La sorveglianza ed il controllo della legionellosi: le linee guida regionali



Documenti analoghi
ASPETTI NORMATIVI DEL FENOMENO LEGIONELLA: LE LINEE GUIDA NAZIONALI GLI OBBLIGHI DELLE STRUTTURE RICETTIVE. Dott.ssa Laura Origone

PROTOCOLLO RISCHIO LEGIONELLA

Piano Legionella nelle strutture sanitarie: Analisi e sostenibilità delle attuali misure di controllo del rischio

OBIETTIVO LEGIONELLA: PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI, STRATEGIE DI MANUTENZIONE, DI CONTROLLO E DI BONIFICA

SCHEDA CONOSCITIVA DELLA STRUTTURA E DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO LEGIONELLOSI

LINEE GUIDA NAZIONALI PER LA PREVENZIONE DELLA LEGIONELLOSI

4. RISORSE STRUTTURALI E TECNOLOGICHE

Rischio Legionellosi Esperienze

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

La continuità assistenziale: il modello PAI. Divisione Oncologia Medica

AGGIORNAMENTI SU PREVENZIONE E CONTROLLO DELLA LEGIONELLOSI NELLE STRUTTURE SANITARIE E ALBERGHIERE DEL VENENTO

TRASFERIMENTI INTEROSPEDALIERI

REGIONE SICILIANA Universitaria Vittorio Emanuele, Ferrarotto, S. Bambino Catania ACCREDITAMENTO ISTITUZIONALE - I PARTE -

L ESPERIENZA DELLE REGIONE LAZIO NELLA GESTIONE DELLE INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA. Antonio Silvestri Risk Manager

UNITA OPERATIVA DI PRONTO SOCCORSO PROCEDURA N. 27 FONTE: DOTT. CASAGRANDE TRASPORTO SANITARIO SECONDARIO TRASPORTI SANITARI

LEGIONELLA: PROFILASSI E MISURE DI PREVENZIONE

Uso dell acqua potabile Prevenzione nelle attività pubbliche e private

Esposizione ad agenti biologici

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

LEGIONELLA PNEUMOPHILA

Attività di sorveglianza e controllo delle infezioni ospedaliere a livello aziendale: risultati di un indagine conoscitiva.

CONSULENZA, RICERCA E ANALISI UN UNICO REFERENTE PER I RISCHI IGIENICO-SANITARI

DOCUMENTO DI ANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO LEGIONELLOSI E REGISTRO DEGLI INTERVENTI MANUTENTIVI

Legionella: il controllo e la gestione dei rischi

INTESA TRA COMUNE DI MILANO E AZIENDA SANITARIA LOCALE CITTA DI MILANO PER LA SOMMINISTRAZIONE DI FARMACI NEI SERVIZI ALL INFANZIA (0-6 ANNI)

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS AV2/07/11 ARTEMIDE.

ISTITUTO GERIATRICO VILLA DELLE QUERCE. Prevenzione delle infezioni nel paziente di area critica: l igiene orale

L ASSISTENZA RESPIRATORIA DOMICILIARE: PROBLEMI SUL TERRITORIO

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

Lettura critica dei Piani Pandemici di alcune ASL lombarde

Allegato n. 9 (punto 6 del PRAL) Corsi di formazione

Le Raccomandazioni ministeriali per la prevenzione dei rischi in chirurgia: linee di indirizzo regionali di implementazione a livello aziendale

SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO. Audit

Product note Migrazione da Emax ad Emax 2 mantenendo la certificazione in base alle norme serie IEC per i quadri di bassa tensione

LINEE GUIDA PER IL POTENZIAMENTO DELL'ASSISTENZA AI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

DATI GENERALI DELL AZIENDA

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso

Il progetto regionale di ricerca MACONDO

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI

Sistema di gestione delle attività di manutenzione e controllo

Nella figura A si vede la distribuzione mensile dei casi (picco nel mese di luglio)

Allegato B) PROCEDURA PER LA GESTIONE AZIENDALE DEI CASI DI EVENTI SENTINELLA 1. PREMESSA E INDICAZIONI GENERALI

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

PROCEDURE - GENERALITA

L attività di prevenzione dell A.S.L. nelle palestre e nelle piscine della Provincia di Bergamo

