Capitolo 1 Il problema della resistenza agli antibiotici

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Capitolo 1 Il problema della resistenza agli antibiotici degli antibiotici, che ha avuto il suo massimo splendore tra il 1950 e il 2000, sta per L era finire. Di questi tempi anche chi non fa uso di antibiotici per motivi di salute propria o dei propri familiari sente sempre più spesso parlare del fenomeno della resistenza* 1 dei batteri agli antibiotici come di un problema molto allarmante, addirittura come di una nuova forma di peste di antica memoria. Questo fenomeno è conosciuto anche con il nome di farmacoresistenza in quanto non sono solo i batteri a presentare il fenomeno della resistenza agli antibiotici ma anche altri agenti patogeni infettanti come certi virus che diventano resistenti ai farmaci antivirali o certi parassiti che diventano resistenti agli antimalarici. Non passa giorno che tutti i media più importanti, dalla stampa alla televisione, non parlino del problema della farmacoresistenza. I dati a disposizione dell European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC, * I termini seguiti da asterisco sono quelli che vengono spiegati nel Glossario in fondo al testo.

6 - Antibiotici? No, grazie ossia il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, agenzia dell Unione europea che si occupa di malattie infettive) documentano che l Italia è fra le nazioni a maggior consumo di antibiotici. La conseguenza è che il nostro Paese è fra quelli con la maggior quantità di batteri resistenti compresi quelli multiresistenti. Questi ultimi, anche se confinati prevalentemente in ambito ospedaliero, iniziano a diffondersi con infezioni acquisite nelle comunità. Il problema farmacoresistenza.

Capitolo 1 - Il problema della resistenza agli antibiotici - 7 Nessuno sa cosa accadrà quando batteri e infezioni non potranno più essere combattuti. Sono lontani i tempi in cui una sbucciatura di un ginocchio, un taglietto o un infezione potevano portare alla morte. Da molti decenni ormai siamo abituati a considerare queste cose un passato superato, cancellato dall invenzione degli antibiotici. Eppure non è così. Già oggi è sempre più difficile curare certe infezioni, e l uso sconsiderato e l abuso di antibiotici ha favorito e accelerato questo processo. Entro qualche anno, molto meno di quanto possiamo pensare, potremmo cominciare a perdere la guerra contro i batteri. E allora gli ospedali potrebbero tornare a essere lazzaretti, luoghi di confino e di isolamento dove più che curare si cercherebbe di contenere la diffusione delle infezioni e di accompagnare i malati alla morte. IL MIRACOLO DEGLI ANTIBIOTICI Uno degli impatti più significativi per l aumento dell aspettativa di vita degli ultimi cent anni è stata la capacità di prevenire le infezioni con gli antibiotici e il miglioramento delle condizioni igieniche e ambientali. Il grafico riportato a p. 9 rappresenta i tassi di mortalità per tutte le cause infettive. La mortalità provocata dalle malattie non infettive linea di mezzo è rimasta pressoché costante mentre la mortalità dovuta a cause infettive linea in basso è diminuita vistosamente sebbene negli anni recenti abbia ripreso a salire. La linea in basso indica la diminuzione della mortalità dovuta alle infezioni. Il picco intorno all anno 1920 è spiegato da una influenza epidemica, conosciuta come influenza spagnola.

8 - Antibiotici? No, grazie L INFLUENZA SPAGNOLA L influenza spagnola è stata una pandemia* influenzale che uccise decine di milioni di persone nel mondo fra il 1918 e il 1920. È conosciuta come la più grave forma di pandemia della storia dell umanità, avendo ucciso più persone della terribile peste nera del XIV secolo, descritta da G. Boccaccio e della stessa Grande Guerra. Il virus fu portato in Europa dalle truppe statunitensi sbarcate in Francia dall aprile 1917 con l entrata in guerra degli Stati Uniti. Allo scoppio dell epidemia*, il conflitto era iniziato ormai da quattro anni e si era trasformato in guerra di posizione: milioni di militari vivevano ammassati sui vari fronti, in trincee anguste, in condizioni igieniche terribili che favorirono la diffusione del virus anche alla popolazione civile che fu decimata ancora più di quanto non avessero fatto gli stessi eventi bellici. La prima guerra mondiale aveva infatti ucciso dieci milioni di persone, quasi esclusivamente militari; in sei mesi, tra la fine dell ottobre 1918 e l aprile 1919, l influenza spagnola colpì un miliardo di persone uccidendone circa 50 milioni di cui circa 400.000 soltanto in Italia. La maggior parte dei morti si ebbe per complicanze batteriche, cioè infezioni opportunistiche che si sovrapposero all influenza (virale) nell organismo indebolito. Gli antibiotici non erano ancora stati scoperti, ma sarebbero stati molto utili per ridurre drasticamente la mortalità dovuta alle infezioni batteriche.

