Sistemi binari e accrescimento

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Sistemi binari e accrescimento"

Transcript

1 Sistemi binari e accrescimento

2 Le Stelle Binarie Finora abbiamo considerato le stelle come oggetti luminosi e isolati; le stelle sono alimentate da reazioni di fusione nucleare non interagiscono con il mezzo circostante o con altre stelle. In realtà sappiamo che oltre il 50% delle stelle sono in sistemi binari o multipli (è proprio nelle binarie che possiamo misurare la massa delle stelle). Nei sistemi binari avvengono due cose: l evoluzione delle due stelle del sistema binario è diversa da quella delle stelle singole con la stessa massa a causa degli scambi di massa; negli stadi finali in cui una delle due stelle è diventata un oggetto compatto (nana bianca, stella di neutroni, buco nero) si assiste alla formazione di sorgenti alimentate non da reazioni nucleari ma da accrescimento di materia. La fisica dell accrescimento è molto complessa e si applica alle stelle di presequenza principale, alle binarie interagenti, ai nuclei galattici attivi e, forse, ad alcuni tipi di supernovae e GRB. 2

3 Le Stelle Binarie In una binaria, le coppie di stelle con periodo orbitale inferiore a ~10 giorni sono in orbite circolari allineate (gli assi di rotazione delle due stelle e l asse del piano orbitale sono tra loro paralleli) sincronizzate (ogni stella ha un periodo di rotazione pari al periodo di rivoluzione attorno all altra stella per cui ogni stella vede sempre la stessa faccia dell altra). Queste caratteristiche dipendono dall esistenza di Forze Mareali che agiscono sull una e sull altra stella a piccole distanze. Le forze mareali non sono altro che un effetto dell attrazione gravitazionale su corpi che non si possono considerare puntiformi. 3

4 Le Forze Mareali La forza gravitazionale che la stella 1 esercita su un elemento di massa m sulla sua superficie, a distanza Δr dal centro, è F grav = GM 1m r 2 Ma m è soggetto all attrazione di M2. La forza mareale è la differenza tra la forza gravitazionale su m e quella che si avrebbe se m fosse al centro di M1. r M1 Questa forza esiste solo se la stella 1 non si può considerare puntiforme. Se Δr << r, il modulo della forza mareale è M2 m θ Δr F tide = GM 2m r 2 GM 2 m r 2 + r 2 2r r cos 2GM 2 r r 3 cos per cui il rapporto tra le due forze è F tide F grav = 2M 2 M 1 r r 3 cos 4

5 Limite di Roche La stella 1 può essere distrutta dall interazione con 2 se Ftide è superiore alla forza gravitazionale ovvero, dato cosθ = 1, per 2GM 2 r r 3 > GM 1 r 2 da cui la distruzione per effetti mareali di 1 si ha quando 1 è più vicina a 2 di r< r 2M2 M 1 1/3 questo è noto come limite di Roche. Qual è la distanza minima a cui può arrivare il Sole vicino ad un buco nero supermassivo (MBH ~10 8 M, come quelli al centro delle galassie vedi più avanti) senza essere distrutto? Dall espressione sopra il Sole è distrutto se la sua distanza dal buco nero è inferiore a r<r M M 1/3 = 584 R 5

6 Le Forze Mareali La presenza delle forze mareali induce delle distorsioni alla simmetria sferica delle stelle e tali distorsioni aumentano al crescere di Δr/r. Fino a che le stelle non sono legate marealmente (tidally locked, ovvero orbite sincronizzate e circolarizzate), viene persa continuamente energia per attrito; se le orbite sono ellittiche variano r e cosθ e quindi varia la forza mareale su una dato elemento di massa; le distorsioni si devono muovere rispetto al resto della stella causando attrito viscoso e quindi perdita di energia; solo quando si ha il tidal locking tutto appare stazionario nel riferimento corotante del CM ed il sistema raggiunge lo stato di energia minima. Questo fenomeno avviene anche nel sistema Terra-Luna-Sole; il tidal locking (parziale) è il motivo per cui la Luna mostra sempre la stessa faccia alla Terra. Questo sistema è però più complesso per la presenza del Sole. 6

7 Distorsioni Mareali Deformazione indotta dalle forze mareali

8 Il problema dei tre corpi Consideriamo adesso le due stelle binarie e mettiamoci nel sistema corotante del centro di massa in cui l asse X è quello che unisce le due stelle. Il sistema del centro di massa ruota con velocità angolare data dalla terza legge di Keplero (a è la distanza tra le masse) y m 2 = P 2 2 = G(M 1 + M 2 ) a 3 r1 r r2 θ M1 a1 a2 M2 x a 8

9 Il problema dei tre corpi Nel sistema di riferimento del CM (non inerziale) il potenziale efficace a cui è soggetta la massa test m è (r) = GM 1 [r 2 + a 2 1 2a 1 r cos( )] 1/2 GM 2 [r 2 + a 2 2 2a 2 r cos ] 1/2 1 2 (~ ~r) 2 dove l ultimo termine è il potenziale fittizio che descrive la forza centrifuga in un sistema non inerziale. Il vettore di Omega ha modulo Ω e direzione perpendicolare al piano dell orbita verso della rotazione antioraria. Questo potenziale ha delle superfici equipotenziali particolari. 9

10 Le Superfici Equipotenziali Esiste una particolare superficie equipotenziale le cui sezioni con piani passanti per la congiungente le due stelle sono delle figure a 8 : si intersecano nel primo punto di Lagrange (L1, in generale non è il centro di massa) ed i due lobi dell 8 sono detti Lobi di Roche ; in L1 le forze gravitazionali e centrifuga si annullano, pertanto è un punto di equilibrio, ma instabile (è una sella del potenziale). Il gas di una stella che raggiunge L1 può passare all altra stella, ovvero cadere nella buca di potenziale. In ogni stella le superfici di densità costante sono parallele alle superfici equipotenziali; pertanto se una stella cresce in raggio (es. diventa gigante) assumerà la forma di una goccia, fino a riempire il suo lobo di Roche. Lobi di Roche L1 Primo punto di Lagrange 10

11 I Lobi di Roche Rappresentazione 3D del potenziale di Roche per due stelle con rapporto di massa 2:1. La superficie in figura rappresenta il potenziale in funzione della posizione su un piano passante per le due stelle nel sistema di riferimento corotante. Potenziale Posizione X Posizione Y

12 Le Stelle Binarie Per accennare all evoluzione nei sistemi binari partiamo da un paradosso apparente: alcune binarie sono costituite da una stella massiccia di sequenza principale ed una compagna meno massiccia ma più evoluta. Siccome i sistemi binari dovrebbero essere costituiti da stelle della stessa età, questa è una chiara contraddizione, almeno in apparenza. Questa apparente contraddizione si spiega col fatto che, durante l evoluzione, la stella più massiccia diventa gigante, riempie il suo lobo di Roche e perde gran parte della sua massa a vantaggio della stella meno massiccia, come mostrato in figura. Alla fine le binarie si riconducono sempre ad essere costituite da: una stella gigante che riempie il suo lobo di Roche ed una compagna più evoluta. A seconda della compagna si hanno fenomeni diversi: nana bianca variabili cataclismiche, Novae, Supernovae tipo Ia stella di neutroni o buco nero binarie X. 12

