BOZZA NON CORRETTA MISSIONE A CROTONE 16 GIUGNO 2010 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA. La seduta inizia alle

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1 MISSIONE A CROTONE 16 GIUGNO /14 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA La seduta inizia alle PRESIDENTE. L audizione odierna rientra nell ambito dell approfondimento del traffico illecito di rifiuti con la Cina. Buongiorno, capitano, la ringraziamo di essere qui. Come lei sa, la sua audizione viene registrata; se vi sono argomenti che lei riterrà debbano restare riservati, ce li segnali prima e segreteremo il relativo passaggio. In realtà, abbiamo approfittato di essere a Crotone per una vicenda non direttamente collegata a Crotone, ma a notizie che lei dovrebbe possedere in relazione al traffico di rifiuti con la Cina. Era questo l argomento su cui volevamo sentirla. Le lascerei la parola, perché non so esattamente quali sono gli eventi a sua conoscenza. SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Sviluppo un excursus storico sulla vicenda, perché è necessario partire dall inizio dell attività che ho svolto unitamente al personale del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Reggio Calabria, che ho comandato per circa quattro anni, esattamente dal 2003 al In quest arco temporale centro subito l argomento il Comando tutela ambiente di Roma ha siglato un protocollo di intesa con l Agenzia centrale delle dogane al fine di contrastare il traffico illecito transnazionale dei rifiuti, che era stato individuato come un fenomeno particolare nell ambito delle relazioni internazionali e commerciali. In questo contesto, l attività di intelligence che ne è nata stabiliva anche alcuni controlli finalizzati a individuare tali forme di commercio tra il nostro Paese e i Paesi stranieri. PRESIDENTE. Su quali porti avveniva?

2 2/14 SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Il mio territorio di competenza copriva le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia. In quest ambito territoriale insiste il porto di transhipment di Gioia Tauro, che rientra quindi nel mio territorio, anche attraverso un accordo con la SVAD dell Agenzia delle dogane di Gioia Tauro. Naturalmente, noi del Nucleo operativo ecologico venivamo attivati a seguito di un primo controllo, che avveniva a cura dell Agenzia delle dogane di Gioia Tauro. Nel momento in cui il controllo, attraverso gli appositi scanner in dotazione all Agenzia, lasciava sospettare il trasporto di materiale poco chiaro, sempre nel settore dei rifiuti, l Agenzia ci chiamava a Reggio Calabria e noi intervenivamo per effettuare le dovute ispezioni. PRESIDENTE. Come avveniva il controllo? Come si faceva a individuare eventuali materiali illeciti? SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Attraverso scanner particolari si riusciva a vedere all interno dei contenitori denominati high cube. Vi sono due tipi di contenitori, quelli da tonnellate e quelli da tonnellate circa di carico, all interno dei quali venivano stivate le merci in genere. Attraverso il controllo con gli scanner in dotazione all Agenzia delle dogane, si poteva individuare all interno dei contenitori la tipologia di merce che vi era stivata. PRESIDENTE. Come funzionava lo scanner, per capire? SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. È simile a un apparecchiatura medica a raggi X, ma un po più sofisticata, grazie alla quale si riusciva a individuare all interno di questi container la tipologia di merce. Riuscivamo a individuare se potesse trattarsi di rifiuti o di altro anche attraverso la documentazione che accompagnava ciascun carico. I carichi in esportazione erano, infatti, accompagnati prevalentemente da documenti di trasporto, che segnalavano la merce contenuta, che veniva esportata come merce e non come rifiuti. In questa maniera, si potevano eludere alcune attività propedeutiche all esportazione dei rifiuti, che viene a essere normata dapprima con la normativa comunitaria, recepita poi nel nostro ordinamento attraverso alcuni decreti. Tale normativa veniva elusa facendo passare i rifiuti per merce, con un risparmio notevole in relazione ai costi di un eventuale smaltimento all estero. Tali rifiuti consistevano in diverse tipologie.

