LABORATORIO DI CHIMICA ORGANICA PARTE I

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "LABORATORIO DI CHIMICA ORGANICA PARTE I"

Transcript

1 LABORATORIO DI CHIMICA ORGANICA PARTE I

2 ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA Per effettuare una reazione chimica correttamente, si deve eseguire un certo numero di operazioni: Purificare (se necessario) reagenti e solventi Mescolare i reagenti nelle opportune quantità Seguire l andamento della reazione. Lavorare la reazione. Analizzare il grezzo della reazione. Separare i prodotti. Controllare la purezza dei prodotti Purificare (se necessario) i prodotti. Tutti le operazioni vanno descritte subito in un quaderno di laboratorio, insieme alle eventuali osservazioni che si ritengano importanti, in caso di ripetizione della reazione (ad es., variazione di colore, formazione di precipitato, sviluppo di gas, ecc.)

3 Per comodità di esposizione, le varie tecniche si possono raggruppare in tre categorie, che si riferiscono allo scopo per cui si usano TECNICHE DI PURIFICAZIONE Non sempre reagenti e solventi sono della purezza necessaria. Il prodotto di una reazione difficilmente è puro già al termine della stessa Si purificano (se necessario) reagenti e solventi Si purifica (se necessario) il prodotto (o i prodotti) Queste tecniche si usano quando il composto chimico è già abbastanza puro, ma non completamente: l impurezza non si recupera TECNICHE DI SEPARAZIONE Si separano i prodotti. Queste tecniche si usano quando, alla fine della reazione, sono presenti più composti, tutti in quantità significativa: in questo caso tutti i composti si isolano e si recuperano. Se necessario, ciascuno verrà poi purificato.

4 TECNICHE DI ANALISI E importante avere a disposizione metodi per sapere le la reazione sta procedendo o no, quando è finita, quanti prodotti si sono formati Norme di sicurezza Si segue l andamento della reazione. Si analizza il grezzo della reazione. Si controlla la purezza dei prodotti. In un laboratorio chimico bisogna essere sempre concentrati su quello che si sta facendo, sapere quello che si sta facendo (nel dubbio chiedere sempre a qualcuno più esperto), attenersi alle norme di sicurezza In laboratorio non si può mangiare, bere o usare telefoni. Evitare di usare fiamme libere. Se proprio fosse necessario, fare attenzione: non ci devono essere solventi infiammabili nelle vicinanze!

5 NORME DI SICUREZZA In laboratorio è necessario indossare il camice, i guanti e gli occhiali protettivi. Le lenti a contatto possono essere molto pericolose! Quando si lavora con sostanze volatili è bene operare sotto cappa La cappa è dotata di sistema aspirante, con filtro a carbone attivo, per intercettare le sostanze nocive e volatili, che così non vengono disperse nell ambiente Il bancone deve essere tenuto, per quanto possibile, pulito ed ordinato

6 Non si deve versare niente di diverso dall acqua nei lavandini (ci sono recipienti appositi) Eventuali vetri rotti non si buttano nel cestino della carta (ci sono contenitori appositi) Solventi infiammabili Solventi clorurati Soluzioni acquose (acide o basiche)

7 Mescolare i reagenti nelle opportune quantità. E necessario conoscere esattamente la quantità dei composti che si fanno reagire (per calcolare le moli e quindi tener conto dei rapporti stechiometrici) Un composto solido si preleva con una spatola e si pesa con una bilancia spatole ATTENZIONE! La bilancia analitica è uno strumento delicato: bisogna evitare di urtare il piatto e di sporcarlo.

8 Si introduce un vetrino da orologio, con il pulsante tara si azzera la bilancia con il vetrino sul piatto, si versa del campione sul vetrino da orologio FUORI DELLA BILANCIA vetrini da orologio Un composto liquido si preleva (piccole quantità) con una pipetta Pasteur (detta anche contagocce) e si misura con un cilindro graduato (o con una pipetta tarata) tettarella

9 Inserire così: Bisogna lasciare abbastanza spazio nella tettarella per l aria! tettarella

10 Tenere la Pasteur sempre verticale: se si tiene dritta il liquido non esce, mentre se si inclina, il liquido esce, oltre ad inquinare la tettarella.

11 Per prelevare quantità di liquidi maggiori, un chimico dovrebbe saper versare dalla bottiglia nel recipiente Eventualmente con l aiuto di un imbuto di vetro. pipetta graduata pipetta tarata (a due tacche)

12 ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA Purificare (se necessario) reagenti e solventi Mescolare i reagenti nelle opportune quantità Seguire l andamento della reazione. Lavorare la reazione. Analizzare il grezzo della reazione. Separare i prodotti. Controllare la purezza dei prodotti Purificare (se necessario) i prodotti.

13 TECNICHE DI PURIFICAZIONE: CRISTALLIZZAZIONE Composti organici che a T amb sono solidi cristallini, si purificano per cristallizzazione, un processo che permette di ottenere selettivamente da una soluzione (di uno o più solventi in cui sia stato precedentemente disciolto a caldo il solido impuro) il composto solido (e puro), separandolo dalle impurezze (che non devono superare il 10%). Si basa sul fatto che sostanze diverse hanno solubilità diverse. Le impurezze possono essere dovute a: alterazione o decomposizione della sostanza, dovute al processo di sintesi, formate durante la preparazione/ purificazione del composto per decomposizione dello stesso o del solvente o per reazioni secondarie Cristallizzazione: la crescita dei cristalli è lenta e selettiva. È un processo di equilibrio che porta a cristalli puri Precipitazione: processo di formazione dei cristalli rapido e non selettivo. Le impurezze rimangono intrappolate nel cristallo

14 Processo di cristallizzazione: procedura sperimentale Scelta del solvente Dissoluzione del campione Decolorazione della soluzione (non sempre necessario) Filtrazione a caldo Raffreddamento della soluzione (passaggio critico) Filtrazione a freddo Lavaggio dei cristalli Essiccamento dei cristalli (non sempre facile)

15 1. Scelta del solvente La conoscenza della struttura della sostanza da purificare può essere di aiuto nella scelta del solvente di cristallizzazione (il simile scioglie simile) Composti con atomi donatori o accettori di legami H ( CO 2 H, -OH, NHR, CONHR) saranno maggiormente solubili in solventi protici (acqua, alcoli) rispetto a solventi apolari (esano, toluene). Deve essere inerte (non reagire chimicamente con il composto da purificare) Un solvente adatto deve sciogliere il campione a caldo, ma non a freddo ma essere in grado di sciogliere le impurezze anche a freddo o neppure a caldo. Un buon rapporto tra solubilità a caldo (T di ebollizione) e quella a freddo è circa 10:1

16 Costante dielettrica ε: misura l effetto di una sostanza sulla trasmissione di un campo elettrico. Nel nostro caso descrive la polarità del solvente Composti polari, caratterizzati da un elevata tendenza ad orientarsi in un campo elettrico, hanno costanti dielettriche elevate Composti apolari, caratterizzati da una scarsa tendenza ad orientarsi in un campo elettrico, hanno costanti dielettriche basse

17 solubilità g/l Solubilità del composto solubilità g/l T 4: impurezze poco solubili: si rimuovono a caldo 5: impurezze m o l t o s o l u b i l i : rimangono in soluzione a caldo 6: solubilità del composto da purificare 1: ilcomposto è poco solubile a tutte le temperature 2: il composto è molto solubile a tutte le temperature 3: il composto è poco solubile a bassa T e molto solubile ad alta T Solubilità del composto e delle impurezze T 5 6 4

18 Il solvente deve avere un punto di ebollizione tra 50 C e 150 C, comunque inferiore a quello del composto da cristallizzare (il composto può separarsi come olio e non come solido) Solventi con p.e. basso evaporano e possono separarsi anche le impurezze; solventi con p.e. alto si allontanano difficilmente dai cristalli Se ci sono più solventi con le caratteristiche adatte, va scelto il meno tossico Se non si trovasse un solvente adatto, si può provare con una miscela di solventi. Per trovare un buon solvente si effettua una prova in piccolo: in una tubo da saggio 3 ml di solvente a circa 10 mg di composto Se tutto il solido si scioglie a temperatura ambiente, il solvente non è adatto; se il solido si scioglie in parte, si scalda, ma il solido non si scioglie tutto a caldo, il solvente non è adatto. Se il solido si scoglie a caldo, si raffredda il tubicino: se si forma precipitato, il solvente è adatto; se dopo il raffreddamento non si forma precipitato, si "aiuta" la cristallizzazione. Se continua a non formarsi precipitato, il solvente non è adatto