13 Evoluzione di un sistema binario Esempio: stella di 5 M (B) con compagna di 1 M (A). B evolve più rapidamente di A (è più massiccia). B diventa una gigante rossa, riempiendo il suo Lobo di Roche. A riceve massa da B. A si accresce a spese di B che diventa sempre meno massiccia. La stella A diventa una gigante e perde ora massa verso B che ormai è diventata una nana bianca. La stella A è diventata un stella massiccia di sequenza principale con una compagna gigante di piccola massa più evoluta (vecchia), un apparente contraddizione! 13

14 I Dischi di Accrescimento Il gas di una stella che raggiunge il punto L1 può accrescere sull altra stella. Visto da un sistema di riferimento inerziale, il materiale in accrescimento ha momento angolare L con la stessa direzione di quello J del sistema. Perciò non raggiungerà direttamente l altra stella ma vi orbiterà attorno. Le particelle di gas si disporranno in orbite coplanari (piano perpendicolare a L), e formeranno un disco in rotazione circolare (disco di accrescimento). Il disco si forma con asse di rotazione parallelo a L, momento angolare del gas in accrescimento, a causa della componente parallela della forza gravitazionale. La rotazione su orbite circolari avviene in seguito all interazione viscosa tra i vari elementi di gas che portano ad una ridistribuzione dell energia: ogni elemento di gas si collocherà così nello stato di energia potenziale efficace minima che corrisponde all orbita circolare. E eff = L M F cent m Fgrav GMm R + L2 2mR 2 14

15 I Dischi di Accrescimento In seguito all interazione viscosa, le particelle rilasciano energia gravitazionale e si muovono su orbite circolari con raggi progressivamente più piccoli fino a raggiungere la superficie della stella (o l orizzonte degli eventi del buco nero). Il risultato finale è che un disco di accrescimento irraggia convertendo in radiazione parte dell energia gravitazionale del materiale in accrescimento. Consideriamo un elemento di massa dm nel disco di accrescimento che passa da r+dr a r; per il teorema del viriale (Etot = - Eth = 1/2 Egrav) la sua variazione di energia totale è de tot =E(r) dl = de tot dt = 1 2 E(r + dr) =E th (r + dr) E th (r) = 1 2 E grav(r) detot < 0 ed è proprio pari all inverso dell energia che deve essere irraggiata. Pertanto la luminosità è GM r dm dt 1 2 GM (r + dr) 1 2 E grav(r + dr) dm dt ' 1 2 GMṁdr r 2 15

16 I Dischi di Accrescimento La luminosità totale irraggiata dal disco è perciò L = Z rout r in dl = 1 2 GMṁ r out r in ' 1 2 GMṁ r in per rout >> rin condizione che si verifica quasi sempre; si noti anche che, nel caso stazionario, il tasso di accrescimento deve essere costante su tutto il disco, altrimenti si avrebbe accumulo di massa in qualche parte del disco. Quell espressione non esprime altro che la conservazione dell energia; la fonte primaria di energia è quella gravitazionale; a parità degli altri fattori, L cresce al decrescere di rin: più compatto è l oggetto, maggiore è la quantità di energia gravitazionale che riesco a estrarre. Qualsiasi sia il processo di produzione dell energia posso scrivere L in funzione del tasso di massa che viene processato e dell efficienza di conversione di materia in energia (ε), ovvero L = dm dt c2 = ṁc 2 16

17 Efficienza dell accrescimento Nel caso del disco di accrescimento si ha quindi = 1 2 GMṁ r in ṁc 2 = 1 2 GM c 2 r in Supponiamo che l oggetto su cui si accresce sia una stella di neutroni con M ' 1.4M ricordiamo che ovvero = 1 2 r ns ' 10 km r ns ' 2.5 r Sch =2.5 2 GM GM c 2 r in = 1 2 c 2 GM c GM c 2 = 1 10 cioè si ha un efficienza del 10% per accrescimento su un oggetto compatto come una stella di neutroni. Si ricordi come l efficienza delle reazioni di fusione nucleare è ~0.007 = 0.7%; pertanto l accrescimento su oggetti compatti è molto più efficiente per produrre energia delle reazioni di fusione nucleare. 17

18 La Temperatura del disco Abbiamo ottenuto la luminosità irraggiata localmente dal disco (ovvero dall anello tra r e r+dr); supponiamo che l anello sia all equilibrio termodinamico ed irraggi come un corpo nero dalle facce superiore e inferiore: dl = 1 2 GMṁdr =2 (2 rdr) T (r)4 r2 dove T(r) è la temperatura del disco al raggio r. Pertanto T (r) = 1/4 GMṁ r 3/4 8 2 e h kt (r in ) ovvero il disco è più caldo all interno, e proprio dall interno emerge gran parte della sua luminosità. Lo spettro emesso dal disco sarà una sovrapposizione di corpi neri, con il più caldo a temperatura T(rin). Questa temperatura definisce anche il taglio in frequenza dello spettro del disco. log ν F(ν) log ν [Hz] 18

19 Variabili Cataclismiche Nelle variabili cataclismiche l oggetto compatto è una nana bianca M ' 1M con accrescimento tipico L ' 1 2 T (r in )= GMṁ r in GMṁ 8 R ' 10 4 km ṁ 10 9 M yr 1 ' erg s 1 ' L il disco di accrescimento è più luminoso della nana bianca! La temperatura massima del disco è 1/4 r 3/4 in = K più calda della temperatura superficiale di una stella O! Queste temperature producono emissione nell UV kt = h ' 4.3 ev = hc kt ' 2880Å rin 10 9 cm 3/4 19

20 Variabili Cataclismiche & Novae Il nome Variabili Cataclismiche deriva dal fatto che l emissione (L) non è costate come nelle stelle ma varia molto a seguito della variazione di ṁ per turbolenze ed instabilità nel disco. "Nova" = stella nuova Una classe particolare di VC sono le Novae caratterizzate da improvvisi aumenti di L che durano circa 1 mese. Ogni yr il materiale che si accumula sulla superficie della nana bianca raggiunge le condizioni per l accensione di H+H; questo avviene in ambiente degenere per Nova Cygni 1975 cui si ha un flash nella produzione di energia come nel caso delle supernovae I; questo flash avviene sulla superficie della stella e non la distrugge. Tuttavia a seguito dell accrescimento la nana bianca può raggiungere una massa superiore alla massa di Chandrasekar con conseguente esplosione di supernova di Dopo la diminuzione di L tipo I e distruzione della stella. 20

