Newsletter dell Associazione Italiana Disturbi dell Alimentazione e del Peso (AIDAP) Cari colleghi/e,

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1 Emozioni e Cibo Newsletter dell Associazione Italiana Disturbi dell Alimentazione e del Peso (AIDAP) N Euro 2,00 ISSN Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DR Verona AN DA-NAS BN Disturbo dell alimentazione La natura transdiagnostica della CBT-E è supportata da ricerche sul trattamento della bulimia nervosa, dell anoressia nervosa e dei disturbi dell alimentazione NAS In questo numero Cari colleghi/e, inizia la tradizionale stagione di studio e formazione. È sempre impegnativo coniugare l attività clinica con l aggiornamento e ancor più con la ricerca. Tuttavia il binomio curare-studiare è indispensabile sia per assicurare ai malati le cure migliori sia per la soddisfazione personale nel rimanere aggiornati e adeguare il proprio bagaglio professionale. Primo importante appuntamento per la nostra formazione è a Milano il 16 Febbraio 2013 con l incontro Terapia cognitivo comportamentale della modificazione dello stile di vita. Sappiamo bene che è questo uno degli snodi decisivi per ottenere dei risultati utili alla salute dei cittadini che si rivolgono ai clinici: cambiare le abitudini che portano a sviluppare patologie fisiche e mentali. È indubbio che il setting cognitivo comportamentale, con le sue numerose e validate procedure e strategie per aiutare il paziente a cambiare attitudini e comportamenti disfunzionali, è la serra privilegiata dove il cambiamento di stile di vita, in modo empatico e collaborativo, può realizzarsi. La CBT dà tempo al terapeuta per lavorare e al paziente per apprendere, creando il clima adatto ad un risultato positivo. Il 7-8 Giugno si terrà a Napoli il corso Terapia cognitivo comportamentale dell obesità, dal 17 al 21 Settembre il CBT intensive course sui disturbi dell alimentazione, il ottobre il corso di aggiornamento sul Trattamento dei disturbi dell alimentazione e il business meeting delle UOL AIDAP. segue pag. 2 VITA DELLA SOCIETÀ Resoconto evento Un programma basato sulla dissonanza cognitiva per prevenire i disturbi dell alimentazione PAG. 3 CALENDARIO CORSI E CONVEGNI Corsi in programma nel 2013 PAG. 4 Resoconto evento Terapia cognitivo comportamentale dell obesità PAG. 5 Resoconto evento Conferenza nazionale di consenso sui disturbi del comportamento alimentare PAG. 6 AIDAP Brescia La crociera salutare PAG. 7 AIDAP Oliveri Esperti di psicologia della vendita decidono la disposizione dei prodotti PAG. 9 ARTICOLI SCIENTIFICI Prevenzione Determinanti comportamentali dell obesità: risultati della ricerca e implicazioni politiche PAG. 11 Prevenzione Valutazione dell efficacia di un programma di prevenzione selettiva PAG. 14 Prevenzione Consumo di bevande zuccherate e aumento di peso: l associazione è stata dimostrata! PAG. 17 Trattamento Terapia cognitivo comportamentale migliorata per adolescenti con anoressia nervosa: un alternativa alla terapia familiare? PAG. 20 Trattamento Terapia cognitivo comportamentale migliorata per adulti con anoressia nervosa: uno studio inglese e italiano PAG. 23 Trattamento La terapia interpersonale nei disturbi dell alimentazione PAG. 26 Look AHEAD Interpretazioni e implicazioni sulla decisione del National Institutes of Health PAG. 29 ATTIVITÀ DELL AIDAP Attività e centri in Italia PAG. 32

2 2012 EMOZIONI E CIBO N. 36 Quest anno il Convegno nazionale AIDAP si svolgerà a Milano (17-18 maggio 2013) e avremo la straordinaria opportunità di partecipare nella prima giornata al workshop del prof. Fairburn dell università di Oxford, massima autorità mondiale nella ricerca del trattamento dei disturbi dell alimentazione (prenotatevi per tempo!). Il workshop e il congresso saranno interamente dedicati a illustrare i più recenti studi ed evoluzioni della CBT-E. La CBT-E, come è noto, è il trattamento più efficace per gli adulti affetti da bulimia nervosa, da disturbo da alimentazione incontrollata e da disturbi dell alimentazione non altrimenti specificati (NAS). La notevole eccezione, fino ad ora, era stata l anoressia nervosa, per la quale non è stabilito in maniera attendibile un trattamento empiricamente supportato. Due articoli, ai quali hanno partecipato come autori alcuni nostri soci dell AIDAP, in pubblicazione sulla prestigiosa rivista Behaviour Research and Therapy e recensiti in anteprima su questo numero di Emozioni e Cibo, hanno seguito le raccomandazioni descritte sopra. Il primo Enhanced cognitive behaviour therapy for adults with anorexia nervosa: A UK-Italy study riporta l outcome di uno studio che ha valutato gli effetti della CBT-E ambulatoriale negli adulti affetti da anoressia nervosa. Questo studio ha reclutato un ampio campione di pazienti con psicopatologia grave nei due centri di trattamento in Italia e in Inghilterra. Il tasso di ritenzione è stato superiore rispetto agli studi precedenti e 2/3 dei pazienti hanno completato il trattamento e risposto bene con un aumento significativo del peso e un miglioramento significativo della psicopatologia specifica e generale. Sorprendentemente i miglioramenti raggiunti con il trattamento si sono mantenuti bene nel corso delle 60 settimane di follow-up con un minimo intervento aggiuntivo. Nel secondo articolo Enhanced cognitive behaviour therapy for adolescents with anorexia nervosa: An alternative to family therapy? gli autori riportano i dati di uno studio italiano sull applicazione dalla CBT-E adattata per gli adolescenti con anoressia nervosa. I risultati sono paragonabili a quelli ottenuti della CBT-E per gli adulti. In particolare, il tasso di accettazione è risultato molto elevato e due terzi hanno completato il programma senza alcun intervento aggiuntivo. Il peso corporeo ha mostrato un notevole incremento e a ciò si è associato un miglioramento significativo della psicopatologia del disturbo dell alimentazione e della psicopatologia generale. Anche in questo studio, il cambiamento è stato mantenuto in modo sorprendete a 60 settimane di follow-up. Wilson, editor di Behaviour Research and Therapy, nell editoriale di accompagnamento ai due articoli concorda con gli autori che i risultati particolarmente promettenti nello studio eseguito sui pazienti adulti forniscono un punto di riferimento per valutare la CBT-E in studi randomizzati e controllati (RCT) e che il tempo sembra ora maturo per eseguire una ricerca controllata per comparare negli adolescenti l efficacia della CBT-E rispetto alla terapia basata sulla famiglia. In questo numero trovate, oltre ai resoconti di alcuni interessanti eventi congressuali, anche le recensioni di tre articoli recentemente pubblicati sul New England Journal of Medicine che hanno dimostrato in modo inequivocabile il ruolo causale delle bevande zuccherate nel promuovere lo sviluppo dell obesità. Purtroppo, come ben sappiamo, il tentativo del ministro Balduzzi di tassare le bevande zuccherate è naufragato in conseguenza della pressione mediatica esercitata dalle lobby dei produttori delle bevande zuccherate. Noi dell AIDAP, comunque, continueremo a contrastare attraverso l informazione scientifica le azioni delle lobby delle bevande zuccherate e a supportare con forza le raccomandazioni di molte e famose organizzazioni scientifiche internazionali finalizzate a ridurre il consumo di bevande zuccherate nei bambini e negli adolescenti. Buona lettura Mauro Cappelletti Presidente AIDAP Newsletter della Associazione Italiana Disturbi dell Alimentazione e del Peso (AIDAP) Via Sansovino, Verona - Tel. (045) Fax (045) info@aidap.org Sito web: EMOZIONI E CIBO: Periodico quadrimestrale dell Associazione AIDAP Iscrizione Tribunale di Verona - n data 28/08/99 DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Cappelletti SOCI ONORARI AIDAP: Ms. Jane Brody, Prof. David Garner, Prof. Francesca Brambilla, Ms. Dacia Maraini, Prof. Michele Carruba, Ms. Maria Teresa Ruta, Dr. Johan Vanderlinden, Prof. Christopher Fairburn, Prof. James Look, Prof. Stephen Wonderlich, Prof. Anthony Fabricatore, Dr. Zafra Cooper, Prof. Eric Stice, Dr. Roberta Sherman, Prof. Ron A. Thompson CONSIGLIERI: Cappelletti Mauro (Presidente AIDAP), Dalle Grave Riccardo (Segretario Scientifico AIDAP), Camporese Lucia, Pasqualoni Elettra, Banderali Arianna, Faillaci Antonino, Filardo Domenico. PROGETTO GRAFICO: POSITIVE PRESS - Via Sansovino 16 - Verona Sito web: [ 2 ]

