Oli essenziali nella terapia anti-alitosica

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1 Oli essenziali nella terapia anti-alitosica a cura di Prof. Saverio Giovanni Condò Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche dell Università degli Studi di Roma Tor Vergata HI-LUX LABORATORIO ODONTOTECNICO di Martello Francesco Via Modena, 191/A Ferrara Italy Tel Cell info.hilux@gmail.com CCIAA REA R.I. FE53469 INPS YK INAIL /40 P.IVA C.F. MRTFNC64T15E974I REG.MIN.SALUTE ITCA HI-LUX Pagina 1 04/10/2012

2 Alitosi: emissione di odore sgradevole attraverso l atto espiratorio e la fonazione. Grave impatto sulla qualità della vita, talora con possibilità di evoluzione verso problemi psicogeni (alitofobia 1,9% dei soggetti alitosici). Un problema per il 50% della popolazione adulta di età superiore ai 50 anni. Dovuta alla presenza di compositi volatili solforati (VSC) prodotti da parte di batteri anaerobici specifici, che catalizzano il catabolismo degli aminoacidi contenenti zolfo (metionina, cisteina) e il catabolismo di triptofano, arginina e lisina a indolo, cadaverina e putrescina. Sede di produzione del 60% dei prodotti solforati responsabili dell alitosi: superficie posteriore della lingua. CAUSE Presenza di residui di cibo nel cavo orale e loro trasformazione metabolica (putrefazione), ma contribuiscono anche la presenza di placca dentale, lesioni cariose, patologie extraorali: patologie delle alte e basse vie aeree, le patologie gastrointestinali, le malattie sistemiche (diabete mellito, epatopatie, ecc), i farmaci ed i tumori. MISURE DI CONTROLLO Eliminazione, da parte dell odontoiatra, di tutte le cause di ritenzione della placca. Istruzione e motivazione del paziente all igiene orale (strumenti meccanici e collutori). Controllo, nella dieta, degli alimenti possibili responsabili di alitosi transitoria: cipolle, aglio, spezie. Controllo di alcuni farmaci responsabili di riduzione del flusso salivare. IL COLLUTORIO IDEALE Basto su OLI ESSENZIALI di origine naturale: ampia azione antisettica (LISTERINE, a base di oli essenziali: timolo, mentolo, eucaliptolo, metilsalicilato). Azione ideale: antagonizzare l alito cattivo con sostanze mascheranti; trasformare i VSC in composti non volatili (reazione dei VSC con ossidanti o ioni metallici, es. ioni zinco). Attività sia sui Gram positivi, sia sui Gram negativi (LISTERINE: 1) riduzione del 75,4% dei ceppi di S. mutans dopo 12 giorni di utilizzo; 2) su modelli di biofilm in vitro il Listerine ha mostrato una buona attività battericida; 3) 20ml di sciacquo per 30 secondi: riduzione significativa dei batteri produttivi di composti solforati fino a 2 ore; 4) riduzione del 48,5% della produzione di composti solforati). LISTERINE Listerine Tartar Control, Listerine Tolat Care: favorevole confronto di efficacia sostenuto dai dati della letteratura verso altri collutori. HI-LUX Pagina 2 04/10/2012

3 CENNI STORICI L alitosi, disturbo che si manifesta con l emissione di odore sgradevole attraverso l atto espiratorio e la fonazione, è un problema abbastanza comune nella popolazione, a prescindere dall età e dal sesso, e di cui si parla frequentemente anche nei vecchi trattati di Medicina. È noto che già gli Egizi nel a.c. masticavano frequentemente ramoscelli di mirto o steli di papiro sia per eliminare l alito cattivo che per detergere meccanicamente i denti. Per profumare l alito erano soliti masticare anche pillole di mirra, resina di terebinto, cipero ed altre piante aromatiche. Plinio scriveva: dal lentisco verde se ne fanno stecchi per stuzzicarsi i denti, e questi con il mirto danno profumo al fiato e fortificano le gengive (Condò et al 2010). ASPETTI PSICOLOGICI L alitosi è in grado di condizionare la qualità di vita di un individuo soprattutto nella componente della socializzazione, creando imbarazzo. L odore sgradevole proveniente dalla bocca ha importanti implicazioni psicologiche Considerato l attuale elevato consumo di chewingum