L anziano in Struttura e il suo contesto psicologico: cenni sulla dinamiche ricorrenti nella triade : operatore anziano famiglia

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1 Sorveglianza e Prevenzione della Malnutrizione nelle Strutture Assistenziali Convegno per Operatori Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione Torino, 8 novembre 2010 L anziano in Struttura e il suo contesto psicologico: cenni sulla dinamiche ricorrenti nella triade : operatore anziano famiglia Dr.ssa Barbara Gè Psicologa e Psicoterapeuta S.S. PSICOGERIATRIA FOSSANO SAVIGLIANO ASL CN1

2 1. Premessa: contestualizziamo A) La Relazione di Aiuto è un rapporto tra persone caratterizzato da uno stato di dipendenza (ovvero di bisogno, di sofferenza) di una verso l altral altra (De Girolami e Faggian,, 2006) Ogni OP che lavora con persone in difficoltà è chiamato a vivere una relazione Nella Relazione di Aiuto diventa decisivo il rapporto umano che si crea tra chi soffre e chi cerca di aiutare. Il rapporto tra l OP l e l Utente l è la condizione essenziale perché si possa iniziare un lavoro di cura (o meglio di prendersi cura ). Infatti Non è possibile nessun intervento se non all interno di una relazione Per questo è importante fin dall inizio: creare un clima di accoglienza, avere il desiderio e l obiettivo l di conoscere la persona (il passato, il contesto familiare-relazionale, relazionale, i desideri, le aspettative, sentimenti, timori), affinchè si possa creare e mantenere una relazione di fiducia. DOMANDIAMOCI:CHI E E LA PERSONA CHE ABBIAMO DI FRONTE?

3 B) Le Relazioni di Aiuto nella Residenza per Anziani Rete di rapporti tra 3 protagonisti: : Operatore - Anziano - Familiare La relazione di aiuto: è sempre triadica! I nostri utenti sono: A e F!!!!! Dimensione di complessità Considerare non solo gli individui come risorsa ma le relazioni come risorsa! Necessità di creare una alleanza terapeutica! Necessità di coinvolgere l A l A e F nella progettualità (obiettivo = operare per il benessere dell A): informazione e collaborazione = condivisione Promuovere le competenze dell A: protagonista della propria vita / salute (responsabilizzarlo sulla propria salute) F A R OP C) La complessità: : le Variabili in gioco, che possono influenzare fin dall Ingresso le future Relazioni tra A-F-OPA Motivo della scelta dell inserimento Caratteristiche Personalità dell A A e del F Ambiente di Appartenenza (dell A) e il Passato dell A L atteggiamento verso la Struttura: le Aspettative dell A A e del F La Famiglia e le dinamiche familiari La relazione tra F e A Contesto Organizzativo della Struttura.

4 2. Le motivazioni della scelta: i bisogni Decisione presa da altri (Famiglia o A.S.).) al posto dell A: motivi Dimissioni ospedaliere dell A: aggravamento delle condizioni di salute o domicilio non più idoneo come luogo di assistenza (es. problemi di deambulazione) A. con problemi cognitivi che necessitano di assistenza Il bisogno di sollievo della Famiglia (burn( burn-out del Caregiver) o altri eventi critici (piacevoli o spiacevoli) del caregiver che impediscono l assistenza domiciliare A causa della conflittualità fra le Famiglie sul carico dell assistenza Decisione presa in autonomia dall A (autosufficiente): motivi Per paura della Solitudine (bisogno di relazioni sociali) Per Preoccupazioni sulla propria salute fisica (bisogno di tutela) Per non essere di peso ai figli (bisogno di autonomia) NB. Noi ci occuperemo degli A. orientati e per lo più autosufficienti

