Regione Lombardia ed allarme demenze Direzione Generale Famiglia, Solidarietà Sociale, Volontariato e Pari Opportunità

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2 Regione Lombardia ed allarme demenze Direzione Generale Famiglia, Solidarietà Sociale, Volontariato e Pari Opportunità Milano, 24 marzo 2015

3 IL CAMBIAMENTO DEL CONTESTO Gli anziani (dai 65 anni in su) in Lombardia sono il 21% della popolazione e il tasso è in progressiva crescita(nel 2065 gli anziani over 65 saranno il 30% della popolazione lombarda ) L indice di vecchiaia* è pari a 147,6 (dato ISTAT 2013) mentre l indice di dipendenza degli anziani** passerà dall attuale 32,7% al 54,4% nel 2065(dato ISTAT 2013) Il maggior fattore di rischio associato all'insorgenza delle demenze è l età Il 30% dei pazienti lombardi è costituito da persone con patologie croniche (es. diabete, ipertensione, etc): si tratta di 3 milioni di persone. Circa il 37% dei malati cronici è impropriamente ricoverato in aree per acuti. Del totale dei malati cronici, quasi il 10% è utente di servizi sociosanitari e socialie iltrendèincrescita Alle persone con patologia cronica, vanno aggiunte le persone in condizione di cronicità sociosanitaria (anziani non autosufficienti, disabili, dipendenze, etc), stimate in circa Le demenze rappresentano una delle maggiori cause di disabilità e quindi rientrano nel complesso tema delle cronicità 3

4 L AUMENTO DELLE DEMENZE I dati epidemiologici stimano in circa le persone affette da forme di demenza di diverso tipo in Regione Lombardia (Alzheimer e altre). Dal 2004, il numero di persone con forme gravi di demenza e con Alzheimer ospiti in RSA è aumentato in modo rilevante (oltre il 22%), passando da a ( demenze gravi e Alzheimer) Le conseguenze sul piano economico ed organizzativo sono facilmente immaginabili, tenendo conto che i soli costi annuali diretti per ciascun paziente vengono, in diversi studi europei, stimati in cifre variabili da a , a seconda dello stadio di malattia. Stime di calcolo circa i costi socio-sanitari delle Demenze in Italia ipotizzano cifre complessive pari a circa miliardi di Euro annui, e di questi 6 miliardi per la sola Malattia di Alzheimer. Il cambiamento dei bisogni e le necessità di sostenibilità economica del sistema richiedono sia manutenzione della rete di offerta accreditata sia nuove risposte innovative. Nel formulare queste risposte è necessario focalizzare il tema delle demenze, fenomeno sempre più in crescita dato l invecchiamento della popolazione 4

5 L OFFERTA SOCIOSANITARIA E SOCIALE Offerta sociosanitaria Offerta sociale Anziani Disabili Minori Persone con dipendenze Malati terminali Famiglie Residenziale 682 RSA: RSD: Post acuto: 34 progetti con 593 in sperimentazione e 3 progetti domiciliari 59 Alloggio protetto anziani: Com. alloggio: Comunità educative e familiari: Alloggi per l autonomia: Comunità: Hospice: 375 Semi residenziale 301 CDI: Centri diurni per anziani: CSS: CDD: CSE: SFA: Servizi per l infanzia (nidi, micronidi, etc.): Servizi per i minori (CAG,etc): Riabilitaz. 81 Strutture Riabilitazione sociosanitaria: degenza piena, 133 DH, diurno continuo, 1,3 milioni di trattamenti ambulatoriali, trattamenti domiciliari Servizi Domiciliari e Ambulatoriali Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) : 238 enti accreditanti con circa 100 mila persone assistite SAD: 921 strutture SADH: 700 strutture ADM: 585 strutture 10 SMI e 88 SERT 224 Consultori:

6 I SERVIZI DEL 1 PILASTRO DI WELFARE PER LE DEMENZE Nuclei Alzheimer Per garantire le necessarie condizioni di protezione, sicurezza e cura adeguati alle ridotte capacità cognitive e funzionali dei pazienti affetti da Alzheimer, sono stati costituiti i Nuclei Alzheimer all interno delle RSA e dei CDI La Lombardia conta letto nei Nuclei Alzheimer Il numero di persone affette da demenza presente nelle strutture residenziali è andato nel anni progressivamente aumentando. Oggi, sulla base dei flussi regionali, circa al 70% degli ospiti delle RSA sono persone affette da demenza, di cui il 36% con forme gravi Assistenza domiciliare Le famiglie che desiderano mantenere il famigliare al proprio domicilio si avvalgono dei servizi di assistenza domiciliare sociosanitaria e sociale (ADI e SAD) Dai dati registrati con gli strumenti di valutazione del bisogno, si registra che meno del 10% degli utenti che accedono ai servizi domiciliari ADI sia affette da Alzheimer o da forme di demenza La motivazione è da ricercarsi nell elevata difficoltà di gestire malati di Alzheimer al domicilio 6