3 3/14 PRESIDENTE. Di che costi si tratta? SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Si tratta dei costi che, per esempio, doveva sostenere l esportatore e quindi il produttore del rifiuto, secondo il decreto n. 259 del 1993, che prevedeva fideiussioni bancarie e polizze assicurative, nonché una documentazione autorizzativa per l impianto stesso. Abbiamo scoperto alla fine impianti che producevano questi rifiuti che non possedevano tale documentazione e non avrebbero potuto esportarli all estero, non fosse altro per la mancanza del cosiddetto know-how della ditta stessa, perché per trasformare questi rifiuti in materie prime secondarie, la merce di cui hanno bisogno non soltanto i Paesi asiatici, ma anche quelli dell America latina in espansione, occorreva preliminarmente trattarli e far loro assumere la denominazione di materie prime secondarie. Essi venivano, invece, esportati oserei dire tal quali, perché subivano soltanto un trattamento di compattazione: si trattava prevalentemente di plastiche e di carta e cartone, ma anche di metalli. In alcuni casi, infatti, abbiamo trovato container in cui erano stivati contatori dell energia elettrica dell ENEL dismessi, che sono costituiti da parti di diverse materie: plastica, alluminio, vetro e via elencando. Avrebbero dovuto essere effettuate su queste materie alcune operazioni di separazione e di trattamento, non soltanto di depurazione, quindi di lavaggio, e di cernita, ma anche di riduzione volumetrica. Tutto ciò non è assolutamente accaduto, perché questi rifiuti parlo, per esempio, dei big bag di polietilene venivano soltanto pressati e ridotti in balle ed esportati tal quali. All interno dei contenitori abbiamo effettivamente trovato contaminazioni di olio e di grassi; se non ricordo male, c erano anche contenitori di polietilene, che altro non erano che bidoni all origine di circa litri ciascuno, che contenevano in origine acidi, con l etichettatura ancora affissa. Ho eseguito una prova, facendo svuotare un po del residuo che rimaneva al loro interno e ho constatato che vi era ancora dell acido. In realtà, quindi, le ditte, che facevano capo a un organizzatore e non erano dotate della tecnologia per poter trasformare questo rifiuto, non facevano che pressarlo in balle ed esportarlo in Cina. L architettura delittuosa posta in essere ed evidenziata con questa operazione è stata denominata «Grande muraglia». Non so se possa essere interessante o importante, ma il nome deriva da centinaia di

4 4/14 contenitori accantonati e stoccati nell area portuale di Gioia Tauro per svariati metri di altezza e centinaia di metri di lunghezza, tanto da sembrare proprio una muraglia, al di là del fatto che tale materiale fosse spedito poi in Cina. PRESIDENTE. Perché l esportatore ha il compito di trasformare il prodotto e di purificarlo, mentre ciò non viene effettuato sul luogo di arrivo? Vorrei capire il meccanismo. SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Vuole sapere perché l esportatore non effettua la purificazione di questi rifiuti? PRESIDENTE. No, mi interessa capire perché sia compito suo e non, invece, di chi li riceve. SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Esiste una normativa, il DM 5 febbraio 1998, che elenca tutte le tipologie di rifiuti e fa ricorso anche a una normativa, la UNI-EURO, per la quale per ogni tipologia di materia vengono spiegate le operazioni da attuare affinché tale materia possa assumere la denominazione di materia prima secondaria. Tutto ciò viene recepito dal nostro ordinamento, che sancisce le operazioni che devono essere eseguite prima ancora che la materia venga esportata. Degli impianti che abbiamo ispezionato, nessuno disponeva della tecnologia adeguata, mentre in altri casi ho potuto constatare che la procedura avveniva, sebbene in modo a sua volta difforme. Mi riferisco a una grande industria, una multinazionale, che fornisce il polivinilbutirrale, che altro non è che una membrana chimica, un prodotto di sintesi che viene inserito nei vetri delle autovetture e funge da isolante. I bordi in eccesso della pellicola che viene posta fra uno strato e l altro dei vetri vengono ritagliati e reimmessi in circolazione nello stesso ciclo produttivo. Anche in quel caso, abbiamo trovato irregolarità, però possiamo considerare tale materia come materia prima secondaria, perché non deve subire alcun altro trattamento, se non una riduzione volumetrica e un processo chimico-fisico che la rende nuovamente pasta, tale da poter essere poi lavorata nello stesso ciclo di produzione. In tal caso, non occorre alcuna attività di trattamento, cernita o lavaggio, mentre i rifiuti che abbiamo trovato noi dovevano essere per forza sottoposti a processi di trasformazione, che però non sono avvenuti.

