IL GIOCO IN OSPEDALE. Il poeta e la fantasia, Il contrario del gioco non è ciò che è serio, bensì ciò che è reale. Sigmund Freud,



Documenti analoghi
UNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO E PROGETTO DI VITA

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado

Il laboratorio di Pasticceria

I MOMENTI DI CURA: SOLO SODDISFAZIONE DI BISOGNI DI ACCUDIMENTO FISICO?

G I OC ON F A PROGETTO DI PRATICA PSICOMOTORIA

Viale Trastevere, 251 Roma

Giochi nel mondo. Laboratorio di intercultura

a cura dott.ssa Maria Cristina Theis

Valeria Destefani Psicologa Psicoterapeuta Fondazione Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino IRCCS.

Fate che i bambini si istruiscano giocando: potrete così conoscere le inclinazioni di ciascuno. PLATONE (Repubblica VII,537)

La Dislessia è uno dei disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA» (LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 ) Lucia Scuteri

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma

Team Building: la sfida outdoor

SCUOLA INFANZIA-PRIMARIA PRAIA-AIETA-SAN NICOLA ARCELLA ANNO 2014/15

L uso e il significato delle regole (gruppo A)

PROGETTO NIDO FELICE

Sottogruppo progetto pedagogico

PROGETTO di INSERIMENTO e ACCOGLIENZA

OSSERVAZIONE: COME VEDIAMO I NOSTRI RAGAZZI!

PROGETTO ACCOGLIENZA SCUOLA DELL INFANZIA

INGRESSO SCUOLA INFANZIA. BAMBINI/E DI 3 ANNI

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice

EDUCARE/EDUCARSI CON BAMBINI IN DIFFICOLTÀ. 26 maggio 2009 EDUCARE/EDUCARSI CON BAMBINI IN DIFFICOLTA

Scuola dell Infanzia San Francesco

SCUOLA DELL INFANZIA SORBANO DEL VESCOVO ANNO SCOLASTICO Progetto annuale UNA FIABA.. A COLORI!!!

LA RICHIESTA DI AIUTO DEL GENITORE PER IL FIGLIO ADOLESCENTE. Prof.ssa Carla Guatteri

Accettazione della malattia diabetica e la famiglia. Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa

Progetto DopolaScuola Presentazione Esiti 1 fase. Caregivers e percezione del bisogno formativo dei soggetti dagli 11 ai 14 anni. Legnano,

RUGBY A SCUOLA. Aspetti pedagogici, educativi e sociali

ASILO NIDO PROGETTO EDUCATIVO ROSA & CELESTE 2. Cooperativa Sociale DIDASKO Viale C. Battisti, TERNI. Pagina 1 di 5

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, aprile

Ricerca «Ragazzi in gioco» Paolo Molinari, IRES FVG

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

DINAMICHE INTERPERSONALI E DI GRUPPO 7 LEZIONE. Prof. Marta Ghini

ElEmEnti di pedagogia infantile Cosa significa educare

OGGETTO: Linee guida Progetto PERCORSO DI ORIENTAMENTO in collaborazione con la FS Prof. Sergio.

M.Cristina Stradi

Perchè il disegno è importante?

I CAMPI DI ESPERIENZA

Data di pubblicazione. ottobre Data di aggiornamento. ottobre 2015

Quando decidi di crescere? LE DIFFICOLTA EMOTIVO-RELAZIONALI

Dalla Diagnosi Funzionale al PEI. Valutazione delle abilità attraverso l osservazione del comportamento e i test

Istituto Comprensivo F. Crispi Ragusa. Progetto Pedagogia di Genere. Scuola dell Infanzia Via Carducci sez. B, Inss.

Anno Scolastico Progetto di Tirocinio Animazione Musicale

Laura Viganò

MODULO 14: L individuazione e le traiettorie di sviluppo

COME MOTIVARE IL PROPRIO FIGLIO NELLO STUDIO

LA COPPIA TRA GENERATIVITÀ E GENITORIALITÀ

Le FINALITA del percorso curricolare all interno della Scuola dell Infanzia sono:

Processi di comunicazione scuola-famiglia

L intelligenza numerica

Il tempo che dedico alla valutazione delle prove di apprendimento lo considero:

TRE ANNI TRAGUARDI per lo sviluppo delle competenze OBIETTIVI di apprendimento CONTENUTI

PROGETTO ACCOGLIENZA

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario

IL PROGETTO CARCERE RESPONSABILE GIOVANNI VINCI 1

Perché parlare di territorio nella scuola? Importanza della conoscenza del proprio territorio, identità e legame affettivo.

