Censimento delle strutture di stoccaggio dei cereali in Italia. Piano di settore cerealicolo

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1 Censimento delle strutture di stoccaggio dei cereali in Italia Piano di settore cerealicolo GIUGNO

2 Responsabile della ricerca: Egidio Sardo Responsabile della redazione: Fabio Del Bravo Coordinamento operativo: Antonella Finizia, Francesca Carbonari Redazione a cura di: Cosimo Montanaro, Luca Ceccarelli Questo lavoro è stato realizzato nell ambito del Piano di settore Cerealicolo finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Copyright 2014 Ismea, Roma E vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata. 2

3 Sommario Premessa Introduzione Metodologia Fasi preliminari e operative Definizione dell universo di riferimento Struttura e contenuti del questionario Creazione della lista contatti Il quadro nazionale Le caratteristiche delle aziende intervistate Le caratteristiche dei centri di stoccaggio Principali risultati per attività svolta Principali risultati per area geografica Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Conclusioni e potenzialità di sviluppo Bibliografia Sitografia

4 Premessa Il Piano Cerealicolo Nazionale predisposto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha individuato le principali criticità che caratterizzano le filiera cerealicola, facendone non solo un astratta elencazione ma individuando per ciascuna di esse specifiche azioni operative; una di queste è l Azione 6.1, riguardante il "Censimento delle strutture di stoccaggio". L obiettivo del censimento è ottenere una fotografia completa dei centri di stoccaggio di cereali presenti sul territorio nazionale, con riferimento alle caratteristiche strutturali, alle dotazioni strumentali e alle modalità di gestione dei prodotti stoccati. Tali informazioni, attualmente inesistenti se non a livello di alcune regioni, rappresenteranno un grande passo avanti nell ammodernamento della filiera e nella trasparenza dei rapporti tra le componenti della filiera stessa oltre che uno strumento indispensabile per il corretto governo del settore stesso. Il censimento ha consentito quindi di quantificare il numero dei centri, la corrispondente capacità di stoccaggio complessiva e i quantitativi di cereali stoccati nel 2011 in Italia, di descrivere, inoltre, la localizzazione dei centri di stoccaggio e le relative caratteristiche strutturali e strumentali, anche ai fini dello stoccaggio differenziato per la qualità, nell ottica di orientare future politiche di sviluppo finalizzate ad aumentare la competitività dell intera filiera cerealicola. L'indagine censuaria, che si è conclusa a maggio 2013, ha visto aziende contattate delle quali 813 sono risultate essere in possesso di centri di stoccaggio dei cereali per un numero totale di centri di stoccaggio censiti che ammonta a unità. Si sottolinea che i centri di stoccaggio oggetto dell indagine sono le strutture fisse funzionalmente destinate all immagazzinamento dei cereali e cioè silos e magazzini; sono pertanto escluse dalla rilevazione le piarde1 e le chiatte2 oltre ai soggetti che possiedono esclusivamente silobag3. Dalla ripartizione territoriale di detti centri di stoccaggio emerge che oltre il 58% del totale è concentrato in 5 regioni: Emilia Romagna (15%), Piemonte (13%), Veneto (1), Toscana (1) e Lombardia (1). L'analisi per macro-aree evidenzia che nelle regioni del Nord si contano il 52% dei centri di stoccaggio, in quelle del Centro il 25% e nelle regioni del Sud e Isole il rimanente 23%. I centri risultanti dall'indagine possiedono una capacità di stoccaggio complessiva pari a circa 11 milioni di tonnellate, ripartita tra silos (6 milioni di tonnellate) e magazzini (5 milioni di tonnellate). La ripartizione territoriale della capacità complessiva di stoccaggio è da attribuire per circa il 6 ai centri localizzati nelle regioni del Nord, il 16% alle regioni del Centro e il rimanente 24% nelle regioni del Sud e Isole. Questa distribuzione risulta sostanzialmente allineata alla produzione cerealicola nazionale, come rilevata dall Istat nella misura del 66% al Nord, 14% al Centro e nel Mezzogiorno (valori medi ). La capacità di stoccaggio media per centro di stoccaggio censito, inoltre, si attesta a circa 10 mila tonnellate nelle regioni settentrionali, a 6 mila tonnellate nelle regioni centrali e a 10 mila tonnellate nelle regioni meridionali (incluse le isole). I principali risultati del "censimento delle strutture di stoccaggio dei cereali in Italia" sono stati presentati il 18 febbraio 2014 presso la sede del MiPAAF ai rappresentanti della filiera. Le produzioni agricole oggetto delle azioni del Piano Cerealicolo Nazionale sono il frumento duro, 1 Le piarde sono della aree pianeggianti in cui vengono ammassati temporaneamente all aperto i cereali subito dopo la raccolta. 2 La chiatta è un galleggiante o una grossa zattera, di forma rettangolare e realizzata in legname o metallo, priva di motori utilizzata per brevi percorsi per il trasporto merci. 3 I silobags a differenza dei classici silos, che sono strutture verticali fisse, sono lunghi tubi realizzati in polietilene che si sviluppano in orizzontale e adagiati sul suolo consentendo lo stoccaggio temporaneo dei cereali sfusi senza ricorrere a strutture di stoccaggio fisse (quali silos e magazzini orizzontali). 4

