Sorveglianza epidemiologica dei casi di AIDS e sistema informativo delle nuove diagnosi HIV in Liguria

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1 Sorveglianza epidemiologica dei casi di AIDS e sistema informativo delle nuove diagnosi HIV in Liguria 31 Dicembre 2010 a cura di: Regione Liguria Assessorato alla Salute Dipartimento Salute e Servizi Sociali Settore Prevenzione,Sanità Pubblica e Fasce Deboli Dott. S. Schiaffino Università degli Studi di Genova Dipartimento di Scienze della Salute Sezione di Igiene e Medicina Preventiva - OERMI Prof. G. Icardi Dr. P.L. Lai Centri Clinici Mal. Infettive Osp.. Civile, Sanremo Mal. Infettive A.O. Pietra Ligure Mal. Infettive Osp. San Paolo, Savona Clin. Mal. Infettive, Univ. di Genova Mal. Infettive, A.O. S. Martino, Genova Mal. Infettive, E.O. Osp. Galliera, Genova Clin. Med. Orient. Immunol. DIMI - Univ. Genova Mal. Infettive, Istituto G. Gaslini, Genova Mal. Infettive, Ospedale, La Spezia

2 Componenti del Gruppo di Lavoro Dipartimento Salute e Servizi Sociali - Regione Liguria Dr. Sergio Schiaffino, Sig.ra Giovanna Stilo Dipartimento di Scienze della Salute - OERMI, Università di Genova Prof. Giancarlo Icardi, Dr. Piero Lai I Centri Clinici Mal. Infettive - Ospedale Civile, Sanremo Dr. Giuseppe Ferrea Mal. Infettive - A.O. Pietra Ligure Dr. Giovanni Riccio Mal. Infettive - Ospedale San Paolo, Savona Dr. Marco Anselmo, Dr.ssa Pasqualina De Leo Clin. Mal. Infettive, Università di Genova Prof. Claudio Viscoli, Dr. Antonio Di Biagio Mal. Infettive, A.O. U. S. Martino, Genova Dr.ssa Gabriella Pagano Mal. Infettive, E.O. Ospedali Galliera, Genova Dr. Giovanni Cassola Clin. Med. Orient. Immunol. (DIMI) - Univ. Genova Dr. Maurizio Setti Mal. Infettive, Istituto G. Gaslini, Genova Prof.ssa Raffaella Giacchino, Dr. Elio Castagnola Mal. Infettive, Ospedale, La Spezia Dr.ssa Stefania Artioli

3 Sommario SOMMARIO... 2 INTRODUZIONE... 3 LE NOTIFICHE DI AIDS IN LIGURIA E NEI RESIDENTI LIGURI... 4 LE NOTIFICHE DI AIDS TRA I RESIDENTI LIGURI... 8 DISTRIBUZIONE TEMPORALE E GEOGRAFICA DEI CASI... 8 CARATTERISTICHE DEMOGRAFICHE E MODALITÀ DI TRASMISSIONE SISTEMA INFORMATIVO DELLE NUOVE DIAGNOSI DA HIV PREMESSA LE NUOVE DIAGNOSI DI INFEZIONE DA HIV: RISULTATI AL 31/12/ CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE... 34

4 INTRODUZIONE L Osservatorio Epidemiologico Regionale per le Malattie Infettive (OERMI) che opera presso la Sezione di Igiene e Medicina Preventiva del Dipartimento di Scienze della Salute - Università di Genova - si occupa della sorveglianza epidemiologica della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) sul territorio regionale fin dalla prima metà degli anni 80. Tale attività è svolta in collaborazione con il Ministero della Salute (Centro Operativo AIDS - COA) e di concerto con l Assessorato alla Salute della Regione Liguria, che cura i flussi informativi e raccoglie le schede di notifica provenienti dai Centri clinici per la diagnosi e cura di questa sindrome ubicati sul territorio regionale. L OERMI conduce inoltre in questo campo ricerche specifiche a livello regionale, tra cui il periodico follow-up attivo di mortalità, mentre il COA aggiorna i dati nazionali e regionali anche mediante il confronto tra le segnalazioni provenienti dalle diverse Regioni e le Regioni di residenza dei casi notificati. L esistenza di un monitoraggio epidemiologico regionale dell AIDS, comprendente i casi di residenti liguri notificati da strutture della nostra Regione o da strutture di altre regioni, ha rappresentato un utile strumento per la valutazione dei bisogni assistenziali e, quindi, per la programmazione sanitaria; questa funzione, a partire dal 2004, ha avuto una indispensabile integrazione, essendosi modificata la storia naturale dell infezione da virus dell immuno-deficienza umana (HIV), grazie alle nuove terapie disponibili dalla seconda metà degli anni 90. Il bollettino comprende una sezione che, in modo retrospettivo-prospettico, ricostruisce l andamento temporale delle nuove diagnosi da HIV dal 2001 ad oggi: i dati osservati sono riportati nel relativo capitolo. Il presente bollettino rappresenta quindi un utile strumento in grado di descrivere in modo accurato l attuale situazione epidemiologica che si è venuta a creare in seguito alle modifiche intervenute nella storia naturale dell infezione da HIV nel corso degli ultimi quindici anni. 3

5 LE NOTIFICHE DI AIDS IN LIGURIA E NEI RESIDENTI LIGURI Il primo caso di AIDS in Liguria è stato segnalato nel 1984; si trattava di un soggetto di sesso maschile dell età di 46 anni, non residente nella nostra Regione. Da allora, sino al 31 Dicembre 2010, le notifiche provenienti dalle strutture cliniche Liguri sono state In particolare 3042 casi di AIDS sono riferibili a persone residenti in Liguria; di questi casi, 2867 sono stati segnalati da strutture liguri e 175 notificati da Centri sanitari di altre Regioni. A questo proposito bisogna tuttavia sottolineare come da oltre 10 anni i casi di AIDS nei residenti liguri siano segnalati nella quasi totalità dai Centri clinici della nostra Regione. Per quanto riguarda i soggetti non residenti in Liguria, 337 sono stati direttamente segnalati dai Centri clinici della nostra Regione e ulteriori 61 aggiornati dopo essere stati notificati precedentemente presso altre Regioni. [Tabella 1]. TABELLA 1 CASI DI AIDS NOTIFICATI IN LIGURIA E CASI DI RESIDENTI LIGURI NOTIFICATI IN ALTRE REGIONI Per quanto riguarda i 398 casi non residenti in Liguria, si può osservare come oltre la metà (210 casi) provenga dalle Regioni limitrofe, soprattutto Piemonte e Lombardia (Tabella 2, Figura 1). 4

