Valutatori (auditor) di Sistemi di Gestione per la Qualità, la Sicurezza e l Ambiente

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1 Valutatori (auditor) di Sistemi di Gestione per la Qualità, la Sicurezza e l Ambiente La responsabilità d impresa D.lgs. 231/01 Docente: massimo@massimofarina.it

2 La responsabilità d impresa D.lgs. 231/01 2

3 SOMMARIO -I principali soggetti titolari di posizioni di garanzia: obblighi e responsabilità penali -Individuazione, in concreto, del datore di lavoro nell ambito dell impresa. - La delega di funzioni: presupposti contenuti e limiti - La responsabilità del dirigente senza delega - La sub-delega - Come redigere deleghe e comunicazione di compiti prevenzionistici - Gli orientamenti giurisprudenziali più recenti - Il modello organizzativo come strumento di controllo - Profili di applicabilità del sistema - I modelli di organizzazione - L applicazione del modello organizzativo -La crisi del sistema - Le responsabilità e il trattamento sanzionatorio -Collegamenti con il testo unico per la sicurezza e il D.Lgs. 231/01 - Collegamenti con il Codice della Privacy

4 FONTI D.Lgs. 8 Giugno 2001 n.231 Legge Delega 29 Settembre 2000, n.300 ART. 11 DISCIPLINA DELLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELLE PERSONE GIURIDICHE, DELLE SOCIETÀ E DELLE ASSOCIAZIONI ANCHE PRIVE DI PERSONALITÀ GIURIDICA

5 NON ESISTEVA un sistema normativo che prevedesse conseguenze sanzionatorie dirette nei confronti di enti per REATI posti in essere a vantaggio di questi ultimi da amministratori, dirigenti o dipendenti PRIMA del D.Lgs. 231/2001 MA SOLTANTO (Ex artt. 196 e 197 c.p.) Obbligo per l ente di farsi carico del pagamento di multe e ammende: inflitte personalmente al rappresentante legale e all amministratore; in caso di insolvenza dei soggetti che hanno compiuto il reato.

6 COMPRESI Enti dotati di personalità giuridica, società fornite di personalità giuridica e associazioni anche prive di personalità giuridica Ambito di applicazione ESCLUSI Stato, Enti pubblici territoriali ed Enti con funzioni di rilievo costituzionale RATIO: lo Stato e gli Enti pubblici so-pra indicati esistono e sono costituiti per dare soddisfazione ad interessi pubblici elevati a maggior rango, irrinunciabili ed incomprimibili, che vanno al di là del-la soddisfazione del singolo ed avranno come "mission" la tutela degli "interessi diffusi" della collettività. EFFETTI Il D.Lgs. 231/01 istituisce la responsabilità amministrativa dell ente per reati posti in essere da amministratori, dirigenti e/o dipendenti nell interesse o a vantaggio dell ente stesso.

7 La responsabilità amministrativa NATURA DELLA RESPONSABILITÀ??? Responsabilità amministrativa Responsabilità penale Terzo genere di responsabilità che coniuga i tratti essenziali del sistema penale con quelli del sistema amministrativo QUALUNQUE SIA LA SOLUZIONE Si va verso il superamento del principio societas delinquere non potest ex art. 27 COSTITUZIONE La responsabilità penale è personale. 1) Si introduce la responsabilità in sede penale della società che va ad aggiungersi a quella della persona fisica. 2) La responsabilità suddetta coinvolge il patrimonio dell ente e, indirettamente, gli interessi economici dei soci.

8 amministratori, dirigenti e/o dipendenti ART. 5 LETTERA A Soggetti che svolgono, anche di fatto, attività e funzioni di rappresentanza, amministrazione, direzione dell ente o di una sua unità organizzativa ART. 5 LETTERA B Persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui alla lettera A.. nell interesse o a vantaggio dell ente ART. 5 E necessario che il reato sia stato compiuto nell interesse o a vantaggio dell ente. INFATTI: ai sensi dell art. 5, II comma, è esclusa la responsabilità dell ente qualora la persona fisica abbia commesso il reato per esclusivo vantaggio proprio o di terzi.