3 VITA DELLA SOCIETÀ EMOZIONI E CIBO N AIDAP informa corso di prevenzione Un programma basato sulla dissonanza cognitiva per prevenire i disturbi dell alimentazione Verona, 8 settembre 2012 A cura di: Sara Cappelletti - AIDAP Torino Sabato 8 settembre a Verona è stato presentato il Progetto Corpo per la prevenzione dei Disturbi dell Alimentazione, ideato da Erik Stice, che ha ottenuto risultati sorprendenti nei trial di efficacia. Il corso Un programma basato sulla dissonanza cognitiva per prevenire i disturbi dell alimentazione si è svolto nell intera giornata di sabato 8 settembre ed è stato condotto dal dott. Dalle Grave, dalla dott.ssa Chignola e dalla dott.ssa Ruocco. Nella mattinata sono stati affrontati i principali argomenti teorici collegati alla prevenzione, tra cui l importanza di effettuare interventi di prevenzione, le diverse tipologie di programmi di prevenzione in base ai destinatari (universale, selettiva ed indicata), la storia della prevenzione partendo dagli interventi psicoeducativi a taglio didattico fino ad arrivare ai programmi interattivi. È inoltre stata presentata dal dott. Dalle Grave, relatore della prima parte dell evento formativo, una interessante revisione metanalitica sulla prevenzione dei disturbi dell alimentazione comprendente 66 trial condotti su 51 programmi di prevenzione diversi. I dati indicano che c è ampio spazio per migliorare l efficacia dei programmi di prevenzione dei disturbi dell alimentazione, e suggeriscono che può essere più utile eseguire interventi diretti al sesso femminile ad alto rischio con più di 15 anni. Le caratteristiche peculiari dei programmi di prevenzione efficaci sono le seguenti: essere interattivi, essere focalizzati sull immagine corporea, usare procedure che inducano dissonanza, evitare materiale educativo, essere eseguiti in sedute multiple e somministrati da professionisti. In particolare, Progetto Corpo, un intervento di prevenzione selettiva sviluppato da Stice che si basa sulla terapia della dissonanza, ha determinato una riduzione del 60-61% del rischio d insorgenza di disturbi dell alimentazione rispetto ai controlli durante il periodo di tre anni di follow-up. Nella seconda parte del corso è stato illustrato nel dettaglio il programma di prevenzione Progetto Corpo dalle dott.sse Elisa Chignola e Antonella Ruocco dell equipe di Villa Garda, che hanno applicato il progetto a gruppi di studentesse di istituti superiori. Il protocollo prevede la presenza di gruppi composti da 6/8 ragazze, alle quali è rivolto un intervento di 1 ora a settimana, per quattro settimane consecutive. La peculiarità di questo corso è stata il fatto che oltre alla descrizione degli argomenti, degli esercizi e dei compiti per ogni singola seduta, sono stati proiettati molti filmati per mostrare l applicazione pratica di tutto ciò che è stato illustrato. Per questo motivo e per la disponibilità dei relatori il corso è stato interattivo ed estremamente pratico, ed ha catturato l interesse dei presenti, fornendo loro il protocollo di un intervento di prevenzione efficace, testato scientificamente, replicabile. È stato fornito molto materiale didattico, tra cui l indispensabile eserciziario da utilizzare nell intervento preventivo, in lingua italiana. Dato il grande interesse suscitato è probabile che il corso verrà replicato il prossimo anno. PROGETTO CORPO L edizione italiana del programma ideato da Erik Stice è stata curata dal Dott. Dalle Grave ISBN Ed. Positive Press (2011) Eric Stice è ricercatore senior presso l Oregon Research Institute e l Università del Texas di Austin e dirige laboratori di ricerca attiva in entrambe le istituzioni. [ 3 ]

4 CALENDARIO CORSI E CONVEGNI 2013 MILANO TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE DELLA MODIFICAZIONE DELLO STILE DI VITA INGRESSO LIBERO Per informazioni vedi pag. 30 febbraio 16 MILANO CONVEGNO NAZIONALE AIDAP CBT-E DEI DISTURBI DELL ALIMENTAZIONE: PROGRESSI E SFIDE FUTURE Per informazioni vedi pag. 10 maggio NAPOLI TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE DELL OBESITÀ Per informazioni vedi pag. 28 giugno 7-8 VOLTERRA (PI) CBT INTENSIVE COURSE SUI DISTURBI DELL ALIMENTAZIONE 5 giornate nella splendida cornice di Volterra nella The learning village in Tuscany settembre dal17al 21 VERONA CORSO DI AGGIORNAMENTO TRATTAMENTO DEI DISTURBI DELL ALIMENTAZIONE E BUSINESS MEETING UOL ottobre VERONA UN PROGRAMMA BASATO SULLA DISSONANZA COGNITIVA PER PREVENIRE I DISTURBI DELL ALIMENTAZIONE novembre 22 CORSO ANNUALE VERONA FIRST CERTIFICATE OF PROFESSIONAL TRAINING IN EATING DISORDERS AND OBESITY Da 16 anni medici, biologi, psicologi e dietisti da tutta Italia giungono a Verona per apprendere la teoria e le tecniche più aggiornate per il trattamento dei disturbi dell alimentazione e dell obesità. PREREQUISITO PER L APERTURA DI UNA UNITÀ LOCALE AIDAP maggio marzo 2014 Per ulteriori informazioni: POSITIVE PRESS - Tel Fax positivepress@tin.it Sito web: Ricordiamo che i corsi non abilitano all elaborazione di diete o piani alimentari o alla cura e al trattamento di patologie in campo nutrizionale, in assenza di precedenti ed adeguati titoli abilitanti secondo quanto disposto dalle leggi vigenti.

5 V I TA D E L L A S O C I E T À EMOZIONI E CIBO N AIDAP informa corso sull obesità Terapia cognitivo comportamentale dell obesità Roma, ottobre 2012 A cura di: Maria Grazia Rubeo - AIDAP Roma Il 19 e 20 Ottobre 2012 si è svolto a Roma il Corso sulla terapia Cognitivo-Comportamentale dell Obesità, dove è stata presentata la nuova teoria e l organizzazione generale della CBT per la perdita e il mantenimento del peso. A partire dalla terapia comportamentale (BT) fino a quella cognitiva, la teoria attuale enfatizza un modello in cui la modificazione dello stile di vita risulta essere l obiettivo principale del trattamento e la strategia più salutare per gestire l eccesso di peso e le sue complicanze. L intervento presentato dal Dott. Dalle Grave non è prescrittivo ma si propone di aumentare l attività fisica e modificare l introito calorico utilizzando la terapia cognitivo-comportamentale per far acquisire le conoscenze e le abilità necessarie per effettuare e mantenere il cambiamento. La struttura del trattamento è di 20 sedute in 40 settimane (9 mesi) ed ha due fasi: la fase 1 ha durata di 24 settimane ed ha lo scopo di raggiungere una salutare perdita di peso ed affrontare gli ostacoli al mantenimento del peso e la fase 2 che va dalla settimana 24 alla 40 ed ha lo scopo di raggiungere un atteggiamento mentale e i comportamenti necessari al mantenimento del peso. Tra i processi cognitivi sottolineati dalla ricerca, importanti per il mantenimento del peso, ricordiamo le aspettative di perdita di peso, la soddisfazione per la perdita di peso, la restrizione dietetica cognitiva e l autoefficacia, cioè la capacità da parte dei pazienti di riuscire a gestire il loro peso senza un aiuto professionale a lungo termine. Ciò evidenzia come sia necessario implementare sempre di più nuove strategie cognitivo-comportamentali per sviluppare nel paziente il mindset del controllo del peso a lungo termine. Nel corso sono stati anche discussi i punti di forza e i limiti della terapia chirurgica e farmacologica dell obesità. Per quanto riguarda la terapia chirurgica questa è raccomandata solamente per persone con obesità di grado elevato e patologie concomitanti, mentre per la terapia farmacologica attualmente in Italia è in commercio un unico farmaco: l Orlistat. Altre due molecole sono state approvate dalla Food and Drug Administration e sono la Lorcaserina che agisce sul sistema serotoninergico e un farmaco a base di Fentermina-Topiramato: quest ultima molecola però non è stato approvata dalla European Medicines Agency (EMA) e non potrà essere prescritta al momento in Europa. La terapia farmacologica potrebbe essere un tassello importante nella terapia dell obesità, perché agisce su quei meccanismi biologici interni che regolano l assunzione di cibo e il dispendio energetico, ma purtroppo al momento presenta numerosi problemi ancora non risolti. [ 5 ]

6 2012 EMOZIONI E CIBO N. 36 VITA DELLA SOCIETÀ AIDAP informa disturbi dell alimentazione Conferenza nazionale di consenso sui disturbi del comportamento alimentare Roma, ottobre 2012 A cura di: Maria Grazia Rubeo - AIDAP Roma Il 24 e 25 Ottobre a Roma, con il patrocinio del Ministero della Salute e in collaborazione con l Aziende Sanitaria Locale N2 dell Umbria, si è svolta presso l Istituto Superiore di Sanità la Conferenza Nazionale di Consenso sui Disturbi del Comportamento Alimentare, organizzata per avere dati epidemiologici e raccomandazioni basate su evidenze scientifiche per gli specialisti del settore, da condividere ed utilizzare a livello Nazionale. Nel corso della Conferenza è stata fatta una discussione pubblica con il coinvolgimento di esperti del settore e rappresentanti delle associazioni pazienti/familiari, per poter stendere un documento conclusivo che tenesse conto degli interventi e degli elementi raccolti dal dibattito. La prima area affrontata è stata quella della dimensione Epidemiologica dei disturbi dell alimentazione con una relazione presentata dal Dott. Leonardo Mendolicchio dell Istituto Mario Negri Sud della Puglia. I quesiti di quest area tematica sono stati la rilevazione dei dati di Incidenza, Prevalenza e Mortalità per Anoressia Nervosa (AN) Bulimia Nervosa (BN) e Disturbo dell Alimentazione non Altrimenti Specificato (DANAS) in ambito nazionale e internazionale, stratificati per caratteristiche socio-demografiche, comorbidità medica e psichiatrica, numero e livelli di trattamento effettuati. Da questi dati è emerso come ci sia stato negli anni una riduzione dell ospedalizzazione per AN per il miglioramento della terapia extraospedaliera, ma gli studi di mortalità in Italia sono carenti e quelli di incidenza e prevalenza scarsi. È quindi fondamentale istituire un registro italiano per avere dati certi senza poter al momento parlare di variazioni di incidenza e prevalenza di AN, BN e DANAS in Italia. La seconda area tematica è stata quella della prevenzione con relazione presentata dalla dott. ssa Marinella Di Stani del DSM di Ravenna, ambulatorio DCA. I quesiti di quest area tematica sono stati la valutazione dei fattori di rischio e protettivi dei DA e se esistono evidenze di efficacia per la prevenzione universale e selettiva. Per quanto riguarda il primo quesito, gli studi hanno evidenziato il ruolo dell interiorizzazione dell ideale di magrezza e dell insoddisfazione corporea nello sviluppo dei disturbi dell alimentazione. Gli interventi di prevenzione universale non sono risultati efficaci nel determinare una reale riduzione dell incidenza dei disturbi dell alimentazione mentre la prevenzione selettiva di Stice, basata sulla dissonanza cognitiva, sembra avere un effetto sia sullo sviluppo dei sintomi del disturbo dell alimentazione sia sui problemi di peso, tracciando così una linea di convergenza tra gli interventi di prevenzione dei disturbi dell alimentazione e dell obesità. Durante il dibattito è stato sottolineato come l intervento di Stice sia già stato utilizzato in Italia ed è attualmente in corso di studio. AREE TEMATICHE AFFRONTATE 1 Dimensione Epidemiologica 2 3 Prevenzione Modelli organizzativi [ 6 ]

