ANALISI MACROECONOMICA E DEI MERCATI FINANZIARI Luglio 2015 ECONOMIC RESEARCH AND MARKETS STRATEGY Salvo diversa specificazione, Thomson Reuters è la fonte per i dati ed i grafici riportati.
CONGIUNTURA 2 Il rapporto previsionale diffuso a giugno dall OCSE si caratterizza per una sensibile revisione al ribasso delle attese di crescita globale. La stima di incremento del reddito mondiale per l anno in corso viene ora fissata al 3.1%, sei decimi in meno rispetto a quanto indicato a novembre e quattro decimi al di sotto delle previsioni analoghe prodotte dal FMI nello scorso mese di aprile e dalla Commissione Europea a maggio. La variazione, già significativa dal punto di vista quantitativo, acquista rilievo ulteriore poiché altera la traiettoria crescente di sviluppo del ciclo internazionale, contraddicendo l assunzione che il 2015 sarebbe stato il primo anno di accelerazione della crescita sull arco dell ultimo triennio, caratterizzato sempre da incrementi del 3.3%. Rispetto a tale valore, si suppone ora un espansione del reddito più bassa di due decimi, per un dato che rappresenta la performance macroeconomica più modesta dalla crisi finanziaria del 2009. Per il 2016, si presume un aumento del 3.8%. Tanto le aree emergenti, quanto quelle industrializzate sono state interessate da significativi tagli alle previsioni, ma nell ambito di tendenze di fondo in aperto contrasto. Le prime sono viste in rallentamento per il quarto anno consecutivo al 4.2% (4.7% nel 2014, - 0.9% da novembre); le seconde, all opposto, sono attese in accelerazione (moderata) per il quarto anno consecutivo all 1.8% (1.7% nel 2014, -0.4% dalla precedente previsione). Per quanto in riduzione, il passo di sviluppo delle aree emergenti rimarrebbe in ogni caso più che doppio rispetto a quello dei paesi industrializzati. Nel 2016, la condizione macroeconomica migliora per tutti e due i sistemi, cosicché le economie di nuova industrializzazione realizzerebbero un saggio di espansione del 4.9% (-0.3% da novembre), mentre quelle avanzate progredirebbero del 2.5%, valore invariato rispetto alla stima precedente. 2015 PREVISIONI A CONFRONTO Tassi annui di crescita e variazioni sulla stima precedente 2016 PREVISIONI A CONFRONTO Tassi annui di crescita e variazioni sulla stima precedente -0.9-0.6-0.4-0.3-0.1 =
CONGIUNTURA 3 Una correzione negativa di notevole entità ha abbattuto di oltre un punto la previsione relativa agli Stati Uniti, stimati in crescita solo del 2.0% quest anno, dopo l andamento sorprendentemente negativo del primo trimestre, con il PIL in contrazione dello 0.2% e l assunzione di un accelerazione piuttosto graduale nella seconda parte dell anno. Tale evoluzione, ampiamente inferiore alle aspettative, ha comportato una riduzione (due decimi) anche per la crescita nel 2016, fissandola al 2.8%. Mentre per il 2015 anche la crescita del Giappone è stata abbassata di tre decimi allo 0.7% e quella del Regno Unito di due al 2.4%, la previsione di Eurozona è stata confermata all 1.4%, valore che sottende dinamiche eterogenee al proprio interno. La Germania è vista in espansione dell 1.6% (da 1.7%), la Francia dell 1.1% e l Italia dello 0.6% (entrambe invariate); solo la stima per la Spagna è stata corretta al rialzo al 2.9% (+1.2%). La previsione per il 2016 indica una significativa accelerazione dell economia di Eurozona, al 2.1% (+0.1%), fissa all 1.4% la crescita del Giappone (invariato) ed al 2.3% quella di UK (-0.2%). BCE IL BILANCIO Nel 2015, tra le aree emergenti, si confermano condizioni cicliche profondamente differenziate, con dinamiche attese recessive in Brasile (-0.8% nel 2015, -0.3 dalla stima precedente) e Russia (-3.1% contro zero precedente), un espansione declinante in Cina (6.8%, -0.2) ed India (6.9%, -0.8). La congiuntura s innalza nel 2016, consentendo non solo al Brasile (+1.1%), ma anche alla Russia (+0.8%) di superare la recessione ed all India di accelerare ulteriormente (7.6%), mentre frena ancora la Cina, un decimo in meno al 6.7%. Con riferimento alle dinamiche dei prezzi, le previsioni per il 2015 scontano le pulsioni disinflazionistiche ulteriormente percolate lungo la filiera dallo scorso novembre e segnano generalizzate revisioni al ribasso: USA +0.3% (era +1.2%), Eurozona 0 (+0.6%), Giappone +0.7% (1.8%); nel 2016, l inflazione attesa cresce ovunque e si attesta a +1.6% negli USA, +1.1% in Giappone e +1.3% in Eurozona, valore quest ultimo rivisto al rialzo di tre decimi grazie alle prime risultanze positive che la BCE ha ottenuto nell ancorare le aspettative sui prezzi. RENDIMENTI DECENNALI GOVERNATIVI