5 5/14 Ripeto che un conto è fare il recuperatore di rifiuto con autorizzazioni per categoria, un altro effettuare la trasformazione per ottenere le materie prime secondarie. Nel nostro caso, ciò non è accaduto. Un altro particolare che abbiamo riscontrato è che, essendo prevista dal nostro ordinamento la costituzione di alcuni consorzi di filiera mi riferisco al COREPLA, al CONAI, al POLIECO questi rifiuti, costituiti anche da imballaggi e da materie che godono di un particolare regime di tutela, avrebbero dovuto essere conferiti a tali consorzi obbligatoriamente, come stabilito dalle nostre normative. via elencando. Anche questo è stato un illecito posto in essere dalle ditte, oltre all evasione fiscale, dell IVA e GIOVANNI FAVA. Con i consorzi di filiera e, in particolare, con POLIECO, che è stato oggetto anche di una nostra audizione in passato, avete collaborato sulla questione? Ci sono state collaborazioni? SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Sì, ci sono state collaborazioni, in particolar modo con la dottoressa Salvestrini e il Presidente Bobbio del POLIECO. GIOVANNI FAVA. Hanno presentato esposti o segnalazioni? SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Sì, hanno presentato diversi esposti perché avevano il polso della situazione: sapevano da dove sarebbero dovuti provenire questi rifiuti, mentre venivano, invece, da altri. GIOVANNI FAVA. Rispetto a tali esposti avete avuto riscontri oggettivi affidabili? SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Sì, abbiamo visto proprio confermare ciò che loro ci avevano segnalato. Sono stato invitato dal POLIECO, in un occasione extralavorativa, nel momento cioè in cui non svolgevo la mia attività, ad andare a visionare effettivamente in Cina la destinazione di tali rifiuti. GIOVANNI FAVA. Lei è stato fisicamente in Cina?

6 6/14 SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Ci sono stato invitato dal POLIECO e ho visto la realtà della situazione. I nostri rifiuti, europei e non soltanto italiani, giungevano in questi impianti, che francamente hanno una situazione tecnologica, almeno quelli che ho visto io, molto datata. Sono indietro di parecchi anni rispetto a noi, tanto che ancora usano eseguire la cernita manuale dei rifiuti. I lavaggi a cui essi sono sottoposti sono scarsi. GIOVANNI FAVA. Sono fatti che ci sono stati raccontati. È, però, ammesso e non concesso che ci siano prove chiare che il materiale che partiva da questi porti poi fosse arrivato negli altri: abbiamo visto, infatti, che si pone un problema di comunicazioni non ben chiare, ossia di destinazioni in luoghi dove effettivamente non esiste nemmeno l impianto. SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. La Cina, come credo anche altri Paesi extracomunitari, ha tutto l interesse a ricevere materie prime secondarie e non rifiuti, anche perché vi sarebbe un ritorno di immagine con la nostra nazione e con le altre sicuramente non positivo per un Paese in via di sviluppo. Utilizza, quindi, il metodo doppio dell elusione fiscale, cioè fa entrare i rifiuti attraverso Hong Kong, dove vige la doppia legislazione, quella del Commonwealth e quella cinese e vi sono procedure di controllo non proprio affidabili. Le autorità preposte in quel porto, ovvero a Hong Kong, non so per quale motivo non effettuano i controlli nel modo dovuto: i container, per quanto abbiamo saputo direttamente o tramite intercettazioni, vengono soltanto aperti e non vengono controllati all interno, anche perché per farlo si perderebbe tempo prezioso e, soprattutto, occorrerebbero impianti e attrezzature preposte. Poiché arrivano migliaia di container, è quasi impossibile verificarli tutti, ragion per cui le autorità di Hong Kong, in base a quanto abbiamo appreso dalle intercettazioni, si limitavano soltanto ad aprire i contenitori e a vedere le balle di chiusura del carico. Il trucco messo in atto dall organizzazione che abbiamo sgominato era quello di chiudere i contenitori e porre proprio davanti alla loro porta le balle o i big bag più o meno puliti, in modo tale che le autorità che controllavano e svolgevano un controllo un po superficiale si limitavano a vedere soltanto ciò che era stato posizionato a chiusura del contenitore, ma non quello che c era dietro, e lì c era il finimondo.

