Qualità: strumento di efficacia e sicurezza

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1 Qualità: strumento di efficacia e sicurezza Oscar Corli

2 pensare alla Qualità

3 Pensare alla Qualità in sanità.

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6 Ma quando si parla di cure a casa

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9 servizio efficace servizio sicuro

10 1 delibera R.L. 2-3 delibera R.L. RICONOSCIMENTI NORMATIVI inizia accreditamento JCI visita Referee JCI Piano di miglioram. JCI Accreditat. JCI QUALITA inizia il Piano Urbano termina il Piano Urbano SPERIMENTAZIONE

11 Aziende ospedaliere partecipanti: A.O. L. Sacco A.O. Fatebenefratelli A.O. Niguarda A.O. S. Carlo A.O. S. Paolo A.O. ICP IRCCS Istituto Nazionale Tumori Ente coordinatore: Istituti Clinici di Perfezionamento

12 Dati generali sono stati seguiti a domicilio 1.887pazienti. giornate nette di presa in carico a domicilio: gli accessi domiciliari totali sono stati:

13 Quali standard: visite programmate visite programmate reperibilità 24 ore su 24 per 365 giorni all anno erogazione diretta dei farmaci erogazione diretta di presidi e ausili lavoro in network (tra UOCP dom, hospice, servizi territoriali)

14 sulla base del lavoro intrapreso con il progetto Piano Urbano agli inizi del 2006 si stabilisce di: avviare un processo di accreditamento secondo gli standard della JCI tale processo, relativo alle cure palliative oncologiche domiciliari ospedaliere, è stato intrapreso per la prima volta a livello internazionale rientra negli accreditamenti per patologia o per specifici programmi di cura

15 PROCEDURE procedura rilevazione dolore procedura per questionario di customer satisfaction procedura di gestione dei reclami procedura prima visita procedura port a cath procedura catetere vescicale procedura presa in carico nuovo paziente procedura inserimento nuovo personale procedura stesura piano intensità assistenziale procedura definizione compiti e responsabilità (job description) procedura gestione dati procedura consenso informato procedura valutazione del personale procedura attivazione consulenze specialistiche esterne procedura eventi sentinella

16 procedura gestione comorbidità approvazione procedura gestione cartella clinica procedura chiusura assistenza procedura fornitura ausilii procedura trasferimento in hospice procedura visita domiciliare procedura riunione di equipe procedura sostituzione temporanea del personale procedura per la costatazione morte procedura per la selezione e revisione delle linee guida procedura per la programmazione dell intensità assistenziale DOCUMENTI CONDIVISI cartella clinica unificata e informatizzata Lg modellate e unificate

17 elementi di qualità

18 LINEE GUIDA INTERNE SUL TRATTAMENTO DEL DOLORE NEL PAZIENTE CON CANCRO AVANZATO aggiornamento 2008 modellate a partire da:

19 CARTELLA CLINICA: unica per le 7 UCP modello cartaceo ( parte generale, fogli visita, allegati) versione informatica database comune (dati clinici, debito informativo per RL e JCI) trasmissione dati dal domicilio alla sede

20 elementi di sicurezza

21 servizio attivo 24 ore su 24 per 365 giorni all anno lavoro in network A.O. ICP A.O. Niguarda A.O. FBF A.O. Sacco I.R.C.C.S. INT A.O. S. Carlo A.O. S. Paolo 6 hospice alcuni servizi A.S.L. contributo MMG

22 Precauzioni per la prevenzione e il controllo delle infezioni: il lavaggio delle mani, istruzioni per gli operatori sanitari e il care giver

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24 Terapia infusionale endovenosa al domicilio: istruzioni per il caregiver la flebo è costituita da. come sostituire un flacone terminato con uno nuovo. come sospendere l infusione quando è finito l ultimo flacone. COSA FARE SE. 1. Compare gonfiore o bruciore nella zona in cui è inserito l'ago a farfalla o l'ago-cannula. a. Questa situazione sta ad indicare che il liquido che si sta somministrando è andato fuori vena, quindi: b. Lavarsi accuratamente le mani (guanti?) c. Interrompere il flusso del liquido chiudendo il morsetto a rotellina del deflussore d. Chiamare l infermiere 2. Il liquido del flacone non scende più a. Questa situazione si verifica quando non si vedono più scendere le gocce nella camera di gocciolamento, quindi procedere come segue: b. Provare ad effettuare delle manovre di estensione o di rotazione del braccio del malato c. Se non vi è ripresa del flusso chiudere il morsetto a rotellina del deflussore d. Chiamare l infermiere 3. la medicazione dell'ago-cannula inizia ad essere bagnata o sporca di sangue a. Sospendere la somministrazione della flebo chiudendo il morsetto b. Chiamare l infermiere 4. comparsa di sangue nel deflussore Questa situazione può essere dovuta ad un ritorno di sangue conseguente a movimenti del malato (ad esempio nel caso in cui il flacone si venga a trovare in una posizione più bassa del braccio dove è inserito l'ago). a. Se la flebo scende regolarmente non si deve fare nulla b. Se la flebo non scende più si deve sospendere la somministrazione chiudendo il morsetto e chiamare l infermiere 5. presenza di aria nel deflussore Se il liquido all'interno del deflussore è sceso completamente, ed è quindi entrata dell'aria non ci si deve preoccupare perché la flebo si ferma automaticamente e l'aria non può entrare nella vena, chiudere il morsetto e se ci sono altri flaconi da mettere chiamare l infermiere.

