Il posizionamento dell Umbria nel commercio internazionale nel periodo

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1 Il posizionamento dell Umbria nel commercio internazionale nel periodo Novembre 2006

2 Il posizionamento dell Umbria nel commercio internazionale nel periodo Presentazione del lavoro... pag. 1. L evoluzione regionale dell export... pag L export per aree geografiche: tendenze di breve e lungo periodo... pag L export regionale per settore... pag L analisi della struttura geografica e merceologica dei quattro principali settori... pag. 2. La scomposizione dinamica delle esportazioni... pag. 3. Le esportazioni provinciali... pag Le esportazioni della provincia di Perugia... pag Le esportazioni della provincia di Terni... pag.

3 Il posizionamento dell Umbria nel commercio internazionale nel periodo Presentazione del lavoro L obiettivo di questo lavoro, elaborato congiuntamente dal Servizio Programmazione Strategica generale e Controllo strategico della Regione Umbria e da Prometeia srl, è l aggiornamento dell analisi sull evoluzione regionale e provinciale dell export della regione Umbria, nel periodo , sia con riferimento al dato complessivo che a quello delle due province. L analisi, rispetto alla precedente edizione, si arricchisce di un approfondimento che considera i dati al netto del settore metalli. Nella prima parte è analizzata la dinamica delle esportazioni regionali in rapporto al dato nazionale e all andamento della domanda mondiale. Il lavoro evidenzia le tendenze nel lungo ( ) e nel breve periodo (ultimo triennio) per aree geografiche, nonché un analisi sulla composizione merceologica delle esportazioni, del modello di specializzazione che il sistema locale evidenzia rispetto al commercio mondiale e dei differenziali esistenti tra l andamento delle esportazioni regionali e la dinamica dei mercati di riferimento. Inoltre, viene approfondito l andamento delle esportazioni dei 4 principali settori per aree geografiche, che consente di analizzare più in dettaglio la relazione tra i mercati di destinazione ed i settori merceologici. Nella seconda parte si illustrano i risultati dell analisi CMSA (Constant Market Share Analysis) applicata alle esportazioni regionali dell Umbria. Con tale analisi è possibile scomporre la variazione delle esportazioni in quattro componenti. Esse sono costituite dall effetto complessivo del commercio mondiale, della composizione merceologica, della composizione geografica e infine da un effetto residuale. Per questi effetti si quantifica il loro contributo favorevole o sfavorevole alla dinamica delle esportazioni regionali. Nella terza parte è presentata una breve analisi sui dati provinciali. Rispetto alla precedente edizione, il lavoro inoltre si caratterizza per un approfondimento dell export umbro al netto del settore dei metalli - dato il peso preponderante che quest ultimo ha nel totale delle esportazioni umbre e quindi dell effetto distorcente che esso può produrre - a confronto con l andamento della domanda mondiale anch essa al netto del settore metallurgico. L analisi viene condotta tanto per gli aspetti dinamici che per quelli di struttura. 1

4 Dal lavoro sul tema del posizionamento dell Umbria nel commercio internazionale si possono trarre alcune considerazioni di sintesi: L export regionale dipende fortemente dal settore della siderurgia e metallurgia, fenomeno noto ma di cui va sottolineata la dimensione qualitativa e quantitativa, che spesso influenza il giudizio complessivo sull export regionale. Ad esempio la buona tenuta dell export umbro a partire dal 2004 è interamente dovuta alla performance di questo settore. L analisi dei dati sull export risente ovviamente in questa epoca di globalizzazione dei fenomeni di delocalizzazione ed internazionalizzazione che a volte si sovrappongono ai flussi commerciali tradizionali (export di beni e servizi), facendo emergere quali mercati di destinazione paesi più probabilmente interessati da fenomeni di delocalizzazione. Di tali fenomeni va pertanto tenuto conto nella valutazione dei dati complessivi. il valore delle esportazioni dell Umbria nel periodo , è cresciuto ad un tasso sostanzialmente analogo a quello nazionale (+4,3% medio annuo rispetto al 4,1%) mantenendo quindi inalterata la quota percentuale dell export umbro sul totale delle esportazioni italiane (pari allo 0,9%); nello stesso periodo dopo una lunga fase di crescita dell export regionale, l Umbria, al pari dell Italia, ha registrato una perdita di competitività sui mercati mondiali, come dimostra la differenza tra il tasso di crescita del commercio mondiale e quelli dell export regionale e nazionale. le esportazioni regionali per area geografica vedono nel periodo il forte peso delle Economie avanzate e in particolare Germania, Francia e USA. Peraltro il peso di tali economie tende a ridursi nel tempo, con particolare riferimento alla Germania (dal 21,5% al 12,2%). Cresce invece il peso delle Economie in transizione (dal 4,0% all 8,4%) e dei PVS (dal 9,8% al 14,7%). Questi fenomeni, che si registrano a livello mondiale, sono più marcati per l Umbria, che sta progressivamente riducendo la sua specializzazione verso l area delle economie avanzate, soprattutto verso la Germania, mentre incrementa in misura notevolmente superiore al ritmo di crescita della domanda mondiale la quota di export verso le economie in transizione (ad es. Russia, Albania e altre Repubbliche dell ex Unione sovietica. i settori trainanti dell export umbro sono la siderurgia e metallurgia (34,8% nel 2005), le macchine e apparecchi meccanici (17,0%), il tessile abbigliamento (11,8%) e alimentari, bevande e tabacco (7,7%). I primi due e il quarto, a differenza del terzo, tendono ad aumentare nel tempo il 2

