Il Diabete Mellito è una sindrome cronica caratterizzata. di attività dell insulina o più spesso da entrambi.



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Transcript:

DIABETE E COMPLICANZE VASCOLARI Dott. Maurizio Merlo S.C. Chirurgia Vascolare

DEFINIZIONE Il Diabete Mellito è una sindrome cronica caratterizzata da iperglicemia secondaria ad un difetto di secrezione o di attività dell insulina o più spesso da entrambi. L iperglicemia a lungo termine provoca danni a vari organi: occhio, rene, sistema nervoso periferico, apparato cardiovascolare.

Diabete. L epidemia del 3 millennio 161493 261493 7 00 011 012 013 014 016 018 019 110 111 112 0 5 7 1 Popolazione mondiale diabetica 13077551 080775510 7 5 0 11 12 13 14 15 16 17 Pazienti con complicanze diabetiche

Prevalenza del diabete nel 2010 IDF diabetes atlas, 4th edition, 2009

Prevalenza del diabete nel 2030 IDF diabetes atlas, 4th edition, 2009 Numero tot di persone con diabete (age 20-79) Prevalenza di diabete (anni 20-79) 2010 2030 285 millioni 438 millioni 6.6 % 7.8 %

I numeri del diabete in Italia Prevalenza nella popolazione ~ 4,3 % Prevalenza e a e a forme non diagnosticate 1-2% Prevalenza oltre i 65 anni 10-15 % D. di tipo 2: ~ 95% D. tipo 1: ~ 5 % Annali AMD 2006

Ma.. Alla percentuale di diabete noto si deve aggiungere una percentuale simile di diabete non riconosciuto per la scarsità dei sintomi, ed altri casi nei quali, pur se la malattia non si è ancora manifestata, sono presenti alterazioni metaboliche che, se non corrette, possono favorire la comparsa della malattia Tutti questi soggetti vanno incontro a morbilità e mortalità per complicanze micro e macro-vascolari nettamente superiori rispetto al resto della popolazione Necessario uno screening per velocizzare le diagnosi di DM2 e il g p g mantenimento non solo degli obiettivi glicemici, ma di tutti i fattori di rischio per malattie cardiovascolari concomitanti

DANNI VASCOLARI DEL DIABETE PICCOLI VASI retinopatia diabetica nefropatia diabetica neuropatia diabetica GRANDI VASI secondarie ad aterosclerosi accelerata cardiopatia ischemica (fino all insufficienza) vasculopatia cerebrale (TIA, infarto) AOCP e piede diabetico

Il danno tissutale nel DM2 comporta gravi complicanze a lungo termine CHF, congestive heart failure; ESRD, end-stage renal disease; MI, myocardial infarction; TIA, transient ischaemic attack Adapted from Diabetes Atlas 4th edn. International Diabetes Federation. 2009

Diabete e Rischio Cardiovascolare Il DM2 aumenta di 4 volte il rischio di CAD Responsabile dell 80% delle morti nei diabetici 75% dovute ad aterosclerosi coronarica 25% dovute a vasculopatia cerebrale o periferica Responsabile >75% delle ospedalizzazioni i i per complicanze diabetiche i Il 50% dei diabetici tipo 2 all esordio hanno una preesistente aterosclerosi coronarica Il 5% degli IMA sono anche diabetici DM + CHD = tasso mortalità 45% a 7 anni e 75% a 10 anni American Diabetes Association. Diabetes Care 2009; 32 (Suppl 1): S13-S61 Lerman I. Arch Med Res. 2005; 36:300-6; Cimino A, et al. Diabetes Care 31: 2166-2168, 2008

I pazienti diabetici hanno, rispetto ai soggetti non diabetici, un rischio 2-4 volte maggiore di sviluppare cardiopatia ischemica(angina, Infarto miocardico), scompenso cardiaco, eventi cerebrovascolari acuti e vasculopatia periferica La malattia cardiovascolare, nel complesso, rappresenta la principale causa di morte (circa l 80%) nei pazienti diabetici Therapy for diabetes mellitus and related disorders 2004, 241-246, ADA eds

Ftt Fattoridi Rischioper Diabete Età >40anni Storia familiare di diabete Razza Sovrappeso (BMI >25 kg/m2) Sedentarietà Storia di prediabete (IGM): [FPG]* e/o [2hPLG]^ Storia di diabete gestazionale o macrosomia fetale * Fasting Plasma Glucose ^ 2 hour Post Load glucose

Fattori di Rischio Modificabili per Diabete Tipo 2 Sovrappeso (BMI >25 kg/m2) Distribuzione del grasso corporeo Sedentarietà

AOCP DEFINIZIONE Sindrome clinica ad andamento cronico dovuta alla riduzione della portata t ematica distrettuale tt di uno o entrambi gli arti inferiori. i i Comporta la riduzione del lume del vaso (stenosi stenosi) )sino all ostruzione dello stesso, cui segue un ischemia di varia entità, che si manifesta con quadri clinici differenti.

FLUSSO NORMALE FLUSSO IN PRESENZA DI PLACCHE

FATTORI DI RISCHIO PER L AOCP (fattori di rischio per l aterosclerosi) ETA FAMILIARITA FUMO DIABETE MELLITO IPERTENSIONE ARTERIOSA IPERLIPIDEMIA EMATOCRITO ALTO LTO,, IPERFIBRINOGENEMIA

DIABETE MELLITO (arteriopatia diabetica; malattia del microcircolo) Anomalia strutturale della parete muscolare dei piccoli vasi (microcircolo: arteriole, venule, capillari), spesso accompagnata da sofferenza nervosa ( (neuropatia diabetica). L aterosclerosi e la vasculopatia diabetica spesso coesistono,, ma non vanno confuse. Il diabete va considerato un fattore specifico ed aggravante dell AOCP (polidistrettualità, evolutività più rapida, difficoltà di trattamento aumentate) Istologia ispessimento della membrana basale glicosilazione non enzimatica del collagene perivascolare.