21 Binarie X Quando il compagno è una stella di neutroni (o un BH) M ' 1.4M con accrescimento tipico L ' 1 2 GMṁ r in ' 1 R ' 10 km ' GM c 2 ṁ 10 9 M yr 1 10ṁc2 ' erg s 1 ' L inoltre la temperatura massima del disco è adesso T (r in ) = 10 7 K rin 10 km 3/4 per tale temperatura kt~ 1 kev ovvero si ha emissione principalmente nei raggi X (da cui il nome Binarie X). Cygnus X-1 è la prima binaria X scoperta negli anni 70 da Riccardo Giacconi (Premio Nobel nel 2005); l oggetto compatto risulta vare una massa di circa 10 M per cui non può trattarsi di una stella di neutroni (la cui massa limite è~3-4 M ); è pertanto la prima evidenza dell esistenza di un buco nero. 21

22 Ricostruzione di una binaria X

23 Il limite di Eddington Esiste un limite al tasso di accrescimento che vale per tutti i sistemi, binarie X a BH supermassivi inclusi. Questo limite è dovuto al fatto che la luminosità prodotta dall accrescimento eserciti una pressione di radiazione sul materiale stesso in accrescimento. Se la conseguente forza radiativa diviene più grande dell attrazione gravitazionale del buco nero, il materiale in accrescimento viene spazzato via e l accrescimento stesso si ferma. Il disco di accrescimento, soprattutto nelle regioni più interne, è ionizzato, ovvero esiste una plasma costituito prevalentemente da protoni ed elettroni liberi (il gas è costituito prevalentemente di H). Il materiale in accrescimento è irraggiato con un flusso di fotoni (prodotto dal disco di accrescimento stesso) pari a n ph = L 4 r 2 h con Lν luminosità per unità di banda del disco di accrescimento. 23

24 Il limite di Eddington Gli elettroni liberi hanno sezione d urto Thomson σt per interazione con la radiazione (vedi lezione sull opacità nelle strutture stellari), per cui il numero di fotoni intercettati da un elettrone nell unità di tempo sarà dn dt = n ph T = L T 4 r 2 h Ciascun fotone ha quantità di moto p = hν/c per cui l impulso trasmesso dai fotoni all elettrone è dp = h c dn dt dt ovvero, la forza radiativa diretta lungo la direzione radiale uscente (con il BH al centro) è f = dp dt = h c L T 4 r 2 h = L T 4 r 2 c 24

25 Il limite di Eddington Questo è il contributo dovuto ai fotoni di frequenza ν; la forza totale sull elettrone si otterrà integrando su ν ovvero F rad = L T 4 r 2 c la stessa forza repulsiva agisce ovviamente sui protoni ma è molto minore poiché la sezione d urto dipende da m -2, massa delle particelle. I protoni sono soggetti alla forza gravitazionale del BH che è molto maggiore rispetto agli elettroni. Nel plasma ionizzato protoni ed elettroni liberi sono comunque legati dall attrazione elettrostatica che si oppone a separazioni di carica; il plasma ionizzato sarà dunque soggetto ad una forza gravitazionale attrattiva che agisce sui protoni e ad una forza radiativa repulsiva che agisce sugli elettroni; l accrescimento si può avere quando la forza gravitazionale su un protone è superiore alla forza radiativa sull elettrone F grav,p F rad,e GM BH m p r 2 L T 4 r 2 c 25

26 Il limite di Eddington Infine si ha L apple L Eddington = 4 Gm pc T M BH = L MBH ovvero la luminosità massima per accrescimento su un BH di massa solare è ~33000 luminosità solari! Poichè la luminosità per accrescimento è L L Edd = ṁ ṁ Edd apple 1 ṁ Edd = 8 cm p T L = 1 2 ṁ Edd = 8 cm p T GMṁ r in r in r in = M yr 1 r in 10 4 km M si ha: Per una variabile cataclismica (nana bianca): M ' 1M R ' 10 4 km L Edd = L ṁ Edd = M yr 1 Per una binaria X (stella neutroni): M ' 1.4M R ' 10 km L Edd = L ṁ Edd = M yr 1 26

27 Massa massima di una stella LEdd è la luminosità limite per cui una massa sferica M che emette radiazione è legata gravitazionalmente, per cui anche per una stella si deve avere L? apple L Edd = 4 Gm pc M? = L T M? Ma le stelle di massa superiore alla massa solare, seguono una relazione massa luminosità L? = L M? M 3 per cui, sostituendo nell espressione precedente, si ottiene M? 3 apple M? M M M ovvero, la massa massima di una stella è M? apple 182M 27

Sistemi binari e accrescimento. Lezione 8

Sistemi binari e accrescimento. Lezione 8 Sistemi binari e accrescimento Lezione 8 Le Stelle Binarie Finora abbiamo considerato le stelle come oggetti luminosi e isolati; le stelle sono alimentate da reazioni di fusione nucleare non interagiscono

Dettagli

Sistemi binari e accrescimento

Sistemi binari e accrescimento Sistemi binari e accrescimento Le Stelle Binarie Finora abbiamo considerato le stelle come oggetti luminosi e isolati; le stelle sono alimentate da reazioni di fusione nucleare non interagiscono con il

Dettagli

Fondamenti di Astrofisica

Fondamenti di Astrofisica Fondamenti di Astrofisica Lezione 10 AA 2010/2011 Alessandro Marconi Dipartimento di Fisica e Astronomia Le Stelle Binarie Finora abbiamo considerato le stelle come oggetti luminosi e isolati; le stelle

Dettagli

Sistemi binari e accrescimento

Sistemi binari e accrescimento Sistemi binari e accrescimento Le Stelle Binarie Finora abbiamo considerato le stelle come oggetti luminosi e isolati; le stelle sono alimentate da reazioni di fusione nucleare non interagiscono con il

Dettagli

Richiami di Astrofisica Stellare. Lezione 3

Richiami di Astrofisica Stellare. Lezione 3 Richiami di Astrofisica Stellare Lezione 3 Evoluzione dopo la seq. principale Le stelle passano gran parte della loro vita nella sequenza principale. P.e. l 80% per il Sole. La sequenza principale è la

Dettagli

La struttura stellare ( II ) Lezione 4

La struttura stellare ( II ) Lezione 4 La struttura stellare ( II ) Lezione 4 Il trasporto radiativo dell energia Il gradiente di pressione P(r) che sostiene una stella è prodotto da un gradiente in ρ(r) e T(r) e quindi L(r), ovvero l energia

Dettagli

Fondamenti di Astrofisica

Fondamenti di Astrofisica Fondamenti di Astrofisica Lezione 14 AA 2010/2011 Alessandro Marconi Dipartimento di Fisica e Astronomia Il centro galattico Il centro galattico è stato studiato intensamente negli ultimi anni nell IR,

Dettagli

Nuclei Galattici Attivi e Buchi Neri. Lezione 15

Nuclei Galattici Attivi e Buchi Neri. Lezione 15 Nuclei Galattici Attivi e Buchi Neri Lezione 15 Buchi neri nei nuclei galattici Nell ipotesi che gli AGN siano alimentati da accrescimento di massa su un buco nero l attività AGN deva lasciare un resto

Dettagli

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI CATANIA Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche, Naturali Corso di Laurea Specialistica in Fisica

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI CATANIA Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche, Naturali Corso di Laurea Specialistica in Fisica UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI CATANIA Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche, Naturali Corso di Laurea Specialistica in Fisica CURRICULUM ASTROFISICA E FISICA DELLO SPAZIO Anno Accademico 2011-2012 PROGRAMMA

Dettagli

Concetti fondamentali

Concetti fondamentali Accrescimento Concetti fondamentali Una particella in un campo gravitazionale prodotto da una massa puntiforme, con una qualsiasi velocita e posizione iniziali (purche V 0 R 0 =0) NON cade sulla massa

Dettagli

Fondamenti di Trasporto Radiativo

Fondamenti di Trasporto Radiativo Fondamenti di Trasporto Radiativo Luminosità e Flusso della radiazione Sorgente astrofisica che emette energia de in tempo dt. La luminosità è la quantità di energia irraggiata nell unità di tempo: L =

Dettagli

CAPITOLO 9: LA GRAVITAZIONE. 9.1 Introduzione.