7 PRESIDENTE. Non hanno gli scanner a Hong Kong o si tratta di scarsa attenzione? 7/14 SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Non lo so, presidente. Non l ho verificato e non mi competeva, né lo potevo fare. Questi contenitori dal porto di Hong Kong prendevano altre vie e arrivavano presso le ditte finali di recupero di questi rifiuti. Questa era l impalcatura. ALESSANDRO BRATTI. Ufficialmente, dunque, il carico avrebbe dovuto consistere in materie prime secondarie, mentre in realtà erano rifiuti. Questo è il tema vero, perché per esportare i rifiuti verso i Paesi extra UE vige una legislazione particolare, che vale solo per alcuni rifiuti e non per altri. Dato per scontato che si tratta di un reato, si tratta ora di capire se tale attività fosse fortemente organizzata; immagino che lo sia. Volevo capire innanzitutto quali sono le aziende coinvolte; se ci sono stati, come si ricordava prima, alcuni esposti, avrete un elenco di quali sono le aziende e un idea di quale sia il giro che sottende a questa situazione. SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Ovviamente tutto ciò è stato condensato in un informativa di reato, dalla quale è scaturita un ordinanza di custodia cautelare e di sequestro. Si tratta di aziende che, per quanto mi riguarda e per quanto ho potuto vedere nell arco temporale che ha interessato la mia indagine, rappresentano solo un piccolo spaccato di ciò che in realtà potrebbe esserci dietro. Lo affermo con dati di fatto. Essendo l indagine ancorata al mio territorio e avendo avuto un arco temporale di riferimento piuttosto breve, ho potuto constatare il fenomeno soltanto per quattro o cinque aziende, ma in realtà esso avveniva e suppongo che non ho la certezza che ancora accada quanto meno al tempo dell indagine potessero esservi coinvolte decine di altre aziende, che non sono state attenzionate per motivi non soltanto di competenza, ma anche di organizzazione stessa del mio nucleo. Tutti i nuclei dispongono di poco personale, in virtù del fatto che sono stati calibrati inizialmente per svolgere un attività di indagine ben specifica e definita, cioè controlli che nascevano da campagne operative, per i quali non era necessario disporre di nuclei con tante persone. A seguito del protocollo di intesa e dello sviluppo di quest attività di indagine, credo che essi dovrebbero avere una consistenza organica ben diversa.

