I Raee come scorta di materiali pregiati a basso costo. Gian Franco Saetti gfsaetti@gmail.com

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1 I Raee come scorta di materiali pregiati a basso costo Gian Franco Saetti gfsaetti@gmail.com Vice presidente sez. reg.le ER albo gestori ambientali, Bologna Riassunto Recuperare le Terre Rare dai RAEE, vere e proprie miniere urbane per le città italiane che potrebbero essere meglio organizzate e valorizzate a tal fine, è una sfida che il nostro Paese non può rimandare al prossimo decennio ma deve spingere su una accelerazione sia di buone pratiche sia di sviluppo delle azioni singole e collettive. Non solo il cittadino, ma tutta la filiera devono muoversi in modo concertato, e soprattutto con certezza di costi e ricavi per tutti gli operatori, al di là delle ovvie regole del mercato, che in Italia stenta sempre ad esistere... Summary In Italy, in the particular sector of the separate collection and treatment of WEEE, the recovery is due only partially to the value of the recovered materials, because we need a new improvement in technical basis for treatment plant, that must become urban mines of rare and precious minerals. In the next decade, not only European states, but in particular Italy, must match private-single action with market rules, if any 1. Elementi del settore Nel complesso e variegato mondo dei RAEE (che nasce da quello che i produttori decidono di inserire nelle AEE), vi sono stati negli ultimi mesi due elementi salienti. Il primo è l approvazione del nuovo Accordo di Programma definisce, tra le altre cose, le Condizioni Generali di raccolta e gestione dei (RAEE) per il prossimo triennio. Il nuovo Accordo prevede importanti novità per i Comuni volte a favorire scelte organizzative e operative che assicurino un'elevata efficienza complessiva del sistema di gestione dei RAEE: - rendendo disponibili risorse economiche per l'adeguamento e il potenziamento delle isole ecologiche; - modificando i requisiti per l'accesso ai "premi di efficienza" per promuovere la collaborazione fra Sottoscrittori e distribuzione al fine di diffondere il sistema di ritiro "1 contro 1 dei RAEE". Il secondo è rappresentato dalla pubblicazione della rinnovata direttiva Raee 2012/19/Ue 1

2 Il 13 agosto 2012 è entrata in vigore la direttiva 2012/19/Ue sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), pubblicata sulla Guue n. L 197 del 24 luglio La nuova direttiva è intesa a contribuire alla produzione e al consumo sostenibili tramite, in via prioritaria, la prevenzione della produzione di Raee e, inoltre, attraverso il loro riutilizzo, riciclaggio e altre forme di recupero, in modo da ridurre il volume dei rifiuti da smaltire e contribuire all'uso efficiente delle risorse e al recupero di materie prime secondarie di valore. La direttiva 2012/19/Ue non rappresenta una novità assoluta nel panorama normativo europeo, visto che il provvedimento va a sostituire la prima storica direttiva sui Raee n. 2002/96/Ce, recepita (con i consueti incidenti di percorso) dal nostro Paese attraverso il Dlgs 25 luglio 2005, n. 151, in contemporanea con la direttiva parallela 2002/95/Ce sulla riduzione dell'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (Aee). In considerazione del fatto che il nuovo provvedimento prevede diverse modifiche sostanziali alla disciplina contenuta nella direttiva 2002/96/Ce, Consiglio e Parlamento Ue hanno deciso di provvedere direttamente alla rifusione della stessa. Tra le principali novità si segnalano: - una migliore definizione del campo di applicazione del provvedimento; - chiarimenti sulla distinzione tra Raee domestici e professionali (con l'importante specificazione che riconduce i Raee cd. "dual use" nell'ambito dei domestici); - misure agevolative della preparazione per il riutilizzo; - introduzione del ritiro cd. "uno contro zero" per i Raee di piccolissime dimensioni; - modifiche alle norme sul finanziamento della gestione dei Raee. Per far questo, non si può che partire dalla definizione del campo di applicazione, che rimane sostanzialmente identico a quello della previgente direttiva nei primi 6 anni di applicazione della nuova disciplina (ad eccezione della new entry rappresentata dai pannelli fotovoltaici) per poi allargarsi a tutte le Aee a partire dal I rifiuti elettrici ed elettronici sono in forte crescita ma, ad oggi, solo un terzo di questa tipologia di rifiuti è oggetto di raccolta differenziata. Con la continua espansione del mercato e l'accorciarsi dei cicli di innovazione, le apparecchiature vengono sostituite sempre più rapidamente contribuendo ad accrescere sempre di più il flusso dei rifiuti di AEE. L'attuale tasso di raccolta, in Europa, si attesta a 4kg di RAEE pro capite che corrispondono a 2 milioni di tonnellate all'anno di RAEE, che aumenteranno, secondo le stime dell Unione Europea, di 12 milioni di tonnellate entro il I rifiuti elettrici ed elettronici non costituiscono solo una tipologia di rifiuti da raccogliere e smaltire correttamente per tutelare l'ambiente; i RAEE infatti contengono componenti pericolose quali il mercurio, il cadmio, il piombo, il cromo esavalente, i difenili policlorurati (PCB) e le sostanze che riducono lo strato di ozono ma sono anche materie prime secondarie di grande valore per l'europa. 2