5 frumento tenero, mais e orzo che rappresentano la quasi totalità della produzione cerealicola nazionale. Le filiere cerealicole coinvolgono un gran numero di operatori, soprattutto nelle fasi più a monte delle stesse, e sono caratterizzate da alcune criticità strutturali da ricondurre innanzitutto al dualismo tra la fase agricola e la trasformazione industriale e allo strutturale squilibrio tra offerta e domanda di materia prima. In particolare, l offerta di materia prima è fortemente polverizzata e caratterizzata da un livello qualitativo instabile negli anni ed anche da un deficit strutturale della bilancia commerciale. L industria di prima e seconda trasformazione, al contrario, necessita di approvvigionamenti costanti di granella, sia in termini quantitativi sia qualitativi e il settore si contraddistingue, nello specifico delle filiere del frumento, da un surplus negli scambi con l estero. Il quadro evolutivo dell approvvigionamento dell industria italiana, infatti, evidenzia una forte dipendenza dal prodotto estero che rappresenta, rispetto alle utilizzazioni nazionali di materia prima, una quota media negli ultimi cinque anni pari al 35% per il frumento duro, 6 per il frumento tenero e al 25% per il mais. Con particolare riferimento al frumento duro, inoltre, le semole derivate dalla sua trasformazione sono alla base della produzione della pasta di semola, prodotto importante della nostra alimentazione e simbolo del Made in Italy. Le farine derivate dalla trasformazione del frumento tenero, invece, sono alla base della produzione di pane e dei prodotti dolciari da forno. Le filiere del frumento tenero e del frumento duro sono caratterizzate da un crescente gradimento dei prodotti trasformati sui mercati esteri, con particolare riferimento alla pasta di semola e ai prodotti dolciari da forno; questi, infatti, rappresentano rispettivamente una quota pari al 9,7% e 6,8% del totale export agroalimentare. In particolare, il valore delle esportazioni nazionali di pasta di semola si è attestato nel 2013 intorno a 1,6 miliardi di euro e quelle dei prodotti dolciari da forno a circa 1,5 miliardi di euro. Nel documento che segue, dopo una descrizione della metodologia utilizzata per la rilevazione censuaria, si riportano i dettagli dei risultati ottenuti a livello nazionale, per area geografica, a livello regionale e per attività svolta in termini di numerosità, di caratteristiche strutturali dei centri, di dotazioni strumentali, di volumi di prodotto stoccato e le modalità di gestione del prodotto stesso. 5

6 1. Introduzione L azione denominata Censimento dei centri di stoccaggio (Azione 6.1 del programma di attuazione del piano nazionale di settore affidata dal MiPAAF all ISMEA) si inquadra nell obiettivo strategico del Piano di settore cerealicolo sulla Logistica di settore. L obiettivo generale dell azione è quello di aumentare il livello di conoscenza dei siti di stoccaggio dei cereali presenti in Italia. Essendo infatti lo stoccaggio dei cereali una fase molto importante della filiera che si colloca a valle della fase agricola e a monte di quella della prima trasformazione, questa carenza informativa rappresenta un limite che si riflette negativamente sul settore cerealicolo. Fig. 1.1 L azione 6.1 nell ambito del Piano di settore cerealicolo GLI OBIETTIVI STRATEGICI 1) Competitività e processi produttivi 2) Orientamento dell'offerta alla domanda 3) Potenziamento delle relazioni di mercato 4) Trasparenza del mercato 5) Fluidità del mercato 6) Logistica di settore 7) Azioni di sperimentazione e ricerca INCREMENTO REDDITIVITA' E COMPETITIVITA' LE AZIONI 1.1 Analisi vigenti politiche di intervento 1.2 Elaborazione linee guida 2.1 Studio della domanda dell industria 3.1 Elaborazione di un quadro di riferimento per la stipula di contratti quadro. Proposte operative di servizi finanziari e assicurativi 5.1 Sviluppo di rapporti contrattuali codificati 5.2 Servizi finanziari e assicurativi 6.1 Censimento strutture Stoccaggio. 2.2 "Rete Nazionale di Qualità Cerealicola" RCQ 4.1 Classificazione merceologica standard nazionale 7.1 Attività ricerca applicativa sulle Micotossine 4.2 Raccordo delle reti e dei sistemi di rilevazione nazionale. Sito web-cereali 3.2 Analisi della catena del valore lungo la filiera (formazione del prezzo). Analisi e monitoraggio consumi Legenda: azioni propedeutiche azioni correlate Infatti, la capacità di stoccaggio, la localizzazione e la dotazione strumentale dei centri possono rappresentare un vincolo strategico per l ottimale valorizzazione del prodotto agricolo e, più in generale, per la razionalizzazione della filiera cerealicola italiana. L obiettivo specifico dell azione è quello di fare una fotografia completa dei centri di stoccaggio presenti sul territorio nazionale con riferimento alle caratteristiche strutturali, alle dotazioni strumentali e alle modalità di gestione dei cereali e di fornire successivamente la possibilità di individuare un campione rappresentativo, ancorché ragionato, finalizzato all importante funzione di monitoraggio continuativo e periodico della situazione degli stock in Italia. Nello specifico, con la rilevazione censuaria delle strutture di stoccaggio dei cereali operanti a livello nazionale, si persegue la finalità di quantificare la capacità di stoccaggio complessiva di cereali in Italia, di localizzarli e di descriverne le caratteristiche tecnologiche, nell ottica di orientare future politiche di sviluppo finalizzate ad aumentare la competitività dell intera filiera cerealicola. Con tali informazioni è possibile predisporre una banca dati aggiornata e aggiornabile nel futuro che sia inoltre affidabile e profonda in termini di informazioni contenute per essere così utilizzabile nella definizione quali - quantitativa delle politiche di intervento, sia a livello nazionale che a livello regionale. 6