8 8/14 Nel periodo di riferimento avevo, dunque, a disposizione poche persone, pochi mezzi e un territorio circoscritto, il che mi ha consentito di svelare soltanto alcune ditte. GIOVANNI FAVA. Volevo porre una domanda su questo punto: le ditte di cui parliamo sono aziende italiane? Gli operatori cinesi intervenivano sul nostro mercato attraverso commerciali e, se sì, quali e di dove? SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Le ditte cinesi, che, in realtà, come ho accennato prima, vogliono importare materie prime secondarie, hanno alcuni emissari, loro funzionari, nei Paesi del mondo, nel nostro caso in Europa. In particolare, in Italia, quanto meno per quello che ha potuto lasciar vedere la nostra indagine, abbiamo avuto modo di individuare tre soggetti cinesi. Tali soggetti, che fanno parte di aziende cinesi, vengono mandati nel nostro Paese proprio per controllare ciò che poi dovrebbe arrivare nel loro sotto forma di merce e non di rifiuto. GIOVANNI FAVA. Costituiscono aziende italiane con capitali cinesi o ci sono organizzazioni italiane? SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. No, loro sono singoli cittadini che nel nostro territorio svolgono soltanto una funzione di intermediazione. GIOVANNI FAVA. Non sono italiani, ma cinesi, che comprano direttamente? SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. La loro convenienza sta nel lucrare proprio attraverso lo smaltimento illecito di questi rifiuti. Pagano cash, a poco prezzo, ed eludendo i controlli superficiali attraverso la porta di Hong Kong nel loro Paese ricavano guadagni piuttosto notevoli, al posto di comprare materie prime secondarie, perché la materia prima secondaria ha un costo anche piuttosto elevato, mentre il rifiuto no. Pertanto, questi emissari facevano il doppio gioco con il loro Paese. PRESIDENTE. Lei parlava di evasione fiscale.

9 9/14 SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Mi riferivo alle ditte italiane. PRESIDENTE. Certo, però se quella che appare venduta, anche senza esserlo, è materia prima secondaria, teoricamente il guadagno per le ditte italiane dovrebbe essere maggiore rispetto a quello che ricaverebbero dai rifiuti. SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Lo è, anche perché dovrebbero pagare anche la tassa dello smaltimento. In questa maniera, non pagavano assolutamente nulla. PRESIDENTE. Qual è la differenza economica? Se per loro la materia prima secondaria costerebbe di più, per noi ci dovrebbe essere un utile maggiore e, quindi, maggiori tasse. Come funziona? SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Sì, ma non sarebbero quelle aziende a produrre la materia prima secondaria. PRESIDENTE. Voglio capire il profilo economico: mi sembra strano che da una parte costi meno e dall altra si guadagni di più. SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Il profilo economico è dato dal fatto che l azienda che tratta i rifiuti li invia come materia prima secondaria, mentre si tratta di rifiuti che vengono smaltiti illecitamente e per i quali non viene pagata la tassa sullo smaltimento. Non ci sono attività di depurazione o di altro tipo. Le ditte si limitavano semplicemente a ricevere questo rifiuto, a comprimerlo in balle e a esportarlo. Non dico che tale attività fosse gratis per loro, ma quasi. Ottenevano guadagni che sono stati calcolati circa in quattro o cinque volte quanto sarebbe costato smaltire il rifiuto. Il cinese che acquistava la balla la pagava quattro o cinque volte il prezzo che il nostro imprenditore avrebbe dovuto pagare per smaltirla come rifiuto, il che dovrebbe rappresentare un vantaggio piuttosto cospicuo per le aziende, che non erano di grandi dimensioni, eccetto una o due. Mi riferisco a quelle che abbiamo visto noi.