5 loro peso percentuale, conoscendo quindi una dinamica positiva. Conseguentemente l Umbria presenta una spiccata specializzazione in questi settori, in aumento per il settore metallurgico. l incrocio dell analisi per settori merceologici e per aree geografiche, limitata ai quattro principali settori dell export umbro, evidenzia che il calo del tessile abbigliamento è imputabile principalmente all andamento di due dei tre principali mercati di sbocco (Germania con il -19,9% medio annuo nel periodo e gli USA con il -13,8%); viceversa va rilevato l incremento del settore siderurgico e metallurgico dovuto in misura rilevante ai PVS Asia (+56,7%), in particolare la Cina, ma anche alle altre economie avanzate (+26,8%), in particolare il Messico. L export umbro tende a specializzarsi e concentrarsi in determinati settori merceologici e in determinati paesi o in misura decisamente superiore alla dinamica della domanda mondiale (è il caso della siderurgia verso la Cina e il Messico) o in misura decisamente inferiore (è il caso del tessile per Germania e USA dove peraltro la specializzazione umbra continua a restare piuttosto forte);è inoltre in corso un consistente aumento dei flussi commerciali verso le economie in transizione, soprattutto nei settori della siderurgia e del tessile abbigliamento. dalla scomposizione della dinamica dell export umbro (analisi CMSA) emerge la forte influenza positiva del trend del commercio mondiale sull andamento delle esportazioni regionali; la struttura merceologica e i mercati di destinazione non mostrano invece una particolare influenza sulla dinamica delle esportazioni umbre, anche se nel biennio , il loro apporto è stato di segno positivo. Il dato relativo alla capacità competitiva locale (il cosiddetto effetto residuo ) risulta sempre negativo con l eccezione dell anno Ne consegue che l export umbro complessivamente segue l andamento della domanda mondiale (almeno fino al 2002) senza sviluppare particolari risposte endogene per migliorare il proprio posizionamento. La migliore risposta del sistema locale - riscontrata nel periodo , è in gran parte dovuta alla performance dell export della siderurgia dell area ternana. Dall approfondimento provinciale emerge una dinamica abbastanza analoga al dato regionale per la provincia di Perugia che si presenta fortemente specializzata verso Spagna, Svizzera e Francia e soprattutto verso le economie in transizione. In generale essa risulta particolarmente specializzata nei settori settore macchine e apparecchi meccanici, tessile abbigliamento, prodotti alimentari, legno e pelli. 3

6 Anche l analisi CMSA evidenzia una sostanziale omogeneità della provincia di Perugia rispetto alla situazione regionale, ovvero una forte influenza della dinamica del commercio mondiale sull andamento dell export provinciale. Per la provincia di Terni emerge un andamento dell export fortemente influenzato dall altissimo grado di specializzazione nel settore della siderurgia. Tale dato influenza anche le variazioni per mercato di destinazione che nel tempo hanno portato ad una riduzione considerevole delle esportazioni verso la Germania e verso gli USA. Inoltre tali dati hanno influenzato la fortissima espansione dell export verso i PVS Asia (in particolare la Cina) e verso il resto economie avanzate (in particolare il Messico), facendo di quest ultimo il primo mercato di sbocco dell export ternano. L analisi CMSA mostra una certa divaricazione dell export ternano rispetto a quello della provincia di Perugia, vedendo un ruolo più importante dell effetto residuo, sia nei periodi in cui esso risulta negativo ( ), sia quando esso è positivo (come nel periodo ). Particolarmente rilevante risulta l effetto positivo della struttura merceologica nel biennio evidentemente influenzato dal buon andamento del settore dei metalli. Dal quadro complessivamente descritto si ricava una immagine non del tutto positiva per l andamento dell export regionale. Confrontando infatti i vari tipi di analisi se ne deduce la forte dipendenza dell export regionale (e in misura ancor più rilevante di quello ternano) dal settore della siderurgia e metallurgia. Infatti, anche i positivi riscontri che emergono dall analisi CMSA nel periodo , in merito ad una influenza positiva del fattore capacità competitiva locale misurata dall effetto residuo, sarebbero spiegati quasi per intero dal balzo dell export ternano della siderurgia verso la Cina ed il Messico del E però abbastanza evidente che la capacità competitiva in questione andrebbe in realtà considerata più esogena che endogena, ancorando di fatto la dinamica dell export regionale a due soli fattori: il trend del commercio mondiale e la siderurgia e metallurgia dell area ternana. Ciò risulta ancor più rilevante in seguito alla flessione più evidente rispetto a quella del commercio mondiale del tessile abbigliamento che influenza soprattutto l export della provincia di Perugia. Positiva al contrario, pur se in presenza di qualche ombra soprattutto con riferimento alla dinamica delle esportazioni verso la Germania, la dinamica del settore macchine e apparecchi meccanici, che rappresenta il secondo settore nell export regionale dopo la siderurgia e che interessa principalmente l area del perugino. 4

7 Peraltro queste sono solo considerazioni sintetiche, in quanto numerosi elementi di riflessione possono evincersi dall analisi dettagliata dei dati per settore, per area geografica e per provincia, che è resa possibile dall ampia base dati contenuta negli allegati statistici. Mirella Castrichini Area della Programmazione regionale della Regione Umbria Carlo Cipiciani Area della programmazione regionale della Regione Umbria 5

8 1. L evoluzione regionale dell export Le esportazioni regionali sono passate da milioni di euro nel 1995 a nel 2005, mantenendo costante (intorno all 1%) il peso che l Umbria detiene sull export nazionale. Nei primi anni dell attuale decennio l Umbria incrementa le esportazioni verso l estero, a cui ha seguito nel 2003 un brusco ridimensionamento (-2,8%), superiore a quello che contemporaneamente ha interessato l Italia. Nell ultimo biennio si è assistito ad un recupero, più intenso in Umbria (9,0% e 5,1%) che in Italia (7,5% e 4,0%). Tab. n. 1 L export in Umbria e in Italia. Anni Umbria Italia Umbria Italia Valori assoluti in milioni di euro Var. % Var. % ,3 2, ,7 5, ,7 4, ,6 0, ,9 17, ,4 4, ,2-1, ,8-1, ,0 7, ,1 4,0 La variazione media annua nel periodo è pari al 4,3% per l Umbria e al 4,1% per l Italia Prometeia Srl Le esportazioni umbre, al netto del settore metallurgico, nel periodo , presentano un profilo di crescita superiore all export umbro complessivo. Fig. 1 L'andamento delle esportazioni umbre e della domanda mondiale (in ) totali e al netto del settore metallurgico (numeri indice 1995=100) (Fonte: ISTAT) 1