19 0,1 g di campione 1 ml di solvente si solubilizza Solvente scartato non si solubilizza non si solubilizza Si aggiungono 2 ml di solvente e si porta all ebollizione non si solubilizza Solvente scartato Si porta all ebollizione si solubilizza Raffreddamento si solubilizza non precipita Solvente scartato non precipita Raffreddamento precipita Solvente di cristallizzazione precipita

20 2. Dissoluzione del campione Si pesa il campione. La sensibilità della bilancia deve essere adatta alla quantità che si deve pesare g: bilancia tecnica (precisione 0.1 g) < 1 g: bilancia analitica (precisione 0.1 mg) Il solido da cristallizzare si mette in una beuta (non in un becker) delle dimensioni giuste (il campione non deve occupare più di 1/5-1/4 del volume) beute Il campione pesato si trasferisce in una beuta, con l aiuto di una spatola (Erlenmeyer flask) In un altra beuta si scalda del solvente che si aggiunge lentamente alla beuta con il solido. Il solvente caldo va aggiunto (con una pipetta Pasteur o contagocce) alla beuta contenente il campione. Se il solvente è molto volatile, si può usare una beuta con smeriglio ed un refrigerante

21 3. Decolorazione del campione Se la soluzione è colorata (e si è sicuri che il composto sia incolore) la colorazione è dovuta ad impurezze, che si possono eliminare aggiungendo Il carbone attivo che ingloba di preferenza le impurezze colorate. Se ne aggiunge una quantità piccola (1-2% in peso rispetto al campione o 1 mg per ml di soluzione), si riporta all ebollizione per qualche tempo. morsetto pinza su sostegno pinza con morsetto

22 4. Filtrazione a caldo La presenza di impurezze insolubili a caldo (o l aver usato il carbone attivo) rende necessaria la filtrazione a caldo. Si effettua una filtrazione per gravità, usando un imbuto ed un filtro di carta La filtrazione per gravità si preferisce quando interessa più il liquido del solido spazio per l aria soluzione senza impurezze insolubili

23 La carta da filtro va piegata, in modo da favorre la filtrazione a metà ancora a metà ancora a metà Si riapre fino ad avere un semicerchio con pieghe: verso verso il l alto basso verso il basso in su in giù in su in giù a ventaglio

24

25

26 5. Raffreddamento della soluzione Cristallizzazione Precipitazione Crescita lenta dei cristalli, con un processo di equilibrio: cristalli puri Formazione veloce dei cristalli: cristalli impuri poichè (le impurezze rimangono inglobate nei cristalli) Non bisogna raffreddare troppo in fretta. La velocità del riscaldamento determina le dimensioni dei cristalli. Cristalli molto grandi vanno evitati, perché spesso inglobano il solvente e le impurezze in esso disciolte. Cristalli troppo piccoli sono da evitare, perché è difficile lavarli bene dal solvente e dalle impurezze solubili e ci vuole più tempo ad asciugarli. Il compromesso migliore si raggiunge lasciando raffreddare la soluzione a temperatura ambiente. Se i cristalli si raccolgono troppo presto, si può perdere del prodotto che ancora non è cristallizzato. Il tempo minimo per la cristallizzazione varia da minuti a giorni.

27 6. Filtrazione a freddo Completata la cristallizzazione, il solido si rccoglie per filtrazione sotto vuoto, usando un imbuto Büchner o un imbuto Hirsch Imbuto di Büchner Beuta da vuoto Imbuto di Hirsch Anello di Guko

28 I fori del Büchner sono coperti con carta da filtro Se il solvente è molto, se ne può decantare un po sull imbuto Di solito bisogna agitare la beuta prima di versare Dopo che tutto il solvente è stato versato, spesso rimangono dei cristalli nella beuta. Si possono riprendere con del solvente fresco o con un po del filtrato.

29 Il vuoto viene assicurato con una pompa ad acqua o a membrana La filtrazione sotto vuoto si preferisce quando interessa più il solido del liquido

30 7. Lavaggio dei cristalli Dopo aver raccolto i cristalli sul filtro, bisogna lavarli con la minima quantità di solvente fresco, per togliere il liquido che contiene le impurezze solubili. Se I cristalli sono relativamente solubile, il solvente di lavaggio deve esssere freddo Durante il lavaggio non spostare o rompere il filtro di carta. 8. Essiccamento dei cristalli Facendo passare aria attraverso il filtro, con l aiuto del vuoto bisogna rimuovere quanto più solvente è possibile Possibili inconvenienti: Si separa un olio La soluzione prima diventa opalescente e poi si separano le goccioline; le impurezze restano sciolte nell olio Non si ha cristallizzazione dopo raffreddamento Soluzione sovrassatura: la cristallizzazione si innesca sfregando con una bacchetta o mettendo un cristallo di composto puro (germe di cristallizzazione)

31 TECNICHE DI PURIFICAZIONE: SUBLIMAZIONE E DISTILLAZIONE I solidi volatili si possono purificare per sublimazione, processo che comporta il passaggio dalla fase solida a quella vapore e la condensazione dalla fase vapore alla fase solida Il campione si scalda sotto vuoto ed il vapore incontra una superficie fredda, dove solidifica. Non tutti i solidi sono in grado di sublimare

32

33 I liquidi (sia reagenti che solventi) si purificano per distillazione, un processo che porta il liquido in fase vapore e poi condensa nuovamente il vapore a liquido Un liquido bolle quando la sua pressione di vapore è uguale alla pressione atmosferica (equazione di Clausius-Clapeyron) il liquido bolle

34 Tecnica di separazione di liquidi basata sulla differenza del punto di ebollizione dei componenti della miscela. Consiste nella vaporizzazione della miscela, nella condensazione dei vapori e nella loro raccolta in un recipiente separato. TIPI DI DISTILLAZIONE: Distillazione semplice (a pressione ordinaria): permette di separare due liquidi miscibili con T eb che a pressione atmosferica siano al di sotto di 150 C e che differiscono di almeno 80 C o per separare liquidi basso bollenti da impurezze non volatili. La condensazione avviene vicino al sito di vaporizzazione. Distillazione frazionata: consiste nella separazione di due o più liquidi miscibili con T eb che differiscono meno di 25 C. Fra il sito di vaporizzazione e quello di condensazione è inserita una colonna per aumentare l efficienza del processo di separazione. Distillazione a pressione ridotta: permette di separare due liquidi miscibili con punti di ebollizione che a pressione atmosferica siano al di sopra di 150 C e che differiscono di almeno 25 C. Viene usata anche per separare liquidi alto bollenti da impurità non volatili. Distillazione in corrente di vapore: permette l'isolamento o la purificazione di sostanze termolabili e la separazione di liquidi immiscibili con l acqua.

35 Composti con calori di vaporizzazione più alti hanno pressioni di vapore più basse e quindi serve più energia per vaporizzarli (p.e. maggiore)

36 DISTILLAZIONE SEMPLICE Il liquido viene portato all ebollizione con un opportuna fonte di calore (evitare fiamme libere: i composti organici sono di solito infiammabili!)i Il vapore viene fatto passare attraverso un tubo freddo (refrigerante), dove condensa e viene raccolto in un pallone. È importante assicurare una buona agitazione del liquido in ebollizione (ancoretta magnetica, oppure pietruzze da ebollizione) per evitare bumping, che può mandare nel pallone di raccolta del liquido non purificato. La distillazione semplice è quella in cui il distillato è ottenuto con una singola sequenza di vaporizzazione-condensazione. Il potere separatore è basso e corrisponde ad un unico piatto teorico. Utile per separare: composti con differenza di temperatura di ebollizione elevata (> 80 C), purificare liquidi da impurezze non volatili, concentrare soluzioni, con rimozione parziale o totale del solvente.

