Disturbi specifici di apprendimento (DSA): le tecnologie per l autonomia e per una didattica inclusiva

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1 Disturbi specifici di apprendimento (DSA): le tecnologie per l autonomia e per una didattica inclusiva Laboratorio 7 di Tecnologie Didattiche Enrico Angelo Emili enricoangelo.emili@unibo.it

2 CREDIT: United Way of the Columbia-Willamette

3 I Mediatori didattici prossimali Mediàre dal latino essere in mezzo, tra due tempi o cose Tra il qui e ora e il possibile

4 I Mediatori prossimali I mediatori sono punti di appoggio, dove mancherebbero. Sono dei facilitatori utili a rimuovere ostacoli e barriere all apprendimento. Devono favorire l autonomia, la partecipazione, la condivisione, e sostenere (scaffolding) «l apprendimento prossimale». cfr. A. Canevaro, Pietre che affiorano

5 Bruner, 1976: scaffolding Una persona adulta o più esperta agisce da scaffolding quando: [...] aiuta a risolvere un problema, effettuare un compito o raggiungere un obiettivo che è oltre le sue possibilità senza assistenza (Wood, Bruner e Ross, 1976, pp ).

6 Tale sostegno, oltre ad essere essenziale, è programmato per ridursi gradualmente ed essere rimosso, una volta raggiunto l obiettivo.

7 Tale sostegno, agendo nella zona di sviluppo prossimale (Vygotskij), permette allo studente lo svolgimento di un compito, non ancora interiorizzato ma alla portata, attraverso la mediazione del docente (diretta o grazie a strumenti da lui suggeriti).

8 La Zona di Sviluppo Prossimale è la distanza tra il livello effettivo di sviluppo e il livello di sviluppo potenziale, che può essere raggiunto con l'aiuto di altre persone, (adulti o pari con un livello di competenza maggiore).

9 I mediatori seguono la logica del domino si basa: Sulle possibilità combinatorie; Sull individuazione creativa delle combinazioni; Sul valore dei collegamenti; Sulla necessità di non lasciare un pezzo di domino senza collegamenti; Sulla possibilità di attaccare un nuovo pezzo o pedina da qualsiasi parte. (A. Canevaro, 2013, p.104)

10 Tipologie mediatori didattici 1) mediatori attivi: maggiormente legati alla realtà (esperienza diretta organizzata e strutturata dal docente, escursioni, esperimenti, ecc.); 2) mediatori iconici: ad esempio immagini, cartine, schemi, mappe concettuali e mentali, script, formulari, organizzatori percettivi, ecc. Damiano (2000)

11 3) Mediatori analogici: ad esempio attività ludiche finalizzate all esplicitazione delle regole, drammatizzazione attraverso il role-play, simulazioni, ecc.; 4) Mediatori simbolici: ad es. mediatori che utilizzano il codice linguistico convenzionale (numeri, lettere, teorie, ecc.) e di norma sono poco attivi e concreti ma più vicini alla concettualizzazione (formulazione di giudizi, sintesi, concetti, ecc.). a queste si aggiungono i mediatori digitali

12 Possibili criticità l'accentuata visibilità di alcuni mediatori tecnologici che rendono evidente la diversità della persona che li usa (ad es computer portatile; mappe solo per lo studente con DSA); la necessità di integrare l'uso questi mediatori nelle attività scolastiche secondo una logica di inclusione e non di esclusione ecc. (ad es logica della risposta specialistica legata all emergenza vs logica della risposta ordinaria)

13 la difficoltà d'uso che mina la memoria di lavoro appesantendo il carico cognitivo; i tempi spesso lunghi ma necessari per un loro utilizzo competente e autonomo che liberi energie e memoria di lavoro.

14 Competenze! Non importa quante risorse hai se non sai come usarle, non saranno mai abbastanza!

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16 L importanza delle parole: possono contribuire a generare per la persona una rappresentazione negativa della propria condizione (Illness). possono influenzare la qualità della rappresentazione sociale della persona e la sua presa in carico (Sickness). la qualità delle informazioni potrebbe essere inquinata da pregiudizi legati ad una visione stereotipata di un etichetta nosologica/diagnostica (Disease).

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20 ianze-sulla-dislessia/

21 Disinformazione /

22 Rischi: Le aspettative nutrite nei confronti dell altro possono tradursi in delle profezie che si auto-avverano. Se l insegnante nutre delle determinate aspettative, lo studente interiorizzerà tali pregiudizi/giudizi e tenderà a manifestare dei comportamenti che confermeranno le aspettative. Il clima creato attorno all allievo e il feedback che l insegnante rimanda ad uno studente incidono sui processi di apprendimento.