9 Viceversa, come risulta dalla figura 1, la ripresa dell export umbro dal 2004, è interamente dovuta alla buona performance del settore metallurgico, rimanendo stabile l andamento dell export regionale al netto di questo settore L export per aree geografiche: tendenze di breve e lungo periodo L Umbria rimane fortemente orientata verso l area delle Economie avanzate, sebbene rispetto al 1995 la quota di export verso questi paesi è scesa dall 86,1% al 76,7%. Tale flessione ha interessato i paesi dell Unione Europea (dal 63,8% al 48,9%), mentre per le Altre economie avanzate si osserva una crescente incidenza sulle esportazioni regionali. Germania e Francia restano i principali mercati di sbocco, detenendo nel 2005 una quota pari, rispettivamente, al 12,2% e al 9,0%. In particolare si è quasi dimezzata (era il 21,5% nel 1995) la quota esportazioni umbre verso la Germania. In Spagna e nel Regno Unito si osserva lungo tutto il periodo un sostanziale incremento della loro importanza, tra il 2001 e il 2004 presentano una riduzione della propria quota la Svizzera e gli Stati Uniti. E notevolmente aumentato il peso del Resto economie avanzate (dal 9,8% nel 1995 al 17,2% nel 2005), in particolare quello del Messico. Tab. n. 2 La composizione delle esportazioni per area geografica ECONOMIE AVANZATE 86,1 86,7 85,1 76,7 Unione Europea 63,8 65,3 61,8 48,9 Germania 21,5 21,0 19,7 12,2 Spagna 5,1 6,2 6,0 6,0 Francia 11,3 11,4 10,5 9,0 Regno Unito 5,6 6,6 7,0 6,0 Resto UE 20,2 20,1 18,6 15,8 Altre economie avanzate 22,3 21,4 23,4 27,8 Svizzera 2,6 2,4 2,4 2,2 Stati Uniti 9,9 10,6 11,1 8,4 Resto economie avanzate 9,8 8,4 9,9 17,2 ECONOMIE IN TRANSIZIONE 4,0 4,6 5,7 8,4 PAESI IN VIA DI SVILUPPO 9,8 8,4 9,0 14,7 PVS Medio oriente ed Europa 2,2 2,7 3,3 3,0 PVS Asia 2,7 0,8 2,0 7,8 PVS America Latina 2,5 2,7 1,5 0,9 PVS Africa e altri Paesi 2,4 2,2 2,2 2,9 Altri Paesi e non classificati 0,1 0,2 0,2 0,2 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 Prometeia Srl In crescita risulta anche la quota delle Economie in transizione (dal 4,0% del 1995 all 8,4% del 2005) e soprattutto dei PVS (dal 9,8% al 14,7%). L export verso l Asia 2

10 infatti sta acquisendo progressivamente una maggiore importanza: nel 2005 il 7,8% delle esportazioni ha raggiunto queste economie. In particolare l incremento è connesso alla maggiore incidenza del mercato cinese, mentre tra le Economie in transizione i mercati che stanno acquisendo maggiore rilevanza sono l Ucraina, la Romania, la Russia e la Serbia-Montenegro. La Germania, la Francia e gli Stati Uniti sono i tre principali mercati di destinazione per le esportazioni umbre anche al netto del settore metallurgico. Perdono invece di importanza le Economie in transizione e i PVS, in particolare il Messico e la Cina. Nel 2005, come risulta dalla Tab.n. 3, il 58,2% delle esportazioni umbre senza i prodotti in metallo è diretto nei mercati dell Unione Europea, il 21,8% nelle Altre economie avanzate, l 8,5% nelle Economie in transizione, il 3,9% nei PVS Africa. Tab. 3 - Le esportazioni umbre per macroarea di destinazione (quote % sul totale di export umbro al netto del settore DJ) Unione Europea 68,0 64,2 58,2 Altre economie avanzate 18,7 21,6 21,8 Economie in transizione 4,5 5,0 8,5 PVS Medio Oriente ed Europa 2,2 3,7 2,9 PVS Asia 1,7 0,8 3,1 PVS America Latina 2,0 1,9 1,3 PVS Africa 2,8 2,6 3,9 Altri paesi e non classificati 0,1 0,1 0,3 Totale 100,0 100,0 100,0 Prometeia Srl su dati Istat Analizzando la dinamica per area geografica si osserva un rallentamento complessivo della crescita dell export umbro nel periodo Tale decelerazione è attribuibile al calo che ha coinvolto l Unione Europea e, soprattutto la Germania. È opportuno sottolineare che la dinamica più vivace dei PVS Asia, del Resto economie avanzate e delle Economie in transizione, ha parzialmente compensato il rallentamento dell area europea e degli Stati Uniti. L analisi dell ultimo triennio mostra una flessione del 2,8% nel corso del 2003, dovuta principalmente alla riduzione delle esportazioni verso le Economie avanzate (-4,9%), in particolare a causa della flessione di Germania (-15,6%), Svizzera (- 6,2%), Stati Uniti (-18,4%) e del Resto economie avanzate (-10,5%). Nel 2004 si nota un deciso recupero (+9,0%), diffuso con diversa intensità alla maggior parte delle aree geografiche. Nel 2005, infine, la minor crescita (+5,1%) rispetto all anno precedente, si deve alla contrazione dell export che ha coinvolto paesi appartenenti all Unione Europea: -4,3% in Germania, -2,3% in Spagna, - 11,8% in Francia, e -10,3% nel Regno Unito. 3

11 Tab. n. 4 La dinamica delle esportazioni per area geografica (variazioni %) ECONOMIE AVANZATE -4,9 9,1 2,6 Unione Europea -1,1 5,7-5,3 Germania -15,6 6,0-4,3 Spagna 3,4 14,6-2,3 Francia 1,6 17,1-11,8 Regno Unito 12,0 0,0-10,3 Resto UE 4,3-1,3-1,0 Altre economie avanzate -13,4 17,6 20,3 Svizzera -6,2 12,6 6,7 Stati Uniti -18,4 2,6 5,6 Resto economie avanzate -10,5 30,0 31,4 ECONOMIE IN TRANSIZIONE 27,5-6,1 16,0 PAESI IN VIA DI SVILUPPO -5,6 18,9 13,8 PVS Medio oriente ed Europa -6,6 0,3-11,0 PVS Asia 4,7 16,1 38,9 PVS America Latina -23,0 37,7-13,4 PVS Africa e altri Paesi -17,4 53,1 4,2 Altri Paesi e non classificati 86,9 72,9 1,5 TOTALE -2,8 9,0 5,1 Prometeia Srl All opposto il Resto economie avanzate presenta per il secondo anno consecutivo una crescita superiore al 30,0% ed anche l export verso i PVS Asia registra una buona performance (+38,9%). In particolare nel 2005 si nota il forte incremento dell export umbro in Messico, che rappresenta quindi il 10,4% dell export umbro totale, secondo per incidenza solo alla Germania (12,2%). Tra i PVS Asia il mercato cinese nel 2005 ha rappresentato una quota pari al 6,7% dell export umbro e le esportazioni verso la Cina sono aumentate del 38,3%. In termini di dinamica, l export regionale al netto dei metalli, mostra una riduzione considerevole nel periodo dell export verso la Germania (- 11,6%), gli Stati Uniti (-5%) e la Svezia (-6,3%). Al contrario, si registrano sensibili incrementi verso l area delle Economie in transizione, in particolare verso la Cina (+8,1%), la Russia (+12,3%) e la Turchia (+8,2%). Va sottolineata la scarsa presenza di export verso il Messico, che quindi risulta il paese con il più alto differenziale tra export con e senza metallo. Le elaborazioni relative alla specializzazione 1 per aree geografiche e ai differenziali di crescita rispetto alla domanda mondiale vogliono valorizzare l incrocio tra la struttura della regione e il commercio mondiale. L indice di specializzazione 1 L indice di specializzazione è dato dalla seguente formula: Export Umbria verso area geografica/totale export Umbria Commercio mondiale verso area geografica/totale commercio mondiale 4

