Le strategie di caratterizzazione produttiva nella valorizzazione di mercato dell olio d oliva italiano

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1 Le strategie di caratterizzazione produttiva nella valorizzazione di mercato dell olio d oliva italiano Relatore: Dr. G. Antonio Coricelli - Amm. Del. PIETRO CORICELLI Spa 1) Definizione quantitativa dell olio d oliva rispetto ai prodotti competitors Le situazioni che andremo ad esaminare sono state desunte da una rielaborazione dal Prof. F. Gunstone su fonte Oil World 2001, vol.44. La produzione mondiale dei 17 maggiori oli vegetali è riassunta nella seguente tabella: oli e grassi vegetali (Milioni di MT) Da cui si desume che l incremento medio annuale dei grassi vegetali dal 1995/ 96 al 99/2000 è stato di 5 milioni di MT per anno Il Trend di tali produzioni continua con incrementi inferiori agli anni precedenti. 99/00 00/01 01/02 Incremento 17 oli e grassi 113,5 117,1 119,1 2 Soya 25,3 26,9 28,8 1,9 Palma 21,1 23,5 23,6 0,1 Colza 14,5 13,9 13,7-0,2 Girasole 9,5 8,8 7,5-1,3 13 oli e grassi ,5 1,5 (Milioni di MT) Per l anno 2000/2001 l incremento è stato di 3.7 milioni MT, per l anno 2001/2002 l incremento previsto è di 2 milioni MT Sotto altro profilo un raffronto è quanto mai necessario per esaminare due aspetti che ritengo importanti: - l andamento della popolazione che è passata dai di persone del 1960 ai del l andamento delle produzioni di oli vegetali che sono passate da di MT del 1960 a di Mt del 2000 Con i seguenti ritmi di crescita: anno 95/96 96/97 97/98 98/99 99/00 93,5 98,5 103,5 108,5 113,5 Da A Incremento popolazione 3,000,000,000 6,000,000,000 da 1 a 2 produzione 15,000, ,000,000 da 1 a 7,3 Fonti: -World Population Prospects : The 1998 Revision (medium variant), New York, Oil World, 2001, vol 44, Nos 48-52

2 Da tali rapporti si desume che la produzione e i consumi degli oli vegetali si sviluppano più velocemente della popolazione, e quindi che la popolazione mondiale tende al miglioramento nutrizionale passando da una alimentazione animale ad una vegetale. A maggior ragione il miglioramento avverrà se pochi consumatori potranno godere di un surplus di olio d oliva, notoriamente migliore di tutti gli altri grassi vegetali. La situazione produttiva dell olio d oliva è invece di: Dato COI *prevista (milioni di MT) In sostanza, la produzione mondiale dell olio d oliva è minore dell incremento medio della produzione mondiale dei 17 oli vegetali competitors. Riteniamo che l olio d oliva, pur essendo conosciuto ormai in tutto il mondo dei consumatori rimane una piccola produzione (milioni di MT) In termini relativi rispetto agli oli vegetali, la produzione di olio d oliva rappresenta il 2.3% e ciò fa escludere assolutamente che possa essere considerato una commodity. Peraltro le qualità dell olio d oliva sono universalmente riconosciute e confermate da una larga bibliografia scientifica, medica e nutrizionale. Senza ripetersi in inutili citazioni bibliografiche alle quali si può facilmente accedere attraverso l AOCS (American Oil Chemists Society) o il COI (Consiglio Oleicolo Internazionale), per tali caratteristiche, possiamo affermare che: Il meno buono degli oli d oliva è da considerarsi migliore di qualsiasi altro olio vegetale 2) Crisi dell olio d oliva 2000/ /2002* 2,6 2,4 olio d'oliva 2,5 oli vegetali 110 Negli ultimi anni il prezzo dell olio d oliva è notevolmente diminuito. Specificamente, analizzando gli andamenti produttivi degli ultimi 5 anni si rileva: -un incremento medio della produzione mondiale del 18% per anno -un incremento medio dei consumi del 14% per anno. L incremento della produzione è stato determinato dalla razionalizzazione produttiva nei tradizionali paesi della UE (Spagna, Italia, Grecia) oltre al verificarsi con una certa alternanza di importanti produzioni da paesi terzi (Tunisia, Turchia) Inoltre nuovi paesi quali Argentina, Australia e Sud Africa ed altri stanno organizzando nuove produzioni. L incremento del consumo è stato determinato dall iniziazione di nuovi consumatori nel mondo. Conseguenza è stata la creazione di una esistenza al 31/10/2000 di circa MT, con evidenziazione del Surplus produttivo.

