LE MEDIE IMPRESE INDUSTRIALI DEL NORD OVEST ( ) ( )

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1 LE MEDIE IMPRESE INDUSTRIALI DEL NORD OVEST ( ) LE MEDIE IMPRESE INDUSTRIALI DEL NORD OVEST ( )

2 Mediobanca Unioncamere LE MEDIE IMPRESE INDUSTRIALI DEL NORD OVEST ( ) I.

3 MEDIOBANCA DECRETO LEGISLATIVO n. 196 DEL SULLA TUTELA DELLA PRIVACY INFORMATIVA Ai sensi dell art. 13 del Decreto Legislativo n. 196 del , recante disposizioni a Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento di dati personali, si precisa che i dati personali da noi raccolti potranno essere oggetto, nel rispetto della normativa sopra richiamata e conformemente agli obblighi di riservatezza cui è ispirata l attività della nostra società, di trattamenti che consistono nella loro raccolta, registrazione, organizzazione, conservazione, elaborazione, modificazione, selezione, estrazione, utilizzo, blocco, comunicazione, diffusione, cancellazione ovvero nella combinazione di due o più di tali operazioni. Tali dati vengono trattati per finalità di ricerca economica e statistica ed in particolare per la realizzazione del volume Le Medie Imprese Industriali del Nord Ovest e delle opere digitali su CD e Web, opere destinate alla pubblicazione e alla diffusione in Italia e all estero, e di altre pubblicazioni contenenti dati per singola società o aggregati. Il trattamento dei dati potrà avvenire anche attraverso strumenti automatizzati atti a memorizzarli, gestirli e trasmetterli, mantenuti in ambienti di cui è controllato l accesso; il trattamento dei dati potrà essere effettuato, per conto della nostra società, con le suddette modalità e con criteri di sicurezza e riservatezza equivalenti, da società, enti o consorzi che ci forniscano specifici servizi elaborativi, nonché da società, enti (pubblici o privati) o consorzi che svolgano attività connesse, strumentali o di supporto a quella della nostra società. L elenco delle società, enti o consorzi sopra indicati è riportato nel prospetto, tempo per tempo aggiornato, tenuto a disposizione presso i nostri locali. Ai sensi dell art. 7 del Decreto Legislativo l interessato può esercitare i suoi diritti e, in particolare, può ottenere dal titolare la conferma dell esistenza o meno di propri dati personali e che tali dati vengano messi a sua disposizione in forma intellegibile. L interessato può altresì chiedere di conoscere l origine dei dati nonché la logica e le finalità su cui si basa il trattamento; di ottenere la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge nonché l aggiornamento, la rettifica o, se vi è interesse, l integrazione dei dati; di opporsi, per motivi legittimi, al trattamento stesso. La presente informativa è redatta tenendo conto delle regole fissate dall articolo 2, comma 2 del Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell esercizio dell attività giornalistica, ed in esecuzione del provvedimento autorizzativo del Garante per la Protezione dei dati personali emesso in data 20 ottobre Ulteriori informazioni potranno essere richieste presso la sede di Mediobanca, oppure, per iscritto al: titolare al trattamento dei dati: MEDIOBANCA S.p.A., Piazzetta E. Cuccia, Milano, iscritta al n dell albo banche; responsabile del trattamento dei dati (in atto Dott. Vincenzo Pagliaro) presso la sede di Mediobanca. ISSN Copyright 2012 by Ufficio Studi Mediobanca e Centro Studi Unioncamere Mediobanca - Ufficio Studi Foro Buonaparte, 10 - Milano Tel Internet: ufficio.studi@mediobanca.it Unioncamere - Centro Studi Piazza Sallustio, 21 - Roma Tel Internet: centrostudi@unioncamere.it II.

4 INDICE Premessa... V 1. Il metodo dell indagine... VIII 2. La distribuzione delle imprese... XI 3. I dati economico-finanziari: quadro d insieme... XIX 4. I dati economico-finanziari: tendenze complessive... XXII 5. Le tendenze dei profitti... XXIV 6. Le imprese nei distretti e negli altri sistemi produttivi locali... XXXII Allegato 1 Codici Ateco 2007 dei settori... LXIII Allegato 2 Medie Imprese dei distretti industriali... LXIV Allegato 3 Codici Ateco 2007 e province dei distretti... LXV Allegato 4 Medie Imprese di altri sistemi produttivi locali... LXVI Allegato 5 Codici Ateco 2007 e province di altri sistemi produttivi locali... LXVII pag. STATISTICHE Totale Nord Ovest... 2 Piemonte e Valle d Aosta Liguria Lombardia Società appartenenti a distretti Società appartenenti ad altri sistemi produttivi locali Società non appartenenti a distretti e ad altri SPL Settori del made in Italy Alimentare Beni per la persona e la casa Carta e stampa Chimico e farmaceutico Meccanico Metallurgico Altri settori CRITERI DI ELABORAZIONE III.

5 Premessa Questo fascicolo riporta statistiche economico-finanziarie derivate dalla rielaborazione dei dati di bilancio delle medie imprese industriali aventi sede nel Nord Ovest. Il lavoro riguarda il periodo ed è frutto dell indagine sull universo delle medie imprese italiane condotta annualmente dal Centro Studi di Unioncamere e dall Ufficio Studi di Mediobanca. I dati nazionali sono stati pubblicati lo scorso aprile nel fascicolo Le medie imprese industriali italiane. Le statistiche qui presentate sono disponibili in formato elettronico (file prn ) nel sito che rende inoltre scaricabili informazioni dettagliate sui singoli comparti dell alimentare, dei beni per la persona e la casa e della meccanica, nonché l analisi dell aggregato delle imprese del made in Italy in base alla sede in distretti, altri sistemi produttivi locali e altre ubicazioni. Milano, maggio 2012 V.

6 FIG. 1 LOCALIZZAZIONE DELLE MEDIE IMPRESE INDUSTRIALI DEL NORD OVEST NEL 2009 FIG. 2 LOCALIZZAZIONE DELLE IMPRESE DEL NORD OVEST DIVENUTE MEDIE NEL PERIODO VII.