10 PRESIDENTE. Quali erano le aziende? 10/14 SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Sono state tutte sequestrate. Tra di esse ricordo la Remas di Pomezia, di soggetti sottoposti anche ad altre attività di indagine, perché appartenenti a una cosca della ndrangheta calabrese. Nella mia attività di perquisizione e di sequestro ho riscontrato che all interno vi era un famoso boss calabrese, che era lo zio dei signori che gestivano l impresa. Poi vi era la Ecotorrenova di Roma, che è stata chiusa. PRESIDENTE. Il processo a che punto è? SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Sono stato trasferito dal Nucleo operativo ecologico alla Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria e, quindi, non ho potuto seguirlo dopo l emissione dell ordinanza. PRESIDENTE. Lei ci ha riferito che è andato a vedere in Cina che cosa avveniva dei rifiuti esportati. Come venivano trattati? La sentiamo come privato a conoscenza dei fatti. SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Le due ditte che ho visitato tramite la POLIECO a Shanghai mi hanno lasciato veramente senza parole. Sorvolerei sulle condizioni in cui erano costretti a lavorare gli operai cinesi. Possiedo alcune foto, che abbiamo intercettato dall organizzatore dell associazione, che è poi stata sgominata, il quale mostrava alle ditte come venivano lavorati i rifiuti. Fanno parte del fascicolo fotografico che è stato allegato all informativa e da esse possiamo già vedere le condizioni in cui sono costrette a lavorare queste persone. Come ho accennato prima, la tecnologia utilizzata risale a 50 anni fa. Ci sono macchine che addirittura vengono azionate per via manuale; al massimo, si sfrutta un attivazione elettrica, ma non c è alcun processo informatizzato, tecnologico o robotizzato, come siamo soliti vedere in aziende italiane o europee. PRESIDENTE. I rifiuti venivano smaltiti o riutilizzati?

11 11/14 SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Venivano riutilizzati. Per esempio, quelli che ho visto io riguardano il polietilene, che era l interesse della POLIECO. Tale polietilene dalla sua origine, che poteva essere svariata da tappi di bottiglia, a contenitori di acidi, ad altre tipologie veniva sminuzzato, ridotto volumetricamente in scagliette e separato manualmente a seconda della colorazione. Immaginate di vedere una piccola collina di questo materiale multicolore e operai che in vassoi effettuavano la cernita manuale, lavorando dalle otto alle dodici ore al giorno. Dopodiché, le scagliette andavano a finire in alcune apparecchiature, che le fondevano. La fusione creava pasta filante, la quale, attraverso altri procedimenti meccanici, veniva trasformata. Una ditta produceva teli di plastica, bobine, e un altra tapparelle. Dal contenitore di acidi si arrivava, dunque, a ricavare tapparelle per finestre. Queste sono le due realtà che ho visto io. Sicuramente ci saranno altre trasformazioni. PRESIDENTE. Ci è stato riferito che questo tipo di lavorazione comporta pericoli per la salute. Qual è la ragione, se l ha verificato? Il trattamento dei rifiuti utilizzati in questo modo avrebbe comportato pericoli per la salute, per la presenza di diossina o di altre sostanze. SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Certo, perché comunque il rifiuto europeo non viene sterilizzato, ma semplicemente sciacquato in vasche che lasciano il tempo che trovano. È un processo che sicuramente nella materia prima chiamiamola così lascia residui e probabilmente contaminazioni. Non ho eseguito analisi chimiche per vedere se il prodotto finito poi contenesse diossina o PCB o altro, però, come leggiamo dai giornali, nel caso Mattel le bamboline Barbie sono risultate contaminate da diossina. PRESIDENTE. Vengono prodotte in Cina? SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Sì, perché la manodopera ha un costo molto basso. Se andiamo a vedere le condizioni in cui lavorano i loro operai, ci rendiamo conto del motivo.

