LABORATORIO DI TIROCINIO 3 CONTESTI ORGANIZZATIVI DEL LAVORO SOCIALE

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LABORATORIO DI TIROCINIO 3 CONTESTI ORGANIZZATIVI DEL LAVORO SOCIALE Organizzazione e contesti organizzativi Unical 15 Ottobre 2015

Programma della giornata - Presentazione laboratorio (5 minuti) - Interazione iniziale di apertura lavori (10minuti) - Approfondimento teorico: «Organizzazione e contesti organizzativi» (40 minuti) - Pausa (15 minuti) - Lavori di gruppo (30 minuti) - Restituzione e conclusione (20 minuti)

Presentazione laboratorio Finalità Sostenere la conoscenza e l apprendimento dei contesti organizzativi del lavoro sociale Conoscenza/abilità Il laboratorio verterà su 2 livelli conoscitivi e di acquisizione di abilità: 1. Favorire la conoscenza dei contesti organizzativi dei servizi sociali 2. Favorire la conoscenza relativa all apprendimento organizzativo L idea è quella di far comprendere allo studente, nell evolversi del percorso, che esistono 2 importanti dimensioni dell organizzazione: la prima di tipo formale, caratterizzata da norme, modelli, perseguimento di scopi ben definiti, ecc.; la seconda di tipo informale che si caratterizza dall interazione tra i soggetti e i differenti sistemi circostanti e da ciò che da queste interazioni scaturiscono in termini di nuovi apprendimenti. Programmi/contenuti Il programma seguirà in linea generale la seguente strutturazione: 1. Che cos è un organizzazione e cosa i contesti organizzativi 2. I servizi sociali come organizzazione 3. La rete dei servizi sociali 4. Lavoro degli Assistenti Sociali nei contesti organizzativi 5. Le organizzazioni che apprendono (dentro le mura organizzative) 6. L apprendimento nelle comunità di pratiche e nei sistemi di attività (fuori le mura organizzative)

Metodi didattici Lezioni teoriche, esercitazioni,, lavori di gruppo, role-play e simulazioni Testi/bibliografia - F. Franzoni, M. Anconelli, La rete dei servizi alla persona. Dalla normativa all organizzazione, Carocci Faber, Roma, 2003 - S. Gherardi, D. Nicolini, Apprendimento e conoscenza nelle organizzazioni, Carocci, Roma, 2004 - Eventuali dispense o altro materiale utile (VEDI LINEE GUIDA)

1. Che cosa è un organizzazione? 2. Cosa sono i contesti organizzativi? (10 minuti interazione)

La parola organizzazione deriva dal termine greco «organon» = strumento Ogni gruppo sociale si dota di «strumenti» per perseguire degli scopi Ogni «strumento» si diversifica ed è specifico (es: istituzionale, scientifico, produttivo, ecc.) Dunque, non esiste un gruppo sociale che non sia caratterizzato da un organizzazione specifica Fonte: D. callini, «Organizzazioni allo specchio», I Saggi del Tempo Editore, Faenza, 2010

Dove esiste un sistema sociale (a anche economico) che persegue degli scopi, di fatto esiste sempre una configurazione organizzativa, cioè l insieme dei mezzi per il raggiungimento dei fini/scopi. Pertanto: L organizzazione può essere considerata un costrutto sociale costruito da soggetti che determinano delle regole perché la stessa organizzazione possa perseguire gli scopi attesi Fonte: D. Callini, «Organizzazioni allo specchio», I Saggi del Tempo Editore, Faenza, 2010

Perché nasce l organizzazione? Per ridurre le insicurezze dell uomo Per ridurre incertezze e imprevedibilità del futuro Per perseguire obiettivi che da solo non riuscirebbe a perseguire

Con il termine organizzazione si rappresenta spesso anche l idea di appartenenza. Dunque non solo scopi, ma si parla di organizzazione per «sopravvivere» a un determinato ambiente. L organizzazione determina dei CONFINI che consentono di differenziare il «noi» dal «loro». Questo genera: alleanze tra gli attori che porta a processi di identificazione e dunque Ci si mette insieme per interessi comuni Esempio: organizzazioni mafiose, organizzazioni sportive, culturali, ecc.;

Interesse comune Produce CONSENSO («contratto» tra i membri)

Se a causa di eventi particolari, interni e/o esterni, i benefici e/o interessi comuni vengono meno Organizzazione va in crisi La sopravvivenza di ogni organizzazione dunque sta alla sua capacità di saper «ascoltare, anticipare, governare i cambiamenti» Fonte: D. callini, «Organizzazioni allo specchio», I Saggi del Tempo Editore, Faenza, 2010

In tutte le organizzazioni esistono 2 Dimensioni FORMALE organizzazione «di fatto», quella fatta di norme, modelli, sistemi operativi, ecc. INFORMALE fa riferimento alle norme di comportamento, alle interazioni tra i mondi vitali, all interazione tra soggetti