3 La sistematica raccolta ed il corretto recupero garantiscono, invece, un uso efficiente delle risorse, dai RAEE si estraggono materie come oro, argento, rame e altri materiali rari. Le nuove disposizioni in materia di RAEE infatti considerano la raccolta differenziata una condizione preliminare per garantire il trattamento specifico e il riciclaggio dei RAEE, per questo dispongono che dal 2016 in poi gli stati membri garantiscano una raccolta differenziata pari al 45% delle apparecchiature elettriche ed elettroniche vendute sul territorio nazionale. Successivamente, dal 2019, l'obiettivo sarà del 65% delle apparecchiature vendute oppure l'85% dei rifiuti elettronici prodotti. Gli stati membri saranno liberi di scegliere tra le due opzioni proposte dall'unione Europea. La direttiva 2012/19 punta anche sui cittadini che devono contribuire attivamente al successo di questa raccolta e dovrebbero essere incoraggiati a rendere i RAEE. Per questo l'unione Europea promuove la creazione di idonee strutture per la restituzione dei RAEE, compresi punti pubblici di raccolta, dove i nuclei famigliari possano restituire gratuitamente i loro rifiuti. Un ulteriore importante obiettivo, che si pone la nuova direttiva RAEE, è quello di contrastare con la massima efficacia le esportazioni illegali di rifiuti, che costituiscono un problema grave. La nuova direttiva impone agli esportatori di verificare il funzionamento delle apparecchiature e di documentare la natura delle spedizioni potenzialmente sospettate di essere illegali, in modo da evitare che vengano camuffate come vendite, o donazioni, di apparecchiature funzionanti a paesi in via di sviluppo, esportazioni di apparecchi, obsoleti ed inservibili, destinati in realtà ad uno smaltimento irregolare. Le nuove disposizioni dovranno essere recepite dagli stati membri entro il 14 febbraio Lo si ripete da anni, ormai: i rifiuti non sono spazzatura, ma risorse. E questo vale, a maggior ragione, per i RAEE. I metalli preziosi presenti nelle miniere urbane di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) valgono di più di quello estratto dalle miniere d oro. La produzione mondiale di dispositivi elettronici, dai computer ai cellulari ad altre apparecchiature, infatti, impiega ogni anno 320 tonnellate d oro e tonnellate di argento. Attraverso un serio e sistematico riciclo e riuso di tutte queste apparecchiature, quindi, le discariche di RAEE potrebbero fornire un materiale 50 volte più prezioso di quello estratto dalle miniere auree. A renderlo noto sono il Report delle Nazioni Unite sui RAEE e agli esperti che hanno partecipato all e-waste Accademy, il primo incontro mondiale nato per promuove la corretta gestione e lo smaltimento dei rifiuti elettronici (RAEE) svoltosi a Pechino e organizzato da Solving the E-waste Problem (StEP) delle Nazioni Unite e dall organizzazione Global e-sustainability Initiative (GeSI). [1],[2],[3] Secondo l ultimo Report sui RAEE, il valore totale dei metalli preziosi utilizzati annualmente per la produzione industriale dei dispositivi elettronici ammonta a 21 3