7 2. Metodologia La realizzazione del censimento delle strutture di stoccaggio in Italia ha visto lo svolgersi di diversi fasi di lavoro, di cui particolarmente importanti sono quelle che hanno preceduto la rilevazione vera e propria Fasi preliminari e operative Queste fasi preliminari hanno consentito di acquisire una conoscenza specifica delle modalità di gestione e funzionamento dei centri e hanno riguardato: Ricognizione degli studi, lavori ed esperienze analoghe svolte sullo stoccaggio dei cereali in Italia Nel dettaglio, gli studi consultati hanno dato un supporto importante nell individuazione dell approccio metodologico più idoneo con il quale svolgere l indagine ed in alcuni casi anche di conoscere le problematiche riscontrate nelle esperienze precedenti. Questi lavori riguardano unicamente indagini svolte a livello regionale e solo per alcune delle regioni italiane tra le quali l Emilia Romagna, il Piemonte, le Marche, la Sicilia e la Puglia 4. Gli obiettivi delle indagini sono dettati dall interesse delle amministrazioni regionali a ottenere un quadro conoscitivo della situazione strutturale e organizzativa dello stoccaggio dei cereali, evidenziando, attraverso la somministrazione di un questionario, la numerosità delle strutture, le dotazioni strumentali, l organizzazione, la forma giuridica, la capacità di stoccaggio; tutto ciò al fine di fornire elementi per orientare l amministrazione verso iniziative di aiuto alla filiera, attraverso azioni tese a migliorare la dotazione tecnologica dei centri di stoccaggio e a dare un impulso alle potenzialità di stoccaggio differenziato e di monitoraggio della qualità. Tra le informazioni rilevate nei centri intervistati nei differenti lavori, troviamo le dotazioni: - strutturale: la capacità di stoccaggio totale, il numero, lo stato e l anno di costruzione dei silos verticali e orizzontali, il numero delle fosse di scarico, ecc.; - strumentale: la presenza di impianti di pre-pulitura, ventilazione, essiccazione e attrezzatura per l analisi delle proteine nella granella, ecc.; - gestionale: i prodotti stoccati, i metodi di conservazione, l eventuale differenziazione del prodotto stoccato, ecc. Nei lavori consultati inoltre è emerso che i soggetti intervistati e risultati in possesso dei centri di stoccaggio sono sia aziende che svolgono prettamente attività di stoccaggio di cereali per la loro commercializzazione, sia aziende che possiedono i centri perché funzionali alla attività principale dell azienda, come avviene per i molini, pastifici e mangimifici. Svolgimento di un indagine preliminare La realizzazione di un indagine preliminare ha perseguito l obiettivo di conoscere nel dettaglio alcune caratteristiche della filiera cerealicola italiana e valutare la capacità degli operatori del settore di fornire le informazioni che si intendeva rilevare attraverso il censimento. Questa fase, svolta nel mese di novembre 2011, è consistita nella realizzazione di diverse interviste face to face a diversi operatori del settore cerealicolo che svolgono tra le loro attività anche quella relativa allo stoccaggio di cereali. Tra i soggetti che sono stati coinvolti in questa fase troviamo Consorzi Agrari, Società di commercializzazione di cereali tra cui anche delle società di importazione, molini, sementifici, mangimifici, aziende agricole, ecc. Attraverso queste interviste si sono evidenziati gli elementi utili alla definizione della metodologia adottata per le rilevazione delle informazioni, rispondente agli obiettivi dell indagine e fattibile sul campo. 4 ASS.IN.CER (2006), DEIFA (2011), ecc. 7

8 Gli argomenti trattati hanno riguardato le attività svolte dalle aziende intervistate, le caratteristiche e le dimensioni delle strutture del singolo centro di stoccaggio, la concessione di strutture o spazi in affitto ad altre società, i prodotti stoccati e relativi quantitativi, la modalità di stoccaggio dei prodotti e la dotazione strumentale. L indagine preliminare, dunque, ha in sostanza facilitato l individuazione della metodologia di svolgimento del censimento, la definizione dell oggetto del censimento e l individuazione dei soggetti da includere nell indagine. Definizione delle modalità di svolgimento del censimento L elevata numerosità dei soggetti che potenzialmente possono risultare proprietari dei centri di stoccaggio e quindi da intervistare, unitamente alla moltitudine delle variabili informative, ha portato alla definizione di una metodologia di rilevazione delle informazioni attraverso la somministrazione di un questionario dettagliato attraverso un intervista telefonica con ausilio di computer (CATI) svolta su appuntamento e preceduta da una lettera di presentazione dell indagine e delle finalità che essa persegue. Questa metodologia di rilevazione consente l esecuzione di un elevato numero di interviste in tempi contenuti rispetto ad una modalità diretta, ma richiede l accurata stesura di un questionario completo e compilabile in tempi brevi e il reperimento dei numeri telefonici dei soggetti da intervistare Definizione dell universo di riferimento La variegata modalità di gestione dello stoccaggio dei cerali emersa dall indagine preliminare ha richiesto una particolare attenzione nella definizione di centro di stoccaggio di cereali da considerare per la rilevazioni delle informazioni ad esso associate e nell individuazione dei soggetti da intervistare. Questa fase ha visto il coinvolgimento delle associazioni di categoria e di istituzioni ed entri di ricerca che operano nel settore. L oggetto del censimento è il centro di stoccaggio, intendendo il centro dotato di strutture che possono stoccare cereali sia in modo permanente che transitorio, purché essi possano essere conservati. Pertanto, questi centri sono dotati di strutture funzionalmente destinate, in modo permanente o transitorio, all immagazzinamento di cereali di provenienza nazionale e/o extranazionale, destinati ad una loro successiva commercializzazione e/o ad una loro successiva trasformazione nell ambito dell azienda. In questa definizione non rientrano le piarde e le chiatte e lo stoccaggio svolto non è necessariamente esclusivo per i cereali (il centro può stoccare anche semi oleosi), mentre è escluso lo stoccaggio degli sfarinati (semole, farine, crusche, ecc.). Per quanto riguarda i soggetti da intervistare, si è tenuto conto, da quanto emerso dall indagine preliminare, che diverse società possiedono uno o più centri di stoccaggio dislocati anche a molta distanza l uno dall altro. Inoltre, molte di queste società affittano completamente o parte degli spazi della struttura ad altre società. A tale proposito i soggetti da intervistare, cioè le società target, sono le aziende che possiedono i centri di stoccaggio nel territorio italiano indipendentemente dal titolo di possesso dell area in cui si trovano i centri (ad es. proprietà, concessione di aree portuali, affitto). Trattandosi di un indagine volta a raccogliere informazioni di tipo strutturale, si è deciso di intervistare i soggetti proprietari delle strutture, anche nei casi siano date totalmente o parzialmente in affitto ad altri soggetti. Si è inoltre deciso di non considerare nell universo d indagine le aziende che possiedono esclusivamente silobags Struttura e contenuti del questionario Il questionario (Allegato 1) è stato concepito con l obiettivo di rilevare con poche domande il maggior numero di informazioni di natura tecnica e gestionale dei centri oltre che alla loro localizzazione. In particolare, esso si compone di tre sezioni: - Sezione Introduttiva: tale sezione ha l obiettivo di raccogliere informazioni relative all azienda proprietaria delle strutture adibite allo stoccaggio quali: la denominazione, le attività che essa svolge, 8

