Seminario La prevenzione degli incidenti di caccia; riflessioni in memoria di Paolo Tambini Pisa, Auditorium Maccarrone, 6 febbraio2009

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1 Seminario La prevenzione degli incidenti di caccia; riflessioni in memoria di Paolo Tambini Pisa, Auditorium Maccarrone, 6 febbraio2009 Sintesi degli interventi (a cura di Vito Mazzarone v.mazzarone@provincia.pisa.it) Introduzione Giacomo Sanavio, Vicepresidente della Provincia di Pisa con delega alla Difesa Fauna. Il convegno prende spunto dall incidente di caccia in cui ha perso la vita Paolo Tambini, veterinario omeopata, conosciuto e stimato nella Provincia di Pisa. La vicenda è al vaglio della magistratura, e della dinamica e responsabilità dei fatti è bene oggi lasciare il corso agli accertamenti di legge. Rimane e permane la necessità di riflettere su un attività come quella della caccia, che seppur radicata profondamente nella cultura provinciale, regionale ed italiana, sembra, a volte, perdere il senso etico che la dovrebbe caratterizzare. Tra tutte le componenti sociali interessate (cacciatori, agricoltori, associazioni ambientaliste), occorre riconfermare oggi un rapporto di collaborazione e condivisione, per evitare facili e strumentali prese di posizione. La scelta di parlare oggi di sicurezza della attività venatoria, nei propositi della Provincia e degli altri organizzatori è finalizzata a tali obiettivi; sarebbe sciocco pensare diversamente. Bisogna che dalle riflessioni odierne nasca qualcosa di più: un messaggio di riflessione sull argomento, scevro da fondamentalismi, ricercando un percorso teso alla attuazione di comportamenti, prese di coscienza, attenzioni che non mettano in dubbio l incolumità di vite e persone. La caccia è e deve essere l esercizio di una passione, l attuazione di una forma di socialità e non può nè deve divenire la causa di una tragedia. L arma da fuoco è pericolosa di per sè e bisogna aver appreso e compreso prima del suo utilizzo le conoscenze ed i principi etici indispensabili al suo uso nei confronti degli altri e della fauna. Il Consiglio Provinciale ha assunto nei giorni scorsi l impegno di valutare e porre in essere provvedimenti, puntuali e stringenti, che mirino ad aumentare la sicurezza della caccia a Pisa, fermo restando il convincimento che vadano difesi i principi di gestione sociale della fauna che derivano dalla L. 157/92. Possono essere condivisibili alcuni aggiornamenti e modifiche della norma, ma bisogna stare attenti al fatto che il problema della sicurezza, non diventi il cavallo di Troia, per far cadere la 157/92. Essa, ricordiamocelo tutti, è il pilastro della gestione venatoria condivisa e sociale. Depenalizzando il bracconaggio, ad esempio, non andiamo certamente verso una maggiore sicurezza. Vogliamo attivare un Osservatorio Provinciale sulla sicurezza della caccia e dobbiamo maggiormente investire in informazione e formazione, nel potenziamento della vigilanza. Su tali temi ci impegneremo come Amministrazione provinciale, chiedendo al contempo una maggiore attenzione alla Regione. Dr. Vito Mazzarone, Responsabile Ufficio Difesa Fauna della Provincia di Pisa. Ad una specifica ricerca fatta per valutare la reale portata degli incidenti avvenuti in materia di caccia, ci si rende subito conto della mancanza di dati. Non esiste, a riguardo una casistica ufficiale in ambito nazionale, o regionale. I dati potrebero essere raccoti attraverso le denunce presentate alle compagnie assicuratrici dei cacciatori, ma dato il numero delle compagnie coinvolte e soprattutto il loro succedersi per ciascuna associazione e per ciascun anno, il lavoro risulta improbo, dispendioso e sofferente di originali lacune. Ad una ricerca fatta attraverso internet sulla problematica in questione, appare che l unica fonte organica dei dati è quella della L.A.C. (Lega Abolizione Caccia), che per alcuni anni ha raccolto ed elaborato a suo modo gli articoli sugli incidenti con di caccia apparsi nelle cronache dei quotidiani italiani. I dati suddetti, che sono pubblicati per i periodi , sono stati rielaborati in forma grafica dal sottoscritto e rappresentati nella figura successiva.