6 Tabella 2 - Casi di AIDS in residenti non liguri notificati o aggiornati da strutture liguri, dal gennaio 1984 al 31 Dicembre 2010 Regione Residenza N. Casi % Abruzzo 1 0,25 Basilicata 1 0,25 Calabria 14 3,52 Campania 5 1,26 Emilia Romagna 19 4,77 Friuli Venezia Giulia 1 0,25 Lazio 7 1,76 Lombardia 65 16,33 Marche 3 0,75 Piemonte 90 22,61 Pr Aut. Trento 1 0,25 Puglia 13 3,27 Sardegna 15 3,77 Sicilia 8 2,01 Toscana 36 9,05 Umbria 3 0,75 Val D'Aosta 1 0,25 Veneto 6 1,51 _ESTERO 17 4,27 _IGNOTA 92 23,12 Totale

7 FIGURA 1 - CASI DI AIDS IN RESIDENTI NON LIGURI NOTIFICATI O AGGIORNATI DA STRUTTURE LIGURI, DAL GENNAIO 1984 AL 31 DICEMBRE 2010 Estero = 17 Non indicata = 92 6

8 Analizzando i 55 casi pediatrici [Tabella 3], si può notare che i fuori regione rappresentano una percentuale elevata (43,6 %); questa alta frequenza è spiegabile con la presenza in Liguria di un Istituto di rilevanza nazionale specializzato nelle malattie pediatriche. TABELLA 3 CASI DI AIDS PEDIATRICO NOTIFICATI IN LIGURIA DAL GENNAIO 1984 AL 31 DICEMBRE 2010 Regione Residenza N. Casi % _IGNOTA 3 5,45 Calabria 4 7,27 Campania 2 3,64 Liguria 31 56,36 Piemonte 7 12,73 Puglia 4 7,27 Sardegna 1 1,82 Sicilia 1 1,82 Toscana 1 1,82 Veneto 1 1,82 Totale ,00 Sempre a proposito dei casi pediatrici è importante segnalare che dall anno 2000 è stato notificato solo 1 nuovo caso di AIDS in soggetti al di sotto dei 14 anni; detto caso è stato segnalato nel 2009 e riguardava un soggetto residente in provincia di Savona. 7

9 LE NOTIFICHE DI AIDS TRA I RESIDENTI LIGURI DISTRIBUZIONE TEMPORALE E GEOGRAFICA DEI CASI Al 31 Dicembre 2010 risultano notificati 3042 casi di AIDS in residenti liguri. Utilizzando come denominatore la popolazione ligure dell ultimo Censimento Nazionale del 2001 per i casi notificati dopo il 1998 e quella del censimento 1991 per i precedenti, il tasso cumulativo d incidenza risulta pari a 184,5 casi ogni abitanti. L andamento dell incidenza osservato nel corso degli anni tra i residenti liguri mostra una costante crescita sino al 1995, anno in cui si è raggiunto il picco epidemico (16,9/ ab), cui fa seguito una netta e progressiva riduzione sino a 3,3 casi per abitanti nel Tuttavia nel 2006 si è osservata un inversione di questo trend essendo l incidenza di AIDS ritornata a livelli analoghi a quelli evidenziati nel (Figura 2). Nel 2007 e 2008, si è osservata nuovamente una riduzione dei casi (~ 3,1/ ), mentre nel 2009 si riscontra un nuovo incremento (3,9/ ). Nel 2010 si raggiunge il più basso tasso di incidenza degli ultimi 20 anni( 2,7/ ). FIGURA 2 - CASI DI AIDS IN RESIDENTI LIGURI: ANDAMENTO TEMPORALE DELL INCIDENZA ANNUALE, PER ABITANTI La distribuzione temporale dell incidenza dei casi di AIDS per Provincia di residenza [Figure 3, 4] mostra che nel 2010 Genova ed Imperia sono risultate quelle con un maggiore tasso (3,4-3,5/ abitanti), seguita da La Spezia, mentre Savona, che nell anno precedente aveva mostrato l incidenza più elevata (5,9/ ), non ha notificato alcun caso di AIDS. L analisi temporale dei casi notificati dal 1985 al 2010 consente di rilevare che per le quattro province liguri la metà degli anni 90 costituisce il raggiungimento del picco epidemico, da quel momento è iniziato un continuo e graduale decremento dei casi. Nel periodo , si è assistito 8

10 ad un andamento oscillante con incrementi e decrementi dei casi abbastanza contenuti, se si esclude il caso di Savona nel biennio FIGURA 3 - CASI DI AIDS IN RESIDENTILIGURI: INCIDENZA PER ABITANTI, PER PROVINCIA DI RESIDENZA NELL ANNO

11 FIGURA 4 - CASI DI AIDS IN RESIDENTI LIGURI: ANDAMENTO TEMPORALE DELL INCIDENZA DEI CASI DI AIDS (PER ABITANTI) PER ANNO DI DIAGNOSI E PROVINCIA DI RESIDENZA Analoghe considerazioni possono essere poste osservando l andamento dell incidenza nelle 5 ASL liguri [Figura 5]. FIGURA 5 - CASI DI AIDS IN RESIDENTI LIGURI: ANDAMENTO TEMPORALE DELL INCIDENZA DEI CASI DI AIDS (PER ABITANTI) PER ANNO DI DIAGNOSI E ASL DI RESIDENZA 10

12 Dal 1985 al 2010, come già detto, sono stati notificati da strutture liguri o da altre Regioni 3042 casi di AIDS in residenti liguri; di questi, il 58,3% (1774/3041) risulta deceduto al 31 dicembre Peraltro, occorre precisare che la notifica di decesso per AIDS, contrariamente a quella di diagnosi di caso, non è obbligatoria, ed è quindi opportuno attendersi una sottostima per vari motivi quali: mancato accertamento dello status di vita/decesso, irreperibilità dei soggetti per trasferimento di residenza o in Comunità. Tuttavia, è possibile evidenziare che [Tabella 4 e Figura 6]: il tasso di letalità tende a crescere con il tempo trascorso dalla diagnosi, fino a raggiungere il 90% circa nei casi diagnosticati fino all inizio degli anni 90; la metà circa dei soggetti con diagnosi di AIDS tra il 1995 e il 1996, risulta ancora vivente; il tasso di letalità si riduce drasticamente negli anni successivi, fino a raggiungere il minimo storico tra i casi notificati nel 2005 (1,9%); nel periodo la letalità è significativamente aumentata attestandosi intorno al 11-13%. Questo fenomeno è riconducibile al fatto che detti pazienti si rivolgono alle strutture cliniche quando hanno già AIDS conclamato non avendo alcuna percezione di comportamenti a rischio tenuti negli anni precedenti. Basti pensare che dei 7 decessi del 2009 ben 5 hanno avuto la prima diagnosi HIV-AIDS nel corso dello stesso anno. nel 2010 si sono verificati 3 decessi tra i 43 casi notificati nello stesso anno. Comunque, in termini generali, la maggiore sopravvivenza è in relazione con il migliore approccio terapeutico grazie alla disponibilità di farmaci di nuova generazione. Infatti, considerando come spartiacque il 1996, anno dell introduzione dei farmaci inibitori della proteasi, si può osservare come dei 1034 casi notificati nel periodo , i soggetti in vita rapprensentino circa l 80,0% (821/1034). 11