STADIAZIONE CLINICA DELLE AOCP (sec. Leriche e Fontaine) I stadio asintomatico o paucisintomatico II stadio claudicatio intermittens III stadio ischemia critica con dolore a riposo IV stadio lesioni trofiche periferiche

STADIAZIONE CLINICA DELLE AOCP (sec. Leriche e Fontaine) I STADIO - asintomatico o paucisintomatico. Iniziali e trascurabili segni di ipoafflusso periferico, con facile stancabilità alla marcia prolungata. Presenza di stenosi arteriose emodinamicamente i non significative, ifi ma rilevabili con esami non invasivi. Il paziente generalmente non consulta il medico

2 STADIAZIONE CLINICA DELLE AOCP (sec. Leriche e Fontaine) II STADIO - comparsa della claudicatio intermittens. Dolori crampiformi ed esaurimento muscolare durante la marcia, con necessità di arrestarsi per far cessare il dolore. Lautonomia L autonomia di marcia, espressa in metri, costituisce il criterio di valutazione della gravità della claudicatio stessa. Si distinguono II stadio A (poco invalidante ~ 50-200 mt) II stadio B (molto invalidante <50 mt).

3 STADIAZIONE CLINICA DELLE AOCP (sec. Leriche e Fontaine) III STADIO - dolore a riposo, specialmente notturno. Autonomia di marcia ridotta apochi metri. Il paziente riposa poco emale, tenendo spesso gli arti in posizione declive, poiché questa posizione determina un momentaneo effetto antalgico spesso insorgenza di cospicui edemi da posizione.

4 STADIAZIONE CLINICA DELLE AOCP (sec. Leriche e Fontaine) IV STADIO - comparsa di lesioni trofiche periferiche Il dolore è sempre presente, eccetto che nel diabetico con concomitante neuropatia, in cui può essere scarso o assente.

AOCP IV S STADIO IN PZ DIABETICO

PIEDE DIABETICO Definizione OMS 1999 1999: condizione di infezione, ulcerazione e/o distruzione dei tessuti profondi associata ad anomalie neurologiche e/o vari gradi di vasculopatia periferica agli arti inferiori SID/AMD: piede con alterazioni anatomo-funzionali determinate dall arteriopatia occlusiva periferica e/o dalla neuropatia diabetica

PIEDE DIABETICO Clinica Claudicatio Intermittens Ischemia critica Lesioni trofiche ischemiche Lesioni trofiche neuropatiche Infezione

PIEDE DIABETICO Complicanze Neuropatia Periferica Ischemia Lesioni trofiche Infezione

TERAPIA MEDICA E FISICA DELLE AOCP Abolizione del fumo di sigaretta Attività fisica (dembulazione quotidiana) Terapia antiaggregante piastrinica Farmaci ipolipemizzanti Farmaci emoreologici

Statins Fibric Acid Derivates Thiazolidinediones? ACE Inhibitors Angiotensin Receptor Blockers β-blockers Calcium Channel Blockers Diuretics Insulin Metformin Thiazolidinediones Sulfonylureas Nonsulfonylureas Secretagogues Aspirin Clopidogrel Ticlopidine

TERAPIA MEDICA INTENSIVA PROSTACICLINA PROSTAGLANDINE EPARINA FIBRINOLISI SISTEMICA O LOCOREGIONALE (rtp-a, Streptokinasi, urokinasi) Stimolazione midollare (SCS; analgesia peridurale)

TERAPIA ENDOVASCOLARE PTA STENT ENDOPROTESI LASER ROTABLATOR

TERAPIA CHIRURGICA INDICAZIONI RELATIVE Stadio II a Stadio II b dopo terapia medica INDICAZIONI ASSOLUTE Stadio III Stadio IV Stadio II-II b ad alto rischio di evolutività salvataggio d arto

ARTERIOPATIA PERIFERICA ANEURISMA AORTA ADDOMINALE CORONAROPATIA VASCULOPATIA CAROTIDEA

Per convenzione derivata dagli studi clinici, una stenosi carotidea si definisce sintomatica se l ultimo episodio ischemico cerbrale o retinico congruo si è verificato nei sei mesi precedenti. Sulla base di recenti revisioni degli stessi studi è indicato ridurre tale intervallo a non più di tre mesi.

CHIRURGICO ENDOVASCOLARE

L endoarterectomia carotidea è indicata nella stenosi sintomatica uguale o maggiore 70% (NASCET) L endoarterectomia carotidea in caso di stenosi carotidea asintomatica uguale o maggiore 60% (NASCET) è indicata solo se il rischio perioperatorio (entro un mese dall intervento), t il rischio di complicanze gravi è almeno inferiore al 3%. Il beneficio, e in termini di riduzione assoluta del rischio di ictus, è modesto (1% per anno) e aumenta con gli anni successivi di follow-up

Grado B Lo stenting carotideo, con adeguati livelli di qualità procedurale e adeguata protezione cerebrale se non controindicata nel singolo caso, è indicato nel caso di gravi comorbosità cardiache e/o polmonari e in condizioni specifiche come la paralisi del nervo laringeo controlaterale, la stenosi ad estensione craniale della carotide interna o ad estensione claveare della carotide comune.

CONCLUSIONI l arteriopatia periferica rappresenta una complicanza cardiovascolare frequente nei pazienti affetti da diabete è importante diagnosticarla per: evidenziare i sintomi, prevenire la disabilità, impedire la perdita dell arto identificare un paziente ad alto rischio di infarto miocardico, ictus e morte