Giornata mondiale Aids: 4mila casi l'anno e sempre meno persone fanno il test

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1 Giornata mondiale Aids: 4mila casi l'anno e sempre meno persone fanno il test 01 dicembre 2015 Molti contagi dovuti ai rapporti non protetti, il tasso tra gli uomini è 3,3 volte quello tra le donne. In crescita nei sieropositivi anche le infezioni da sifilide, Anche se l'hiv negli ultimi dieci anni è praticamente sparito dai media, non è più oggetto di campagne e in generale ha smesso di suscitare attenzione, questo non vuol dire che non ci sia più come molti erroneamente credono. E la Giornata mondiale per la lotta contro l'aids che si ricorre oggi, 1 dicembre, come ogni anno dal 1988 è un occasione per non abbassare la guardia. Perché anche se non è più una malattia per cui si muore sempre, il numero delle infezioni non solo non è diminuito ma negli ultimi anni ha ricominciato ad aumentare costantemente. In Europa poi ha toccato un livello mai visto neanche negli anni '80. E in Africa l'aids è diventata la prima causa di morte tra gli adolescenti (ogni ora si verificano 26 nuove contagi). Secondo gli infettivologi ogni anno persone sono colpite dal virus nel nostro paese, un numero in aumento negli ultimi anni, e sono in crescita nei sieropositivi anche le infezioni da sifilide. Il primo caso famoso - Proprio in questi giorni c'è stato il 30 anniversario della morte di Rock Hudson che trent'anni fa, con la sua confessione di essere ammalato di Aids ed omosessuale, diede il via a una stagione mediatica che ha grandemente contribuito alla lotta contro l'aids, permettendo di trovare risorse e fondi per sviluppare trattamenti sempre più efficaci. Ma la malattia non è sparita e ogni anno ci sono oltre due milioni di nuove infezioni Hiv, in parte dovute anche a questa errata convinzione. Il contagio - In Europa la situazione non è affatto lieve. Il sistema di sorveglianza ha registrato lo scorso anno 142mila nuove infezioni nei 53 paesi della regione europea dell'oms, di cui circa 30mila nella sola Unione Europea, il numero più alto mai visto da quando è iniziato il conteggio. Sono in aumento, segnala un rapporto Oms-Ecdc, le nuove infezioni dovute a rapporti omosessuali, che erano il 30% nel 2005 mentre ora sono il 42%, mentre quelle dovute a rapporti eterosessuali sono il 32%. Marginale invece l'apporto di nuove infezioni da parte di tossicodipendenti che usano droghe iniettabili, appena il 4,1%. Uomini più colpiti - L'11% delle infezioni avviene nella fascia tra i 15 e i 24 anni e il tasso tra gli uomini è 3,3 volte quello tra le donne. L'Italia non fa eccezione, come segnalano sia i dati dell'istituto Superiore di Sanità che quelli dell'associazione dei microbiologi italiani (Amcli). Complice l assenza di preservativo - Sono soprattutto i giovani tra i 25 e i 29 anni i bersagli preferiti dal virus dell'hiv nel nostro paese, afferma il Centro Operativo Aids dell'iss, e, nonostante anni di campagne informative, si contagiano nell'84% dei casi attraverso rapporti sessuali senza preservativo, che avvengono nel 40% casi dei tra omosessuali maschi. Il mancato calo delle nuove diagnosi, unito comunque alla bontà delle cure per chi scopre di avere un'infezione, fa sì che nel nostro Paese ci siano 140mila sieropositivi, il numero più alto d'europa. La profilassi pre-esposizione, l'assunzione cioè dei farmaci prima di contrarre l'infezione, ridurrebbe i contagi del 90%, ricorda uno studio del Cdc di Atlanta, ma non è molto conosciuta neppure dai medici oltreoceano, tanto che oltre un terzo non ne ha mai sentito parlare. Fonte:

2 Giornata mondiale Aids, perché lo spettro è tornato Roma, 1 dicembre Nella giornata mondiale dell'aids l'allarme è che l'hiv non è più un allarme. Un contorto gioco di parole, per dire che l'aids, spettro degli anni '80 nel nostro Paese, è uscito dai 'pensieri' degli italiani. E non solo, sembra un problema accantonato in diverse parti del mondo. La conseguenza è che i casi di Hiv, nel Belpaese, sono tornati ad aumentare. A lanciare l'allarme un coro di istituzioni, dall'oms al Centro Europeo di Controllo delle malattie alla Simit, la Società di Malattie Infettive e Tropicali. Il sogno di debellare la malattia, oggi, è sempre più lontano. I NUMERI - Secondo gli infettivologi ogni anno persone sono colpite dal virus nel nostro paese, un numero in aumento negli ultimi anni, e sono in crescita nei sieropositivi anche le infezioni da sifilide. "Esistono - spiega Francesco Castelli, Clinica di Malattie Infettive e Tropicali della Università di Brescia - evidenze di una sinergia negativa tra infezione sifilitica ed infezione da HIV, con un impatto peggiorativo della sifilide sulla infezione da HIV ed una maggiore suscettibilità dei pazienti HIV - positivi alle forme più gravi e neurologiche della sifilide (neurosifilide). Appare dunque essenziale una diagnosi precoce della infezione sifilitica nei pazienti". Secondo la Simit invece non c'è nessun rischio epidemia derivante dalle migrazioni. "Si pensi - scrivono gli esperti - che almeno il 20% della diffusione del virus dell'hiv tra i migranti riguarda il contagio che avviene dopo l'arrivo in Italia: questo è il risultato di uno studio presentato pochi giorni fa a Barcellona al Congresso europeo sull'aids". Anche nel resto del mondo il problema Aids è lontano dall'essere risolto, nonostante molti risultati positivi negli ultimi anni. L'Ecdc pochi giorni fa ha sottolineato che non ci sono mai state così tante nuove infezioni in Europa come nel 2014, e anche in Africa, sottolinea Msf, ancora c'è molto da fare. I TEST - Il Rapporto 2015 dei centralini telefonici Lila (Lega Italiana per la Lotta contro l'aids) parla chiaro: "La popolazione italiana ha un rapporto problematico con il test dell'hiv". Il 20,62% delle 5703 persone che hanno contattato l'associazione tra il 30 settembre 2014 e il 30 settembre 2015 non avevano mai fatto l'esame dell'hiv (a Milano il dato è del 15,5%), nonostante fossero sensibili al tema. La percentuale di persone che non hanno mai fatto il test raggiunge il 36% del totale nello studio "Questionaids" condotto dalla LILA e dal Dipartimento di Psicologia dell'università di Bologna su un campione di popolazione generale. LE INIZIATIVE - Tante le iniziative per ricordare la giornata Mondiale dell'aids. A Milano, da ieri sera, il Pirellone è illuminato dalla scritta Stop Aids. Fonte:

