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Opuscolo C.R.P.A. 2.66 - N. 7/2011 (ottobre 2011) ISSN 0393-5094 C.R.P.A. NOTIZIE - C.so Garibaldi, 42 - REGGIO EMILIA - Periodico mensile - Autorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n. 387 del 19-5-1977 - Proprietario: Giuseppe Veneri - Direttore responsabile: Adelfo Magnavacchi - Spedizione in A.P. 45% Art. 2 comma 20 / B.L. 662/96 Reggio Emilia - Tassa riscossa - Taxe Percu - Stampa: Tipolitografia Tecnograf COSTO DI PRODUZIONE E DI MACELLAZIONE DEL VITELLONE DA CARNE Questo opuscolo, che viene pubblicato con cadenza annuale, riporta un analisi completa del mercato delle carni bovine in Italia e la stima del costo di produzione del vitellone da carne nell allevamento da ingrasso. Dopo una prima parte dedicata alle statistiche riguardanti produzione, import-export e bilancio di approvvigionamento della carne bovina in Italia, sono presentati i risultati dell indagine svolta dal CRPA presso un campione di allevamenti ubicati in Emilia- Romagna e Veneto. I costi di allevamento del vitellone da carne vengono poi confrontati considerando la classe di dimensione dell allevamento. Il bollettino CRPA notizie è pubblicato nell ambito dei programmi di diffusione dei risultati della ricerca della Regione Emilia-Romagna Lo studio prosegue con l esposizione della serie storica dei prezzi dei vitelli da ristallo e dei vitelloni da macello di razza francese. Infine, l ultima sezione riporta l analisi dei costi di macellazione basata su un campione rappresentativo di imprese localizzate nel Nord Italia. Questo C.R.P.A. Notizie è stato elaborato sulla base delle indagini condotte nell ambito dei programmi di ricerca e sperimentazione della Regione Emilia-Romagna ed è stato realizzato grazie alla collaborazione di UNICARVE, l associazione che rappresenta i produttori di carne bovina in Veneto. Edizione 2011 Produzione di carne bovina nell UE Produzione, consumo, import ed export in Italia Metodologia per la stima del costo di produzione della carne bovina Dati tecnici degli allevamenti del campione Costo di produzione della carne bovina Redditività degli allevamenti di bovini da ingrasso Mercato dei vitelli da ristallo e dei vitelloni da macello Costo di macellazione dei bovini PRODUZIONE DI CARNE BOVINA NELL UNIONE EUROPEA Nel 2010 l aumento del 2,5% della produzione comunitaria di carne bovina ha consentito di recuperare solo parzialmente la consistente contrazione accusata nell anno precedente. Per il secondo anno consecutivo, i volumi produttivi si sono mantenuti al di sotto della soglia di otto milioni di tonnellate (EUROSTAT). In termini relativi, gli incrementi più rilevanti hanno riguardato Regno Unito (+8,8%) e Irlanda (8,7%). La ripresa delle macellazione di scottone e vitelloni in Francia è risultata in un aumento produttivo del 3,7%. In Germania, secondo Paese produttore europeo, il numero di capi macellati si è mantenuto stabile, ma l aumento del peso medio delle carcasse si è tradotto in un incremento dello 0,8% in termini quantitativi. A fronte di un recupero del 2,8% registrato nell area occidentale dell UE, i Paesi membri dell Est europeo hanno accusato un calo complessivo dell 1%. Tra questi solo la Polonia, che rappresenta poco meno del 5% della produzione comunitaria, si è confermata sugli stessi volumi del 2009. Produzione di carne bovina nell UE (2006-2010) Paesi 2006 2007 2008 2009 2010 Var. 2010/09.000 t %.000 t %.000 t %.000 t %.000 t % % Francia 1.510 18,6 1.532 18,7 1.518 18,8 1.467 19,0 1.521 19,2 3,7 Germania 1.193 14,7 1.185 14,4 1.210 15,0 1.178 15,3 1.187 15,0 0,8 Italia 1.109 13,6 1.119 13,6 1.057 13,1 1.049 13,6 1.069 13,5 1,9 Regno Unito 847 10,4 882 10,8 862 10,7 850 11,0 925 11,7 8,8 Spagna 670 8,2 643 7,8 658 8,2 598 7,8 607 7,7 1,4 Irlanda 572 7,0 581 7,1 537 6,7 514 6,7 559 7,1 8,7 Olanda 384 4,7 386 4,7 378 4,7 402 5,2 389 4,9-3,3 Belgio 269 3,3 273 3,3 267 3,3 255 3,3 263 3,3 3,2 Austria 215 2,6 216 2,6 221 2,7 224 2,9 221 2,8-1,2 Svezia 137 1,7 134 1,6 129 1,6 150 1,9 148 1,9-1,4 Altri 392 4,8 385 4,7 389 4,8 382 4,9 381 4,8-0,3 UE - 15 7.299 89,8 7.334 89,4 7.227 89,5 7.069 91,6 7.269 91,9 2,8 Polonia 355 4,4 365 4,4 381 4,7 385 5,0 386 4,9 0,2 Repubblica Ceca 80 1,0 79 1,0 80 1,0 77 1,0 74 0,9-3,6 Lituania 47 0,6 56 0,7 48 0,6 44 0,6 43 0,5-2,8 Altri 351 4,3 369 4,5 336 4,2 145 1,9 142 1,8-2,2 UE - 27 8.132 100,0 8.204 100,0 8.077 100,0 7.720 100,0 7.914 100,0 2,5 Fonte: Eurostat. 1

