IL SUPPORTO ALLA POPOLAZIONE - Corso di Base per Volontari di Protezione Civile - PERCORSO UNIFICATO
Argomenti della Lezione: - Fornire elementi utili alla comprensione dello stato d animo del cittadino colpito da evento. - Informare il volontario sui rischi connessi all esposizione prolungata a situazioni traumatiche. - Conoscere le tecniche di decontaminazione dallo stress e i giusti ritmi di lavoro.
LA RELAZIONE DI AIUTO incontro fra due persone di cui una si trova in condizioni di sofferenza o confusione ed un altra persona dotata di un grado superiore di adattamento/abilità, rispetto alla situazione problematica.
PER FORNIRE AIUTO E NECESSARIO AVERE MODALITA COMUNICATIVE EFFICACI perchè la QUALITA DELLA RELAZIONE è l aspetto che più colpisce la persona in difficoltà, la quale di fronte all evento catastrofico necessita di parole e gesti adeguati.
LA COMUNICAZIONE EFFICACE Comunicare vuol dire prima di tutto stabilire una relazione significativa con l altro se la relazione ha un buon livello di empatia anche le informazioni recepite e trasmesse saranno più efficaci e significative
COME SI COMUNICA Non è sufficiente solo il saper COSA DIRE, ma altrettanto importante è il COME DIRLO, e il COME deve essere di volta in volta adattato alle diverse persone in relazione alla cultura e al contesto di emergenza nel quale ci troviamo.
LA COMUNICAZIONE è un processo di SCAMBIO di informazioni e di INFLUENZAMENTO RECIPROCO tra due o più persone che avviene in un determinato CONTESTO ed in un determinato TEMPO.
COMUNICARE significa METTERE IN COMUNE INFORMAZIONI: dati, opinioni, valutazioni e fatti SENTIMENTI: emozioni, valori, esperienze significative AZIONI: comportamenti, atteggiamenti
E IMPOSSIBILE NON COMUNICARE OGNI COMUNICAZIONE PRESENTA ELEMENTI VERBALI NON VERBALI
LA COMUNICAZIONE EFFICACE In questo video vengono presentati gli aspetti fondamentali della comunicazione VERBALE E NON VERBALE
Il volontario affinchè produca una COMUNICAZIONE EFFICACE dovrebbe: Contatto visivo:mantenere il proprio sguardo sulla persona in difficoltà in modo tale da trasmetterle il proprio interesse. Espressione facciale: l altro legge sul nostro volto emozioni e paure, quindi dobbiamo farlo sentire compreso e accolto.
dovrebbe anche: Postura: mantenere una postura aperta e dinamica, ovvero volta a mostrare diponibilità e ascolto. Spazio corporeo: creare uno spazio intimo riservato alla relazione con la persona bisognosa di aiuto (in uno spazio affollato sarebbe utile spostarsi in un angolo). Contatto corporeo: la comunicazione e la relazione con gli altri si manifesta entrando in contatto, anche corporeo, per esprimere una varietà di sentimenti ed emozioni (una semplice pacca sulla spalla).
Ci sono altri aspetti da non sottovalutare che rendono la comunicazione con l altro maggiormente efficace: Il tono, la velocità e l inflessione della voce: perchè il come si dice produce degli effetti al di là del cosa si dice
La vignetta indica come una stessa frase detta con due posture diverse possa creare una differenza nel significato di ciò che viene detto.
La vignetta indica come una stessa frase detta con due espressioni facciali diverse possa creare una differenza nel significato di ciò che viene detto.
La comunicazione si misura all ARRIVO, non alla partenza Il volontario, nel fornire informazioni importanti alla persona in difficoltà, dovrebbe verificare che l altro abbia veramente capito... COME? Chiedendo alla persona di ripetere ciò che è stato detto!!!