7 VITA DELLA SOCIETÀ EMOZIONI E CIBO N La terza area tematica è stata quella dei modelli organizzativi ed il relatore il dott. Pierandrea Salvo del Centro per la cura e la riabilitazione dei DCA di Portogruaro (VE) ha analizzato quale sia il percorso diagnostico-terapeutico-riabilitativo ottimale e quale quello organizzativo per le persone affette da DA. Sia L AN sia la BN comportano notevoli rischi a livello fisico e quindi la decisione di interventi psicologici dovrebbe essere accompagnata sempre da un monitoraggio dello stato fisico. È stata enfatizzata la presenza di una equipe multidisciplinare anche se non è possibile fornire conclusioni definitive rispetto al modello organizzativo più adeguato per la gestione dei disturbi dell alimentazione. La terapia Cognitivo Comportamentale (CBT-BN) dovrebbe essere consigliata a pazienti adulti con BN e a quelli con Binge Eating Disorder, mentre minori certezze, almeno negli studi esaminati in questa conferenza, sono stati forniti per la terapia dell AN. Per quanto riguarda il trattamento farmacologico vi è un evidenza molto limitata per l utilizzo di farmaci nell AN, mentre le ricerche più robuste riguardano l uso di antidepressivi nella BN con evidenza di grado B (NICE 2004). Nella seconda giornata, dopo una sessione pomeridiana riservata al Panel dei Giurati, sono state presentate le conclusioni della giuria della Conferenza sui DCA. AIDAP Brescia progetto educativo La crociera salutare A cura di: Andrea Benedetto - AIDAP Brescia Una settimana di addestramento intensivo sullo stile di vita salutare per imparare a gestire in modo duraturo il proprio peso immersi nel divertimento e rilassamento di una splendida vacanza. È giunto felicemente in porto il Progetto Educativo Crociera Salutare promosso e realizzato dalle due associazioni bresciane, AIDAP (Associazione Italiana Disturbi dell Alimentazione e del Peso) e ADPB (Associazione Diabetici della Provincia di Brescia). Una esperienza innovativa, entusiasmante e ricca di contenuti umani e salutistici, che ha portato a bordo della MSC crociere DIVINA più di 100 persone con problemi di peso, diabetici, ma anche gente comune rispettosa della propria salute. L obiettivo, perfettamente centrato, era quello di favorire l apprendimento di strategie dietetico-comportamentali indispensabili per la gestione del peso e del controllo glicemico nel ritorno a casa. Il tutto realizzato in un ambiente di massima competenza specialistica e in un contesto di forte aggregazione e pieno relax che solitamente una vacanza offre. L organizzazione tecnica è stata affidata alla Ocean Viaggi che in collaborazione con la MSC crociere ha permesso la realizzazione dell iniziativa. L itinerario mozzafiato dal punto di vista culturale ha sicuramente dato un forte sostegno al progetto. Bari, splendido capoluogo pugliese, è stata non solo la prima tappa, dopo la partenza da Venezia, ma anche un primo banco di prova per verificare il grado di aggregazione e socializzazione del gruppo attraverso l escursione in città; il risultato è stato più che incoraggiante, condito anche dal successo straordinario del pedometro, strumento terapeutico suggerito dal programma e accettato con entusiasmo dai partecipanti, ripetuto in tutte le escursioni successive e con un ritorno sul monitoraggio dei passi durante le conferenze giornaliere. [ 7 ]

8 2012 EMOZIONI E CIBO N. 36 VITA DELLA SOCIETÀ Dopo Bari la navigazione ha puntato su Katakolon, in Grecia, dove sono stati visitati i resti archeologici di Olimpia, madrina dei primi giochi olimpici. Lasciate le bellezze della antica Grecia, si è intrapresa la rotta verso la Turchia con visita prima ad Izmir, città moderna con caratteristiche più vicine al mondo occidentale, per poi immergersi nel fascino del mondo orientale, attraversando i Dardanelli. È qui che abbiamo scoperto la magica Istanbul, l antica Bisanzio, con il fascino della monumentale Moschea Blu, Santa Sofia e il Palazzo Reale e lo spettacolo di luci, colori e profumi del Gran Bazar e del Mercato delle spezie. È iniziato a malincuore il viaggio di ritorno che, costeggiando la Grecia e il Peloponneso, ci ha portati dopo un giorno di navigazione, in adriatico a Dubrovnik, splendita città croata (antica Ragusa) con il suo rinascimentale centro storico. Le escursioni a piedi in questi posti favolosi ci hanno permesso di fare il pieno di cultura, di ottenere una aggregazione fantastica di un gruppo eterogeneo partito una settimana prima da Venezia. Ecco, in un contesto così piacevole siamo anche riusciti a far tenere al nostro gruppo un stile di vita attivo, monitorato con il contapassi. Se l esperienza fuori dalla nave è stata straordinaria, la vita a bordo non è stata da meno. I momenti dedicati all aggiornamento scientifico circa gli stili di vita salutari, sono stati curati dal Dr. Andrea Benedetto e dal Dr. Felice Mangeri con conferenze su una sana alimentazione, uno stile di vita attivo, gestione a lungo termine del peso corporeo, autogestione della malattia diabetica ecc. Il coinvolgimento dei partecipanti si è espresso non solo in termini di presenza e costanza agli incontri, ma anche e soprattutto attraverso una partecipazione attiva, critica e costruttiva. Il conteggio calorico a bordo, da noi previsto come strumento di terapia, almeno nei pasti principali, avrebbe stimolato la curiosità dei partecipanti e avrebbe fornito una maggiore consapevolezza sul contenuto calorico dei pasti e una più salutare scelta alimentare. Purtroppo, per problemi tecnici, non è stato possibile realizzarlo, ma diventerà certamente una delle nostre priorità per la prossima edizione. Dopo la conferenza il teatro con i meravigliosi spettacoli della compagnia MSC, e ancora, l attività di ballo di gruppo per incoraggiare la socializzazione, il divertimento ed anche l attività fisica. La cena, e poi ancora, il ritrovarsi per due chiacchiere in uno dei tanti bar ai vari ponti della nave, o ancora in discoteca!! Una buona tisana calda per concludere la giornata e poi a letto pronti a ripartire il giorno dopo. La chiusura di questa insolita e fruttuosa esperienza umana e professionale va dedicata senza dubbio a tutti i partecipanti che hanno creduto fortemente nel progetto. Sono proprio loro che hanno manifestato il desiderio di ripetere al più presto un percorso educativo cosi ricco di contenuti scientifici, culturali e sociali. Non a caso il gruppo, come avviene dopo una vacanza piacevole, si ritroverà presto in una cena sociale per rivivere attraverso, foto e video i momenti magici della Crociera Salutare in attesa del prossimo viaggio. NUOVA TESSERA PPClub Fantastiche promozioni sui libri e sul software Il Contacalorie AIDAP Con la tessera PPClub, al costo di 105 Euro, avrai 10 dei nostri titoli a tua scelta! Da oggi puoi includere nella tua scelta il nuovissimo software Il Contacalorie AIDAP. E inoltre tantissimi altri vantaggi: Sconto del 30 % Sugli ordini successivi per tutto l anno in corso Sconto del 50 % Sull acquisto di 10 copie dello stesso titolo Sconto del 20 % Sui corsi organizzati da Positive Press non cumulabile con altre promozioni * Nel conteggio dei dieci libri vengono contati doppi: il software Il Contacalorie AIDAP, Terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell alimentazione di D. Garner e R. Dalle Grave, Il trattamento dei disturbi dell alimentazione a Villa Garda di R. Dalle Grave, Terapia cognitivo comportamentale dell obesità di R. Dalle Grave. La tessera ha la durata di un ANNO SOLARE: da gennaio a dicembre dell anno in corso. Tel Fax positivepress@tin.it PPPOSITIVE Siti web: PRESS Seguici su:

9 VITA DELLA SOCIETÀ EMOZIONI E CIBO N AIDAP Oliveri psicologia e marketing Esperti di psicologia della vendita decidono la disposizione dei prodotti A cura di: Francesco Iarrera - AIDAP Oliveri Il supermercato è una festa di colori e di prodotti! Ci sono yogurt, merende, tipi di pasta e tanti surgelati che se li metti insieme viene fuori un iceberg più grosso di quello che ha stroncato il Titanic! Abbiamo a disposizione tutto ciò che cerchiamo, sembra il paese dei balocchi! Ma c è un piccolo effetto collaterale: tutta questa merce deve essere venduta, e c è chi studia tutti i trucchi per farcela comprare. Ma facciamo un giro dai, entriamo! Ci avete fatto caso? Spesso, i primi alimenti che incontriamo sono frutta e verdura. Perchè? Alcuni studi hanno dimostrato che i banchi dell ortofrutta rassicurano i clienti, gli ricordano i mercati di una volta. Insomma ci fa sentire quasi a casa. Proseguiamo, Ma dove sono le uova? Ieri erano qui! Sono scappate via?. La verità è che alcuni alimenti base, come zucchero, sale, uova, sono sistemati in posti poco visibili o vengono spostati di continuo. Non è un caso. Gli esperti di psicologia della vendita sanno che più tempo passi in un supermercato più cose compri, così cercano di farci girare tra gli scaffali il più a lungo possibile. Il latte e il pane, due generi di prima necessità fra i più comprati sono distanti l uno dall altro, in modo da indurci a girare per tutto il locale, così da avere più possibilità di acquisto. Però, non è male stare qui... il tempo passa e non te ne accorgi, e come potremmo visto che non ci sono orologi? In più l illuminazione, i colori e la musica di sottofondo così quieta e rilassante. Tutto studiato per farti sentire tranquillo, come in un acquario, lontano dai rumori e dallo stress. Così non ti viene fretta di andartene, e se ci stai più tempo, compri di più. Oh, ecco gli spaghetti!. È la marca che cercavi o è la marca che stanno cercando di vendere di più? Vi chiedete come facciamo a capirlo? Facile, il segreto è nell altezza! Vuoi vendere un prodotto, piazzalo ad altezza occhi: circa 160 cm. Così, messo davanti al naso non possiamo non vederlo. Insomma, te li piazzano davanti al naso. Per lo stesso motivo, i prodotti meno convenienti per chi vende sono molto in basso o molto in alto, dove è più difficile raggiungerli. Ora è veramente tardi, andiamo a casa, mica è cosi semplice, c è la fila! Toh, guarda. Vicino alla cassa ci sono cioccolatini, ovetti, gomme che sbiancano i denti, pile, lamette, dolcetti... Sai perchè sono lì? La prossima volta che vai al supermercato facci caso, guarda le mamme con i bambini piccoli. Vedrai che battaglie! Mamma, mamma lo vogliooo!! E giù lacrime e strilli assortiti! La mamma, lì in fila, in mezzo alla gente, si vergogna dei capricci dei pupi e il più delle volte cede. Eccoti accontentato, purché la finisca. E sono tutti felici: la mamma che ha zittito il figlio, il figlio che l ha spuntata sulla mamma e gli esperti di marketing che hanno visto cadere un pesce nelle loro reti! E sai qual è il peggio? Questi stessi prodotti negli scaffali erano venduti in offerta convenienza a un prezzo più basso!. A proposito di fila... Avete notato che se ne fa sempre almeno qualche minuto? Tranquilli, è fatto apposta. Levano e mettono le bellissime cassiere dalla loro postazione in base al numero dei clienti. Inutile dirvi perché. Ok, non fasciamoci la testa però. Loro sono furbi, ma noi lo siamo altrettanto e possiamo trovare le giuste contromisure. Qualche suggerimento non guasterà Andate al supermercato a stomaco pieno. Quando abbiamo fame tendiamo a comprare più di ciò che ci serve. Andate al supermercato con una lista di ciò che veramente vi serve e fate la spesa in base a ciò che avete segnato. Buona spesa! [ 9 ]

10 Convegno Nazionale AIDAP 2013 CBT-E dei disturbi dell alimentazione: progressi e sfide future Milano, maggio 2013 VENERDÌ 17 MAGGIO 2013 WORKSHOP TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE DEI DISTURBI DELL ALIMENTAZIONE: TEORIA E PRATICA Christopher G. Faiburn, Università di Oxford, UK Christopher G. Faiburn è la massima autorità mondiale nel campo dell evidenza dei disturbi dell alimentazione. La relazione dell intera giornata sarà tradotta in contemporanea in lingua italiana. SABATO 18 MAGGIO 2013 Focus della giornata saranno i progressi e le sfide future della CBT-E dei disturbi dell alimentazione. CBT-E APPLICATA A DIVERSI LIVELLI DI CURA - CBT-E ambulatoriale per i pazienti non sottopeso (Elisa Chignola) - CBT-E ambulatoriale per i pazienti sottopeso (Massimiliano Sartirana) - CBT-E ambulatoriale intensiva (Marianna Pisano) - CBT-E ospedaliera (Arianna Banderali) - CBT-E per gli adolescenti (Igino Marchi) - CBT-E progressi e sfide future (Christopher Fairburn) CBT-E APPLICATA NEL MONDO REALE Tavola rotonda (Mauro Cappelletti, Antonino Faillaci, Lucia Camporese) CBT-E APPLICATA AL PAZIENTE GRAVE - Ingaggiare il paziente ambivalente (Maddalena Conti) - Affrontare la mancanza di progressi (Cristina Scutari) - Trattare le complicanze mediche (Marwan El Ghoch) - Affrontare i problemi psicologici coesistenti (Simona Calugi) - Affrontare i problemi psichiatrici coesistenti (Riccardo Dalle Grave) - Prevenire la ricaduta (Antonella Ruocco) QUOTE D ISCRIZIONE entro il dopo il RELATORI CON CREDITI ECM (previsti 14 crediti) Socio operativo AIDAP* e 170,00 e 210,00 Socio ordinario AIDAP* e 250,00 e 300,00 Sostenitore Professionista AIDAP* e 300,00 e 350,00 SENZA CREDITI ECM Tutte le categorie di socio* e 170,00 e 210,00 Figure NON professionali SENZA CREDITI ECM Ingresso 2 giornate e 170,00 e 210,00 Ingresso 1 giornata e 100,00 e 150,00 * Soci in regola con la quota associativa AIDAP 2013 Le quote indicate sono già comprensive di IVA e comprendono tutto il materiale didattico che potrà essere scaricato dal sito Ricordiamo che i corsi non abilitano all elaborazione di diete o piani alimentari o alla cura e al trattamento di patologie in campo nutrizionale, in assenza di precedenti ed adeguati titoli abilitanti secondo quanto disposto dalle leggi vigenti. Banderali Arianna, medico AIDAP Milano Calugi Simona, psicologo AIDAP Empoli e AIDAP Firenze Camporese Lucia, psicologo AIDAP Padova Cappelletti Mauro, medico Presidente AIDAP Chignola Elisa, psicologo Casa di Cura Villa Garda Conti Maddalena, psicologo Casa di Cura Villa Garda Dalle Grave Riccardo, medico Segretario scientifico AIDAP El Ghoch Marwan, medico Casa di Cura Villa Garda Faillaci Antonino, medico AIDAP Trapani Fairburn Christopher Università di Oxford, UK Marchi Igino, psicologo Casa di Cura Villa Garda Pisano Marianna, psicologo AIDAP Verona Ruocco Antonella, psicologo Casa di Cura Villa Garda Sartirana Massimiliano, psicologo AIDAP Verona Scutari Cristina, psicologo Casa di Cura Villa Garda ACCREDITAMENTO ECM Corso accreditato ECM per medici, psicologi, dietisti, biologi nutrizionisti SEDE DEL CONVEGNO Hotel Hermitage - Via Messina, MILANO PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI POSITIVE PRESS - Gloria Carli - Tel positivepress@tin.it Sito web:

11 EMOZIONI E CIBO N articolo scientifico prevenzione Determinanti comportamentali dell obesità: risultati della ricerca e implicazioni politiche A cura di: Adolfo Fossataro, Stefania Rosi - AIDAP La Spezia Fonte: Affenito SG, Franko DL, Striegel-Moore RH, Thompson D. Behavioral determinants of obesity: Research findings and policy implications. J Obes. 2012;2012: Epub 2012 Aug 16. L obesità rappresenta in tutto il mondo un problema di salute pubblica e costituisce la causa di molte patologie ad essa correlate. Nel periodo tra il 1980 e il 2008 la prevalenza di obesità nel mondo è raddoppiata. Infatti, considerando come misura di classificazione l Indice di Massa Corporea (IMC) > 30 kg/m², nel 1980 il 5% degli uomini e l 8% delle donne era obeso, mentre quasi 30 anni dopo la percentuale di obesità era del 10% per gli uomini e del 14% per le donne. I dati attuali riferiscono che oltre mezzo miliardo di adulti nel mondo sono obesi (si stimano 297 milioni di donne e 205 milioni di uomini). L obesità infantile presenta lo stesso ritmo di crescita: nel 1990 il 4,2% dei bambini era sovrappeso od obeso e nel 2010 questa percentuale era arrivata al 6,7%. Il dato preoccupante riguarda la previsione dei bambini obesi nel 2020: si stima saranno il 9,1%, ossia 60 milioni in tutto il mondo. Inoltre, dal momento che, con molta probabilità, un bambino obeso è un potenziale adulto obeso con tutte le complicanze mediche e psicologiche che questa condizione comporta, la prevenzione diventa una necessità fondamentale. Individuare i determinanti dell obesità è un passo decisivo per promuovere programmi di prevenzione efficaci basati sui complessi aspetti multifattoriali che sono all origine dell obesità stessa. Inoltre, le interazioni tra i diversi fattori che influiscono sul suo sviluppo sono ancora poco conosciute. Pertanto, è indispensabile affrontare il problema per cercare di rallentare, e possibilmente invertire, il progredire di questo fenomeno definito come pandemia globale di obesità. Gli studi effettuati per affrontare questo problema hanno preso in considerazione sia i fattori comportamentali sia quelli ambientali allo scopo di contrastare il fenomeno attraverso strategie di salute pubblica finalizzate alla promozione di un alimentazione sana e all aumento dei livelli di attività fisica. A tale scopo si è rivelato molto utile l approccio ecologico. È stato descritto come un approccio multilivello (regioni, nazioni, stati, città e quartieri) che prende in con- siderazione i componenti multistrutturali (ambiente, stato socio-economico e relazioni sociali) e i comportamenti legati allo stile di vita (dieta, attività fisica e stress) a diversi livelli istituzionali (scuola, famiglia, governo locale ed enti locali), con l obiettivo di spiegare le interazioni multiple e complesse legate all obesità. Tra i fattori che favoriscono un IMC > 30 kg/m² ci sono l eccessivo introito calorico, la scarsa attività fisica e le influenze ambientali. È stato, inoltre, evidenziato che determinati comportamenti alimentari sono associati all obesità; tra questi il consumo di pasti veloci e fuori casa, l aumento delle porzioni di cibo, il consumo frequente di bevande zuccherate e l abitudine da parte di molti a non fare la prima colazione. Oltre a queste abitudini non salutari, sono state individuate alcune variabili multistrutturali, come l ambien- Oltre mezzo miliardo di adulti nel mondo sono obesi Donne 297 milioni Uomini 205 milioni [ 11 ]

