ireport CAMBIAMENTI SOCIO ECONOMICI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
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- Michela Costantini
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1 03/14 ireport CAMBIAMENTI SOCIO ECONOMICI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA FORMAZIONE / RICERCA / CONSULENZA
2 ireport CAMBIAMENTI SOCIO ECONOMICI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 03/14 Sede legale e amministrazione: Sedi operative: Udine Via Manzini, tel fax Udine Viale Ungheria, 22 tel fax Trieste Via G. Vidali, 1 tel fax info@iresfvg.org fb/iresfvgimpresasociale twitter/@iresfvg
3 1. LA POPOLAZIONE REGIONALE. IL BILANCIO 2013 E LE NUOVE INFORMAZIONI 15 CENSIMENTO 1.1. Il bilancio demografico regionale 2013 Al 31 dicembre 2013 il numero di residenti in Friuli Venezia Giulia era pari a persone, di cui quasi di cittadinanza straniera (l 8,8% contro una media nazionale dell 8,1%). Nel corso del 2013 la popolazione è cresciuta di unità (+0,6%) e una parte consistente di tale aumento è attribuibile alla provincia di Trieste (circa residenti in più). Bisogna però tenere presente che tali incrementi sono dovuti in misura rilevante anche alle operazioni di revisione delle anagrafi effettuate dai Comuni a seguito del Censimento della popolazione del Nel corso del 2013 in regione sono state registrate nascite (416 in meno rispetto all anno precedente, -4,2%) e decessi (204 in meno rispetto al 2012, -1,4%). Pertanto il saldo naturale, dato dalla differenza tra nati e morti, è risultato negativo per unità, che rappresenta il risultato peggiore dell ultimo decennio. Anche per rilevare un numero di nascite meno elevato di quello registrato nel 2013 occorre tornare indietro alla fine degli anni Novanta. In generale il saldo naturale della popolazione complessiva risulta negativo in tutta l Italia, con le sole eccezioni del Trentino-Alto Adige e della Campania. Il numero di cittadini stranieri residenti in regione è aumentato di oltre unità nel 2013 (+5,2%); in provincia di Pordenone si registra la presenza maggiore in termini relativi (11,2%). A livello locale i valori percentuali più elevati si riscontrano nei seguenti comuni: Pravisdomini (20,9%), Prata di Pordenone (19,1%), Vajont (18,5%), Monfalcone (18,3%), Pasiano di Pordenone (17,7%), Pordenone (16,2%) e Udine (14,5%). Il 41% degli stranieri residenti si concentra nei quattro capoluoghi (se si aggiunge Monfalcone si arriva al 46%); Ligosullo risulta l unico comune della regione dove tutti i residenti hanno la cittadinanza italiana. Il numero di bambini stranieri nati in Friuli Venezia Giulia nel 2013 è stato pari a 1.633, in calo rispetto all anno precedente, quando erano (-4,1%), pur rappresentando il 17,4% del totale dei nuovi nati. Gli stranieri residenti in regione che nel 2013 hanno acquisito la cittadinanza italiana sono stati 2.872, in netto aumento (+34,4%) rispetto al Tab. 1 Bilancio demografico FVG variazione assoluta Popolazione al 1 gennaio Nati Morti Saldo Naturale Iscritti da altri comuni Iscritti dall'estero Altri iscritti Cancellati per altri comuni Cancellati per l'estero Altri cancellati Saldo Migratorio e per altri motivi Popolazione al 31 dicembre Tab. 2 La popolazione residente in FVG al 31 dicembre 2013 per provincia e cittadinanza Totale Cittadini stranieri % stranieri Udine ,7 Pordenone ,2 Trieste ,1 Gorizia ,6 FVG ,8 ireport / pag. 3