PRODUZIONE, CONSUMO, IMPORT ED EXPORT IN ITALIA Nel 2010 la produzione italiana di carni bovine è aumentata dell 1,9%, portandosi ad un totale di 1,07 milioni di tonnellate. L incremento produttivo è principalmente dovuto al maggior peso medio dei capi. Il numero di bovini macellati, pari ad un totale a 3,83 milioni, ha infatti registrato una crescita che è rimasta contenuta allo 0,5%. Anche nel 2010 si è confermato il calo delle macellazioni di vitelloni pesanti (-2,3%), compensato dal consistente aumento rilevato per le scottone, sia in termini di capi che di produzione a peso morto. Le carni di vitello hanno registrato un incremento di appena lo 0,5% che, nonostante la più forte ripresa che si era verificata nel 2009, non è bastata a colmare la perdita registrata nel corso degli anni precedenti. Bestiame bovino macellato in Italia (2009-2010) Categoria Numero di capi (.000) Variazione Peso morto (.000 t) 2009 2010 2009/08 (%) 2009 2010 Variazione 2010/09 (%) Vitelli 920 922 0,1 136 137 0,5 Vitelloni e manzi 1.725 1686-2,3 593 586-1,2 Manze 622 662 6,4 169 189 11,6 Buoi e tori 47 52 10,2 18 19 9,5 Vacche 496 508 2,4 133 138 3,6 Totale 3.811 3.830 0,5 1.049 1.069 1,9 Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. La normalizzazione degli scambi intracomunitari di bovini vivi, dopo le epidemie di blue tongue che avevano colpito il Nord Europa, ha determinato nel 2010 un ulteriore ripresa delle macellazioni di bovini di origine estera a fronte di una stabilizzazione della produzione da capi nazionali (+0,2%). Complessivamente la domanda si è mantenuta in linea con i volumi del biennio precedente, ma su livelli inferiori rispetto a quelli raggiunti prima del 2008. Anche la capacità di autoapprovvigionamento del comparto non ha subito variazioni, attestandosi intorno al 60%. Bilancio di approvvigionamento della carne bovina in Italia (.000 t) (2006-2010) Indicatori 2006 2007 2008 2009 2010 Var. 2010/09 (%) Produzione da capi nazionali 859 900 861 840 842 0,2 Produzione da capi esteri 250 219 196 209 227 8,5 Produzione totale (1) 1.109 1.119 1.057 1.049 1.069 1,9 Import di carni (2) 459 449 431 449 460 2,5 Disponibilità 1.569 1.568 1.488 1.498 1.529 2,1 Export di carni (2) 109 108 117 106 134 26,1 Consumi 1.459 1.460 1.371 1.392 1.396 0,2 Consumo pro capite 24,8 24,7 23,0 23,2 23,1-0,2 Autoapprovigionamento (%) 58,9 61,6 62,8 60,3 60,3 0,0 (1) Peso morto al lordo del grasso della carcassa. (2) Dati provvisori. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. A causa del forte aumento degli ingressi di bovini da ristallo il deficit del commercio con l estero è aumentato in valore di circa il 3%. Il disavanzo del solo commercio di bovini vivi è incrementato del 14,6%, portandosi ad oltre un miliardo di euro, e ha più che compensato la riduzione del 3,2% del saldo negativo relativo al commercio di carni, che è passato da quasi 1,68 a meno di 1,63 miliardi di euro. Bilancio nazionale del commercio con l estero di carni bovine (.000 euro) (2009-2010) Categoria 2009 2010 (*) Var. saldo import export saldo import export saldo 2010/09 (%) Bovini da ristallo 800.445 7.626-792.819 922.852 8.001-914.851 15,4 Bovini da macello 130.957 630-130.328 144.878 1.450-143.428 10,1 Totale bovini vivi 931.402 8.255-923.147 1.067.730 9.452-1.058.279 14,6 Carni fresche 1.828.359 220.903-1.607.456 1.885.637 283.394-1.602.243-0,3 Carni congelate 205.764 133.782-71.982 198.972 175.097-23.876-66,8 Totale carni 2.034.122 354.685-1.679.438 2.084.610 458.491-1.626.119-3,2 Totale complessivo 2.965.525 362.940-2.602.585 3.152.340 467.942-2.684.398 3,1 (*) Dati provvisori. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. L import di carni in quantità è continuato ad aumentare, raggiungendo nel 2010 il volume massimo di 460.000 tonnellate (+2,5%). La crescita ha interessato in particolare le importazioni di quarti posteriori freschi e refrigerati. In lieve diminuzione l approvvigionamento di carni congelate, in larga parte provenienti dal Sud America. 2