13 Tabella 4- Casi di AIDS in residenti liguri per anno di diagnosi vita e tasso di letalità Anno N. casi Deceduti Viventi Non Noti Letalità , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,0 Totale ,3 12

14 FIGURA 6 - CASI DI AIDS IN RESIDENTI LIGURI PER ANNO DI DIAGNOSI VITA E TASSO DI LETALITÀ 13

15 La distribuzione dei casi di AIDS notificati in Liguria, nel periodo , stratificati per ASL di residenza e stato in vita, è riportata nella tabella 5 e nella figura 7. Si può notare come oltre la metà dei casi prevalenti interessi la ASL 3 dove i soggetti viventi con AIDS sono circa 88,9/ abitanti; valori inferiori si riscontrano nelle ASL 1 e 2 (~ 60,0/ ) mentre le ASL 4 e 5 hanno tassi sensibilmente minori (< 45,0/ ). TABELLA 5- CASI DI AIDS IN RESIDENTI LIGURI, PER ASL DI RESIDENZA E STATO IN VITA (AL 31/12/2010) ASL Deceduti Viventi ND Totale ASL ASL ASL ASL ASL Totale NB: 2 casi ASL non nota FIGURA 7- CASI DI AIDS IN RESIDENTI LIGURI OGNI ABITANTI, PER ASL DI RESIDENZA E STATO IN VITA (AL 31/12/2010) 14

16 CARATTERISTICHE DEMOGRAFICHE E MODALITÀ DI TRASMISSIONE La distribuzione dei casi in base al sesso e all anno di diagnosi evidenzia la maggior diffusione dell AIDS nella popolazione maschile rispetto a quella femminile [Tabella 6]; infatti, dagli anni 80 ad oggi, il 73% dei casi ha interessato soggetti maschi, con valori che hanno oscillato tra il 62,5% del 1985 e l 80,6 del TABELLA 6 - DISTRIBUZIONE CASI AIDS IN RESIDENTI LIGURI,PER ANNO DI DIAGNOSI E SESSO Femmine Maschi Totale Anno Casi % Casi % , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,05 42* Totale , , NB: 1 caso sesso non noto 15

17 Inoltre, stratificando per sesso e classi d età, appare evidente come l AIDS, dal 1985 ad oggi, abbia interessato soprattutto i soggetti di età compresa tra i 20 e i 50 anni, evidenziando un picco di maggior incidenza soprattutto nella classe 30-39, più elevato fra i maschi rispetto alle femmine; tale divario, seppur presente, risulta meno marcato nella classe anni. La tabella 7 e la figura 8 mostrano la distribuzione dei casi di AIDS e i relativi tassi di incidenza cumulativa per abitanti, stratificati per sesso e classi di età. TABELLA 7 - CASI DI AIDS IN RESIDENTI LIGURI: DISTRIBUZIONE E INCIDENZA CUMULATIVA (X AB) PER FASCE DI ETÀ E SESSO DAL 1985 AL 2010 Classi d'eta Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Inc_Tot ,0 22,8 21, ,0 19,2 9, ,0 390,2 309, ,9 942,9 646, ,5 424,5 274, ,4 68,0 35,9 Totale ,6 292,2 188,9 NB: 1 caso sesso non noto FIGURA 8 - CASI DI AIDS IN RESIDENTI LIGURI: INCIDENZA CUMULATIVA PER FASCE DI ETÀ E SESSO AL 31/10/2010 La Tabella 8 mostra la distribuzione temporale dell incidenza delle diagnosi di AIDS nelle diverse classi d età e sesso. Considerando l andamento dell incidenza si osserva come a partire dal 1998, i casi di AIDS siano in decremento in tutte le fasce d età, pressoché scomparsi tra 0-19 anni, molto ridotti nella classe Una diminuzione significativa, a partire dalla metà degli anni 90, si è osservato anche per i casi di AIDS notificati nei soggetti di età compresa fra 30-16