4 Per quanto riguarda il saldo migratorio estero (ossia la differenza tra gli iscritti e i cancellati da e per l estero), la popolazione italiana fa registrare una perdita di oltre unità. Si può in effetti osservare il notevole intensificarsi del fenomeno (di portata non solo locale ma nazionale) dell emigrazione di cittadini italiani, che spesso riguarda i più giovani, anche con titoli di studio elevati. I dati tendono pertanto a confermare la sempre più diffusa percezione di una crescente emigrazione (intellettuale ma non solo) dei giovani, che cercano di realizzare all estero quelle prospettive di lavoro e di vita che nel nostro Paese e nella nostra regione sembrano spesso precluse. Nel 2013 il numero di italiani residenti in FVG che si sono trasferiti all estero ha sfiorato le unità, circa il doppio rispetto agli anni precedenti la crisi economica e il valore più alto dal 1995 a oggi. Si può anche osservare che i dati illustrati sottostimano molto probabilmente il fenomeno, in quanto danno conto esclusivamente di situazione già consolidate da diversi anni, che portano al definitivo trasferimento della residenza all estero. Infine, tra le informazioni rese disponibili dalle anagrafi comunali, si evidenzia come il Friuli Venezia Giulia sia una delle regione italiane che presenta il numero medio di componenti per famiglia meno elevato. In merito alle caratteristiche strutturali delle famiglie regionali si rimanda alla sezione successiva Fig. 1 Numero cancellazioni dalle anagrafi di cittadini italiani per l estero FVG ireport / pag. 4
5 1.2 Le famiglie L Istat ha da pochi giorni diffuso una nuova serie di dati definitivi sulle famiglie italiane, derivanti dall ultimo Censimento generale della popolazione, che si riferiscono alla data del 9 ottobre Nel decennio il numero di famiglie residenti in Friuli Venezia Giulia è cresciuto del 10%, passando da poco meno di a quasi , su un totale di poco più di 1,2 milioni di abitanti. Si ricorda che ai fini del Censimento viene considerata famiglia un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune. La dinamica illustrata dipende essenzialmente dal notevole incremento delle famiglie unipersonali, pari a circa unità in più (+29,8%) nel decennio in esame, causato dal progressivo invecchiamento della popolazione e dei mutamenti demografici e sociali. In regione le famiglie unipersonali costituiscono il 35,6% del totale (contro una media nazionale del 31,2%), solo la Liguria (40,9%) e la Valle d Aosta (39,6%) registrano valori superiori. Si tratta prevalentemente di donne che vivono da sole, oltre in tutta la regione, e che si collocano soprattutto nelle fasce di età più avanzate. A livello territoriale Trieste detiene il primato in Italia con il 43,2%; si può anche osservare che è l unica provincia, assieme a quella di Nuoro, dove nell ultimo decennio il numero complessivo di famiglie non è cresciuto. In entrambi i casi, in effetti, il periodo ha segnato un forte calo della popolazione residente. Al contrario le famiglie numerose, con 5 o più componenti, sono sempre più rare: nel 1971 erano il 15,2%, sono diventate meno del 4%. In questo caso la provincia giuliana si colloca all ultimo posto in Italia con una percentuale pari al 2,5%. Complessivamente, rispetto al 2011, calano le coppie con figli e crescono quelle senza figli e le famiglie monogenitore. La tradizionale tipologia famigliare, costituita dalle coppie con figli (senza altre persone residenti nella stessa abitazione), ha un incidenza sempre minore, pari al 32,8% in Italia e al 27,4% in regione; anche in questo caso Trieste presenta un valore decisamente inferiore alla media, 20,8%, il più basso a livello nazionale. Infine si rileva che in Italia il 72,1% delle famiglie sono proprietarie dell abitazione in cui vivono, percentuale che in Friuli Venezia Giulia sale al 77%, uno dei valori più elevati a livello nazionale, subito dopo Sardegna (77,3%) e Molise (77,2%). Peraltro la nostra regione è quella che evidenzia in media la superficie più estesa delle abitazioni, pari a 45,9 mq per residente contro un valore nazionale