3 Tale surplus ha condizionato i mercati continuamente al ribasso al di là di ogni altra considerazione sul valore intrinseco del prodotto e della sua qualità. Peraltro ricordiamo che: - il 60% della produzione è consumato nei paesi produttori ( Italia, Spagna, Grecia, Portogallo ed altri) - il consumo pro-capite in tali paesi è di kg - nell Unione Europea, Germania, Francia e Inghilterra hanno un consumo pro-capite inferiore a 1 kg 200 milioni di abitanti che potrebbero aumentare rapidamente il consumo pro-capite fino a 2 kg - almeno 100 paesi nel mondo si stanno accostando all olio d oliva, con particolari sviluppi in USA, Asia. 3)Valorizzazione generale del prodotto. Quindi riteniamo che per valorizzare il prodotto olio d oliva sia necessario in generale eliminare il surplus produttivo. Per questo scopo non è possibile limitare la produzione, per motivi: - ambientali e di mantenimento di un ambiente agricolo dell UE sempre meno competitivo - sociali, è una produzione che crea occupazione e non aumenta di molto l offerta perché i primi consumatori sono i produttori stessi - commerciali, in quanto quantitativamente limitata, come abbiamo visto nell introduzione, e poco importante rispetto alle produzioni degli altri oli vegetali. Non potendo limitare la produzione dobbiamo ricercare le azioni possibili che portano all eliminazione del surplus soltanto nella via di ulteriori consumi. Da ricerche effettuate, il consumo degli oli in frittura nel mondo è pari a 20 milioni di MT (Fonte: Lipid Technology, Gennaio 200, pag. 23 Scottish Crop Research Institute, Dundee, Scotland). L olio d oliva per la sua composizione chimico-fisica è perfetto per tale utilizzazione e la quantità disponibile è in una percentuale relativamente rilevante rispetto alla quantità degli altri oli vegetali utilizzati nel mondo, quindi una prima via di valorizzazione è di indicare l olio d oliva per tale tipo di consumo: surplus olio d'oliva oli vegetali per frittura e cucina 300,000 MT 20,000,000 MT rapporto: 1,50% Questa prima valorizzazione generale deve essere effettuata insieme alla ricerca di nuovi consumatori 4) Legislazione attuale della Unione Europea Il commercio dell olio d oliva è stato regolato dall UE a partire dal Allo stato attuale peraltro le leggi esistono dei precisi riferimenti legislativi che regolano le denominazioni commerciali della produzione dell olio d oliva. Di seguito le indichiamo:

4 1- REGOLAMENTO CEE n. 2568/91 della COMMISSIONE dell 11 Luglio 1991 Relativo alle caratteristiche degli oli d oliva e degli oli di sansa nonché ai metodi ad essi attinenti 2- REGOLAMENTO CEE n. 2081/92 del CONSIGLIO del 14 Luglio 1992 Relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d origine dei prodotti agricoli ed alimentari 3- REGOLAMENTO CEE n. 2815/98 della COMMISSIONE del 22 Dicembre 1998 Relativo alle norme commerciali dell olio d oliva 4- REGOLAMENTO CEE n. 1513/2001 del CONSIGLIO del 23 Luglio 2001 Che modifica il reg n. 136/66/Cee e il reg. (CE) n. 1638/98, in ordine alla proroga del regime di aiuto e alla strategia della qualità dell olio d oliva Il regolamento 2568 definisce i limiti qualitativi chimico-fisici e la classifica degli oli d oliva. In sostanza indica che per commercializzare un olio extra vergine i limiti da rispettare sono quelli indicati nel regolamento. Non permette in sostanza di esplicitare alcuna altra indicazione relativa all origine o in generale alla provenienza. Tali limiti permettono all apparato produttivo agroalimentare di collocare tutte le produzioni ottenute, ma non permette al consumatore di conoscere effettivamente da dove proviene e come è stato ottenuto il prodotto anche se i sistemi di produzione sono piuttosto uniformi nei vari paesi di produzione. In una visione strategica di miglioramento di qualità l UE ha introdotto recentemente il regolamento 1513 ove si espone la strategia di miglioramento qualitativo da rispettarsi nei paesi dell UE. Di fatto vengono indicati limiti più restrittivi, fermo restando che è una norma generale di produzione e che non permette la comunicazione di differenziazioni di produzione. Il regolamento 2081 consente invece ai vari paesi della UE la produzione con Indicazione Geografica e Denominazione d Origine. Tale legislazione definisce i limiti chimico-permette di caratterizzare gli oli secondo i disciplinari previsti dal regolamento 2081/92 con Indicazioni geografiche o denominazioni d origine. Il sistema delle DOP e delle IGP è esteso anche in Grecia e Spagna, ma non trova grande successo per quattro ordini di motivi: - il posizionamento di tali prodotti è eccessivamente elevato rispetto agli oli di marca comunemente commercializzati - Le quantità disponibili sono per ogni DOP relativamente basse e quindi poco competitive rispetto alle normali quotazioni - Il sistema di certificazione non è ancora agevole ed è molto oneroso. - Il consumatore non riesce ancora a rendersi conto dell effettivo valore di tali prodotti. E auspicabile una revisione dei disciplinari di produzione in maniera tale che possano qualificarsi del marchio DOP produzioni di quantità importanti che si pongano sul mercato in maniera competitiva e permettano una commercializzazione estesa. Nella tabella che segue si possono leggere i dati rilevati dall ISMEA circa la produzione di olio d oliva nelle principali regioni (per quantità e qualità) di produzione olivicola italiane. La quantità prodotta per regione è confrontata con la quantità prodotta nella regione stessa sotto il marchio DOP o IGP (I dati sono riferiti alla campagna 1999/2000).

5 (MT) Quantità prodotta per REGIONE TOSCANA Quantità prodotta per DOP- IGP RAPPORTO % IGP TOSCANO CHIANTI CLASSICO 0 TERRA DI SIENA totale ,5 UMBRIA UMBRIA totale 301 3,1 LAZIO CANINO 42 SABINA totale 112 0,4 PUGLIA TERRA DI BARI COLLINA DI BRINDISI 90 DAUNO 168 TERRA D'OTRANTO totale ,1 CALABRIA LAMEZIA 0 BRUZIO totale 0 0,0 SICILIA MONTI IBLEI 0 VALLI TRAPANESI 27 VAL DI MAZARA totale 27 0,1 ALTRE REGIONI ALTRE DOP 274 0,3 TOTALE ITALIA TOTALE DOP+IGP ,8 Si evidenzia chiaramente che la commercializzazione del DOP è meno dell 1% dell olio prodotto con 15 DOP e soprat-tutto che ci sono altre 10 DOP senza alcun movimento signi-ficativo. Comunque il sistema si va affermando anche se localmente non può avere una commercializzazione estesa se non in quelle regioni che hanno una buona produzione L esame dei disciplinari da altresì alcune indicazioni molto utili. Infatti gli elementi caratteristici di un disciplinare sono: ZONA DI PRODUZIONE Normalmente indicata per Municipio ma può esserlo per molte unità geografiche (provincia, regione, ecc..) QUALITA DELL OLIO Più elevata rispetto al 2568 certificata da terzi certificata dal produttore LE CULTIVAR LA QUANTITA GLI USI TIPICI Importantissime al fine della caratterizzazione e diverse per ogni regione produttiva E importante al fine della definizione del Businnes produttivo e distributivo Importanti al fine di individuare le zone di destinazione

