Informazioni sul Carrello della spesa virtuale ciclo di vita dall azienda alla forchetta Università di Napoli, Università della Tuscia



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Transcript:

Informazioni sul Carrello della spesa virtuale L impatto ambientale del sistema agro-alimentare, tenendo anche conto delle attività legate al consumo degli alimenti e allo smaltimento degli scarti, è stato studiato in dettaglio per molti cibi basilari e per alcuni prodotti trasformati. Tra i numerosi studi sull impatto ambientale dei cibi disponibili in letteratura, il maggior numero di essi si riferiscono ai Paesi scandinavi e sono solo con estrema cautela trasferibili alla situazione UE e a quella italiana, soprattutto a causa del mix energetico utilizzato in Svezia per produrre energia elettrica che è diverso da quello medio UE e italiano, in particolare. Ci sono molte incongruenze nei dati di letteratura, in quanto i risultati ottenuti sono strettamente connessi alla metodologia usata e alle variabili considerate. Ad es., solo pochi studi coprono l intero ciclo di vita dall azienda alla forchetta (farm-to-forklife cycle), mentre la maggior parte limitano lo studio dell impatto ambientale alla sola produzione agricola e ignorano l impatto successivo dall azienda agraria al consumatore finale. Eppure, nonostante i dati disponibili siano ancora imprecisi, sta sempre più diffondendosi l etichetta che riporta la quantità di CO 2 emessa per produrre 100 g di un generico alimento. Occorre rilevare che queste etichette, come pure gli strumenti informatici, quale i numerosi Ecological Footprint Calculators disponibili on-line che permettono di stimare attraverso quesiti a risposta multipla la propria impronta, dovrebbero essere utilizzati solo come elemento di paragone per orientare i comportamenti verso stili di vita meno inquinanti, dal momento che la quantità di CO 2 emessa è tuttora una misura non standardizzata. Il presente carrello è realizzato in collaborazione la prof.ssa Simona Castaldi della II Università di Napoli, il prof. Riccardo Valentini e il dott. Mauro Moresi dell Università della Tuscia e riporta, per i generi alimentari, i dati pubblicati nello studio Il contributo del settore agro-alimentare italiano alle emissioni di gas serra a cura di Simona Castaldi, Marcello Fidaleo, Mauro Moresi e Riccardo Valentini. Lo studio rappresenta il primo contributo completo su scala nazionale che cerca di analizzare in modo 1

consistente, dalla produzione alla distribuzione, il bilancio dei gas serra del settore agro-alimentare italiano. Le emissioni degli alimenti riportati in tabella rappresentano il frutto dell analisi di life cycle completo fino al farm gate. Lo studio, permette, inoltre, di stimare in modo aggregato e consistente tra tutti i comparti il ruolo del settore agroalimentare sul bilancio nazionale di gas serra e di disaggregare all interno del comparto agricolo diverse tipologie di colture e componenti del processo industriale. I prodotti per i quali la II Università di Napoli e l Università della Tuscia hanno effettuato l analisi completa del ciclo di vita sono: Cereali o Grano Duro o Riso o Mais Frutta polposa arborea o Mela o Pera o Albicocca o Ciliegia o Pesca o Susina Agrumi o Arancio o Mandarino o Clementina o Limone Uva Oleaginose o Olive o Semi Di Girasole Ortaggi o Carota o Pomodoro Ind. o Pomodoro in Serra o Patata o Lattuga o Zucchina o Fava Carni o Carne Bovina o Ovini Prodotti lattiero-caseari o Mozzarella o Burro o Stracchino o Ricotta o Parmigiano o Yogurt o Latte 2

I dati di letteratura sono invece stati utilizzati per i seguenti prodotti Fonte LCA Food DK per o Pane: o Pesce (Merluzzo) fresco o Pesce (Merluzzo) surgelato o Molluschi (Cozze) o Crostacei (Gamberi/gamberoni) freschi o Crostacei (Gamberi) sgusciati surgelati o Pesce (Trota) di allevamento fresca o Pollo Fonte Vergé et al., 2009. Greenhouse gas emissions from the Canadian pork industry. Livestock Science, vol 121, 92-101 per o Carne di maiale Fonte 2008 edition of the National Footprint Accounts per l Italia per: o Pasta o Pizza o Ortaggi congelati o Legumi fagioli, ceci, lenticchie o Salumi e Affettati (prosciutto, salame) o Salmone affumicato o Formaggi stagionati o Uova o Succo di frutta o Caffè o Tè o Cioccolata o Biscotti o merendine o Zucchero o Olio d oliva o Olio di semi o Spezie (pepe, peperoncino) o sale o miele o marmellate o Fichi, datteri, ecc o Noci, mandorle e nocciole o Cibo per cani e gatti o Vino o Birra 3