4 CONGIUNTURA In Eurozona, alla maggior solidità dei parametri macroeconomici ha fatto da contrappunto l avvitamento della crisi greca, che ha portato il sistema in condizione di straordinaria tensione con il rischio di fallimento del paese e impulsi destabilizzanti per l Unione. I negoziati tra Atene e i creditori (FMI, Commissione Europea e BCE) si sono susseguiti in modo incessante per settimane, senza raggiungere alcun compromesso, anzi aumentando la contrapposizione, sino alla rottura di fatto con il FMI. Alla fine del mese di giugno, in un clima negoziale quasi surreale, l Eurogruppo vede respinta l ennesima proposta con un teatrale abbandono delle trattative da parte del premier greco che indice un referendum per il giorno 5 luglio: ai cittadini si demanderà la scelta di un accordo secondo gli schemi e i contenuti proposti dai creditori (si), oppure il rifiuto di qualsiasi piano che chieda sacrifici ritenuti inutili (no). La corsa agli sportelli viene interrotta con la chiusura delle banche in tutto il paese che viene sottoposto a limitazioni nella circolazione del denaro. Il giorno 30 la Grecia non rispetta la scadenza di pagamento di una quota del debito di 1.6 miliardi al FMI, aprendo il baratro del default internazionale entro una ventina di giorni. Tsipras presenta una nuova proposta il 1 luglio che risulta ancora distante dalle richieste dei creditori, che in ogni caso rimandano il confronto dopo il risultato referendario. La consultazione ha avuto esito con la vittoria dei no un risultato che rafforza il mandato di Tsipras. Il tempo e lo spazio per un accordo sono sempre più scarsi, mentre le probabilità di eventi estremi aumentano. Sul fronte delle politiche monetarie, la Fed ha riaffermato la gradualità del processo di normalizzazione dei tassi, per quanto ineluttabile; la crescita per l anno in corso è stata rivista al ribasso rispetto alla precedente stima: 1.8%-2.0% da 2.3%-2.7, mentre per i due anni successivi le variazioni sono state al rialzo, ma di lieve entità: a 2.4-2.7% da 2.3-2.7% per il 2016 e a 2.1%-2.5% da 2.0%-2.4%. per il 2017. La BCE ha riaffermato durata ed impostazione del QE, confermando le previsio- CURVE DI RENDIMENTO RENDIMENTI OBBLIGAZIONARI rilevazione del 1/07/2015 rilevazione del 1/07/2015 10y ITA-GER SPREAD 2y ITA-GER SPREAD
5 MERCATI ni di crescita (1.5% nel 2015, 1.9% nel 2016 e 2.0% nel 2017) ed elevando la stima d inflazione (0.3%), mentre sono rimaste invariate le stime per il 2016 e 2017 (1.5% e 1.7% rispettivamente). La PBoC ha ulteriormente rafforzato l azione espansiva, nel tentativo di dare slancio all economia in rallentamento, intervenendo con un altro taglio di 25 punti base, il quarto dallo scorso novembre, al tasso di rifinanziamento e a quello sui depositi a un anno, che sono stati portati rispettivamente a 4.85% e 2%. Un poderoso rialzo dei rendimenti obbligazionari quale reazione ad una fase precedente di compressione estrema, quotazioni azionarie molto vicine ai propri massimi relativi od assoluti, l incedere drammatico della crisi greca sono i fattori che hanno fatto detonare le volatilità delle asset class, attivando movimenti ribassisti delle quotazioni piuttosto violenti lungo tutti i comparti. Su un mercato obbligazionario rivelatosi comunque fragile, si sono generati anche flussi tipici da flight to quality tra i governativi, con ribasso dei rendimenti per i comparti core cui ha fatto da contraltare il rialzo di quelli periferici e dei paesi emergenti. Nel settore corporate l incertezza ha prodotto un generale movimento di apertura MERCATI AZIONARI DAL 2006 EURODOLLARO DAL 2001 investitore eurobasato - valori pari a 100 all inizio del 2006 degli spread, colpendo indistintamente le categorie di rating. In tutti i casi, i livelli raggiunti da tassi e differenziali insistono su ampiezze normali di oscillazione. L eurodollaro ha interessato l area tra 1.136 e 1.09, trattenuto fra questi limiti da impulsi contrapposti: la speranza di accordo sulla crisi greca ed il miglior flusso di dati macroeconomici europei rispetto a quelli statunitensi lo hanno spinto ad apprezzarsi, mentre in favore del dollaro ha agito il differenziale tassi, le aspettative di svolta della politica monetaria attesa per settembre ed una condizione macro più solida. L andamento dei mercati azionari è stato altalenante ma complessivamente negativo. Gli indici americani hanno ripreso una leggera traiettoria rialzista, che li ha portati a sfiorare di nuovo i picchi massimi, per poi consolidare su basi più basse. In Europa, il mercato ha chiuso in ribasso risentendo fortemente della situazione greca, assestandosi 8-10 punti percentuali sotto il picco massimo di aprile. Si conferma valutazione positiva sul comparto grazie ai fondamentali e alle condizioni finanziarie generali. EUROPA GLOBALE /$
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