7.2 Controlli e prove

Ministero della Salute

Verifiche e controlli degli impianti idrici all interno degli edifici

Istituto Superiore Per la Prevenzione E la Sicurezza del Lavoro

RIFERIMENTI LEGISLATIVI

Parte I (punti 3-9): Misure sanitarie obbligatorie per il controllo della Paratubercolosi bovina

La corretta manutenzione per prevenire il rischio legionella. Dr. Raffaello Maffi

Sistema Informativo per il monitoraggio dell Assistenza Domiciliare (SIAD)

FORNITORE: SEDE: TELEFONO FAX INDICAZIONI PER LA COMPILAZIONE DEL QUESTIONARIO

Servizio Ingegneria Clinica Energy Management Tel. 0874/ (Interno 2550) Fax 0874/ (Interno 2551)

3. APPLICABILITÀ La presente procedura si applica nell organizzazione dell attività di Alac SpA.

A cura di Giorgio Mezzasalma

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

Il progetto CCM Piano operativo nazionale per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute

L esecuzione di monitoraggi ed analisi si esplica principalmente nelle seguenti attività:

MODELLO DI. Livello strategico

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS DA LAVORO CORRELATO

Rev. N Descrizione delle modifiche Data Prima emissione del documento per estensione campo applicazione

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

Alto livello igienico

Sviluppo del Sistema Cure Intermedie al fine dell utilizzo corretto delle risorse ex DGR 1235/2012

CHECK LIST GENERALE OSPEDALE DI REQUISITI GENERALI

INTRODUZIONE AL MANUALE DELLA QUALITA

Procedura di gestione delle verifiche ispettive interne < PQ 03 >

La Rete Oncologica Laziale: punti di forza e criticità LA PERCEZIONE DEL RADIOTERAPISTA VITTORIO DONATO

PROGRAMMA DI PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE nella REGIONE VENETO

PARTE III LA VALUTAZIONE DELLA CAPACITà DI PERSEGUIMENTO

MANUALE DELLA QUALITÀ SIF CAPITOLO 08 (ED. 01) MISURAZIONI, ANALISI E MIGLIORAMENTO

La gestione del Rischio Clinico in Valle d Aosta: consolidamento del metodo FMEA

LA MANUTENZIONE DELL IMPIANTO ELETTRICO SECONDO IL DLgs 81/08

Organizzazione della radioprotezione Dott.ssa Alessandra Bernardini

PROTOCOLLO D INTESA ASL / PEDIATRI DI FAMIGLIA / UFFICIO SCOLATICO PROVINCIALE

IL CONTRIBUTO DEGLI INFERMIERI ALLA IDEAZIONE DEL PSS REGIONALE

CONTROLLO INIZIALE E MANUTENZIONE DEI SISTEMI DI RIVELAZIONE INCENDI

Portale Acqua e Salute

Percorso assistenziale integrato per il paziente fumatore nell Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi Firenze

Regolamento per la certificazione di Sistemi di Gestione Ambientale

Gestire le NC, le Azioni Correttive e Preventive, il Miglioramento

Approvazione linee guida regionali per la sorveglianza e il controllo della legionellosi : applicazione a livello regionale e locale

SORVEGLIANZA SANITARIA PER LAVORATORI ESPOSTI AD AMIANTO. Dott. Massimo Caironi Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPSAL)

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE RIFERIMENTI SIGLE E DEFINIZIONI RESPONSABILITA PROCEDURA...3

L INFERMIERA E L OSSIGENO: E TUTTO SCONTATO?

PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI

PROCEDURA OPERATIVA n. 5 PREVENZIONE DELLE INFEZIONI DELLE BASSE VIE RESPIRATORIE. Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE

Le attività di prevenzione nella Regione Sicilia

Figura Professionale codice FP175 RESPONSABILE QUALITA'

STUDIO PROFESSIONALE MEDICO

Progetto Nazionale di Cure Palliative Pediatriche

MANUALE DELLA QUALITÀ

R e g i o n e L a z i

IL PIANO PANDEMICO REGIONALE

SORVEGLIANZA DEI CONTATTI DI UN CASO DI TUBERCOLOSI.