23 Griffin e Pollak, «Indagine qualitativa sui livelli di influenza nella comunicazione tra clinici e pazienti». Campione: 27 studenti ed ex studenti con D.S.A. I partecipanti della ricerca hanno ricevuto una delle due concezioni : 1. concezione di diversità intesa come una differenza che comprende un insieme di forze e debolezze (percepibile come caratteristica); 2. concezione di diversità intesa come una condizione medica svantaggiosa (percepibile come disturbo).

24 Risultati: Nel gruppo che ha ricevuto la concezione di diversità come caratteristica, si sono registrate manifestazioni di maggiore ambizione lavorativa e autostima scolastica superiore, rispetto alla concezione di diversità intesa come disturbo. una percezione del proprio stato di funzionamento intesa come caratteristica e non come disturbo può favorire un atteggiamento positivo.

25 L importanza delle parole: Alunno H Aula H Portatore di handicap Diversamente abile È un DSA È un BES ecc.

26 È una persona. È un bambino (non è la sua disabilità o il suo disturbo, non è la sua etichetta diagnostica) Ha un nome. Enrico è un bambino con un disturbo specifico di apprendimento (tra colleghi e professionisti). Enrico è un bambino con caratteristiche di apprendimento diverse (in classe, con in genitori).

27 P.A.R.C.C., DSA: Documento d intesa, 2011 «Dislessia, Disortografia e Discalculia possono essere definite caratteristiche dell individuo, fondate su una base neurobiologica; il termine caratteristica dovrebbe essere utilizzato dal clinico e dall insegnante in ognuna delle possibili azioni (descrizione del funzionamento nelle diverse aree e organizzazione del piano di aiuti) che favoriscono lo sviluppo delle potenzialità individuali e, con esso, la Qualità della Vita. L uso del termine caratteristica può favorire nell individuo, nella sua famiglia e nella Comunità una rappresentazione non stigmatizzante del funzionamento delle persone con difficoltà di apprendimento; il termine caratteristica indirizza, inoltre, verso un approccio pedagogico che valorizza le differenze individuali».

28 Chi ha avuto difficoltà di apprendimento a scuola? ALBERT AGATA JOHN FONZIE CHARLES HANS DANIEL

29 Molto intelligente e creativo; Imparò a leggere tardi ma pubblicò almeno un libro; E stato bocciato; Fece ampio uso di immagini; Realizzò i suoi sogni;

30 Le prove!

31 Tutti sono geniali. Ma se si giudica un pesce per la sua capacità di arrampicarsi su un albero, lui vivrà la sua vita pensando di essere uno stupido Albert Einstein

32 I disturbi specifici di apprendimento (DSA) Legge n. 170 ottobre 2010 Linee Guida DSA,

33 Tra miti, stereotipi e pregiudizi I DSA sono una malattia Le persone con DSA sono tutti mancine Le persone con DSA sono sempre dislessiche Dislessia significa solo non riuscire a leggere bene Le persone con dislessia non sono poi così intelligenti se non riescono a leggere e far di conto Le persone con DSA sono tutte dei geni È sufficiente dotarli di computer e calcolatrice Gli studenti con DSA sono avvantaggiati perché possono utilizzare gli strumenti compensativi e le misure dispensative che semplificano troppo la didattica e gli apprendimenti

34 L esercizio ripetuto non aiuta a migliorare E un problema che si risolve col tempo Oramai sono tutti Dislessici se non vanno bene a scuola È un effetto dello scarso impegno a scuola dei bambini di oggi La dislessia è l effetto della scarsa frequenza di lettura I DSA ai miei tempi non esistevano Le persone con DSA nascono senza disturbi e in qualche modo ne vengono colpiti Le persone con DSA non impareranno mai una lingua straniera Le persone con DSA se eseguono correttamente una verifica devono avere un voto più basso dei compagni in quanto era più breve e avevano più tempo e aiuti

35 Robustezza nel processo di lettura (Stella, Zanzurino 2008)

36 Ricerca di G.Stella Lettura Denominazione LEONE Secondo voi?

37 Risultati ricerca Stella: Raffronto tra lettura e denominazione nelle prime 3 classi della scuola primaria

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39 I DSA sono disturbi che coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Essi infatti interessano le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici (CC, 2011, p.7).

40 Per eliminare stereotipi e pregiudizi, ricordiamo: I DSA, sono innati (di origine neurobiologica), e non sono dovuti da: scarsa qualità dell insegnamento, difficoltà emotive problemi a livello ambientale o familiare scarso impegno e scarsa volontà dell alunno. I DSA possono presentarsi da soli o in associazione tra loro (ad es. dislessia-disortografia, discalculia-dislessia, etc ) e, in ogni caso, presuppongono un profilo intellettivo nella norma.

41 E ancora: I DSA, seppur di matrice evolutiva, sono persistenti ma modificabili attraverso interventi mirati.

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