12 12/14 PRESIDENTE. Il flusso di ritorno viene controllato? Constatato che il materiale viene esportato all estero e trattato in un modo che comporta rischi, a livello doganale, e quindi anche vostro, c è il controllo del flusso di ritorno dalla Cina? SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Vorrei precisare che a livello doganale non è compito dei Carabinieri della tutela ambiente effettuare questo genere di controllo, cui è, invece, preposta l Agenzia delle dogane. In questo contesto, da quello che ho potuto leggere dai giornali, i controlli vengono effettuati e molti carichi in importazione, sotto forma di prodotti che vediamo nei nostri negozi e nei mercati, spesso sono stati sequestrati, non soltanto per l elusione delle tasse che dovrebbero essere pagate, ma anche per la qualità stessa dei prodotti. Se non ricordo male, un po di tempo fa, è stata compiuta un operazione simile a Firenze, col sequestro di oggetti di provenienza asiatica, che erano non soltanto contaminati, ma eludevano anche le nostre forme fiscali. I Carabinieri non svolgono, però, questo genere di attività. PRESIDENTE. Neanche se l Agenzia delle dogane riscontra che vi è qualcosa di pericoloso per la salute? SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Non è compito della tutela ambiente. PRESIDENTE. Allora chi svolge tali controlli? ALESSANDRO BRATTI. Se ne occupano l USMAF, un autorità del Ministero della salute, e le ARPA. PRESIDENTE. Alla dogana, però, chi controlla? ALESSANDRO BRATTI. Gli USMAF dovrebbero eseguire il controllo sanitario delle merci e le ARPA quello sulle questioni ambientali, in accordo con le autorità portuali, perché le dogane verificano le frodi.

13 13/14 SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Esatto. In questo contesto, per stabilire se ci fosse un grado di pericolosità o meno nei rifiuti in esportazione, lavoravamo unitamente all ARPACAL della provincia, che ci comunicava se vi fosse contaminazione o meno. DORINA BIANCHI. Volevo porre una domanda proprio su quest ultima parte del discorso: quale percentuale avete riscontrato di rifiuti pericolosi in esportazione? Inoltre, ma credo che lei abbia già risposto, avete una mappatura del percorso inverso? Di questo materiale, che viene riconvertito in Cina, abbiamo un quadro chiaro di dove viene di nuovo esportato e del percorso che compie? SAVERIO SPADARO TRACUZZI, Capitano dei Carabinieri. Rispondo alla prima domanda. Per quanto concerne la presenza di rifiuti pericolosi, posso affermare che sono state eseguite alcune analisi che hanno individuato la presenza di oli e grassi, i quali danno una percentuale di pericolosità ben superiore all 1 per cento prevista dalla nostra normativa. In base alle attività di intercettazione, gli stessi imputati affermano che è materialmente impossibile ottenere una percentuale dell 1 per cento, se non attraverso un recupero della stessa materia prima secondaria come nell esempio che ho portato prima del polivinilbutirrale, la pellicola che viene posta nelle lastre dei vetri per le autovetture. In quel caso siamo in presenza di una percentuale di impurità forse dell 1 per cento, ma per tutti gli altri tale percentuale è sicuramente superiore. Per quanto concerne la mappatura, come è stato documentato anche nell informativa, questi rifiuti provengono da diversi siti di recupero italiani e vengono assemblati sotto forma di balle presso le aziende che abbiamo monitorato e quindi caricati su navi. Per quanto concerne il trasporto, vi è un doppio percorso: da alcuni porti italiani, come Salerno, Civitavecchia, Ancona, Taranto e Genova essi vengono portati presso il porto di transhipment di Gioia Tauro, ma anche presso quello di Taranto e di Genova, porti dove viene materialmente effettuato lo sbarco dei contenitori, il controllo attraverso gli scanner di cui ho parlato prima e l imbarco su navi transoceaniche. Tali porti sono, infatti, attrezzati per far ancorare le navi di grosso cabotaggio con cui i rifiuti vengono poi portati in Asia, in India, in Cina, ma anche in Africa e in altri Paesi. Per quanto concerne la nostra indagine, la porta di ingresso è Hong Kong, da dove i rifiuti vengono poi inviati nelle diverse aziende sul territorio cinese per essere elaborati e smaltiti nelle ditte

14 14/14 cui ho fatto cenno. Probabilmente, anzi sicuramente, ci saranno aziende attrezzate in maniera migliore rispetto a quelle che ho visto io, che erano davvero particolari. PRESIDENTE. Se non ci sono altre domande, la ringraziamo moltissimo e le auguriamo buon lavoro. Dichiaro conclusa l audizione. La seduta termina alle

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