7 1. Il metodo dell indagine L indagine copre l universo delle medie imprese industriali italiane, considerando tali le società di capitale la cui forza lavoro è compresa nella classe 50 e 499 dipendenti con un volume di vendite non inferiore a 15 e non superiore a 330 milioni di euro ( 1 ). Lo scopo è di individuare le aziende che, pur non essendo grandi, appaiono caratterizzate da un organizzazione evoluta. Vengono escluse quelle affiliate a società di grandi dimensioni o sotto controllo estero ( 2 ). Relativamente all Italia Nord occidentale, sono state selezionate 1673 società per il 2000, 1704 per il 2001, 1707 per il 2002, 1665 per il 2003, 1674 per il 2004, 1675 per il 2005, 1768 per il 2006, 1834 per il 2007, 1618 per il 2008 e 1310 per il 2009 ( 3 ). Come d uso, le statistiche pubblicate nelle precedenti edizioni sono state ritoccate recependo i risultati di successive ricognizioni e verifiche. Questi aggiustamenti hanno prodotto un influenza limitata sui dati (0,6% nel 2008 ultimo anno nella precedente edizione in termini di totale di bilancio). Gli aggregati economico-finanziari sono stati elaborati come segue: il totale generale dell Area Nord Ovest comprende i dati per l insieme di tutte le società (1310 nel 2009); essi rappresentano l aggregato dell universo e privilegiano, ove disponibili, i conti consolidati; i dati per regione sono stati elaborati assumendo i bilanci delle sole singole società (1304 nel 2009), allo scopo di limitare l effetto dei gruppi plurilocalizzati; i dati per settore sono stati elaborati assumendo, ove disponibili, i conti consolidati; l attività economica è stata classificata utilizzando i codici Ateco 2007 (v. Allegato 1); (1) Fino all esercizio 2002 il limite superiore è stato fissato in 260 milioni di euro. Tenendo conto dell effetto prezzi (variazione del deflatore del PIL) la soglia superiore è stata elevata a 290 milioni di euro nel 2003 e a 330 milioni di euro nel 2008, anno in cui anche la soglia inferiore è stata portata a 15 milioni. Tali ultime modifiche hanno comportato una diminuzione netta nel totale di bilancio e nel fatturato intorno al 2% con una variazione negativa sull universo pari a poco più di 140 società rispetto al (2) Per maggiori dettagli sulla metodologia si rimanda all edizione che riporta i dati nazionali, Mediobanca-Unioncamere, Le medie imprese industriali italiane ( ), Milano (3) Nel 2009 sono state esaminate circa 4100 società; 1000 sono state scartate perché controllate da grandi imprese italiane ed estere e 1800 perché non soddisfacevano la condizione di fatturato e/o del numero di occupati. Si stima che circa un terzo delle medie imprese uscite nel 2009 tornerà a superarare la soglia inferiore di fatturato nel VIII.

8 i dati relativi alle società appartenenti a distretti e ad altri sistemi produttivi locali (SPL), come pure quelli dei settori del made in Italy, sono stati elaborati aggregando i bilanci delle singole società, sempre allo scopo di limitare l effetto dei gruppi plurilocalizzati; l appartenenza al distretto o ad altro SPL è stata definita sulla base dei criteri esposti nell Appendice dell edizione che riporta i dati nazionali ( 4 ); gli Allegati da 2 a 5 riportano alcuni principali dati per ciascun distretto e per ciascun altro SPL (negli Allegati 4 e 5, per completezza, gli altri sistemi locali comprendono le imprese dei distretti che ne fanno parte, anche se nel testo di questo rapporto salvo espressa menzione esse sono escluse); le società tralasciate perché a controllo estero sono state poco meno di 600; il 74% faceva capo a controllanti con sede in Paesi europei (16% Germania, 15% Francia, 10% Olanda, 9% Regno Unito, 8% in Svizzera), il 20% nelle Americhe, il 2% in Giappone e il 4% in altre aree. (4) Cfr. Mediobanca-Unioncamere, Le medie imprese industriali italiane ( ), Milano 2012; p. XLI e ss. IX.

9 GRAF.1 DISTRIBUZIONE DELLE MEDIE IMPRESE DEL NORD OVEST PER CLASSE DI DIPENDENTI NEL 2009 Numero di imprese (scala di sinistra); fatturato e dipendenti per classe (% su totale, scala di destra) Fatturato Dipendenti 14 Numero di imprese Classi dimensionali di dipendenti decrescenti verso destra GRAF.2 DISTRIBUZIONE DELLE MEDIE IMPRESE DEL NORD OVEST PER CLASSE DI DIPENDENTI NEL 2009 Immobilizzazioni materiali per dipendente (000 euro, scala di sinistra); fatturato e dipendenti per classe (% su totale, scala di destra) 280 Fatturato 16 Dipendenti Imm. materiali per dipendente Classi dimensionali di dipendenti decrescenti verso destra X.

10 2. La distribuzione delle imprese La Fig. 1 mostra la distribuzione sul territorio delle sedi operative delle medie imprese del Nord Ovest, con l avvertenza che la concentrazione di più imprese nello stesso comune viene evidenziata con un unico segno di riferimento. I dati per regione sono riepilogati nella Tab. 1 ( 5 ). Le imprese di media dimensione risultavano sovrarappresentate nel Nord Ovest rispetto alla distribuzione di tutte le imprese ( 6 ); la Tab. 1 mette in evidenza che la maggiore densità si raggiunge in Lombardia che ospita il 66,6% delle imprese manifatturiere del Nord Ovest (20% di quelle italiane), ma ben il 76,9% di quelle di media dimensione (30,8% di quelle italiane). Il Graf. 1 illustra la distribuzione delle medie imprese ordinate in 15 classi di dipendenti; esso conferma la distorsione verso le dimensioni minori già sottolineata nelle precedenti edizioni di questa indagine. Con la maggiore numerosità nelle prime quattro classi, la proporzione tra il fatturato e i dipendenti resta molto elevata nelle basse dimensioni e tende a diminuire, normalizzandosi man mano che si passa ad aziende maggiori. La dotazione di capitale tecnico per dipendente (valori lordi) assume un andamento altalenante a seconda della taglia osservata con oscillazioni molto ampie (Graf. 2). La distribuzione del numero di medie imprese del Nord Ovest in base alla classe di addetti (Tab. 2) tende a divergere fortemente da quella di tutte le società di capitale: il peso della classe addetti risulta molto inferiore rispetto al totale delle imprese della stessa classe riferito alle sole società di capitale dell area Nord occidentale (41,4% contro 59,8%), contrariamente a quanto avviene soprattutto per la classe immediatamente superiore dipendenti (50,3% contro 32%). La divergenza viene confermata dalla distribuzione delle imprese in base al numero degli occupati (Tab. 3). Qui, l eliminazione delle imprese di media dimensione appartenenti a grandi gruppi e la condizione di fatturato minimo di 15 milioni di euro hanno portato ad escludere il 66% degli occupati. È da osservare che le imprese della classe addetti coprono circa un quinto degli occupati complessivi ( 7 ). (5) I dati dell area Nord Ovest a cui si fa riferimento sono stati elaborati dal Centro Studi di Unioncamere dal Registo Imprese e dall Archivio Statistico Imprese Attive. (6) Cfr. Mediobanca-Unioncamere, Le medie imprese industriali italiane ( ), Milano (7) Tali società non rientrerebbero nella definizione comunitaria di media impresa (parametri: meno di 250 dipendenti, fatturato o totale attivo rispettivamente inferiore o uguale a 50 e 43 milioni di euro). Sulla base di questi ultimi parametri (limitatamente a fatturato e dipendenti) l universo conterebbe circa 930 medie imprese, con una differenza in meno di 380 società che, nel 2009, contavano 97 mila dipendenti (48% del totale). XI.