2 Incidenti mortali o gravi da arma da fuoco durante prelievo (fonte Lac) morti m. toscana feriti gravi f.grav. Toscana Sostanzialmente, da essi si apprende che nel periodo considerato in Italia sarebbero deceduti annualmente un numero variabile tra 18 e 24 persone, con un trend relativamente costante. Sempre dagli stessi dati si evince come il numero dei feriti gravi sia diminuito, dal 2001 al 2005, di circa il 40%. In contrapposizione ai dati odierni dichiarati dalla stessa fonte, il numero di morti e feriti gravi in Toscana, appare relativamente contenuto negli anni di cui è stato possibile elaborare le informazioni. Gli altri dati ricavabili sull argomento provengono dal sito che ha in parte continuato l attività precedente della LAC, utilizzando la stessa metodologia di raccolta (dati dalla cronaca, quotidiani, ecc.). Tale associazione ha diffuso comunicati relativi all ultima stagione di caccia nei giorni scorsi, dai quali si evinceva che durante l ultima stagione venatoria (settembre gennaio 2009) sarebbero occorsi i seguenti elementi: Incidenti di caccia nelperiodo 1 settembre gennaio 2009 (dati diffusi da Associazione Vittime della Caccia) Episodi di cronaca esaminati: 117; Totale Feriti: 85 Totale morti: 41 Feriti cacciatori: 62; feriti gente comune: 23; Morti cacciatori: 24- morti gente comune 17; Totale vittime (morti e feriti) tra i cacciatori: 86. La netta divergenza rispetto ai dati degli anni precedenti, con un incremento del fenomeno a livello nazionale e toscano (nei comunicati si citava che la nostra regione deteneva il record nazionale con 17 morti), ha portato a compiere un breve approfondimento proprio ridistribuendo tra le diverse categorie di incidente i medesimi dati dell associazione vittime della caccia (disponibili sul sito

3 dell Associazione). In particolare è stato importante cercare di suddividere in ulteriori tipologie gli incidenti in funzione di quanto riportato negli articoli. I dati emersi sono riportati nella figura seguente morti da arma f. durante la caccia morti in altre circostanze feriti in caccia da arma da fuoco feriti in altre circostanze 10 0 italia toscana bracconaggio cinghiale animaliscia carabina pallini se stesso In sostanza si rileva come, considerando i soli incidenti di caccia, ovvero ferimenti o decessi avvenuti nel corso dell attività venatoria, ed eliminando quelli riferibili al solo utilizzo di armi da fuoco da caccia (p.e. il caso di persone che si ferivano pulendo l arma a casa, le uccisioni di stampo malavitoso con arma assimilabile a quella da caccia in ambito urbano, le azioni di difesa da ladri, ecc.) nell annata venatoria i casi sono così riassumibili: 22 morti in Italia, di cui 4 in Toscana. Del totale dei decessi, 4 sono avvenuti durante azioni di bracconaggio, 11 con l utilizzo di palla da cinghiale in fucile a canna liscia e solo 1 con la carabine. In 6 casi è deceduto lo stesso cacciatore che ha sparato. Sono inoltre desumibili dai dati, 67 feriti da arma da fuoco, di cui 13 in Toscana. Di essi 4 sono conseguenza di azioni di bracconaggio e 27 riguardano l utilizzo ancora di fucile a canna liscia caricato a palla (caccia al cinghiale), 2 dei feriti sono stati colpiti da un colpo di carabina e 29 da munizione spezzata. In 19 dei 67 casi di ferimento è stato lo sparatore a colpire se stesso. I dati, nonostante una sensibile riduzione rispetto a quelli in un primo tempo comunicati, rappresentano indubbiamente un quadro tragico. Anche una sola vita troncata o mutilata a causa di comportamenti non sicuri è troppo. Porre in atto misure che riescano a salvare anche una sola persona valgono tutti i nostri sforzi. Daniele Serafini, Comandante della Polizia Provinciale di Pisa. Le misure di sicurezza imposte dalla normativa vigente sulla caccia sono state spesso considerate dai cacciatori soltanto ulteriori limitazioni alla propria libertà personale. Il numero di illeciti accertati dalla Polizia Provinciale di Pisa pone l attenzione su una diffusa illegalità: nel indagati per complessive 31 infrazioni penali rilevate; nel 2008, 18 indagati per complessive 31 infrazioni penali rilevate. Si segnala come sia divenuto particolarmente difficile accertare le infrazioni a causa della diffusione dei telefoni cellulari, con i quali i cacciatori comunicano tra loro la presenza delle pattuglie, e come il deterrente rappresentato dalla possibile condanna per le infrazioni penali segnalate sia ormai ininfluente (negli ultimi 6 anni nessuno degli indagati è stato condannato). Inoltre anche la condanna per reato di bracconaggio (classificato come reato