18 39 e anni. Tuttavia, nel 2006 si sono osservati valori più elevati rispetto all anno precedente in quasi tutte le fasce di età. Nel periodo i valori di incidenza presentano oscillazioni non significative pressoché in tutte le classi d età. Nel corso del 2010 a fronte della diminuzione di notifiche totali si evidenzia una marcata riduzione nelle varie fasce d età. TABELLA 8 - INCIDENZA ANNUALE (X AB) DI AIDS IN RESIDENTI LIGURI, PER CLASSI DI ETÀ E SESSO Anno F M F M F M F M F M F M ,0 0,0 0,0 0,0 3,1 3,0 0,0 0,8 0,0 1,0 0,0 0, ,0 0,0 0,0 0,0 2,1 10,0 3,3 6,5 0,0 1,9 0,0 0, ,0 5,4 0,0 0,0 11,4 28,1 3,3 11,4 0,0 1,0 0,0 1, ,0 1,3 0,0 0,0 18,6 28,1 10,9 22,8 0,0 7,7 0,0 0, ,9 2,7 0,0 2,4 18,6 42,1 5,8 46,5 1,0 7,7 0,0 1, ,9 4,0 0,0 0,0 30,0 52,1 9,2 44,9 3,8 11,5 0,2 1, ,4 1,3 0,0 2,4 21,7 48,1 20,9 61,2 1,9 17,3 0,7 3, ,4 0,0 0,0 0,0 18,6 37,1 24,2 85,7 7,6 21,2 0,2 2, ,3 1,3 0,0 0,0 18,6 31,1 20,1 98,7 1,9 17,3 0,5 3, ,3 0,0 0,0 0,0 22,8 29,1 44,3 106,1 5,7 24,0 0,5 3, ,4 4,0 0,0 2,4 17,6 24,1 40,9 99,5 11,4 37,5 0,2 4, ,4 0,0 0,0 0,0 11,4 16,0 42,6 100,3 7,6 28,9 1,4 4, ,0 0,0 0,0 0,0 11,4 5,0 23,4 49,8 3,8 31,7 1,4 3, ,0 1,3 0,0 0,0 4,1 4,0 15,0 36,7 3,8 20,2 0,7 3, ,0 0,0 0,0 0,0 3,7 3,6 8,5 30,9 5,7 16,3 0,2 1, ,0 0,0 0,0 0,0 1,2 8,4 6,8 18,4 3,8 15,3 0,2 0, ,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1,2 10,2 22,5 10,5 20,1 0,7 1, ,0 0,0 0,0 0,0 1,2 2,4 6,8 19,2 4,8 18,2 0,5 2, ,0 0,0 0,0 2,4 0,0 2,4 7,6 20,9 3,8 16,3 0,2 3, ,0 0,0 0,0 0,0 1,2 1,2 11,0 14,2 4,8 17,3 0,5 2, ,0 0,0 0,0 0,0 1,2 2,4 5,1 6,7 6,7 15,3 0,5 3, ,0 0,0 0,0 7,3 1,2 2,4 8,5 11,7 8,6 22,0 1,0 4, ,0 0,0 0,0 0,0 1,2 3,6 5,9 8,3 4,8 13,4 0,2 2, ,0 0,0 0,0 2,4 2,4 2,4 1,7 4,2 6,7 15,3 0,5 3, ,0 1,3 0,0 0,0 2,4 0,0 4,2 9,2 13,3 19,2 0,0 3, ,0 0,0 0,0 0,0 1,2 2,4 2,5 5,8 4,8 6,7 1,0 4,1 La distribuzione delle differenti modalità di trasmissione o di esposizione al rischio è descritta in Tabella 9 e Figure 9 e 10. Si può rilevare che: a) Le categorie di esposizione principalmente interessate a partire dalla seconda metà degli anni 90 sono la tossicodipendenza e.v. e i contatti sessuali. 17

19 b) i casi di AIDS pediatrico e quelli da emoderivati/trasfusioni, sono stati, negli anni di osservazione, 31 e 24 rispettivamente e da quasi un decennio, praticamente scomparsi, se si eccettuano il caso pediatrico notificato nel 2009 e quello da emoderivati/trasfusioni nel c) la tossicodipendenza e.v. rimane il maggior fattore di rischio tra i soggetti con AIDS conclamato, sebbene vi sia stato un vistoso decremento dai primi anni 90 ad oggi; nel periodo 1985-decembre 2010 tra i casi notificati, circa il 67.0% riconosceva questo fattore come modalità più probabile di trasmissione dell infezione. d) i contatti sessuali, analogamente alla tossicodipendenza, rappresentano una modalità di trasmissione molto rilevante, pari al 26,0% dei casi notificati dal 1985 ad oggi. E inoltre degno di nota che i casi segnalati che riconoscono come categoria d esposizione contatti sessuali dal 2001 ad oggi sono sovrapponibili a quelli da tossicodipendenza (304 vs 294) e a partire dal 2005 sono diventati la prima causa di esposizione. e) il sistema di notifica è via via diventato sempre più accurato, come si può osservare dalla minima percentuale di casi che attualmente risultano con categoria di esposizione non determinata + Altro. Tuttavia, dei 32 casi notificati negli ultimi 10 anni, almeno 5 riconoscono come modalità di contagio la trasmissione pre-perinatale sebbene l AIDS conclamato sia stato diagnosticato oltre l età pediatrica. TABELLA 9 - CASI DI AIDS IN RESIDENTI LIGURI: DISTRIBUZIONE PER CATEGORIA DI ESPOSIZIONE E PER ANNO DI DIAGNOSI. Anno Contatti sessuali Fattori coagulaz/ trasf Pediatrici Tossico-dip e.v. ND + Altro Totale * Totale

20 FIGURA 9 - DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DEI CASI DI AIDS IN RESIDENTI LIGURI IN RAPPORTO AI FATTORI DI RISCHIO O ALLA CATEGORIA DI ESPOSIZIONE, AL 31/12/2010 FIGURA 10 - INCIDENZA DEI CASI DI AIDS IN RESIDENTI LIGURI IN RAPPORTO AI FATTORI DI RISCHIO O ALLA CATEGORIA DI ESPOSIZIONE, AL 31/12/

21 Facendo riferimento alle due categorie di esposizione maggiormente rappresentate, vale a dire contatti sessuali e tossicodipendenza, nella figura 11 sono riportati i casi notificati suddivisi per sesso e per anno di segnalazione. Per quanto riguarda la tossicodipendenza, l andamento nei maschi e nelle femmine è sovrapponibile pur con il diverso rapporto di casi nei due sessi, come già precedentemente accennato. Riguardo ai casi di AIDS da contatti sessuali, si può invece notare come la distanza tra le due curve si sia notevolmente ridotta intorno alla fine degli anni 90, ad indicare un aumento di infezioni acquisite in tal modo soprattutto tra le donne. Anche in questa figura è evidente come a partire dal 2005 la categoria contatti sessuali abbia superato quella tossicodipendenza. FIGURA 11 - CASI DI AIDS IN RESIDENTI LIGURI IN RAPPORTO AI DUE FATTORI DI RISCHIO MAGGIORMENTE INCIDENTI, SUDDIVISI PER SESSO, AL 31/12/2010 Sempre a proposito della trasmissione sessuale, in tabella 10 è riportata in dettaglio la tipologia del partner dei 783 casi di AIDS notificati dal 1985, suddivisi in base al sesso. Come si può osservare, tra le donne, il 40,1% dei casi ha dichiarato di avere un partner tossicodipendente e il 53,0% afferma il contagio da partner non determinato, che in una quota considerevole di casi è riconducibile a donne con attività sessuale promiscua e rapporti non protetti. Tra i maschi la frequenza maggiore si è osservata per partner non determinato e partner omosessuale (28,4% e 25,2%) seguita da partner bisessuale e rapporti con prostitute (24,6% e 11,2% rispettivamente). 20

