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1 Route Map Economia dell azienda in rete Corso di Laurea in Informatica (DM 509) Docente: Annamaria A.A. 2009/2010 Lezione 1 Informazioni preliminari Programma del corso Bibliografia di riferimento Orario lezioni Modalità d esame - Date appelli Lezione 1: Introduzione e richiami di Microeconomia Nozioni di base Rendimenti di un impresa nel breve e nel lungo periodo Funzioni di costo Economie di scala ed economie di rete Altre definizioni utili 2 Informazioni preliminari Le principali informazioni sul corso possono essere scaricate da: rogrammi.php Informazioni preliminari Ricevimento Gli studenti possono prenotare un incontro con la docente, previo invio di una mail: a.fiore80@gmail.com Orario lezioni Le lezioni si terranno il giovedì dalle 15 alle 18 e il venerdì dalle ore 11 alle ore 14. Modalit Modalità d esame - Date appelli L esame prevede la presentazione di un project work ed un esonero scritto, entrambi programmati al termine del corso. 3 4 Importante! Nozioni di base (1/4) Le slides presentate a lezione sono un valido supporto per seguire il corso e per lo studio personale ma da sole non esauriscono la preparazione per l esame! Economia Scienza che spiega in quale modo la società umana sceglie come allocare le risorse (scarse) tra i diversi ed alternativi usi (illimitati). Decisione su: come, cosa e per chi produrre. Oggetto di studio: processi di produzione, scambio e consumo dei beni e dei servizi atti a soddisafare i bisogni umani

2 Nozioni di base (2/4) Nozioni di base (3/4) Mercato Il mercato è un istituzione che permette l incontro (scambio) tra l offerta (produzione) e la domanda (consumo) di beni e servizi. In questa particolare istituzione di scambio, l equilibrio è raggiunto tramite il meccanismo dei prezzi. Prezzo di riserva Il prezzo di riserva dell acquirente è il prezzo massimo a cui è disposto ad acquistare un unità addizionale del bene. Il prezzo di riserva del venditore e il prezzo minimo a cui è disposto a vendere un unità addizionale del bene. 7 8 Fig. 1: Curva di offerta e curva di domanda. Determinazione del prezzo e della quantità di equilibrio. p S Nozioni di base (4/4) Aziende in rete (network industries) Aziende appartenenti a tale categoria operano in mercati caratterizzati da: p* D Complementarietà, compatibilità e standards. Esternalità dal lato della domanda (o di rete). Effetto di retroazione positivo (positive feedback). Costi di transizione e lock-in. Significative economie di scala dal lato della produzione. q* q 9 Esempi: aziende telefoniche, banche, compagnie aeree, compagnie assicurative, aziende produttrici di hardware e software, etc. 10 Teoria dell impresa Tecnologia L impresa è l unità economica in cui viene svolto il processo produttivo. Alcune scelte compiute dall impresa: fissa il livello di produzione (y o output) determina la quantità dei fattori produttivi (fp o input) Nelle sue scelte, l impresa incontra vari vincoli. Il livello di produzione realizzabile è fissato dalla tecnologia, definita come l insieme dei processi produttivi disponibili/possibili in un determinato momento nel sistema economico al fine di produrre un determinato bene. In microeconomia, la tecnologia viene rappresentata o con la funzione di produzione - y = f(input) - o con gli isoquanti luogo dei punti nello spazio degli input in cui y è costante

3 Costi e ricavi Per ogni realizzabile livello di y, l impresa deve valutarne costi e ricavi. I costi di produzione di un determinato livello di y dipendono dalla tecnologia che stabilisce la quantità necessaria di fp e dai prezzi ai quali i fp devono essere remunerati. I ricavi delle vendite dipendono invece dalla curva di domanda che l impresa fronteggia, che determina il prezzo al quale è possibile vendere un dato livello di y. Profitto Il profitto (Π) è la differenza fra ricavi totali (RT) derivanti dalle vendite e costi totali (CT) sostenuti per produrre e vendere i beni e i servizi prodotti. Affinché tali variabili abbiano senso, vanno riferite ad un determinato e ad uno stesso intervallo temporale (generalmente, l anno solare). In economia, si dice che sono variabili di flusso, contrapposte a variabili di stock, che sono invece rilevate in un istante preciso del tempo. In formule: Π = RT - CT Ipotesi L ipotesi-base della teoria dell impresa è che la stessa abbia come obiettivo la massimizzazione del profitto. Confrontando ricavi e costi totali associati ad ogni livello realizzabile di y, l impresa sceglie quello che le garantisce il profitto maggiore. Se si assumono dati i prezzi degli input e il prezzo di y ossia l impresa non può influire su di essi (è pricetaker) l impresa deve scegliere la quantità ottima di y e la quantità ottima dei fp. Problema duale: minimizzazione dei costi e massimizzazione del profitto. 15 Definizioni di costo Costo totale (TC): spesa monetaria totale sostenuta per l acquisizione di tutti i fp necessari per il perseguimento delle finalità tipiche di ogni impresa. Costo medio (AC): costo per ogni unità di bene prodotto. Costo marginale (MC): costo addizionale dell ultima quantità di bene prodotta. Definizioni alternative: 1. Variazione del costo totale a fronte di un incremento infintesimo della quantità prodotta. 2. Tasso di aumento del costo totale. 16 Problema dell impresa: approccio marginalista Andamento del costo marginale L impresa, per risolvere il suo problema di massimizzazione del profitto, può o confrontare i costi e i ricavi totali, o seguire l approccio marginalista, ossia confrontare costi marginali e ricavi marginali MC AC 17 y* Legame con condizioni tecniche di produzione: discussione. Costi marginale e costi medi: discussione. y 18 3