9 I reati reati contro la Pubblica Amministrazione (es. corruzione, con-cussione malversazione a danno dello Stato...); reati contro la fede pubblica (falsità in monete, in carte di pub-blico credito e valori in bollo) difficilmente ipotizzabili nel caso di società fiduciarie; reati societari (false comunicazio-ni sociali, illecita influenza sull'assemblea, formazione fittizia del ca-pitale, illegale ripartizione degli utili e delle riserve... ); delitti contro la personalità dello Stato (associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico); market abuse (abuso di informazioni privilegiate, manipolazione del mercato) - introdotti con L. 62 /05; reati transnazionali (associazione per delinquere, associazione di tipo mafioso.. introdotti con L. 146/06); reati commessi con violazione delle norme previste a tutela della salute e della sicurezza sul lavoro (T.U. 81/08): omicidio colposo lesioni colpose; reati di riciclaggio, ricettazione e impiego di beni e/o utilità di provenienza ille-cita ex D.Lgs. 231/07; delitti di criminalità organizzata; reati contro l'industria e il com-mercio; reati commessi con violazione delle norme sul diritto d'autore.

10 ESCLUSIONE DELLA RESPONSABILITÀ DELL ENTE Previsione di un regime di responsabilità che prevede una inversione dell onere della prova ART. 6 Se il reato è commesso da soggetti in posizione APICALE (art.5, lettera A) Per l esclusione della responsabilità dell ente è necessario che 1. Sono stati comunque adottati modelli organizzativi, di gestione e di controllo idonei a prevenire reati della specie poi verificatasi. 2. E stato istituito un organismo di controllo interno e autonomo, dotato di poteri di vigilanza. 3. I vertici hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente i protocolli preventivi. 4. Non ci sono state omissioni o negligenze nell operato dell organismo di controllo.

11 ESCLUSIONE DELLA RESPONSABILITÀ DELL ENTE ART. 7 Se il reato è stato commesso da un dipendente L'ente è responsabile se 1. la commissione del reato è stata resa possibile dall'inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza. 2. In ogni caso, è esclusa l'inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza se l'ente, prima della commissione del reato, ha adottato ed efficacemente attuato un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi.

12 RIASSUMENDO PRESUPPOSTI DELLA RESPONSABILITÀ OMISSIONE DI MISURE NECESSARIE A PREVENIRE LA COMMISSIONE DI REATI DA PARTE DI PROPRI DIRIGENTI E/O COLLABORATORI INTERESSE DELLA SOCIETA (O DEL GRUPPO) APPLICAZIONE DEI PRINCIPI COMUNI DELLA LEGGE PENALE POTENZA, 5 GIUGNO

13 L ESCLUSIONE DELLA RESPONSABILITÀ SI HA SE LA SOCIETA DIMOSTRA DI AVER ADOTTATO ED EFFICACEMENTE ATTUATO UN MODELLO ORGANIZZATIVO DI PREVENZIONE QUATTRO REQUISITI NECESSARI INVERSIONE DELL ONERE DELLA PROVA POTENZA, 5 GIUGNO

14 PRIMO REQUISITO l ente deve aver adottato ed efficacemente attuato (prima della commissione del fatto) modelli organizzativi e di gestione idonei a prevenire il reato POTENZA, 5 GIUGNO

15 SECONDO REQUISITO la vigilanza sul funzionamento e l osservanza dei modelli, nonchè la cura del loro aggiornamento, deve essere affidata ad un organismo dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo POTENZA, 5 GIUGNO

16 TERZO REQUISITO fraudolenta elusione dei modelli di organizzazione e gestione da parte delle persone che hanno commesso il reato POTENZA, 5 GIUGNO

17 QUARTO REQUISITO l organismo di vigilanza deve aver svolto il proprio compito senza insufficienze o omissioni POTENZA, 5 GIUGNO

18 QUINDI È NECESSARIO (MA NON OBBLIGATORIO) ADOTTARE A) Un modello di organizzazione, gestione e controllo caratterizzata da criteri di efficienza, praticabilità e funzionalità ragionevolmente in grado di limitare le probabilità di commissione di reati ricompresi nell area di rischio legata all attività di impresa. B) Un organismo interno all ente che abbia compiti di iniziativa e di controllo sulla efficacia del modello e che sia dotato di piena autonomia nell esercizio della supervisione e del potere disciplinare.