37 Apparecchiatura per la distillazione semplice a pressione atmosferica H 2 O esce H 2 O entra

38 Apparecchiatura per la distillazione semplice a pressione ridotta

39 Se non si conosce la pressione (e non si può misurare), si può ricavare con l aiuto del grafico: 95 C 195 C 30 torr Conoscendo il p.e. a 760 torr, si collega il p.e. sperimentale (prima scala) con quello a pressione atmosferica (seconda scala) e si prolunga la retta fino a leggere la pressione (terza scala).

40 Apparecchiatura per la distillazione frazionata Apparecchiatura per la distillazione in corrente di vapore

41 Se assumiamo che la soluzione sia ideale: La pressione di vapore di ogni componente può essere calcolata mediante la legge di Raoult La pressione totale è la somma delle due pressioni parziali. pa = χa pa*; pb = χb pb*; ptot = pa + pb = χa pa* + χb pb* Dalla legge di Dalton si ha che: ptot = pa = ptot χ v A e pb = ptot χ v B

42 MISCELA IDEALE DI DUE LIQUIDI MISCIBILI Una miscela di liquidi A e B è definita ideale quando i due liquidi sono perfettamente. In una miscela ideale le interazioni tra molecole diverse sono identiche a quelle tra molecole uguali; il comportamento di queste miscele è regolato da due leggi: Legge di Dalton: la tensione di vapore di una miscela di due liquidi è data dalla somma delle tensioni di vapore parziali dei suoi componenti individuali: Legge di Raoult: la tensione di vapore di un componente di una miscela omogenea di due liquidi è uguale alla tensione di vapore del componente puro moltiplicata per la sua frazione molare nella miscela: Combinando le due leggi si ottiene

43 DISTILLAZIONE DI MISCELE BINARIE IDEALI DI LIQUIDI MISCIBILI Quando una miscela ideale di due liquidi miscibili viene scaldata fino al punto di ebollizione si ottiene una curva come quella riportata in figura in cui per ogni composizione il vapore è più ricco del componente più volatile e il liquido è più ricco del componente meno volatile. Questi diagrammi in forma isobara riportano in ordinata la temperatura di ebollizione della miscela alla pressione stabilita ed in ascissa la frazione molare del composto meno volatile. La curva che rappresenta la composizione della fase liquida si chiama curva di ebollizione, quella che rappresenta la composizione della fase gassosa si chiama curva di condensa. T eb miscela è compresa tra T a e T b. Diagramma di distillazione isobaro lenticolare

44 La curva del liquido riporta la T eb della miscela al variare della composizione χ La curva del vapore riporta la composizione della fase vapore in equilibrio con la fase liquida alla T eb della miscela La fase vapore si arricchisce sempre nel componente più volatile

45 Questo significa salire nel diagramma da XY a, per esempio, X Y Caratteristico della distillazione di una miscela di liquidi: La composizione del liquido e quella del vapore non sono uguali Il p.e. del liquido sale gradualmente durante la distillazione.

46 DISTILLAZIONE FRAZIONATA In questo tipo di distillazione si interpone una colonna (colonna di frazionamento) tra il sito di vaporizzazione e quello di condensazione. Nella colonna avvengono una serie di condensazioni sulla superficie fredda ed evaporazioni ad opera dei vapori caldi provenienti dal pallone di distillazione, che permettono l instaurarsi di equilibri multipli liquido/vapore che aumentano l efficienza del processo di distillazione. I cicli di condensazione e di vaporizzazione che avvengono alla superficie della colonna e del suo eventuale riempimento amplificano il potere di separazione ed il processo equivale ad una serie di processi di distillazione e condensazione. Ogni ciclo arricchisce il vapore del composto più volatile, mentre quello meno volatile tenderà a ritornare nel pallone di distillazione; dopo n cicli la composizione della fase vapore e di quella liquida iniziale dipendono da:

47

48 Una miscela con, frazione molare di B = L 1 si scalda e raggiunge la T eb. Il vapore ha composizione V 1 e condensandolo si ha un liquido di composizione L 2. Se L 2 viene scaldato, raggiunge una temperatura di ebollizione (inferiore alla prece-dente), da cui si ottiene un vapore V 2, più ricco nel composto a p.e. più basso. Ripetendo più volte la serie distillazione-condensazione-distillazione si arriva ad A puro Le distillazioni successive necessarie per la separazione costituiscono i piatti teorici. p.e.

49 Tipo di colonna Numero piatti teorici Gettata HEPT (cm) Δteb minimo per due liquidi Vigreux 2, Impaccata (palline vetro) Impaccata (eliche metalliche) Impaccata (eliche di vetro) Differenza T eb ( C) Numero piatti teorici

50

51 DEVIAZIONI POSITIVE DALLA LEGGE DI RAOULT La miscela possiede una tensione di vapore > di quella calcolata. Forze di coesione A-A o B-B maggiori rispetto a quelle di adesione A-B. Esempi: etanolo-acqua, isopropanolo-acqua, propanolo-acqua DEVIAZIONI NEGATIVE DALLA LEGGE DI RAOULT La miscela possiede una tensione di vapore < di quella calcolata; Forze di coesione A-A o B-B minori rispetto a quelle di adesione A-B Esempi: piridina-acqua, acido acetico-acqua, ac. alogenidrici-acqua

52 DISTILLAZIONE DI MISCELE BINARIE NON IDEALI DI LIQUIDI MISCIBILI Miscele che presentano una deviazione positiva dalla legge di Raoult possiedono un diagramma del tipo riportato in figura. Se le interazioni tra molecole diverse sono più deboli rispetto a quelle tra molecole uguali, i componenti puri passano più difficilmente dallo stato liquido a quello di vapore rispetto alla loro miscela. Il diagramma di distillazione presenta un minimo detto azeotropo a minimo. Esiste cioè un punto in cui il liquido e il vapore hanno la stessa composizione; tale miscela, chiamata azeotropica, ha un punto di ebollizione minore rispetto ai componenti puri. Mediante distillazione non è possibile ottenere i componenti puri, perché distilla per primo l azeotropo, mentre il componente in eccesso rimane quasi puro come residuo.

53 DISTILLAZIONE DI MISCELE BINARIE NON IDEALI DI LIQUIDI MISCIBILI Miscele che presentano una deviazione negativa dalla legge di Raoult possiedono un diagramma del tipo riportato in figura. In questo caso le interazioni tra molecole diverse sono più forti rispetto a quelle tra molecole uguali, e perciò i componenti puri passano più facilmente dallo stato liquido a quello di vapore rispetto alla loro miscela. Il diagramma di distillazione presenta un minimo detto azeotropo a massimo. Esiste cioè un punto in cui il liquido e il vapore hanno la stessa composizione; tale miscela, chiamata azeotropica, ha un punto di ebollizione maggiore rispetto ai componenti puri. Mediante distillazione è possibile ottenere soltanto il componente presente in eccesso rispetto alla composizione dell azeotropo come distillato e l azeotropo come residuo

54 Se il liquido ha un punto di ebollizione molto alto (anche a pressione ridotta) ed è immiscibile con l acqua, si può ricorrere alla dostillazione in corrente di vapore. Alla temperatura di ebollizione dell acqua, il vapore di questo liquido in equilibrio con esso contribuisce al raggiungimento della pressione esterna e viene trascinato via dall acqua che bolle. Al termine della distillazione, il liquido e l acqua formano due fasi separate.

55 MISCELE AZEOTROPICHE Un azeotropo è quindi una miscela particolare che si comporta come un composto puro dato che bolle a temperatura costante, producendo un vapore che ha la stessa composizione del liquido. Per questa ragione i componenti di un azeotropo non possono essere separati per distillazione. Miscele azeotropiche più comuni: Acqua-etanolo 96-4 Benzene-acqua 91-9 Acido acetico-acqua 97-3

56 DISTILLAZIONE IN CORRENTE DI VAPORE Tra due liquidi immiscibili non esiste alcuna interazione tra molecole diverse e la tensione di vapore della miscela è uguale alla somma delle tensioni di vapore dei singoli componenti: P = P 0 A + P0 B Quando un sistema di liquidi immiscibili viene scaldato, la tensione di vapore sale e la miscela bolle quando la tensione di vapore totale raggiunge la pressione atmosferica La temperatura di ebollizione della miscela è perciò inferiore a quella dei due composti puri ed è indipendente dalla composizione della miscela; la distillazione produce un vapore a composizione costante (eteroazeotropo) fino all esaurimento del componente minoritario della miscela. Questo fenomeno è sfruttato nella distillazione in corrente di vapore, in cui un liquido immiscibile con l acqua che possiede un punto di ebollizione più alto, può essere distillato ad una temperatura inferiore al punto di ebollizione dell acqua.