e caramelle è evidente che l individuo ha paura di avere l alito pesante, di essere isolato e che gli altri possano farsi l idea di una sua scarsa cura nell igiene orale. L odore sgradevole proveniente dalla bocca ha importanti implicazioni psicologiche, soprattutto per coloro che vengono informati di soffrirne, senza tenere conto inoltre delle difficoltà vissute dalle persone che gli vivono accanto. Molti dei soggetti che pensano di essere affetti da alitosi presentano tendenza alla psico-somatizzazione della condizione, sebbene il cattivo odore non sia percepito dagli altri (pseudoalitosi-21%). Alcuni individui non credono che il loro problema possa essere eliminato, e persistono nel lamentare la continua presenza del loro sintomo anche dopo il trattamento (alitofobia). L alitofobia, in realtà, è una forma psicogena, si deve spiegare chiaramente al paziente che l esame dell alito è risultato negativo, se dopo la visita crede ancora di soffrire di alitosi, lo si deve quindi indirizzare da uno psicologo. Questi individui sono però una piccola minoranza (1,9%), nella maggior parte dei casi i soggetti affetti da alitosi non si accorgono del problema e/o non sene curano. INCIDENZA DEL PROBLEMA SULLA POPOLAZIONE (epidemiologia) Si stima che l alito cattivo sia un problema comune al 50% della popolazione adulta di età superiore ai 50 anni ripercotendosi negativamente sulle relazioni interpersonali (Yaegaki et al 2000). I dati epidemiologici relativi alla prevalenza dell alito cattivo di origine orale (alitosi genuina) sono pochi e non ben documentati, perché la valutazione obiettiva e razionale del disturbo risulta tecnicamente difficoltosa. Tra quelli maggiormente rilevanti vale la pena citare: In uno studio su campione di popolazione giapponese composto da 2672 individui tra i 18 ed i 64 anni, viene riportato che circa il 24% dei soggetti era considerato inavvicinabile e riscontrato nell aria emessa dalla loro bocca, composti volatili solforati (VSC) in quantità superiori ai limiti ritenuti normali ovvero circa 75 ppm (Miyazaki et al 1995). Sempre in Giappone in un indagine su 384 soggetti sani, il 29% presentava alitosi all esame organolettico ed il 22% presentava un contenuto di VSC superiore a 300 ppm, ciò è stato fortemente collegato alla presenza di patina linguale (Huang et al 2002). In uno studio viene riportata la prevalenza del fenomeno dell alitosi su 2000 individui di nazionalità cinese, tra i 15 ed i 64 anni, e valutata la relazione tra questo disturbo e la salute del cavo orale. In base alla valutazione organolettica la prevalenza dell alitosi era del 27,5%. La quantità di patina linguale risultava correlata fortemente nell incremento dei VSC nell aria del cavo orale, seguita dallo stato parodontale e dall indice di placca (Liu et al 2006). HI-LUX Pagina 3 04/10/2012

4 In una ricerca è stata analizzata la prevalenza ed i fattori associati all alitosi in soggetti che avevano la percezione di alitosi, questi soggetti con età superiore ai 30 anni avevano una storia di sinusite cronica, problemi gastrointestinali, non avevano mai usato il miswak (spazzolino naturale ottenuto con un legno profumato proveniente dalla Salvadora persica e ricco di bicarbonato di sodio ed acido tannico). Gli autori concludono che l inadeguata pratica dell igiene orale è il principale fattore associato al malodore orale (Al-Ansari et al 2006). Una recente indagine riporta una prevalenza di alitosi persistente nel 15% della popolazione giovanile brasiliana esaminata, correlando questo dato, che ha una maggiore incidenza nei maschi, alle diverse abitudini ed in particolar modo all igiene orale, al fumo ed al consumo di alcool (Nadanowski et al 2007). L indagine pratica dell igiene orale è il principale fattore associato al malodore orale GRADI DI ALITOSI E SCALA DI CLASSIFICAZIONE La misurazione organolettica è un indagine soggettiva basata sulle percezioni dell esaminatore e consiste nell apprezzamento