Nozioni generali. Principali forme di trattamento

OBIETTIVI GENERALI. Conoscenza dello spazio, rispetto degli altri. Sviluppo del senso di orientamento. Socializzazione tra i bambini e aumento

FIABE, FAVOLE E FANTASIA

Progetto Teatro. (laboratorio teatrale)

Un esperienza Servizio di Assistenza Domiciliare ai Minori creare legami per innescare

CITTADINANZA E COSTITUZIONE

I SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI IN PROVINCIA DI TRENTO

Fondamenti e tecniche di comunicazione verbale

LABORATORIO PERMANENTE di NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA NEFROLOGIA E DIALISI PERITONEALE OSPEDALE SAN PAOLO SAVONA ASL2

PROGETTARE PER COMPETENZE

QUESTIONARIO DI EFFICACIA DELL INCONTRO. La valutazione dovrà essere espressa in scala da 1 (per niente) a 5 (pienamente).

Scuola dell Infanzia Walt Disney anno scolastico 2005/2006

IL PERCORSO DI COACHING

ORIENTARE = EDUCARE ALLE SCELTE


Le caratteristiche dell adolescenza. Problematiche tipiche del contesto attuale

COSA SA FARE COSA IMPARA A FARE VERSO QUALI COMPETENZE. 1) gestisce in modo consapevole il proprio IO, adeguandosi alle diverse situazioni.

Documento di approfondimento. Valutazione dello stress lavoro correlato e benessere organizzativo nella scuola

Argomenti: - La consapevolezza di sés - Il concetto di sés - La stima di sés - Le influenze esterne

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2)

PROGETTO DISABILITA MULTIPLE COMPLESSE

AUTISMO E ABA. Dott.ssa Lara Reale Scuolaba ONLUS

I colloqui scuola-famiglia: le basi per una comunicazione efficace Dott.ssa Claudia Trombetta Psicologa e psicoterapeuta claudia.trombetta@ .

SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN

Disturbi dello Sviluppo (DS): approccio riabilitativo in età scolare

COS E LA PSICOLOGIA DELLO SPORT? PERCHE NASCE?

FATTORI DI RISCHIO E PROTEZIONE DEGLI OPERATORI DI SOCCORSO

Unified Sport for All Attività sportiva unificata

SCUOLA PRIMARIA CLASSI 2^ - 3^ - 4^ - 5^ CLASSE PRIMA ANNOTAZIONI TUTTI I PLESSI 14/09 9,00 12,00 8,30 12,00

LE COMPETENZE ESSENZIALI PER IL RUOLO DI COUNSELOR

PROGETTO CONTINUITA E ACCOGLIENZA

SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

CENTRO FEDERATO INER VERONA

L educatore in pediatria. Per un profilo professionale

JUDO COME EDUCAZIONE MOTORIA

FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA

PROGETTO GIOCHI SPORTIVI STUDENTESCHI SCUOLA PRIMARIA

Gli alunni con Disturbi dello spettro autistico nella scuola primaria La formazione degli insegnanti modelli di intervento e strategie educative

Il gruppo nella ricerca-azione. azione. Cantù, 24 maggio 2011

20 GENNAIO 2011 SCHEMA DELLA RELAZIONE DEL

Obiettivi di apprendimento ASCOLTO (COMPRENSIONE ORALE)

Introduzione. A chi è destinato il programma? Obiettivi

Progetto per la promozione della lettura INTRODUZIONE

Transcript:

IL GIOCO IN OSPEDALE Nell'uomo autentico si nasconde un bambino: che vuole giocare. Friedrich Nietzsche, Così parlò Zarathustra, 1885 Il contrario del gioco non è ciò che è serio, bensì ciò che è reale. Sigmund Freud, Il poeta e la fantasia, 1907

Storia Fin dai tempi antichi GIOCO vs LAVORO - IMPEGNO 1800 J. Locke e J.J. Rousseau Frobel G I O C O Strategia per apprendere Attività libera, seria e fondamentale per lo sviluppo

TEORIE PSICOLOGICHE FREUD PIAGET gioco come input per attivare il processo di identificazione il gioco sviluppa la sfera cognitiva e la personalità VYGOTSKY il gioco è una forza attiva per lo sviluppo della sfera sociale e affettiva del bambino

Dal punto di vista pedagogico Fine ultimo dell educazione è sviluppare empowerment recuperando e valorizzando la dimensione personale di ciascuno. POTENZIARE RECUPERARE VALORIZZARE

Funzione del gioco in ospedale TERAPEUTICA SIMBOLICA Il gioco viene usato nelle situazioni di passività o non reazione Giochi che permettono di rielaborare sentimenti negativi

Obiettivi educativi del gioco in ospedale 1) Scoperta del reale e sostegno della parte sana 2) Significazione del reale 3) Scoperta del sé 4) Socializzazione 5) Sicurezza 6) Espressione delle emozioni 7) Libertà di esercizio di pensiero e creatività