Transcript:

La sorveglianza ed il controllo della legionellosi: le linee guida regionali Fidenza 15 novembre 2008 LA SORVEGLIANZA ED IL CONTROLLO DELLA LEGIONELLOSI NELLE STRUTTURE NOSOCOMIALI La legionellosi è stata descritta in ospedale o in altre strutture sanitarie sia come casi singoli sia come episodi epidemici) La contaminazione della rete idrica è la condizione necessaria ma non sufficiente a determinare l insorgenza di casi di legionellosi Può sussistere la colonizzazione senza casi di malattia La frequenza di colonizzazione degli impianti ospedalieri varia dal 12% al 73% ( dati anglosassoni) 2 1

LA SORVEGLIANZA ED IL CONTROLLO DELLA LEGIONELLOSI NELLE STRUTTURE NOSOCOMIALI In ospedale, la via più frequente di trasmissione dell infezione da Legionella è costituita dall inalazione di aerosol contaminati; si verifica la trasmissione quando il batterio viene aereosolizzato in goccioline sufficientemente piccole da essere inalate (1 5 µm). E stata descritta anche la trasmissione attraverso dispositivi che generano aerosol, quali nebulizzatori riempiti con acqua contaminata, piscine e docce. Un altra via di trasmissione è rappresentata dalla microaspirazione ed alcuni autori pensano che questa sia la via principale di trasmissione. 3 CONTROLLO DELLA LEGIONELLOSI CORRELATA ALL ASSISTENZA ASSISTENZA SANITARIA Occorre intervenire in ambito : 1) Clinico 2) Assistenziale 3) Ambientale Richiedee la collaborazione di tutte le diverse professionalità coinvolte. Ogni Azienda sanitaria e Casa di cura deve pertanto costituire un Gruppo di lavoro multidisciplinare con il compito di definire il Programma di controllo della legionellosi correlata all assistenza, assistenza, che veda rappresentate al suo interno almeno le seguenti aree: direzione sanitaria, comitato to di controllo delle infezioni, unità di gestione del rischio, servizio tecnico, rappresentanti delle aree cliniche, laboratorio di microbiologia. Al Programma collaborano anche i Servizi del Dipartimento sanità pubblica. 4 2

Il Programma di Controllo Valutazione del rischio nelle strutture esistenti Definizione degli obiettivi generali delle politiche di prevenzione e controllo, adeguate ai livelli di rischio rilevati Individuazione di interventi volti alla prevenzione e al controllo della malattia Interventi di formazione specifica. 5 Il programma di controllo della legionellosi Censimento aree ad alto rischio Definisce almeno i seguenti punti: Manutenzione periodica degli impianti Pianificazione del monitoraggio ambientale Interventi di bonifica Protocollo di lavoro integrato per gli interventi impiantistici Protocolli preventivi per le procedure assistenziali Sistema di sorveglianza attiva dei casi di polmonite da Legionella Coordinamento degli interventi successivi alla segnalazione di un caso di legionellosi di origine nosocomiale, sospetta o accertata 6 3

VALUTAZIONE DEL RISCHIO Il programma di controllo della legionellosi comprende la valutazione del rischio che deve essere condotta in ciascuna specifica struttura, tenendo conto delle caratteristiche ambientali, impiantistiche, della tipologia di prestazioni erogate, del tipo di popolazione servita e dei precedenti epidemiologici 7 Fattori ambientali Clorazione dell acqua Le modalità con le quali l acqua l viene trattata in una specifica area geografica influenza il rischio di colonizzazione ione del sistema idrico ospedaliero. Le fonti idriche con un basso residuo o di cloro possono essere associate ad un rischio maggiore. E E quindi importante conoscere i metodi di trattamento dell acqua nella zona nella quale è collocata la struttura. Temperatura dell acqua calda nei diversi punti della rete.la legionella è termofila e cresce bene tra 25 C C e 42 C. Se l acqua l viene conservata nei serbatoi in questo range di temperatura o distribuita ai reparti a questa temperatura, vi è un ragionevole rischio che l impianto l idrico si possa colonizzare con Legionella 8 4