9 la presenza o meno di strutture di stoccaggio di cereali o, in caso negativo, il nominativo del centro presso il quale l azienda stocca la granella. - Sezione relativa al singolo Centro di stoccaggio dell azienda: tale sezione ha l obiettivo di raccogliere informazioni relative a ciascun centro di stoccaggio dell azienda. In questa sezione le domande sottoposte all intervistato rilevano informazioni tecnico-gestionali come la capacità di stoccaggio, l anno di costruzione o di ultima ristrutturazione, il numero di fosse di ricevimento e linee di carico, la capacità oraria di carico e scarico, le informazioni sulle dotazioni strumentali, il tipo di prodotto stoccato e se questo viene differenziato o meno e per quali parametri. - Sezione Anagrafica relativa all azienda: tale sezione ha l obiettivo di raccogliere informazioni anagrafiche e relative alla forma giuridica dell azienda. Il questionario si compone di 7 domande che sono sottoposte all azienda e 18 domande relative a ciascun singolo centro di stoccaggio posseduto. Per quanto riguarda le domande sottoposte al singolo centro, va specificato che quelle sulle tipologie e i quantitativi dei prodotti stoccati e la loro eventuale differenziazione, non sono state formulate alle aziende che nel centro stoccano esclusivamente prodotto di terzi e per il quale possono non conoscerne nel dettaglio le caratteristiche e la sua modalità di gestione all interno del centro. Il questionario prima dell avvio del censimento è stato testato su alcune aziende campione per le quali si era già a conoscenza della presenza di uno o più centri di stoccaggio Creazione della lista contatti Per lo svolgimento dell indagine, è stata predisposta una lista di partenza delle aziende che potenzialmente possono possedere centri di stoccaggio di cereali in relazione alle attività che esse svolgono. Infatti, sono stati considerati come potenziali soggetti da intervistare: - Sementifici; - Mangimifici; - Commercianti di cereali all ingrosso; - Importatori di cereali; - Molini; - Pastifici; - Amiderie; - Panifici e Biscottifici industriali e industrie dolciarie; - Stoccatori puri. Al fine di reperire un contatto telefonico delle aziende, per la predisposizione della lista contatti si è partiti dall elenco delle aziende iscritte alle Camere di Commercio di tutto il territorio nazionale registrate per i seguenti codici Ateco 2007 (individuate sia per codice Ateco principale che secondario): Coltivazione di cereali Coltivazioni miste di cereali, legumi da granella e semi oleosi Molitura del frumento Molitura di altri cereali Altre lavorazioni di semi e granaglie Commercio all'ingrosso di cereali e legumi secchi Pulitura e cernita di semi a granaglie Produzione di fette biscottate, biscotti; prodotti di pasticceria conservati Produzione di paste alimentari, cus cus e di prodotti farinacei simili Produzione di mangimi per l'alimentazione degli animali da allevamento Commercio all'ingrosso di sementi e alimenti per il bestiame (mangimi), ecc. 9

10 Magazzini di custodia e deposito per conto terzi. A integrazione di questo elenco sono stati aggiunti alcuni contatti reperiti attraverso altre fonti, quali: - Aziende aderenti alla Rete nazionale del Progetto Stoccaggio Differenziato del CRA-QCE e alla Rete monitoraggio Mais (CRA-MAC); - Aziende aderenti al CAI (Consorzi Agrari italiani); - Aziende aderenti ad Assosementi, Italmopa, Aidepi (Unipi 2005); - Aziende iscritte ad elenchi informatici ed operanti nel settore cereali e granaglie; - Aziende che hanno già partecipato ad altri progetti/studi sullo stoccaggio di cereali; - Aziende che possiedono e/o gestiscono strutture o spazi nei porti e operano nell ambito del commercio e/o immagazzinamento prodotti alimentari. Su questo elenco sono state inoltre svolte accurate analisi di pulitura (data screening). Per quanto riguarda le aziende estratte dall elenco delle Camere di commercio, le liste di partenza per alcuni codici Ateco 2007 ( , , e ),sono risultate molto numerose; per queste sono state svolte delle operazioni di eliminazione di alcune unità individuando delle soglie dimensionali (classe di fatturato) e selezionando le forme giuridiche, con l obiettivo di eliminare dalla lista contatti le aziende che con poca probabilità possiedono centri di stoccaggio 5. Questa attività ha portato alla creazione di una lista iniziale composta da contatti a cui appartengono unità locali. 3. Il quadro nazionale L indagine censuaria ha coinvolto aziende, dalle quali è emerso che 813 aziende possiedono uno o più centri di stoccaggio. Rispetto alla lista contatti di unità, integrata a unità con altre società indicate dagli intervistati nel corso della somministrazione del questionario e consultando altri elenchi, il 24% dei contatti non sono stati trovati ( cnt nella figura 2), il 5% dei contatti sono risultati doppi o hanno cessato l attività (altro) e l 1% degli intervistati si è rifiutato di rispondere. Nel complesso le aziende intervistate ammontano al 7 dei contatti e di queste il 13% ha dichiarato di possedere centri di stoccaggio per un totale di centri di stoccaggio censiti. Fig. 3.1 Lista contatti e campione intervistato altro 324 (5%) aziende senza centri (57%) aziende censite (7) cnt (24%) rifiutato 78 (1%) aziende con centri 813 (13%) 5 E invece probabile che tra le unità eliminate siano presenti aziende agricole che dispongono esclusivamente di silobag. 10