CAPITOLO 9: LA GRAVITAZIONE. 9.1 Introduzione. CAPITOLO 9: LA GRAVITAZIONE 9.1 Introduzione. Un altro tipo di forza piuttosto importante è la forza gravitazionale. Innanzitutto, è risaputo che nel nostro sistema di pianeti chiamato sistema solare il

Dettagli

Fondamenti di Astrofisica

Fondamenti di Astrofisica Fondamenti di Astrofisica Lezione 12 AA 2010/2011 Alessandro Marconi Dipartimento di Fisica e Astronomia Hubble Ultra-Deep Field (HUDF) Come visto nella prima lezione l HUDF è l esposizione più profonda

Dettagli

Fisica I, a.a , Compito primo appello 4 Giugno 2013

Fisica I, a.a , Compito primo appello 4 Giugno 2013 Fisica I, a.a. 2012 2013, Compito primo appello 4 Giugno 2013 Anna M. Nobili 1 Effetto del Sole sulla Terra schiacciata Schematizziamo la terra oblata con il semplice modellino di Figura 1 in cui la massa

Dettagli

Jay Phelan, Maria Cristina Pignocchino. Scopriamo le scienze della Terra

Jay Phelan, Maria Cristina Pignocchino. Scopriamo le scienze della Terra Jay Phelan, Maria Cristina Pignocchino Scopriamo le scienze della Terra Capitolo 2 Le stelle e il Sistema solare 3 1. Le stelle e la luce /1 La luce è energia elettromagnetica emessa da una sorgente; si

Dettagli

Oltre il Sistema Solare

Oltre il Sistema Solare Corso di astronomia pratica Oltre il Sistema Solare Gruppo Astrofili Astigiani Andromedae LE STELLE Nascita di una stella Una nube di gas (soprattutto idrogeno) Inizia a collassare sotto l azione della

Dettagli

Esercizio (tratto dal problema 7.36 del Mazzoldi 2)

Esercizio (tratto dal problema 7.36 del Mazzoldi 2) Esercizio (tratto dal problema 7.36 del Mazzoldi 2) Un disco di massa m D = 2.4 Kg e raggio R = 6 cm ruota attorno all asse verticale passante per il centro con velocità angolare costante ω = 0 s. ll istante

Dettagli

Nuclei Galattici Attivi e Buchi Neri

Nuclei Galattici Attivi e Buchi Neri Nuclei Galattici Attivi e Buchi Neri Il centro galattico: ottico vs IR Piano del Disco Galattico Ammasso di Stelle nel centro galattico Centro Galattico A. Marconi Introduzione all Astrofisica 2013/2014

Dettagli

Problema (tratto dal 7.42 del Mazzoldi 2)

Problema (tratto dal 7.42 del Mazzoldi 2) Problema (tratto dal 7.4 del azzoldi Un disco di massa m D e raggio R ruota attorno all asse verticale passante per il centro con velocità angolare costante ω. ll istante t 0 viene delicatamente appoggiata

Dettagli

(4 π 2 /kt) m t / r 2 = (4 π 2 /ks) m s / r 2

(4 π 2 /kt) m t / r 2 = (4 π 2 /ks) m s / r 2 Le leggi di Keplero Lo studio del moto dei pianeti, tramite accurate misure, permise a Keplero tra il 1600 ed il 1620 di formulare le sue tre leggi: I legge: I pianeti percorrono orbite ellittiche intorno

Dettagli

Parte I Le informazioni fisiche contenute negli spettri

Parte I Le informazioni fisiche contenute negli spettri Parte I Le informazioni fisiche contenute negli spettri Cara$eris(che importan( delle Onde: Lunghezza d onda λ : in metri Per le onde luminose si una il nano- metro (nm) o l Ångstrom (Å) Frequenza ν :

Dettagli

Fondamenti di Trasporto Radiativo

Fondamenti di Trasporto Radiativo Fondamenti di Trasporto Radiativo Luminosità e Flusso della radiazione Sorgente astrofisica che emette energia de in tempo dt. La luminosità è la quantità di energia irraggiata nell unità di tempo: L =

Dettagli

, mentre alla fine, quando i due cilindri ruotano solidalmente, L = ( I I ) ω. . Per la conservazione, abbiamo

, mentre alla fine, quando i due cilindri ruotano solidalmente, L = ( I I ) ω. . Per la conservazione, abbiamo A) Meccanica Un cilindro di altezza h, raggio r e massa m, ruota attorno al proprio asse (disposto verticalmente) con velocita` angolare ω i. l cilindro viene appoggiato delicatamente su un secondo cilindro

Dettagli

Wednesday, November 30, Accrescimento

Wednesday, November 30, Accrescimento Accrescimento Concetti fondamentali Una particella in un campo gravitazionale prodotto da una massa puntiforme, con una qualsiasi velocita e posizione iniziali (purche V 0 R 0 =0) NON cade sulla massa

Dettagli

Osservando il Sole è possibile scorgere delle aree che appaiono più scure (macchie) rispetto al resto della fotosfera a causa della loro temperatura

Osservando il Sole è possibile scorgere delle aree che appaiono più scure (macchie) rispetto al resto della fotosfera a causa della loro temperatura Osservando il Sole è possibile scorgere delle aree che appaiono più scure (macchie) rispetto al resto della fotosfera a causa della loro temperatura più "bassa" Il numero di macchie solari visibili sulla

Dettagli

ESERCIZI SCIENZE: SISTEMA SOLARE

ESERCIZI SCIENZE: SISTEMA SOLARE ESERCIZI SCIENZE: SISTEMA SOLARE 1. Scrivi i nomi dei pianti del Sistema Solare che compaiono nell immagine Sole= 2. Dai le seguenti definizioni Pianeta terrestre= Satelliti galileiani= Pianeta nano= Stella=

Dettagli

La struttura stellare (II)

La struttura stellare (II) La struttura stellare (II) Il trasporto dell energia La produzione di energia nucleare avviene nel nucleo della stella e l energia prodotta deve essere trasportata verso l esterno. In genere il trasporto

Dettagli

Evoluzione stellare: dalla nascita di una stella alla sua fine. Serafina Carpino

Evoluzione stellare: dalla nascita di una stella alla sua fine. Serafina Carpino Evoluzione stellare: dalla nascita di una stella alla sua fine Serafina Carpino Oltre a miliardi di stelle, nello spazio ci sono nubi di materia interstellare, formate da estese condensazioni di gas e

Dettagli

FAM. = 5 4 Mc2 = E C = 5 2 Mc2 1 v2. c 2. 2 M 2M) = 1 2 Mc2

FAM. = 5 4 Mc2 = E C = 5 2 Mc2 1 v2. c 2. 2 M 2M) = 1 2 Mc2 Serie 19: Soluzioni FAM C. Ferrari Esercizio 1 Collisione completamente anelastica Utilizziamo la conservazione dell energia e della quantità di moto (sistema isolato) in cui trattiamo A e B all inizio

Dettagli

Le nebulose. Le nebulose sono agglomerati di idrogeno, polveri e plasma.