12 permette di inquadrare l export regionale nel più ampio contesto del commercio mondiale e di osservare eventuali modifiche del modello di specializzazione regionale avvenute nel tempo per ciascuna area geografica. Il grado di specializzazione nel 2004 conferma l importanza dell Unione Europea, in particolare di Spagna (225,8), Francia (214,7), Germania (172,3) e delle Economie in transizione (266,0). Con un indice superiore a 100 si collocano anche Svizzera (150,8), Regno Unito (141,3), PVS Medio Oriente ed Europa (111,3) e PVS Africa e altri paesi (127,0). Tra il 2001 e il 2004 si osserva un calo della specializzazione regionale verso Germania e Spagna, mentre Francia e Regno Unito presentano un aumento. La specializzazione verso il Resto Unione Europea, gli Stati Uniti, il Resto economie avanzate, i PVS Asia e i PVS America Latina rimane al di sotto di quella del commercio mondiale. Tab. n. 5 La specializzazione % delle esportazioni per area geografica ECONOMIE AVANZATE 109,7 109,9 107,1 102,6 Unione Europea 157,5 157,8 157,6 135,4 Germania 243,7 246,0 253,9 172,3 Spagna 234,1 254,3 240,4 225,8 Francia 208,2 214,3 210,8 214,7 Regno Unito 103,6 112,6 126,4 141,3 Resto UE 108,4 104,4 100,8 85,9 Altre economie avanzate 58,8 57,1 58,1 66,5 Svizzera 144,3 142,4 156,9 150,8 Stati Uniti 68,5 65,0 62,4 54,1 Resto economie avanzate 45,1 43,1 47,3 70,0 ECONOMIE IN TRANSIZIONE 154,6 179,4 261,5 266,0 PAESI IN VIA DI SVILUPPO 59,3 51,5 53,5 71,8 PVS Medio oriente ed Europa 88,0 91,1 121,3 111,3 PVS Asia 32,7 12,1 23,9 56,2 PVS America Latina 69,0 64,8 43,3 39,5 PVS Africa e altri Paesi 106,3 90,0 96,7 127,0 Altri Paesi e non classificati 3,3 10,9 10,3 14,6 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 Prometeia Srl Il differenziale tra la dinamica di crescita delle esportazioni umbre e l andamento della domanda mondiale permette di comparare la crescita dell export regionale con l andamento del commercio per aree geografiche e/o settori, verificando così la capacità del sistema locale di tenere il passo con l evoluzione complessiva del commercio mondiale. Il differenziale tra la dinamica di crescita delle esportazioni e la domanda mondiale 2 nel rileva 2 La Banca dati CHELEM (Comptes harmonisés sur les échanges et l économie mondiale) riporta le informazioni analitiche sul commercio mondiale, in particolare i flussi di commercio estero tra i 75 principali paesi del mondo per 74 settori di attività economica. Le informazioni, espresse in dollari USA, sono riferite al periodo ; i dati sono stati convertiti in euro. 5

13 complessivamente una buona performance della regione, che presenta un differenziale positivo con la domanda mondiale e incrementi diffusi in molte aree geografiche. Tra le Economie avanzate si nota un differenziale positivo in Francia (2,6%), Regno Unito (5,6%), Svizzera (0,5%) e nel Resto economie avanzate (16,1%); la Germania presenta il differenziale negativo più elevato (-10,7%), dovuto sia ad un calo delle esportazioni verso quest area (-7,5%) sia al rallentamento della domanda tedesca rispetto al periodo precedente (da 8,5% del al 2,1% del ). Le Economie in transizione e i PVS presentano entrambi variazioni positive pari, rispettivamente, al 2,7% e al 13,2%. Di notevole importanza è il dato dei PVS Asia nel (39,3%), derivante sia dal buon incremento della domanda asiatica (10,6%) sia dall intensa crescita dell export verso quest area (47,0%) L export regionale per settore L analisi della struttura merceologica delle esportazioni regionali evidenzia che i settori trainanti dell export umbro nel 2005 sono quelli della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (34,8%), delle macchine e apparecchi meccanici (17,0%), del tessile e abbigliamento (11,8%) e dei prodotti alimentari, bevande e tabacco (7,7%). Seguono con quote più ridotte la chimica (6,5%), le macchine e apparecchiature elettroniche e ottiche (4,0%) e il comparto dei mezzi di trasporto (3,8%). Tab. n. 6 - La composizione percentuale per settore Agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca 3,4 2,7 2,7 2,7 Estrazione di minerali 0,1 0,1 0,0 0,0 Industrie alimentari e delle bevande e del tabacco 7,9 6,7 7,3 7,7 Industrie tessili e dell'abbigliamento 16,4 18,6 19,6 11,8 Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio 2,4 3,0 2,9 2,3 Industria del legno e dei prodotti in legno 1,6 1,4 1,5 1,2 Fabb. della pasta-carta, della carta e del cartone 1,5 1,8 1,4 1,2 Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio 0,0 0,0 0,0 0,0 Fabb. di prodotti chimici e di fibre sint. e artificiali 6,4 8,3 6,4 6,5 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 2,9 2,3 1,9 2,3 Fabb. di prodotti della lav. di minerali non metalliferi 5,9 5,0 4,5 2,4 Metallurgia, fabbricazione di prodotti in metallo 29,0 22,9 23,1 34,8 Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici 14,7 16,7 18,0 17,0 Fabb. di macchine elettriche e di app. elettriche 3,4 5,4 4,1 4,0 Fabbricazione di mezzi di trasporto 1,9 1,6 3,2 3,8 Altre industrie manifatturiere 2,6 3,3 2,7 2,2 Prod. e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua 0,0 0,0 0,0 0,0 Altri prodotti e non classificati 0,0 0,2 0,8 0,0 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 Prometeia Srl 6