12 2012 EMOZIONI E CIBO N. 36 Alcuni fattori che favoriscono un IMC > 30 kg/m 2 opportunità di stabilire contatti con i vicini di casa vicinanza a supermercati e fast-food qualità degli istituti scolastici possibilità di accedere a strutture sportive OBESITÀ eccessivo introito calorico aumento delle porzioni pasti veloci e fuori casa abitudine a non fare colazione influenze ambientali consumo di bevande zuccherine te e lo status socio-economico, ritenute responsabili di condizionare l assunzione di cibo e il dispendio energetico. Le influenze ambientali riguardano la vicinanza ai supermercati e ai fast-food, la qualità degli istituti scolastici, l opportunità di stabilire relazioni sociali con i vicini di casa e la possibilità di accedere a strutture sportive. Queste condizioni, infatti, influiscono molto sul peso degli adolescenti, specialmente quelli appartenenti alle fasce più svantaggiate della popolazione. Nei Paesi industrializzati lo status socio-economico, il reddito e il livello d istruzione sono inversamente correlati all obesità, mentre nei paesi in via di sviluppo la prevalenza di obesità è maggiore tra le persone che hanno uno status socio-economico più elevato e che vivono in aree urbane. Esaminando la potenziale associazione tra lo stato socioeconomico, l ambiente, la presenza di fast-food ed il sovrappeso, uno studio ha osservato che le caratteristiche del luogo di residenza, come la concentrazione di locali dove si servono cibi veloci, la bassa disponibilità finanziaria e le diversità nello stato sociale, rappresentano fattori determinanti sulla distribuzione territoriale del sovrappeso. L esposizione ai fast-food è stata anche esaminata tra i giovani in uno studio longitudinale. I risultati hanno evidenziato come le aree con reddito medio familiare più elevato e locali dove consumare cibi veloci sono meno numerosi e più cari siano associate a un ridotto consumo di questi cibi tra gli adolescenti. Questi due studi mostrano l importanza del ruolo dell ambiente e dello status socio-economico sulla scelta del cibo. È evidente che sono necessari interventi sociali per poter offrire a tutti la possibilità di reperire cibi sani e di praticare attività fisica. I cambiamenti ambientali e sociali, comprese le abitudini alimentari, lo stile di vita più moderno, l urbanizzazione e la globalizzazione della catena alimentare hanno influenzato l aumento della prevalenza di obesità sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. Usando i dati trasversali di uno studio nazionale è stato osservato che poco più del 60% di Palestinesi tra 18 e 64 anni era sovrappeso (38%) od obeso (24,4%) e l obesità era prevalente nelle aree urbane. Mentre lo studio non ha permesso ai ricercatori di esaminare i potenziali fattori che contribuiscono alla prevalenza di obesità, i risultati hanno, invece, chiarito come i cambiamenti nel consumo di cibo e nella pratica sportiva siano la conseguenza dell urbanizzazione. Le variabili demografiche come l età, il livello d istruzione, il sesso e lo stato civile sono anch esse associate all IMC. Rispetto agli uomini, più alti livelli di obesità e ridotta attività fisica sono stati riscontrati tra le donne Palestinesi meno istruite. È interessante notare che questo studio ha riscontrato che l associazione fattori socio-economici/obesità cambia in relazione al sesso e al grado d istruzione (un alto livello d istruzione è associato ad un maggior rapporto vita/altezza negli uomini, mentre nelle donne avviene il contrario). Gli stessi autori ipotizzano la mancanza di impianti sportivi come un potenziale fattore che contribuisce all obesità tra le giovani donne in Palestina. È da chiarire se le donne palestinesi con più alto livello d istruzione possano avere più facilmente accesso, rispetto alle altre donne, a strutture sportive. La mancanza di esercizio fisico potrebbe essere un possibile meccanismo che lega un basso stato socio-economico con alti livelli di obesità. Quando si interpretano questi risultati bisogna, però, tenere in considerazione l aspetto culturale e l atteggiamento di queste [ 12 ]

13 EMOZIONI E CIBO N L obesità deve essere studiata nel contesto sociale in cui i comportamenti individuali legati al cibo e all attività fisica vengono messi in atto ragazze circa lo sport e l attività fisica all aperto. Inoltre, nei Paesi in via di sviluppo, le ragazze sono più occupate nelle faccende domestiche e meno in attività ludiche rispetto alle coetanee dei paesi industrializzati. La letteratura scientifica suggerisce, ancora, che le persone con uno status socioeconomico più elevato, oltre ad aver più facilmente accesso a strutture sportive, hanno la possibilità di acquistare cibi più salutari e consumano meno frequentemente cibi veloci. Il costo elevato del cibo è un ostacolo ad un alimentazione sana, pertanto, le persone con più disponibilità economiche hanno maggiori risorse per proteggersi da un ambiente obesogenico. Le influenze sociali, quindi, favoriscono lo sviluppo dell obesità attraverso numerosi meccanismi: la modificazione delle abitudini alimentari e dello stile di vita, la maggiore disponibilità di cibo, la globalizzazione dei mercati e l urbanizzazione. Ulteriori indagini sono comunque necessarie per chiarire i meccanismi che legano lo status socio-economico all obesità. Questo aspetto ha implicazioni politiche profonde, specialmente se sono necessarie risorse pubbliche per superare le barriere economiche al fine di combattere l obesità. La tecnologia ha supportato alcuni ricercatori canadesi nell ottenere i dati relativi a 59 scuole pubbliche e private di Alberta (Canada) per osservare, attraverso il web, i fattori comportamentali che influiscono sul peso e sull attività fisica tra gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori. Uno studio recente ha riscontrato che gli studenti normopeso consumavano la prima colazione e spuntini più equilibrati, ossia più ricchi di carboidrati e fibre, assumevano meno grassi e svolgevano maggior attività fisica rispetto agli adolescenti obesi. Una migliore comprensione circa l associazione tra comportamenti alimentari e peso corporeo deve tenere in considerazione anche la potenziale influenza di altri fattori che riguardano il cibo, come la praticità nella preparazione, la palatabilità e il basso costo che possono influenzare la scelta finale dei consumatori. Oltre ai fattori culturali, è importante considerare anche i fattori individuali e sociali che influiscono sul consumo dei pasti e che possono spiegare le differenze della prevalenza di obesità tra i sessi. Infatti, uno studio ha riscontrato che per le donne il periodo che intercorre tra l adolescenza e l età adulta è critico per l aumento di peso. Oltre ai cambiamenti fisiologici che avvengono nel corso della maturazione, in questo periodo i giovani acquisiscono più autonomia nella pianificazione dei pasti, nell acquisto di cibo e nella sua preparazione. I comportamenti alimentari dei giovani sono influenzati anche dai cibi che trovano a scuola, dove trascorrono buona parte della giornata, e non solo a casa. Si evidenzia, quindi, l importanza dell ambiente scolastico, sia in termini di disponibilità di pasti e di spuntini sani che nei programmi che promuovono un alimentazione corretta e attività fisica costante. Inoltre, è necessario che anche l ambiente domestico aiuti i ragazzi a sviluppare abitudini alimentari che permettano il controllo del peso corporeo. Uno studio ha evidenziato che la disponibilità a casa di frutta e verdura e gli eventi stressanti influiscono sulla riduzione del consumo di questi alimenti tra le donne americane di origine africana e ispanica, un segmento di popolazione a rischio di sviluppare obesità (diminuzione dei livelli di stress sono associati all aumento del consumo di frutta e verdura). Poiché le diete ipocaloriche finalizzate alla perdita e al mantenimento del peso corporeo sono ricche in frutta e verdura, i risultati di questo studio sono importanti e possono fornire informazioni per i programmi di educazione alimentare mirati a questo target di popolazione. Dai dati ottenuti dalle diverse ricerche, risulta pertanto evidente che l obesità deve essere studiata nel contesto sociale in cui i comportamenti individuali legati al cibo e all attività fisica vengono messi in atto. L individuazione dei molteplici stili di vita può essere un mezzo efficace per contrastare l obesità, piuttosto che l analisi di singoli specifici aspetti che favoriscono l aumento di peso. Quanto sopra esposto si aggiunge all evidenza sempre maggiore secondo cui un corretto stile di vita può essere messo in pratica solo se sostenuto dall ambiente circostante e dai fattori culturali. Abitudini alimentari scorrette e bassi livelli di attività fisica sembrano molto diffuse, nell immediato favoriscono l aumento di obesità e nel lungo termine predispongono all insorgenza di malattie croniche: per questo motivo, è necessario avviare iniziative di salute pubblica a vari livelli che tengano in considerazione le variabili che influenzano le abitudini alimentari e la pratica sportiva. [ 13 ]