11 Tra il 2000 e il 2009 il numero delle medie imprese del Nord Ovest è diminuito di 363 unità. La variazione rappresenta il saldo tra 1327 ingressi e 1690 uscite: Ex grandi imprese Entrate Ex piccole imprese numero di società Neo grandi imprese Uscite Neo piccole imprese Saldo Variazioni tra il 2000 e il 2009 dovute a: Aumento di fatturato o dipendenti (*) Diminuzione di fatturato o dipendenti (º) Nuove costituzioni Fusioni e consolidamenti Liquidazioni e procedure concorsuali -132 Variazioni diverse... 2 Totale (*) Entrate: 936 per aumento del fatturato e 252 per quello dei dipendenti. Uscite: 164 per aumento dei dipendenti, 18 per quello del fatturato e 55 per acquisizioni da parte di gruppi esteri. (º) Entrate: 65 per diminuzione dei dipendenti, 9 per quella del fatturato e 12 per acquisizioni da parte di gruppi esteri. Uscite: 1054 per diminuzione del fatturato e 151 per quella dei dipendenti. I dati mettono in evidenza una grande turbolenza soprattutto in prossimità della soglia inferiore: nel periodo considerato vi sono state 1188 piccole imprese divenute medie e 1205 medie tornate piccole. Il passaggio alla grande impresa ha riguardato 237 società, cui si sono contrapposte 86 imprese che hanno percorso la strada inversa. Per l universo delle medie imprese del Nord Ovest, il saldo dei movimenti ascensionali e regressivi si è tradotto, nei nove anni, in una diminuzione contenuta del fatturato (pari al -0,4%) e in una più marcata dei dipendenti (pari al -18,5%) ( 8 ). La Fig. 2 riporta la dispersione sul territorio delle imprese divenute medie nel periodo dimostrando che i processi di crescita hanno interessato sostanzialmente gli stessi territori nei quali erano localizzate nell anno iniziale. (8) Fino al 2007, il totale delle vendite delle medie imprese del Nord Ovest aveva registrato un incremento pari al 33% e quello dei dipendenti al 2%. Nel 2009, durante la crisi economica internazionale il fatturato netto è diminuito del 23% e il totale degli occupati del 14%. XII.

12 Relativamente alle entrate e alle uscite in ciascun anno, si segnalano i seguenti aspetti: l indicatore di turbolenza (rapporto tra il numero complessivo delle entrate e uscite e lo stock di imprese a fine 2000) si è mosso nell intervallo 15-19% tra il 2001 e il 2007; è salito al 22% nel 2008 (anche a causa della revisione delle soglie) e al 23% nel 2009; la variabile responsabile delle entrate/uscite da/verso le piccole imprese è stata principalmente il fatturato; nel periodo esso ha deciso il 78,8% delle entrate e l 87,5% delle uscite; il contatto con l insieme delle grandi imprese è stato invece regolato dalla forza lavoro: il 90,1% per le medie imprese cresciute e l 87,8% per le grandi regredite; almeno in parte, questo fenomeno può essere ricondotto alla presenza di un organizzazione industriale più evoluta nelle imprese di maggiore dimensione; complessivamente, nel periodo la turbolenza è stata pari al 162,3% (l indice nazionale è pari al 177%); il movimento è costituito prevalentemente dai processi di crescita, ovvero dai passaggi dalle piccole alle medie imprese e da queste alle grandi imprese che si ragguagliano intorno al 52%; i regressi contano per il restante 48%; le imprese entrate e uscite, ricadenti per dimensione nelle immediate vicinanze delle soglie di fatturato e dipendenti sono 1073 (39,5% del movimento complessivo); i movimenti con l area delle piccole aziende hanno comportato nei nove anni una diminuzione di medie imprese pari all 1%; le uscite nette verso l area della grande impresa ne hanno comportato una riduzione pari al 9% (la percentuale di queste ultime sulle società medio-grandi del Nord Ovest censite dall Ufficio Studi di Mediobanca a fine 2009 è del 63,7%). Occorre sottolineare la tendenza delle piccole imprese a crescere di dimensione nelle fasi congiunturali positive che consentono l espansione sui mercati. Lo conferma il fatto che il saldo tra le entrate e le uscite da e verso l area delle piccole imprese nell area Nord Ovest è notevolmente diminuito nel 2003, registrando valori negativi (-11 unità), per poi riprendersi nel successivo quadriennio e registrare, infine, valori negativi nel 2008 (-166 unità, tenuto conto che l aggiornamento della soglia ha portato all eliminazione di circa 140 imprese) e nel 2009 (-278 unità per effetto della crisi economica). In quest ultimo anno il numero delle aziende uscite verso l area delle piccole imprese nel Nord Ovest è stato pari a 319 unità prevalentemente per effetto della diminuzione del fatturato al di sotto della soglia dei 15 milioni di euro che ha interessato circa 310 società operanti in maggioranza nel settore meccanico e in quello dei beni per la persona e la casa (34% e 26% della numerosità dei rispettivi settori); XIII.

13 delle medie imprese Nord occidentali che hanno varcato la soglia della grande dimensione, il 37% è stato acquisito da grandi gruppi, il 33% è rimasto indipendente, il 25% è stato assorbito da gruppi esteri e il 5% è fallito ( 9 ); all interno dell universo delle medie imprese del Nord Ovest, le operazioni di fusione e consolidamento hanno riguardato 116 società nei nove anni (con un incidenza del 7% sullo stock medio) e ciò significa che le operazioni di aggregazione hanno inciso sulla crescita dimensionale in misura marginale (0,8% delle imprese in ciascun anno); liquidazioni e procedure concorsuali hanno ridotto la consistenza dell universo del 10% (pari allo 1,1% medio annuo; 0,3% per i soli fallimenti). Molto contenuto l apporto delle nuove costituzioni (3,9%) (*) (*) 2009 Totale %sustock di imprese a fine 2000 Movimenti di crescita dimensionale: Entrate dall area delle piccole imprese ,0 Uscite verso l area delle grandi imprese ,2 Movimenti di regresso dimensionale: Uscite verso l area delle piccole imprese ,0 Entrate dall area delle grandi imprese ,1 Movimento complessivo ,3 di cui: Imprese entrate ed uscite nel periodo ,1 (*) Anno di revisione delle soglie. *** Nel 2009 i gruppi che hanno redatto conti consolidati ( 10 ) sono stati 463 sul totale delle 1310 imprese considerate (per 37 di essi, le società singole controllate non soddisfacevano i parametri dell indagine). L area di consolidamento comprendeva 2483 società così ripartite: 940 imprese manifatturiere italiane (di cui 483 di piccola (9) Analisi da elenchi soci aziendali e archivi camerali al 29 febbraio Il tasso medio annuo di default è stato pari allo 0,6%. (10) Alcune imprese, pur essendo a capo di un gruppo, non sono tenute a depositare i conti consolidati perché non superano determinati limiti dimensionali. Nel periodo essi erano: totale attivo di 9,8 milioni di euro, fatturato 19,6 milioni di euro, dipendenti 250; dall esercizio 2001 le anzidette soglie sono state portate a 12,5 milioni di euro per il totale attivo e a 25 milioni di euro per il fatturato. A decorrere dal 2006 i parametri sono stati portati rispettivamente a 14,6 milioni di euro e a 29,2 milioni di euro. Con il D.Lgs. n. 173 del 3 novembre 2008 i limiti sono stati nuovamente innalzati a 17,5 milioni per il totale attivo e 35 milioni per i ricavi delle vendite, con effetto dai bilanci dell esercizio XIV.