Capitolo 1 - Il problema della resistenza agli antibiotici - 9 Tassi di mortalità. L INIZIO DELL ERA ANTIBIOTICA Un secolo fa i medici avevano pochi medicamenti per trattare le malattie infettive. Di medicine ce n erano a centinaia, ma esse fornivano solo un modesto sollievo, la maggior parte del quale era attribuibile all uso contemporaneo di alcol e narcotici. I medici prescrivevano elisir, toccasana e pozioni per ogni tipo di malattia. L esame sistematico dell efficacia di questi medicamenti, cominciato nel 1890 1, ha dimostrato che 1. Alla fine del XIX secolo sono comparsi sul mercato i primi farmaci di sintesi quali ad esempio l aspirina scoperta circa trent anni prima e la cui efficacia era dimostrabile contrariamente a quella dei vari medicamenti fino ad allora in uso.

10 - Antibiotici? No, grazie Sviluppo della resistenza agli antibiotici. Cronologia di comparsa della resistenza rispetto all introduzione commerciale dell antibiotico.

Capitolo 1 - Il problema della resistenza agli antibiotici - 11 pochi di essi erano degni di essere presi in considerazione. Avendo a disposizione così pochi trattamenti efficaci, il ruolo del medico si limitava a quello di controllare il decorso della malattia e rendere questo decorso più confortevole possibile per il paziente aspettando che il suo sistema immunitario riuscisse a superare l infezione, se era in grado di farlo. Tuttavia i medici del tempo, pur non avendo a disposizione un grande armamentario terapeutico, erano dotati più di quelli del giorno d oggi di una grande capacità di diagnosi che si basava sull esame, quasi quotidiano, dello stato di salute del paziente e di quello di tutta la sua famiglia. Quest esame quotidiano del paziente richiedeva l esame fisico e psicologico dello stesso sia esterno (colorito della pelle, esame della congiuntiva, secrezioni sebacee, sudorazione, analisi degli odori ecc.) che interno (auscultazione cardiaca e polmonare, manipolazione degli arti, palpazione degli organi ecc.). A questi esami si aggiungeva poi l esame visivo e olfattivo dell urina, delle feci e di altre secrezioni. Questa presenza ravvicinata del medico contribuiva già di per sé ad agevolare il miglioramento della condizione di malattia del paziente stesso. Dopo la scoperta della penicillina e della realizzazione della sua produzione industriale negli anni 1943-45 (prevalentemente per curare i feriti di guerra), iniziò un era in cui malattie una volta letali diventavano curabili anche dai medici di base senza ricovero ospedaliero e con la semplice somministrazione di una polverina per l iniezione preparata davanti al malato.

12 - Antibiotici? No, grazie Già nel 1945, Alexander Fleming, scopritore della penicillina nel 1928, nel discorso tenuto in occasione della ricezione del premio Nobel, mise in guardia il mondo della medicina sul pericolo della farmacoresistenza affermando che «Non è difficile rendere resistenti i batteri trattati con la penicillina in laboratorio: basta trattarli con concentrazioni di penicillina non sufficienti a ucciderli. La medesima cosa avviene nel corpo se si trattano i batteri con concentrazioni di antibiotico non letali per gli stessi batteri». Gli agenti antibatterici, cioè gli antibiotici, furono considerati la cura miracolosa al servizio della pratica clinica. Tuttavia divenne presto evidente, subito dopo la scoperta della penicillina, che la resistenza dei batteri agli antibiotici si sviluppava velocemente determinando la fine del miracolo. Oggi anche gli antibiotici di ultima generazione non sono più in grado di combattere i batteri resistenti.