22 TABELLA 10 - CASI DI AIDS IN RESIDENTI LIGURI: DISTRIBUZIONE DEI CASI A TRASMISSIONE ETEROSESSUALE PER SESSO E PER CATEGORIA DI RISCHIO DEL PARTNER ( AL 31/12/2010) Femmine Maschi Totale N. % N. % N Partner tossicodipendente 99 40,1 41 7,6 140 Partner non determinato , ,4 283 da/a prostituzione 3 1, ,2 63 Partner di zone endemiche 6 2,4 16 3,0 22 Partner bisex 6 2, ,6 138 Partner omosessuale 0 0, ,2 135 Partner trasfuso/emofilico 2 0,8 0 0,0 2 Totale Per quanto concerne i casi pediatrici [Tabella 11] i dati rimangono del tutto sovrapponibili a quelli riportati nel bollettino dell anno 2003, anche se nel corso del 2009 è pervenuto una nuova segnalazione. Nella tabella si può osservare come 18 dei 31 casi avessero come fattore di rischio la tossicodipendenza della madre, con relativa sieropositività. TABELLA 11 - CASI DI AIDS PEDIATRICO IN RESIDENTI LIGURI: DISTRIBUZIONE TIPO DI TRASMISSIONE E SESSO (AL 31/12/2010) Categoria di rischio Maschi Femmine Totale Madre tossicodip Partner madre a rischio Madre sieropositiva Totale

23 SISTEMA INFORMATIVO DELLE NUOVE DIAGNOSI DA HIV PREMESSA La sorveglianza dell infezione da HIV costituisce oggi uno strumento fondamentale per il monitoraggio dell epidemia da HIV in Europa, avendo progressivamente sostituito la sorveglianza dell AIDS che, con l introduzione nel 1996 delle terapie antiretrovirali di provata efficacia, non è più in grado di riflettere l andamento reale dell infezione. Numerosi Enti quali l Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l'unaids (Joint United Nations Programme on HIV/AIDS) hanno a più riprese raccomandato l istituzione di sistemi di sorveglianza nazionali per le infezioni da HIV in Europa allo scopo di fornire informazioni aggiornate sulla loro diffusione. Questa raccomandazione è divenuta un obiettivo primario dal 2004, anno di costituzione dell European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), che ha come missione il controllo e la prevenzione delle malattie infettive in Europa. I sistemi di sorveglianza dell infezione da HIV consentono di superare le difficoltà interpretative sugli andamenti dell AIDS derivanti da diverse definizioni di caso di questa sindrome presenti in varie aree geografiche, alcune basate unicamente su criteri clinici minimi, altre su criteri clinici dettagliati, altre ancora su criteri clinici ed immunologici. Recentemente l OMS ha sottolineato come, con l introduzione delle terapie antiretrovirali, l infezione da HIV sia divenuta a tutti gli effetti una malattia cronica, che necessita di sistemi di sorveglianza adeguati a monitorare sia la fase iniziale asintomatica che gli stadi successivi di malattia. Per quanto riguarda l Italia, i cambiamenti epidemiologici sono risultati evidenti a partire dal 1996, quando per la prima volta si è verificata una diminuzione dei nuovi casi di AIDS (-12%) e dei decessi correlati all AIDS (-10%) rispetto al Tale decremento è attribuibile alla modificazione della storia naturale dell infezione, grazie alle nuove terapie, piuttosto che ad una diminuzione delle infezioni da HIV. Partendo da queste premesse, la Regione Liguria, recepite le raccomandazioni delle organizzazioni internazionali (OMS, UNAIDS, UE, ECDC) e come indicato nel Piano Sanitario Nazionale, con l obiettivo primario di ridurre l incidenza della mortalità e delle conseguenze negative delle infezioni da HIV e delle altre malattie a trasmissione sessuale, con Delibera Regionale N.129 del 23/02/2004, ha istituito un proprio sistema di sorveglianza delle nuove infezioni di HIV che prevede la partecipazione attiva di diverse strutture sanitarie operanti sul territorio ligure. Questo sistema di sorveglianza fino al 2008 era attivo in altre 4 regioni italiane, Lazio, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Veneto, e in 5 province: Trento, Bolzano, Modena, Rimini e Sassari. Peraltro, nel corso del 2008 è stato emanato dal Ministero della Salute il D.M. 31 marzo 2008 Istituzione del Sistema di Sorveglianza delle nuove diagnosi di infezioni da HIV- (G.U. 28/07/2008 N. 175) che di fatto rende istituzionale tale sistema che dovrà essere quindi reso 22

24 operativo su tutto il territorio nazionale. Ad oggi tutte le regioni che si dovevano adeguare hanno un sistema di sorveglianza attivato di recente o in via di attivazione LE NUOVE DIAGNOSI DI INFEZIONE DA HIV: RISULTATI AL 31/12/2010 Uno degli obiettivi primari del presente progetto: disporre delle segnalazioni di nuove diagnosi da HIV dal 2001, al fine di elaborare in modo più esaustivo il trend epidemiologico di questa infezione in Liguria, è stato raggiunto nel corso del 2006, vale a dire circa 2 anni dopo l inizio del programma di sorveglianza. Il risultato è stato ottenuto grazie alla fattiva collaborazione di tutti i centri partecipanti che retrospettivamente hanno analizzato tutti i casi di pazienti seguiti a partire dal Nella figura 1a è riportata la distribuzione per classe d età delle nuove diagnosi da HIV notificate in Liguria, che globalmente assommano a 1156 casi. Le segnalazioni hanno avuto un picco nel 2004 con 155 segnalazioni mentre sembrano essersi assestate intorno ai casi negli anni successivi. In altre parole si può affermare che in Liguria si sono presentate in questi anni, presso i Centri clinici, 2-3 persone alla settimana a cui è stata diagnosticata per la prima volta una positività al test anti-hiv. Nel 2010 le nuove infezioni notificate sono state 73, evidenziando una notevole riduzione dei casi (~ 45%) rispetto al triennio precedente. Le fasce d età più interessate dal fenomeno risultano quelle e anni con valori, rispettivamente, del 26,8% e del 34,5% nei 10 anni considerati; seguono poi le classi anni (18,7%) e gli over 55 (11,8%). Nella figura 1b i casi, riportati in percentuale, evidenziano come la classe di età anni sia stata quella con il maggior numero di segnalazioni in ognuno dei 10 anni oggetto di sorveglianza, ad eccezione del 2002, dove la fascia anni costituiva il 32,4% delle notifiche; da allora si è osservato, in quest ultima classe, un decremento con valori intorno al 22,0% nel Anche nei soggetti di età anni, nel periodo , si è osservato un trend discendente mentre nel 2006 si è avuta un inversione di tendenza con prevalenza, sul totale dei casi segnalati, intorno al 28%. Dal 2007, le notifiche in questa fascia mostrano una riduzione dei casi più evidente nel 2010 rispetto al triennio precedente (16,4% vs valore medio di 22,4% rispettivamente). Appare stabile la distribuzione dei casi nella fascia anni, che rappresentano in media circa il 7% del totale delle nuove diagnosi nel periodo , mentre sembra in lieve aumento la frequenza nei soggetti di età superiore ai 54 anni con valori intorno al 15% negli ultimi 4 anni. Per quanto concerne la classe d età 0-14 anni, si è osservato un picco nel 2004 (3,23%) ed un assestamento intorno allo 0,6% negli anni successivi. Da quando è iniziata la sorveglianza, nuove diagnosi di infezione da HIV in soggetti tra 0-14 anni sono state poste per la prima volta nel In particolare, si tratta di 5 casi nati da madri sieropositive di cui 1 tossicodipendente e 4 eterosessuali, che hanno dichiarato rapporti con partner sieropositivi; 4 casi risiedevano in Liguria, (3 nella provincia di Genova ed 1 nella provincia di La Spezia) mentre il rimanente proveniva dalla provincia di Pistoia. Analoga osservazione riguarda l unica diagnosi di nuova in- 23