14 dimensione e 457 ricadenti nella definizione di media impresa assunta in questa indagine e quindi comprese negli aggregati che riguardano le sole singole società che hanno raggiunto le 1304 unità), 163 imprese manifatturiere con sede all estero, 1380 società commerciali e di servizi italiane ed estere. Le 163 imprese manifatturiere estere avevano sede nei seguenti Paesi: 56% in Europa (di cui il 49% nella UE a 27), 23% in Africa e Asia (di cui 13% in Cina, 4% in India e 2% in Tunisia), 20% nelle Americhe (equamente distribuite tra Nord e Sud America) e 1% in Oceania. Considerando anche le società collegate ( 11 ), il numero delle imprese manifatturiere partecipate aumenta di 102 unità di cui 24 estere. Di queste ultime, il 33% è ubicato nella UE a 27, il 25% in Africa e Asia, il 38% nelle Americhe e il 4% in Oceania. Nel (29% del totale) medie imprese ubicate nel Nord Ovest avevano sede in distretti e 177 (14% del totale) in altri SPL; qui i gruppi erano 184. Si ricorda che l aggregato delle imprese distrettuali e degli altri SPL non è stato elaborato con lo scopo di individuare le strutture economiche e finanziarie dei singoli agglomerati locali (composti, com è noto, da una moltitudine di imprese di piccola dimensione), ma di osservare più da vicino le caratteristiche delle medie imprese che vi hanno sede. *** L attività prevalente delle medie imprese del Nord Ovest riguarda i settori tipici del made in Italy che, tuttavia, ne rappresentano una quota di fatturato inferiore alla media nazionale: 56% contro 62% (per l export 61% contro 67%). Rispetto alla media nazionale, si segnala inoltre, una maggiore incidenza del fatturato e delle esportazioni nel settore meccanico e, nell ambito degli altri settori, del metallurgico e del chimico e farmaceutico. Le medie imprese si differenziano rispetto ai gruppi maggiori italiani dove le attività del made in Italy, nel 2009, incidevano per il 23,8% del fatturato e per il 26,1% delle esportazioni. Le imprese medio-grandi del Nord Ovest tendono invece ad assomigliare alle medie imprese (di cui costituiscono il più delle volte un evoluzione) con quote, rispettivamente, del 45,8% e del 53,7% ( 12 ). (11) Sono considerate collegate le società sulle quali un altra società esercita un influenza notevole. L influenza si presume quando nell assemblea ordinaria può essere esercitato almeno un quinto dei voti ovvero un decimo se la società ha azioni quotate in Borsa (art Codice Civile, terzo comma). (12) Si intendono per gruppi maggiori quelli che hanno, nel 2009, realizzato un fatturato superiore a 3 miliardi di euro ed hanno proprietà italiana e per imprese medio-grandi quelle il cui volume di vendite supera i 330 milioni di euro, restando inferiore ai 3 miliardi. Questi limiti sono applicati ai conti di gruppo. I settori del made in Italy sono stati definiti in modo coerente con le classificazioni usate da M. FORTIS (Fondazione Edison, Le due sfide del Made in Italy: globalizzazione e innovazione; Il Mulino, 2005). Per i relativi codici di attività economica si rimanda all Allegato 1. XV.

15 Fatturato totale Medie imprese Imprese mediograndi Nord Ovest Italia (*) Gruppi maggiori (º) Esportazioni Medie imprese Nord Ovest Italia Imprese mediograndi (*) Gruppi maggiori (º) in % del totale Alimentare... 16,7 21,4 11,5 6,8 7,4 11,9 5,5 3,1 Beni per la persona e la casa (^) 16,4 21,3 17,4 6,1 15,6 22,3 15,7 5,6 Meccanico... 35,7 31,4 26,6 68,2 48,6 42,4 43,7 76,5 Altri settori... 31,2 25,9 44,5 18,9 28,4 23,4 35,1 14,8 Carta e stampa... 5,1 5,1 8,0 2,4 3,0 3,0 2,2 0,1 Chimico e farmaceutico... 14,7 12,3 20,4 5,9 13,6 12,0 18,8 4,6 Metallurgico... 9,7 6,4 15,0 8,2 10,1 6,7 12,7 7,0 Altri... 1,7 2,1 1,1 2,4 1,7 1,7 1,4 3,1 Totale ,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 di cui: made in Italy ( )... 56,2 62,1 45,8 23,8 60,9 66,9 53,7 26,1 (*) Dati non consolidati relativi alle principali società manifatturiere dell area Nord Ovest rilevate da Mediobanca (base Dati cumulativi, edizione 2011). (º) Dati non consolidati relativi alle principali società manifatturiere italiane rilevate da Mediobanca (base Dati cumulativi, edizione 2011). (^) Tessile e abbigliamento; pelli e cuoio; legno e mobili; ceramiche e prodotti per l edilizia; gioielleria e oreficeria; beni diversi per la persona e la casa. ( ) Alimentare; legno, mobili e piastrelle; prodotti in metallo; macchine, attrezzature ed elettrodomestici; imbarcazioni, moto, bici e articoli sportivi; tessile, abbigliamento e moda. Si stima che le 1304 medie società abbiano coperto nel 2009 il 13% del valore aggiunto dell industria manifatturiera dell Italia Nord occidentale ( 13 ). Il volume dei loro acquisti di beni porta a valutare un indotto pari all 8%. Il peso complessivo è dunque valutabile in circa il 21% (in linea con la media nazionale). Sempre nel 2009, l incidenza delle medie imprese del Nord Ovest sulle esportazioni locali è stata pari al 17% ( 14 ). La presenza delle medie imprese nei settori convenzionalmente definiti high tech è marginale tanto a livello nazionale quanto nel Nord Ovest. Secondo la metodologia OCSE (basata sull intensità delle spese di ricerca) l alta tecnologia copre appena il 4,5% (13) La quota delle grandi imprese è valutabile intorno al 29% e, per differenza, quella delle piccole aziende risulta pari al 58%. La percentuale è stimata su dati Istat desunti dall indagine sui conti economici regionali. (14) La percentuale è stata calcolata sui dati Istat desunti dal sistema informativo Coeweb - Statistiche del commercio estero. XVI.