Import di carne bovina per categoria di prodotto (2006 2010) Categoria 2006 2007 2008 2009 2010 (*) Var. 2010/09 t % t % t % t % t % (%) Carcasse e mezzene 130.281 28,4 111.681 24,9 119.297 27,7 125.949 28,0 123.807 26,9-1,7 Quarti posteriori 118.567 25,8 120.396 26,8 119.707 27,8 114.933 25,6 123.275 26,8 7,3 Altre carni fresche 163.143 35,5 164.451 36,6 160.146 37,2 167.241 37,2 173.797 37,7 3,9 Carni congelate 47.298 10,3 52.818 11,8 31.913 7,4 40.909 9,1 39.544 8,6-3,3 Totale 459.288 100,0 449.347 100,0 431.063 100,0 449.032 100,0 460.424 100,0 2,5 (*) Dati provvisori. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. Principali flussi di importazione di carni bovine per Paese di provenienza Tonnellate La distribuzione per Paese di provenienza dei flussi di import di carni ha confermato le tendenze emerse negli ultimi anni. Con un aumento del 9% e quasi 91.000 tonnellate esportate nel 2010, la Francia ha consolidato la posizione di primo fornitore del mercato italiano davanti Olanda (-4,1%) e Germania (+1,2%). Nonostante il calo del -3,8%, la quota delle forniture dalla Polonia si è mantenuta intorno al 13% sul totale. In termini relativi, gli aumenti più consistenti hanno riguardato l import da Irlanda e Brasile. Nonostante la crescita del 37% ed un totale di oltre 18.000 tonnellate, le spedizioni provenienti dal Brasile hanno continuato a mantenersi al di sotto dei volumi raggiunti prima che fossero assoggettate alle particolari restrizioni introdotte dall UE all inizio del 2008. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. Import di carni bovine per Paese di provenienza (2006-2010) Anno Francia Paesi Bassi Germania Polonia Irlanda Altri Totale t % t % t % t % t % t % t % 2006 68.507 14,9 79.926 17,4 88.553 19,3 45.367 9,9 33.730 7,3 143.205 31,2 459.288 100,0 2007 71.056 15,8 81.539 18,1 81.147 18,1 40.349 9,0 32.237 7,2 143.019 31,8 449.347 100,0 2008 82.436 19,1 79.075 18,3 73.727 17,1 48.238 11,2 30.829 7,1 116.917 27,1 431.221 100,0 2009 83.319 18,6 78.063 17,4 70.334 15,7 60.337 13,4 30.245 6,7 126.734 28,2 449.032 100,0 2010 (*) 90.827 19,7 74.864 16,3 71.199 15,5 58.019 12,6 35.471 7,7 130.043 28,2 460.424 100,0 (*) Dati provvisori. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. IMPORT DI BOVINI VIVI Le rilevazioni ISTAT segnalano una forte ripresa degli ingressi di bovini vivi, favorita dal superamento dello stato di emergenza sanitaria nei Paesi del Nord Europa colpiti dalla blue tongue. L importazione dei soli bovini da vita, che nel 2010 è tornata a superare abbondantemente il milione di capi, ha registrato così un incremento superiore al 24%. Tutte le categorie di bovini da ingrasso hanno mostrato sensibili aumenti, compresa quella dei vitelli pesanti di oltre 300 kg che costituiscono circa i tre quarti dei capi importati in Italia per essere allevati negli allevamenti di ingrasso specializzati. Import di bovini vivi (n. capi) (2006 2010) Categoria 2006 2007 2008 2009 2010 (*) Var. 2010/09 (%) Bovini da ristallo 1.271.597 1.180.434 966.623 976.454 1.219.948 24,9 - fino a 80 kg 287.717 224.270 179.516 166.635 192.806 15,7 - da 80 a 160 kg 72.976 57.823 41.278 46.007 49.433 7,4 - da 160 a 300 kg 218.308 255.797 158.216 150.263 197.209 31,2 - vitelloni e manze oltre i 300 kg 688.431 639.346 583.663 610.141 777.772 27,5 - vacche 4.165 3.198 3.950 3.408 2.728-20,0 Bovini da macello 173.474 149.061 136.921 128.694 164.858 28,1 Riproduttori 43.705 57.516 49.839 54.539 57.207 4,9 Totale bovini vivi 1.488.776 1.387.011 1.153.383 1.159.687 1.442.013 24,3 (*) Dati provvisori. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. 3

Import italiano di bovini vivi per categoria di peso Capi (n.) Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. L avvio, già a partire dal 2009, dei programmi di vaccinazione contro la febbre catarrale su tutto il territorio francese ha indotto un aumento delle importazioni di broutards del 21%. La ripresa dell approvvigionamento di bovini di origine francese di oltre 300 kg è stata accompagnata da un incremento degli ingressi da altri Paesi comunitari, che complessivamente hanno soddisfatto la rimanente quota del 15% del fabbisogno degli ingrassatori italiani. In particolare nel 2010 è cresciuto del 21% l import di ristalli pesanti provenienti dall Irlanda, che ha raggiunto un totale di poco superiore a 37.000 capi. In crescita anche le importazioni di capi da Austria e Polonia, che tuttavia soddisfano una quota marginale della domanda italiana. Import di vitelli da ristallo di peso superiore a 300 kg per Paese di provenienza (2005-2009) Anno Francia Irlanda Austria Polonia Altri Totale capi % capi % capi % capi % capi % capi % 2005 602.654 88,2 27.512 4,0 9.674 1,4 13.688 2,0 29.852 4,4 683.380 100,0 2006 602.646 87,5 39.281 5,7 10.498 1,5 12.001 1,7 24.005 3,5 688.431 100,0 2007 571.288 89,4 30.908 4,8 11.231 1,8 9.371 1,5 16.548 2,6 639.346 100,0 2008 521.566 89,4 27.754 4,8 9.833 1,7 2.618 0,4 21.892 3,8 583.663 100,0 2009 549.016 90,0 30.947 5,1 7.378 1,2 3.012 0,5 19.788 3,2 610.141 100,0 2010 (*) 664.744 85,5 37.337 4,8 9.819 1,3 