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Strategia d investimento obbligazionaria Valutazione del mercato Analisi delle variabili del reddito fisso Strategia d investimento per gli asset obbligazionari Bollettino mensile no. 3 marzo A cura dell Ufficio Ricerca e Analisi

Strategia d investimento obbligazionaria Considerazioni riassuntive degli indicatori analizzati Indicatore La curva dei rendimenti L evoluzione dei rendimenti L andamento dei differenziali I corporate spreads Indicatore La curva dei rendimenti L evoluzione dei rendimenti L andamento dei differenziali Area Euro Curva regolare Stabile Nuovo movimento di flattening Spread stabili Area Dollaro statunitense Curva regolare Spostamento verso il basso, compenso di gennaio Stabilità a ridosso dei massimi Commento sul mercato obbligazionario e strategia operativa Continuano a ruotare le incertezze sul mercato dei capitali. Se a febbraio scrivevamo di un passaggio in secondo piano dei potenziali problemi di finanziamento dei paesi europei più deboli, a favore delle tensioni in Tunisia ed Egitto, ecco che questa volta il mercato si trova confrontato ad un nuovo conflitto armato (le Nazioni Unite hanno imposto la no fly zone alla Libia con la forza) e soprattutto alla drammaticità del terremoto in Giappone. In prima istanza dobbiamo dare adito al mercato di aver reagito alla situazione con ordine ammirevole e soprattutto almeno per ora- senza cascare nelle paure del panico, merito sicuramente anche della sempre maggiore accortezza delle banche centrali: poche ore dopo il sisma la Banca Centrale del Giappone ha immesso nel sistema liquidità importanti, mentre il G7 ha attuato un intervento contro la forza della yen come non lo si registrava da oltre un decennio. Per quanto possa apparire come pensiero cinico, ci sentiamo di credere che gli accadimenti di questi giorni non cambieranno radicalmente usi, costumi e il destino del mondo. Il problema del petrolio libico infatti è un problema limitato, dato che non avrà impatto alcuno sulla quantità estratta e la domanda dello stesso, ma semmai rimescolerà parzialmente i flussi fra i paesi esportatori e quelli acquirenti; inoltre difficilmente l impatto macroeconomico del terremoto in Giappone (ottavo contributore in termini di PIL all economia mondiale, ma da anni in difficoltà) si farà sentire in maniera importante sulla crescita mondiale. La logica conseguenza della nostra convinzione è che la strategia operativa sull obbligazionario rimane immutata. Nell ambito di emissioni governative rimaniamo della convinzione che la parte centrale della curva vada sottopesata in quanto poco attrattiva per l investitore in termini di rapporto fra rischio e rendimento. Le obbligazioni a lungo in fasi di debolezza meritano una considerazione in termini di diversificazione, segnatamente quando la debolezza del lungo si presenta in concomitanza con differenziali di rendimento che offrono un pick-up di 250 o più punti base sul breve. Il segmento corporate rimane a nostro avviso l area da privilegiare nell ambito della qualità dei bonds. Specialmente in questo momento di volatilità, un allargamento degli spread su debitori di qualità in settori in salute, rappresenta una nuova opportunità di accumulo. Nella situazione attuale un occhio di riguardo lo meritano gli assicurativi che, seppur confrontati con costi ingenti derivanti dal terremoto in Giappone, storicamente escono rafforzati nel medio periodo da queste circostanze in considerazione di potenziali aumenti dei premi alle prossime scadenze. ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 3 marzo Pagina 2 / 8

Asset allocation tattica Area Euro 100% 80% 60% 40% 0% 75% 5% < 2 anni 2-5 anni > 5 anni Nessuna modifica sulla strategia obbligazionaria. La parte centrale va sottopesata dato che in termini di rischio/rendimento non è particolarmente attrattiva. Sul lungo manteniamo una posizione neutrale, non escludendo un aumento in potenziali fasi di ascesa dei rendimenti. Area Dollaro statunitense 100% 80% 60% 40% 0% 75% 5% < 2 anni 2-5 anni > 5 anni Nessuna modifica sulla strategia obbligazionaria. La parte centrale va sottopesata dato che in termini di rischio/rendimento non è particolarmente attrattiva. Sul lungo manteniamo una posizione neutrale, non escludendo un aumento in potenziali fasi di ascesa dei rendimenti. Asset allocation ideale 100% 80% 60% 40% 40% 40% 0% < 2 anni 2-5 anni > 5 anni Fonte: MS Excel, Banca del Sempione Nel segmento del reddito fisso per valutare la nostra strategia partiamo da un allocazione ideale conservativa che considera il 40% di investimenti a breve (<2 anni), il 40% di investimenti a medio (2-5 anni) e il di investimenti a lungo (>5 anni). La duration di questa allocazione è di 3.30 anni, data dalla ponderazione delle tre parti della curva: 40% breve duration 1.0 anni 40% medio duration 3.5 anni lungo duration 7.5 anni ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 3 marzo Pagina 3 / 8