16 del fatturato (contro il 12,1% delle grandi imprese). Prevalgono le produzioni tradizionali a tecnologia bassa e medio-bassa, dove i punti di forza, oltre che tecnologici, sono fondamentalmente di natura commerciale (tecniche e reti di vendita, pubblicità, design) e immateriale (marchi e brevetti). Settori Medie imprese del Nord Ovest Medie imprese italiane Fatturato Export VA netto procapite % % 000 euro 000 euro CL procapite Fatturato Export VA netto procapite % % 000 euro 000 euro CL procapite Fatturato Grandi imprese del Nord Ovest (*) Export VA netto procapite % % 000 euro CL procapite 000 euro Alta tecnologia... 4,5 4,2 82,9 50,4 4,2 4,0 66,7 46,5 12,1 13,6 67,5 56,6 Medio-alta tecnologia.. 29,7 38,8 62,0 40,7 24,5 34,1 57,7 39,4 50,9 61,6 35,8 52,0 Medio-bassa tecnologia 29,4 31,3 51,0 43,6 26,8 27,0 49,6 42,5 18,0 14,8 54,2 46,0 Bassa tecnologia... 36,4 25,7 51,2 41,3 44,5 34,9 51,2 40,1 19,0 10,0 63,6 49,4 Totale ,0 100,0 56,1 42,3 100,0 100,0 53,3 40,8 100,0 100,0 49,8 49,5 VA = Valore aggiunto; CL = Costo del lavoro. (*) Dati relativi alle principali società manifatturiere rilevate da Mediobanca (base Dati cumulativi, edizione 2011). Fonte: Elaborazioni basate su classificazioni OCSE (ISIC Rev.3 Technology Intensity Definition OECD, online document; Tra le medie imprese del Nord Ovest le attività più avanzate riguardano principalmente le produzioni farmaceutiche (25 società pari al 38% di quelle operanti in attività ad alta tecnologia), gli strumenti e apparecchi di misurazione e controllo dei processi industriali (12, pari al 18%), le apparecchiature elettroniche (9, pari al 14%); quelle radiotelevisive e di telecomunicazione (7, pari all 11%) e quelle medicali e chirurgiche (5, pari all 8%). La presenza in Borsa è trascurabile. Le società del Nord Ovest quotate a fine 2009 erano 9 sulle 16 medie imprese presenti nel listino di Piazza Affari. XVII.

17 GRAF.3 RIPARTIZIONE DEL VALORE AGGIUNTO DELLE MEDIE IMPRESE DEL NORD OVEST NEL 2009 Piemonte e Valle d'aosta 19,0% Liguria 2,6% Lombardia 78,4% Meccanico 41,7% Metallurgico 7,5% Altri settori 7,3% Alimentare 11,6% Chimico e farmaceutico 16,5% Beni per la persona e la casa 15,4% XVIII.

18 3. I dati economico-finanziari: quadro d insieme La tabella sottostante aggiorna al 2009 le principali grandezze economiche e finanziarie delle 1310 medie imprese del Nord Ovest. La distribuzione territoriale e settoriale non è mutata significativamente rispetto alle edizioni precedenti. Nel 2009 il capitale investito è stato pari a 40 miliardi di euro (circa il 40% del totale delle medie imprese). Le società con sede in Lombardia hanno rappresentato, relativamente alle principali grandezze economiche e finanziarie, le maggiori incidenze (78-80%) sui totali seguite da quelle del Piemonte e della Valle d Aosta (17-19%). Capitale investito tangibile Fatturato Valore aggiunto milioni di euro Esportazioni Investimenti fissi lordi nel 2009 Alimentare Beni per la persona e la casa Meccanico Altri settori Totale Piemonte e Valle d Aosta (*).. 17,6 18,7 19,0 17,6 17,4 Liguria (*)... 2,8 3,2 2,6 2,6 3,5 Lombardia (*)... 79,6 78,1 78,4 79,8 79,1 Totale (*) ,0 100,0 100,0 100,0 100,0 (*) Elaborazione su dati non consolidati. Capitale investito tangibile = attivo immobilizzato netto + circolante netto immobilizzazioni immateriali. in % La struttura del capitale investito tangibile delle medie imprese del Nord Ovest rassomiglia a quello medio nazionale: il 50,3% è coperto dal patrimonio netto e il resto da debiti finanziari, prevalentemente verso banche. Il passivo a media e lunga scadenza rappresenta il 44,3% dell indebitamento complessivo; sommato al patrimonio, esso copre il 72,3% del capitale investito tangibile. Le obbligazioni rappresentano il 14% del totale dei debiti finanziari a media/lunga scadenza (3,2% del capitale investito tangibile). I principali impieghi delle medie imprese del Nord Ovest sono rappresentati dagli attivi correnti (circolante e liquidità) che ne assorbono il 57% circa; la quota degli attivi immobilizzati è del 43%, una percentuale nettamente inferiore a quella rilevabile dai bilanci dei maggiori gruppi italiani (54%); da qui la prevalenza dei debiti a breve scadenza rispetto a quelli consolidati. La patrimonializzazione delle medie imprese del Nord Ovest appare in linea con la media nazionale e quindi superiore a quella dei grandi complessi multinazionali italiani ed europei che operano prevalentemente nel comparto manifatturiero (50% contro 23%), ma inferiore a quella delle medio-grandi XIX.

19 ubicate nell area Nord occidentale (56%). Altra caratteristica delle medie imprese è costituita dal fatto che il patrimonio copre interamente il valore degli attivi immobilizzati. CAPITALE INVESTITO E SUO FINANZIAMENTO NEL 2009 Industria manifatturiera Medie imprese del Nord Ovest Medie imprese italiane Imprese medio-grandi del Nord Ovest (*) Maggiori multinazionali italiane (º) Multinazionali europee (º) % sul capitale investito tangibile Debiti finanziari a breve... 27,7 29,9 23,2 24,0 21,0 Debiti finanziari a m/l... 22,0 21,9 21,0 52,8 56,2 di cui: obbligazioni (^)... 3,2 2,3 3,8 27,1 45,5 Capitale netto tangibile... 50,3 48,2 55,8 23,2 22,8 Totale ,0 100,0 100,0 100,0 100,0 rappresentato da: Attivi immobilizzati... 42,5 45,4 63,4 53,6 63,4 Attivi circolanti... 42,2 41,8 27,4 11,8 9,9 Liquidità... 15,3 12,8 9,2 34,6 26,7 Capitale netto + debiti finanziari a m/l in % del capitale investito tangibile 72,3 70,1 76,8 76,0 79,0 Debiti finanziari a m/l in % dei debiti finanziari complessivi... 44,3 42,3 47,5 68,8 72,8 Attivi circolanti + liquidità debiti finanziari a breve in % del capitale investito tangibile... 29,8 24,7 13,4 22,4 15,6 (*) Dati relativi alle principali società manifatturiere rilevate da Mediobanca (base Dati cumulativi, edizione 2011). (º) Dati consolidati. Fonte: R&S (Multinationals, edizione 2011). I dati delle multinazionali europee escludono quelle italiane. (^) Le obbligazioni delle multinazionali comprendono la quota a breve. La successiva tabella conferma la solidità delle medie imprese rilevata nelle precedenti edizioni dell indagine: la verifica attraverso il modello di scoring R&S- Unioncamere ( 15 ), mette in evidenza un incremento delle imprese che ricadono nella classe investment grade. Nel rammentare che i dati di sintesi non considerano i valori in (15) Per la metodologia, si veda il volume Il modello R&S-Unioncamere per lo scoring delle PMI, Unioncamere, XX.