25 fezione rilevata nel 2005, in un bambino nato da madre sieropositiva, ligure, con pregressi rapporti sessuali con partner sieropositivo. Inoltre, dal 2006 al 2009 è stato rilevato 1 caso per anno di sieropositività in neonati da madre sieropositiva per avvenuta trasmissione verticale. Nessun caso è stato notificato nel Si vuole infine evidenziare come l età al momento di segnalazione del caso di nuova diagnosi sia progressivamente aumentata nel tempo. Si è, infatti, passati da 38 anni di età mediana nel 2001 a 41 anni nel Figura 1a Distribuzione delle nuove diagnosi da HIV notificate in Liguria per classi d'età Cat_età Totale ND Totale Figura 1b - Distribuzione (%) delle nuove diagnosi da HIV notificate in Liguria per classi d'età 24

26 Per quanto riguarda il sesso, le nuove diagnosi hanno riguardato nel 30,0% dei casi segnalati tra il 2001 e il 2010, soggetti di sesso femminile; è evidente (Figura 2) come si sia verificato dal 2002 al 2005 un costante incremento tra le donne, essendo la percentuale passata dal 28,4% al 41,5%, per ridursi costantemente negli anni successivi, attestandosi su valori al di sotto del 25% nel periodo Figura 2 - Distribuzione (%) per sesso delle nuove diagnosi da HIV notificate in Liguria dal 2001 al 2010 A proposito delle province di residenza, in Figura 3 si può osservare come la maggior parte dei casi osservati dal 2001 al 2010 riguardi Genova con il 59,0% del totale; seguono Savona (13,2%), La Spezia (12,2%) ed Imperia (5,7%). Infine, sul totale dei casi notificati, quelli fuori regione rappresentano un quota intorno al 9,2%. Occorre, tuttavia, evidenziare il graduale e netto decremento dei casi nella provincia di Genova (dal 79,3% nel 2001 al 57,5% nel 2010), contrapposto parimenti ad un incremento dei casi nelle altre 3 province, in particolar modo a Savona (dal 2,3% del 2001 al 20% circa del , per poi ridiscendere intorno al 10,0% nel dicembre 2008 e risalire al 13,7% nel 2010) e a La Spezia (dal 13,8% del 2001 al 20,8% nel 2008 e assestarsi nuovamente ai valori del ,7% nel 2010). Nel 2010, si osserva una riduzione dei casi rispetto all anno precedente in tutte le province liguri. 25

27 Figura 3 Distribuzione (%) per provincia di residenza delle nuove diagnosi da HIV notificate in Liguria dal 2001 al In Figura 4a e 4b le nuove diagnosi sono suddivise per nazionalità, sesso e anno di notifica. Si può notare che gli italiani costituiscono il 75,8% del totale; il trend è piuttosto stabile nel tempo essendo tale percentuale variata nei diversi anni tra il 66,7% del 2002 e l 83,8% nel 2008; nel 2010 tale valore è risultato pari al 75,3. E tuttavia evidente una differenza tra maschi e femmine: i primi rappresentano l 82,5% di tutti i maschi mentre le donne italiane con nuova diagnosi di HIV sono il 59,2% sul totale delle femmine. Si sono osservate delle differenze anche tra i soggetti di altre nazionalità. In particolare tra le donne non italiane, le nuove diagnosi hanno prevalentemente interessato soggetti provenienti dall Africa Centrale e dall America Meridionale che rispettivamente costituiscono il 14,4% e il 9,9% dei casi totali, cioè più della metà (81/136) dei casi stranieri notificati in Liguria. Tra i soggetti di sesso maschile risultano prevalenti tra gli stranieri quelli di nazionalità sudamericana (5,7%), seguiti da individui provenienti dall Africa Centrale e dall America Centrale in percentuali pressoché sovrapponibili, intorno al 3,0%. 26

28 Figura 4a Distribuzione (%) per nazionalità e sesso delle nuove diagnosi da HIV notificate in Liguria dal 2001 al Figura 4b Distribuzione (%) per nazionalità e anno di segnalazione delle nuove diagnosi da HIV notificate in Liguria dal 2001 al

29 Per quanto concerne la categoria di esposizione, i risultati ottenuti sono riportati in Figura 5. Nei soggetti di sesso femminile, negli anni considerati, la trasmissione eterosessuale costituisce circa l 80,5% delle nuove diagnosi, seguita dalla tossicodipendenza con valori intorno al 10,0%; globalmente, circa il 4,2% dei casi ha riguardato prostitute. Nel 2010, l 82,3% delle nuove diagnosi riguardano la trasmissione eterosessuale e l 11,7% la tossicodipendenza e.v. Anche negli individui di sesso maschile i contatti sessuali (eterosessuali e omo/bissessuali) rappresentano la principale categoria d esposizione, con valori intorno al 77,9% del totale, seguita dal 16,1% nei tossicodipendenti per via endovenosa (IVDU). Appare evidente l incremento della trasmissione per via sessuale, che nel 2001 costituiva circa il 56,7% dei casi diagnosticati mentre nell ultimo biennio si è attestata su valori intorno all 85%. Parallelamente si è verificata una diminuzione dei casi fra i tossicodipendenti che nel periodo costituiscono l 11,3% dei nuovi casi. Figura 5 Distribuzione (%) per categoria di esposizione e sesso delle nuove diagnosi da HIV notificate in Liguria dal 2001 al