4 Ricavo marginale Definizione: è la variazione del ricavo totale conseguente alla produzione e alla vendita di un unità addizionale di bene. Quando la curva di domanda fronteggiata dall impresa è inclinata negativamente come solitamente avviene - il ricavo marginale (MR) è sempre decrescente: 1. ogni ulteriore unità di bene può essere venduta ad un prezzo più basso delle unità precedenti; 2. le successive riduzioni di prezzo riducono in modo sempre maggiore il ricavo ottenibile dalle unità di bene inframarginali. 19 Determinazione output ottimo con l approccio marginalista Finché il ricavo marginale è superiore al costo marginale, all impresa conviene produrre una quantità ulteriore di bene. Se il costo marginale supera il ricavo marginale, all impresa converrà ridurre il livello di produzione. La quantità ottima sarà dunque determinata dalla condizione MC = MR. Tuttavia, questa è condizione necessaria ma non sufficiente. L impresa dovrà infatti verificare che i profitti siano positivi, valutando la copertura o meno del costo medio di produzione. 20 Breve e lungo periodo In ambito microeconomico, la distinzione temporale fra breve e lungo periodo è essenzialmente legata alla possibilità per l impresa di variare o meno tutti i fp. Nel breve periodo, l impresa non può modificare completamente la combinazione dei fattori produttivi impiegati nel processo produttivo. Generalmente, si assume che il vincolo sia rappresentato dall impianto, che non può essere modificato (costruito/ampliato/rinnovato/smantellato) in breve tempo. Nel breve periodo, quindi, non costituisce una variabile di scelta. Nel lungo periodo, invece, l impresa può liberamente variare la combinazione di tutti i fp nella determinazione del processo produttivo ottimale. 21 Costi di lungo periodo I costi totali di lungo periodo sono i costi minimi di produzione corispondenti a tutti gli ipotetici livelli di produzione nel caso in cui l impresa possa variare liberamente la combinazione di tutti i fp. Nel lungo periodo, in corrispondenza di una produzione nulla, il costo totale è uguale a zero, poichè l impresa può scegliere di uscire dal mercato. Il costo marginale di lungo periodo è la variazione del costo totale di lungo periodo conseguente all incremento permanente della produzione di un unità. 22 Costi medi di lungo periodo e rendimenti di scala I costi medi di lungo periodo (LAC) sono pari al rapporto tra costo totale e quantità prodotta in condizioni di lungo periodo. Considerati i costi medi di lungo periodo, potremo osservare: rendimenti di scala crescenti, se al crescere del volume di produzione, i LAC diminuiscono; rendimenti di scala costanti, se al variare del volume di produzione i LAC restano costanti; rendimenti di scala decrescenti, se all aumentare del volume di produzione, i LAC aumentano. Il volume di produzione corrispondente al LAC minimo è detto scala efficiente di produzione. Rendimenti di scala La forma delle curve dei costi medi di lungo periodo dipende essenzialmente dalle caratteristiche intrinseche al processo produttivo. Alcune spiegazioni per i rendimenti di scala: indivisibilità del processo produttivo; specializzazione; crescenti costi di controllo e coordinamento; dimensione geografica o territoriale dell attività d impresa