20 gioco, ma solo il numero delle società coinvolte indipendentemente dalla dimensione, si osserva quanto segue: la frazione delle imprese solide nel Nord Ovest è aumentata dal 54,5% del 2008 al 56,7% del 2009 (58,4% a livello nazionale, 64,8% nel Nord Est); la crescita della numerosità delle imprese solide è avvenuta attraverso la contestuale diminuzione di quelle intermedie (passate dal 37,6% al 34,6% del totale); la quota delle gravemente problematiche si mantiene su livelli modesti seppur in lieve aumento dal 7,9% all 8,7% del totale delle medie aziende del Nord Ovest. La rischiosità dell universo, misurata dalla probabilità di fallimento, si è mantenuta sui medesimi livelli del Le dinamiche sopra richiamate sono riconducibili, da un lato, alla riduzione dell indebitamento rispetto ai mezzi propri nel 2009 che ha consentito ad alcune imprese di accedere alla classe di maggiore solidità, dall altro al deterioramento patrimoniale delle aziende già fragili nel 2008 il cui merito creditizio è ulteriormente scaduto. Si segnala la relativa debolezza delle nuove entrate nell area Nord occidentale: tra queste, la frazione delle solide è pari al 41,9% (14,8 punti in meno rispetto alla media delle 1310 aziende dell area Nord occidentale), mentre le gravemente problematiche sono pari al 12,9% (4,2 punti in più). Nord Ovest Totale 3220 medie imprese nel 2009 Nord Est Centro NEC Centro Sud e Isole in % del numero complessivo di società Totale Italia 62 nuove medie imprese del Nord Ovest entrate nel 2009 Struttura finanziaria: solide (investment grade)... 56,7 64,8 51,6 49,9 58,4 41,9 intermedie... 34,6 29,3 40,1 41,3 33,9 45,2 gravemente problematiche... 8,7 5,9 8,3 8,8 7,7 12,9 Totale (*) ,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 (*) La probabilità media di default (PD) è pari all 1,1% per l Italia e all 1,2% per il Nord Ovest, corrispondente in via approssimata ad una valutazione BB. Fonte: Elaborazioni riferite al 2009, basate sul modello di scoring R&S-Unioncamere, calibrato sui tassi di decadimento pubblicati dalla Banca d Italia. La solidità delle medie imprese del Nord Ovest è confermata dal tasso di fallimento pari allo 0,3% medio annuo nel periodo che eguaglia quello delle medie aziende italiane. XXI.

21 4. I dati economico-finanziari: tendenze complessive Nel periodo il totale dei bilanci delle 1310 società si è sempre saldato in utile; il risultato netto del 2009 è il più basso, sia nei valori assoluti (586 migliaia) che in termini relativi (1,1% del fatturato), 1,2 punti in meno rispetto al massimo toccato nel Nel Nord Ovest gli utili si sono dimezzati rispetto al primo anno di indagine. La criticità del 2009 può essere meglio valutata considerando che il 30% delle società censite in quegli anni ha chiuso il bilancio in perdita (erano un quinto nel 2008) per un ammontare di 1,2 miliardi i due terzi degli utili dichiarati dalle imprese in attivo nello stesso periodo (1,7 miliardi) ( 16 ). La Tab. 5 riporta tassi di variazione dal 2000 al 2009 calcolati su base omogenea in serie concatenata ( 17 ); quelli degli immobilizzi sono stati depurati degli effetti stimati delle rivalutazioni ( 18 ). Nel periodo indagato il fatturato delle medie imprese del Nord Ovest è aumentato del 26,4% con un contributo delle esportazioni (+45,9%) di gran lunga superiore a quello delle vendite all interno (+16,3%); il valore aggiunto è aumentato del 16,1% e i dipendenti dell 8,7%. Il 2009 ha portato importanti ridimensionamenti nel fatturato (-16,8%), nell export (-18,1%) e nelle vendite domestiche (-16%), così come nei margini (-28,9%). Lo sviluppo del fatturato delle medie imprese del Nord Ovest è stato più basso rispetto a quello delle medie imprese italiane (3 punti); dinamica meno favorevole anche per vendite in Italia, valore aggiunto e dipendenti. Le medie imprese del Nord Ovest hanno invece registrato migliori performance nelle vendite all estero (+3 punti), nel margine operativo netto (+2,9 punti) e nel risultato corrente (+5,6 punti) sebbene le variazioni degli ultimi due margini abbiano avuto segno negativo. In particolare, la diminuzione del MON pari al -15,3% nelle medie imprese del Nord Ovest deriva dalla combinazione della performance negativa segnata nel periodo (-12,9%), (16) Per le multinazionali industriali europee (comprensive delle energetiche) l esercizio migliore è stato il 2007 con aumenti dell utile netto pari al 16,4% e del fatturato al 2,2% (+201,5% rispetto all esercizio 2002, l anno peggiore). Nel 2008 il fatturato è aumentato del 10% circa, ma l utile ha registrato una diminuzione pari al 29%. Nel 2009, invece, entrambe le voci sono diminuite (rispettivamente, del 17% e del 41%). (17) Le variazioni sono state calcolate anno su anno, considerando una base omogenea costituita dallo stesso numero di società; la distorsione prodotta dal fatto che tali basi, pur essendo omogenee anno su anno, non lo sono nel corso dell intero periodo, si ritiene trascurabile e comunque inferiore a quella che si avrebbe costruendo un insieme chiuso dal 2000 che, allontanandosi dall anno iniziale, perderebbe un numero crescente di società all interno di un universo in progressivo rinnovamento. (18) Le leggi n , n , n , n e n hanno consentito la rivalutazione volontaria delle immobilizzazioni materiali, di quelle immateriali e delle partecipazioni. I saldi attivi sono confluiti nel patrimonio al netto dell imposta sostitutiva (aliquote differenziate a seconda dei cespiti oggetto di rivalutazione). XXII.