30 Considerando la modalità di acquisizione per via eterosessuale, dai dati raccolti si evince come, in entrambi i sessi, il 52,5% dei casi di nuova diagnosi (63,0% nei maschi, 41,0% nelle femmine) dichiarino di non conoscere lo stato del/i partner nei confronti dell infezione da HIV (fig. 6, 7). Tra i soggetti di sesso femminile il rapporto sessuale con individui noti come HIV positivi è stato dichiarato nel 37,0% dei casi segnalati dal 2001 al 2010, mentre nei maschi questa modalità di acquisizione dell infezione risulta presente nel 14,0%. Inoltre è degno di nota come tra i maschi quelli originari di zona endemica (9%) o che hanno dichiarato rapporti sessuali con soggetti provenienti da zona endemica (5%), costituiscano il 14% dei casi nel periodo di sorveglianza; analogamente, tra le donne, tale valore risulta intorno al 13% (originari di zona endemica 12%; rapporti sessuali con soggetti provenienti da zona endemica 1%). 29

31 Figura 6 Distribuzione (%) per esposizione eterosessuale e sesso delle nuove diagnosi da HIV notificate in Liguria dal 2001 al

32 Figura 7 Distribuzione (%) delle modalità di acquisizione per esposizione eterosessuale delle nuove diagnosi da HIV notificate in Liguria, stratificate per anno e sesso. 31

33 Un ulteriore dato raccolto dai Centri clinici liguri circa le nuove diagnosi di HIV pervenute alla loro osservazione, riguardava lo stadio clinico. Come sistema di classificazione si è utilizzato quello proposto dai Centers for Disease Control and Prevention, USA, che viene sinteticamente riportato nella Figura 8. Figura 8 Sistema di classificazione dell infezione da HIV. I casi di nuova diagnosi da HIV, notificati dall anno 2001 al 2010, suddivisi in base al sesso ed allo stadio clinico sono indicati nella Figura 9. Si può osservare come i soggetti presentatisi con AIDS conclamato rappresentano il 20,9% del totale; tra le donne detta percentuale è del 18,3% e tra gli uomini del 22,0%. Il trend temporale evidenzia come questo fenomeno sia sempre presente, sebbene in diversa proporzione tra i due sessi, nonostante il passare degli anni. I pazienti con nuova diagnosi da HIV classificati in stadio B sono risultati globalmente il 18,5%, mentre quelli asintomatici (stadio A) sono stati il 56,6%, (rimanente 4,0% circa, in corso di definizione). Risulta tuttavia evidente, osservando la Figura 9, una diversa distribuzione nei due sessi; infatti, le donne classificate in stadio A sono state il 63,5% vs il 53,7% nei maschi. Analogamente, per lo stadio B, i soggetti di sesso femminile sono risultati il 14,7%, mentre quelli di sesso maschile erano il 20,0%. 32

34 Fig. 9 Distribuzione (%) per stadio clinico e sesso delle nuove diagnosi da HIV notificate in Liguria dal 2001 al

35 Considerazioni Conclusive Il presente report evidenzia come il costante decremento dei casi di AIDS iniziato nel 1995 quando si era raggiunto il picco epidemico con un incidenza di 16,9/ abitanti sia stato costante ad eccezione del 2001 e del 2006 (5,2 casi di AIDS ogni abitanti in entrambi gli anni). Nel 2010, è stato raggiunto il minimo storico: 2,7 casi di AIDS ogni abitanti. A proposito della categoria di esposizione, i dati dell ultimo anno confermano il trend iniziato alla fine degli anni 90 quando i casi di AIDS che riconoscevano come principale esposizione al rischio i contatti sessuali cominciavano a diventare numericamente simili a quelli dove il maggior fattore di rischio era costituito dalla tossicodipendenza e.v.; dal 2001 ad oggi i casi a trasmissione sessuale sono sovrapponibili a quelli da tossicodipendenza (304 vs 294 rispettivamente) e a partire dal 2005 sono diventati la prima causa di esposizione (176- vs 135 casi). Sempre a proposito della trasmissione sessuale, bisogna evidenziare che tra le donne con AIDS circa il 40,1% ha dichiarato di avere un partner tossicodipendente e circa il 53,0% ha asserito di aver quale fattore di rischio partner non determinato, che in una quota considerevole di casi è riconducibile a donne con attività sessuale promiscua e rapporti non protetti. Tra i maschi la frequenza maggiore si è osservata per partner non determinato e partner omosessuale (28,4% e 25,2%, rispettivamente) seguita da partner bisessuale e rapporti con prostitute (26,4% e 11,2%). E inoltre degno di nota come tra i casi di AIDS notificati in Liguria siano pressoché scomparsi quelli che riconoscono come categoria di esposizione emoderivati/trasfusioni o la trasmissione verticale da madre sieropositiva a neonato. Per quanto riguarda i casi prevalenti bisogna constatare come la quasi totalità dei soggetti affetti da AIDS con diagnosi antecedente il 1993 sia deceduta; tuttavia, considerando come spartiacque il 1996, anno dell introduzione dei farmaci inibitori della proteasi, si può osservare come dei 1033 casi notificati fino a dicembre 2010, i soggetti in vita costituiscono l 80%. Bisogna comunque sottolineare come per 38 soggetti, pari al 3,7%, non si abbiano notizie riguardo allo stato in vita, essendo come noto obbligatoria la notifica dei casi di AIDS ma non la segnalazione del decesso. Globalmente si può stimare che nel 2010 i soggetti viventi con AIDS in Liguria, consapevoli del loro stato, siano 1121 a cui devono essere aggiunti gli HIV positivi non AIDS (vedi oltre). Quanto sinteticamente finora riportato consente, indirettamente, di affermare che vi è stato un cambiamento nell epidemiologia dell HIV. Inoltre, così come già sottolineato, l introduzione di terapie antiretrovirali efficaci nel ritardare l evoluzione verso l AIDS e quindi nel ridurre in modo significativo l incidenza dei casi di sindrome conclamata, rende questo tipo di sorveglianza insufficiente per monitorare l andamento dell infezione. Appare quindi evidente come l istituzione del sistema di monitoraggio delle nuove diagnosi da HIV da parte della Regione Liguria (D.R. 129/2004) abbia costituito e continui a rappresentare un indispensabile ausilio per fornire, in modo tempestivo, informazioni più accurate sulla diffusione del virus, soprattutto nelle fasi più precoci, essendo noto come l AIDS rappresenti la fase finale, considerata la storia naturale dell infezione provocata dall HIV. 34