57 PRESSIONE DI MISCELE CON COMPONENTI DI DIVERSA MISCIBILITÀ Composizione del Distillato

58

59 Per allontanare del solvente, la distillazione si effettua con un Evaporatore rotante (o Rotavapor) serpentina refrigerante rubinetto a due vie, per collegare con l esterno motore a velocità variabile, per far ruotare il pallone alla pompa da vuoto pallone con il solvente da evaporare tubi con l acqua di raffreddamento H 2 O

60 serpentina refrigerante rubinetto a due vie, per collegare con l esterno motore a velocità variabile, per far ruotare il pallone pallone con il solvente da evaporare pallone di raccolta del solvente bagno riscaldante ad acqua

61 pallone di raccolta del solvente smeriglio sferico rubinetto per collegare con l esterno

62 ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA Purificare (se necessario) reagenti e solventi Mescolare i reagenti nelle opportune quantità Seguire l andamento della reazione. Lavorare la reazione. Analizzare il grezzo della reazione. Separare i prodotti. Controllare la purezza dei prodotti Purificare (se necessario) i prodotti.

63 MESCOLAMENTO DEI REAGENTI I reagenti vanno mescolati in soluzione, in un pallone, munito di piastra magnetica riscaldante. Generalmente uno dei reagenti si aggiunge all altro (mediante imbuto di gocciolamento autoequilibrante, se necessario), mantenendo l atmosfera inerte e/o anidra. tubo a CaCl 2 imbuto d i gocciolamento autoequilibrante refrigerante a bolle bagno esterno(riscald ante o refrigerante) piastra magnetica

ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA

ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA Per effettuare una reazione chimica correttamente, si deve eseguire un certo numero di operazioni: 1. Si purificano (se necessario) reagenti e solventi.

Dettagli

Il riscaldamento può essere effettuato con un bagno ad acqua, ad olio, un mantello scaldante, tenendo in considerazione che deve essere effettuato

Il riscaldamento può essere effettuato con un bagno ad acqua, ad olio, un mantello scaldante, tenendo in considerazione che deve essere effettuato DISTILLAZIONE La distillazione è una tecnica di purificazione che permette la separazione di liquidi o di solidi bassofondenti che fondono senza alterazione chimica. Si basa fondamentalmente sull equilibrio

Dettagli

DISTILLAZIONE. Chimica

DISTILLAZIONE. Chimica Chimica Silvia LICOCCIA Professore Ordinario di Fondamenti Chimici per le Tecnologie Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche Università di Roma Tor Vergata DISTILLAZIONE Diagramma P di vapore/composizione

Dettagli

DI FASE DISTILLAZIONE

DI FASE DISTILLAZIONE Chimica Silvia LICOCCIA Professore Ordinario di Fondamenti Chimici per le Tecnologie Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche Università di Roma Tor Vergata TRANSIZIONI DI FASE DISTILLAZIONE Le fasi

Dettagli

Università Degli Studi di Cagliari Facoltà Farmacia Corso di laurea in Tossicologia. Corso di Analisi Chimico-Tossicologica.

Università Degli Studi di Cagliari Facoltà Farmacia Corso di laurea in Tossicologia. Corso di Analisi Chimico-Tossicologica. Università Degli Studi di Cagliari Facoltà Farmacia Corso di laurea in Tossicologia Corso di Analisi Chimico-Tossicologica Distillazione La distillazione La distillazione consiste nel vaporizzare un liquido

Dettagli

Studio dei diagrammi di fase per sistemi a due componenti

Studio dei diagrammi di fase per sistemi a due componenti Studio dei diagrammi di fase per sistemi a due componenti Per affrontare questo studio dobbiamo conoscere la REGOLA DELLE FASI Le condizioni per l equilibrio tra le fasi possono essere sintetizzate in

Dettagli

TECNICHE DI PURIFICAZIONE. Cristallizzazione

TECNICHE DI PURIFICAZIONE. Cristallizzazione TECNICHE DI PURIFICAZIONE Cristallizzazione I composti organici solidi ottenuti nel corso delle reazioni non sono quasi mai puri, per cui è necessario adottare delle tecniche di purificazione in grado

Dettagli

Tecniche generali laboratorio. 03 La distillazione

Tecniche generali laboratorio. 03 La distillazione Tecniche generali laboratorio 03 La distillazione Principi teorici Il processo della distillazione sfrutta due successivi e opposti passaggi di stato: evaporazione/ ebollizione e condensazione. Ogni sostanza

Dettagli

CRISTALLIZZAZIONE. Scelta del solvente: Affinché la cristallizzazione possa essere efficace, è necessario scegliere il solvente più

CRISTALLIZZAZIONE. Scelta del solvente: Affinché la cristallizzazione possa essere efficace, è necessario scegliere il solvente più CRISTALLIZZAZIONE La cristallizzazione è stata a lungo utilizzata nella purificazione delle sostanze. Si tratta essenzialmente di una tecnica di separazione solido-liquido molto importante per ricavare

Dettagli

Estrazione con solvente 18/01/2010. Laboratorio di chimica. Prof. Aurelio Trevisi

Estrazione con solvente 18/01/2010. Laboratorio di chimica. Prof. Aurelio Trevisi Laboratorio di chimica Prof. Aurelio Trevisi Estrazione con solvente SCOPO: Estrarre mediante cicloesano lo iodio da una soluzione idroalcolica L estrazione con solventi si basa sulla diversa affinità

Dettagli

TECNICHE DI PURIFICAZIONE dei solidi

TECNICHE DI PURIFICAZIONE dei solidi TEIE DI PUIFIAZIE dei solidi I solidi volatili si possono purificare per sublimazione, processo che comporta il passaggio dalla fase solida a quella vapore e la condensazione dalla fase vapore alla fase

Dettagli

Sostanza pura. Il termine sostanza indica il tipo di materia di cui è fatto un corpo.

Sostanza pura. Il termine sostanza indica il tipo di materia di cui è fatto un corpo. Sostanza pura Il termine sostanza indica il tipo di materia di cui è fatto un corpo. Corpi formati da un unico tipo di materia sono costituiti da sostanze pure. Una sostanza pura ha composizione definita

Dettagli

Un sistema eterogeneo è in equilibrio quando in ogni sua parte è stato raggiunto l equilibrio:

Un sistema eterogeneo è in equilibrio quando in ogni sua parte è stato raggiunto l equilibrio: equilibri eterogenei Un sistema eterogeneo è in equilibrio quando in ogni sua parte è stato raggiunto l equilibrio: (a) termico (temperatura uguale dappertutto); (b) meccanico (pressione uniformemente

Dettagli

14. Transizioni di Fase_a.a. 2009/2010 TRANSIZIONI DI FASE

14. Transizioni di Fase_a.a. 2009/2010 TRANSIZIONI DI FASE TRANSIZIONI DI FASE Fase: qualsiasi parte di un sistema omogenea, di composizione chimica costante e in un determinato stato fisico. Una fase può avere le stesse variabili intensive (P, T etc) ma ha diverse

Dettagli

PROPRIETA DELLE SOLUZIONI

PROPRIETA DELLE SOLUZIONI 1 11 PROPRIETA DELLE SOLUZIONI 2 SOLUZIONI IDEALI H mix = 0 le interazioni fra le molecole di soluto e di solvente puri sono paragonabili a quelle fra soluto e solvente; durante il processo di dissoluzione

Dettagli

4016 Sintesi di (±)-BINOL (2,2 -diidrossi-1,1 -binaftile o 1,1 -bi-2-naftolo)

4016 Sintesi di (±)-BINOL (2,2 -diidrossi-1,1 -binaftile o 1,1 -bi-2-naftolo) 4016 Sintesi di (±)-BINOL (2,2 -diidrossi-1,1 -binaftile o 1,1 -bi-2-naftolo) FeCl 3 6 H 2 O C 10 H 7 C 20 H 14 O 2 (144.2) (270.3) (286.3) Classificazione Tipo di reazione e classi di sostanze Accoppiamento