5 3. I Familiari: Difficoltà nella relazione OP-F Così come l A l A anche il F è coinvolto fin dall inizio in un complesso e personale Percorso di Adattamento alla Struttura Tendenza a percepire la Struttura come in contrapposizione alla domiciliarità! è una risorsa, quando il domicilio non è più idoneo a soddisfare i bisogni dell anziano (qualità di vita) è un supporto al lavoro di cura del familiare: permette al familiare di poter continuare a fornire la sua presenza affettiva! Può essere difficile capire (e accettare) che le modalità assistenziali: Nonostante siano diverse dal domicilio possono essere ugualmente corrette - efficaci si possono avviare abitudini - modalità alternative (al domicilio) senza per questo minare il benessere dell anziano (organizzazione con ritmi, orari e regole)

6 Conflittualità o meno all interno della Famiglia. Con che tipo di Famiglia l OP interagisce? All interno della Famiglia ci possono essere conflitti familiari,, prima e dopo l inserimento l in struttura e riguardo la scelta dell istituzionalizzazione. Ciò dipende dalla presenza o meno di risorse nella Famiglia,, riguardanti: a) strategie di coping b) coesione c) adattabilità d) stile comunicativo Il Caregiver familiare: la Personalità (atteggiamento nei momenti critici e potenziale adattabilità al cambiamento): a) fiducioso e positivo (il cambiamento è accettabile -> > sarà tendenzialmente collaborativo) b) dubbioso e ansioso (il cambiamento è difficile-> > difese: es. controllo= presenza continua, richieste continue) Svantaggio: rischio di non ricevere nessuno sollievo dal carico assistenziale!

7 Come è la R tra A e F? Qualità della relazione tra il Familiare l Anziano: Dobbiamo considerare: a) vi sono dinamiche familiari diverse tra A-F A F in base al ruolo (caregiver: figlia, nuora, nipote, coniuge ) b) come erano le dinamiche familiari tra A-F A F prima dell inserimento che possono essere : di tipo positivo (supporto all anziano) anziano) o negativo (mancanza di supporto) -> > questo tipo di rapporto influenzerà : 1) il modo in cui familiare accompagnerà l anziano al momento della scelta, dell inserimento e nel corso del tempo in Istituto: E quindi influenzerà il tipo di relazione, che gli OP osserveranno e che potrà essere: affettiva o distante; simbiotica o in assenza di relazione; serena o problematica 2) il modo in cui il familiare osserverà e interpreterà cosa accadrà in seguito nella Struttura circa il proprio A.; il suo vissuto, atteggiamento, comportamento con l A l A e la relazione con l OPl

8 Vissuti emotivi del Familiare Caregiver Sensazione di Abbandono dell A A e Sensi di Colpa Difficoltà alla separazione dall A Timori Dubbi sulla Struttura / OP Senso di Fallimento della propria assistenza ( anche( se con aiuto di altri - es. badanti o familiari non sono riuscito a ) Rabbia (verso di sé, s, la situazione o verso altri familiari) La resistenza dei F a farsi aiutare nell assistenza all A A prima e a fare la scelta della Struttura dopo, mascherano difficoltà di Separazione e Sensi S di Colpa Gli insistenti Interrogativi/Dubbi dei Familiari sulla Struttura,, su come stia l A, l l Iperl Iper-protezioneprotezione verso l A l A e la tendenza al Controllo sono meccanismi di difesa riparatori rispetto alla propria Ansia e Senso di Colpa (spesso inconsapevoli e senza intenzionalità). Il Controllo diventa Riparatore Difficoltà esacerbate da altri Aspetti: Pregiudizio sulla Struttura = come ricovero, cronicario Visione dell A A = come malato (passivo; no risorse) Atteggiamento dell A: si è rinchiuso in sé s (ritiro); non si fa aiutare; oppure si oppone all inserimento, aumentando i sensi di colpa del F

9 A proposito del Senso di Colpa: Quando ho ricoverato mia madre in Casa di Riposo, ho sentito un grande senso di sollievo, di cui porto ancora il rimorso. E me lo tengo. (Gabrovec,, 2003)

10 4. L Anziano: L la relazione tra A - OP CHI E E L ANZIANO CON CUI CI RELAZIONIAMO? Gli Anziani non sono tutti uguali e possono vivere condizioni/bisogni molto diversi: Quadro psico-fisico e livello autonomia Rete familiare e sociale (quantità e qualità): Sostegno della famiglia o solitudine Condizioni depressive (es. per lutto; per disadattamento alla vecchiaia ) oppure equilibrio emotivo Personalità dell A: attiva (energico, dominante) passiva (insicuro e schivo) Influenzata da: - caratteristiche di personalità precedenti; - eventuale e attuale vissuto di solitudine (oggettivo o soggettivo) La scelta della Struttura è condivisa o meno dall A A (proposta dall A A o dalla F; è una decisione autonoma, concordata o invece subita e rifiutata?)