4 ambientale ) non porta più al ritiro del Porto d Armi, ed i sequestri penali, sono facilmente superabili con le normali istanze di dissequestro (anche di mezzi vietati alla caccia) che vengono usualmente presentate. Dr. Vittorio Balzi, esperto balistico di livello nazionale, consulente per numerosi Tribunali italiani, ha spiegato le particolarità e la pericolosità di comportamenti di sparo non generati dalla necessaria riflessione ed attenzione. Balzi ha sottolineato come le possibili deviazioni di traiettoria della palla sparata con fucile ad anima liscia, data la bassa velocità ed il peso elevato del proiettile, rappresentino una delle cause principali degli incidenti. (Vedasi testo allegato). Stefano Bandinelli, Sostituto Commissario della Polizia di Stato in forza alla Sezione Balistica del Centro Regionale della Polizia Scientifica della Toscana, ha ricostruito specifici casi di incidente mortale occorsi durante la caccia od il bracconaggio e suggerito importanti misure circa l attuazione di sistemi di prevenzione. (Vedi relazione allegata). Dr. Francesco Menitoni, presidente della società del Tirassigno Nazionale, sezione di Pisa, consulente balistico del Tribunale e membro per le materie armi esicurezza della Commissione Provinciale per il rilascio dell abilitazione venatoria ad uso caccia. L Art. 22 della Legge 11 febbraio 1992 n. 157, Licenza di porto di fucile per uso di caccia e abilitazione all esercizio venatorio individua le materie che riguardano l esame per il conseguimento dell abilitazione all esercizio venatorio che è richiesta al momento del primo rilascio della licenza di porto di fucile per uso di caccia. Le materie sono: 1. Legislazione venatoria 2. Zoologia applicata alla caccia con prove pratiche di riconoscimento delle specie cacciabili 3. Armi e munizioni da caccia e relativa legislazione 4. Tutela della natura e principi di salvaguardia della produzione agricola 5. Norme di pronto soccorso Da lungo tempo faccio parte della Commissione quale esperto per le Armi e munizioni da caccia e relativa legislazione e posso osservare che la qualità della preparazione dei singoli candidati è nel tempo notevolmente migliorata similmente ad una migliore comprensione da parte degli esaminatori di quali siano gli aspetti più importanti nell ambito delle singole materie per coloro che appunto si avvicinano alla caccia. A questo punto sarebbe opportuno che gli insegnanti, in generale, ponessero la loro attenzione anche nel trattare situazioni pratiche nelle quali si può trovare il neofita e che invece per la loro semplicità spesso vengono sottovalutate. Tali situazioni investono tutte e cinque le materie facenti parte dell esame suddetto, ma per alcune di esse come le armi e le munizioni ed il pronto soccorso ritengo che sia importante almeno parlarne e chiarire quali siano le prime cose da fare e spesso in quale sequenza. Riguardo poi alla prevenzione degli incidenti di caccia, principalmente per quelli connessi con l impiego del munizionamento a palla, sia esso sparato con la canna liscia che rigata, le nozioni ed il comportamento sono chiari a tutti in quanto rientrano sia nei quiz della prova scritta che in quella orale, essendo, per quello che riguarda il settore armi, fondamentale e determinante la componente sicurezza. Tutto quello che concerne la sicurezza è determinante riguardo l esito dell esame tanto che in occasione della valutazione dell esame del singolo candidato spesso il Presidente della Commissione chiede appunto come lo stesso sia andato in questa materia. Essendo fra l altro Consulente balistico anche presso il Tribunale di Pisa mi sono trovato a trattare incidenti di caccia avvenuti in occasione di battute al cinghiale: di regola la vittima è stata sempre attinta da un colpo di rimbalzo quasi sempre sparato non rispettando l ampiezza del settore di tiro di competenza sia davanti che dietro. Altro comportamento scorretto, spesso evidenziato dai rilievi planimetrici eseguiti dalle Forze dell ordine dopo l incidente, è quello effettuato con superficialità dai componenti di una squadra durante lo svolgimento di una battuta al cinghiale, che consiste nello