Fattori impiantistici a) Condizioni strutturali Sviluppo verticale (ad esempio ospedali a torre) Presenza di rami morti nell impianto di distribuzione dell acqua Scaldabagni in parallelo Spazi morti nel fondo degli scaldabagni Addolcitori d acquad Tubazioni con gomme di silicone b) Condizioni di utilizzo o di manutenzione Serbatoi non sottoposti a manutenzione periodica Soffioni delle docce ed aeratori non puliti o non sostituiti regolarmente nei reparti a rischio Presenza di rami funzionalmente morti (ad esempio terminali idrici scarsamente utilizzati) 9 Tipologia di pazienti assistiti Rischio molto elevato diapo 1 pazienti profondamente immunodepressi,, quali: pazienti sottoposti nel corso del ricovero a trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche o a trapianto di organo solido pazienti sottoposti a chemioterapia particolarmente immunodepressiva (ad es. per leucemia mielogena acuta dell infanzia) pazienti con granulocitopenia di lunga durata (PMN neutrofili 500/mL ml) 10 5

Tipologia di pazienti assistiti Rischio molto elevato diapo 2 pazienti affetti da tumore sottoposti a chemioterapia preventiva e trattamento corticosteroideo ad alte dosi (> 5 mg/kg di prednisone per più di 5 giorni) o prolungato (0,5 mg/kg di prednisone per 30 giorni o più o equivalenti); 11 Rischio aumentato in presenza di patologia cronica e condizioni individuali abitudine al fumo; diabete mellito, scompenso cardiaco, broncopneumopatia cronica ostruttiva, nefropatie; intervento chirurgico in anestesia generale; tumori maligni; infezione da HIV; trattamento con terapie immunosoppressive,, ad es. corticosteroidi, chemioterapia antitumorale, radioterapia, farmaci anti TNF TNF- α (Tumor Necrosis Factor-α); età superiore a 65 anni; etilismo cronico; tossicodipendenza per via venosa. Complessivamente, le condizioni di cui al presente punto sono molto m diffuse nella popolazione generale, e di conseguenza anche tra i pazienti i ospedalizzati, e non possono essere prese in considerazione nel definire i reparti rti a rischio 12 6

Pratiche sanitarie che aumentano il rischio parto in acqua pratiche sanitarie inerenti le vie aeree: intubazione,, ventilazione, aspirazione, aerosol, ecc. 13 Storia precedente della struttura Il rischio di trasmissione di Legionella può aumentare in una qualsiasi delle condizioni riportate di seguito: Precedenti casi di legionellosi ospedaliera Isolamento in passato di Legionella dal sistema di distribuzione dell acqua potabile o dalle torri di raffreddamento 14 7

Classificazione delle aree assistenziali diapo 1 reparti che assistono pazienti a rischio molto elevato (Centri trapianto, Oncologie, Ematologie).Devono essere classificati ad alto rischio e l obiettivo l deve essere quello di garantire costantemente l assenza l di colonizzazione con Legionella dagli impianti idrici ; reparti che assistono pazienti a rischio aumentato (Medicine, Pneumologie,, Geriatrie, Chirurgie, ecc.).questi.questi devono essere considerati a rischio aumentato,, soprattutto se l impianto l idrico ha caratteristiche tali da far ipotizzare la possibile colonizzazione con Legionella (temperatura dell acqua calda < 50 C C e dell acqua fredda > 20 C). L obiettivo L generale di prevenzione e controllo sarà definito anche in funzione dei precedenti storici quali ad esempio la presenza di casi di sospetta o accertata origine nosocomiale e il livello di contaminazione dell impianto. 15 Classificazione delle aree assistenziali diapo 2 altri reparti che non assistono prevalentemente pazienti con le condizioni cliniche sopra indicate ma possono ospitarne, o comunque possono assistere pazienti con le altre condizioni di rischio indicate in tabella 6. Anche questi dovrebbero essere considerati a rischio aumentato se è stata documentata un importante colonizzazione con Legionella e di conseguenza l obiettivo l generale di prevenzione e controllo sarà definito in analogia al punto precedente. La valutazione del rischio deve essere aggiornata con periodicità annuale e documentata formalmente. Inoltre deve essere ripetuta ogni volta che ci siano modifiche degli d impianti, della tipologia di pazienti assistiti o della situazione epidemiologica della struttura interessata o, infine, in caso di reiterata e anomala presenza di Legionella negli impianti riscontrata a seguito dell attivit attività di monitoraggio. 16 8