11 3.1. Le caratteristiche delle aziende intervistate Numero di aziende, centri afferenti e capacità di stoccaggio Dall analisi dei risultati per area geografica, emerge che Nord Est e Sud e Isole si dividono equamente il 56% delle aziende che hanno dichiarato di possedere centri di stoccaggio, le rimanenti aziende sono concentrate nella misura del 26% nelle regioni del Nord Ovest e del 18% in quelle del Centro. Con riferimento ai centri di stoccaggio afferenti alle aziende censite, la suddetta ripartizione territoriale risulta in alcuni casi significativamente differente; il caso più evidente è quello delle regioni del Centro Italia che esprimono il 25% dei centri di stoccaggio censiti a fronte del 18% delle aziende. Tali divergenze sono da ricondurre alla numerosità dei centri posseduti da ciascuna azienda, che nelle risultanti complessive del censimento è pari a 1,5 centri di stoccaggio per singola azienda, ma che nella ripartizione per macroaree risultano inferiori nel Sud e Isole (1,2) e nel Nord Ovest (1,3), in linea col dato medio nazionale nel caso del Nord Est (1,5), mentre salgono a 2 centri per azienda nel Centro Italia. Entrando più nel dettaglio, la distribuzione delle aziende per classe di numerosità di centri per azienda vede prevalere in larga misura le aziende che possiedono un solo centro di stoccaggio; queste infatti rappresentano l 88% del totale (712 aziende censite su 813 aziende totali), con punte del 93% nel Nord Ovest e del 91% nel Sud e Isole. Inoltre, il 7% delle aziende in media possiede due centri di stoccaggio (percentuale che sale per le aziende del Centro e del Nord Est), il 3% possiede tra i 3 e 5 centri mentre numericamente del tutto marginali risultano le aziende con più di 6 centri di stoccaggio. Tab. 3.1 Distribuzione delle aziende e dei centri di stoccaggio per area geografica Regione Aziende Incidenza Aziende sul totale N Centri Incidenza Centri sul totale Nord-Ovest % % Nord-Est % % Centro % % Sud e Isole % % Totale Tab. 3.2 Distribuzione delle aziende per numero di centri di stoccaggio per azienda per macroarea Regione Aziende 1 centro 2 centri 3-5 centri 6-10 centri centri oltre 20 centri Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole Totale Aziende Altra variabile indagata nel censimento riguarda la capacità di stoccaggio, che risulta essere complessivamente pari a poco più di 11 milioni di tonnellate. Dal confronto tra la numerosità dei centri e la capacità di stoccaggio ad essi attribuita, emerge una difformità territoriale che anche in questo caso trova la maggiore evidenza nel Centro Italia dove i 291 centri di stoccaggio censiti (il 25% del totale) detengono una capacità di stoccaggio pari solo al 16% del totale nazionale (1,8 milioni di tonnellate circa). All opposto, le regioni del Nord Est esprimono il 41% della capacità di stoccaggio (più di 4,5 milioni di tonnellate) riconducibile a 341 centri (il 29% del totale). 11

12 Fig. 3.2 Distribuzione dei centri e della capacità di stoccaggio per area geografica numero Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole aziende centri capacità stoccaggio (asse dx) tonnellate Forma giuridica delle aziende Per quanto riguarda la forma giuridica delle aziende che possiedono centri di stoccaggio, si evidenzia la netta prevalenza delle Società a responsabilità limitata (Srl) e delle Società in nome collettivo (Snc), queste infatti, contano congiuntamente 438 aziende, pari al 54% delle aziende totali censite. Estendendo l analisi ai centri di stoccaggio da esse posseduti e alla relativa capacità di stoccaggio, risulta che alle Società di capitali afferiscono complessivamente 493 centri (1,1 centri per azienda) che esprimono una capacità di stoccaggio pari a poco meno di 4,6 milioni di tonnellate, corrispondente al 42% del totale di entrambe le variabili considerate. Le Società cooperative rappresentano il 13% delle aziende intervistate e più del dei centri di stoccaggio, possedendo circa 2,6 centri per azienda; la capacità di stoccaggio da essi rappresentata, inoltre, è pari al 26% del totale (2,9 milioni di tonnellate). I consorzi agrari rappresentano solo il 2% delle aziende totali ma esprimono il 12% dei centri totali censiti, risultando, quindi, avere una maggiore numerosità di centri per singola azienda (7,9) ma significativamente polverizzati in termini di capacità di stoccaggio posseduta, che nel complesso è pari a solo il 9% del totale censito. Analizzando la capacità di stoccaggio media per centro, infatti, emerge che le società di capitali (Srl e Spa) hanno una dimensione media più elevata e pari a oltre 13 mila tonnellate per centro, seguono le Società cooperative con tonnellate, i Consorzi agrari con tonnellate e le altre forme giuridiche con tonnellate in media. 12

13 Fig. 3.3 Distribuzione delle aziende, dei centri e della capacità di stoccaggio per forma giuridica numero aziende numero centri di stoccaggio Snc % Soc. coop % Srl % Impresa individuale % Spa 78 1 Sas 61 8% Consorzio agrario Ss % 1% Snc % Soc. coop % Srl % Ss 7 1% Impresa individuale 108 9% Spa 93 8% Sas 68 6% Consorzio agrario % capacità di stoccaggio dei centri (.000 t) Snc % Soc. coop % Srl % Impresa individuale 312 3% Spa % Sas 441 4% Numero di centri Numero di centri per azienda Capacità media di stoccaggio per centro (ton.) Srl 299 1, Soc. coop , Spa 93 1, Snc 194 1, Impresa individ , Ss 44 0,4% Consorzio agrario 953 9% Sas 68 1, SS 7 1, Consorzi agrari 143 7, Attività svolte dalle aziende Tra le attività svolte dalle aziende che possiedono centri di stoccaggio, emerge la netta preponderanza di quelle che svolgono la commercializzazione dei cereali. Rilevante anche il numero delle aziende che ha indicato di svolgere attività di molitura (24%) e produzione mangimistica (17%) e che, quindi, possiedono strutture per lo stoccaggio funzionali alla trasformazione della granella. Più contenuto invece il numero di aziende intervistate che ha dichiarato di svolgere unicamente lo stoccaggio di cereali (solo attività di logistica) 6. 6 Va precisato, che nel questionario somministrato alle aziende è stata prevista l opzione di poter indicare più attività svolte e, quindi, le indicazioni possono fanno riferimento ad attività multiple. Di conseguenza la somma delle frequenze percentuali di ciascuna risposta è superiore a