Dettagli

2 e 3 esperienza di laboratorio: SEPARAZIONE DI UNA MISCELA A TRE COMPONENTI PER ESTRAZIONE

2 e 3 esperienza di laboratorio: SEPARAZIONE DI UNA MISCELA A TRE COMPONENTI PER ESTRAZIONE 2 e 3 esperienza di laboratorio: SEPARAZIONE DI UNA MISCELA A TRE COMPONENTI PER ESTRAZIONE 2011/2012 Prima di iniziare 1- ESTRAZIONE: Tecnica utilizzata per separare il prodotto organico desiderato da

Dettagli

Laboratorio di chimica organica I corso. Dott.ssa Alessandra Operamolla

Laboratorio di chimica organica I corso. Dott.ssa Alessandra Operamolla La vetreria Laboratorio di chimica organica I corso Dott.ssa Alessandra Operamolla alessandra.operamolla@uniba.it Lavaggio e cura 1. La vetreria deve essere sempre fissata agli stativi con pinze e sostegni

Dettagli

4010 Sintesi del p-metossiacetofenone dall anisolo

4010 Sintesi del p-metossiacetofenone dall anisolo 4010 Sintesi del p-metossiacetofenone dall anisolo C 3 + 3 C C 3 Zeolite -BEA 25 C 3 + C 3 C C 3 C 7 8 (108.1) C 4 6 3 (102.1) C 9 10 2 (150.2) C 2 4 2 (60.1) Classificazione Tipo di reazione e classi

Dettagli

3009 Sintesi dell acido trans-5-norbornen-2,3-dicarbossilico da acido fumarico e ciclopentadiene

3009 Sintesi dell acido trans-5-norbornen-2,3-dicarbossilico da acido fumarico e ciclopentadiene 3009 Sintesi dell acido trans-5-norbornen-2,3-dicarbossilico da acido fumarico e ciclopentadiene 170 C 2 C 10 H 12 C 5 H 6 (132.2) (66.1) + COOH COOH HOOC COOH C 5 H 6 (66.1) C 4 H 4 O 4 (116.1) C 9 H

Dettagli

4023 Sintesi dell estere etilico dell acido ciclopentanon-2-carbossilico. estere dietilico dell acido adipico (pe 245 C)

4023 Sintesi dell estere etilico dell acido ciclopentanon-2-carbossilico. estere dietilico dell acido adipico (pe 245 C) NP 4023 Sintesi dell estere etilico dell acido ciclopentanon-2-carbossilico dall estere dietilico dell acido adipico NaEt C 10 H 18 4 Na C 2 H 6 C 8 H 12 3 (202.2) (23.0) (46.1) (156.2) Classificazione

Dettagli

ATTREZZATURA DI LABORATORIO

ATTREZZATURA DI LABORATORIO ATTREZZATURA DI LABORATORIO IN GENERALE RICORDIAMO CHE 1) il vetro pyrex non reagisce chimicamente con altre sostanze tranne che con l acido fluoridrico se riscaldato non si spacca 2) gli strumenti in

Dettagli

3 a esperienza di laboratorio : DISTILLAZIONE DEL CLORURO DI t-butile

3 a esperienza di laboratorio : DISTILLAZIONE DEL CLORURO DI t-butile 3 a esperienza di laboratorio : DISTILLAZIONE DEL CLORURO DI t-butile Anno accademico 2014/2015 DISTILLAZIONE La distillazione è una tecnica usata per separare e purificare i liquidi à tre punti chiave:

Dettagli

1023 Separazione dell esperidina dalla buccia d arancia

1023 Separazione dell esperidina dalla buccia d arancia NP 0 Separazione dell esperidina dalla buccia d arancia buccia d'arancia H H C H H H H H H H CH C 8 H 5 (60.5) Classificazione Tipo di reazione e classi di sostanze Separazione di composti da prodotti

Dettagli

Materiale occorrente. Introduzione. Procedura. Estrazione della caffeina dalla polvere di caffè. Caffè macinato. Diclorometano, CH2Cl2

Materiale occorrente. Introduzione. Procedura. Estrazione della caffeina dalla polvere di caffè. Caffè macinato. Diclorometano, CH2Cl2 Estrazione della caffeina dalla polvere di caffè Materiale occorrente Caffè macinato Diclorometano, CH2Cl2 Carbonato di calcio, CaCO3 Acqua Introduzione In questa esperienza viene proposta l estrazione

Dettagli

C = componenti indipendenti; F = fasi V=C+2-F=2. V = 0 Sistema zerovariante V = 1 Sistema monovariante V = 2 Sistema bivariante

C = componenti indipendenti; F = fasi V=C+2-F=2. V = 0 Sistema zerovariante V = 1 Sistema monovariante V = 2 Sistema bivariante Regola delle fasi Relazione che lega il n dei componenti, delle fasi e delle variabili intensive (P, T, conc.) di un sistema in equilibrio che possono essere liberamente fissate senza perturbare l equilibrio.

Dettagli

ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA

ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA Per effettuare una reazione chimica correttamente, si deve eseguire un certo numero di operazioni: 1. Purificare (se necessario) reagenti e solventi.

Dettagli

4014 Risoluzione enantiomerica di (R)- e (S)-BINOL (2,2 -diidrossi-1,1 -binaftile o 1,1 -bi-2-naftolo)

4014 Risoluzione enantiomerica di (R)- e (S)-BINOL (2,2 -diidrossi-1,1 -binaftile o 1,1 -bi-2-naftolo) 4014 Risoluzione enantiomerica di (R)- e (S)-BINOL (2,2 -diidrossi-1,1 -binaftile o 1,1 -bi-2-naftolo) NBCC CH 3 CN + C 20 H 14 O 2 C 26 H 29 ClN 2 O (286.3) (421.0) enantiomero R enantiomero S Classificazione

Dettagli

Sintesi verde malachite

Sintesi verde malachite Sintesi verde malachite Prima di eseguire qualsiasi esperimento proposto è opportuno verificare che tutte le buone abitudini di sicurezza vengano applicate e rispettate. Prestare attenzione ai pittogrammi

Dettagli

Chimica Organica II - Laboratorio A.A. 2008/09 2. H 3 O+

Chimica Organica II - Laboratorio A.A. 2008/09 2. H 3 O+ Chimica Organica II - Laboratorio A.A. 2008/09 Esperienza 4 Sintesi del trifenil carbinolo mediante reattivo di Br + Mg MgBr 1. 2. H 3 O+ O C OH C Materiali: Pallone a tre colli da 250 ml, imbuto gocciolatore

Dettagli

I METODI O TECNICHE DI SEPARAZIONE

I METODI O TECNICHE DI SEPARAZIONE I METODI O TECNICHE DI SEPARAZIONE La chimica è l arte di separare, pesare e distinguere: sono tre esercizi utili anche a chi si accinge a descrivere fatti o a dare corpo alla propria fantasia... PRIMO

Dettagli

ESTRAZIONE CON SOLVENTE

ESTRAZIONE CON SOLVENTE ESTRAZIONE CON SOLVENTE TECNICA DI SEPARAZIONE BASATA SUL TRASFERIMENTO SELETTIVO DI UNO O PIÙ COMPONENTI DI UNA MISCELA SOLIDA, LIQUIDA O GASSOSA DA UN SOLVENTE AD UN ALTRO SOLVENTE IMMISCIBILE CON IL

Dettagli

5012 Sintesi dell acido acetilsalicilico (aspirina) da acido salicilico e anidride acetica

5012 Sintesi dell acido acetilsalicilico (aspirina) da acido salicilico e anidride acetica NP 5012 Sintesi dell acido acetilsalicilico (aspirina) da acido salicilico e anidride acetica CH CH + H H 2 S 4 + CH 3 CH C 4 H 6 3 C 7 H 6 3 C 9 H 8 4 C 2 H 4 2 (120.1) (138.1) (98.1) (180.2) (60.1) Classificazione

Dettagli

miscela di reazione miscela di reazione

miscela di reazione miscela di reazione Alla fine della reazione: miscela di reazione 1.Si tratta con acqua o acqua e ghiaccio 2.Si aggiunge un solvente organico immiscibile e si agita Si lava (estrae) con una base Si lava (estrae) con un acido

Dettagli

1007 Sintesi della 2,4,6-tribromoanilina dalla 4-bromoacetanilide

1007 Sintesi della 2,4,6-tribromoanilina dalla 4-bromoacetanilide 1007 Sintesi della 2,4,6-tribromoanilina dalla 4-bromoacetanilide O HN CH 3 NH 2 NH 2 KOH 2 C 8 H 8 NO C 6 H 6 N C 6 H 4 3 N (214.1) (56.1) (172.0) (159.8) (329.8) Classificazione Tipo di reazione e classi

Dettagli

Fasi di identificazione di una sostanza

Fasi di identificazione di una sostanza Fasi di identificazione di una sostanza Serie di operazioni attraverso le quali è possibile ottenere i dati sul comportamento chimico e fisico del composto, che poi devono essere confrontati con quelli

Dettagli

Isolamento della caffeina dalle foglie di tè

Isolamento della caffeina dalle foglie di tè SOMMARIO Isolamento della caffeina dalle foglie di tè L esperienza consiste nell isolamento e determinazione della quantità di caffeina, solido bianco cristallino, dalle foglie di tè (Camellia sinensis).