Primo indicatore: La curva dei rendimenti La curva dei rendimenti in Euro 3.50 2.50 1.50 Il wording di Trichet e i timori legati alla stabilità dei prezzi hanno mantenuto la curva dei rendimenti in euro praticamente immutata nelle ultime settimane, nonostante uno scenario di fondo che avrebbe potuto innescare una certa domanda sull obbligazionario. 0.50 blu: attuale rosso: precedente 1m 3m 6m 1 y 2y 3y 5y 10 La curva dei rendimenti in Dollari statunitensi 3.50 2.50 Il proseguo del quantitative easing, come pure un rientro del movimento tecnico di gennaio, ha innescato un chiaro spostamento verso il basso dei rendimenti su tutta la curva espressa in dollari statunitensi. 1.50 0.50 blu: attuale rosso: precedente 1m 3m 6m 1 y 2y 3y 5y 10 ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 3 marzo Pagina 4 / 8

Secondo indicatore: L evoluzione dei rendimenti Evoluzione dei rendimenti a 3 mesi in Euro In sintonia con il due anni, anche il breve si sta leggermente spostando verso l alto. Evoluzione dei rendimenti a 2 anni in Euro L insistente wording rialzista di Trichet e di altri importanti esponenti della Bce ha continuato a spingere al rialzo i rendimenti a due anni. Come atteso è stata avvicinata l area 2%, la quale però a nostro modo di vedere potrà essere infranta solo nel momento di un primo reale rialzo dei tassi da parte della Bce, un rialzo che potrebbe ancora farsi aspettare. Evoluzione dei rendimenti a 10 anni in Euro Il movimento rialzista dei rendimenti a lungo ha subito un primo colpo d arresto, complici le molteplici insicurezze sorte nell ultimo periodo. Noi rimaniamo dell avviso che in area 3.5% possa valere la pena iniziare a diversificare sulla curva, aumentando leggermente l esposizione al lungo. E possibile che il movimento possa anche protrarsi fino al 4% durante l anno, ma non crediamo che esistano i fondamentali per una tendenza rialzista duratura. ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 3 marzo Pagina 5 / 8

Evoluzione dei rendimenti a 3 mesi in Dollari statunitensi 7.00 Calma piatta sul mercato monetario statunitense. Evoluzione dei rendimenti a 2 anni in Dollari statunitensi 7.00 L andamento dei rendimenti a due anni conferma come il mercato per ora non sconti in alcun modo un cambiamento della politica monetaria negli Stati Uniti. Evoluzione dei rendimenti a 10 anni in Dollari statunitensi 7.00 Dopo un prolungato momento di debolezza i bond a lungo espressi in dollari statunitensi hanno vissuto alcune ottave di forza che hanno dato vita ad un rimbalzo. Noi crediamo che nell attuale scenario di insicurezza sia verosimile un movimento in un trading range abbastanza limitato. ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 3 marzo Pagina 6 / 8

Terzo indicatore: La struttura della curva (analisi del differenziale) Differenziale di rendimento, obbligazione statale in Euro (10 anni 2 anni) La struttura della curva in euro ha messo in mostra un nuovo tentativo di flattening, questa volta innescato dal sempre più insistente wording della Bce che lascia trasparire la possibilità di un primo aumento dei tassi. Se ciò avvenisse è verosimile un proseguo del movimento in atto. - Differenziale di rendimento, obbligazione statale in Dollari statunitensi (10 anni 2 anni) - Non ci sono stati movimenti particolari sul differenziale fra i tassi a breve e quelli a lungo espressi in dollari statunitensi. Nonostante qualche movimento rialzista dei rendimenti a breve in gennaio, prontamente stornati in febbraio, per il momento non ci sono motivi per credere che la Fed cambierà il suo mood accomodante in materia di tassi e in tal senso non intravvediamo molto spazio per un flattening consistente. ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 3 marzo Pagina 7 / 8

Quarto indicatore: I corporate spreads Corporate spreads su base decennale in Euro (BBB - AAA) 2.50 1.50 Gli spread sono rimasti relativamente stabili anche durante le ultime ottave. A nostro modo di vedere eventuali momenti di allargamento degli spread vanno colti per incrementare l esposizione al debito societario. 0.50 ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 3 marzo Pagina 8 / 8