19 SANZIONI (art. 9) a) pecuniarie amministrative; b) interdittive; INOLTRE SI AGGIUNGONO: la confisca del profitto del reato e la pubblicazione della sentenza di condanna. Nota sulla sanzione pecuniaria amministrativa: determinata in numero di quote applicabili

20 SANZIONI: le quote (art. 9) Con il sistema delle quote il calcolo della sanzione è determinato dalla combinazione di due diversi elementi (artt.10 e 11): 1) importo unitario della singola quota 2) numero di quote applicabili. e 1) Importo: minimo 258 ; massimo (in base alle condizioni economiche e patrimoniali, ai fini dell efficacia della sanzione); 2) numero delle quote: minimo 100; massimo 1000 (in base alla gravità del fatto, al grado di responsabilità dell impresa, ed all attività per eliminare le conseguenze). combinazione dei due elementi della sanzione pecuniaria: minimo ; massimo è escluso il pagamento in misura ridotta. 20

21 SANZIONI: le quote (art. 9) b) sanzioni interdittive (artt. 9 e 13): divieto di pubblicizzare beni e servizi; esclusione e revoca di finanziamenti; divieto di contrattare con la p.a.; sospensione o revoca di autorizzazioni o licenze; interdizione dall esercizio dell attività. ALTRE SANZIONI (Art.9) CONFISCA PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA 21

22 SANZIONI PECUNIARIE INTRODUZIONE DI UN SISTEMA COMMISURATIVO PER QUOTE Fase 1 Numero quote in base a indici di gravità dell illecito Fase 2 Valore monetario quote in base alle condizioni economiche dell ente PREVISIONE DI IPOTESI DI RIDUZIONE DELLA SANZIONE (art. 12)

23 SANZIONI INTERDITTIVE CONDIZIONI (Art.13) a. rilevante profitto per l ente; se soggetto attivo in posizione subordinata: gravi carenze organizzative; b. reiterazione degli illeciti. PRECLUSIONI (Art.17) Se l ente pone in essere almeno una delle seguenti condotte riparatorie: a. risarcimento del danno ed eliminazione conseguenze dannose del reato; b. attuazione modelli organizzativi; c. messa a disposizione del profitto conseguito ai fini della confisca.

24 TRASFORMAZIONE Resta ferma la responsabilità della società trasformata (già corollario dell art. 2498, III comma, c.c.) FUSIONE La responsabilità si trasferisce in capo alla società risultante dalla fusione (già corollario dell art bis c.c.) SCISSIONE In caso di scissione parziale, la società scissa rimane responsabile per i reati commessi anteriormente alla data in cui la scissione ha avuto effetto tanto in caso di scissione parziale che totale, gli enti saranno responsabili in solido nei limiti del patrimonio netto ad essi trasferito. NOTA: L ente beneficiario al quale sia stato trasferito il ramo d azienda nel quale è commesso il reato: sarà responsabile oltre i limiti altrimenti previsti; sarà responsabile anche per i reati commessi anteriormente alla data in cui la scissione ha avuto effetto

25 CESSIONE E CONFERIMENTO D AZIENDA Solidarietà del cessionario per il pagamento della sanzione pecuniaria A condizione che il debito (la sanzione) risulti dai libri contabili obbligatori; che il cessionario, in alternativa, sia comunque a conoscenza degli illeciti commessi antecedentemente. Salvo il beneficio della preventiva escussione del cedente nei limiti del valore dell azienda ceduta

26 ASPETTI PROCESSUALI Art. 34 Nell accertamento delle responsabilità delle imprese si seguono le regole del processo penale All ente si applicano le disposizioni processuali relative all imputato Art. 55 Annotazione del P.M. nel registro delle notizie di reato Art. 58 invio di una eventuale informazione di garanzia all ente; l ente ha il diritto di partecipare al procedimento penale; possibilità di applicazione di misure cautelari interdittive.