Prevenzione e controllo Nuovi impianti Attuare interventi efficaci a mantenere la temperatura dell acqua calda non inferiore ai livelli minimi raccomandati (>50-55 55 C), ad es. installazione di scaldabagni istantanei o semi-istantanei istantanei al posto dei serbatoi e di valvole di miscelazione termostatiche per prevenire il rischio di ustioni, uso di materiali e metodi di lavoro per l isolamento l dei tubi; Disegnare gli impianti in modo da ridurne il rischio di colonizzazione con Legionella spp.: installare sistemi di trattamento dell acqua che riducano il rischio di colonizzazione con Legionella; nel disegnare gli impianti, evitare i rami morti e le altre aree di acqua stagnante; secondo alcuni studi il rame è più resistente alla colonizzazione con Legionella rispetto agli altri materiali. E inoltre essenziale disporre di una descrizione sistematica dell impianto di distribuzione dell acqua, non solo delle parti di nuova progettazione ma anche di quelle q esistenti. La ricognizione di queste ultime risulta a volte difficoltosa, icoltosa, ma almeno nei reparti per pazienti profondamente immunodepressi è di assoluta importanza conoscere la presenza e la dislocazione delle reti per acqua calda e fredda, di serbatoi, di rami morti, di materiali incompatibili con i metodi di bonifica. ecc. 17 Manutenzione degli impianti Gestione dell impianto idrico sanitario Gestione dell impianto di condizionamento (filtri, umidificatori dell aria ambiente Umidificatori adiabatici, canalizzazione etc) Gestioni delle torri di raffreddamento e dei condensatori evaporativi 18 9

Monitoraggio Ambientale Non esiste accordo sull opportunit opportunità di effettuare campionamenti ambientali periodici,né sulla frequenza di campionamenti tuttavia si conviene sui punti seguenti Trapianto (allogenico di cellule ematopoietiche staminali o di organo solido): garantire l assenza di colonizzazione da Legionella. Negli altri reparti: la necessità di campionamenti ambientali viene decisa dopo la valutazione del rischio. Se il rischio è significativo, opportuno un campionamento ambientale iniziale. Reparti che ospitano abitualmente pazienti a rischio aumentato e nei quali non sarà effettuato il monitoraggio ambientale: garantire la ricerca dell Ag urinario. L assenza di Legionella deve essere garantita anche nell acqua utilizzata per il parto in vasca. 19 Monitoraggio ambientale 2 Per decidere la necessità se attuare interventi negli impianti contaminati, esistono due principali criteri: la concentrazione di Legionella la percentuale di campioni positivi. Primo criterio: v. tabella 3 Secondo criterio: soglia del 30% dei campioni positivi Ad oggi non vi è documentata differenza nell efficacia dei due diversi termini di valutazione. I programmi di controllo devono esplicitamente prevedere a priori quale dei due criteri utilizzare nelle politiche di bonifica degli impianti. 20 10

Prevenzione della legionellosi associata a procedure assistenziali Procedure inerenti le vie respiratorie Parto in acqua Misure per pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche 21 Tipi di intervento indicati per concentrazione di legionellaa negli impianti idrici ed aeraulici tab.3 Legionella (UFC/L)Intervento richiesto - Minore o uguale a 1000 UFC/L 1)In assenza di casi:- verificare che siano in atto le misure di controllo di gestione dell impianto; 2).In presenza di un caso rivedere le misure di controllo e valutare la necessità di un intervento di bonifica; 3)In presenza di un cluster rivedere le misure di controllo ed effettuare una bonifica -.Maggiore di 1000 UFC/L ma minore o uguale a 10.000 UFC/L In assenza di casi:- verificare che siano in atto le misure di controllo elencate gestione impianto; Per tutte le strutture ove è prevista, aggiornare la valutazione del rischio. In presenza di un caso singolo o di un cluster rivedere le misure di controllo messe in atto ed effettuare una bonifica -.Maggiore di 10.000 UFC/LContaminazione importante: mettere in atto immediatamente misure di bonifica, sia in presenza che in assenza di casi. 22 11