25 Manipolazione e smaltimento sicuro degli aghi: istruzioni per il caregiver Durante l attività che comprende l uso di un ago: non passare un ago usato a un altra persona tieni le mani lontano dalla punta quando manipoli un ago non incappucciare gli aghi usati non manipolare gli aghi usati con entrambe le mani non rivolgere mai la punta dell ago verso il corpo non piegare, spezzare o manipolare in qualunque modo gli aghi usati smaltisci gli aghi in un contenitore resistente alle punture che possa essere chiuso (ad esempio barattoli o bottiglie di plastica rigida o di latta con tappo a vite o a pressione da buttare poi nella spazzatura comune: sacco nero) se l ago ha un tubicino lungo (ago a farfalla, ago gripper) taglia il tubicino con le forbici al momento dell introduzione nel contenitore evita l eccessivo riempimento del contenitore per lo smaltimento degli aghi non introdurre le mani nel recipiente per lo smaltimento degli aghi se un ago usato cade per terra stai attento quando lo raccogli, se non puoi farlo in sicurezza con le mani usa una pinza tieni lontano i bambini quando manipoli un ago usato e tiene il contenitore per lo smaltimento degli aghi lontano dalla loro portata

26 Ambiente sicuro e prevenzione rischio cadute Il rischio di cadute, comune a tutti, è sicuramente maggiore per i malati, sia autosufficienti che allettati. Traumi e fratture possono aggravare la situazione del malato: questi consigli possono aiutarvi ad evitare che si verifichino 1) eliminare qualunque tipo di tappeto nei locali che il paziente frequenta, particolarmente nel bagno, e gli scendiletto; 2) procurare e, se necessario, aiutarlo ad indossare, quando si alza da letto, pantofole o babbucce con suole di gomma che non scivolino sul pavimento; 3) seguire scrupolosamente le indicazioni dell equipe per quanto riguarda la mobilizzazione del malato; 4) se il ammalato è abituato ad alzarsi di notte per andare in toilette o altre necessità, fare in modo che la camera da letto sia sempre un po illuminata: alzandosi al buio potrebbe urtare contro qualche ostacolo o inciampare. 5) assisterlo, se necessario, nella deambulazione e, soprattutto, nelle operazioni di toilette in bagno: questo è il locale dove le cadute possono essere più pericolose. Potremo consigliarvi dei presidi per facilitare l utilizzo dei sanitari; 6) utilizzare, se la deambulazione è troppo difficile e/o faticosa, una sedia a rotelle per passare da un locale all altro; 7) se recarsi nel bagno, particolarmente di notte, ma anche di giorno, per le necessità corporali, risulta troppo faticoso, utilizzare una comoda, posizionandola vicino al letto, assicurandosi che la stessa sia bloccata nel momento dell uso; 8) Se il malato è allettato potremo procurarvi in uso un letto ospedaliero completo e a seconda delle necessità vi indicheremo come utilizzarlo. I presidi di cui ai punti 5, 6 e 7 possono essere a noi richiesti e forniti in uso gratuito.

27 prevenire gli incendi in corso di ossigenoterapia Non fumare mai nell ambiente nel quale il paziente pratica l ossigenoterapia o conserva l apparecchiatura per l ossigeno. Non usare e non riporre l apparecchiatura a meno di 1,5 m di distanza da qualsiasi sorgente elettrica. Non usare e non riporre l apparecchiatura vicino a qualsiasi fiamma libera/viva (ad esempio fornelli, camino ) o a qualsiasi altra fonte di calore come forni, stufe, termosifoni, fonti luminose, apparecchiature elettriche in genere. Tenere i materiali infiammabili lontano dall apparecchiatura: oli e grassi si infiammano facilmente e bruciano rapidamente in presenza di atmosfera ricca di ossigeno. Non cercare mai di lubrificare l apparecchiatura per l ossigeno. Non usare mai vaporizzatori, aerosol o umidificatori per l ambiente in prossimità dell apparecchiatura per l ossigeno. Evitare l uso di indumenti in materiale sintetico, preferire cotone o lana (fibre naturali). Non sottoporsi al trattamento di ossigenoterapia con le mani o il viso cosparsi di unguenti, creme o pomate non adatte all uso con ossigeno. Evitare accuratamente di sporcare l apparecchiatura.

28 procedura gestione e segnalazione eventi sentinella Gli eventi sentinella che si ritiene opportuno monitorare nel percorso di Cure Palliative Oncologiche Domiciliari sono: Le cadute Gli incendi La somministrazione dei farmaci (errori di somministrazione/prescrizione e non effetti collaterali del farmaco) L infezione delle vie urinarie (dopo applicazione di catetere vescicale).

29 Novembre 2007: prima visita Marzo 2009 : seconda visita Maggio 2009: certificazione

30 La certificazione non è sinonimo di QUALITA ma.

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32 Pensare alla Qualità..

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