27 Modelli organizzativi e sicurezza sul lavoro 27

28 Principali disposizioni del D.lgs. 81/08 collegate al D.lgs. 231/01 Art. 300 Art. 30 Art. 16 Modifiche all'articolo 25- septies del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231: Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Modelli di organizzazione e di gestione Delega di funzioni

29 Art. 300 (25-septies) Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Si TRATTA DI DELITTI COLPOSI CHE MAL SI CONCILIANO CON I REATI EX 231/01 Per dolosi intende la consapevolezza e la volontà di commettere un reato. Il dolo è uno degli elementi essenziali al fine di qualificare ciascun reato (è detto, in particolare, elemento soggettivo, perché riguarda uno stato psicologico). L'art. 42 c.p. prevede infatti che nessuno può essere punito per un'azione od omissione preveduta come reato, se non l'ha commessa con coscienza e volontà, ma fa salvi alcuni casi espressamente previsti dalla legge in cui può aversi reato anche in mancanza di dolo (sono i casi dei reati preterintenzionali e dei reati colposi). Si determina uno stato soggettivo di preterintenzione quando si vuole porre in essere un reato, ma le conseguenze della propria azione sono più gravi di quanto previsto (ad esempio, si vuole colpire con un pugno per provocare una percossa e invece si determina la morte della persona colpita). Le uniche figure previste nel nostro ordinamento sono l'omicidio preterintenzionale (art. 584 c.p.) e l'aborto preterintenzionale (art. 18, c. 2, L. 194/1978). Si ha invece l'elemento soggettivo della colpa quando manca la volontà di determinare un qualsiasi evento costituente reato, ma l'evento si verifica ugualmente per negligenza, imprudenza, imperizia o per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline (art. 43 c.p.). Anche le ipotesi di reati colposi sono tassativamente previste dalla legge (ad esempio: omicidio colposo[art. 589 c.p.] o lesioni colpose[art. 590 c.p.]).

30 QUALI SONO I PROBLEMI DI COORDINAMENTO TRA LE FATTISPECIE DCOLPOSE E I REATI CONTENUTI NEL D.LGS. 231/01???? Art. 5 D.LGS. 231/01 L'ente è responsabile per i reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio Questi requisiti sono tipici dei reati dolosi e non di quelli colposi 1. Interpretazione abrogans 2. Interpretazione che considera il comportamento che da un punto di vista oggettivo è compiuto nel rispetto delle politiche (cioè interessi) aziendali NOTA: La seconda interpretazione è confermata anche dall art. 8 secondo cui la responsabilità sussiste anche quando l autore del reato non sia identificato o identificabile

31 RIEPILOGANDO l'ente risponderà sia nell'ipotesi in cui abbia conseguito un vantaggio quale conseguenza della condotta posta in essere dall'agente nello svolgimento dell'attività di impresa, sia in quella di una condotta che, pur non avendo prodotto alcun vantaggio, sia connotata da un interesse dell'ente sul piano oggettivo, sia, in altri termini, una condotta idonea a procurare un beneficio all'ente. NOTA: Si tratta di un interpretazione che lascia dubbi sul piano del rispetto del principio di legalità, in quanto collega il presupposto punitivo dell interesse al reato e non alla condotta Esempio di condotte poste in essere nell interesse o a vantaggio dell ente i soggetti responsabili della sicurezza non adempiono ai loro doveri istituzionali per risparmiare

32 ALTRO PROBLEMA DI COORDINAMENTO TRA LE FATTISPECIE COLPOSE E I REATI CONTENUTI NEL D.LGS. 231/01???? Art. 6,CO.1, LETT. C) D.LGS. 231/01 l'ente risponde del reato realizzato dal soggetto in posizione apicale, se non prova che costui ha "commesso il reato eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e gestione" E' inconciliabile con la non volontà dell'evento (morte o le lesioni a carico dei lavoratori) l'atteggiamento di chi si prodighi per eludere fraudolentemente il sistema di gestione della sicurezza 1. Interpretazione abrogans 2. Interpretazione che considera il comportamento fraudolento limitatamente al mancato rispetto del sistema di gestione della sicurezza senza che tale inosservanza si accompagni alla volontà dell evento