olfattivo, da parte del clinico, dell odore dell aria espirata dal paziente ( sniffing test : espirare dalla bocca ad una distanza di circa 10 cm dal naso dell operatore che dovrebbe essere bendato). Sono state utilizzate differenti scale semiquantitative, ma nell International Workshop on Oral Halitosis (1999) vi è stato un consenso unanime all utilizzo di una scala di valutazione di 5 valori, che è stata inizialmente introdotta da Rosenberg e McCulloch nel 1992 e che ancora oggi è spesso usata nella pratica clinica. Il test si considera positivo quando il valore edenico assegnato all alito supera il numero 2. Sia il paziente che l esaminatore, prima della valutazione, non debbono bere caffè, the e succhi di frutta. Inoltre debbono astenersi dal fumo, dall uso di collutorio e di altri prodotti che hanno la caratteristica di aromatizzare l alito (caramelle alla menta, spray, gomme da masticare, ecc) (Campisi et al 2007). PATAGENESI In circa l 80% dei casi, l alitosi è determinata dal cavo orale (Miyazaki at al 1995; Delanghe et al 1997). Il cattivo odore dell aria che fuoriesce dalla bocca è principalmente dovuto ai VSC che si formano durante il catabolismo degli aminoacidi contenenti zolfo (metionina, cisteina) da parte di batteri localizzati per circa l 80% dei casi sulla lingua (Tonzetich 1977; Steengerghe 1997; Van der Broeke et al 2008). I composti volatili solforati maggiormente prodotti sono il solfuro di idrogeno, il metilmercaptano ed il dimetilsolfuro (Kleinberg et al 1990, Scully et al 1997) da parte di batteri anaerobici specifici. In circa l 80% dei casi, l alitosi è determinata dal cavo orale VSC prodotti: solfuro di idrogeno, metilmercaptano, dimetilsolfuro, indolo cadaverina, putrescina HI-LUX Pagina 4 04/10/2012

5 Anche gli aminoacidi triptofano, arginina e lisina determinano la produzione di altri composti odoriferi, rispettivamente indolo, cadaverina e putrescina. I VSC oltre all effetto sull alito, sembrano avere un ruolo nel favorire l insorgenza di patologie parodontali in quanto il metilmercaptano ed il solfuro di idrogeno sono fortemente tossici, aumentano la permeabilità della mucosa e stimolano la produzione delle citochine proinfiammatorie, ritardando anche i processi di guarigione. CAUSE La causa più frequente del cattivo odore è dovuta alla presenza di residui di cibo nel cavo orale ed alla loro trasformazione metabolica (putrefazione) da parte dei batteri presenti su cripte tonsillari, denti e lingua. La superficie posteriore della lingua, a causa della superficie estesa delle papille, può ritenere detriti, leucociti, cellule derivanti dalla desquamazione ed un elevata biomassa di batteri, capaci di produrre circa il 60% dei VSC responsabili dell alitosi. La placca dentale contribuisce al resto, in particolare nei pazienti affetti da parodontite o perimplantite (Rosenberg 2006). I denti affetti da lesioni cariosi, con polpa necrotica esposta o con restauri imperfetti possono essere inoltre siti di cattivo odore (Morita et al 2001). Per quanto riguarda le cause extra orali, si debbono considerare le patologie delle alte e basse vie aeree, le patologie gastrointestinali, le malattie sistemiche (diabete mellito, epatopatie, ecc), i farmaci ed i tumori (Van del Broek et al 2008). Il tabacco contiene composti volatili solforati che sono in parte causa di alitosi nei fumatori (Scully et al 2008). FOCUS SUI BATTERI NEL CAVO ORALE I principali batteri anaerobi, responsabili dell alitosi, si trovano sul dorso della lingua, nelle tasche parodontali, e sono bastoncelli e coccobacilli Gram-negativi (Prophyromanos gengivalis, Aggregatibacter actinomycetemcomitans, Campylobacter rictus, Bacteroides forsythus, Fusobacterium nucleatum, Prevotella intermedia, Tannerella denticola, Peptostreptococcus micron e Spirochete). L analisi batteriologica del biofilm ottenuto dal dorso della lingua e da altri siti, effettuata con la tradizionale tecnica colturale o tramite PCR (polymerase chain