5 Scelta ottima nel lungo periodo La scelta della quantità ottimale da produrre nel lungo periodo si articola in due verifiche successive: 1. identificazione del volume di produzione che soddisfa le condizioni marginalistiche (quali?); 2. verifica che, in corrispondenza del livello di produzione identificato in base alla 1., sia soddisfatta anche la condizione secondo cui ricavo medio (=prezzo di vendita) > costo medio. Ognivalvolta la 1. è soddisfatta ma non la 2., in un ottica di lungo periodo, all impresa conviene uscire dal mercato. 25 Breve periodo: costi fissi e costi variabili Nel breve periodo, l impresa non può adattarsi in modo subitaneo ai cambiamenti esogeni, in quanto vincolata ad alcuni fattori fissi di produzione. Costi fissi: costi indipendenti dal volume di y. I costi fissi non sono nulli anche quando la quantità prodotta è pari a zero. Costi variabili: costi che variano al variare della quantità prodotta con una certa legge di proporzionalità diretta. Esempi. 26 Costi di breve periodo Il costo marginale di breve periodo è il costo necessario a produrre un unità addizionale di bene in condizioni tecniche di breve periodo, ossia in presenza di fp fissi. Nel breve periodo, questi dipendono esclusivamente dall andamento dei costi variabili dato che i costi fissi non variano al variare di y. Nel breve periodo, si hanno diverse definizioni riguardo il costo medio: costo medio fisso di breve periodo è continuamente decrescente in y; costo medio variabile di breve periodo; costo medio totale di breve periodo. 27 Scelta ottima nel breve periodo Anche la scelta della quantità ottimale da produrre nel breve periodo si articola in due verifiche successive: 1. identificazione del volume di produzione che soddisfa le condizioni marginalistiche (quali?); 2. verifica che, in corrispondenza del livello di produzione identificato in base alla 1., sia soddisfatta anche la condizione secondo cui ricavo medio (=prezzo di vendita) costo medio variabile. Ognivalvolta la 1. è soddisfatta ma non la 2., in un ottica di breve periodo, all impresa conviene non produrre. 28 Confronto scelta ottima nel breve periodo e nel lungo periodo Nel breve periodo, l impresa deve coprire almeno i costi variabili, mentre nel lungo periodo deve preoccuparsi di coprire tutti i costi sopportati. Economie di scala e di rete Il concetto di economie di scala è legato ai rendimenti di scala crescenti e quindi si riferisce ai vantaggi per le imprese che operano su scale dimensionali via via crescenti lato dell offerta; il concetto di economie di rete individua i casi in cui l'utilità che i consumatori derivano dall'uso di un prodotto o di un servizio è positivamente correlato al numero di altri individui che consumano lo stesso bene lato della domanda

6 Altre definizioni utili (1/6) Beni sostituti e beni complementi Considerata l influenza delle variazioni del prezzo di un bene sulla domanda di un altro bene, si definiscono beni sostituti quando all aumento del prezzo dell uno, la quantità domandata dell altro aumenta, mentre si definiscono beni complementi quando all aumentare del prezzo di uno, anche la quantità domandata dell altro diminuisce. Beni normali e beni inferiori Considerata l influenza del reddito sulla quantità domandata di un bene, si definiscono beni normali quelli la cui domanda aumenta all aumentare del reddito, mentre si definiscono beni inferiori quelli la cui domanda diminuisce all aumentare del reddito Altre definizioni utili (2/6) Elasticit Elasticità della domanda di un bene rispetto al suo prezzo Si definisce tale il rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata (q) e la corrispondente variazione percentuale del prezzo (p). In formula: dq / q dp p e q, p = / Il valore assoluto dell elasticità varia da 0 a +. In particolare, quando il valore dell elasticità è pari a 0, la domanda si definisce rigida, quando invece è pari a +, la domanda si definisce infinitamente elastica Altre definizioni utili (3/6) Funzione di utilità Funzione che associa ad un alternativa di consumo (q) una corrispondente misura dell utilità. Generalmente si ipotizza che l utilità ottenuta da ogni unità addizionale di bene sia decrescente (principio dell utilità marginale decrescente). Graficamente: f (q) Altre definizioni utili (4/6) Esternalit Esternalità Interdipendenza fra soggetti economici che genera costi e vantaggi non registrati dal meccanismo dei prezzi (fallimento del mercato). Lato dell offerta: attività di un soggetto che genera elementi rientranti come input nella funzione di produzione di una o più imprese; lato della domanda: attività di un soggetto che genera elementi rientranti come argomenti della funzione di utilità di uno o più consumatori. q Altre definizioni utili (5/6) Sunk costs Costo irrecuperabile qualora l impresa decidesse di rivedere le proprie scelte (es., i costi di un impianto per la produzione di un nuovo bene, qualora l impresa decide di non produrlo più) Trade Trade-off Scelta tra alternative che, a fronte dell aumento di valore di una, comporta una perdita di valore a scapito dell altra. Altre definizioni utili (6/6) Valore attuale di un flusso di cassa futuro Scelto un opportuno tasso di sconto, r, bisogna attualizzare la somma dei T redditi futuri. In formule: T 1+ r Generalizzando: T t = 1 m t (1 + r ) 2 1 ( 1+ r) (1 + r) t

7 Elementi di Marketing Il marketing è la branca della scienza economica che si occupa di stabilire, oltre che cosa produrre, quando e con quali caratteristiche, anche di vendere ciò che è stato prodotto e di seguire l uso che ne viene fatto. Il marketing mix: combinazione dei fattori di marketing dell'impresa, che riguarda generalmente le decisioni relative al prodotto, al prezzo, alla pubblicità, alla promozione, ai canali di distribuzione e alla rete di vendita o place (le c.d. 5P del marketing). Ciclo di vita del prodotto Modello utilizzato nel marketing che descrive, basandosi sull'andamento delle vendite nel tempo, il passaggio di un prodotto attraverso quattro stadi successivi: introduzione sviluppo maturità declino corrispondenti ad altrettante tipiche situazioni della domanda

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