Le nebulose. Le nebulose sono agglomerati di idrogeno, polveri e plasma. Le nebulose Le nebulose sono agglomerati di idrogeno, polveri e plasma. Esistono vari tipi di nebulosa: nebulosa oscura all interno della quale avvengono i fenomeni di nascita e formazione di stelle; nebulosa

Dettagli

Lezione 4. Vita delle Stelle Parte 2

Lezione 4. Vita delle Stelle Parte 2 Lezione 4 Vita delle Stelle Parte 2 Fusione nucleare 4 atomi di idrogeno si uniscono per formare 1 atomo di elio e produrre energia nucleo H H H He H Due nuclei di idrogeno (due protoni) sospinti l'uno

Dettagli

CAPITOLO 1 FORZA ELETTROSTATICA CAMPO ELETTROSTATICO

CAPITOLO 1 FORZA ELETTROSTATICA CAMPO ELETTROSTATICO CAPITOLO 1 FORZA ELETTROSTATICA CAMPO ELETTROSTATICO Elisabetta Bissaldi (Politecnico di Bari) 2 L elettromagnetismo INTERAZIONE ELETTROMAGNETICA = INTERAZIONE FONDAMENTALE Fenomeni elettrici e fenomeni

Dettagli

Nuclei Galattici Attivi nei raggi X. Sunday, December 16, 12

Nuclei Galattici Attivi nei raggi X. Sunday, December 16, 12 Nuclei Galattici Attivi nei raggi X - SED degli AGN: emissione X in forte eccesso rispetto alla coda attesa per un disco di accrescimento - Emissione 0.1-100 kev: 1-20% della luminosita totale - E una

Dettagli

Dischi di accrescimento: struttura

Dischi di accrescimento: struttura Accrescimento 2 Struttura locale: nell approssimazione di disco sottile, i gradienti di temperatura e pressione sono essenzialmente verticali (cioe le variazioni locali lungo la componente radiale sono

Dettagli

Principio di inerzia

Principio di inerzia Dinamica abbiamo visto come si descrive il moto dei corpi (cinematica) ma oltre a capire come si muovono i corpi è anche necessario capire perchè essi si muovono Partiamo da una domanda fondamentale: qual

Dettagli

Astronomia Parte I Proprietà fondamentali delle stelle

Astronomia Parte I Proprietà fondamentali delle stelle Astronomia 07-8 Parte I Proprietà fondamentali delle stelle 6 Diagramma HR Classi di luminosità Subgiganti Classe I Classe II Classe III Sole: G V Parallasse spettroscopica L Nota la luminosità assoluta

Dettagli

Dinamica. Obbiettivo: prevedere il moto dei corpi una volta note le condizioni iniziali e le interazioni con l'ambiente

Dinamica. Obbiettivo: prevedere il moto dei corpi una volta note le condizioni iniziali e le interazioni con l'ambiente Dinamica Obbiettivo: prevedere il moto dei corpi una volta note le condizioni iniziali e le interazioni con l'ambiente Tratteremo la Dinamica Classica, valida solo per corpi per i quali v

Dettagli

La struttura stellare ( III )

La struttura stellare ( III ) La struttura stellare ( III ) Relazioni di scala dal diagramma HR Siamo ora in grado di spiegare le relazioni di scala per le stelle che sono state trovate osservativamente L M 3 L T 8 e (per stelle con

Dettagli

4. Disegnare le forze che agiscono sull anello e scrivere la legge che determina il moto del suo centro di massa lungo il piano di destra [2 punti];

4. Disegnare le forze che agiscono sull anello e scrivere la legge che determina il moto del suo centro di massa lungo il piano di destra [2 punti]; 1 Esercizio Una ruota di raggio e di massa M può rotolare senza strisciare lungo un piano inclinato di un angolo θ 2, ed è collegato tramite un filo inestensibile ad un blocco di massa m, che a sua volta

Dettagli

Corso di introduzione all Astrofisica

Corso di introduzione all Astrofisica Corso di introduzione all Astrofisica I modulo Prof. Giuseppe Bertin Anno accademico 9 Indice Il teorema del viriale. Problema....................................... Equazioni del moto e energia per sistemi

Dettagli

G. Bracco - Appunti di Fisica Generale

G. Bracco - Appunti di Fisica Generale Sistemi di punti materiali Finora abbiamo considerato solo un punto materiale ma in genere un corpo ha dimensione tale da non poter essere assimilato ad un punto materiale. E sempre opportuno definire

Dettagli

Se prendiamo in considerazione una sfera rotante su se stessa con velocità periferica C p

Se prendiamo in considerazione una sfera rotante su se stessa con velocità periferica C p Effetti giroscopici su una sfera rotante, teoria dell effetto Magnus, massa longitudinale e massa trasversale, Abbiamo visto che la presenza di materia può essere rilevata ( e dunque la materia esiste)

Dettagli

S1 - Lezioni del 28 e 30 Settembre 2016 (23 Settembre 2016: Presentazione del corso)

S1 - Lezioni del 28 e 30 Settembre 2016 (23 Settembre 2016: Presentazione del corso) a.a. 2016-2017: foto alla lavagna di tutte le lezioni e sommario degli argomenti principali trattati in ogni lezione S1 - Lezioni del 28 e 30 Settembre 2016 (23 Settembre 2016: Presentazione del corso)

Dettagli

I buchi ne!: piccoli. e gran" cannibali

I buchi ne!: piccoli. e gran cannibali I buchi ne!: piccoli e gran" cannibali insaziabili Tomaso Belloni (Osservatorio Astronomico di Brera) I mostri del cielo I buchi ne!: piccoli e gran" cannibali insaziabili Tomaso Belloni (Osservatorio

Dettagli

GRAVITAZIONE INTRODUZIONE ALLA FISICA 2. Dott.ssa Elisabetta Bissaldi

GRAVITAZIONE INTRODUZIONE ALLA FISICA 2. Dott.ssa Elisabetta Bissaldi GRAVITAZIONE INTRODUZIONE ALLA FISICA 2 Dott.ssa Elisabetta Bissaldi Corso di Fisica 2 Testi consigliati: MAZZOLDI NIGRO VOCI Elementi di FISICA Elettromagnetismo TIPLER MOSCA Corso di fisica 2 HALLIDAY

Dettagli

Docente: Alessandro Melchiorri Slides delle lezioni: oberon.roma1.infn.it/alessandro/astro2014