14 La regione presenta una spiccata specializzazione nel settore metallurgico (con un indice nel 2004 pari al 420,3), nel tessile e abbigliamento (281,9) e nel comparto della lavorazione di minerali non metalliferi (244,7). La regione è specializzata anche in altri settori: nel comparto alimentare (140,6), nelle industrie conciarie e della fabbricazione di prodotti in cuoio (219,1), nell industria del legno (159,6) e nella meccanica (184,1). Rispetto al 2003 si rileva un incremento di specializzazione in un buon numero di settori: in particolare cresce quella del settore metallurgico e siderurgico (da 395,4 a 420,3) e delle industrie conciarie (da 203,3 a 219,1). Esaminando la dinamica dell export nei periodi e si registrano crescite significative nei settori dell alimentare, del tessile e soprattutto della meccanica e dei mezzi di trasporto. Nel periodo il settore metallurgico e siderurgico ha incrementato notevolmente le proprie esportazioni (15,6% contro una media regionale del 4,3%), mentre tra i settori di maggiore incidenza solo il tessile e abbigliamento presenta un calo (-8,0%). Tab. n. 7 - La dinamica dell export regionale per settori merceologici (variazione %) Agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca 48,6-54,3 46,3 Estrazione di minerali -17,7 23,4-2,8 Industrie alimentari e delle bevande e del tabacco -9,7 1,6 14,4 Industrie tessili e dell'abbigliamento -9,6 2,8-7,9 Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio 5,7 11,4 4,1 Industria del legno e dei prodotti in legno 1,6 16,8-21,2 Fabb. della pasta-carta, della carta e del cartone -16,6 2,6-19,5 Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio -49,4 40,9 73,8 Fabb. di prodotti chimici e di fibre sint. e artificiali -4,1 11,9 10,3 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 7,1 5,7 11,4 Fabb. di prodotti della lav. di minerali non metalliferi -19,4-3,0-13,8 Metallurgia, fabbricazione di prodotti in metallo 2,0 30,5 7,0 Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici -10,2 4,8 14,9 Fabb. di macchine elettriche e di app. elettriche -7,5 19,1-2,5 Fabbricazione di mezzi di trasporto -5,5 38,5-3,1 Altre industrie manifatturiere -9,2 7,6-5,9 Prod. e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua ,0 - Altri prodotti e non classificati 120,8-98,5 23,8 TOTALE -2,8 9,0 5,1 Prometeia Srl Tenendo conto dell andamento del commercio mondiale l Umbria presenta in alcuni settori differenziali di crescita positivi. In particolare il comparto metallurgico, settore che esporta oltre il 30% del totale, ha ottenuto un differenziale positivo sia nel (0,2%) sia nel (10,9%). Ciò dimostra soprattutto nel periodo più recente la buona capacità dell AST (Acciai Speciali Terni) di inserirsi attivamente nei mercati nei quali la domanda di questo settore è risultata 7

15 particolarmente elevata (il 7,8% contro una crescita complessiva della domanda mondiale pari al 2,1%). Nel presentano differenziali positivi anche altri settori di un certo peso per il commercio estero umbro: il comparto delle macchine elettriche (5,7%), dei mezzi di trasporto (12,0%), della gomma e materie plastiche (5,0%) e delle industrie alimentari (2,0%). All opposto si osservano differenziali negativi nel nel comparto del tessile e abbigliamento (-6,2%), in quello meccanico (-3,5%) e della chimica (-1,9%); i restanti differenziali negativi si riferiscono a settori come l agricoltura, caccia e silvicoltura, l industria conciaria e dei prodotti in cuoio. Tab. n. 8 - I differenziali di crescita per settore - Valori % Agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca -7,0 1,4-7,4 Estrazione di minerali 17,4-51,5-3,9 Industrie alimentari e delle bevande e del tabacco -5,6 2,8 2,0 Industrie tessili e dell'abbigliamento 1,0 0,6-6,2 Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio 7,9-5,6-1,2 Industria del legno e dei prodotti in legno -3,4 0,2 2,6 Fabb. della pasta-carta, della carta e del cartone 8,6-9,6 8,8 Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio -44,7 105,4 50,5 Fabb. di prodotti chimici e di fibre sint. e artificiali 6,6-14,9-1,9 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche -10,5-9,5 5,0 Fabb. di prodotti della lav. di minerali non metalliferi -6,2-5,3-10,8 Metallurgia, fabbricazione di prodotti in metallo -8,4 0,2 10,9 Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici 2,4 1,4-3,5 Fabb. di macchine elettriche e di app. elettriche 11,2-16,1 5,7 Fabbricazione di mezzi di trasporto -15,0 25,7 12,0 Altre industrie manifatturiere 4,8-11,9 0,4 Prod. e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua ,7 - Altri prodotti e non classificati 73,9 58,7-66,7 TOTALE -2,7-5,0 1,9 Prometeia Srl 1.3. L analisi della struttura geografica e merceologica dei quattro principali settori Come già indicato in precedenza i quattro principali settori che nel 2005 trainano l export regionale sono la metallurgia (969 milioni di euro), le macchine e apparecchi meccanici (473 milioni di euro), il tessile e abbigliamento (329 milioni di euro) e i prodotti alimentari, bevande e tabacco (215 milioni di euro). Le Economie avanzate rappresentano i principali mercati di sbocco per i prodotti di tutti i settori considerati; in particolare, circa il 70% dell export della metallurgia è orientato verso queste aree, in particolare verso le Altre economie avanzate (circa il 40%). Nel comparto della meccanica il 16,5% delle esportazioni del settore è destinato agli Stati Uniti, mentre tra i mercati dell Unione Europea le 8

16 quote più rilevanti sono assorbite dalla Germania (13,1%) e dalla Spagna (8,6%). Il tessile e abbigliamento esporta prevalentemente nei mercati dell Unione Europea (63,4%); circa un quinto delle esportazioni del comparto sono dirette verso le Altre economie avanzate, tra cui gli Stati Uniti per una quota di circa il 10%. Il comparto alimentare si rivolge prevalentemente all Unione Europea (il 48,3%) e alle Altre economie avanzate; tra queste circa il 20% è rivolta verso gli Stati Uniti. Tab. n. 9 - L'export regionale dei quattro principali settori merceologici per area geografica nel Valori in milioni di euro Metallurgia, fabbricazione Fabbricazione di macchine Industrie tessili e Industrie alimentari e di prodotti in ed apparecchi dell'abbigliamento delle bevande metallo meccanici e del tabacco Economie avanzate Unione Europea Germania Spagna Francia Regno Unito Resto Unione Europea Altre economie avanzate Svizzera Stati Uniti Resto economie avanzate Economie in transizione Paesi in via di sviluppo PVS Medio Oriente ed Europa PVS Asia PVS America Latina PVS Africa e altri paesi Altri paesi e non classificati TOTALE Prometeia Srl Il settore metallurgico e della fabbricazione di prodotti in metallo presenta, in quasi tutte le aree geografiche, un grado di specializzazione più elevato rispetto alla specializzazione del commercio mondiale, con punte molto alte in Spagna (498,1), Francia (846,4), Regno Unito (659,4), Germania (521,9), Resto economie avanzate (607,9) ed Economie in transizione (1.076,3). Nella fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici la specializzazione è superiore al commercio mondiale in tutte le aree geografiche considerate, ad eccezione del Resto economie avanzate e dei PVS Asia. Nel tessile e abbigliamento si osserva una specializzazione molto elevata del settore (con un indice superiore a 600) verso la Germania, la Francia, la Svizzera e le Economie in transizione, mentre il comparto alimentare presenta una spiccata specializzazione verso la Svizzera (1.399,1) e il Regno Unito (553,7). 9