22 dovuta prevalentemente al settore della carta e stampa (-39,7%) e a quello dei beni per la persona e la casa (-17,8%), della ripresa tra il 2006 e il 2008 (+24,9%), con variazioni significative nel meccanico (+51,9%), nel metallurgico (+32,2%) e nell alimentare (+19,4%), e della nuova flessione nel 2009 che ha toccato tutti i settori ad eccezione dell alimentare (+11,7%) e del chimico e farmaceutico (+8,5%). A livello regionale, lo sviluppo più consistente in termini di fatturato (Italia e estero) e dipendenti negli anni è segnato dalla Liguria, il cui peso nell aggregato del Nord Ovest è però molto contenuto (3,1% in termini di fatturato) contando appena 35 imprese. La Lombardia prevale invece nello sviluppo del valore aggiunto, del MON e del risultato corrente. Nell ultimo anno tutte le regioni hanno realizzato performance con segno negativo ad eccezione della Liguria con esportazioni e dipendenti pari rispettivamente a +2,3% e a +0,4%. INDICI DI SVILUPPO: VARIAZIONI % E Fatturato Totale Italia Valore aggiunto Esportazioni Dipendenti MON Risultato corrente Medie imprese del Nord Ovest +26,4 +16,3 +45,9 +16,1 +8,7-15,3-22,2 di cui: Piemonte e Valle d Aosta +15,0 +9,0 +25,2 +4,8 +5,2-37,6-49,3 Liguria ,1 +48,6 +175,6 +17,4 +13,8-43,3-61,7 Lombardia ,4 +17,1 +50,1 +19,4 +9,6-7,9-12,9 Medie imprese italiane ,4 +22,8 +42,9 +20,0 +11,8-18,2-27,8 Grandi imprese (*) ,7 +3,6 +21,6-1,8-9,6-40,7-16,9 di cui: medio-grandi italiane ,5 +16,5 +24,0 +7,5 +0,3-27,9-15,5 di cui: gruppi maggiori italiani (º) -0,1-9,8 +11,2-21,1-18,3 n.c. -53,0 di cui:a controllo estero ,3 +3,0 +31,3 +3,9-11,4-8,3 +0,6 Fatturato Totale Italia Valore aggiunto Esportazioni Dipendenti MON Risultato corrente Medie imprese del Nord Ovest -16,8-16,0-18,1-10,1-1,5-28,9-26,7 di cui: Piemonte e Valle d Aosta -18,3-17,0-20,5-11,6-2,2-27,0-22,8 Liguria... -7,1-11,1 +2,3-13,6 +0,4-59,9-71,1 Lombardia ,8-15,9-18,1-9,6-1,4-28,4-26,2 Medie imprese italiane ,0-13,7-17,2-8,3-1,4-25,5-21,6 Grandi imprese (*) ,4-15,6-19,7-13,9-3,2-48,5-28,2 di cui: medio-grandi italiane ,0-15,5-21,4-11,5-2,2-37,5-27,8 di cui: gruppi maggiori italiani (º) -20,6-19,3-21,7-19,5-2,4 n.c. -44,6 di cui:a controllo estero ,3-13,4-15,7-12,5-4,8-29,6-22,0 MON = Margine operativo netto. I dati del MON e del risultato corrente sono stati depurati dell effetto delle rivalutazioni di cui alla nota 18. (*) Dati relativi alle principali società manifatturiere rilevate da Mediobanca (base Dati cumulativi, edizione 2011). (º) La variazione del MON è stata omessa in quanto poco significativa. XXIII.

23 5. Le tendenze dei profitti Il Graf. 4 dà conto del trend dei margini operativi nel periodo con proiezione al 2010 sulla base dei dati Mediobanca ( 19 ); per le medie imprese nel Nord Ovest, come per quelle italiane ( 20 ) si rilevano tre fasi: la prima di lieve regresso dei margini fino al 2003; la seconda che mette in luce una ripresa con margini al 2007 sullo stesso livello di quelli del 2000; la terza che evidenzia un regresso atteso in prosecuzione nel I livelli dei margini operativi e del risultato corrente in rapporto al fatturato per area geografica sono riportati nel Graf. 5. Restano confermate le evidenze emerse nelle precedenti edizioni con percentuali superiori nel Nord Ovest rispetto al NEC, in buona misura a causa della diversa natura prevalente delle imprese nelle due aree: nel NEC attività tipiche distrettuali che sviluppano filiere più o meno complesse, nel Nord Ovest prevalenza di aziende più strutturate. La quota di fatturato derivante da produzione interna, misurata in prima approssimazione dal rapporto tra valore aggiunto e fatturato, è pari nel 2009 al 24,2% nel Nord Ovest e al 22,4% nel NEC. Calcolando i margini operativi sul valore aggiunto anziché sul fatturato, l incidenza tocca il massimo in Lombardia che distanzia di 1,7 punti circa il Piemonte e la Valle d Aosta e di 10,7 punti la Liguria. Differenze più marcate valgono tra i settori, dove tuttavia il vantaggio al livello di roi ( 21 ) deriva frequentemente dalla maggior rotazione del capitale. (19) Dati stimati dall aggregato delle medie aziende manifatturiere dei Dati cumulativi, edizione (20) Cfr. Mediobanca-Unioncamere, Le medie imprese industriali italiane ( ), Milano 2012; pag. XXVI. (21) Il roi (return on investment) è calcolato come rapporto tra margine operativo netto e capitale investito, quest ultimo pari alla somma del patrimonio netto, depurato delle azioni proprie, e dei debiti finanziari complessivi. Per omogeneità con il denominatore, il numeratore del rapporto comprende, in aggiunta al margine operativo anche i proventi finanziari (esclusi gli utili su cambi). L altro indicatore utilizzato è il rendimento dei soli mezzi propri, roe (return on equity), calcolato come rapporto tra risultato dell esercizio e patrimonio netto (sempre depurato delle azioni proprie) escluso lo stesso risultato. XXIV.

24 GRAF. 4 IMPRESE INDUSTRIALI: MARGINE OPERATIVO NETTO (linee tratteggiate: stime su dati R&S e Mediobanca) 12 Multinazionali manifatturiere europee Imprese italiane medio-grandi Medie imprese del Nord Ovest Medie imprese italiane Imprese a controllo estero Gruppi maggiori italiani % sul fatturato GRAF. 5 TENDENZE DEI PROFITTI DELLE MEDIE IMPRESE ITALIANE: MARGINE OPERATIVO NETTO (linea continua) E RISULTATO CORRENTE (linea tratteggiata) 7 Nord Ovest NEC Centro Sud e Isole % sul fatturato 6,5 6 5,5 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1, XXV.

25 INDICI DI REDDITIVITÀ PER AREA E PER SETTORE Anno 2009 Variazione rispetto al 2000 MON/VA VA/CI ROI MON/VA VA/CI ROI Piemonte e Valle d Aosta... 19,5 33,5 7,1-13,4-10,2-9,1 Liguria... 10,5 29,0 3,7-11,4-20,5-8,3 Lombardia... 21,2 31,5 7,3-6,4-9,1-5,3 Totale... 20,6 31,4 7,2-7,8-9,5-6,0 Meccanico... 24,3 36,9 9,7-6,8-14,2-8,5 Chimico e farmaceutico... 24,1 34,1 9,2-3,3-4,9-3,3 Alimentare... 25,6 30,2 8,5 0,4 1,3 0,2 Carta e stampa... 8,5 36,9 4,0-12,6-4,8-6,0 Metallurgico... 15,2 21,8 3,9-5,4-11,8-4,5 Beni per la persona e la casa... 10,4 24,3 3,1-16,5-11,9-8,0 Altri settori... 16,3 31,8 6,0-11,0-7,1-5,0 Made in Italy... 22,3 32,1 7,8-8,0-10,0-6,4 N.B. Elaborazioni su insiemi chiusi e su dati non consolidati. Gli indici sono stati resi omogenei concatenando le variazioni annuali al netto delle rivalutazioni di cui alla nota 18. MON = Margine operativo netto; VA = Valore aggiunto; ROI = [(MON+PF) / Capitale]; PF = Proventi finanziari (esclusi utili di cambio). Gli indici sono stati calcolati sul valore aggiunto allo scopo di evitare le possibili distorsioni derivanti dai complessi rapporti di fornitura e sub-fornitura che caratterizzano le aziende indagate. I settori maggiormente redditizi per roi nel 2009 sono il meccanico (9,7%) e il chimico e farmaceutico (9,2%). Il made in Italy si attesta al 7,8%, su un livello leggermente superiore rispetto alla media generale. Le maggiori flessioni del roi rispetto al 2000 hanno toccato, nel Nord Ovest, il meccanico (-8,5 punti) e i beni per la persona e la casa (-8). Nel primo settore, considerando tutte le imprese dell universo, il roi del 2009 è pari all 8,9% e il comparto più proficuo è quello delle macchine e attrezzature (dove esso sale all 11,4%); nei beni per la persona e la casa i rendimenti più elevati riguardano le aziende della gioielleria e oreficeria (9,2%), mentre il minimo è registrato, con segno negativo, dal settore tessile (-1,5%). Il settore alimentare registra i valori relativamente più modesti nel comparto molini e pastifici (1,4%) cui segue il conserviero (6%). L aggregato dei settori diversi (che raggruppa attività disomogenee tra cui le principali sono gomma, cavi e vetro) esibisce un roi del 5,9%. Il rendimento del capitale complessivamente impiegato (roi) dalle medie imprese del Nord Ovest è passato in termini nominali dal 13,2% nel 2000 al 7,2% nel 2009; XXVI.