Approfondimento sulla metodologia di calcolo del global warming potential relativo ai prodotti della filiera agroalimentare prodotti vegetali Il Life Cycle Assessement Il potere di riscaldamento globale (global warming potential) di un prodotto alimentare vegetale rappresenta la quantità totale di CO 2 equivalente che si genera per poter produrre, trattare e portare fino al punto vendita il prodotto stesso. Essa si esprime come kg di CO 2 equivalente per kg di prodotto ed è la somma del potere riscaldante generato da tutti i gas ad effetto serra (CO 2, N 2O e CH 4) emessi durante le varie fasi del ciclo di vita del prodotto che includono la sua produzione agricola, il trasporto, il mantenimento in magazzini, il confezionamento, la distribuzione ed eventuale smaltimento degli scarti. L approccio metodologico è quello dell analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessement, LCA), strumento quantitativo per la valutazione dell impatto ambientale, che valuta i flussi di materia ed energia durante tutta la vita di un prodotto, dall estrazione delle materie prime, alla produzione, all utilizzo, fino all eliminazione del prodotto stesso una volta divenuto rifiuto. Le fasi di vita del prodotto Nelle diverse fasi di vita del prodotto si prendono in considerazione sia i gas serra che si generano dall utilizzo di materiali per la produzione, esempio N 2O che viene emesso dai suoli fertilizzati con concimi azotati, CO 2 che si genera dalla combustione del carburante utilizzato da macchine agricole o per trasporto, sia i gas serra che si generano in maniera indiretta ossia per produrre materiali o per processi necessari alla produzione, ad esempio in fase industriale si genera N 2O per produrre fertilizzanti azotati, si genera CO 2 per produrre pesticidi, per estrarre e trasportare petrolio, costruire un trattore e ottenere le materia prime necessarie, generare corrente elettrica per riscaldare serre o raffreddare o surgelare. I software e le banche dati Per sviluppare LCA per i prodotti riportati si è usato il software SimaPro 7.1.8. Ove ritenuto ragionevole, in base a similitudini con un possibile sistema agronomico italiano, si sono utilizzati dati di input di materiali e tecnologia nonché gli schemi di flusso e i dati di output relativi ai carichi ambientali, già presenti nel database Ecoinvent e nei database di supporto del software (vedi www.lcafood.dk). In alternativa sono stati creati 4

ex novo diagrammi di flusso e i dati di input ed output di carico ambientale sono stati ottenuti da pubblicazioni e dati statistici italiani. Nello specifico per i dati relativi alle lavorazioni agricole e al consumo di gasolio ad esse associate si sono utilizzati i dati disponibili in rete sul sito del MIPAF che si riferiscono quindi ad una media nazionale relativa al 2008. Per l utilizzo di fertilizzanti, pesticidi, erbicidi nonché rese medie si sono utilizzati i codici di buona pratica agricola regionali da cui si è poi fatta una media sul territorio nazionale. Per i dati relativi alle potature si sono utilizzati i quantitativi riportati dal Centro di Riciclo su Biomasse dell Università di Perugina (Rapporto Impianti sperimentali per il recupero energetico da potature di vite, olivo e frutteti F. Cotana, I. Costarelli, Facoltà di Ingegneria, Centro Ricerca Biomasse Università degli Studi di Perugina). I quantitativi di produzione agricola nazionale sono derivati dai dati ISTAT 2008. Il packaging L impatto ambientale del packaging (termine inglese che sta per confezione, imballaggio) è indubbiamente elevato per alcuni prodotti e per le bevande alcoliche od analcoliche imbottigliate. Tuttavia, occorrerebbe tener conto di come localmente vengono gestiti i rifiuti e quale grado di recupero o riciclaggio sia effettuato. Per il packaging (si veda la tabella sottostante) viene data un indicazione per tipo di package. Nei calcoli delle emissioni del packaging non sono incluse eventuali politiche di riciclo del materiale che altrimenti ridurrebbero le emissioni. Materiali di imballaggio kg CO2 eq/ kg imballaggio Acciaio 3,142857143 Alluminio 9,032258065 Carta 2,513553475 Legno -1,4* Plastica 2,743015414 Vetro 0,686144346 *Il valore negativo intende un sequestro di carbonio. In questo caso essendo l imballaggio di origine legnosa trattasi di materiale rinnovabile che sottrae CO2 all atmosfera. 5

Altri riferimenti bibliografici o Eurostat, European Commission, Food: from farm to fork 2008 edition Pocketbooks statistics 2008; o Fao, Livestock's long shadow: environmental issues and options, 2006; o Istat I consumi delle famiglie, Anno 2007, luglio 2008. o World Watch institute, Livestock and Climate Change, November/December 2009. 6