Rispetto al passato oggi i «mondi vitali» sono tenuti ben presenti dalle scienze organizzative. Inizialmente Logos vs Pathos (mondo della mente, dell organizzativo vs mondo delle emozioni, dell intangibile) Oggi diventano strategiche per il funzionamento dell organizzazione specie in periodo di grandi mutamenti. Fonte: D. Callini, «Organizzazioni allo specchio», I Saggi del Tempo Editore, Faenza, 2010

Gli elementi di un'organizzazione Attori: persone, animali o cose; si suddividono in staff e line a seconda del ruolo che ricoprono; Struttura sociale rappresentano gli elementi che regolano i processi sociali; verticale con un unico responsabile della relazione con l'esterno; orizzontale dove esiste una coresponsabiità interna; Tecnologie: insieme di mezzi e risorse che consentono la trasformazione degli input in output; Fine (mission): rappresentazione degli obiettivi prefissati; Ambiente (setting): il contesto in cui l'organizzazione svolge la sua attività e anche l insieme di elementi esterni che a loro volta condizionano l organizzazione. Unical - 15 Ottobre 2015 - dott.ssa Isabella Saraceni

L organizzazione viene vista come un sistema aperto formato da elementi interdipendenti e che ha un continuo scambio di informazioni tra entrata e uscita con un ambiente dinamico (contesto) a cui il sistema organizzativo deve continuamente adattarsi L intervento dell assistente sociale è stato definito come processo di aiuto messo in atto da un professionista collocato nel contesto di un sistema organizzato di servizi Fonte: A. Campanini, L intervento sistemico. Un modello operativo per il servizio sociale, Carocci Faber, Roma, 2002

Importante il ruolo dell assistente sociale visto come soggetto attivo che co-costruisce la realtà organizzativa con i suoi interventi I ruoli si diversificano a secondo dei differenti contesti in cui il ruolo è agito

Contesto rappresenta una parola chiave per il servizio sociale. E intercambiabile rispetto ai termini ambiente e territorio oppure usato come aggettivazione: c. lavorativo, c. familiare, c. ambientale, c. organizzativo ecc.. (Fonte: vedi Nuovo dizionario di servizio sociale)

L assistente sociale il primo problema che deve porsi è quello di conoscere il contesto in cui opera. Deve essere capace di osservarlo, ricevere input, elaborarli e ritrasformarli in output. Output che a loro volta contribuiscono a mutare l ambiente

Contesto Familiare Territoriale Normativo Sociale Organizzativo Istituzionale ecc. Il «contesto» nelle sue varie accezioni è stato molto studiato. A noi interessa particolarmente l idea dell interazione tra persona e ambiente/contesto, alla circolarità della relazione, oltre che i «contesti organizzativi» di fatto Unical - 15 Ottobre 2015 - dott.ssa Isabella Saraceni

Esempi: Contesto Territoriale: relativo al territorio, campo politico-amministrativo (quartiere, territorio urbano, ) Es. nei progetti viene richiesta «descrizione di contesto» Contesto Familiare: famiglia e suoi membri e primo contesto di sviluppo e di crescita di un individuo Contesto Sociale: L'insieme dei valori, credenze, opinioni e consuetudini in base ai quali un gruppo di persone si autodeterminato e dove si regolano i rapporti interpersonali, le interazioni Contesto Normativo: che descrive norme o ha valore di legge (esempio: evoluzione normativa dei servizi sociali) Contesto Istituzionale: relativo alle istituzioni statali (locali, regionali, nazionali,, amministrativi) Ecc. Unical - 15 Ottobre 2015 - dott.ssa Isabella Saraceni

Contesto di riferimento dell Assistente Sociale È la comunità territoriale Al cui interno è presente la TRIADE (rapporto tridimensionale) INDIVIDUO/ FAMIGLIA ISTITUZIONE POLITICO/AMMINISTRATIVA COMUNITA

Esempi di contesti organizzativi di lavoro sociale: Enti locali territoriali (comuni, province, regioni, ecc.) Servizio Sanitario Nazionale Ministeri Enti del privato sociale (cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, volontariato, fondazioni, Enti morali, Imprese sociali ) Enti privati Altri enti pubblici

Rete di servizi per anziani Rete servizi per bambini, adolescenti, famiglie Rete servizi per persone con disabilità Rete a servizio di contrasto alla povertà ed esclusione sociale Rete servizi per salute mentale Rete servizi per tossicodipendenti

LAVORI DI GRUPPO

ATTIVITA Ogni individuo vive all interno di contesti organizzativi. Quali contesti organizzativi hai incontrato nella tua quotidianità? Prova a farne un elenco (5 MINUTI RIFLESSIONE INDIVIDUALE) Scegliete un contesto comune e descrivetene le caratteristiche salienti, gli attori, le norme che lo governano, le eventuali interazioni con altri contesti (sistemi) 25 MINUTI LAVORO DI GRUPPO - (scegliere un portavoce per il gruppo) 20 MINUTI RESTITUZIONE E CONCLUSIONE

CONCLUSIONE Importanza del pensiero critico e della capacità di connettere l ESPERIENZA alla TEORIA e viceversa (prassi-teoria-prassi) Assistente sociale riflessivo (Schon)