17 2. La scomposizione dinamica delle esportazioni I risultati della struttura e della dinamica delle esportazioni regionali possono essere efficacemente sintetizzati attraverso l analisi di scomposizione denominata CMSA (Constant Market Share Analysis), con la quale è possibile incrociare la performance regionale con l andamento del commercio mondiale complessivo e con l andamento distinto a seconda dell area geografica e della composizione settoriale. La scomposizione permette di verificare se la struttura dei mercati geografici e la composizione merceologica della regione determina un impatto favorevole o sfavorevole sull evoluzione delle esportazioni. La metodologia CMSA è stata sviluppata a partire da un articolo di H. Tyszynaki Word Trade in manufactured commodities e successivamente ripreso da numerosi studiosi del commercio internazionale. Essa si basa su una analisi dei fattori che influenzano l evoluzione delle esportazioni, che operano tanto dal lato della domanda che da quello dell offerta. In particolare essa analizza i fattori operanti dal lato della domanda, più facili da misurare, scomponendoli ed isolando un ultimo fattore che diviene rappresentativo dell effetto complessivo della competitività del sistema locale, essendo stato depurato dai vari fattori di trend. In particolare l applicazione di tale metodologia alle esportazioni regionali, si traduce nel considerare le variazioni assolute annuali del valore delle stesse (in milioni di euro) nei periodi , , e operando una scomposizione in 4 componenti principali: l effetto della dinamica del commercio mondiale, ovvero la simulazione di quanto sarebbe aumentata l esportazione umbra, a partire dall anno iniziale per ogni periodo, se tale esportazione fosse cresciuta allo stesso ritmo del valore totale della domanda mondiale (calcolata dal valore totale dell export mondiale verso tutti i paesi esclusa l Italia); l effetto della struttura settoriale, ovvero l incremento che l export umbro avrebbe registrato se l export di ogni principale classe merceologica fosse cresciuto allo stesso ritmo dell export mondiale di quel particolare gruppo, sottraendo poi da tali valori quelli di cui ogni gruppo sarebbe cresciuto se fosse aumentato allo stesso saggio dell export mondiale globale; pertanto se la domanda mondiale si è sviluppata per questi beni - in cui l Umbria era specializzata nell anno iniziale in misura più che proporzionale, l effetto risulterebbe positivo altrimenti esso sarebbe negativo. Essa segnala se la composizione settoriale delle esportazioni regionali risulta più o meno vantaggiosa rispetto alla crescita del commercio mondiale; l effetto dei mercati di destinazione, ovvero a valutazione dell incremento dell export umbro nell ipotesi che l Umbria avesse mantenuto la sua quota in ognuno dei maggiori mercati in ogni gruppo merceologico, sottraendo da questo valore l ammontare di cui ogni 10

18 gruppi di prodotti sarebbe cresciuto se si fosse sviluppato allo stesso tasso dell export mondiale di quel particolare gruppo. Quindi se la domanda mondiale è cresciuta più che proporzionalmente nei mercati in cui l export umbro è più forte, l effetto risulterebbe positivo, in caso contrario sarebbe negativo. Tale componente sta quindi ad indicare se l andamento della domanda mondiale nei vari mercati di destinazione tende a favorire o a sfavorire l evoluzione dell export regionale; l effetto residuo che è ottenuto dalla differenza tra la variazione complessiva e le tre componenti identificate in precedenza. Tale effetto può essere spiegabile con vari fattori, in larga parte riconducibili alla capacità competitiva del sistema locale (presenza sui mercati, politiche di prezzo, qualità del prodotto). Tale componente può essere sufficientemente elevata da compensare gli effetti sfavorevoli derivanti da un impatto negativo del commercio mondiale o da una struttura geografica o merceologica svantaggiosa per l export regionale. Viceversa una scarsa capacità competitiva dell export locale può vanificare dinamiche particolarmente vantaggiose dei principali prodotti dell economia regionale e dei principali paesi di destinazione dei beni prodotti in Umbria. L analisi di lungo periodo, che somma le variazioni triennali per gli anni , , , si osserva che si tratta sempre di variazioni positive e che la crescita complessiva nell arco del periodo è stata pari a 821 milioni di euro. Tab. n La scomposizione della dinamica dell'export umbro - Variazioni in milioni di euro Crescita commercio mondiale Struttura merceologica Mercati di destinazione Effetto residuo TOTALE Crescita commercio mondiale Struttura merceologica Mercati di destinazione Effetto residuo TOTALE Prometeia Srl La scomposizione indica che il maggior contributo alla crescita delle esportazioni regionali deriva nel periodo dalla componente del commercio mondiale. Tale effetto è stato talmente forte da compensare il contributo negativo derivante dalla struttura merceologica e dall effetto residuale. Quest ultimo è l effetto negativo più forte e potrebbe derivare dalla scarsa competitività delle esportazioni regionali rispetto al commercio mondiale. Nel periodo la 11