5.383 0,7 60.489 7,8 777.772 100,0 (*) Dati provvisori. Fonte: ISTAT. EXPORT DI CARNI Le esportazioni italiane di carni bovine, attestatesi nel 2010 a quasi 134.000 tonnellate, hanno segnato un recupero del 26% dopo il consistente arretramento accusato nel 2009 (-10%). Per le carcasse e le mezzene non congelate l aumento è stato pari al 20%. Il prodotto congelato ha mostrato una ripresa del 38,8%, che è seguita alla forte diminuzione dell anno precedente. In calo, invece, l export di quarti posteriori, che tuttavia rappresentano una piccola quota dell export complessivo. L 86% delle esportazioni italiane sono dirette verso Paesi dell UE, tra i quali i principali destinatari sono Francia, Germania e Grecia. Tra i mercati extracomunitari il più importante è quello russo, che assorbe il 10% delle spedizioni. Export di carne bovina per categoria di prodotto (2006-2010) Categoria 2006 2007 2008 2009 2010 (*) Var. 2010/09 t % t % t % t % t % (%) Carcasse e mezzene 15.808 14,5 16.864 15,6 22.933 19,5 21.191 20,0 25.438 19,0 20,0 Quarti posteriori 2.346 2,2 3.945 3,6 4.265 3,6 3.283 3,1 2.472 1,8-24,7 Altre carni fresche 42.465 39,0 44.693 41,3 41.605 35,4 39.914 37,6 47.939 35,9 20,1 Carni congelate 48.385 44,4 42.646 39,4 48.665 41,4 41.663 39,3 57.830 43,3 38,8 Totale 109.004 100,0 108.148 100,0 117.469 100,0 106.051 100,0 133.680 100,0 26,1 Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. 4

METODOLOGIA PER LA STIMA DEL COSTO DI PRODUZIONE DELLA CARNE BOVINA Il costo di produzione della carne bovina è stato calcolato sulla base dei dati tecnici ed economici rilevati da un campione di allevamenti specializzati nell ingrasso di vitelloni pesanti. Per il calcolo del costo medio di produzione tutti i costi imputabili all attività di allevamento sono stati rapportati alla produzione netta espressa in chilogrammi di peso vivo. Le voci di costo sono state suddivise in costi espliciti e costi calcolati. I costi espliciti rappresentano reali esborsi monetari e comprendono le spese per l acquisto del vitello da ristallo, il costo del lavoro salariato, le spese per energia e carburanti, le spese sostenute per gli interventi veterinario-sanitari e le altre spese vive relative alla conduzione dell allevamento. I costi calcolati comprendono, oltre al costo del lavoro familiare, gli interessi sul capitale investito in azienda e gli ammortamenti. La loro stima è necessaria per poter effettuare un analisi economica completa dell attività di allevamento. Si ricorda a questo proposito che si possono verificare diverse condizioni: quando il prezzo percepito non copre i costi espliciti viene messa in pericolo la sopravvivenza dell allevamento a breve termine; quando il prezzo percepito copre i costi espliciti l allevamento può continuare la sua attività, ma non può fare nuovi investimenti; quando il prezzo percepito copre il costo totale l allevamento può contare su una sopravvivenza a lungo termine. I costi di alimentazione sono stati calcolati nell ipotesi che tutti gli alimenti siano acquistati sul mercato. I consumi di foraggi e mangimi sono stati valutati ai prezzi di mercato realmente pagati dall allevatore. Per la stima degli interessi e degli ammortamenti si è adottata la medesima metodologia indipendentemente dalle reali condizioni di indebitamento dell azienda e dal grado di obsolescenza delle strutture e delle attrezzature. Gli interessi sul capitale fondiario sono stati valutati ad un saggio del 2%, mentre sul capitale di anticipazione si è applicato un tasso pari al rendimento medio dei BOT a 12 mesi, pari nel 2010 all 1,16%. Gli interessi sulle spese correnti sono calcolati ipotizzando un periodo di esposizione di sei mesi. Le quote di ammortamento sono state stimate considerando un saggio del 3% per gli immobili e del 12% per i macchinari, applicato al 50% del loro valore a nuovo. Per il calcolo del costo del lavoro familiare si è preso a riferimento la tariffa oraria prevista per i lavoratori dipendenti a tempo determinato delle aziende agricole. L incidenza del costo per l acquisto del vitello da ristallo per chilogrammo di carne prodotta è stata calcolata considerando la differenza tra il prezzo pagato al momento dell acquisto del vitello e il prezzo di vendita del vitellone da macello. La formula utilizzata è la seguente: Incidenza costo vitello (prezzo/kg vitello da ristallo prezzo/kg vitellone) da ristallo sul kg carne = x peso iniziale prodotta (peso finale - peso iniziale) DATI TECNICI DEGLI ALLEVAMENTI DEL CAMPIONE Nel 2010 la produzione