14 2012 EMOZIONI E CIBO N. 36 articolo scientifico prevenzione Valutazione dell efficacia di un programma di prevenzione selettiva per i sintomi dei disturbi dell alimentazione e per l aumento di peso non salutare rivolto a studentesse di istituti di formazione superiore A cura di: Antonella Ruocco e Elisa Chignola - Casa di Cura Villa Garda Fonte: Stice E., Rohde P., Shaw H., Nathan Marti C. (2011). Efficacy trial of selective prevention program targeting both eating disorder symptoms and unhealthy weight gain among female college students. J Consult Clin Psychol, vol. 80, n I disturbi dell alimentazione e l obesità costituiscono fenomeni in costante aumento e comportano una notevole compromissione della qualità della vita, nonché un aumentato rischio di patologie associate e di mortalità. Pertanto i clinici si confrontano con l esigenza di identificare programmi di prevenzione efficaci non solo per i sintomi dei disturbi dell alimentazione, ma anche per l aumento di peso non salutare. Gli studi indicano che quattro programmi di prevenzione hanno ridotto sia i sintomi dei disturbi dell alimentazione sia l aumento di peso non salutare. Per esempio, un programma di prevenzione universale della durata di 26 ore, che promuoveva una limitata esposizione ai media, una dieta salutare, un attività fisica regolare, ha ridotto i comportamenti di controllo del peso non salutari (per esempio il vomito, l uso di pillole per dimagrire) e l indice di massa corporea (IMC) tra le femmine preadolescenti, ma non tra i maschi. Tuttavia, solo il programma di prevenzione selettiva della durata di tre ore, Peso Salutare, di Stice e collaboratori, ha prodotto una riduzione a lungo termine dei sintomi dei disturbi dell alimentazione, dell IMC e dell insorgenza di futuri disturbi dell alimentazione e dell obesità. Il programma promuove piccoli cambiamenti salutari, che possano essere mantenuti nel tempo, sia nell alimentazione (introito calorico) sia nei livelli di attività fisica in giovani donne con preoccupazioni per l immagine corporea. Questo intervento ha ridotto i sintomi dei disturbi dell alimentazione e l IMC rispetto al gruppo controllo e a interventi alternativi a tre anni di follow-up. Ha inoltre ridotto l insorgenza dei disturbi dell alimentazione, rispetto al gruppo controllo, a tre anni di follow-up e dell obesità, rispetto al gruppo controllo o a interventi alternativi, a un anno di follow-up e, rispetto al gruppo controllo, a tre anni di follow-up. Poiché gli effetti di Peso Salutare erano di moderata entità, i ricercatori hanno cercato di potenziare il programma nella versione Peso Salutare 2. Quest ultima versione prevede l aggiunta di principi di nutrizione, con l intento di facilitare cambiamenti salutari nell alimentazione (per esempio la sostituzione di cibi ad alto contenuto calorico con cibi a basso contenuto calorico, la riduzione delle dimensioni delle porzioni, ecc.), e di attività fisica (es: programmazione settimanale di esercizi, rendere più attiva la routine quotidiana, ecc.). Inoltre, per consolidare i cambiamenti salutari acquisiti, è stata aumentata la durata dell intervento da tre a quattro sedute di un ora. Stice e collaboratori, con uno studio controllato e randomizzato pubblicato su Journal of Consulting and Clinical Psychology, si sono posti l obiettivo primario di verificare se i partecipanti al programma di Peso Salutare 2 mostravano una maggiore riduzione dei sintomi dei disturbi dell alimenta- [ 14 ]

15 EMOZIONI E CIBO N zione e dell IMC a fine intervento e a sei mesi di follow-up, rispetto a un gruppo controllo. Hanno verificato inoltre gli effetti di questo intervento sull introito calorico, sulla restrizione dietetica, sui livelli di attività fisica, sul livello di soddisfazione corporea e sul tono emotivo dei partecipanti. Nello studio sono state coinvolte 398 giovani donne (età media 18 anni; IMC medio 23,7; etnicità bianca 83%, latina 8%, asiatica, 7%, nera 2%) che frequentavano istituti di formazione superiore. Le studentesse, con preoccupazioni per l immagine corporea, sono state reclutate per partecipare a uno studio sull accettazione corporea attraverso l utilizzo di mail, volantini e opuscoli. I ricercatori si sono focalizzati su questa popolazione poiché maggiormente a rischio di aumentare di peso e di sviluppare disturbi dell alimentazione. I soli criteri di esclusione sono stati la presenza di una diagnosi per anoressia nervosa, bulimia nervosa o disturbo da alimentazione incontrollata. Le partecipanti sono state randomizzate casualmente all intervento Peso Salutare 2 o a una condizione di controllo. L intervento Peso Salutare 2 consiste in quattro incontri di gruppo (6-10 partecipanti), della durata di un ora, con frequenza settimanale (per quattro settimane consecutive), condotti da clinici laureati (si veda la descrizione del programma in Tabella 1). I conduttori hanno letto il manuale dell intervento e hanno frequentato un seminario di formazione di quattro ore. Per la condizione di controllo, alle partecipanti è stato fornito un opuscolo educativo, Dieci Passi per un Immagine Corporea Positiva, promosso dall Associazione Nazionale Americana dei Disturbi dell Alimentazione. Intervento di prevenzione Peso Salutare 2 su 398 giovani donne in istituti di formazione superiore Età media IMC medio 18 anni 23,7 Aderenza al programma 4 sedute 3 sedute 2 sedute 1 seduta 18 % 5 % 10 % 67 % Tutte le partecipanti sono state valutate prima dell intervento (basale) a fine intervento (post-test) e a sei mesi di follow-up. Sono stati valutati i sintomi del disturbo dell alimentazione attraverso l Eating Disorder Diagnostic Interview, l IMC, il consumo di specifici cibi attraverso il questionario Block Food Frequency Questionnaire, la frequenza dei comportamenti dietetici attraverso la Ducht Restrained Eating Scale, i livelli di attività fisica attraverso il Paffenbarger Activity Questionnaire, l insoddisfazione corporea attraverso la Body Dissatisfaction Scale, i sintomi della depressione maggiore attraverso la Schedule for Affective Disorders and Schizophrenia for School-Age Children, la quantità di pressioni ad essere magre che si percepiscono dalla famiglia, dagli amici, dai partner e dai media attraverso la Perceived Sociocultural Pressure Scale, il dispendio energetico e l introito calorico. I risultati dello studio indicano una buona aderenza al programma; in totale il 67% delle partecipanti ha frequentato tutte e quattro le sedute, il 18% ha frequentato tre sedute, il 5% due sedute e il 10% una seduta. Le partecipanti all intervento Peso Salutare 2 hanno mostrato una maggiore riduzione dei sintomi dei disturbi dell alimentazione a fine intervento, ma non a sei mesi di follow-up. Questo dato è rilevante, in quanto solo pochi programmi di prevenzione hanno ridotto i sintomi dei disturbi dell alimentazione. L intervento Peso Salutare 2 presenta, però, il vantaggio di avere una durata di sole quattro ore rispetto ai programmi di prevenzione universale di ore. I partecipanti all intervento hanno anche mostrato minori incrementi di IMC a sei mesi di follow-up (ma non al post-test); ciò suggerisce che i cambiamenti comportamentali a seguito dell intervento, favorendo il mantenimento di uno stile di vita sano, hanno contribuito a ridurre il rischio di un aumento di peso non salutare. Il fatto che questo programma di prevenzione abbia prodotto effetti significativi sia sui sintomi dei disturbi dell alimentazione sia sull IMC è incoraggiante. Tuttavia, l effetto sui sintomi del disturbo dell alimentazione non è stato significativo a sei mesi di follow-up, e l effetto sull IMC non è stato significativo al post-test, suggerendo che gli effetti del programma hanno persistenza limitata. Può essere stato difficile mostrare un effetto post-test sull IMC in quanto il cambiamento di peso può essere molto lento. Inoltre, il fatto che l originale intervento Peso Salutare di tre ore abbia prodotto effetti più rilevanti e più persistenti sui sintomi dei disturbi dell alimentazione e sull IMC (Stice et al., 2008) rispetto all intervento Peso Salutare 2, implica che l aggiunta di principi per facilitare un alimentazione salutare e per aumentare i livelli di attività fisica non ha potenziato gli effetti dell intervento. Si può ipotizzare, da una parte, che la mancanza di precise linee guida nell intervento iniziale Peso Salutare possa aver fatto sentire ogni partecipante maggiormente responsabile nel processo di cambiamento; dall altra, che gli effetti del programma Peso Salutare 2 siano stati più deboli perché le partecipanti erano a più basso rischio (il punteggio medio dei sintomi dei disturbi dell alimentazione al basale era più basso e le partecipanti avevano un età superiore). [ 15 ]