Docente: Alessandro Melchiorri Slides delle lezioni: oberon.roma1.infn.it/alessandro/astro2014 Astronomia Lezione 11/12/2014 Docente: Alessandro Melchiorri e.mail:alessandro.melchiorri@roma1.infn.it Slides delle lezioni: oberon.roma1.infn.it/alessandro/astro2014 Quali sono i processi nucleari? Nucleosintesi:

Dettagli

FISICA (modulo 1) PROVA SCRITTA 02/02/2015. ESERCIZI (Motivare sempre i vari passaggi nelle soluzioni)

FISICA (modulo 1) PROVA SCRITTA 02/02/2015. ESERCIZI (Motivare sempre i vari passaggi nelle soluzioni) FISICA (modulo 1) PROVA SCRITTA 0/0/015 ESERCIZI (Motivare sempre i vari passaggi nelle soluzioni) E1. Due blocchi di massa m 1 e m sono posti sopra un piano orizzontale. Si considerino separatamente i

Dettagli

Nane bianche e stelle di neutroni. di Roberto Maggiani

Nane bianche e stelle di neutroni. di Roberto Maggiani Nane bianche e stelle di neutroni di Roberto Maggiani Prendendo in mano una zoletta di zucchero e poi una zolletta di ferro potremmo verificare il maggior peso di quest ultima, infatti, nello stesso volume

Dettagli

Corsi di Laurea in Ingegneria per l ambiente ed il Territorio e Chimica. Esercizi 1 FISICA GENERALE L-B. Prof. Antonio Zoccoli

Corsi di Laurea in Ingegneria per l ambiente ed il Territorio e Chimica. Esercizi 1 FISICA GENERALE L-B. Prof. Antonio Zoccoli rof. Antonio Zoccoli 1) Una carica Q è distribuita uniformemente in un volume sferico di raggio R. Determinare il lavoro necessario per spostare una carica q da una posizione a distanza infinita ad una

Dettagli

Fisica Generale 1 per Chimica Formulario di Meccanica

Fisica Generale 1 per Chimica Formulario di Meccanica Fisica Generale 1 per Chimica Formulario di Meccanica Vettori : operazioni elementari: Nota: un vettore verra' qui rappresentato in grassetto es: A = ( A x, A y, A z ) Prodotto scalare A. B = A B cos θ,

Dettagli

Il Sole. Primo Levi 2017 Roberto Bedogni INAF Osservatorio Astronomico di Bologna

Il Sole. Primo Levi 2017 Roberto Bedogni INAF Osservatorio Astronomico di Bologna Il Sole Primo Levi 2017 Roberto Bedogni INAF Osservatorio Astronomico di Bologna http://www.bo.astro.it/~bedogni/primolevi Email :roberto.bedogni@oabo.inaf.it Sole Distanza (km) 149 597 970 km 2 Massa

Dettagli

Stelle e galassie. Le sorgenti dei raggi cosmici

Stelle e galassie. Le sorgenti dei raggi cosmici Stelle e galassie Le sorgenti dei raggi cosmici La massa dei corpi celesti Tappa fondamentale per la misurazione dei corpi celesti è stata la determinazione della massa della Terra, avvenuta alla fine

Dettagli

CARATTERISTICHE DELLE STELLE

CARATTERISTICHE DELLE STELLE CARATTERISTICHE DELLE STELLE Lezioni d'autore di Claudio Censori VIDEO Introduzione I parametri stellari più importanti sono: la le la la luminosità, dimensioni, temperatura e massa. Una stella è inoltre

Dettagli

F (t)dt = I. Urti tra corpi estesi. Statica

F (t)dt = I. Urti tra corpi estesi. Statica Analogamente a quanto visto nel caso di urto tra corpi puntiformi la dinamica degli urti tra può essere studiata attraverso i principi di conservazione. Distinguiamo tra situazione iniziale, prima dell

Dettagli

3 CORSO DI ASTRONOMIA

3 CORSO DI ASTRONOMIA 3 CORSO DI ASTRONOMIA Alla scoperta di stelle e costellazioni 5 dicembre 2015 spiegazioni di Giuseppe Conzo Parrocchia SS. Filippo e Giacomo Oratorio Salvo D Acquisto SOMMARIO La nostra stella: Il Sole;

Dettagli

CAPITOLO 1 ELETTROSTATICA

CAPITOLO 1 ELETTROSTATICA CAPITOLO 1 1.1 Introduzione Nell elettromagnetismo studieremo fenomeni elettrici e magnetici che rappresentano un altra interazione fondamentale della natura (dopo quella gravitazionale che abbiamo visto

Dettagli

07b - Principi di Astrofisica Buchi Neri nei nuclei galattici

07b - Principi di Astrofisica Buchi Neri nei nuclei galattici 07b - Principi di Astrofisica Buchi Neri nei nuclei galattici Metodi diretti per misurare MBH Moto di singole particelle test! Moti propri delle stelle e velocità radiali Via Lattea Velocità radiali di

Dettagli

Vedere l invisibile. Evidenze di buchi neri supermassici nei nuclei galattici. Candidato: Sasha Bisio Relatore: Prof.ssa L. Ostorero A. A.

Vedere l invisibile. Evidenze di buchi neri supermassici nei nuclei galattici. Candidato: Sasha Bisio Relatore: Prof.ssa L. Ostorero A. A. Vedere l invisibile Evidenze di buchi neri supermassici nei nuclei galattici Candidato: Sasha Bisio Relatore: Prof.ssa L. Ostorero A. A. 2016/2017 Università degli Studi di Torino 1 Sommario Introduzione

Dettagli

Astronomia Parte II Struttura stellare

Astronomia Parte II Struttura stellare Astronomia 017-18 Parte II Struttura stellare 13 P( E) Fusione nucleare exp[ E / kt b / 1/ E ] P ( E) B E / kt e P ( E) e T b/ E 1/ Dipendenza esponenziale da T Piccoli cambiamenti in T producono forti

Dettagli

x : p x,i = 2 MV 0 = MV 3 cosθ MV 4 cosθ 4 = p x,f y : p y,i = 0 = MV 3 sinθ 3 3 MV 4 sinθ 4 = p x,f

x : p x,i = 2 MV 0 = MV 3 cosθ MV 4 cosθ 4 = p x,f y : p y,i = 0 = MV 3 sinθ 3 3 MV 4 sinθ 4 = p x,f Esercizio 1 Il corpo 1 e il corpo 2, entrambi considerabili come puntiformi, si trovano su un piano orizzontale xy privo di attrito. Inizialmente, rispetto al sistema di riferimento inerziale x y, il corpo

Dettagli

P = r. o + r. O + ω r (1)

P = r. o + r. O + ω r (1) 1 5.1-MOTI RELATIVI Parte I 5.1-Moti relativi-cap5 1 5.1-Moti relativi Teorema delle velocità relative Riprendiamo l impostazione tracciata nel paragrafo 2.6 (moti relativi 2-D) e consideriamo un sistema