reaction), permette di identificare i batteri che producono VSC. Secondo Donaldson (et al 2005) non vi è una correlazione specifica tra alitosi ed un particolare ceppo batterico, ma vi è un aumentata biodiversità, la quale suggerisce che l alitosi può esser il risultato di complesse interazioni tra diverse specie batteriche. TERAPIA Il dentista deve effettuare la diagnosi sulle cause dell alitosi, attraverso l anamnesi, l esame obiettivo e le indagini radiografiche (carie, restauri infiltrati, difetti ossei). Spesso il paziente con alitosi è affetto da malattia parodontale e quindi deve essere indirizzato verso uno specifico protocollo terapeutico. Lo scopo principale dell odontoiatria è quello di eliminare dal cavo orale tutte le situazioni che possono essere causa di ritenzione della placca (es. restauri incongrui). Il miglior modo per risolvere il problema dell alitosi è l istruzione e la motivazione del paziente all igiene orale, implementando l uso di collutori specifici e di strumenti quali il filo interdentale ed il puliscilingua. È importante inoltre effettuare, ad adeguati intervalli di tempo, l igiene orale professionale. Il miglior modo per risolvere il problema dell alitosi è l istruzione e la motivazione del paziente all igiene orale HI-LUX Pagina 5 04/10/2012

6 DIETA Alcuni alimenti, come cipolla, aglio e spezie tendono ad aumentare l alitosi transitoria. Questi alimenti una volta metabolizzati producono composti maleodoranti che vengono rilasciati nel circolo sanguigno ed espulsi attraverso l aria polmonare. Per quanto riguarda l aglio, i mercaptani di origine orale sono presenti immediatamente nel respiro e scompaiono dopo circa un ora, i componenti intestinali vengono invece liberati dopo 3 ore e sono principalmente allil-metil-solfuri. Il componente intestinale dell alitosi da cipolla è il metil-propil-mercaptano. Se l alitosi è presente soprattutto la mattina, al risveglio, è utile effettuare una colazione con cibi solidi, che rimuovono il biofilm sopralinguale, con aggiunta di frutta che stimola la salivazione. Durante la giornata, bere molta acqua può essere utile perché aumenta la salivazione. Inoltre risulta efficace contro l alitosi mangiare frutta e verdura, ridurre il consumo di carne ed integrare con probiotici (Lactobacillus acidophilus) concentrati per ripristinare la flora batterica oro-gastrointestinale. Al risveglio, è utile una colazione con cibi solidi (rimozione del biofilm sopralinguale) Durante la giornata, può essere utile bere molta acqua (aumento della salivazione) Mangiare frutta e verdura, ridurre il consumo di carne e integrare con probiotici FARMACI L assunzione cronica di farmaci può direttamente provocare alitosi. Infatti, i cataboliti di alcuni farmaci assorbiti per via sistemica (disulfiram, dimetilsulfossido, cisteamina, isosorbide di nitrato, ecc) possono essere responsabili, così come accade per cibi alitogeni, di emissione di aria maleodorante. Inoltre, l uso di molti farmaci riducendo la secrezione salivare provoca indirettamente alitosi diminuendo le capacità autodetersive e favorendo di conseguenza la proliferazione dei biofilm nel cavo orale (Astore et al 1999). Quando il flusso salivare è abbondante l apporto di ossigeno ai tessuti orali è maggiore e viene facilitato l allontanamento meccanico dei residui alimentari e dei detriti cellulari; quando invece la quantità di saliva risulta essere relativamente scarsa, prevalgono le condizioni favorenti lo sviluppo del cattivo odore. Quindi l alitosi può essere determinata anche dalla sindrome della bocca secca o xerostomia. Sebbene questa condizione sia associata con l invecchiamento, alcuni studi hanno determinato che la funzione delle ghiandole salivari è ben preservata nella popolazione geriatria sana. Perciò la bocca secca non è una condizione derivante dall invecchiamento, ma molto probabilmente è di origine sistemica o estrinseca. In realtà, una delle cause principali di xerostomia