anni numerosi studi hanno evidenziato l efficacia di diversi interventi psicosociali, come ad esempio l insegnamento delle abilità sociali ed i trattamenti che prevedono il coinvolgimento delle famiglie. È ampiamente dimostrato in letteratura, che gli interventi familiari di lunga durata sono efficaci nel ridurre il numero di ricadute, migliorare gli atteggiamenti emotivi delle persone che vivono in casa con il paziente e l esito nei pazienti con disturbo schizofrenico. I risultati della ricerca sull elaborazione delle informazioni, sugli assunti disfunzionali dei disturbi mentali gravi, sulle emozioni e sui substrati cognitivi, insieme alla rilevanza di diversi studi che sottolineano la possibilità di potenziare le stesse abilità del paziente 4
a far fronte ai sintomi, stanno aprendo la strada a nuove ed originali prospettive di intervento psicosociale. Le loro applicazioni si estendono da un approccio focalizzato sulla correzione di deficit cognitivi di base o sulla modificazione o eliminazione di sintomi specifici, ad un approccio metacognitivo. In quest ultimo viene data principale importanza all identificazione e alla modificazione o ristrutturazione di modelli operativi disfunzionali del sé e dell ambiente, con lo scopo di facilitare l acquisizione di strategie cognitive più adattive, generalizzabili in altre situazioni. Scopo del presente lavoro è analizzare un esempio di intervento metacognitivo in campo riabilitativo di cui è stata verificata l efficacia in pazienti con disturbi mentali gravi. Pertanto, partendo da una breve descrizione del campo della riabilitazione psichiatrica, passando ad una disamina dei deficit cognitivi propri del disturbo schizofrenico, nel terzo capitolo è stato illustrato il modello riabilitativo di Carlo Perris, inizialmente sviluppato ad Umea, in Svezia. Nell ultima parte, dapprima sono stati presentati gli aspetti generali dell approccio metacognitivo,quindi sono stati trattati gli 5
assunti teorici di base del modello, vale a dire i principi di terapia cognitiva. Infine si sono descritte le diverse fasi che caratterizzano l approccio e si è redatto un breve resoconto del principale studio in cui è stato utilizzato. In particolare, si è cercato di metter in evidenza l efficacia del modello nel trattamento dei disturbi mentali gravi,analizzando i dati emersi da studi di ricerca sul campo, nonché focalizzando l attenzione sulla sua incisività nel trattamento dei deficit cognitivi che integrano il quadro schizofrenico. 6
1 RIABILITAZIONE PSICHIATRICA Negli ultimi due decenni, per effetto di fattori molteplici ma convergenti, si è assistito ad un crescente interesse verso la Riabilitazione, come approccio fondamentale nel trattamento dei pazienti psichiatrici, sin dalle sue fasi iniziali. In sintesi, possiamo affermare che sono tre le ragioni, dirette o indirette, alla base di questa significativa evoluzione teorico-pratica a livello internazionale. In primo luogo, essa è dovuta all affermarsi di un decisivo spostamento dell assistenza da un modello istituzionale verso modelli centrati sul territorio e articolati all interno di contesti comunitari. In secondo luogo, è cresciuta la consapevolezza di un diritto alla riabilitazione, volto a garantire a qualsiasi persona affetta da un disturbo psichiatrico grave la possibilità di poter fruire di una assistenza commisurata ai propri bisogni, al fine di poter condurre un esistenza personale soddisfacente, indipendentemente dalla propria condizione psicopatologica. A conferma del suddetto diritto, l Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU), il 13 7
dicembre 2006 ha approvato la Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità ed in particolare nell articolo 26 si è occupata del diritto all Abilitazione e Riabilitazione che recita: Gli Stati Parti adottano misure efficaci ed adeguate, in particolare facendo ricorso a forme di mutuo sostegno, al fine di permettere alle persone con disabilità di ottenere e conservare la massima autonomia, le piene facoltà fisiche, mentali, sociali e professionali, ed il pieno inserimento e partecipazione in tutti gli ambiti della vita. A questo scopo, gli Stati Parti organizzano, rafforzano e sviluppano servizi e programmi complessivi per l abilitazione e la riabilitazione, in particolare nei settori della sanità, dell occupazione, dell istruzione e dei servizi sociali, in modo che questi servizi e programmi: a. Abbiano inizio nelle fasi più precoci possibili e siano basati su una valutazione multidisciplinare dei bisogni e delle abilità di ciascuno; b. Facilitino la partecipazione e l integrazione nella comunità e in tutti gli aspetti della società, siano volontariamente posti a disposizione delle persone con disabilità nei luoghi più vicini possibili alle proprie comunità, comprese le aree rurali. 8