33 Confronto tra i modelli organizzativi previsti dalle due discipline L articolo 30 del D.Lgs. 81/2008, in coordinamento con lo schema di cui al D.Lgs. 231/2001, a cui espressamente fa rinvio, prevede che laddove l ente abbia adottato ed efficacemente attuato un Modello di organizzazione e gestione idoneo ad assicurare la conformità ai requisiti ed obblighi giuridici in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, possa ottenere l esclusione della sua responsabilità (c.d. esimente). Art Il modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa degli enti di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l'adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi: QUAL È LA PORTATA DI QUESTO RICHIAMO????

34 QUAL È LA PORTATA DI QUESTO RICHIAMO???? la responsabilità dell ente sorge ed è perseguita in sede penale nelle ipotesi di reati di omicidio colposo e di lesioni colpose gravi o gravissime occorsi sul luogo di lavoro e resi possibili dall ente a causa della sua inosservanza delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro cioè Per avere la responsabilità dell ente, è necessario non solo che si configurino tutti gli elementi di tali reati (l evento che le norme penali dell omicidio colposo o delle lesioni gravi o gravissime puniscono), ma occorre la colpa specifica (la condotta commissiva o omissiva cui è associabile un interesse o vantaggio dell ente) che l evento si sia verificato a causa dell inosservanza delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro Esempi

35 QUAL È LA PORTATA DI QUESTO RICHIAMO???? Esempi di condotte poste in essere dall ente, in violazione della normativa per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, per soddisfare un interesse o conseguire un vantaggio, in occasione di un evento che integra gli estremi dei reati di omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime: risparmio sulle misure di prevenzione degli infortuni; risparmio sui costi di manutenzione; risparmio sui costi di formazione; Esempi

36 RIEPILOGANDO Il Modello di organizzazione e di gestione 231/01(richiamato dall art. 30 del D.Lgs. 81/2008) costituisce un mezzo attraverso il quale l ente ha l opportunità di dimostrare la propria diligenza organizzativa (premiata con l esimente o la riduzione dell afflittività delle sanzioni), «assicurando un sistema aziendale per l'adempimento di tutti gli obblighi giuridici» discendenti dalla normativa in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e, conseguentemente e in primo luogo, prevenendo e riducendo gli impatti degli infortuni e delle malattie nei luoghi di lavoro. IL MODELLO 231 È UN MEZZO PER DIMOSTRARE LA DILIGENZA ORGANIZZATIVA IN MATERIA DI SICUREZZA SUL LAVORO

37 INOLTRE È opportuno evidenziare che l articolo 30 del D.Lgs. 81/2008, oltre ad elencare in sintesi i requisiti ed obblighi giuridici che attraverso il Modello di organizzazione e gestione l ente deve rispettare per dimostrare la propria diligenza organizzativa, prevede che «in sede di prima applicazione, i modelli di organizzazione aziendale definiti conformemente alle Linee guida UNI- INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL) del 28 settembre 2001 o al British Standard OHSAS 18001:2007 si presumono conformi ai requisiti di cui al presente articolo per le parti corrispondenti». Linee guida UNI- INAIL sono uno strumento di aiuto nella definizione di un sistema di gestione SSL elaborate dall INAIL British Standard OHSAS 18001:2007 (Occupational Health and Safety Assessment Series ) identificano uno standard internazionale per un sistema di gestione della Sicurezza e della Salute dei Lavoratori (emanate dal British Standards Institution nel 1999 e aggiornate nel 2007)