7 LE CRITICITA DELLA RETE I servizi sono rigidi e non riescono a far fronte ai bisogni di sostegno della famiglia e dei caregiver. Infatti, i famigliari incontrano difficoltà nel conciliare il ruolo di caregiver e l ambito lavorativo e necessitano di forme di sollievo dai compiti di cura I nuclei per Alzheimer presenti nelle strutture residenziali e semi-residenziali sono sottodimensionati rispetto al fabbisogno territoriale Le figure professionali che operano all interno dei servizi non sempre sono adeguatamente formate per prestare assistenza appropriata I servizi offerti, sia residenziali che domiciliari, non sono personalizzati sui bisogni altamente complessi delle persone affette da Alzheimer Frammentazione degli interventi e poca integrazione tra gli attori coinvolti (Comuni, ASL, Terzo settore) 7

8 LO SCENARIO EVOLUTIVO La Regione Lombardia, nella X Legislatura, sta lavorando sia per riadeguare l attuale sistema di offerta che per costruire progressivamente risposte innovative ai bisogni emergenti, andando a costituire il secondo pilastro del welfare lombardo Le risposte innovative possono derivare sia dall attivazione di nuovi servizi che da riconversione/adeguamenti di servizi esistenti Il percorso di riforma, che passa attraverso una revisione della rete di offerta in risposta ai bisogni emergenti, si basa su: Orientamento e accesso ai servizi Valutazione del bisogno ed appropriatezza Integrazione sociale e sociosanitaria Regione Lombardia sta operando per lo spostamento dell asse di cura dall ospedale al territorio verso un nuovo modello di assistenza territoriale caratterizzato da prossimità, presa in carico e continuità delle cure Favorire il raccordo tra la rete ospedaliera e la rete territoriale, sviluppando una nuova modalità di presa in carico delle fragilità integrata tra servizi territoriali e servizi specialistici ospedalieri

9 IL 2 PILASTRO: LE NUOVE MISURE INNOVATIVE IN RISPOSTA AI BISOGNI DELLE PERSONE AFFETTE DA DEMENZA IL FONDO REGIONALE A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA E DEI SUOI COMPONENTI FRAGILI L obiettivo è sostenere le persone fragili che non accedono alla rete d offerta sociosanitaria o che ricevono risposte frammentarie rispetto ai bisogni espressi Il Fondo viene istituito nel maggio 2013 con la DGR 116/2013. Sono state identificate 4 categorie di destinatari degli interventi: persone con gravi disabilità, con particolare riferimento ai minori, persone anziane fragili e non autosufficienti, persone affette da ludopatia, persone vittime di violenza con particolare riferimento ai minori e alle donne Con la DGR n 856/2013 viene approvato il primo provvedimento attuativo della DGR n 116/2013. La delibera ha avviato diverse misure. La misura che in fase di prima applicazione era rivolta a persone affette da demenza e Alzheimer è stata l RSA aperta. La misura è stata confermata nella DGR 2942/2014 secondo provvedimento attuativo della DGR 116/2013, estendendo la misura anche a persone anziane non autosufficienti Misura RSA aperta La misura ha previsto la possibilità per tali unità d offerta di aprirsi al territorio, per facilitare il riconoscimento come luoghi di cura e non come risposte sostitutive ed irreversibili.

10 RSA APERTA PER LE PERSONE AFFETTE DA DEMENZA La misura ha permesso l avvio del percorso di flessibilizzazione della RSA per una presa in carico integrata della persona, in una logica multiservizi, realizzata attraverso l erogazione di interventi di sostegno alla domiciliarità, erogabili sia all interno della struttura, sia presso il domicilio, in ottica di mantenimento e miglioramento del benessere. La misura prevedeva l erogazione di un voucher di 500 al mese per un massimo di 6 mesi per l erogazione di prestazioni di natura sanitaria non complesse in alternativa alla presa in carico da parte dell ADI. Alcuni dati sull esito del primo anno di attuazione della misura BG BS CO CR LC LO MN MI MI 1 MI 2 MB PV SO VA VCM N persone valutate N persone prese in carico Il numero di persone valutate al 30 settembre 2014 è pari a Di queste il numero di persone che al 30 settembre 2014 ha usufruito del voucher e quindi è stato preso in carico da un soggetto gestoreèparia Le valutazioni hanno visto il parziale coinvolgimento di altri soggetti come i Comuni (26%) ed i Medici di cure primarie (19%), che sono i soggetti che maggiormente affiancano le ASL nella valutazione L analisi delle prestazioni realizzate nei PAI ha fatto emergere tra le prestazioni maggiormente richieste si collocano la sostituzione temporanea al domicilio del caregiver, il bagno assistito ed interventi riabilitativi di mantenimento