16 2012 EMOZIONI E CIBO N. 36 Tabella 1. Descrizione dell intervento Peso Salutare 2 SEDUTA 1 SEDUTA 2 SEDUTA 3 Le partecipanti vengono invitate a ridurre i comportamenti non salutari di controllo del peso che aumentano il rischio di insorgenza dell obesità e dei disturbi dell alimentazione. L obiettivo è quello di creare un bilanciamento tra calorie introdotte e consumate attraverso piccoli cambiamenti, ma duraturi, nell alimentazione e nei livelli di attività fisica. Le partecipanti sono invitate ad affermare pubblicamente il loro impegno a intraprendere questi cambiamenti. Alle partecipanti viene spiegato che il loro obiettivo è il perseguimento di un ideale di peso salutare (non di un ideale di magrezza). In questa prima seduta vengono discussi alcuni principi per migliorare l introito calorico (sostituire cibi non salutari con altri salutari; mangiare carboidrati complessi ad alto contenuto di acqua all inizio dei pasti per esempio zuppe, frutta, insalata; ridurre le dimensioni delle porzioni; mangiare ai pasti con meno varietà di cibo e tenere in casa solo cibi salutari). Inoltre vengono discussi i principi per aumentare i livelli di attività fisica (programmare settimanalmente l attività fisica; rendere più attiva la routine quotidiana, per esempio facendo le scale, andando a scuola in bicicletta piuttosto che in macchina, diventando più creativi su come fare a esercitarsi, facendo lavori in giardino). I partecipanti vengono esortati a definire una sfida comportamentale per iniziare ad apportare cambiamenti salutari nell alimentazione e nei livelli di attività fisica. Per la settimana successiva i partecipanti completano un diario alimentare e dell attività fisica, per tre giorni, con l obiettivo di apportare un piccolo cambiamento nella loro dieta e nei livelli di attività fisica. Per motivare le partecipanti al cambiamento vengono coinvolte in una discussione circa i benefici associati al mantenimento di un peso salutare. Successivamente le partecipanti rivedono il diario alimentare e dell attività fisica e i cambiamenti intrapresi durante la settimana precedente. Per implementare la motivazione le partecipanti discutono circa l importanza di sviluppare uno stile di vita attivo ed elencano i benefici associati a una regolare attività fisica. Le partecipanti discutono i modi per includere una regolare attività nella loro quotidianità, riflettendo su come superare gli eventuali ostacoli. Vengono esortate a non utilizzare comportamenti non salutari di controllo del peso (per esempio fumo) e sono incoraggiate a focalizzarsi sulla fitness corporea anziché sul peso. Tra gli esercizi assegnati viene chiesto di fare una lista di 10 ragioni significative per inseguire l ideale del peso salutare. Vengono invitate a continuare la compilazione del diario alimentare e dell attività fisica per impegnarsi in un nuovo cambiamento per la settimana successiva senza dimenticare i cambiamenti già intrapresi. Con un intento motivazionale, le partecipanti condividono l esercizio relativo alla lista delle 10 ragioni per inseguire l ideale di peso salutare (anziché l ideale di magrezza). Successivamente discutono circa i vantaggi e gli ostacoli che hanno incontrato provando a migliorare l introito calorico e vengono esortate a affermare pubblicamente il loro impegno per ulteriori cambiamenti salutari nella loro dieta. Sono incoraggiate a sostituire cibi non salutari con frutta e verdura. Viene discussa l alimentazione emotiva e i metodi alternativi per gestire le emozioni. Condividono poi i cambiamenti nei loro livelli di attività fisica intrapresi nella settimana precedente. Viene enfatizzata l importanza di svolgere esercizi per migliorare la forza, l elasticità e le funzioni cardiovascolari. Gli esercizi per la settimana sono continuare a compilare il diario alimentare e dell attività fisica, mettendo in atto un ulteriore cambiamento nella dieta e nei livelli di attività fisica, e mantenendo i cambiamenti già apportati. SEDUTA 4 Per mantenere la motivazione, le partecipanti condividono i benefici associati al peso salutare e discutono gli effetti positivi dell intervento di gruppo. Discutono i risultati che hanno ottenuto e gli ostacoli incontrati nel tentativo di migliorare l introito calorico e i livelli di attività fisica, e propongono altri cambiamenti salutari che possono intraprendere nei sei mesi successivi. Le partecipanti, anche grazie al supporto dei membri del gruppo, individuano strategie per affrontare gli ostacoli al cambiamento e individuano le future sfide comportamentali. Per ridurre il rischio di ricaduta le partecipanti discutono circa i futuri ostacoli che potrebbero bloccare il loro percorso di modificazione dello stile di vita e imparano a distinguere la scivolata dalla ricaduta. Le partecipanti condividono poi le motivazioni e le aspettative che le hanno spinte a partecipare al gruppo. Viene inoltre chiesto loro di inviare gli esercizi via , per aggiornare i conduttori circa i progressi fatti nella modificazione dello stile di vita. Lo studio presenta delle limitazioni. In primo luogo, è da considerare che per l introito calorico e per i livelli di attività fisica sono state utilizzate misure self-report che mostrano una validità limitata. In secondo luogo, il campione comprendeva studentesse di istituti di formazione superiore di etnia prevalentemente bianca, pertanto sarebbe utile estendere i risultati a popolazioni diverse sia per etnia sia per livello di formazione. In terzo luogo, il campione era composto esclusivamente da giovani donne, il che non implica che i risultati possano essere estesi ai giovani maschi. Dal punto di vista clinico è interessante e innovativo che un programma di prevenzione di breve durata abbia prodotto una riduzione dei sintomi dei disturbi dell alimentazione e dell IMC. Tuttavia, la diffusione in altre popolazioni e la raccolta di ulteriori dati sarà essenziale per migliorare l efficacia di questo intervento. Si ritiene anche che l aggiunta di procedure per indurre dissonanza cognitiva potrebbe potenziare gli effetti del programma. Inoltre può essere vantaggioso progettare futuri interventi che affrontino le emozioni negative, in quanto rappresentano un fattore di rischio sia per l aumento di peso che per i disturbi dell alimentazione. Infine, i risultati di questo intervento sono incoraggianti, tuttavia è necessario un perfezionamento continuo, per riuscire a prevenire con maggior efficacia sia i disturbi dell alimentazione che l obesità. [ 16 ]

17 EMOZIONI E CIBO N articolo scientifico prevenzione Consumo di bevande zuccherate e aumento di peso: l associazione è stata dimostrata! A cura di: Riccardo Dalle Grave (AIDAP Verona) e Antonino Faillaci (AIDAP Trapani) Fonti: - de Ruyter JC, Olthof MR, Seidell JC, Katan MB. A trial of sugar-free or sugar-sweetened beverages and body weight in children. N Engl J Med 2012;367: Ebbeling CB, Feldman HA, Chomitz VR, et al. A randomized trial of sugar-sweetened beverages and adolescent body weight. N Engl J Med 2012;367: Qi Q, Chu AY, Kang JH, et al. Sugar-sweetened beverages and genetic risk of obesity. N Engl J Med 2012;367: Caprio S. Calories from soft drinks--do they matter? N Engl J Med 2012;367: L aumentato consumo di bevande zuccherate nell infanzia e nell età adulta negli Stati Uniti d America e in altri Paesi è considerato un potenziale fattore ambientale che ha contribuito allo sviluppo della pandemia dell obesità. È stato calcolato che l introito di zucchero derivante dalle bevande zuccherate, che sono la più grande singola fonte alimentare di calorie negli Stati Uniti d America, è circa il 15% dell introito calorico giornaliero in numerosi gruppi di popolazione. I ragazzi adolescenti negli Stati Uniti d America, ad esempio, assumono in media 375 kcal al giorno da bevande zuccherate. Queste bevande sono diffusamente pubblicizzate ai bambini e agli adolescenti e un incremento del loro consumo è stato osservato tra i giovani neri e messicani americani che sono a più alto rischio di sviluppare l obesità e il diabete di tipo 2 rispetto ai loro pari di età bianchi. A differenza dei carboidrati ad alto contenuto di fibre, le bevande zuccherate sono povere da un punto di vista nutrizionale e sono spesso associate con il consumo di cibi ad alto contenuto di sale come quelli assunti nei fast-food. Vari studi hanno evidenziato l esistenza di un associazione emergente tra l aumentato consumo di bevande zuccherate e malattie croniche come l obesità, il diabete di tipo 2, l ipertensione e le malattie delle arterie coronariche. La spiegazione proposta per l associazione con l aumento di peso è che le calorie delle bevande zuccherate hanno un basso potere saziante ed elicitano una debole risposta dietetica compensatoria rispetto a quando si consuma cibo solido. Le bevande zuccherate possono anche influenzare il peso corporeo attraverso meccanismi comportamentali. Mentre, infatti, l introito di cibi solidi è caratteristicamente associato alla fame, l assunzione di bevande zuccherate si verifica spesso in assenza di fame, per soddisfare la sete o per ragioni sociali. Le bevande zuccherate possono avere anche un effetto cronico negativo sul gusto e sull accettazione del cibo. Gli individui, specialmente i bambini, che consumano abitualmente bevande zuccherate piuttosto che acqua possono trovare meno piacevoli e attraenti cibi meno dolci (es. verdura, legumi e frutta) con la conseguenza che la loro dieta può diventare di scarsa qualità nutrizionale. Le bevande zuccherate possono influenzare il peso corporeo attraverso meccanismi comportamentali [ 17 ]

18 2012 EMOZIONI E CIBO N. 36 Ben documentati sono anche gli effetti metabolici negativi di un eccessiva assunzione di carboidrati raffinati, come l elevazione dei livelli di trigliceridi e della pressione arteriosa e l abbassamento del colesterolo HDL, fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. L elevato carico glicemico associato con l assunzione di bevande zuccherate può aumentare il rischio di diabete di tipo 2 causando insulino resistenza e attraverso un effetto diretto sulle cellule pancreatiche delle isole del Langerhans, un ipotesi supportata dall osservazione che il consumo di bevande zuccherate, ma non di bevande dolcificate non caloriche, è associato con marker di insulino resistenza. Infine, un altra potenziale spiegazione è l uso, come ingrediente chiave di molte bevande zuccherate, dello sciroppo di mais ricco di fruttosio. Vari studi hanno dimostrato che il fruttosio dietetico promuove la lipogenesi e lo sviluppo di insulino resistenza e di conseguenza potrebbe favorire lo sviluppo della steatosi epatica non alcolica e del diabete di tipo 2. I dati a disposizione indicano che l associazione tra assunzione di bevande zuccherate e aumento di peso è più forte negli studi longitudinali, rispetto a quelli trasversali, e negli studi non sponsorizzati dall industria delle bibite. Mancava, però, fino ad oggi un evidenza conclusiva di questa associazione derivante da studi controllati rigorosamente progettati. Tre studi pubblicati sul numero del 21 settembre 2012 della prestigiosa rivista americana New England Journal of Medicine hanno fornito nuovi dati a supporto dell ipotesi che il consumo delle bevande zuccherate possa influenzare lo sviluppo dell obesità. 1 Sugar-sweetened beverages and genetic risk of obesity Lo studio di Qi e colleghi del Department of Nutrition, Harvard School of Public Health ha esaminato l interazione tra assunzione di bevande zuccherate e un punteggio di predisposizione genetica calcolato sulla base di 32 loci di Indice di Massa Corporea (IMC) associati con l obesità in donne e uomini di due ampie coorti e in una coorte indipendente. Lo studio ha fornito una forte evidenza che esiste una significativa interazione tra introito di zucchero derivante dalle bevande zuccherate e punteggio genetico di predisposizione, obesità e rischio di obesità. I partecipanti con maggiore predisposizione genetica sembrano essere più suscettibili agli effetti avversi dello zucchero delle bevande zuccherate sull obesità: un chiaro esempio di interazione gene-ambiente. Lo studio indica la necessità di testare se interventi finalizzati a ridurre il consumo di bevande zuccherate per prevenire l obesità possa essere più efficace negli individui con più elevato punteggio di predisposizione genetica. 2 A trial of sugar-free or sugarsweetened beverages and body weight in children Lo studio in doppio cieco di de Ruyter e colleghi del Department of Health Sciences, EMGO Institute for Health and Care Research, University Amsterdam ha valutato gli effetti sul peso in un ampio campione di studenti normopeso di età compresa tra 4 anni e 10 mesi e 11 anni e 11 mesi. I partecipanti hanno ricevuto a random una scatola a scuola ogni settimana con il loro nome contenente 8 lattine di una bevanda artificialmente dolcificata (0 kcal con 34 mg of sucralosio e 12 mg of acesulfame di potassio per lattina) o di una bevanda contenente zucchero (104 kcal). Gli insegnanti hanno controllato se i bambini consumavano la lattina durante la ricreazione in classe e ricordavano agli studenti di portare a casa le lattine e di berle durante il weekend e le vacanze. I ricercatori, oltre alle variazioni di peso, hanno misurato anche il sucralosio nelle urine come indicatore di aderenza. Sebbene il 26% dei partecipanti non abbia completato lo studio per ragioni non specificate, la ricerca ha evidenziato chiaramente che la sostituzione delle bevande zuccherate con bevande prive di zucchero dolcificate riduce significativamente l aumento di peso e l accumulo di grasso nei bambini normopeso dopo 18 mesi. 3 A randomized trial of sugarsweetened beverages and adolescent body weight Ebbeling e colleghi del Boston Children s Hospital hanno invece assegnato a random 224 adolescenti sovrappeso e obesi che consumavano regolarmente bevande zuccherate a un gruppo sperimentale o a un gruppo di controllo. Il gruppo sperimentale ha ricevuto un intervento di un anno che consisteva nel recapitare a domicilio bevande non caloriche (es. acqua in bottiglia o bevande dietetiche ) ogni 2 settimane, nell effettuare una telefonata motivazionale di 30 minuti con i genitori una volta al mese e 3 visite di controllo di 20 minuti. Inoltre sono stati inviati messaggi scritti di non bere né comprare bevande zuccherate. L intervento è stato progettato per diminuire il consumo di bevande zuccherate e ha previsto un follow-up di due anni. I punti di forza dello studio sono stati la scelta di effettuare l intervento nella casa dei partecipanti, dal momento che il maggior consumo delle bevande zuccherate sia nei bambini sia negli adolescenti si verifica nell ambiente domestico, e l eccellete tasso di ritenzione (97% a 1 anno e 93% a 2 anni). La differenza nell outcome primario, il cambiamento dell IMC a 2 anni tra gruppo sperimentale e controllo, non è risultata significativa, ma a 1 anno sono stati osservati cambiamenti significativi di IMC, in particolare tra gli ispanici. [ 18 ]