38 PRINCIPALI ORIENTAMENTI SUL RAPPORTO TRA LE DUE DISCIPLINE il Modello di organizzazione e gestione 231/01 (richiamato dall art. 30) coincide con il sistema di gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, impiantati in applicazione dei requisiti discendenti dal D.Lgs. 81/2008 e, a loro volta, conformi o meno agli ulteriori requisiti di cui alla norma BS OHSAS 18001:2007 o alle linee guida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL). NOTA: l espressione «si presumono conformi ai requisiti di cui al presente articolo per le parti corrispondenti», fa intendere, come minimo, che il Modello ex art. 30 ha un ambito e struttura non del tutto coincidente con tali sistemi di gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

39 PRINCIPALI ORIENTAMENTI SUL RAPPORTO TRA LE DUE DISCIPLINE il Modello di organizzazione e gestione 231 (richiamato dall art. 30) coincide con una Parte Speciale o Modulo del Modello di organizzazione, gestione e controllo impiantato in conformità ai requisiti di cui al D.Lgs. 231/2001 che, coerentemente alle altre Parti Speciali del Modello, si esaurisce tendenzialmente con il dettaglio dei reati presupposto, delle relative modalità ed esempi di realizzazione, l elenco delle attività c.d. sensibili identificate e dei principi comportamentali diretti a scoraggiarne e prevenirne la realizzazione, in talune ipotesi corredati da pratiche di controllo e flussi informativi previsti in favore dell Organismo di Vigilanza. NOTA: Anche questa interpretazione, come si vedrà meglio nel prosieguo del documento, pecca per difetto, non essendo in grado di ricomprendere nel proprio ambito, perlomeno, tutto il sistema diretto ad assicurare il rispetto degli adempimenti obbligatori di cui al comma 1 dell articolo 30.

40 ORIENTAMENTO DOMINANTE Il rapporto tra le due discipline va inquadrato come sistema articolato su due principali livelli, ciascuno dei quali focalizzato su obiettivi specifici e sostanzialmente distinti, ancorché correlati. PRIMO LIVELLO ( Come prevenire e gestire i rischi di infortunio e malattie sviluppabili nei luoghi di lavoro? ) Riguarda gli obiettivi di natura operativa, fondamentalmente finalizzati ad assicurare la sicurezza e la salute sul lavoro. Questo livello trova un puntuale indirizzo e una dettagliata disciplina nello stesso D.Lgs. 81/2008 (misure minime e cogenti), così come in ulteriori fonti, tra cui quelle indicate nel comma 5 dell articolo 30 del decreto, quelle ricavabili da altre disposizioni legislative in materia, dalle norme di buona tecnica, dalle buone prassi e dalle linee guida disponibili. SECONDO LIVELLO ( Come gestire il rischio di responsabilità penale in capo all ente per violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro? ) Riguarda gli obiettivi di conformità sostanzialmente finalizzati ad assicurare che l ente abbia adottato ed efficacemente attuato le attività richieste ai fini dell adempimento di tutti gli obblighi giuridici discendenti dalla normativa in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Ciò al fine di dimostrare la propria diligenza organizzativa ed ottenere il beneficio dell esclusione della responsabilità dell ente secondo quanto previsto nello schema generale di cui al D.Lgs. 231/2001. In termini tecnici, è un insieme di controlli di secondo livello diretti ad assicurare l adeguatezza e l operatività, rispetto ai requisiti normativi di riferimento, dei controlli di primo livello.

41 Grazie per l attenzione 41 massimo@massimofarina.it

42 LICENZA Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo 2.5 Tu sei libero: di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire o recitare l'opera di creare opere derivate Alle seguenti condizioni: Attribuzione. Devi riconoscere il contributo dell'autore originario. Non commerciale. Non puoi usare quest opera per scopi commerciali. Condividi allo stesso modo. Se alteri, trasformi o sviluppi quest opera, puoi distribuire l opera risultante solo per mezzo di una licenza identica a questa. In occasione di ogni atto di riutilizzazione o distribuzione, devi chiarire agli altri i termini della licenza di quest opera. Se ottieni il permesso dal titolare del diritto d'autore, è possibile rinunciare ad ognuna di queste condizioni. Le tue utilizzazioni libere e gli altri diritti non sono in nessun modo limitati da quanto sopra 42

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