è l uso di farmaci che possono disidratare la mucosa orale (anticolinergici, agenti psicotropici, antistaminici, antipertensivi, diuretici, ecc), farmaci di cui generalmente aumenta il consumo durante le fasi di invecchiamento. STRUMENTI PER L IGIENE ORALE L utilizzo di appropriati strumenti e di specifici collutori sono le misure base di trattamento contro l alitosi. Per quello che riguarda l azione meccanica, l uso del filo interdentale e degli scovolini permette sicuramente di ridurre la disponibilità di nutrienti per i batteri in siti difficili da raggiungere con lo spazzolino da denti. Ancora più efficace per combattere l alitosi è la terapia meccanica della lingua capace di rimuovere la patina di biofilm dal dorso della lingua. Questo trattamento viene spesso eseguito, durante le quotidiane manovre di igiene orale, con lo spazzolino da denti (preferibilmente a setole morbide) operazione che può provocare un fastidioso riflesso indesiderato (rigurgito). L azione risulta invece, in linea di principio, molto più efficace con l uso di puliscilingua che possono essere integrati nello spazzolino stesso o appositamente dedicati a questo scopo (White et al 2004). In realtà, questo strumento sembra avere, come riportato in una recente review di Cochrane (Outhoso et al 2006), un beneficio limitato ne contrastare l alitosi. HI-LUX Pagina 6 04/10/2012

7 BOX OLI ESSENZIALI Gli oli essenziali contenuti nelle piante sono stati da sempre utilizzati per contrastare il fenomeno dell alitosi. Per molto tempo il loro uso è stato giustificato solo dall azione coprente del loro gradevole odore rispetto al fiato maleodorante. In seguito, con l evolversi del pensiero scientifico, la loro efficacia antialitosica è stata correlata all ampia azione antisettica di questi composti nei riguardi dei batteri del cavo orale (aerobi, anaerobi, Gram positivi e negativi) ovvero alla loro capacità di ridurre significativamente la placca e di combattere la gengivite. In questo contesto è interessante notare che molte formulazioni messe a punto nella seconda metà del XIX secolo per la salute del cavo orale sono ancora in commercio. La validità della loro azione è ben rappresentata dal Listerine, un collutorio messa a punto nel 1880 e contenente timolo (ricavato dai ramoscelli freschi di timo), mentolo (dalla menta peperita), eucaliptolo (dalle foglie di eucalipto) e metilsalicilato (dalla betulla). ANALISI COMPARATIVA Da tutto quello detto in precedenza risulta evidente che i composti volatici responsabili dell alitosi sono essenzialmente prodotti dai batteri del cavo orale durante i loro processi catabolici. Di conseguenza, un certo grado di alitosi è sempre presente anche nelle migliori condizioni igieniche della bocca. Il problema sorge quando aumenta lo spessore della placca sui diversi siti e si modifica il giusto rapporto tra le circa 700 specie batteriche del cavo orale con un aumento dei batteri Gram negativi. Questa situazione può essere efficacemente prevenuta e/o combattuta (come nel caso delle gengiviti) con l uso di collutori contenenti specifici antisettici capaci di mantenere sotto controllo la proliferazione batterica. Ovviamente, a differenza dei trattamenti contro la gengivite, nel caso dell alitosi si ha necessità di abbattere rapidamente anche il livello dei composti volatili maleodoranti. Il problema è stato risolto dalle industrie del settore con due diverse strategie. Una prevede la presenza, nel collutorio, di sostanze mascheranti ovvero di molecole capaci di coprire l alito cattivo con il loro intrinseco odore gradevole. L altra prevede la reazione dei composti volatili con ossidanti o con ioni metallici (essenzialmente zinco) con conseguente trasformazione dei VSC in composti non volativi e quindi non più percepibili dall olfatto. aggiunta di sostanze mascheranti il loro odore gradevole copre l alito cattivo COLLUTORIO aggiunta di ossidanti o ioni metallici Strategia per abbattere i livelli di VSC