Dettagli

L'EVOLUZIONE STELLARE

L'EVOLUZIONE STELLARE L'EVOLUZIONE STELLARE Lezioni d'autore di Claudio Censori VIDEO Introduzione (I) La vita delle stelle è condizionata dalla loro massa e dalla tendenza inesorabile al collasso causato dal peso degli strati

Dettagli

Stelle. - emette un flusso continuo di onde elettromagnetiche, che noi osserviamo in parte sotto forma di luce

Stelle. - emette un flusso continuo di onde elettromagnetiche, che noi osserviamo in parte sotto forma di luce Stelle - corpo celeste di forma più o meno sferica - emette un flusso continuo di onde elettromagnetiche, che noi osserviamo in parte sotto forma di luce - il Sole è una stella - Quasi tutto ciò che sappiamo

Dettagli

Meccanica dei Sistemi e Termodinamica modulo di: Urti e Reazioni Corsi di Laurea in: Fisica e Astrofisica, Tecnologie Fisiche Innovative

Meccanica dei Sistemi e Termodinamica modulo di: Urti e Reazioni Corsi di Laurea in: Fisica e Astrofisica, Tecnologie Fisiche Innovative Meccanica dei Sistemi e Termodinamica modulo di: Urti e Reazioni Corsi di Laurea in: Fisica e Astrofisica, Tecnologie Fisiche Innovative Lezioni ( docente: Savrié Mauro ) lunedì : 11:00-13:00 aula G1 martedì:

Dettagli

O + ω r (1) Due casi sono fondamentali (gli altri si possono pensare una sovrapposizione di questi due:

O + ω r (1) Due casi sono fondamentali (gli altri si possono pensare una sovrapposizione di questi due: 1 5.1-MOTI RELATIVI Parte I 5.1-Moti relativi-cap5 1 5.1-Moti relativi Teorema delle velocità relative Riprendiamo l impostazione tracciata nel paragrafo 2.6 (moti relativi 2-D) e consideriamo un sistema

Dettagli

UNIVERSO STATICO E UNIVERSO IN ESPANSIONE

UNIVERSO STATICO E UNIVERSO IN ESPANSIONE L UNIVERSO INDICE ARGOMENTI: BIG BANG UNIVERSO STATICO E IN ESPANSIONE TEORIA DELLO STATO STAZIONARIO TEORIA DELLA MATERIA OSCURA LE STELLE E LA LORO EVOLUZIONE STELLE DOPPIE BUCHI NERI UNIVERSI PARALLELI

Dettagli

valori di alcune costanti calcolate teoricamente

valori di alcune costanti calcolate teoricamente valori di alcune costanti calcolate teoricamente pag. 33 raggio dell universo osservabile attuale R ua 4,475 0 9 al 33 età dell universo attuale T ua 3,88 0 9 a 33 valore massimo della velocità di espansione

Dettagli

Soluzione degli esercizi dello scritto di Meccanica del 17/06/2019

Soluzione degli esercizi dello scritto di Meccanica del 17/06/2019 Soluzione degli esercizi dello scritto di Meccanica del 17/06/2019 Esercizio 1 Un corpo rigido è formato da un asta di lunghezza L = 2 m e massa trascurabile, ai cui estremi sono fissati due corpi puntiformi,

Dettagli

La struttura stellare (II)

La struttura stellare (II) La struttura stellare (II) La sorgente di energia La pressione del gas consente di mantenere la stella in equilibrio idrostatico con la propria forza gravità. Però la stella perde energia irraggiando alla

Dettagli

approfondimento La dinamica e le interazioni fondamentali Il principio di inerzia secondo Galileo Sistemi inerziali

approfondimento La dinamica e le interazioni fondamentali Il principio di inerzia secondo Galileo Sistemi inerziali approfondimento La dinamica e le interazioni fondamentali Il principio di inerzia secondo Galileo Sistemi inerziali Forza gravitazionale e forza peso massa e peso, peso apparente Forze normali Moto circolare

Dettagli

Galassie Anomale : Starburst. Lezione 9

Galassie Anomale : Starburst. Lezione 9 Galassie Anomale : Starburst Lezione 9 Formazione stellare Traccianti di formazione stellare traccianti di stelle OB Le stelle OB sono caratterizzate da una luminosità molto elevata ed emettono principalmente

Dettagli

M p. θ max. P v P. Esercizi di Meccanica (M6) Consegna: giovedì 3 giugno.

M p. θ max. P v P. Esercizi di Meccanica (M6) Consegna: giovedì 3 giugno. Esercizi di Meccanica (M6) Consegna: giovedì 3 giugno. Problema 1: Si consideri un corpo rigido formato da una sfera omogenea di raggio R e massa M 1 e da una sbarretta omogenea di lunghezza L, massa M

Dettagli

La Terra nello spazio

La Terra nello spazio La Terra nello spazio L'Universo è sempre esistito? L'ipotesi più accreditata fino ad ora è quella del Big Bang. Circa 20 miliardi di anni fa, una massa di piccolo volume, in cui vi era racchiusa tutta

Dettagli

τ (O) r F è semplicemente l intensità della forza F dal polo O: = r F sinθ = bf

τ (O) r F è semplicemente l intensità della forza F dal polo O: = r F sinθ = bf 5. Momenti, forze centrali e gravitazione Definizione di momento di una forza Si definisce momento della forza F rispetto al polo O la quantità data dal prodotto vettoriale τ (O) r F il cui modulo si misura

Dettagli

Fondamenti di Astrofisica. Alessandro Marconi

Fondamenti di Astrofisica. Alessandro Marconi Alessandro Marconi Contatti, Bibliografia e Lezioni Prof. Alessandro Marconi Dipartimento di Astronomia e Scienza dello Spazio, Largo E. Fermi 2 email: marconi@arcetri.astro.it, alessandro.marconi@unifi.it

Dettagli

Il problema dei due corpi La dinamica planetaria

Il problema dei due corpi La dinamica planetaria Il problema dei due corpi La dinamica planetaria La Meccanica Classica Lagrange Hamilton Jacobi Vettori Per rendere conto della 3-dimensionalità in fisica, e in matematica, si usano delle grandezze più

Dettagli

Fondamenti di Astrofisica

Fondamenti di Astrofisica Fondamenti di Astrofisica Lezione 7 AA 2010/2011 Alessandro Marconi Dipartimento di Fisica e Astronomia Equazioni della struttura stellare Le equazioni che descrivono la struttura stellare sono: dp (r)

Dettagli

Esercizio: pendolo sferico. Soluzione

Esercizio: pendolo sferico. Soluzione Esercizio: pendolo sferico Si consideri un punto materiale di massa m vincolato a muoversi senza attrito sulla superficie di una sfera di raggio R e soggetto alla forza di gravita. Ridurre il moto alle

Dettagli

Sistema arciere-arco

Sistema arciere-arco Sistema arciere-arco Consideriamo un ragazzo su uno sateboard mentre cade. Oltre alla forza peso che gestisce il moto verso il basso durante la caduta, nella direzione orizzontale al terreno avremo che