IL MESSAGGIO è come un ICEBERG C è una parte EMERSA: CIO CHE VIENE DETTO IN CHIARO (CONTENUTO LETTERALE) e una parte SOMMERSA: CIO CHE VIENE DETTO TRA LE RIGHE (CONTENUTO SIMBOLICO)
La comunicazione è uno strumento molto importante perché permette di soddisfare questi bisogni: 1) Riconoscimento (volontà di entrare in contatto con l altro) 2) Accettazione (far sentire l altro accettato per come è) 3) Identificazione (empatia, mettersi nei panni dell altro) 4) Protezione (far sentire l altro accudito) 5) Sicurezza (dare certezze all altro)
Il video mostra il concetto di empatia, ovvero il sapersi mettere nei panni dell altro e provare a condividere il suo stato d animo
Al fine di stabilire una buona relazione con INVECE DI: l altro DOVREMMO: - Aggiungere informazioni - Imporre comportamenti - Sottolineare scelte che non condividiamo - Rassicurare -Chiedere quali informazioni ha - Chiedere cosa ha pensato di fare - Valorizzare i comportamenti positivi - Chiedere quali timori ha
Se non riusciamo a fare quanto appena detto possiamo fare una sola cosa: SVUOTARE IL BICCHIERE
CIOE ascoltare l altro senza aggiungere alcuna informazione, accogliere la sua disperazione e i suoi timori, dando la possibilità di SVUOTARSI gradualmente
La testa della persona in difficoltà è piena di: Il volontario può: PAURE PREGIUDIZI PROGETTI ABITUDINI IPOTESI CONVINZIONI DARE INFORMAZIONI UTILI PRESCRIVERE UN COMPORTAMENTO CHE RITIENE UTILE, NECESSARIO, OPPORTUNO
infatti il volontario dovrebbe Ascoltare attivamente, empaticamente, con attenzione al non verbale, con rispetto dei silenzi... Riaffermare: ripetere al pz il pensiero principale che lui ha voluto esprimere
il volontario dovrebbe Rispecchiare: ritrasmettere all'utente i suoi sentimenti o problemi (cosa pensa che sarebbe meglio fare) Chiarificare: chiedere conferma del messaggio (non credo di aver capito bene)
il volontario dovrebbe Verificare: si riferisce solo al significato di alcune parole e permette di evitare malintesi Focalizzare: aiutare l'utente a parlare di un argomento importante Riassumere: i punti principali per aiutare l altro a focalizzare l attenzione su pochi punti significativi
Nel porre domande l individuo può formulare tre tipologie: DOMANDE CHIUSE: - Focalizzano un problema e offrono un numero limitato di risposte (prevedono la risposta si/no) DOMANDE APERTE: - Danno la possibilità di rispondere nella maniera che la persona ritiene migliore. - Utili quando si affronta un nuovo argomento; per cercare di capire dove indirizzare la propria attenzione nelle domande successive; quando non è chiaro il vissuto della persona. DOMANDE RETORICHE (tendenziose): - Tendono a formulare il nostro giudizio sotto forma di domanda (l altro potrebbe sentirsi giudicato)
L obiettivo principale è FAR CAPIRE ALLA PERSONA IN DIFFICOLTA DI AVER COMPRESO IL SUO PROBLEMA E CONSIDERARLO L UNICO OBIETTIVO DELLA NOSTRA AZIONE
Il SAPER ASCOLTARE richiede: PRESENTAZIONE È importante che la persona sappia chi siete e cosa fate IL CONTESTO FISICO Una regola importante sarebbe sedersi LA STRETTA DI MANO Serve a ridurre la tensione LA POSTURA Cercate di apparire rilassati
SAPER ASCOLTARE video
AFFRONTARE LA MORTE Quando le cattive notizie implicano il rischio di morire aumenta sensibilmente la tensione del colloquio e peggiorano le difficoltà incontrate sia dal volontario che dalla persona Atteggiamenti sociali verso la morte Scarsa esperienza della morte in famiglia. Elevate aspettative di salute. Materialismo. Cambiamento del ruolo della religione. Paura di morire del paziente Essa può comprendere uno qualunque dei centinaia di sentimenti di paura. Le paure verso la morte sono individuali.
SE VI E UN COMPORTAMENTO SOCIALMENTE COMPETENTE, cioè una maggiore padronanza e conoscenza di sè Avremo una soluzione migliore per quel problema
Quanto vi conoscete?? Cercate di elencare 4 qualità che pensate di possedere in ordine di importanza Sono qualità che vi permettono di gestire al meglio una relazione di aiuto
Quali di queste vorreste potenziare??? In cosa non siete abili?? Per poter dare aiuto, dobbiamo essere i primi a CHIEDERLO! Quali sono le mie difficoltà?
Elencate ora, le qualità che non pensate di possedere ma che vorreste Cosa vi manca??
E diffiicile saper riconoscere i momenti in cui sentiamo di non farcela o che stiamo per crollare..come possiamo fare???
CHIEDERE AIUTO A CHI?.
AL GRUPPO una RISORSA attraverso la quale ci possiamo confrontare e raccontare che cosa ci fa preoccupare L unione fa la forza
Quello che facciamo è soltanto una goccia nell oceano, ma se non ci fosse quella goccia, all oceano mancherebbe Madre Teresa di Calcutta