media degli allevamenti del campione, espressa in peso vivo, è diminuita, portandosi da 526 a 507 tonnellate e mantenendosi inferiore alla capacità produttiva che le stesse aziende sarebbero in grado di esprimere. Il calo è dovuto ad una diminuzione del 12% dei capi veduti, che riflette la riduzione del numero vitelli acquistati e le minori consistenze presenti ad inizio anno. Il peso alla vendita e quello in ingresso dei vitelli non hanno mostrato significative variazioni. I pesi relativamente elevati dei capi rivela la prevalente specializzazione nell ingrasso di ristalli pesanti (broutards) di importazione di razza Charolais. L accrescimento ponderale medio per capo si è stabilizzato a 1,38 kg al giorno, con punte massime di 1,50 kg negli allevamenti di soli vitelli maschi. La durata media dei cicli di ingrasso si è quindi confermata in media di poco inferiore a sette mesi. Il prezzo medio al macello ha registrato una contrazione del 3%, diminuendo a 2,27 euro per kg di peso vivo mentre il prezzo di acquisto dei ristalli, pari a 2,68 euro/kg, ha registrato un calo più contenuto. Indici tecnici degli allevamenti campione (2007-2010) Indici tecnici 2007 2008 2009 2010 Produzione netta (t peso vivo) 556 531 526 507 Capi venduti (n.) 2.111 1.884 2.026 1.783 Capi acquistati (n.) 1.963 2.045 1.937 1.909 Vitelloni morti (n.) 31 31 31 23 Peso medio di vendita (kg) 661 667 666 663 Peso medio di acquisto (kg) 381 380 392 385 Prezzo medio di acquisto vitelli da ristallo ( /kg) 2,59 2,70 2,74 2,68 Prezzo medio di vendita vitelloni ( /kg) 2,17 2,41 2,34 2,27 Durata ciclo di ingrasso (giorni) 208 213 200 203 Incremento medio giornaliero (kg/capo/giorno) 1,35 1,36 1,38 1,38 Produttività del lavoro (kg/h) 52 50 50 49 Fonte: CRPA. 5

COSTO DI PRODUZIONE DELLA CARNE BOVINA Nel 2010 il costo medio totale di allevamento al lordo dei pagamenti diretti è aumentato del 4% portandosi da 258,94 a 269,93 /100 kg di preso vivo prodotto per effetto del rincaro dei prezzi dei cereali e del calo della produttività dovuto ai minori volumi di compravendita. In particolare, l andamento del mercato del mais del 2010 ha determinato un aumento del 7% dei soli costi di alimentazione, saliti a 131,42 /100 kg. Il contenimento delle spese per carburanti ed energia e la riduzione in termini assoluti di altre spese variabili (manutenzioni, amministrative, ecc.) hanno consentito di limitare l aumento complessivo dei costi medi diretti (168,05 /100 kg) al 5%. La perdita di produttività ha inoltre causato l incremento del costo medio del lavoro e del capitale di proprietà, oltre che la maggiore incidenza degli ammortamenti. Infine, il peggioramento degli utili lordi di stalla si è tradotto nell aumento del costo del ristallo per chilogrammo di peso vivo prodotto. Costo medio di produzione del vitellone pesante (2008-2010) Voci di costo 2008 2009 2010 /100 kg % /100 kg % /100 kg % Alimentazione 135,75 51,2 122,75 47,4 131,42 48,7 Carburanti ed energia 9,00 3,4 7,82 3,0 7,5 2,8 Spese veterinarie 8,67 3,3 8,06 3,1 8,59 3,2 Altri costi (*) 19,94 7,5 22,04 8,5 20,55 7,6 Costi diretti (esclusi salari) 173,35 65,4 160,68 62,1 168,05 62,3 Lavoro familiare 16,32 6,2 16,39 6,3 16,77 6,2 Lavoro salariato 11,55 4,4 12,55 4,8 13,12 4,9 Lavoro 27,87 10,5 28,94 11,2 29,89 11,1 Ammortamento macchine (**) 6,00 2,3 6,01 2,3 6,16 2,3 Ammortamento fabbricati 5,02 1,9 4,95 1,9 5,08 1,9 Ammortamenti 11,02 4,2 10,96 4,2 11,24 4,2 Interessi sul capitale di anticipazione (***) 9,27 3,5 2,81 1,1 3,27 1,2 Interessi sul capitale fondiario 3,35 1,3 3,30 1,3 3,39 1,3 Interessi sul capitale agrario 1,00 0,4 1,00 0,4 1,03 0,4 Interessi passivi 13,62 5,1 7,11 2,7 7,68 2,8 Costo totale al netto del ristallo 225,86 85,2 207,68 80,2 216,87 80,3 Acquisto bestiame 39,32 14,8 51,25 19,8 53,07 19,7 Costo lordo totale 265,19 100 258,94 100,0 269,93 100,0 Premi PAC 66,79 25,2 64,20 24,8 68,99 25,6 Costo netto totale 198,40 74,8 194,73 75,2 200,94 74,4 (*) Escluso concimi, sementi, contoterzismo ecc. (**) Escluso macchine operatrici utilizzate per la foraggicoltura. (***) Interessi al 1,1% sul capitale di anticipazione. Fonte: elaborazioni CRPA. Il peso dei pagamenti diretti nel 2010 è aumentato in quanto il calo della produzione ha determinato la maggiore incidenza del pagamento unico aziendale erogato in forma disaccoppiata. L aumento delle trattenute tramite la modulazione è stato inoltre compensato in parte dalla revisione del valore dei titoli seguita alla restituzione della trattenuta settoriale operata fino al 