36 I dati relativi alle nuove diagnosi da HIV, ottenuti grazie alla fattiva collaborazione di tutti i centri partecipanti che retrospettivamente hanno analizzato tutti i casi di pazienti seguiti a partire dal 2001, consentono di affermare che si è raggiunto l obiettivo prefissato quando si è istituito detto sistema di sorveglianza, vale a dire la ricostruzione storica dell andamento dell epidemiologia dell HIV in Liguria dopo che si è modificata la storia naturale dell infezione. I dati opportunamente elaborati ed analizzati, consentono di trarre alcune importanti indicazioni sulla circolazione dell HIV nella popolazione ligure dall inizio degli anni 2000 ad oggi. In primo luogo si può affermare che in Liguria si presentano, presso i Centri clinici, mediamente 2-3 persone alla settimana a cui è stata diagnosticata per la prima volta una positività al test anti-hiv. Le fasce d età più interessate dal fenomeno delle nuove diagnosi risultano quelle e anni con percentuali, rispettivamente, del 26,8 e del 34,5, nei 10 anni considerati; seguono poi le classi anni (18,7%) e gli over 55 (11,8%) Si vuole infine evidenziare come l età al momento di segnalazione del caso di nuova diagnosi sia progressivamente aumentata nel tempo. Si è, infatti, passati da 38 anni di età mediana nel 2001 a 41 anni nel Correlando questo dato dell età con la stadiazione clinica al momento della nuova diagnosi, è lecito affermare come la maggior parte di questi soggetti giunga tardivamente alla diagnosi, denotando una mancanza di percezione del rischio da parte della popolazione. Tale considerazione, appare ancora più suffragata dai dati riferiti al 2010, dove le nuove diagnosi globalmente sono risultate 73, vale a dire circa la metà rispetto a quelle degli anni Infatti, questo brusco decremento è più facilmente ipotizzabile che sia dovuto alla scarsa probabilità che i soggetti con comportamenti a rischio eseguano il test per la sieropositività, piuttosto che ad una reale diminuzione della diffusione dell infezione. Inoltre è degno di nota come il contagio da HIV interessi i soggetti di sesso femminile con valori intorno al 25%, sebbene nel 2005 detto rapporto sia risultato assai più elevato (circa 1 a 2). Andando a considerare la categoria di esposizione, appare chiaramente che la trasmissione eterosessuale nelle donne è presente in circa l 82,3% delle nuove diagnosi a queste deve essere aggiunto un 4,2% di donne che riferiscono di praticare la prostituzione; mentre la tossicodipendenza si attesta su valori intorno al 11,7%. Il contagio per via sessuale è comunque diventato preponderante anche nei soggetti di sesso maschile costituendo circa il 77,9% del totale delle nuove diagnosi, di queste circa il 43,0% riconosce contatti eterosessuali a cui bisogna aggiungere i soggetti omo/bisessuali che rappresentano un ulteriore 35%. Il sistema informativo delle nuove diagnosi ha inoltre consentito di notare che gli italiani costituiscono circa il 76% del totale; il trend è piuttosto stabile nel tempo essendo tale percentuale variata nei diversi anni tra il minimo (66,7%) del 2002 ed il massimo (83,8%) del E tuttavia evidente una differenza tra maschi e femmine: gli italiani rappresentano circa l 82,5% di 35

37 tutti i maschi mentre le donne italiane con nuova diagnosi di HIV sono il 59,2% sul totale delle femmine. Si sono osservate delle differenze anche tra i soggetti di altre nazionalità. In particolare tra le donne non italiane, le nuove diagnosi hanno prevalentemente interessato soggetti provenienti dall Africa Centrale e dall America Meridionale (14,4% e 9,9% rispettivamente). Tra i soggetti di sesso maschile risultano prevalenti tra gli stranieri quelli di nazionalità sudamericana (5,7%), seguiti da individui provenienti dall Africa centrale e dall America centrale in percentuali pressoché sovrapponibili, intorno al 3,0%. Questi dati riflettono la composizione delle Comunità non italiane maggiormente rappresentate sul territorio regionale. Un ulteriore spunto di riflessione deriva dallo stadio clinico al momento della nuova diagnosi. Infatti, se è positivo constatare come la maggior parte dei soggetti giunga per la prima volta all osservazione dei Centri Clinici quando è ancora asintomatica, bisogna tuttavia evidenziare che, nei 10 anni considerati, in media circa il 21% di questi casi si presenta in stadio clinico di AIDS. Detto fenomeno non accenna a diminuire anzi è costantemente presente negli ultimi anni a dimostrare, come già accennato, che spesso questi soggetti non hanno la percezione di aver avuto comportamenti a rischio, soprattutto per le infezioni a trasmissione sessuale di cui l HIV fa parte. Tenendo conto che di solito dal momento del contagio con l HIV occorrono circa 8-10 anni per sviluppare la sindrome conclamata (AIDS), si può ipotizzare che questi soggetti si siano infettati molti anni prima. Questo fenomeno in termini epidemiologici consente di affermare che esiste una sottostima di nuove diagnosi poste precocemente almeno del 25% su base annuale che sale ad oltre il 40% se si considerano i soggetti che si presentano per comparsa di sintomatologia HIV correlata. Inoltre, detti soggetti, in cui la diagnosi di infezione avviene tardivamente, spesso coincidente con le patologie opportunistiche, rappresentano un serbatoio nella trasmissione dell infezione, senza essere a conoscenza del loro stato di sieropositività. Considerati i dati illustrati nel presente report, i soggetti affetti da AIDS conclamato o con nuova diagnosi da HIV presenti in Liguria risultano 2035 a dicembre Aggiungendo a questi i pazienti coloro che sono contagiati senza esserne ancora consapevoli, si stima che il serbatoio dei soggetti HIV/AIDS nella nostra regione sia almeno il doppio, cioè oltre 4000 soggetti. In conclusione si può affermare che il modello di diffusione è cambiato essendo diminuite le nuove diagnosi di infezione tra i tossicodipendenti ed essendo divenute preponderanti quelle a trasmissione sessuale. I dati forniscono importanti indicazioni sui gruppi di popolazione a maggior rischio e consentono di mirare al meglio gli interventi preventivi. In altre parole, appare evidente come il monitoraggio delle nuove diagnosi di infezione da HIV costituisca uno strumento più accurato per verificare le modificazioni in atto nell epidemia e per fornire indicazioni circa gli interventi di prevenzione primaria e secondaria da intraprendere. 36

38 A tale proposito, senza dimenticare l efficacia e l importanza degli interventi educativoinformativi, sembra indispensabile programmare una campagna di sensibilizzazione della popolazione, focalizzata soprattutto verso giovani ed adulti, per incentivare l adesione al test di laboratorio essendo l HIV divenuto un microrganismo a preponderante trasmissione per via sessuale che troppo spesso viene evidenziato in caso di AIDS conclamato o sintomatologia HIV correlata rendendo meno efficace la terapia. 37

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