Dettagli

DAI MISCUGLI ALLE SOSTANZE PURE

DAI MISCUGLI ALLE SOSTANZE PURE Come si presenta la materia? DAI MISCUGLI ALLE SOSTANZE PURE Il criterio per distinguere i materiali è la presenza di una o più FASI porzioni di materia fisicamente distinte tra loro delimitate da nette

Dettagli

Il diagramma di stato presenta una concavità verso il basso. Distillando miscele che si trovano a sinistra dell azeotropo, cioè più diluite, la

Il diagramma di stato presenta una concavità verso il basso. Distillando miscele che si trovano a sinistra dell azeotropo, cioè più diluite, la Il diagramma di stato presenta una concavità verso il basso. Distillando miscele che si trovano a sinistra dell azeotropo, cioè più diluite, la distillazione procede sino al valore massimo di concentrazione

Dettagli

4026 Sintesi del 2-cloro-2-metilpropano (tert-butil cloruro) dal tert-butanolo

4026 Sintesi del 2-cloro-2-metilpropano (tert-butil cloruro) dal tert-butanolo 4026 Sintesi del 2-cloro-2-metilpropano (tert-butil cloruro) dal tert-butanolo OH + HCl Cl + H 2 O C 4 H 10 O C 4 H 9 Cl (74.1) (36.5) (92.6) Classificazione Tipo di reazione e classi di sostanze Sostituzione

Dettagli

CARATTERISTICHE. In chimica, si possono distinguere sistemi o miscele eterogenee ed omogenee.

CARATTERISTICHE. In chimica, si possono distinguere sistemi o miscele eterogenee ed omogenee. In chimica, si possono distinguere sistemi o miscele eterogenee ed omogenee. Sistema eterogeneo miscela di due o più sostanze in cui la composizione varia localmente. CARATTERISTICHE 1. I componenti mantengono

Dettagli

Rapporto tra soluto e solvente o soluzione

Rapporto tra soluto e solvente o soluzione Rapporto tra soluto e solvente o soluzione Dissoluzione delle sostanze Concentrazione espressa in unità chimiche : Molarità Frazione molare Concentrazione espressa in unità fisiche : Percentuale in

Dettagli

Eperienza di Laboratorio Sintesi del biodiesel Laboratori Didattici del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche Edificio PP1 piano terra

Eperienza di Laboratorio Sintesi del biodiesel Laboratori Didattici del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche Edificio PP1 piano terra Eperienza di Laboratorio Sintesi del biodiesel Laboratori Didattici del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche Edificio PP1 piano terra Preparazione dell'olio Le macchine per la produzione di biodiesel

Dettagli

Se si mescolano 24,50 g. di NaCl in polvere e 100,00 g. di acqua:

Se si mescolano 24,50 g. di NaCl in polvere e 100,00 g. di acqua: A. Si mescolano 15,30 g. di zucchero con 5,65 g. di NaCl dopo averli pesati. Determinare: A. Le percentuali dei due componenti B. Gli errori assoluti e relativi compiuti sulle due pesate C. L errore assoluto

Dettagli

1024 Eliminazione di acqua dal 4-idrossi-4-metil-2-pentanone

1024 Eliminazione di acqua dal 4-idrossi-4-metil-2-pentanone NP 0 Eliminazione di acqua dal -idrossi--metil--pentanone C H I CH CH H C CH - H H + H C CH H C CH C H I C H 0 (.) (.8) (98.) Classificazione Tipo di reazione e classi di sostanze Eliminazione; Alcol,

Dettagli

ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA

ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA Per effettuare una reazione chimica correttamente, si deve eseguire un certo numero di operazioni: 1. Purificare (se necessario) reagenti e solventi.

Dettagli

ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA

ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA Per effettuare una reazione chimica correttamente, si deve eseguire un certo numero di operazioni: 1. Purificare (se necessario) reagenti e solventi.

Dettagli

4004 Sintesi del gamma-decalattone da 1-ottene ed estere etilico dell acido iodoacetico

4004 Sintesi del gamma-decalattone da 1-ottene ed estere etilico dell acido iodoacetico 4004 Sintesi del gamma-decalattone da 1-ottene ed estere etilico dell acido iodoacetico + I CH 2 CH 3 Cu + CH 3 CH 2 I C 8 H 16 C 4 H 7 I 2 C 10 H 18 2 (112.2) (214.0) (63.6) (170.3) C 2 H 5 I (156.0)

Dettagli

Purificazione di Sostanze Cristalline

Purificazione di Sostanze Cristalline Purificazione di Sostanze Cristalline (N.d.R.: i riferimenti teorici, evidenziati con il carattere corsivo, sono tratti dal libro di testo Laboratorio di Chimica Organica di Harold Hart ed altri ed. Zanichelli

Dettagli

Corso di Studi di Fisica Corso di Chimica

Corso di Studi di Fisica Corso di Chimica Corso di Studi di Fisica Corso di Chimica Luigi Cerruti www.minerva.unito.it Lezioni 35-36 2010 Regola delle fasi di Gibbs Lo stato di un sistema fisico è definito quando si conoscono i valori di tutte

Dettagli

Eperienza di Laboratorio Sintesi del biodiesel

Eperienza di Laboratorio Sintesi del biodiesel Eperienza di Laboratorio Sintesi del biodiesel Preparazione dell'olio Le macchine per la produzione di biodiesel richiedono che l'olio abbia delle proprietà specifiche. Meno dell'1% (in peso) di particelle

Dettagli

4013 Sintesi del benzalacetofenone da benzaldeide e acetofenone

4013 Sintesi del benzalacetofenone da benzaldeide e acetofenone 4013 Sintesi del benzalacetofenone da benzaldeide e acetofenone montmorillonite KSF/ + + H 2 C 8 H 8 C 7 H 6 C 15 H 12 (120.2) (106.1) (208.3) Classificazione Tipo di reazione e classi di sostanze Reazione

Dettagli

Note sulla DISTILLAZIONE

Note sulla DISTILLAZIONE Note sulla DISTILLAZIONE Dal punto di vista tecnico il processo di "distillazione" è noto fin dai tempi antichi e, pare, spesso usato dagli egizi e dagli alchimisti per ottenere vari tipi di bevande super

Dettagli

Estrazione. Il processo di estrazione con solventi è impiegato per l isolamento di

Estrazione. Il processo di estrazione con solventi è impiegato per l isolamento di Purificazione di sostanze organiche 1. Cristallizzazione 2. Sublimazione 3. Distillazione 4. 5. Cromatografia 1 Il processo di estrazione con solventi è impiegato per l isolamento di sostanze da soluzioni

Dettagli

CONTROLLO DELLA PUREZZA

CONTROLLO DELLA PUREZZA CONTROLLO DELL PUREZZ Metodi di separazione I metodi di separazione di una miscela si basano sulle differenti proprietà fisiche dei componenti della miscela. Cromatografia Filtrazione Evaporazione Cristallizzazione