26 nello stesso periodo il roe è diminuito dal 14,2% al 3,4% ( 22 ). La variazione sugli indici reali, calcolati cioè al netto dell inflazione, misurata su base omogenea risulta negativa di 6 punti per quanto riguarda il roi e di 10,7 punti a livello di roe Valori nominali: ROI... 13,2 11,9 10,7 9,3 9,4 9,4 10,1 11,5 10,1 7,2 ROE... 14,2 10,6 9,7 5,6 7,5 6,6 6,8 9,0 6,2 3,4 Inflazione (*)... 1,9 2,9 3,2 3,1 2,4 1,8 1,7 2,4 2,5 2,1 Valori reali: ROI... 11,0 8,8 7,3 6,0 6,8 7,4 8,3 8,9 7,4 5,0 ROE... 12,0 7,5 6,3 2,4 5,0 4,7 5,0 6,5 3,6 1,3 N.B. - Elaborazioni su insiemi chiusi e su dati non consolidati. Gli indici sono stati resi omogenei concatenando le variazioni annuali al netto delle rivalutazioni di cui alla nota 18. (*) Deflatore del prodotto interno lordo italiano. Le imprese ubicate nel Nord Ovest hanno realizzato un rendimento medio del capitale nel 2009 più elevato (7,2%) rispetto alle società del NEC (6,4%) e del centro-meridione (6%) ( 23 ). Nel loro complesso, le medie imprese del Nord Ovest registrano tassi di profitto sul capitale investito, superiori a quelli di tutte le medie imprese italiane e alle grandi aziende italiane. In particolare, nel 2009, il differenziale rispetto ai gruppi maggiori italiani è di 2,2 punti. La componente finanziaria consente a questi ultimi di recuperare una buona quota dell ampio divario sui minori margini (-29,1 punti rispetto alle medie imprese dell area Nord occidentale), ma non ne risolve l eccesso di capitale il cui turnover è inferiore di 14,6 punti rispetto a quello delle medie imprese. A livello di roe, le medio-grandi superano le medie imprese del Nord Ovest che restano penalizzate da una marcata pressione fiscale (10,4 punti percentuali in più rispetto alle imprese medio-grandi e 9,6 rispetto ai maggiori gruppi. Il costo del debito si attesta, invece, su livelli inferiori per le medie imprese. (22) Il livello del roe nel 2009 (3,4%) è inferiore, per la prima volta da quando l indagine sulle medie imprese ha avuto inizio, al rendimento dei titoli di Stato a media/lunga (3,5%). Nella media del periodo , su base omogenea, il differenziale è positivo per 3,9 punti (che costituisce una stima ragionevole del risk premium); la media mondiale del premio al rischio delle azioni quotate nel periodo è stata valutata intorno ai 4 punti (E. DIMSON, P. MARSH, M. STAUNTON, Credit Suisse Global Investments Returns Sourcebook 2012). (23) Cfr. Mediobanca-Unioncamere, Le medie imprese industriali italiane ( ), Milano 2012; pag. XXIX. XXVII.

27 INDICATORI DEI TASSI DI PROFITTO NEL 2009 Medie imprese Nord Ovest Italia Medio-grandi Italiane (*) Gruppi maggiori Italiani (*) Margine operativo netto in % del valore aggiunto... 19,7 18,6 16,6-9,4 Proventi finanziari in % del valore aggiunto 2,0 1,9 11,9 37,3 Valore aggiunto in % del capitale... 30,8 29,7 22,0 16,2 ROI... 6,7 6,1 6,3 4,5 Debiti finanziari in % del capitale... 45,6 48,3 42,0 41,2 Costo del debito in %... 4,5 4,5 5,1 6,7 Poste straordinarie in % del risultato corrente -13,2-12,1-26,4-147,8 Aliquota fiscale media in % dell utile lordo (º) 38,5 38,2 28,1 28,9 ROE... 2,6 2,4 3,1-2,4 (*) Dati relativi alle principali società manifatturiere italiane rilevate da Mediobanca (base Dati cumulativi, edizione 2011). Nel valutare il costo del denaro dei grandi gruppi occorre considerare le politiche di finanziamento infragruppo. Le poste straordinarie dei gruppi maggiori sono influenzate principalmente dall adeguamento del valore delle partecipazioni in portafoglio. (º) Calcolata escludendo le società con risultato ante imposte in perdita. La tassazione del reddito delle medie imprese resta dunque elevata. Limitatamente ai due terzi delle società con risultato pre-tax positivo si dispone del dettaglio degli oneri fiscali in base al quale, escludendo le imposte differite, la ripartizione nel 2009 è stata la seguente: Ires 72%, Irap 28%. Relativamente all Irap restano le problematiche della sua disomogeneità tra imprese aventi strutture di costi diverse ( 24 ). IMPOSIZIONE FISCALE SUI PROFITTI DELLE IMPRESE imposte in % dell utile lordo (*) Nord Ovest... 49,5 48,6 47,0 52,5 50,5 (º) 48,9 (º) 51,0 45,5 39,8 38,5 NEC... 48,3 47,0 44,1 50,2 50,1 (º) 48,6 (º) 49,4 44,1 38,1 37,4 Centro Sud e Isole... 43,1 43,9 41,3 51,5 49,8 (º) 47,2 (º) 51,9 44,1 37,1 40,6 Totale medie imprese... 48,4 47,5 45,1 51,3 50,3 (º) 48,6 (º) 50,3 44,7 38,8 38,2 Grandi imprese italiane (^) 31,7 33,9 35,8 44,1 36,7 (º) 36,8 (º) 29,5 31,9 27,7 31,1 Multinazionali europee ( ) 28,2 32,1 30,3 34,2 27,3 27,3 25,3 24,7 24,8 22,3 (*) Escluse le imprese con risultato ante imposte in perdita. (º) Calcolate escludendo gli effetti del disinquinamento fiscale. (^) Dati relativi alle principali società manifatturiere italiane rilevate da Mediobanca (base Dati cumulativi, edizione 2011). ( ) Dati consolidati delle imprese manifatturiere. Fonte: R&S (Multinationals, edizione 2011). I dati delle multinazionali europee escludono quelle italiane. (24) Si rimanda alla nota disponibile nel sito internet all indirizzo files/resources/download_it/nota_irap.pdf XXVIII.

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