maleodoranti questi composti reagiscono con i VSC trasformandoli in composti non percepibili dall olfatto Per quello che riguarda la prima strategia, il migliore esempio è rappresentato dal Listerine un collutorio che, da studi in vitro, ha dimostrato di uccidere sia i batteri Gram positivi che Gram negativi, batteri opportunistici e lieviti, entro 30 secondi dall esposizione, sia in presenza che in assenza di proteine esogene (Ross et al 1989; Kato et al 1990). Lo Streptoccus mutans presente nella placca sopragengivale viene ridotto del 75,4% rispetto al controllo dopo 12 giorni di utilizzo del Listerine (Fine et al 2000). Su modelli di biofilm in vitro il Listerine ha mostrato una buona attività battericida (Pan et al 1999; Fine et al 2001). Il primo studio in vitro sull effetto del Listerine sul microbiota responsabile della produzione dei composti volatili solforati risale al È stato effettuato un prelievo sulculare con coni di carta su 5 soggetti sani per un periodo di tre ore. Dopo 48 ore gli stessi soggetti sono stati sottoposti ad un prelievo crevicolare, hanno immediatamente effettuato uno sciacquo con 30 ml di collutorio per 30 secondi, e nuovamente sottoposti al prelievo sulculare dopo 15, 60, 120 e 180 minuti. Dopo l uso dell antisettico il numero medio di batteri anaerobici gram-negativi diminuisce rispetto al tempo 0 e rimane tale in maniera statisticamente significativa (p<0,05) fino a 120 minuti dopo lo sciacquo. HI-LUX Pagina 7 04/10/2012

8 L analisi organolettica invece ha presentato un miglioramento dopo lo sciacquo che si è mantenuto statisticamente significativo fino a 180 minuti (p<0,01) ed altamente correlato alla riduzione della conta batterica (Pianotti et al 1978). Sciacquo: 30 ml per 30 Riduzione n batteri fino a 120 minuti Analisi organolettica migliorata fino a 180 minuti Primo studio in vivo sull effetto Listerine sul microbiota responsabile produzione VSC. Pianotti 1978 All analisi organolettica ed alla valutazione quantitativa della microflora sulculare hanno aggiunto successivamente anche l analisi della patina linguale. Lo sciacquo con 20 ml di collutorio per 30 secondi ha determinato in 50 soggetti una riduzione dei batteri produttori di VSC in maniera statisticamente significativa fino a due ore (p<0,05). Su 10 di questi soggetti è stata effettuata l analisi della microflora sulculare dopo lo sciacquo ed i dati hanno confermato i risultati ottenuti nel precedente lavoro. Anche l analisi organolettica su 30 soggetti ha confermato la correlazione tra score edenico e conta batterica (Pitts et al 1981). Per valutare l attività degli oli essenziali rispetto agli eccipienti mascheranti gli odori presenti nel collutorio è stato effettuato uno studio cross.over su 30 soggetti sani con un valore di VSC>30ppb. Il metilsolfuro ed il solfuro di idrogeno diminuiscono immediatamente e rimangono a valori significativamente ridotti fino a 2,75 ore, tale riduzione è imputabile esclusivamente agli oli essenziali. Nei primi 30 minuti la riduzione dello score edenico è dovuto all effetto mascherante degli eccipienti presenti nel collutorio, nel periodo successivo invece dipende dall effetto antisettico degli oli essenziali (Pitts et al 1983). Lo studio di Kozlovsky (et al 1996) ha confermato la riduzione dei batteri producenti odorigeni e degli score organolettici per un periodo di due ore. Primi 30 minuti EFFETTO MASCHERANTE PRODUZIONE VSC Ridotti fino a 2,75h Restanti 165 minuti EFFETTO ANTISETTICO Attività degli oli essenziali di Listerine L uso di Listerine per due settimane due volte al giorno, determina una riduzione dei VSC pari al 548,54% (Borden 2002). L utilizzo di Listerine Tartar Control contenente cloruro di zinco allo 0,9% per un solo sciacquo determina dopo 12 ore una riduzione rispetto al controllo (collutorio contenente alcool al 5%) dei batteri producenti VSC pari al 57,3% nella placca sopragengivale del 76% della placca del dorso linguale (p<0,001). Gli