Dettagli

4022 Sintesi dell estere etilico dell acido (S)-(+)-3-idrossibutirrico

4022 Sintesi dell estere etilico dell acido (S)-(+)-3-idrossibutirrico 4022 Sintesi dell estere etilico dell acido (S)-(+)-3-idrossibutirrico lievito saccarosio H C 6 H 10 3 C 12 H 22 11 C 6 H 12 3 (130.1) (342.3) (132.2) Classificazione Tipo di reazione e classi di sostanze

Dettagli

CRISTALLIZZAZIONE. PRECIPITAZIONE, se il processo è RAPIDO e NON SELETTIVO, in cui il reticolo cristallino può conglobare delle impurezze;

CRISTALLIZZAZIONE. PRECIPITAZIONE, se il processo è RAPIDO e NON SELETTIVO, in cui il reticolo cristallino può conglobare delle impurezze; I composti solidi a temperatura ambiente vengono di solito purificati per CRISTALLIZZAZIONE: FENOMENO PER CUI UNA SOSTANZA PASSA ALLO STATO CRISTALLINO. Nel processo di cristallizzazione, la struttura

Dettagli

Soluzioni. Miscele: (gas in gas) Leghe: (solidi in solidi) Soluzioni p.d: (solventi liquidi)

Soluzioni. Miscele: (gas in gas) Leghe: (solidi in solidi) Soluzioni p.d: (solventi liquidi) Soluzioni Sono miscele omogenee in cui si riconoscono 2 componenti o fasi: il soluto, presente in quantità minore il solvente presente in quantità maggiore. Tipi di soluzioni: Miscele: (gas in gas) Leghe:

Dettagli

2013 Reazione dell acido cinnamico con cloruro di tionile per formare cinnamoil cloruro

2013 Reazione dell acido cinnamico con cloruro di tionile per formare cinnamoil cloruro 2013 Reazione dell acido cinnamico con cloruro di tionile per formare cinnamoil cloruro O O OH + SOCl 2 Cl + HCl + SO 2 C 9 H 8 O 2 (148.2) (119.0) C 9 H 7 ClO (166.6) Classificazione Tipo di reazione

Dettagli

Soluzioni semplici. Soluzioni liquide

Soluzioni semplici. Soluzioni liquide Soluzioni semplici Definizione di soluzione: dispersione omogenea di due (o più) specie chimiche in proporzioni variabili ma entro un campo finito di valori Soluto Solvente G. Sotgiu 1 Soluzioni liquide

Dettagli

29/04/2013. TECNICHE DI PURIFICAZIONE dei solidi

29/04/2013. TECNICHE DI PURIFICAZIONE dei solidi TECNICHE DI PURIFICAZIONE dei solidi I solidi volatili si possono purificare per sublimazione, processo che comporta il passaggio dalla fase solida a quella vapore e la condensazione dalla fase vapore

Dettagli

Chimica generale. Corsi di laurea in - Tecnologie alimentari per la ristorazione - Viticoltura ed enologia - Tecnologia agroalimentare PARTE 3

Chimica generale. Corsi di laurea in - Tecnologie alimentari per la ristorazione - Viticoltura ed enologia - Tecnologia agroalimentare PARTE 3 Chimica generale Corsi di laurea in - Tecnologie alimentari per la ristorazione - Viticoltura ed enologia - Tecnologia agroalimentare PARTE 3 1 GLI STATI DI AGGREGAZIONE DELLA MATERIA 2 I composti chimici

Dettagli

ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA

ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA ASPETTI PRATICI PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA Per effettuare una reazione chimica correttamente, si deve eseguire un certo numero di operazioni: 1. Si purificano (se necessario) reagenti e solventi.

Dettagli

ESTRAZIONE SOLVENTI. tecnica di separazione e purificazione

ESTRAZIONE SOLVENTI. tecnica di separazione e purificazione ESTRAZIONE CON SOLVENTI tecnica di separazione e purificazione L estrazione con solventi è una tecnica di separazione e purificazione, frequentemente usata in laboratorio, basata sulla diversa distribuzione

Dettagli

Parte Prima. La Materia e le sue Trasformazioni. 1) Quale delle seguenti affermazioni NON definisce una sostanza pura dal punto di vista chimico?

Parte Prima. La Materia e le sue Trasformazioni. 1) Quale delle seguenti affermazioni NON definisce una sostanza pura dal punto di vista chimico? Parte Prima La Materia e le sue Trasformazioni 1) Quale delle seguenti affermazioni NON definisce una sostanza pura dal punto di vista chimico? L'acqua pura: a. ha una definita temperatura di ebollizione

Dettagli

Fasi di identificazione di una sostanza

Fasi di identificazione di una sostanza Fasi di identificazione di una sostanza Serie di operazioni attraverso le quali è possibile ottenere i dati sul comportamento chimico e fisico del composto, che poi devono essere confrontati con quelli

Dettagli

Lo stato liquido. i liquidi molecolari con legami a idrogeno: le interazioni tra le molecole si stabiliscono soprattutto attraverso legami a idrogeno

Lo stato liquido. i liquidi molecolari con legami a idrogeno: le interazioni tra le molecole si stabiliscono soprattutto attraverso legami a idrogeno Lo stato liquido Le particelle sono in continuo movimento, anche se questo risulta più limitato rispetto al caso dei gas. Il movimento caratteristico a zig-zag delle particelle è chiamato moto Browniano.

Dettagli

CHIMICA ORGANICA - laboratorio AA 2012/13

CHIMICA ORGANICA - laboratorio AA 2012/13 CHIMICA ORGANICA - laboratorio AA 2012/13 Esperienza 1 SEPARAZIIONE ACIIDO--BASE.. CROMATOGRAFIIA ssu STRATO SOTTIILE ((TLC)).. L esperienza si propone di separare tre composti mediante estrazione da solvente

Dettagli

5007 Reazione dell anidride ftalica con la resorcina per formare fluoresceina

5007 Reazione dell anidride ftalica con la resorcina per formare fluoresceina 57 Reazione dell anidride ftalica con la resorcina per formare fluoresceina CH H H + 2 + 2 H 2 H C 8 H 4 3 C 6 H 6 2 C 2 H 12 5 (148.1) (11.1) (332.3) Classificazione Tipo di reazione e classi di sostanze

Dettagli

. Proprietà degli stati della materia Aeriforme Liquido Solido

. Proprietà degli stati della materia Aeriforme Liquido Solido . Proprietà degli stati della materia Aeriforme Liquido Solido Volume variabile in funzione del recipiente Volume definito Volume definito Forma del recipiente Forma del recipiente Forma propria Miscibili

Dettagli

4005 Sintesi dell estere metilico dell acido 9-(5-ossotetraidrofuran-2-il)nonanoico

4005 Sintesi dell estere metilico dell acido 9-(5-ossotetraidrofuran-2-il)nonanoico NP 4005 Sintesi dell estere metilico dell acido 9-(5-ossotetraidrofuran-2-il)nonanoico H 3 C (CH 2 ) 8 I Cu + CH 2 CH 3 H 3 C (CH 2 ) 8 + CH 3 CH 2 I C 12 H 22 2 C 4 H 7 I 2 C 14 H 24 4 C 2 H 5 I (198.3)

Dettagli

L ANALISI CHIMICA si occupa:

L ANALISI CHIMICA si occupa: L ANALISI CHIMICA si occupa: La chimica analitica è l arte di separare, riconoscere sostanze differenti e determinare i costituenti di un campione (Whilelm Ostwald, 1894) della scomposizione di miscugli

Dettagli

LA MATERIA E IL MODELLO PARTICELLARE

LA MATERIA E IL MODELLO PARTICELLARE LA MATERIA E IL MODELLO PARTICELLARE - Gli oggetti che ci circondano sono costituiti di materia. - Come possiamo definire la materia? La materia è tutto ciò che possiede una massa e occupa un volume. -

Dettagli

Distribuzione e Temperatura. Pressione di Vapore. Evaporazione

Distribuzione e Temperatura. Pressione di Vapore. Evaporazione Evaporazione Le molecole del Liquido hanno una distribuzione di energia cinetica. Una frazione di molecole della superficie del liquido ha energia cinetica sufficiente per sfuggire all attrazione attrazione