19 dinamica dell export ha tratto vantaggio anche dalla struttura merceologica, che nei periodi precedenti aveva svolto sempre un ruolo negativo. Analizzando l ultimo triennio si osserva che la variazione positiva è dovuta alla forte crescita del 2004 che ha compensato la perdita subita nell anno precedente. Il 2002 è stato un anno di crescita elevata con una variazione positiva in termini assoluti di 146 milioni di euro, dovuta principalmente alla parte residuale che assieme all effetto della composizione settoriale ha più che compensato il rallentamento del commercio mondiale e l effetto dei mercati di destinazione. Il 2003 è stato un anno di crescita negativa, con una perdita in termini assoluti di 69 milioni di euro: la scomposizione evidenzia che tale performance è dovuta soprattutto all effetto della componente residuale ed in parte alla dinamica del commercio mondiale, che ha negativamente influenzato l effetto positivo dei mercati di destinazione. Il 2004 ha registrato una variazione in aumento di 220 milioni di euro: la crescita di deve all effetto congiunto della domanda mondiale e della composizione settoriale, mentre purtroppo negativo risulta il contributo della specifica competitività locale. In conclusione, nel periodo l export umbro ha beneficiato soprattutto della componente derivante dalla crescita del commercio mondiale, che è stata talmente forte da compensare gli effetti negativi delle altre componenti. Il quadro del si presenta caratterizzato da un rallentamento del commercio mondiale (per lo meno nel biennio ) e da un recupero della componente merceologica. 3. Le esportazioni provinciali Passando ad una analisi sui dati a livello provinciale, la provincia di Perugia ha aumentato la propria quota dal 55,7% nel 1995 al 64,3% nel 2001; in seguito si è assistito ad un ridimensionamento del peso dell export provinciale sul totale regionale fino al 54,3% del La provincia di Terni ha quindi registrato dall inizio del decennio una crescente importanza sulle esportazioni regionali, con un aumento di 10 punti percentuali nel periodo Sia la provincia di Perugia sia quella di Terni hanno mantenuto costante la loro quota di esportazioni sul totale nazionale: la provincia di Perugia detiene circa lo 0,5-0,6% del totale export nazionale mentre quella di Terni lo 0,3-0,4%. L andamento delle esportazioni provinciali totali e al netto del settore metallurgico mette in evidenzia la forte incidenza del comparto metallurgico in provincia di Terni. In particolare la Fig. 2 mostra il peso che il settore dei metalli ha esercitato in questa provincia negli ultimi anni, crescendo a partire dal 2002 secondo un ritmo più sostenuto rispetto agli altri comparti, all opposto di quanto si 12

20 osserva nel periodo precedente. In provincia di Perugina, al contrario, non c è quasi differenza tra l andamento delle esportazioni totali e di quelle al netto del settore metallurgico. Fig. 2 L'andamento delle esportazioni di Perugia e Terni totali e al netto del settore metallurgico (numeri indice 1995=100) Prometeia Srl su dati Istat 3.1. Le esportazioni della provincia di Perugia Il valore delle esportazioni della provincia di Perugia è passato da milioni di euro nel 1995 a milioni di euro nel La quota percentuale dell export della provincia di Perugia a livello regionale è lievemente scesa dal 55,7% al 54,3%. Nel periodo considerato le esportazioni provinciali sono cresciute in media del 4,0% rispetto ad uno sviluppo del 4,3% in regione e del 4,2% a livello nazionale. Gli anni 1998 e 2000 sono quelli nei quali la crescita è stata più elevata (rispettivamente +11,7% e +16,1%). In seguito al rallentamento del commercio mondiale nel 2001, l export perugino ha realizzato nello stesso anno una crescita (+5,2%), comunque decisamente inferiore a quella dell anno precedente; nel biennio si registrano invece riduzioni dell export (-1,1% e -4,2% rispettivamente). A partire dal 2004, in linea con l evoluzion e regionale e 13

21 nazionale, le esportazioni provinciali hanno riacquistato vitalità, ma ad un ritmo inferiore sia a quello dell Umbria che dell Italia. La provincia di Perugia rimane fortemente orientata verso l area delle Economie avanzate, in particolare Francia e Germania, le quali importano il 22,2% del totale dell export provinciale, mentre il rimanente è suddiviso tra le Economie in transizione (8,8%) e i PVS (10,6%). Rispetto al 1995 la quota di export verso le Economie avanzate è scesa dall 87,7% all 80,2%. Questo calo non è generalizzato, ma dovuto principalmente alla Germania, il cui peso si è quasi dimezzato, passando dal 24,2% nel 1995 al 11,9% nel Risultano invece in crescita le esportazioni verso quei paesi dell Unione Europea che detengono quote minori, come il Regno Unito (dal 5,6% al 8,5%) e la Spagna (dal 3,2% al 7,0%). Tab. n. 11- L'export provinciale, in Umbria ed in Italia (Valori assoluti in milioni di euro) Perugia Terni Umbria Italia Prometeia Srl All interno delle Altre economie avanzate è in aumento l export verso il Canada e in particolare verso gli Stati Uniti (dal 8,5% al 12,7%), mentre sono in calo le esportazioni verso il Resto economie avanzate (dal 9,5% al 7,0%). Le esportazioni verso le Economie in transizione, il cui peso è salito dal 4,0% al 8,8%, registrano un incremento: il dato è stato influenzato dalla crescita della Serbia-Montenegro e della Romania, verso le quali la quota di export è passata dall 1,4% al 2,6%. Va rilevata anche l elevata specializzazione geografica della provincia di Perugia verso Francia, Spagna, Svizzera ed Economie in transizione; rispetto al 1995 si è ridotta la specializzazione verso la Germania (l indice è sceso da 273,7 a 175,5), mentre è cresciuta quella verso la Spagna, il Regno Unito, la Francia e la Svizzera. Le Economie in transizione mostrano una forte specializzazione (da 153,8 a 289,7), dovuta soprattutto dalla Serbia-Montenegro, dalla Romania, dall Albania e dalla Bosnia-Erzegovina. 14

22 L analisi della struttura merceologica delle esportazioni provinciali evidenzia che i settori trainanti della provincia di Perugia sono la fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici (27,9%), il tessile e abbigliamento (17,3%), i prodotti alimentari, bevande e tabacco (12,9%) ed in misura minore la fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche ed artificiali (6,7%). Poco rilevante invece la quota del settore metallurgico e fabbricazione di prodotti in metallo (5,0%). La provincia di Perugia ha una spiccata specializzazione nei settori del tessile e dell abbigliamento, della concia, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari, dei prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, delle macchine ed apparecchi meccanici, del legno e prodotti in legno e nel settore alimentare. Per quanto riguarda la dinamica dell export nel la provincia ha registrato una stasi, rispetto ad uno sviluppo dell 8,0% nel triennio e del 5,6% nel Tale andamento si deve alla caduta delle industrie tessili e dell abbigliamento (-7,9%) che segue i risultati decisamente migliori del periodo precedente (+10,6%). In contrazione nel anche i settori della concia e dei prodotti in cuoio (-1,0%), del legno (-4,1%), dei prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-11,9%) e dell agricoltura, silvicoltura e pesca (-1,7%). Si è inoltre ridotto il ritmo di crescita dell export del settore fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici (2,9% nel rispetto al 7,5% nel e al 6,8% nel ), delle industrie alimentari (+8,2% rispetto al 12,5% del periodo precedente). In crescita anche il settore dei mezzi di trasporto, che ha registrato uno sviluppo del 24,9% nel e del 10,8% nel La scomposizione della dinamica dell export provinciale mostra per il e una crescita alimentata esclusivamente dall andamento del commercio mondiale, mentre le altre componenti hanno avuto un impatto minore nel primo periodo ed addirittura negativo nel secondo. Nel periodo la performance non brillante è da attribuire principalmente all effetto residuo, che può essere considerato come un indicatore della competitività provinciale rispetto al commercio mondiale: in tutto il periodo tale effetto per la provincia di Perugia è stato negativo, assieme alla struttura merceologica, spiazzando completamente la crescita del commercio mondiale realizzata nel Le esportazioni della provincia di Terni Il settore dei metalli detiene una quota rilevante nel commercio estero umbro e, in particolare, nella provincia di Terni. Il valore delle esportazioni della provincia di Terni è passato da 808 milioni di euro nel 1995 a milioni di euro nel La quota percentuale di export della 15