14 Fig. 3.4 Distribuzione delle aziende per attività svolta (risposta multipla) (66%) numero di aziende (24%) 142 (17%) 135 (17%)98 (12%) 82 (1) 81 (1) 18 (2%) 16 (2%) 3 (0,4%) 14

15 3.2. Le caratteristiche dei centri di stoccaggio La ripartizione territoriale dei centri di stoccaggio Fig. 3.5 Distribuzione dei centri e della capacità di stoccaggio (.000 di tonn) in Italia Numero centri (Italia: 1.187) Capacità di stoccaggio (Italia: t) I risultati dell indagine censuaria hanno evidenziato una numerosità complessiva di centri pari a per una capacità di stoccaggio di poco superiore a 11 milioni di tonnellate e una capacità media per singolo centro di circa tonnellate. La ripartizione territoriale dei centri di stoccaggio mostra che il 29% di essi è localizzato nelle regioni del Nord Est; queste esprimono un ragguardevole peso sul totale nazionale soprattutto in termini di capacità di stoccaggio, sia totale (41%) sia per singolo centro. Questo risultato è da attribuire largamente all Emilia Romagna e al Veneto dove risultano ubicati, rispettivamente, il 15% e il 1 dei centri totali censiti. Le regioni del Nord Ovest rappresentano il 24% della numerosità di centri ed una più limitata capacità di stoccaggio, pari al 19% del totale. In questa sub-area geografica prevalgono Lombardia e Piemonte, anche se in quest ultima regione risultano più numerosi i centri, ma è nettamente inferiore la capacità di stoccaggio e di conseguenza la dimensione media di stoccaggio che risulta essere meno della metà di quella rilevata in Lombardia. Il Centro Italia detiene il 25% dei centri censiti, il 16% della capacità di stoccaggio e si caratterizza per una dimensione media di stoccaggio per singolo centro significativamente inferiore al dato medio nazionale. Nel dettaglio territoriale prevalgono Marche e Toscana che rappresentano congiuntamente il 17% dei centri totali e l 11% della capacità di stoccaggio; è da rilevare una minore dimensione media per centro in Toscana. Nel Sud e Isole sono localizzati il 23% totale dei centri e il maggior numero e da ricondurre a Puglia e Sicilia che ne rappresentano il 6% ciascuna; in termini di capacità e dimensione media di stoccaggio, invece, prevalgono nettamente i centri ricadenti nel territorio pugliese. 15

16 Tab. 3.3 Distribuzione dei centri e della capacità di stoccaggio per regione Regione N Centri Incidenza n. Centri sul totale Capacità di stoccaggio (t.) Incidenza Capacità di stoccaggio sul totale Dimensione media di stoccaggio (t.) Liguria Lombardia % Piemonte % % Nord-Ovest % % E. Romagna % % Friuli V.G. 42 4% % Trentino A.A Veneto % Nord-Est % % Marche 86 7% % Lazio 28 2% % Toscana % Umbria 58 5% % Centro % % Abruzzo 27 2% % Basilicata 20 2% % Calabria 18 2% % Campania 20 2% % Molise 23 2% % Puglia 76 6% % Sardegna 20 2% % Sicilia 71 6% % Sud e Isole % % Totale Lo stoccaggio in silos e magazzini Analizzando la tipologia di strutture presenti nei centri di stoccaggio censiti emerge che in Italia circa il 55% della capacità di stoccaggio è riconducibile ai silos e il 45% ai magazzini. Nel dettaglio territoriale, i silos sono rappresentati con una quota superiore al dato medio nazionale nel Centro (65%) e nel Meridione (7). Lo stoccaggio attraverso magazzini prevale nel Nord-Est con una quota sul totale territoriale pari al 6, mentre la ripartizione tra silos e magazzini nel Nord-Ovest è in linea con il dato medio nazionale. 16

17 Fig. 3.6 Stoccaggio in Silos e Magazzini per area geografica Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole Italia silos magazzino altro * la voce altro comprende i silobags Fig. 3.7 Stoccaggio in Silos e Magazzini in Italia Regione % silos % magazzini % altro Piemonte 6 37% 3% Liguria 45% 55% - Lombardia 55% 45% - Friuli V. G. 42% 58% 1% E. Romagna Trentino A.A. 59% 41% - Veneto Toscana 74% 26% - Lazio 69% 31% - Umbria 71% 29% - Marche 53% 45% - Abruzzo 49% 51% - Basilicata 65% 35% 2% Calabria 64% 36% 1% Campania 48% 52% - Molise 35% 65% - Puglia 79% 21% - Sardegna 48% 52% - Sicilia 81% 19% - * la voce altro comprende i silobags Numero dei centri e capacità di stoccaggio per classi L analisi dei risultati relativi alla numerosità dei centri e alla relativa capacità di stoccaggio per classi evidenzia una spiccata frammentazione per entrambe le variabili considerate. A fronte di una capacità media di stoccaggio per ciascun centro pari a tonnellate, il dettaglio per classe di capacità evidenzia che il 77% dei centri ricade nelle classi con capacità di stoccaggio inferiore a tonnellate. Questi centri rappresentano solo il 28% della capacità complessiva di stoccaggio. Il 21% dei centri di stoccaggio rientrante nelle classi tra tonnellate rappresentano il 51% della capacità di stoccaggio totale censita, mentre il 2% dei centri con capacità superiore a tonnellate ne esprimono il 21% del totale. 17

18 Fig. 3.8 Distribuzione del numero di centri di stoccaggio per classe di capacità di stoccaggio (tonn.) Centri 23% Capacità di stoccaggio 72% numero t Nel dettaglio per area geografica emerge che è nelle regioni del Nord Est che si osserva una maggior concentrazione di centri con capacità di stoccaggio superiore ai tonnellate. In particolare, in queste regioni i centri con capacità di stoccaggio compresa tra 10 mila e 50 mila tonnellate rappresentano il 3 del totale regionale ed esprimono il 57% della capacità complessiva. Sempre nel Nord Est, inoltre, si osserva che i centri di stoccaggio con capacità superiore alle 50 mila tonnellate costituiscono il 4% della numerosità totale dell area e rappresentano il 26% della capacità di stoccaggio. Analogamente, nelle regioni del Sud e Isole è rilevante la quota di centri con capacità di stoccaggio superiore alle 10 mila tonnellate; questi infatti rappresentano il 26% circa in termini di numerosità e ben il 75% in termini di capacità di stoccaggio regionale. Fig. 3.9 NORD OVEST: distribuzione del numero di centri e della capacità di stoccaggio per classi (tonn.) 100 Centri Capacità di stoccaggio numero %.000 t %