di 40,7 mq; da questo punto di vista la provincia di Udine si colloca al secondo posto in Italia (48,6 mq) dopo Alessandria (48,9 mq). Tab. 3 Distribuzione % delle famiglie per numero di componenti FVG Numero componenti ,9 22,2 26,2 30,2 35, ,9 68,3 67,2 65,5 60,6 5 e più 15,2 9,5 6,5 4,3 3,7 TOT 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Tab. 4 Distribuzione delle famiglie per numero di componenti FVG Numero componenti Numero famiglie Distribuzione % ,8 30,2 35, ,1 29,2 29, ,4 21,6 18, ,2 14,7 12,5 5 e più ,8 4,3 3,7 TOT ,0 100,0 100,0 ireport / pag. 5
6 2. IL MERCATO DEL LAVORO IN FVG. I TRIMESTRE Il 2014 si apre all insegna dell emergenza occupazionale. Nel primo trimestre, secondo le stime della Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro condotta dall Istat, il numero degli occupati in Friuli Venezia Giulia si attesta a unità, uno dei valori più bassi dall inizio della crisi. Negli ultimi anni, infatti, solo nel IV trimestre del 2011 e nel II trimestre del 2013 si sono registrati dei risultati peggiori, in entrambi i casi pari a occupati. Rispetto al primo trimestre del 2013 la diminuzione equivale a occupati in meno (-0,7%), mentre su base congiunturale la flessione è più pesante, pari a unità (-1,5%). Il calo registrato in regione si inserisce in un contesto nazionale decisamente negativo, caratterizzato da una riduzione tendenziale dell occupazione particolarmente marcata nelle regioni del Sud, mentre solo il Centro presenta una tenuta (grazie ai risultati positivi di Toscana e Lazio). Si può prevedere che il 2014 non sarà un anno di ripresa dell occupazione, nonostante alcuni deboli segnali di inversione di tendenza relativi alla produzione industriale e alla dinamica del Pil, che a fine anno dovrebbe assestarsi in territorio positivo. A conferma della difficoltà dell attuale fase economica si può osservare anche il massiccio e crescente ricorso alla cassa integrazione da parte delle imprese regionali, che negli ultimi sette mesi ha raggiunto livelli elevatissimi (complessivamente 18,5 milioni di ore, un valore superiore a quello totalizzato nell intero 2009, primo anno della crisi). Prosegue pertanto anche nel primo trimestre del 2014 la riduzione tendenziale dell occupazione in Friuli Venezia Giulia, come risultato però di due dinamiche differenti a livello di genere. L occupazione maschile mostra un risultato moderatamente positivo su base annua (+0,8%), mentre quella femminile fa registrare una netta flessione (-2,7%). Tali trend sono connessi all andamento dell occupazione a livello settoriale, in particolare per la componente maschile alla ripresa su base tendenziale dell edilizia ( unità). Si tratta di un dato da interpretare con cautela, in quanto riferito ad un unico trimestre, e che comunque riporterebbe il settore ai livelli occupazionali di due anni fa, non certo ai livelli pre-crisi. L occupazione femminile risente invece del calo registrato nel terziario; tale risultato è decisamente allarmante, poiché si tratta dell unico comparto che aveva mostrato una tenuta nel recente passato. Tra i settori, sempre nel confronto con il primo trimestre del 2013, l industria presenta nel complesso il passivo più pesante ( occupati, -8,5%), penalizzando in questo caso sia la componente femminile sia quella maschile. Tab. 1 Occupati in FVG per genere (valori assoluti in migliaia) IV Trim. 13 Maschi 279,7 281,6 287,9 285,2 281,9-1,1 0,8 Femmine 221,7 212,4 211,1 219,9 215,8-1,9-2,7 TOT 501,4 494,0 499,0 505,0 497,7-1,5-0,7 I Trim. 13 Tab. 2 Occupati in FVG per settore (valori assoluti in migliaia) I Trim I Trim 2014 Var. ass. Agricoltura, silvicoltura e pesca 11,2 12,0 0,9 7,6 Industria 138,3 126,6-11,7-8,5 Costruzioni 30,2 38,4 8,2 27,2 Commercio, alberghi e ristoranti 89,1 93,4 4,3 4,8 Altri servizi 232,6 227,4-5,3-2,3 TOT 501,4 497,7-3,6-0,7 ireport / pag. 6