Caratteristiche delle attività di gioco - intervento quotidiano e continuativo - inserito in un tempo e spazio adatti alle esigenze dei bambini - condotto da personale formato e competente

La ricerca Come giocano i bambini? Sono stati osservati 990 bambini di età compresa tra i 2 e i 17 anni ricoverati presso il Dipartimento di Pediatria di Padova e nei reparti di Piove di Sacco, Chioggia e Belluno durante 296 situazioni di gioco

Partecipanti ad attività di gioco suddivisi per età (in %) 60,0% 50,0% 55 % 40,0% 30,0% 20,0% Relativa omogeneità 35 % < 3 anni 3-5 anni 6-10 anni >11 anni 10,0% 0,0% Padova Piove di Sacco Chioggia Belluno < 3 anni 7,2% 21,5% 22,5% 7,09% 3-5 anni 29,9% 26,9% 33,3% 32,62% 6-10 anni 55,0% 31,8% 23,4% 24,82% >11 anni 8,0% 19,7% 20,7% 35,46%

Le difficoltà Dai dati quantitativi emergeva la difficoltà di comprendere pienamente i bisogni delle singole fasce d età, fine che orienta l agire educativo. La ricerca perciò è stata affiancata da un analisi qualitativa svolta tra novembre 2009 e giugno 2010. Ricerca quantitativa + Ricerca qualitativa

Strumento d indagine qualitativa Griglie di osservazione che indagano i comportamenti oggettivi del bambino che gioca. Ai comportamenti oggettivi l educatore associava poi in ciascuna rilevazione le proprie riflessioni soggettive.

Bambini < 3 ANNI Aspetti rilevanti: - timore e paura iniziali - ricerca di consenso da parte del genitore - giocano in prevalenza in braccio o nelle vicinanze del genitore con giochi sonori o in movimento - poca interazione con altri bambini o con l educatore

Bambini 3-5 anni Aspetti rilevanti: - timore iniziale ma adesione all invito se ben confortati dal genitore - ricerca di consenso - buone capacità relazionali con l educatore - scarsa socializzazione con altri bambini - Giochi preferiti 3-4 anni : giocattoli o giochi d astuzia e ingegno 5 anni : puzzle, giochi in scatola (sapientino, memory, )

Bambini 6-10 anni Aspetti rilevanti: - accettano quasi subito l invito al gioco chiedendo però il permesso al genitore - maggior interazione con gli altri bambini - giocatori privilegiati sono i coetanei o altri adulti - esclusione del genitore dal gioco - giochi preferiti: giochi di competizione e di gruppo, raramente si isolano

Adolescenti > 11 anni Aspetti rilevanti: - 1 adolescente su 4 rifiuta di entrare in dinamiche di gioco - l acquisizione di fiducia verso l educatore avviene più lentamente - la scelta del tempo e della modalità di gioco è esclusivamente del ragazzo - prediligono giochi di gruppo con coetanei o bambini più piccoli - preferiscono assumere ruoli da adulto come aiutanti dell educatore.

Che cosa è emerso - il bisogno continuo di conferme - la difficoltà a socializzare - la necessità di attività ad hoc per adolescenti

Verifichiamo Gli aspetti emersi dall analisi qualitativa sono stati confrontati tra le diverse realtà presenti in ogni reparto partners e tra le educatrici che seguivano reparti differenti. Nessuna differenza è stata rilevata nelle modalità di gioco dei bambini ai quali sono stati offerti spazi e materiali per il gioco. L unica differenza negli spazi di gioco, molto limitati è stata rilevata nel reparto di pediatria di Chioggia.

Per concludere 1. l età del bambino condiziona la modalità di accettazione della proposta di gioco che va supportata e condotta dall educatore con l aiuto del genitore se presente

Per concludere 2. il gioco è lo strumento più potente di interazione col bambino, soprattutto molto piccolo, perché lo invita a far emergere la sua dimensione personale (gusti, preferenze)

Per concludere 3. il coinvolgimento del bambino nel gioco aumenta con l aumentare della fiducia nell educatore che deve saper accogliere i rifiuti come punto di partenza della relazione

Per concludere 4. in tutte le fasce d età il gioco permette al bambino di sentirsi unico in un preciso ruolo e quindi non solo bambino malato ma anche bambino che sa giocare

Implicazioni future - Occorre predisporre le attività di gioco funzionali a stimolare la socializzazione tra bambini, specie tra i più piccoli - Per l adolescente è necessario predisporre situazioni di gioco in base a percorsi funzionali alle caratteristiche psicologiche dell età : senso di controllo, autostima, responsabilità, senso del limite.