23 provincia di Terni sul totale regionale è passata dal 44,3% nel 1995 al 45,7% nel Nel periodo considerato le esportazioni provinciali sono aumentate in media del 4,6%, crescita che si posiziona al di sopra di quella nazionale (4,2%) e regionale (4,3%). Gli anni 1996 e 1998 sono quelli nei quali si osserva una contrazione più intensa dell export ternano, mentre il 2000 è l anno con lo sviluppo più elevato (23,7%). In linea con il rallentamento del commercio mondiale nel 2001, la provincia ha realizzato una lieve flessione delle esportazioni (-4,7%), in deciso recupero nel 2002 (19,4%). Nel 2003 si osserva una sostanziale stabilità dell export che perde poco rispetto all anno precedente (-0,6%). Anche nell ultimo biennio il commercio estero ternano presenta una maggiore vitalità a confronto con l andamento regionale e nazionale, con uno sviluppo pari al 18,4% nel 2004 e al 7,8% nel Tab. n L'export provinciale, in Umbria ed in Italia (variazioni % rispetto all anno precedente) Perugia Terni Umbria Italia ,8-7,8-1,3 2, ,5 9,2 4,7 5, ,7-11,3 1,7 4, ,3-1,3 1,6 0, ,1 23,7 18,9 17, ,2-4,7 1,4 4, ,1 19,4 6,2-1, ,2-0,6-2,8-1, ,6 18,4 9,0 7, ,0 7,8 5,1 4,0 Prometeia Srl La provincia rimane fortemente orientata verso l area delle Economie avanzate (72,5%), mentre il rimanente è suddiviso tra le Economie in transizione (8,0%) e i PVS (19,5%). In particolare Germania e Francia rappresentano il 19,8% dell export provinciale. Rispetto al 1995 le esportazioni verso le Economie avanzate sono scese dall 84,0% al 72,5%, fenomeno che si è accentuato tra il 2001 e il Tra il 2001 e il 2005 il peso complessivo delle Altre economie avanzate è incrementato di circa 10 punti percentuali, grazie soprattutto alle esportazioni verso il Messico e Taiwan. Nelle Economie in transizione si è verificato un incremento della quota percentuale (dal 4,7% del 2001 all 8,0% del 2005), mentre nei PVS l incidenza è passata dall 11,0% al 19,5%. L area asiatica ha condizionato parecchio lo sviluppo dell export ternano, soprattutto per la crescita della quota cinese (dal 2,9% del 2001 al 13,5% del 2005); nelle altre aree in via di sviluppo non si rilevano modifiche di entità rilevante. Su queste variazioni pesano sensibilmente le dinamiche del settore dei metalli. 16

24 Le esportazioni ternane al netto del settore metallurgico suddivise per macroarea di destinazione presentano in quasi tutte le aree geografiche considerate profili di crescita irregolari: si osservano ad esempio ampie oscillazioni che contraddistinguono i PVS Asia, le Economie in transizione e i PVS Medio Oriente ed Europa. La Germania resta il principale mercato di riferimento per le esportazioni di Terni al netto dei prodotti in metallo. L incidenza del mercato tedesco è rimasta pressoché invariata rispetto al 1995, passando dal 23,2% al 21,9%. In diversi mercati di destinazione per l export ternano al netto dei metalli, si rilevano differenziali di crescita negativi rispetto alla domanda mondiale nel , tra cui la Germania e la Spagna (entrambe -9,3%), gli Stati Uniti (-6,9%), i PVS Medio Oriente ed Europa (-15,8%) e il Regno Unito (-9,9%). All opposto i paesi che rilevano differenziali positivi sono la Francia (0,9%), i PVS Asia (7,5%), il Belgio e Lussemburgo (2,7%), la Cina (17,4%), la Turchia (31,5%), i PVS Africa (133,7%), la Romania (40,4%) e la Norvegia (82,7%). Il grado di specializzazione conferma l importanza di Spagna, Francia e Germania tra i paesi dell Unione Europea, delle Economie in transizione, dei PVS Medio Oriente e Europa e dei PVS Asia. Rispetto al 1995 è calata la specializzazione verso la Germania (l indice è sceso da 206,0 a 168,4) e la Spagna (da 346,3 a 214,8), mentre è aumentata quella verso la Francia e le Economie in transizione. L analisi della struttura merceologica evidenzia l importanza primaria del settore metallurgico e della fabbricazione di prodotti in metallo per la provincia di Terni. Nel 2005 questa attività rappresenta il 70,3% del totale dell export provinciale. Tra il 2001 e il 2005 si nota che il settore metallurgico ha incrementato di quasi 15 punti percentuali la propria incidenza (dal 55,8% del 2001 al 70,3% del 2005). La provincia di Terni presenta pertanto una spiccata specializzazione nel settore metallurgico (l indice di specializzazione nel 2004 è pari a 848,2) e risulta altresì specializzata nel comparto del tessile e abbigliamento (140,7) e in quello della fabbricazione di gomma e materie plastiche (129,2). La scomposizione della dinamica dell export provinciale mostra per il periodo una buona performance, da attribuire al contributo di tutte le componenti, in misura maggiore all impatto della struttura merceologica. L effetto residuo - in questo caso fortemente influenzato dalla capacità dell AST (Acciai Speciali Terni) di guadagnare quote di mercato nel proprio settore - che può essere considerato come un indicatore della competitività provinciale rispetto al commercio mondiale, presenta un impatto elevato nel 2002, e compensa il contributo negativo della dinamica del commercio mondiale e dei mercati di destinazione; all opposto nel 2004 il contributo negativo dell effetto residuo è più che compensato dalla buona dinamica del commercio mondiale e dall effetto della struttura merceologica. 17

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