7 Tab. 3 Tasso di occupazione (15-64 anni) in FVG per genere Maschi 69,8 70,1 71,7 71,3 70,8 Femmine 56,4 54,3 53,9 56,1 55,6 TOT 63,1 62,2 62,9 63,7 63,2 Gender Gap 13,3 15,8 17,8 15,2 15,2 Tab. 5 Tasso di disoccupazione in FVG per genere Maschi 7,8 6,8 5,8 6,2 7,9 Femmine 9,5 7,1 9,5 10,1 9,6 TOT 8,6 6,9 7,4 7,9 8,7 Tab. 4 Persone in cerca di occupazione in FVG per genere (valori assoluti in migliaia) IV Trim. 13 Maschi 23,7 20,5 17,7 18,9 24,3 28,8 2,3 Femmine 23,4 16,3 22,0 24,6 23,0-6,6-1,6 TOT 47,1 36,8 39,7 43,5 47,3 8,8 0,4 Tab. 6 Numero di inattivi in FVG per genere (valori assoluti in migliaia) IV Trim. 13 Maschi 94,3 96,3 92,4 92,7 89,4-3,5-5,1 Femmine 145,4 160,4 155,8 144,5 148,0 2,5 1,8 TOT 239,6 256,7 248,2 237,1 237,5 0,1-0,9 I Trim. 13 I Trim. 13 Il diverso impatto sull occupazione maschile e femminile è evidente anche dal confronto tra i tassi di occupazione: per gli uomini l indicatore era aumentato nei primi tre trimestri del 2013, ma inverte la tendenza a partire dal IV trimestre. Per le donne, i primi tre trimestri del 2013 segnano invece una progressiva diminuzione, che inverte la tendenza solo nel IV trimestre, riprendendo a scendere nel I trimestre Oltre al trend congiunturale, tuttavia, è importante considerare il divario strutturale che continua a permanere tra tassi maschili e femminili. La forbice (gender gap) continua infatti ad essere significativa (compresa tra i 13,1 punti percentuali del I trimestre 2013 e i 17,8 p.p. del III trimestre 2013), ad indicare come siano ancora differenti le opportunità occupazionali per i due generi non solo per effetto della crisi, ma anche per vincoli di più lunga data connessi alla difficoltà di conciliazione tra lavoro e famiglia. Il numero di persone in cerca di occupazione nel primo trimestre 2014 si attesta a , un nuovo primato negativo per la regione, trattandosi del valore più elevato registrato dal 1993 a oggi (da quando sono disponibili le serie storiche). Il picco precedente si era riscontrato nel primo trimestre del 2013, con persone in cerca di occupazione. Il numero dei disoccupati maschi (24.300) ha superato nettamente quello delle donne (23.000); come è noto la crisi in questi anni ha colpito in maniera più pesante i settori ad alta intensità di lavoro maschile, soprattutto l industria e l edilizia (nonostante il risultato in controtendenza dell ultimo trimestre). Il tasso di disoccupazione regionale nel primo trimestre del 2014 si attesta all 8,7%; la componente maschile ha raggiunto il 7,9%, un valore mai raggiunto se si esaminano gli ultimi 21 anni (sempre dal 1993 a oggi). Il tasso di disoccupazione femminile è invece pari al 9,6%, dopo che nel quarto trimestre del 2013 era arrivato al 10,1%. Negli ultimi nove mesi si è comunque mantenuto su livelli molto elevati, sempre superiori al 9%. Si può infine osservare che il numero degli inattivi (ossia di coloro che dichiarano di essere in condizione non professionale e di non aver svolto alcuna attività lavorativa, né di aver cercato lavoro nel periodo di riferimento) presenta una tendenza alla diminuzione in regione, a testimonianza delle diffuse situazioni di difficoltà economica causate dalla crisi, che costituiscono un forte incentivo (soprattutto per gli uomini) a tentare di rientrare nel mercato del lavoro, nonostante le (spesso) scarse probabilità di successo. ireport / pag. 7
8 ireport CAMBIAMENTI SOCIO ECONOMICI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 03/14 A cura di IRES FVG Impresa Sociale Con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Direzione centrale cultura, sport e solidarietà
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