11 EVOLUZIONE DELL RSA APERTA PER IL 2015 La DGR 2942/2014 conferma la misura dell RSA aperta e stabilisce le azioni migliorative L esito della valutazione multidimensionale effettuata dalle ASL viene tradotta in un profilo assistenziale corrispondente ad un pacchetto di interventi a bassa, media e/o alta intensità Profili di voucher Valore voucher profilo 1: 350 Valore voucher profilo 2: 500 Valore voucher profilo 3: 700 Ad ogni profilo assistenziale corrisponde un voucher che viene riconosciuto per remunerare i pacchetti prestazionali che compongono il piano di assistenza individualizzato predisposto dal soggetto gestore scelto dalla persona fragile. I pacchetti sono flessibili sia nella durata che nella composizione, per meglio rispondere ai bisogni delle persone e sono rimodulabili in modo da seguire la dinamicità dei bisogni della persona e della famiglia Prestazioni Le prestazioni aggiuntive rispetto alla DGR 856/2013 che possono concorrere alla composizione dei pacchetti sono: Valutazione a domicilio della persone per valutare il contesto familiare e ambientale, le eventuali risorse già attive ecc.. Per una lettura approfondita della situazione funzionale, identificazione degli obiettivi e declinazione di un PAI integrato con altre Unità d offerta Care management per accompagnare la famiglia e la persona, per informarla e orientarla. Sulla base del bisogno della famiglia, la prestazione di care management può essere leggera, media intensità o intensa

12 PIANO NAZIONALE DEMENZE A livello Nazionale è stato adottato il Piano nazionale demenze - Strategie per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore delle demenze Quattro sono gli obiettivi primari del piano nazionale, e riguardano: 1. Aumento della diffusione delle conoscenze su diagnosi tempestiva, trattamento e assistenza dei pazienti con demenza 2. Creazione di una rete integrata per le demenze che sia interdisciplinare, con particolare attenzione all integrazione socio-sanitaria e finalizzata alla definizione di PDTA adeguato 3. Razionalizzazione dell offerta e miglioramento dell appropriatezza con definizione di linee guida adeguatamente monitorate nella loro applicazione 4. Aumento della consapevolezza e, soprattutto, riduzione dello stigma con particolare attenzione ai caregivers

13 INTEGRAZIONE SANITARIA E SOCIOSANITARIA PER LE DEMENZE Costituzione di un gruppo di lavoro integrato, anche con le associazioni maggiormente rappresentative degli interessi delle persone con demenze e delle loro famiglie Le direzioni generali Famiglia e Salute si apprestano alla predisposizione delle linee guida regionali, in attuazione del piano nazionale per le demenze. Il piano regionale si dovrà articolare per: 1. Creare, riorganizzare e potenziare la rete di servizi e funzioni, a partire dalla riconversione delle attuali Unità di valutazione Alzheimer (UVA) in Centri per disturbi cognitivi e demenze (CDCD): tali strutture ereditano di fatto i compiti inizialmente attribuiti alle UVA. Il CDCD, si configura come sistema integrato in grado di garantire la diagnosi e la presa in carico tempestiva, la continuità assistenziale ed un corretto approccio alla persona ed alla sua famiglia nelle diverse fasi della malattiaeneidiversicontestidivitaedicure 2. Garantire l'integrazione individuando servizi, funzioni e competenze che garantiscano la risposta corretta per ogni necessità di cura del paziente in ogni livello assistenziale, dalle cure primarie ai servizi specialistici ambulatoriali, a quelli sociosanitari residenziali semiresidenziali, ai servizi ospedalieri 3. Dotare la Regione, di un documento relativo ai percorsi di cura/percorsi diagnostico-terapeuticoassistenziali (PDTA), che garantiscano la gestione integrata, in ogni territorio della Regione, in quanto essi sono finalizzati non solo a migliorare la qualità della cura, ma anche a ridurre i ritardi nell'erogazione di trattamenti appropriati e a migliorare l'uso delle risorse 4. Approccio multidisciplinare e multidimensionale, attraverso la messa in rete delle professionalità necessarie 5. Accessibilità e fruibilità dei servizi, in termini di localizzazione, congruo numero di ore di apertura giornaliera e settimanale

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