stessi 15 soggetti sono stati indotti ad effettuare uno sciacquo con collutorio due volte al giorno per un periodo di 14 giorni, ciò ha determinato una riduzione ancora più significativa della placca sia linguale che dentale, pari al 73-74% rispetto al controllo (p<0,001) (Fine et al 2005). Il collutorio Listerine Total Care è stato paragonato a collutori contenenti cetilpiridinio, clorexidina 0,025% e triclosan in uno studio effettuato su 14 volontari. Dopo 180 minuti dallo sciacquo il collutorio Listerine determina una riduzione dei VSC misurati con l Alitometro e con l OralChroma statisticamente significativa rispetto al controllo (p<0,001) e rispetto a tutti i collutori testati tranne il campione contenente clorexidina allo 0,025% + zinco 0,3% (Saad et al 2010). LISTERIRE 2 volte/die per 14 giorni VSC 48,54% LISTERINE 2 volte/die per 14 giorni VSC 73/74% TARTAR CONTROL Effetto di Listerine e Listerine Tartar Control (con zinco cloruro 0,9%) sulla produzione dei VSC HI-LUX Pagina 8 04/10/2012

9 EVIDENZE 1. Riduce i batteri anerobi Gram-negativi nel solco gengivale fino a 120 minuti dopo lo sciacquo 2. Riduce i batteri anerobi Gram-negativi nella patina sul dorso linguale fino a 2 ore dopo lo sciacquo 3. Nei primi 30 minuti la riduzione degli score organolettici dipende dagli agenti mascheranti presenti come eccipienti nel collutorio 4. I batteri della placca dentale e linguale producenti VSC diminuiscono del 73-74% dopo 14 giorni di sciacquo bi-giornaliero con Listerine Tartar Control 5. Listerine Total Care riduce significativamente i VSC misurati sia con l Alitometro che con l OralChroma DOMANDE D) Il collutorio Listerine può determinare secchezza della bocca in soggetti non xerostomici dopo uso continuato per una settimana? R) No (Kerr 2007) D) Il collutorio Listerine può aumentare la percezione di secchezza della bocca in pazienti xerostomici? R) No (Fischman SL 2004) BIBLIOGRAFIA 1. Al-Ansari JM, Boodai H, Al-Sumait N, Al-Khabbaz AK, Al-Shammari KF, Salako N. Factors associated with self-reported halitosis in Kuwaiti patients. J Dent, 2006;34(7): Astor FC, Hanft KL, Ciocon JO. Xerostomia: a prevalent condition in the elderly. Ear Nose Throat J JuI;78(7): Borden LC, Chaves ES, Bowman JP, Fath BM, Hollar GL. The effect of four mouthrinses on oral malodor. Compend Contin Educ Dent. 2002;23(6):531-6, 538, Campisi G., Musciotto A., Di Fede O., Lo Muzio L. Alitosi. Update in tema di eziologia e clinica. 2007; Mar; 18 (3): (suppl) 5. Condò SG, Cerroni L, Condò R. Storia deii Igiene Orale e dei Rimedi Antalgici dalle origini al XIX secolo. Edizioni Martina Delanghe G, Ghyselen J, van Steenberghe D, Feenstra L. Multidisciplinary breath-odour clinic. Lancet Jul 19; 350(9072): Fine DH, Furgang D, Barnett ML, Drew C, Steinberg L, Charles CH, Vincent JW. Effect of an essential oil-containing antiseptic mouthrinxe on plaque and salivary Streptococcus mutans levels. J Clin Periodontol 2000; 27: Fine DH, Furgang D, Barnett ML. Comparative antimicrobial activities of antiseptic mouthrinse against isogenic planktonic and biofilm forms of A. acticcmycetemcornitans.. J Clin Periodontol 2001; 28: Fine DH, Furgang D, Sinatra K, Charles C, McGuire A, Kumur LD. In vivo antimicrobial effectiveness of an essential oil-containing mouthrinse 12 h after a ingle use and 14 days use. J Clin Periodontol 2005; 32: Fischman SL, Aguirre A, Charles CH. Use of essential oil-containing mouthnnse by xerostomic individuals: determination of potential for oral mucosal irritation. Am J Dent 2004; 17: Huang X, Li X, Fan X, Liu H. Levels of volatile sulfur compounds and the analysis of related factors in oral cavities of 384 health subjects in Chengdu. Hua Xi Kou Qiang Yi Xue Za Zhi. 2002; 20(5): Kato T, lijima H, lshihara K. Kaneko T, I-lirai K, Naito M Okuda K. Antibacterial effects of Listerine on oral bacteria. Bull Tokyo Dent Coll. 1990; 31(4); HI-LUX Pagina 9 04/10/2012

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