4 miliardi di dollari, dei quali si stima che soltanto il 15% venga recuperato dalle cosiddette miniere urbane. Per quanto riguarda l oro, i prodotti elettrici ed elettronici impiegavano nel 2001 il 5,3% (197 tonnellate) della produzione mondiale, che è salita al 7,7% nel 2011 (320 tonnellate) pari al 2,5% delle riserve auree presenti nelle casse degli Stati Uniti. Nei paesi in via di sviluppo, invece, la percentuale di raccolta dei metalli preziosi tra i rifiuti è stimata attorno al 80-90%. Ciò avviene dove è presente un attività di riciclo non ufficiale, ma purtroppo a causa dei rudimentali processi di recupero circa la metà di tutto il metallo prezioso va perduta. 2. I RAEE si dimostrano un miniera di Terre Rare Pochi sanno che le apparecchiature elettriche ed elettroniche, i nostri dispositivi digitali, la maggior parte dei componenti elettronici che noi utilizziamo nella nostra tecnologica vita sono composti di materiali non sempre abbondanti sul nostro pianeta e non sempre accessibili facilmente a tutte le nazioni produttrici di queste apparecchiature. Stiamo parlando delle Terre Rare ossia materie prime minerali, che come dice il loro nome, sono rare e che come tutti minerali presenti in basse quantità sul pianeta hanno un prezzo elevato per poter essere acquistate. Secondo la definizione della IUPAC, le terre rare (in inglese rare earth elements o rare earth metals ) sono un gruppo di 17 elementi chimici della tavola periodica, precisamente scandio, ittrio e i lantanoidi Ad oggi stiamo vivendo una crisi da fornitura di terre rare,dovuta alla predominanza della Cina nella loro estrazione e lavorazione ed una ancor più predominanza nelle esportazioni e nel dettare il prezzo di mercato. Come si può ben capire se il possesso di una sostanza rara è nelle mani di pochi, i molti che vorranno utilizzarla dovranno pagare un prezzo alto e di conseguenza i prodotti finiti che ne scaturiranno dai processi produttivi non potranno che avere un costo crescente man mano che il minerale comincerà a scarseggiare nel tempo.[4],[5] Il loro utilizzo più massiccio è visto nell industria elettronica, nelle energie alternative (turbine eoliche) nei motori elettrici per le auto, nei sistemi di guida dei missili. L Occidente ha perciò deciso, negli ultimi tempi, di fare fronte comune e di contrastare il monopolio Cinese. Nella seconda conferenza trilaterale sulle terre rare che si terrà a Tokio nei prossimi giorni, Unione Europea, Giappone e USA, discuteranno delle restrizioni cinesi imposte sull export di questi minerali, considerandole come una violazione delle regole del commercio internazionale. Il loro valore di mercato si aggira intorno ai 4 miliardi di dollari, mentre nel 2008 il valore si aggirava intorno ai 1,25 miliardi di dollari secondo le analisi di Goldman Sachs. Il vero valore di questi minerali però risiede nel loro potere nella produzione di beni, come già detto in apertura di questo articolo. Questo mercato ha un valore odierno 4

5 di circa 4 trilioni di dollari, ed ora si può ben comprendere per quale motivo è necessario che il costo di queste materie prime non salga alle stelle e non sia in mano ad una sola nazione. Con l aumento della domanda tecnologica, è necessario che le nazioni occidentali siano in grado di rimanere al passo nell approvvigionamento di terre rare cominciando anche ad aprire miniere in loco per la loro estrazione laddove fosse possibile. L alternativa è l incremento della raccolta differenziata dei RAEE ed il loro trattamento in opportuni impianti. Trattamenti dedicati al recupero di queste materie potrebbe sicuramente dare respiro all industria elettronica che troverebbe una seconda via di approvvigionamento. Certo è che in tempi di crisi economica come quelli che viviamo questa potrebbe rappresentare una nuova possibilità di business per il nostro paese con opportuni investimenti mirati ad un settore quasi di nicchia. Le opportunità che i paesi occidentali hanno, come già anticipato sono rappresentate dall investimento nella ricerca di nuove miniere, trovare alternative all uso delle terre rare e puntare al loro recupero con il riciclo. Si pensi che il Giappone per poter rimediare al gap creatosi nell approvvigionamento di queste materie ha messo in campo un piano di investimenti di 1,25 milioni di dollari per la ricerca in una alternativa all utilizzo di terre rare, l individuazione di miniere off-shore ed il riciclo spinto di rifiuti elettronici.[6] Fortuna vuole che il nostro pianeta abbia altri giacimenti al di fuori dei confini cinesi, ma affinché siano accessibili è necessario disporre di molti anni e di un avanzato knowhow per poter mettere in piedi un piano di estrazione minerario. Bibliografia [1] Massimo Carlotto e Francesco Abate, L'albero dei microchip, VerdeNero, ISBN [2] Paolo Pipere, "RAEE. Produzione e recupero delle apparecchiature elettriche ed elettroniche", Hyper Edizioni, Venezia, Terza edizione 2007, ISBN [3] Paolo Pipere, "Le apparecchiature elettriche ed elettroniche, le pile e gli accumulatori. Gli obblighi introdotti dalle Direttive 2002/95/CE, 2002/96/CE, e 2006/66/CE in tema di produzione gestione e recupero", Hyper Edizioni, Venezia, prima edizione 2009, ISBN [4] La gestione dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Una guida per le Autorità Locali e Regionali., Association of cities and regions for recycling ( [5] La gestione dei beni durevoli dismessi: creazione del sistema nazionale di raccolta, recupero e riciclaggio, Tesi di laurea di Simone Contini, Università degli Studi di Modena Facoltà di economia [6] Il trattamento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) verso una piattaforma ecologica, Tesi di laurea di Angelo Giannelli, Università degli Studi di Udine Facoltà di Ingegneria 5

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