19 Fig NORD EST: distribuzione del numero dei centri e della capacità di stoccaggio per classi (tonn) numero Centri 35%.000 t Capacità di stoccaggio 82% Fig CENTRO: distribuzione del numero dei centri e della capacità di stoccaggio per classi (tonn) 100 Centri Capacità di stoccaggio numero %.000 t Fig SUD E ISOLE: distribuzione del numero dei centri e della capacità di stoccaggio per classi (tonn) 100 Centri Capacità di stoccaggio numero %.000 t %

20 Età dei centri, ampliamenti e ammodernamenti Analizzando l anno di costruzione dei centri censiti, emerge che solo per il 27% di questi è successivo al 1990, mentre per il 46% dei centri l anno di costruzione ricade tra il 1971 e il La distribuzione dei centri per classe di età evidenzia un costante aumento del numero di centri a partire dagli anni 60 fino al Tale performance può essere verosimilmente ricondotta alle forte crescita della produzione cerealicola verificatasi con l avvio della Politica Agricola Comunitaria nel 1964 che prevedeva una serie di misure a sostegno delle coltivazioni (premi accoppiati, prezzi garantiti, acquisto delle eccedenze); poi significativamente ridimensionato con la riforma Mac Sharry ( ). Fig Distribuzione dei centri di stoccaggio per classe di età numero centri fino al 1960 dal 1961 al 1970 dal 1971 al 1980 dal 1981 al 1990 dal 1991 al 2000 oltre 2000 Al fine di ottenere una maggiore informazione circa il grado di obsolescenza degli impianti, è stato chiesto agli operatori di dare informazioni sugli ampliamenti e gli ammodernamenti e/o ristrutturazioni realizzati. La maggior parte dei centri non è stata oggetto di ampliamenti, che hanno riguardato infatti circa il 55% dei centri totali. Inoltre, i centri non sono risultati ammodernati e/o ristrutturati nella misura del 43%. Inoltre, si evidenzia che i centri non sono stati oggetto né di ampliamenti, né di ammodernamenti e/o ristrutturazioni nel dei casi; è tuttavia da rilevare che quest ultimo dato è riferito anche i centri di più recente realizzazione. In un maggior dettaglio, si osserva che il 56% dei centri costruiti antecedentemente al 1980 è stato sottoposto a interventi di ampliamento dei propri spazi per lo stoccaggio, mentre il 68% non ha mai effettuato ammodernamenti e/o ristrutturazioni delle proprie strutture. Per i centri ricedenti in questa classe di età di costruzione, circa il 12% non ha realizzato alcun intervento di miglioramento strutturale. Fig Distribuzione dei centri di stoccaggio che hanno fatto ampliamenti e ammodernamenti numero centri si no non so ampliamenti ammodernamenti e/o ristrutturazioni 20

21 Fig Percentuale dei centri di stoccaggio che hanno fatto ampliamenti e ammodernamenti per classe di età fino al 1960 dal 1961 al 1970 dal 1971 al 1980 dal 1981 al 1990 dal 1991 al 2000 ampliamenti ammodernamenti e/o ristrutturazioni oltre Numero di fosse di ricevimento e linee di carico Il numero di fosse di ricevimento e di linee di carico e la capacità di scarico e di carico (queste ultime sono illustrate nel successivo paragrafo), rappresentano due variabili strutturali di estrema importanza per i centri di stoccaggio e stanno ad indicare la capacità operativa del centro stesso, nei termini di efficienza e di capacità di movimentazione dei prodotti stoccati. Per quanto riguarda le fosse di ricevimento e le linee di carico, si osserva che in Italia prevalgono i centri dotati di una sola fossa di ricevimento e una sola linea di carico (circa il 6 per entrambe le variabili). Circa il 27% dei centri censiti invece ha dichiarato di essere dotato di due fosse di ricevimento e il 25% ha due linee di carico. Solo il 13% dei centri, inoltre, ha dichiarato più di due fosse di ricevimento e il 18% più di due linee di carico. Fig Distribuzione dei centri di stoccaggio per classe di numero di fosse e linee di carico numero centri oltre 2 fosse di ricevimento linee di carico Nel dettaglio per macro-aree, la ripartizione di entrambe le variabili è in linea con il dato medio nazionale. E da osservare, tuttavia, relativamente alla numerosità delle linee di carico, che nel Nord Est si conta un maggior numero di centri con due e più di due linee di carico, corrispondenti, rispettivamente, al 31% e al 21

22 22% del totale dei centri della stessa area geografica. Nel Centro, invece, prevalgono le strutture di stoccaggio con una sola linea (65%). Fig Distribuzione dei centri di stoccaggio per classe di fosse e linee di carico per area geografica fossa 2 fosse oltre 2 fosse 1 linea 2 linee oltre 2 linee Capacità di scarico e di carico Anche per questa variabile, prevalgono le strutture con una limitata capacità operativa. Infatti, circa il dei centri censiti ha una capacità di scarico e carico inferiore ai 300 quintali/ora, mentre il 12% dei centri esprime una capacità di scarico e carico compresa tra 301 e 400 q/ora e il 48% de essi ricade nelle due classi comprese tra 401 e 700 e oltre 701 quintali/ora. Fig Distribuzione dei centri di stoccaggio per classe di capacità di scarico e carico (100 Kg/h) numero centri fino a oltre 701 classi capacità di scarico classi capacità di carico Il dettaglio territoriale evidenzia una certa eterogeneità tra le aree geografiche. Nello specifico, si osserva che nel Nord-Est sono più numerosi i centri con la più elevata capacità di scarico e carico (circa il del totale dell aggregato geografico); nel Nord Ovest, invece, prevalgono quelli con bassa capacità di carico e scarico, che rappresentano quasi il 5 del totale dell area. 22