2009 per finanziare i pagamenti supplementari di cui all art. 69 del Reg. CE 1789/2003. Infine, l aumento del plafond destinato alle misure di sostegno specifico in applicazione dell art. 69 Reg. CE 79/2009, si è tradotto in un significativo incremento del premio base alla macellazione, passato da 28 a poco meno di 44 per capo ammesso. Costo di produzione del vitellone per capo al giorno (2008-2010) Voci di costo 2008 2009 2010 /capo/giorno % /capo/giorno % /capo/giorno % Alimentazione 1,84 59,9 1,69 59,3 1,80 60,4 Carburanti ed energia 0,12 3,9 0,11 3,9 0,10 3,4 Spese veterinarie 0,12 3,9 0,11 3,9 0,12 4,0 Altre spese (*) 0,27 8,8 0,30 10,5 0,29 9,7 Costi diretti (esclusi salari) 2,35 76,5 2,21 77,5 2,31 77,6 Lavoro familiare 0,16 5,2 0,17 6,0 0,23 7,7 Lavoro salariato 0,22 7,2 0,22 7,7 0,18 6,0 Lavoro 0,38 12,4 0,39 13,7 0,41 13,8 Ammortamento macchine (**) 0,08 2,6 0,08 2,8 0,08 2,8 Ammortamento fabbricati 0,07 2,3 0,07 2,5 0,07 2,3 Ammortamenti 0,15 4,9 0,15 5,3 0,15 5,2 Interessi sul capitale di anticipazione (***) 0,13 4,2 0,04 1,4 0,05 1,7 Interessi sul capitale fondiario 0,05 1,6 0,05 1,8 0,05 1,7 Interessi sul capitale agrario 0,01 0,3 0,01 0,4 0,01 0,3 Interessi passivi 0,19 6,2 0,10 3,5 0,11 3,7 Costo totale al netto del costo di ristallo 3,07 100,0 2,85 100,0 2,98 100,0 (*) Escluso concimi, sementi, contoterzismo ecc. (**) Escluso macchine operatrici utilizzate per la foraggicoltura. (***) Interessi al 1,1% sul capitale di anticipazione. Fonte: elaborazioni CRPA. 6

La curva di interpolazione dei costi medi espressi in funzione dei posti stalla disponibili mostra come gli effetti di scala tendono a perdere di intensità al crescere della dimensione dell allevamento. In particolare, oltre una certa soglia dimensionale la pendenza della curva tende a diminuire. Questo perché possono verificarsi situazioni in cui gli allevamenti di dimensione più grande non sono in grado di raggiungere condizioni di maggiore utilizzo delle strutture con una conseguente perdita di produttività. Analogamente, a parità di posti stalla possono sussistere differenti condizioni di produttività. Dimensione aziendale e costi medi di produzione Fonte: elaborazioni CRPA REDDITIVITÀ DEGLI ALLEVAMENTI DI BOVINI DA INGRASSO Nel 2010 l aumento dei costi di produzione e il contestuale cedimento delle quotazioni dei bovini da macello hanno determinato il peggioramento della redditività degli allevamenti da ingrasso. Nella primavera inoltrata e in anticipo rispetto al normale calo stagionale delle quotazioni, i prezzi dei vitelloni da macello hanno toccato un punto di minimo mai raggiunto nel biennio precedente. La successiva ripresa nella seconda metà dell anno ha seguito il consueto trend stagionale, anche se i valori lievemente più elevati hanno consentito di contenere la perdita su base annua. A causa della diminuzione dei prezzi al macello, i ricavi unitari, esclusi i pagamenti diretti, sono rimasti in media inferiori al costo di produzione. L aumento dei costi ha causato inoltre un peggioramento del saldo negativo al lordo dei contributi PAC rispetto al bilancio del 2009. Redditività dell allevamento di bovini da carne al lordo del pagamento unico aziendale (2008-2010) Interessi e ammort. Costo al lordo dei premi Ristallo Prezzo dei vitelloni E/kg peso vivo Altri costi correnti Lavoro Alimentazione 2008 2009 2010 Fonte: elaborazioni CRPA. 7

In media, nel 2010 i soli ricavi della vendita al macello non hanno consentito una piena remunerazione del lavoro famigliare oltre che del capitale investito dall allevatore in azienda. Nel 2009 il livello dei prezzi alla vendita aveva invece garantito la copertura del costo del lavoro prestato dai collaboratori famigliari, pur non arrivando a remunerare interamente il capitale di proprietà dell allevatore. L integrazione al reddito apportata dal pagamento unico aziendale e dal premio accoppiato alla macellazione - erogato dal 2010 in applicazione dell art. 69 del Reg. CE 73/2009 - ha consentito una remunerazione adeguata di tutti i fattori produttivi impiegati, con un margine positivo sui costi totali. Rispetto al 2009, tuttavia, l aumento dei costi ha causato una riduzione del profitto netto garantito dai pagamenti diretti. Il bilancio dell anno in corso sarà pesantemente condizionato dall eccezionale rincaro del prezzo del mais che ha caratterizzato tutto il primo semestre del 2011. Redditività dell allevamento di bovini da carne al netto del pagamento unico aziendale (2008-2010) Costo al lordo dei premi Prezzo dei