3 Giornata mondiale per la lotta all'aids: obiettivo prevenzione Il 1 dicembre fari puntati sulla malattia che in 30 anni ha ucciso 39 milioni di persone. Incurabile, può essere controllata. La parola d'ordine è sensibilizzare, tenere alto il livello di attenzione. Un atto doveroso verso coloro i quali continuano a sottovalutare la piaga mondiale dell'aids, non ancora debellata. Per questo motivo il 1 dicembre si puntano i riflettori sulla malattia: Acquired Immuno-Deficiency Syndrome o Sindrome da Immunodeficienza Acquisita. In tutto il mondo si celebra la "Giornata mondiale per la lotta all'aids", in cui si cerca di diffondere informazioni e stimolare le coscienze sui rischi di un epidemia che riguarda ogni sfera sociale, tocca tutti i punti del pianeta e non accenna a diminuire. I numeri Sono trascorsi più di 30 anni dall identificazione del virus responsabile dell AIDS che ha causato da allora più di 39 milioni di morti e contro il quale la scienza medica, con i suoi studi, è riuscita a fare dei grandi progressi. Secondo il rapporto annuale 2014 dell OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) sono 142 mila i nuovi casi rilevati di AIDS, di cui solo 30 mila nell Unione Europea. I dati registrati sottolineano che il 60% delle nuove diagnosi riguarda la Russia ed il 21% i paesi dello dell'unione Europea. L Italia rimane stabile in dodicesima posizione. Si stima che la fascia d età più colpita vada dai 15 ai 29 anni mentre la via di trasmissione principale rimane quella dei rapporti sessuali non protetti il 32% dei quali tra eterosessuali contro il 42% dei casi di infezione tra omosessuali. Unica difesa: la prevenzione L AIDS da malattia mortale è passata ad essere una malattia con la quale si può convivere per più di trent anni se curata adeguatamente e diagnosticata precocemente. Anche se, nonostante si conosca il suo agente patogeno, non esiste ancora un vaccino. A oggi l unica arma efficace per evitare di essere contagiati rimane la prevenzione che, negli ultimi anni è diminuita, venendo a mancare nelle coscienze la percezione che sussista ancora un rischio elevato. In cosa consiste e le terapie combinate L AIDS è una patologia che causa la diminuzione dei linfociti T del sistema immunitario in seguito ad un infezione da HIV, rendendo l organismo privo di difese immunitarie e facilmente attaccabile dall ambiente esterno, sviluppando così infezioni e tumori difficili da contrastare. Oggi esistono diverse proposte terapeutiche per cercare di tenere a bada l evolversi dell infezione da HIV, anche se non è ancora disponibile una cura capace di sradicare del tutto il virus una volta entrato nell organismo. I trattamenti per l infezione da HIV sono terapie combinate che utilizzano contemporaneamente l uso di 3 o più farmaci antiretrovirali. La più comune, chiamata HAART, permette di tenere sotto controllo la replicazione del virus nel sangue, provando a ripristinare la funzionalità del sistema immunitario. Uno studio clinico condotto nel 2011 ha dimostrato come la terapia antiretrovirale, se iniziata nel momento della diagnosi, riduce la mortalità. Tale terapia non guarisce l infezione da HIV ma può tenerla a bada una volta contratta. In attesa che i tentativi condotti ancora oggi da diversi istituti di ricerca per la ricerca di un vaccino che, sperimentato sull uomo, dia i risultati sperati, diventino realtà. Font :

4 La giornata mondiale della lotta all aids Studenti sudcoreani formano un fiocco rosso con degli ombrelli in occasione della giornata mondiale della lotta all aids, a Seoul. - Jung Yeon-Je, Afp Studenti sudcoreani formano un fiocco rosso con degli ombrelli in occasione della giornata mondiale della lotta all aids, a Seoul. (Jung Yeon-Je, Afp)

5 Aids: Amref, in 15 anni -35% nuovi casi ma Africa sempre esposta 01/12/2015 La battaglia contro l'aids ha ottenuto diverse vittorie nei decenni passati, ma c'e' ancora molto da fare per sconfiggere il virus e le drammatiche conseguenze di cui e' portatore. Basta pesare all'africa Sub- Sahariana, dove ogni anno si registrano 1,4 milioni di nuovi casi di infezioni, piu' della meta' di tutti i nuovi casi registrati a livello mondiale. Nel corso degli ultimi 15 anni, a livello mondiale, in nuovi casi registrati sono diminuiti del 35%, assestandosi nel 2014 sui 2 milioni. Anche il numero di bambini contagiati e' diminuito dal 2000, riducendosi del 58%. Accesso ai servizi sanitari di base, accesso ai farmaci antiretrovirali, ricerca scientifica, educazione e prevenzione sono le armi piu' potenti per sradicare l'aids. Amref ribadisce il suo impegno in Kenya, Etiopia e Uganda e aderisce all'appello dell'osservatorioitaliano sull'azione Globale contro l'aids per la destinazione della Tassa sulle Transazioni Finanziarie per la salute globale. I numeri del contagio in senso assoluto rimangono elevati, specialmente se si prendono in considerazione le aree piu' economicamente piu' svantaggiate del mondo, come l'africa Sub-Sahariana. In questa Regione si manifesta il 66% dei nuovi casi registrati e sono 25,8 milioni le persone che vivono e convivono - con l'hiv. Di queste, quasi 13 milioni sono donne. Con il suo lavoro Amref Health Africa intende facilitare la diffusione di servizi integrati di prevenzione e cura, con una particolare attenzione alla trasmissione del virus alle donne ea quella materno - infantile. La lotta di Amref contro l'hiv, fa parte di una piu' ampia azione di promozione sanitaria all'interno delle comunita' africane Per questo, accanto a programmi specificamente indirizzati ad espandere le attivita' di prevenzione, assistenza e trattamento dell'hiv/aids a livello comunitario, come nel progetto in corso nello slum di Kibera(Nairobi, Kenya), Amref promuove l'empowerment femminile, puntando ad aumentare la disponibilita' e l'accesso a mezzi di contraccezione moderni, promuovendo l'accesso delle/gli adolescenti ad informazioni e servizi per la salute sessuale e riproduttiva, o affrontando all'interno delle comunita' pratiche che violano l'integrita' fisica delle donne e le subordinano socialmente, come la violenza o l'infibulazione. Tutte attivita', queste, indirizzate ad accrescere la consapevolezza di alcuni problemi tra le donne e, conseguentemente, tra le comunita' a cui appartengono. L'attivita' di Amref in Uganda, per la lotta all'hiv, si estende su sei distretti, mentre in Etiopia, attraverso due progetti, lavora a 360 gradi su informazione e sensibilizzazione delle comunita' in merito a Hiv, Malaria e Tubercolosi. Per trasformare l'aids - cosi' come la Tubercolosi e la malaria - da epidemia a elevata trasmissione in malattia endemica a bassa diffusione, e' necessario incrementare gli investimenti, ora. Per questo Amref aderisce all'appello dell'osservatorio Italiano sull'azione Globale contro l'aids - di cui e' membro - e sostiene che "la destinazione di parte del gettito della Tassa sulle Transazioni Finanziarie (TTF) europea per interventi a favore della salute globale puo' rappresentare un sostegno significativo per realizzare l'obiettivo "Zero AIDS entro il 2030" previsto dalla nuova Agenda 2030". "In Francia -afferma l'osservatorio - il Parlamento ha gia' approvato la destinazione del 50% del gettito della TTF nazionale per la cooperazione allo sviluppo e la finanza climatica". Siamo convinti che lo stesso possa e debba avvenire anche in Italia. Fonte:

6 World AIDS Day 2015 Il 1 dicembre è la giornata mondiale per la lotta all AIDS. Ecco le iniziative in Italia e nel mondo Ci basta un solo dato. Uno solo. Negli ultimi 15 anni il numero degli adolescenti morti per AIDS è triplicato divenendo la seconda causa di morte fra i giovani a livello globale. Ci basta un dato, uno solo: basta per capire che l emergenza legata all HIV e AIDS non è passata ma che, anzi, ha bisogno di ritornare a essere una priorità. Non solo della politica (che si è fissata l obbiettivo di debellare la malattia entro il 2030) ma delle persone che devono tornare a fare prevenzione. Basta un solo dato per capire quanto sia importante, ancora oggi, l esistenza della Giornata Mondiale contro l AIDS ( World AIDS Day) che in data 1 dicembre. Non l occasione per sguainare l arma della retorica della lotta all AIDS, ma un momento per ricordare a tutti l esistenza di una malattia che necessita di essere combattuta tanto con la ricerca quanto con l informazione, la migliore arma a disposizione per fermare e debellare la malattia. Tante, tantissime sono le iniziative per la giornata, che vedranno coinvolto l intero globo. Si va dall acquisto dei fiocchi rossi (simbolo del World AIDS Day) per contribuire alla ricerca, a tutti gli eventi realizzati da Lila Onlus - Lega Italiana per la Lotta contro l'aids- che per il 1 dicembre ha in programma numerosi appuntamenti con i test gratuiti (qui la lista degli eventi). Sempre in data 1 dicembre, Coop aderirà al World AIDS Day, distribuendo gratuitamente nei centri Lilaconfezioni di profilattici prodotti dal gruppo. Ma la lotta all'aids può passare anche dal cinema e dell'arte: per la serata del 1 dicembre Sky Cinema Cult ha in programma la messa in onda di tre opere dedicate proprio alla tema dell AIDS. Alle sul canale 314 di Sky andrà in onda Dallas Buyers Club (con il premio Oscar Matthew McConaughey) a cui seguirà il documentario prodotto da HBO Larry Kramer per amore e per rabbia. La serata si conclude con The Normal Heart, pellicola diretta da Ryan Murphy con Mark Ruffalo. Non è del tutto vero però, come abbiamo scritto, che ci basta solo un dato. Forse ne si possono usare anche due. Il secondo è 15,8 milioni, come quelli delle persone che, nel 2015, hanno avuto accesso alle terapie antiretrovirali contro i 2.2 milioni del Perché la lotta all AIDS è una battaglia che si può vincere. Fonte:

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