23 Fig Distribuzione dei centri di stoccaggio per classe di capacità di scarico e carico (100 Kg/h) 5 capacità di scarico 5 capacità di carico Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole fino a oltre 701 fino a oltre Dotazione strumentale dei centri Una parte del questionario somministrato alle aziende richiede informazioni circa la dotazione strumentale presso i centri di stoccaggio. Analizzando le risposte fornite emerge che poco meno del dei centri censiti ha dichiarato di possedere una o più delle strumentazioni elencate nel questionario e cioè: essiccatoio, sonde termometriche, impianto ad atmosfera controllata, impianto di refrigerazione, strumenti per il monitoraggio rapido della qualità, laboratorio di analisi. Nello specifico, gli strumenti rapidi di analisi sono largamente i più diffusi a livello territoriale (8 dei centri censiti ha dichiarato di possederli), seguiti dalle sonde termometriche (44%) e dagli essiccatoi (34%), mentre solo il 19% dei centri possiede un laboratorio di analisi. E da osservare altresì che circa il 1 dei centri ha dichiarato di non essere in possesso di nessuna delle strumentazioni in esame. Tale risultato viene sostanzialmente confermato anche nel dettaglio territoriale. A tal proposito è, tuttavia, da evidenziare che tutte le tipologie strumentali sono possedute in misura maggiore nei centri del Nord-Est, dove circa il 35% dei centri ha dichiarato di possedere uno o più strumenti di analisi indicati, contro il 26% dei centri del Nord Ovest, il 21% di quelli del Centro e il 18% del Sud e Isole. 23

24 Fig Dotazione strumentale dei centri di stoccaggio numero di risposte essiccatoio sonde termometr. impianto AC impianto di refrig. strum. rapidi analisi si no non sa / n.r. lab. di analisi Fig Dotazione strumentale dei centri di stoccaggio per area geografica numero centri essiccatoio sonde impianto AC impianto di refrig. strumenti rapidi di termometriche analisi Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole lab. di analisi Ripartizione dello stoccaggio tra prodotto proprio, di terzi ed entrambi Una domanda specifica del questionario riguarda il titolo di possesso del prodotto stoccato. Questa domanda consente di comprendere se l azienda intervistata è in grado di fornire informazioni sul tipo di prodotto stoccato presso i centri afferenti, sulle sue caratteristiche e sulle modalità con cui è gestito. Dall analisi delle risposte fornite emerge che, in media, il 57% dei centri stocca esclusivamente prodotto proprio, il 23% solo prodotto di terzi e il sia prodotto proprio che di terzi (entrambi). Ai centri che hanno dichiarato di stoccare esclusivamente prodotto di terzi, e quindi affittano i propri spazi a ditte esterne (ad esempio centri localizzati nei porti con funzione di logistica), non si è potuto chiedere informazioni sui prodotti stoccati. Nel dettaglio per area geografica, se nel Nord Ovest e nel Nord Est le risposte fornite sono in linea con il dato medio nazionale, nel Centro si osserva una percentuale più elevata di centri che stoccano esclusivamente prodotto proprio (71%), mentre nel Sud e Isole si osserva una quota più elevata di centri che stoccano esclusivamente prodotto di terzi. 24

25 Fig Distribuzione dello stoccaggio di prodotto proprio, di terzi ed entrambi Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole Prodotto proprio Prodotto di terzi Entrambi I volumi stoccati nel 2011 presso i centri, dettaglio per prodotto Per i centri che stoccano prodotto proprio (in forma esclusiva o in contemporanea a prodotto di terzi) è stato chiesto di fornire informazioni sulla tipologia e sui quantitativi di prodotto stoccati nel A livello nazionale risultano essere stati stoccati nel 2011 circa 9,5 milioni di tonnellate di granella, di cui il 26% è rappresentato dal frumento duro, il 27% dal frumento tenero, 32% dal mais, 5% dall orzo e 11% dagli altri prodotti (avena, sorgo, segale, farro, girasole, soia e riso). Analizzando i dati per area geografica relativamente al totale dei prodotti stoccati, emerge che i maggiori volumi stoccati sono nel Nord-Est, con circa il 42% degli stock nazionali. Seguono il Sud (22%), il Nord- Ovest (21%) e il Centro (16%). 25

26 Fig Volumi dei prodotti propri stoccati nel 2011 in Italia (.000 di tonn). Frumento Duro Mais Frumento Tenero Orzo 26

27 Tab. 3.4 Ripartizione territoriale dei volumi dei prodotti propri stoccati nel 2011 (.000 di tonn) Frumento Frumento Altri Totale duro tenero Mais Orzo Totale prodotti* complessivo Liguria Lombardia Piemonte Nord-Ovest E. Romagna Friuli V.G Trentino A.A Veneto Nord-Est Lazio Marche Toscana Umbria Centro Abruzzo Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia Sud e Isole Totale *altri cereali e semi oleosi Analizzando i singoli prodotti si osserva come i quantitativi rispecchiano a grandi linee le vocazioni colturali delle singole regioni. Nello specifico, il 54% del frumento duro stoccato in Italia è detenuto dai centri del Sud e Isole (28% al Centro, 12% al Nord Est e 6% nel Nord Ovest), mentre le maggiori quantità di frumento tenero sono stoccate nel Nord Est con il 48% dei volumi totali e nel Nord Ovest con il 26%. Per quanto riguarda il Mais, lo stoccaggio prevalente nel Nord Est (61% dei volumi totali) e nel Nord Ovest con il 28% del totale. L orzo invece viene stoccato prevalentemente nelle regioni del Centro con una quota pari al 38% e nel Sud e Isole con una quota del 29% Realizzazione dello stoccaggio differenziato Per quanto riguarda la gestione del prodotto stoccato, emerge che i centri che stoccano prodotto proprio hanno dichiarato di effettuare lo stoccaggio differenziato del frumento duro nel 63% dei casi, del frumento tenero nel 5 dei casi, seguiti dal mais () e dall orzo (19%). 27

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