6 Gli elementi sopraindicati, rilevati dall esame dei disciplinari permettono di creare un modulo di caratterizzazione per la differenziazione degli oli extra vergini di oliva. Infatti al di là delle DOP e IGP possiamo caratterizzare degli oli italiani secondo lo schema soprariportato. Il concetto di origine come previsto dal regolamento 2815/98, trova in questo senso possibilità applicative. Le possibilità di comunicazione che dà questo regolamento permettono di definire un olio: - Italiano - Spagnolo - Greco - Portoghese - Prodotto in un paese della UE - Prodotto in un paese terzo E se oltre alla zona, vengono notevolmente RISTRETTI i parametri qualitativi previsti dal 2568, e quindi migliorata la qualità, avremo in commercio un olio di: - sicura origine italiana - elevate caratteristiche qualitative - proveniente da cultivar caratteristiche italiane quali Coratina, Nocellara del Belice, Carolea, Ogliarola, Leccino, Frantoio, cultivar normalmente coltivate in Italia diverse da quelle degli altri paesi Tali caratterizzazioni sicuramente valorizzano il PRODOTTO ITALIANO che deve essere venduto nel mondo come prodotto NUMBER ONETale prodotto NUMBER ONE per esser tale deve: - essere certificato da un terzo di importanza internazionale - seguire una procedura di tracciabilità irreprensibile - essere posizionato al consumatore ad un livello medio-alto ed in competizione con tutti quei prodotti commercializzati senza alcuna caratteristica distintiva a tale livello. Perché tanto impegno per fare un prodotto italiano e per valorizzare la produzione italiana? In fondo la produzione italiana è sempre agevolmente collocata. Il problema è la ricerca di un prezzo remunerativo che permetta alla nostra agricoltura di sopravvivere. Perché i mercati di sviluppo del consumo più promettenti sono nel Nord Europa e nel Mondo. Quando ci presentiamo con la nostra offerta, la prima domanda che ci pongono è se l olio è veramente italiano. Poiché l Italian Style è un simbolo distintivo nella vendita di tutti i prodotti anche nel campo alimentare, sentiamo l esigenza di avere un prodotto siffatto nella nostra offerta La costituzione di un consorzio per la valorizzazione delle produzioni olivicole italiane è già avvenuta e sta operando per creare le procedure necessarie alla promozione di un prodotto DOP ITALIA NUMBER ONE da promuovere sui mercati del mondo.

7 5) Prevalenza della funzione commerciale A fronte di una legislazione che permette la classificazione degli oli secondo i regolamenti 2568, 2081, 2815 e 1513, dopo aver costruito il nostro bel prodotto differenziato con le varie possibilità esaminate, dobbiamo andarlo a presentare nel posto giusto alla GD. La GD commercializza di lt per anno in Italia, secondo i dati Nielsen e operativamente troviamo che i 4/5 degli spazi sugli scaffali sono dedicati agli oli prodotti genericamente in base al reg. 2568, differenziati con una classificazione operativa distinta per livello di scaffale: Livello 5/alto: Oli speciali o di nicchia Livello 4: Leader variabili per zona Livello 3: Prodotti a marchio Livello 2: Follower Livello 1: Primi prezzi Il problema è coordinare l attività operativa della GD con le possibilità produttive dell industria del commercio per il raggiungimento dello scopo comune di valorizzare il prodotto italiano. E la domande da porsi sono: 1) E disponibile la GD alla valorizzazione dell olio di oliva italiano? 2) Quali spazi intende dedicare ai prodotti italiani per valorizzarli? 3) Vuole attendere all esigenza di trasparenza richiesta dal consumatore per quanto concerne: - la tracciabilità - l origine - la qualità distinta e commercializzata? In sintesi essendo sempre prevalente la funzione commerciale in quanto può sempre scegliere i prodotti da vendere nella più ampia libertà classificandoli anche per origine di altri stati produttori nella più aperta competizione, si chiede un coordinamento che permetta di presentare al consumatore con: - spazi nuovi - presentazioni nuove I prodotti valorizzati che l industria è in grado di mettere a disposizione del consumatore. Tale fenomeno in molti paesi sta già avvenendo. In sostanza in una visione futura della commercializzazione degli oli di oliva è auspicabile una classificazione per fasce che sia: - Oli DOP, IGP e Bio - Oli con definizione di origine e parametri qualitativi elevati - Oli vergini rientranti nella legislazione prevista - Primi prezzi Nelle prime due fasce dovrebbero risiedere gli oli valorizzati, ma anche certificati e con parametri di alta qualità e con sicura origine e provenienza

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