11 Difficoltà nella relazione con l A: l il difficile percorso di Adattamento alla Casa Di Riposo A) Sentimenti che accompagnano l Ingresso l e che possono perdurare nel tempo Anche quando la decisione è presa dall A: ABBANDONO DELLA CASA = DESTABILIZZAZIONE DEL SE Angoscia e vissuti di abbandono (timori legati alla perdita!!): paura di perdere: - la casa e oggetti cari (simboli della propria storia personale) - legami familiari e sociali ( nessuno( mi verrà più a trovare ; ; vissuto di tradimento) - la propria autostima (sentirsi inutile) In generale: rabbia vs di sé s (- autonomia) irritazione, ostilità (- privacy) vergogna (essere assistiti) paura (x futuro: cosa accadrà) tristezza, malinconia (passato) autocommiserazione (rassegnarsi) entusiasmo (essere propositivi) serenità (affetti dei F)

12 B) Difficoltà di Adattamento quando la scelta è presa dall A L Abbandono della Casa e Separazione dal proprio ambiente: implica -> Elaborazione del Lutto (perdite) -> > Fase Depressiva reattiva (più o meno mascherata)-> > Ri-Adattamento (o meno) Quando la decisione è condivisa con l A., l l Adattamento l sarà più facile. Tuttavia emergono alcuni Ostacoli: 1) Deficit sensoriali 2) Deficit cognitivi 3) Caratteristiche della terza età: rigidità del pensiero (convinzioni e posizioni) o elasticità: : es. richieste (anche continue e pressanti di intervento), difficoltà di adeguamento alle nuove regole comuni 4) Messa in atto di Difese non funzionali (strategie) per affrontare il disagio (perdita di punti di riferimento e tentativo di stabilire il precedente ambiente che era stabile e prevedibile = rassicurante: es. piccole abitudini, ritmi giornalieri, routine ) Rigidità (verso il nuovo) Atteggiamenti di Rifiuto (verso la Struttura e OP) Ritiro (in camera = isolamento) Reazioni distressate a carico della salute psico-fisica (sviluppo problematiche psichiche, fisiche = somatizzazioni e sociali) -> > L ADATTAMENTO L NON HA AVUTO SUCCESSO

13 3) Interventi per favorire l Adattamento l alla Casa di Riposo e la Relazione di Aiuto con l A l A e F. Accogliere e cercare di comprendere (dando un significato) l A. l e il F. rispettando i bisogni di adattamento, espressi con modalità a volte difficili da gestire (tentativi di adattamento ed espressione di disagio) Mantenere l A. l attivo e non sostituirsi a lui (Langer e Rodin,, 1976; teoria dell attivit attività di Havighurst,, 1963) Coinvolgere l A. l in attività strutturate (assistenziali, educative e psicologiche): : al fine di promuovere la qualità di vita attraverso il raggiungimento del max livello di autonomia e di integrazione sociale Fase di Accoglienza dell A. e del F.: accoglienza personalizzata (raccogliere info dai F sulla sulla storia di vita, interessi, esigenze; presentazione della Struttura e anticipazione) Ascolto: empatia Progettualità e individuazione delle risorse (VMD individuale -> > PAI) Personalizzare la stanza dell A.: conservare oggetti e abitudini della propria vita per mantenere l identitl identità (il senso del Sé) S Comunicare sempre quello che si sta facendo con l A. l e anticiparglielo Coinvolgere l A. (e anche il F.!) nelle decisioni che lo riguardano e nella progettualità (ricercando la sua collaborazione)

14 Grazie per l attenzione l

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