5 spostarsi dalla posta assegnata senza darne informazione agli altri e spesso non rendendosi conto del dannoso cambiamento del settore di tiro. Breve resoconto del dibattito Dopo l intervento di Ilio Dainelli, a nome degli Amici di Paolo Tambini, prende la parola Claudio Del Vita, (a nome del WWF-Pisa, Legambiente, Lipu) che indica la necessità di prevenire gli incidenti di caccia in modo drastico ed applicando alla attività venatoria specifiche iniziative regolamentari e norme afferenti ad altri comparti (in particolare il D.l.vo 81/2008 in materia di sicurezza sul lavoro). Luigi Giugliano, anch esso amico dello scomparso Paolo Tambini, segnala la difficoltà di convivere con taluni cacciatori, con attività di grande disturbo e rischio per chi ha un attività agricola in campagna pisana. Sottolinea inoltre di aver avuto ben 6 cani avvelenati nella prossimità dell abitazione. Paolo Testi, anch esso amico di Tambini, sottolinea che in 15 anni come cittadino ha avuto un numero elevatissimo di situazioni in cui i cacciatori hanno mostrato una gran dose di arroganza. Accanto a cacciatori corretti, molti sono i casi in cui il cacciatore dimostra inciviltà. Paolo Banti, Presidente provinciale dell Ente Produttori di Selvaggina, offre la propria disponibilità alla creazione di un Tavolo Tecnico, nel quale studiare nuove misure di sicurezza. Sottolinea che la proposta di applicazione delle norme di sicurezza sul lavoro nelle Aziende Faunistiche comporterebbe in primo luogo l obbligo di porre il divieto d accesso alle medesime per le persone non invitate o non dipendenti. Il Consigliere provinciale Maurizio Lucchesi, ricorda come l attività venatoria non possa essere criminalizzata di per sè, dato che essa è comunque un attività perfettamente legale e prevista da leggi e regolamenti. Sottolinea come gli interventi dei relatori abbiano indicato senza dubbi che la carabina è di fatto meno pericolosa del calibro 12, e propone l adozione obbligatoria di mezzi di maggiore visibilità per chi frequenta il bosco durante il periodo di caccia: il gilet arancio, che dal 2009 è divenuto obbligatorio in tutti gli interventi di caccia al cinghiale, dovrebbe in realtà essere indossato da tutti. Marco Salvadori,Presidente Provinciale della FIDC, concorda che casi come quello occorso a Paolo Tambini non devono assolutamente ripetersi. Riguardo alla sorveglianza, che può essere un deterrente per comportamenti pericolosi dei cacciatori, evidenzia la disponibilità delle guardie volontarie delle associazioni venatorie. Reputa che alcune concrete azioni di prevenzione potrebbero scaturire dalla redazione di uno specifico manuale sulla sicurezza da distribuire ai cacciatori, perche formazione ed informazione sono fondamentali. Fabio Lupi, Presidente Proviciale dell Arcicaccia, enfatizza come l organizzazione del seminario sulla sicurezza ed il pacato dibattito svoltosi tra istituzioni, ambientalisti e cacciatori nella giornata odierna rappresenti una risposta migliore di quella dei Consiglieri Regionali Roggiolani e De Angelis, che dopo gli ultimi incidenti di caccia hanno richiesto la chiusura generalizzata dell attività venatoria. Sottolinea altresì che nella Gestione Faunistico-Venatoria ispirata alla legge 157/92 possano essere trovate le risposte e le proposte per addivenire ad una caccia meno arrogante, più compartecipata, con maggiori elementi di socialità tra le varie componenti e quindi con maggiore rispetto degli altri e maggiore sicurezza. Sottolinea che la lotta al bracconaggio, che determina comportamenti più pericolosi e la maggioranza degli ultimi incidenti occorsi, debba essere efficace ed intensa. Alessandro Angelini, dell Enalcaccia di Lucca, sottolinea che il bracconiere non è un cacciatore e che i danni prodotti dagli uni non possono essere imputati agli altri. Sottolinea pure la necessità di porre nelle materie obbligatorie per il rilascio del porto d armi uso caccia le prove di tiro ed il pronto soccorso in modo adeguato. Conclusione dei lavori Giacomo Sanavio, Vicepresidente della Provincia di Pisa con delega alla Difesa Fauna

6 Solo con diverse linee di azione e con la compartecipazione possono ottenersi risultati concreti. La giornata di oggi è significativa di come insieme possano trovarsi in modo pacato e non strumentale, momenti di dialogo costruttivo. Si sottolineano come punto di partenza del percorso verso una maggiore sicurezza, le seguenti considerazioni: 1) Strumenti innovativi per la formazione di tutti coloro che si trovano a vivere nell ambiente rurale, in modo particolare dei cacciatori, con percorsi di aggiornamento attuabili anche riconoscendo bonus a chi li frequentano. Dovrà essere migliorato il metodo di lavoro delle commissioni per il rilascio porto d armi pretendendo di più dai candidati e di conseguenza dai loro formatori. 2) Dovrà essere costituito uno specifico Tavolo Tecnico per il monitoraggio delle situazioni e per la prevenzione dei rischi, affidandogli anche compiti di definire nuove regole di comportamento per i cacciatori, nonché valutare quanto e se sia possibile applicare alla caccia le regole previste dal decreto l.vo 81/08. 3) Pisa, per le condizioni sociali che la caratterizzano e per le sensibilità dimostrate può essere il luogo ove si sperimenta e ci si spinge un po più in là rispetto alla creazione di strumenti e regole di maggior sicurezza. 4) Il prossimo Piano Faunistico Venatorio Provinciale dovrà contenere l argomento sicurezza, definendo obiettivi e metodi per raggiungere livelli sensibilmente migliori degli attuali.

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