Fonti e meccanismi di trasmissione della legionellosi correlata a pratiche assistenziali tab 7 parte 1 L esposizione al rischio avviene per via respiratoria,:per inalazione dei microrganismi da droplet di acqua contaminata aerosolizzata che può essere prodotta da docce, umidificatori dell aria; per contaminazione dei presidi usati per la terapia respiratoria o dispositivi medici usati sulle vie respiratorie; attraverso meccanismi di aspirazione dell acqua (colonizzazione dell orofaringe orofaringe,, pazienti portatori di sonde nasogastriche).non è mai stata dimostrata trasmissione interumana Procedure coinvolte Procedure che coinvolgono l apparato l respiratorio, invasive e non, e che necessitano di acqua per il reprocessing degli strumenti o per il loro funzionamento 23 Fonti e meccanismi di trasmissione della legionellosi correlata a pratiche assistenziali tab 7 parte 2 Possibili pratiche a rischiobroncoscopia BroncoaspirazioneBroncolavaggioVentilazione assistitaintubazione orotracheale Tracheostomia Sondino naso gastrico Trattamenti odontoiatriciaerosol terapia Ossigeno terapiaparto in acqua Esempi di articoli semicritici usati sul tratto respiratoriomaschere facciali o tubi endotrachealitubi del circuito inspiratorio ed espiratorioraccordo ad YPallone reservoir per la rianimazione UmidificatoreCircuiti respiratori di ventilatori meccanicispirometria e boccagli Broncoscopi e loro accessori (pinze per biopsia e spazzolini per campioni devono essere sterili)tubi endotracheali ed endobronchialilame del laringoscopio Boccagli e tubi per le prove di funzionalità respiratoria nebulizzatori e reservoir maschere ed occhialini per l ossigenazionesondel dell analizzatore di CO2 e dei monitor della pressione dell aria palloni per la rianimazione manuale Mandrini per intubazione sondini per aspirazionesensori di temperatura 24 12

Sistemi di sorveglianza attiva e diagnosi di legionellosi Garantire la possibilità di richiedere i test di laboratorio necessari a porre diagnosi di legionellosi e di risposte tempestive. Promuovere nei clinici un elevato indice di sospetto diagnostico per la legionellosi associata a cure sanitarie. Nei reparti che ospitano abitualmente pazienti a rischio aumentato deve essere effettuata la ricerca dell antigene urinario in tutti i casi di polmonite comparsa dopo il ricovero. Gli ospedali che hanno Centri Trapianto (di cellule staminali o di organo solido) devono avere la possibilità di eseguire all interno la coltura per legionella. 25 Sistemi di sorveglianza attiva e diagnosi di legionellosi 2 Diagnosi clinica I clinici devono mantenere un elevato indice di sospetto diagnostico per la diagnosi di legionellosi associata a cure sanitarie. In tutti i casi di polmonite insorta dopo l ingresso in ospedale, nella diagnosi differenziale deve essere sempre considerata la legionellosi. Deve essere pertanto assicurata la disponibilità e deve essere periodicamente verificato l effettivo utilizzo dei test diagnostici di laboratorio da parte dei medici. Sorveglianza attiva Adottare sistemi di sorveglianza attiva che informino tempestivamente di casi di legionellosi in pazienti che erano stati ricoverati in ospedale senza questa patologia. Prevedere sistemi di sorveglianza attiva dei patogeni sentinella che includano anche la legionellosi. 26 13

Interventi successivi alla segnalazione di un caso di legionellosi nosocomiale a) Indagine epidemiologica b) Controlli microbiologici ambientali devono essere programmati controlli microbiologici ambientali In caso di contaminazione: bonifica c) Prosecuzione dei controlli microbiologici ambientali I controlli dopo gli interventi di bonifica avranno frequenza variabile, a seconda del livello di contaminazione riscontrato e di rischio. Di norma, in caso di riscontri negativi, i controlli successivi devono essere eseguiti per il primo anno almeno una volta a trimestre. Se persiste la negatività, nel secondo anno devono essere almeno semestrali, dopo di che possono essere sospesi, rispettando il piano aziendale di contenimento del rischio di legionellosi. 27 METODI DI BONIFICA Mantenimento temperatura <20 C Mantenimento temperatura >50 C Flussaggio periodico con acqua calda a 50.60 gradi Shock termico Disinfezione con ipoclorito di sodio Disinfezione con biossido di cloro etc 28 14