19 EMOZIONI E CIBO N Caprio, nell editoriale di accompagnamento di del New England Journal of Medicine, ha sottolineato che questi tre trial randomizzati, in particolare lo studio di de Ruyter e collaboratori, forniscono un forte impeto per sviluppare raccomandazioni e decisioni politiche per limitare il consumo di bevande zuccherate, al fine di invertire l incremento di obesità nei bambini. Tale intervento, se avesse successo, potrebbe anche aiutare a prevenire lo sviluppo di diabete di tipo 2 e le sue complicazioni nei giovani. In conclusione, se presi assieme, questi tre studi suggeriscono che le calorie provenienti dalla bevande zuccherate contano, come affermato dall editorialista dei New England Journal of Medicine. Purtroppo questi tre studi sono stati pubblicati subito dopo il ritiro in Italia della proposta del Ministro della Salute Renato Balduzzi di tassare le bevande zuccherate, avvenuta in conseguenza della pressione mediatica esercitata dalle lobby dei produttori delle bevande zuccherate e da opinioni, non basate su dati scientifici, di alcuni nutrizionisti italiani, contrari alla tassazione. In realtà, uno studio pubblicato sul British Journal of Clinical Nutrition da Ng e collaboratori, ricercatori dell università del North Carolina, aveva già dimostrato che un aumento del 10% del prezzo delle bevande zuccherate potrebbe diminuire il consumo pro capite di 7,5 millilitri al giorno, corrispondenti a circa un grammo di zucchero. Un altro studio pubblicato da Aubre in Health Affairs nel 2012 aveva stimato che una tassa di un penny per ounce sulle bevande zuccherate potrebbe prevenire casi di diabete per anno, 8,000 casi di ictus e morti premature in 10 anni (o per anno)! Infine, un editoriale di Brownell del 2009 pubblicato sul New England Journal of Medicine faceva notare come siano i più poveri a essere i consumatori principali: Le bevande zuccherate non sono necessarie per sopravvivere - sottolineava Brownell - e un alternativa molto più economica, l acqua, è già a disposizione. Non solo una tassa sulle bevande zuccherate avvantaggerebbe i più poveri dal punto di vista della salute, ma anche abbassando le loro spese. È ovvio che le decisioni politiche riguardanti le bevande zuccherate non vanno considerate isolatamente e dovrebbero essere associate ad altre che promuovono l educazione della popolazione, la promozione dell attività fisica e la modificazione dell ambente tossico che espone la popolazione a cibi altamente palatabili, ultraprocessati, ricchi di grassi e a basso costo. Per noi dell AIDAP è comunque tempo di agire, contrastando le azioni delle lobby delle bevande zuccherate e supportando con forza le raccomandazioni dell Institute of Medicine, dell American Heart Association, dell Obesity Society e di molte altre organizzazioni finalizzate a ridurre il consumo di bevande zuccherate nei bambini e negli adolescenti. AIDAP È A FAVORE DELLA TASSAZIONE DELLE BEVANDE ZUCCHERATE Per noi dell AIDAP è tempo di agire e di supportare con forza e implementare le raccomandazioni dell Institute of Medicine, dell American Heart Association, dell Obesity Society e di molte altre organizzazioni finalizzate a ridurre il consumo di bevande zuccherate nei bambini e negli adolescenti. novità in libreria Seguici su: LE PIÙ MODERNE PROCEDURE E STRATEGIE DERIVATE DALLA TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE IDEATE PER AIUTARE GLI INDIVIDUI A SVILUPPARE LE ABILITÀ NECESSARIE PER MODIFICARE IN MODO SALUTARE ALIMENTAZIONE, PESO, ATTIVITÀ FISICA E GESTIONE DELLO STRESS. Il libro può essere usato come supporto alla terapia di modificazione dello stile di vita specialistica o in forma di autoaiuto. Può anche essere indicato come testo di studio per tutti gli operatori sanitari che desiderano apprendere le più moderne strategie terapeutiche per aiutare le persone a modificare in modo salutare il loro stile di vita. R. Dalle Grave, F. Mangeri ISBN Euro 20,00 POSITIVE PRESS positivepress@tin.it [ 19 ]

20 2012 EMOZIONI E CIBO N. 36 articolo scientifico trattamento Terapia cognitivo comportamentale migliorata per adolescenti con anoressia nervosa: un alternativa alla terapia familiare? A cura di: Lucia Camporese - AIDAP Padova Fonte: Dalle Grave R, Calugi S, Doll HA, Fairburn CG. Enhanced cognitive behaviour therapy for adolescents with anorexia nervosa: An alternative to family therapy? Behav Res Ther, 2012, brat L anoressia nervosa ha un profondo impatto sulla salute fisica e il funzionamento psicosociale. Per tale motivo è importante trattarla precocemente ed efficacemente altrimenti può avere effetti gravi e duraturi. Una particolare forma di terapia familiare, chiamata Family-Based Treatment (FBT), è la principale terapia evidence-based indicata per il trattamento dell anoressia nervosa negli adolescenti. Nonostante ciò la FBT presenta numerosi limiti: 1. Non è accettabile per alcune famiglie e pazienti. 2. Richiede un lavoro intensivo e di conseguenza costoso. 3. Meno della metà dei pazienti risponde al trattamento una volta completato. Per questi motivi la FBT deve essere modificata per renderla più accettabile ed efficace oppure devono essere trovati approcci terapeutici alternativi. La Terapia Cognitivo Comportamentale Migliorata (CBT- E) è una potenziale alternativa alla FBT. La CBT-E è un trattamento empiricamente validato nella cura di pazienti adulti che soffrono di bulimia nervosa, un disturbo che presenta una psicopatologia sovrapponibile a quella dell anoressia nervosa. Inoltre, è stata adattata per essere applicabile a qualsiasi tipo di disturbo dell alimentazione, incluso l anoressia nervosa, ed ha dimostrato di essere associata a un outcome buono in due coorti di pazienti adulti con anoressia nervosa (in totale 99 soggetti) e in una coorte di pazienti ospedalizzati (80 soggetti). La sua utilità nel trattamento degli adolescenti non è stata però ancora stabilita. Un recente articolo, pubblicato sulla prestigiosa rivista Behaviour Research and Therapy, ha valutato gli effetti della CBT-E negli adolescenti con anoressia nervosa. L obiettivo generale dello studio è stato stabilire l efficacia a breve e a lungo termine della CBT-E e valutare se essa possa essere una valida alternativa alla FBT. L obiettivo specifico dello studio è stato rispondere a tre domande cliniche: (1) tra gli adolescenti con anoressia nervosa, quanti sono in grado di completare la CBT-E senza la necessità di un ulteriore trattamento?; (2) tra i pazienti che concludono la CBT-E, qual è l outcome?; (3) i cambiamenti ottenuti con il trattamento sono mantenuti dopo la conclusione della CBT-E? Lo studio ha reclutato pazienti adolescenti di età compresa tra i 13 e i 17 anni che soddisfacevano i criteri diagnostici del DSM-IV per l anoressia nervosa, ad eccezione del criterio amenorrea. Il trattamento si è svolto in 40 sedute nell arco di 40 settimane e, come la CBT-E per gli adulti sottopeso, è diviso in tre fasi: FASE FASE FASE 1 Nella prima fase l enfasi è stata aiutare i pazienti a pensare in modo nuovo al loro stato attuale e ai processi che lo mantengono. Questo intervento è stato seguito da una dettagliata analisi dei pro e dei contro di affrontare il disturbo dell alimentazione. 2 Nella seconda fase i pazienti, se lo accettavano, sono stati aiutati a recuperare peso e allo stesso tempo ad affrontare la psicopatologia del loro disturbo dell alimentazione e i processi che la mantengono. Particolare enfasi è stata posta sulla modificazione delle preoccupazioni per il peso e la forma del corpo. 3 Nella fase finale l obiettivo è stato aiutare i pazienti a mantenere i cambiamenti che avevano ottenuto. Ciò comprende lo sviluppo di strategie personalizzate per prevenire la ricaduta dopo un eventuale scivolata. [ 20 ]

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