Dettagli

Valori numerici dei parametri di collisione

Valori numerici dei parametri di collisione Valori numerici dei parametri di collisione Nella Lezione 9 si è mostrato che in un plasma le collisioni a grande angolo sono prevalentemente il risultato di collisioni multiple a piccolo angolo. Dato

Dettagli

Soluzioni I anno FisMat

Soluzioni I anno FisMat Soluzioni I anno FisMat ) La velocitá delle formiche puó essere separata in una componente tangenziale, v t e una radiale, v r Poiché ad ogni istante le formiche sono poste sul vertice del N-gono, esse

Dettagli

CAPITOLO 4: DINAMICA DEI SISTEMI DI PUNTI MATERIALI:

CAPITOLO 4: DINAMICA DEI SISTEMI DI PUNTI MATERIALI: CAPITOLO 4: DINAMICA DEI SISTEMI DI PUNTI MATERIALI: 4.1 Il centro di massa. Nel precedente capitolo si è parlato ampiamente della dinamica di un punto materiale, ossia di quel ramo della meccanica che

Dettagli

Galassie Anomale : Nuclei Galattici Attivi e Buchi Neri. Lezione 10

Galassie Anomale : Nuclei Galattici Attivi e Buchi Neri. Lezione 10 Galassie Anomale : Nuclei Galattici Attivi e Buchi Neri Lezione 10 Galassie Normali La radiazione elettromagnetica emessa dalle galassie normali è quasi interamente prodotta dai processi di evoluzione

Dettagli

Esercizio (tratto dal problema 7.52 del Mazzoldi 2)

Esercizio (tratto dal problema 7.52 del Mazzoldi 2) 1 Esercizio (tratto dal problema 7.5 del Mazzoldi ) Un doppio piano è costituito da due rampe contrapposte, di materiali diversi, inclinate ciascuna di un angolo rispetto all orizzontale. Sulla rampa di

Dettagli

Astronomia Lezione 24/11/2011

Astronomia Lezione 24/11/2011 Astronomia Lezione 24/11/2011 Docente: Alessandro Melchiorri e.mail:alessandro.melchiorri@roma1.infn.it Slides: oberon.roma1.infn.it/alessandro/ Libri di testo: - An introduction to modern astrophysics

Dettagli

CAPITOLO 1 FORZA ELETTROSTATICA CAMPO ELETTROSTATICO

CAPITOLO 1 FORZA ELETTROSTATICA CAMPO ELETTROSTATICO CAPITOLO 1 FORZA ELETTROSTATICA CAMPO ELETTROSTATICO Elisabetta Bissaldi (Politecnico di Bari) A.A. 2018-2019 2 L elettromagnetismo INTERAZIONE ELETTROMAGNETICA = INTERAZIONE FONDAMENTALE Fenomeni elettrici

Dettagli

FAM. T 1) α ν. (e α ν T 1) 2. (con l ipotesi ν > 0) si ottiene

FAM. T 1) α ν. (e α ν T 1) 2. (con l ipotesi ν > 0) si ottiene Serie 42: Soluzioni FAM C. Ferrari Esercizio 1 Corpo nero 1. Abbiamo: Sole λ max = 500nm - spettro visibile (giallo); Sirio B λ max = 290nm - ultravioletto; corpo umano λ max = 9300nm - infrarosso. 2.

Dettagli

La morte delle stelle. Lezione 12

La morte delle stelle. Lezione 12 La morte delle stelle Lezione 12 Sommario Gli stadi finali dell evoluzione stellare per le stelle di piccola massa (nane rosse, perdite di massa e nebulose planetarie, nane bianche). Evoluzione dei sistemi

Dettagli

La Via Lattea. Lezione 5

La Via Lattea. Lezione 5 Lezione 5 La struttura della Galassia La Galassia ha 3 componenti principali: disco (stelle, gas, polvere); sferoide (bulge; stelle); alone (stelle, materia oscura). Il Sole si trova nel disco ad una distanza

Dettagli

Per casa. [ 2, N, uscente]

Per casa. [ 2, N, uscente] p.273 libro Per casa Una carica di 0,5 μc viaggia in un campo magnetico di 0,15 T con velocità di 3 m/s in una direzione perpendicolare con il campo. Trovare intensità direzione e verso della forza che

Dettagli

Corso di Radioastronomia 2

Corso di Radioastronomia 2 Corso di Radioastronomia 2 Aniello (Daniele) Mennella Davide Maino Dipartimento di Fisica Prima parte: principali meccanismi di emissione e assorbimento Parte 1 Lezione 2 L emissione di sincrotrone La

Dettagli

Lezione 7. Cenni di cosmologia (parte II osservazioni dell'universo lontano: due esempi)

Lezione 7. Cenni di cosmologia (parte II osservazioni dell'universo lontano: due esempi) Lezione 7 Cenni di cosmologia (parte II osservazioni dell'universo lontano: due esempi) Esempio 1 Evidenze di energia oscura da osservazioni di supernove lontane La distanza di luminosità per oggetti distanti

Dettagli

Il nucleo della Via Lattea. Lezione 2

Il nucleo della Via Lattea. Lezione 2 Il nucleo della Via Lattea Lezione 2 La struttura della Galassia La Galassia ha 3 componenti principali: disco (stelle, gas, polvere); sferoide (bulge; stelle); alone (stelle, materia oscura). Il Sole

Dettagli

Calcolo teorico del campo magnetico terrestre, solare e nucleare con le equazioni di Maxwell generalizzate

Calcolo teorico del campo magnetico terrestre, solare e nucleare con le equazioni di Maxwell generalizzate estratto da : L EQUILIBRIO UNIVERSALE dalla meccanica celeste alla fisica nucleare Calcolo teorico del campo magnetico terrestre, solare e nucleare con le equazioni di Maxwell generalizzate Prima di passare

Dettagli

Prova Scritta di Elettricità e Magnetismo e di Elettromagnetismo A. A Febbraio 2008 (Proff. F.Lacava, C.Mariani, F.Ricci, D.

Prova Scritta di Elettricità e Magnetismo e di Elettromagnetismo A. A Febbraio 2008 (Proff. F.Lacava, C.Mariani, F.Ricci, D. Prova Scritta di Elettricità e Magnetismo e di Elettromagnetismo A. A. 2006-07 - 1 Febbraio 2008 (Proff. F.Lacava, C.Mariani, F.Ricci, D.Trevese) Modalità: - Prova scritta di Elettricità e Magnetismo:

Dettagli

OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 2018 Finale Nazionale 19 aprile Prova Teorica categoria Senior

OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 2018 Finale Nazionale 19 aprile Prova Teorica categoria Senior OLIMPIADI ITALIANE DI ASTRONOMIA 08 Finale Nazionale 9 aprile Prova Teorica categoria Senior. La rotazione di Venere Il periodo di rotazione di Venere è /3 di quello di rivoluzione della Terra, il che

Dettagli

SOLE, struttura e fenomeni

SOLE, struttura e fenomeni SOLE, struttura e fenomeni Lezioni d'autore di Claudio Censori VIDEO Introduzione (I) Il Sole è la stella più vicina a noi, della quale possiamo pertanto ricavare in dettaglio informazioni dirette. Si

Dettagli