vitelloni E/kg peso vivo Costo al netto dei premi 2008 2009 2010 Fonte: elaborazioni CRPA. L incremento dei costi di produzione rilevato nel 2010 è in larga parte imputabile alle tensioni che sono nuovamente intervenute sul mercato dei cereali, dopo un anno caratterizzato dal raffreddamento dei prezzi delle materie prime. Il risultato è stato un un aumento del 28% del prezzo mais (175,84 /t) e del 26% sul costo della crusca di frumento tenero (114,8 /t), due prodotti largamente utilizzati nell alimentazione dei bovini da ingrasso. Il prezzo della farina di estrazione di soia (334 /t) ha invece registrato solo un lieve assestamento (-2%) rispetto alla media del 2009 (AGER, Borsa merci di Bologna). La corsa al rialzo delle quotazioni del mais è proseguita ininterrotta fino alla prima metà dell anno in corso, raggiungendo valori mai toccati in precedenza. Nella prima metà 2011 le quotazioni hanno infatti segnato un rialzo del 65%, attestandosi ad una media di 255 per tonnellata. Per la farina di estrazione di soia si è rilevato invece un rincaro contenuto al 3%. Andamento indicizzato dei prezzi degli alimenti ad uso zootecnico (gennaio 2008-dicembre 2010) Prezzo mais, crusca e polpe ( /t) Prezzo farina di soia ( /t) Fonte: A.G.E.R. Borsa Merci Bologna. 8

MERCATO DEI VITELLI DA RISTALLO E DEI VITELLONI DA MACELLO Per quanto riguarda l andamento dei prezzi, il mercato dei vitelloni da macello è stato condizionato dagli effetti della normalizzazione degli ingressi di capi da ristallo di importazione, che mediamente costituiscono il 40% dei vitelloni e delle scottone macellati in Italia. Con la rimozione delle restrizioni alle movimentazioni dai tradizionali bacini di approvvigionamento francesi, si sono esaurite le condizioni che, almeno fino ai primi mesi del 2009, avevano sostenuto le quotazioni. Nel 2010 l ulteriore aumento delle disponibilità di capi da macello, l incremento dell import di carni e la stagnazione dei consumi hanno determinato le condizioni per l ennesimo ribasso delle quotazioni. Prezzi dei vitelli da ristallo e dei vitelloni maschi da macello di razza Charolais e Limousine (gennaio 2008 - luglio 2011) Fonte: elaborazioni CRPA su dati CCIAA di Modena. Il prezzo dei vitelloni Charolais, pari a 2,18 /kg peso vivo (CCIAA di Modena), ha così segnato nel 2010 una flessione del 4% rispetto alla quotazione del 2009 (2,26 /kg), mentre la media per il vitellone Limousine, pari a 2,40 /kg, è diminuita del 7%. L aumento dei flussi di esportazione di bovini vivi verso l Italia ha al contrario sollecitato un rialzo dei prezzi dei broutards. La media su base annua per il vitello Charolais di 350 kg ha registrato un aumento contenuto all 1%, ma che è seguito quello di maggiore entità accusato l anno precedente. Analogamente il prezzo del vitello di razza Limousine è risultato in aumento del 2% sul 2009, segnando una media di 2,90 euro/kg. Lo scenario è solo parzialmente cambiato nella prima metà del 2011. Il calo delle macellazioni ha consentito il rialzo dei capi da macello, con i prezzi che hanno seguito il consueto andamento stagionale pur mantenendosi su valori non di molto superiori a quelli del 2010. Per i vitelloni pesanti di razza Charolais il recupero nei primi sette mesi dell anno è rimasto limitato al 4%. Andamento indicizzato dei prezzi dei vitelli da ristallo e dei vitelloni di razza Charolais e Limousine (gennaio 2008 - luglio 2011) Indice dei prezzi (gennaio 2008=100) Prezzo peso vivo ( /kg) Fonte: elaborazioni CRPA su dati CCIAA di Modena e Padova. 9

COSTO DI MACELLAZIONE DEI BOVINI L analisi del costo di macellazione è stata condotta utilizzando lo stesso campione di aziende dell anno precedente. Si ricorda che i macelli, oltre ad essere specializzati nella lavorazione delle carni bovine, dovevano rispondere alle seguenti caratteristiche: l attività svolta nello stabilimento doveva limitarsi alla semplice macellazione o, in caso contrario, l amministrazione doveva essere in possesso di una contabilità analitica in grado di individuare i costi da attribuire alla sola fase della macellazione; il direttore del macello, o altra persona di sua fiducia, doveva accettare di essere intervistato per fornire i dati tecnici utili alla ricerca stessa. Il costo di macellazione dei bovini è costituito dalle spese inerenti alle operazioni di macellazione e al taglio delle carni in mezzene e quarti. Il costo riportato è comprensivo delle spese sostenute per il trasporto degli animali vivi e della consegna delle carni ai clienti. Per il