Formazione e comunicazione Formare i medici a mantenere un elevato indice di sospetto per la polmonite da Legionella associata a pratiche assistenziali e ad usare appropriate tecniche diagnostiche; Mantenere un elevato indice di sospetto di polmonite da Legionella nei pazienti trapiantati, con polmonite nosocomiale, anche quando gli accertamenti di sorveglianza ambientale non dimostrano presenza di Legionella; Formare il personale di assistenza, il personale addetto al controllo delle infezioni e quello addetto alla gestione e manutenzione degli impianti, sulle misure di controllo delle legionellosi associata alle pratiche assistenziali; Comunicare formalmente ai reparti gli esiti della valutazione del rischio. 29 30 15

Indice 1.INFORMAZIONI RELATIVE AL MANUALE 1,1 Data di emissione del manuale 1.2 Autori del manuale 1.3 Obiettivi del manuale 1.4 Contenuti del manuale 1.5 Aggiornamento della Valutazione del rischio 1.6 Conservazione del manuale 2.RIFERIMENTI NORMATIVI 1.STRUMENTI E METODI DI INDIVIDUAZIONE E VALUTAZIONE DEI RISCHI 3.1 Istituzione del Comitato Aziendale 3.2 Criteri e metodi di individuazione dei rischi 3.3 Criteri e metodi di valutazione dei rischi 3.4 Individuazione dei fattori di rischio e analisi dei rischi 3.5 Ispezione della struttura 3.6 Periodicità della valutazione del rischio 3.7 Istituzione del registro di autocontrollo per la prevenzione della legionellosi 3.8 Tabella delle responsabilità 1.MISURE DI PREVENZIONE PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO 4.1 Strategie di prevenzione nelle procedure sanitarie 4.2 Strategie di prevenzione nei sistemi impiantistici: 4.2.1 strategie per prevenire la colonizzazione degli impianti 4.2.2strategie per prevenire la moltiplicazione batterica 1.MISURE DI CONTROLLO DELLA LEGIONELLA 5.1 Misure minime di controllo. 5.1.1 a breve termine 5.1.2 a lungo termine 5.2 Misure da porre in essere in presenza di rischio, in assenza di casi 5.2.1 campionamento ambientale 5.2.2 criteri di individuazione dei siti di campionamento 5.2.3 esiti positivi dell esame batteriologico: flow chart di intervento 5.2.4 esiti negativi dell esame batteriologico: flow chart di intervento 31 7.2.1 iperclorazione shock 7.2.2 iperclorazione continua biossido di cloro Allegato 1 Istruzioni operative per il campionamento per la ricerca di legionella Allegato 2 Siti di campionamento individuati Allegato 3 Valutazione del rischio ambientale Allegato 4 Valutazione del rischio sanitario Allegato 5 Istruzione operativa Gestione dei DM per la somministrazione di O2 terapia e aerosol terapia Allegato 6 Istruzione operativa Sorveglianza delle polmoniti ospedaliere e ricerca attiva delle polmoniti da legionella Allegato 7 Piano Campionamenti ARPA 2008 Allegato 8 Programma manutenzioni 32 16

INTERVENTI DA EFFETTUARSI AL VERIFICARSI DI UN CASO O DI UN CLUSTER DI LEGIONELLA 6.1 Definizione di caso di infezione nosocomiale Flusso di notifica - Indagine epidemiologica 6.2 Indagine ambientale campionamenti indagine microbiologica 6.3 Interventi di controllo a breve termine. 6.3.1 interventi di emergenza in presenza di caso singolo 6.3.2 interventi di emergenza in presenza di cluster 6.3.3 sospensione dell attività sanitaria 6.4 Interventi di controllo a lungo termine METODI DI PREVENZIONE E CONTROLLO DELLA CONTAMINAZIONE DEL SISTEMA IDRICO Trattamento termico 7.1.1 Shock termico 7.1.2 Mantenimento costante della temperatura tra 55 e 60 all interno della rete e a monte della miscelazione con acqua fredda Clorazione 33 17