Dettagli

2006 Reazione dell (R)-(-)-carvone con benzilammina in presenza di Montmorillonite K-10 per formare una base di Schiff

2006 Reazione dell (R)-(-)-carvone con benzilammina in presenza di Montmorillonite K-10 per formare una base di Schiff 6 Reazione dell (R)-(-)-carvone con benzilammina in presenza di Montmorillonite K-1 per formare una base di Schiff CH 3 O + CH 2 NH 2 Montmorillonite K-1 cicloesano CH 3 NCH 2 Ph + H 2 O H 3 C CH 2 C 1

Dettagli

- 2 - novembre 27, 2012

- 2 - novembre 27, 2012 - 2 - La distillazione è un metodo di purificazione di sostanze liquide mediante riscaldamento all'ebollizione delle stesse e condensazione in un refrigerante del vapore prodotto. - 3 - A lato è mostrata

Dettagli

L ANALISI CHIMICA si occupa:

L ANALISI CHIMICA si occupa: L ANALISI CHIMICA si occupa: La chimica analitica è l arte di separare, riconoscere sostanze differenti e determinare i costituenti di un campione (Whilelm Ostwald, 1894) della scomposizione di miscugli

Dettagli

Purificazione di sostanze organiche

Purificazione di sostanze organiche urificazione di sostanze organiche 1. Cristallizzazione 2. Sublimazione 3. Distillazione 4. Estrazione 5. Cromatografia 1 La distillazione È un processo di separazione chimico fisico in cui due o più liquidi,

Dettagli

4006 Sintesi dell estere etilico dell acido 2-(3-ossobutil)- ciclopentanon-2-carbossilico

4006 Sintesi dell estere etilico dell acido 2-(3-ossobutil)- ciclopentanon-2-carbossilico NP 4006 Sintesi dell estere etilico dell acido 2-(3-ossobutil)- ciclopentanon-2-carbossilico CEt + FeCl 3 6 H 2 CEt C 8 H 12 3 C 4 H 6 C 12 H 18 4 (156.2) (70.2) (270.3) (226.3) Classificazione Tipo di

Dettagli

Termodinamica Chimica

Termodinamica Chimica Universita degli Studi dell Insubria Corsi di Laurea in Scienze Chimiche e Chimica Industriale Termodinamica Chimica Miscele e Soluzioni dario.bressanini@uninsubria.it http://scienze-como.uninsubria.it/bressanini

Dettagli

Relazione giorno 4 Febbraio 2011

Relazione giorno 4 Febbraio 2011 Relazione giorno 4 Febbraio 2011 Classi IVA e IVB Titolo esperienza Passaggi di stato, innalzamento ebullioscopico e abbassamento crioscopico. Curva di riscaldamento dell acqua. Introduzione al problema

Dettagli

3016 Ossidazione dell acido ricinoleico (dall olio di ricino) con permanganato di potassio per formare acido azelaico

3016 Ossidazione dell acido ricinoleico (dall olio di ricino) con permanganato di potassio per formare acido azelaico 6 Ossidazione dell acido ricinoleico (dall olio di ricino) con permanganato di potassio per formare acido azelaico CH -(CH ) OH (CH ) -COOH KMnO 4 /KOH HOOC-(CH ) -COOH C H 4 O (.) KMnO 4 KOH (.) (6.)

Dettagli

PRINCIPALI OPERAZIONI DA EFFETTUARE DURANTE L ANALISI PER VIA UMIDA

PRINCIPALI OPERAZIONI DA EFFETTUARE DURANTE L ANALISI PER VIA UMIDA PRINCIPALI OPERAZIONI DA EFFETTUARE DURANTE L ANALISI PER VIA UMIDA 2016 Precipitazione Filtrazione Centrifugazione Lavaggio dei precipitati Evaporazione, ebollizione, calcinazione 1 PRECIPITAZIONE Le

Dettagli

METODI GRAVIMETRICI DI ANALISI

METODI GRAVIMETRICI DI ANALISI METODI GRAVIMETRICI DI ANALISI I metodi gravimetrici si basano sulla misura della massa e sono sostanzialmente di due tipi: - nei metodi di precipitazione l analita viene trasformato in un precipitato

Dettagli

Sommario della lezione 18. Proprietà colligative

Sommario della lezione 18. Proprietà colligative Sommario della lezione 18 Proprietà colligative Interazioni soluto-solvente Interazioni soluto-solvente La solubilità di un soluto in un particolare solvente dipende da: la natura delle particelle di solvente

Dettagli

L ANALISI CHIMICA si occupa:

L ANALISI CHIMICA si occupa: L ANALISI CHIMICA si occupa: della scomposizione di miscugli e composti nei loro componenti del riconoscimento e del dosaggio di tali componenti Settori di applicazione: Nel campo alimentare: i costituenti

Dettagli

3012 Sintesi dell adamantilidenadamantano dall adamantanone

3012 Sintesi dell adamantilidenadamantano dall adamantanone Sintesi dell adamantilidenadamantano dall adamantanone O TiCl / Zn THF C H O (.) TiCl Zn (9.) (.) C H (.) Riferimento in letteratura: D. Lenoir, Synthesis, 99, -9; Classificazione Tipo di reazione e classi

Dettagli

GLI STATI DI AGGREGAZIONE DELLA MATERIA. Lo stato liquido

GLI STATI DI AGGREGAZIONE DELLA MATERIA. Lo stato liquido GLI STATI DI AGGREGAZIONE DELLA MATERIA Lo stato liquido Lo stato liquido Liquidi: energia dei moti termici confrontabile con quella delle forze coesive. Limitata libertà di movimento delle molecole, che

Dettagli

Soluzioni e miscugli eterogenei. Soluzioni e miscugli eterogenei. Soluzioni e miscugli eterogenei

Soluzioni e miscugli eterogenei. Soluzioni e miscugli eterogenei. Soluzioni e miscugli eterogenei Le soluzioni Soluzioni e miscugli eterogenei Un sistema formato da due o più componenti è chiamato miscuglio. I miscugli possono essere : miscugli eterogenei; miscugli omogenei o soluzioni. 2 4 Soluzioni

Dettagli

PRINCIPALI OPERAZIONI DA EFFETTUARE DURANTE L ANALISI:

PRINCIPALI OPERAZIONI DA EFFETTUARE DURANTE L ANALISI: PRINCIPALI OPERAZIONI DA EFFETTUARE DURANTE L ANALISI: Precipitazione Filtrazione Centrifugazione Lavaggio dei precipitati Evaporazione, ebollizione, calcinazione PRECIPITAZIONE Le reazioni di precipitazione

Dettagli

Tecniche di separazione e purificazione dei composti organici

Tecniche di separazione e purificazione dei composti organici Tecniche di separazione e purificazione dei composti organici I composti organici, sia di origine naturale che prodotti in laboratorio mediante sintesi chimica, si trovano spesso miscelati ad altre sostanze

Dettagli

1003 Nitrazione della benzaldeide a 3-nitrobenzaldeide

1003 Nitrazione della benzaldeide a 3-nitrobenzaldeide 1003 Nitrazione della benzaldeide a 3-nitrobenzaldeide H O H O HNO 3 /H 3 / 2 HSO 2 SO 4 4 + sotto-prodotti NO 2 7 H 6 O HNO 3 (63.0) 7 H 5 NO 3 (106.1) H 2 SO 4 (98.1) (151.1) lassificazione Tipo di reazione

Dettagli

2029 Reazione della trifenilfosfina con l estere metilico dell acido bromoacetico per ottenere il bromuro di (carbometossimetil)trifenilfosfonio

2029 Reazione della trifenilfosfina con l estere metilico dell acido bromoacetico per ottenere il bromuro di (carbometossimetil)trifenilfosfonio 2029 Reazione della trifenilfosfina con l estere metilico dell acido bromoacetico per ottenere il bromuro di (carbometossimetil)trifenilfosfonio C H 3 Br + Br H 3 C C 3 H 5 Br 2 C 18 H 15 (153.0) (262.3)

Dettagli

Sommario delle lezione17. Diagrammi di stato

Sommario delle lezione17. Diagrammi di stato Sommario delle lezione17 Diagrammi di stato Liquidi e solidi Non esiste una equazione di stato, come nel caso dei gas. Nei liquidi e nei solidi le molecole sono molto più vicine tra loro; le forze intermolecolari,

Dettagli