calcolo sono stati utilizzati i bilanci civilistici depositati presso le camere di commercio e le informazioni tecniche raccolte con questionari ed interviste fatte presso i macelli. Tutte le voci di costo legate alla diretta gestione del macello (materie prime, spese energetiche, manutenzioni, servizi, lavoro) e alle spese generali derivano integralmente dai dati contabili delle imprese. Incrociando i dati economici dei bilanci e i dati tecnici rilevati attraverso i questionari è stato possibile procedere alla loro analisi e alla determinazione del costo di macellazione dei bovini. La metodologia si basa sull individuazione e la rilevazione dei costi effettivamente sostenuti dallo stabilimento per la macellazione dei bovini e solo per poche voci si è ricorso a delle stime. Solo nel caso in cui si attuavano altre attività oltre alla macellazione i costi sono stati ripartiti in modo proporzionale al fatturato e alla quantità di lavoro utilizzato nei singoli processi produttivi. La banca dati così predisposta è stata aggiornata al 2010 con opportuni coefficienti relativi alla dinamica delle singole voci di costo. Al fine di rendere omogeneo il calcolo degli ammortamenti e degli interessi si è ricorso ad una stima, utilizzando gli stessi criteri per tutte le aziende del campione. Per il calcolo degli interessi sull anticipazione delle spese si è considerato un capitale uguale alla somma di tutti i costi sostenuti dallo stabilimento (costi espliciti) applicando un tasso d interesse dell 1,68% per un periodo di 2 mesi. Per il calcolo degli interessi e degli ammortamenti sugli immobili si è considerato il valore storico del costo di costruzione dello stabilimento, comprensivo delle attrezzature necessarie. Al valore degli immobili si è applicato un tasso di interesse del 2%, mentre la quota di ammortamento è stata calcolata applicando una aliquota del 7,5% ritenendo che il 50% del valore investito sia rappresentato da fabbricati e il rimanente 50% dalle attrezzature. I diciassette macelli che formano il campione sono ubicati in Lombardia, Emilia, Veneto e Piemonte. I bovini complessivamente macellati dalle aziende del campione sono 756.000. La capacità di macellazione varia da un minimo di 1.200 ad un massimo di 267.000 capi/anno, con una media di 44.500 capi/anno. Il 39% dei capi macellati è costituito da vitelloni; il 27% da vacche; il 25% da vitelli e il 9% da manze. Costo di macellazione dei bovini (2008-2010) Voci di costo 2008 2009 2010 /capo % /capo % /capo % Materie prime e di consumo 17,77 10,0 18,07 10,2 18,35 10,3 Spese energetiche 17,64 9,9 16,95 9,5 15,34 8,6 Manutenzioni assicurazioni 7,27 4,1 7,33 4,1 7,46 4,2 Lavoro 32,24 18,1 32,41 18,2 33,22 18,7 Smaltimento materiali a rischio e altri costi 26,62 15,0 26,43 14,9 26,39 14,8 Costi espliciti 101,54 57,1 101,19 56,9 100,76 56,6 Interessi anticipazioni 0,63 0,4 0,27 0,2 0,28 0,2 Interessi capitali investiti 8,80 4,9 8,88 5,1 9,02 5,1 Ammortamenti 32,98 16,6 33,32 16,6 33,81 19,0 Interessi e ammortamenti 42,41 23,9 42,47 23,9 43,11 24,2 Costo totale di macellazione 143,95 81,0 143,66 80,8 143,87 80,9 Trasporto animali vivi 13,35 7,5 13,4 7,6 13,36 7,5 Distribuzione carne 20,48 11,5 20,63 11,6 20,66 11,6 Costo totale 177,78 100,0 177,69 100,0 177,89 100,0 Fonte: elaborazioni CRPA. Il costo di macellazione dei bovini nel 2010 è risultato pari a 143,87 /capo macellato, importo che sale a 177,89 /capo se si considerano gli oneri per il trasporto degli animali vivi al macello e per la successiva distribuzione della carne macellata. Il 56,6% del costo totale è costituito dai soli costi espliciti, mentre interessi e ammortamenti presentano un incidenza pari al 24,2%. Questo è dovuto alla complessità della gestione degli stabilimenti di macellazione per rispettare le tutte le direttive in tema di igiene e sicurezza nei posti di lavoro. Rispetto all anno precedente si registra un aumento dello 0,1%, pari a 0,2 /capo. L incremento registrato è molto modesto a seguito della riduzione del 9,5% delle spese energetiche che si è verificata nel 2010 rispetto al 2009. La voce di costo che evidenzia il maggiore incremento è quella relativa al lavoro che da 32,41 /capo sale a 33,22 /capo, con un incremento del 2,5%. C.R.P.A. notizie Direttore Responsabile Adelfo Magnavacchi. Testi e realizzazione grafica di Kees De Roest, Eugenio Corradini, Claudio Montanari. Revisione testi di Magda C. Schiff. Stampa Tecnograf - Reggio Emilia. Ogni riproduzione, integrale o parziale, deve essere autorizzata dal CRPA 10