DOCUMENTO DI CLASSE Classe V, sez. E Turismo Anno scolastico 2014/2015

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1 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca ISTITUTO TECNICO STATALE COMMERCIALE E PER GEOMETRI PAOLO TOSCANELLI Roma Lido - XXI Distretto Via delle Rande Tel fax rmtd640001@istruzione.it, itctoscanelli@romascuola.net Sede succursale via Capo Sperone Roma tel fax DOCUMENTO DI CLASSE Classe V, sez. E Turismo Anno scolastico 2014/2015 Composizione del Consiglio di Classe Preside Prof. ssa Maddalena Venditti Doc. Coordinatore Pasqualina Morella Doc. Maria Gabriella Di Somma Doc. Carla Carloni Doc. Donatella Caruso Doc. Cinzia Tariciotti Doc. Valeria Alessandrelli Doc. Maria Andreozzi Doc. Cristina Angelini Doc. Loredana Cerri Doc. Lucia Di Giacinto Doc. Fabrizio Vavuso Dirigente scolastico Italiano e Storia Discipline turistiche e aziendali Lingua: Francese Lingua: Spagnolo Lingua: Inglese Geografia del turismo Diritto e Legislazione Turistica Matematica Educazione Fisica Arte e Territorio Religione

2 DESCRIZIONE DELL ISTITUTO ATTIVITÀ CONNOTANTI L ISTITUTO FORMATIVE Nell'A.S. 1997/98 l'istituto partecipa al bando per i corsi di FORMAZIONE PROFESIONALE promossi dalla Regione LAZIO e ottiene il finanziamento per l'attivazione di tre corsi relativi alla figura di "PROMOTORE ASSICURATIVO E FINANZIARIO" della durata di 800 ore complessive. Nell'A.S. 2004/5 l'istituto partecipa al bando per i corsi IFTS promossi dalla PROVINCIA DI ROMA e ottiene il finanziamento per l'attivazione di un corso formativo con stage e tirocinio "ESPERTO GESTIONE SISTEMA QUA- LITA' AZIENDALE ED AMBIENTALE" per complessive 800 ore. Nell'A.S. 2004/ 05: l'istituto partecipa al bando per i corsi EDA promossi dalla Regione Lazio e ottiene il finanziamento per cinque corsi della durata di 90 ore ciascuno. Nell'A.S. 2005: l'istituto partecipa al bando per i corsi Voucher promossi dalla Regione Lazio e ottiene il finanziamento per un corso di inglese elementary della durata di 100 ore. L'Istituto è partner formativo del consorzio di imprese "Mare di Roma" con cui è stata definita una convenzione per percorsi formativi in azienda sotto forma stage e/o tirocinio. L'Istituto è partner formativo per tirocinio della facoltà di Psicologia con cui è stata definita una specifica convenzione. L'Istituto è sede di esame per la certificazione DELF (in lingua francese), TRINITY (inglese) e DELE (spagnolo). L'Istituto è sede di esame Accreditato presso l'aica e come Test Center, l'itcg Toscanelli può organizzare Corsi di preparazione agli esami per l'ecdl. I corsi sono rivolti sia agli studenti interni che ad utenti esterni. CULTURALI L'Istituto è sede di un laboratorio teatrale che ha visto la Compagnia degli studenti del Toscanelli I SALTABANCHI partecipare e vincere il Festival Teatro Scolastico Giovanile. Dal 2004 l'istituto è sede di corsi di FORMAZIONE SUPERIORE post-diploma per laureati, diplomati e giovani in cerca di primo impiego. Dal 2008 l'istituto è sede di corsi di APPRENDISTATO. Corso SETTORE TURISTICO Ex ITER, Indirizzo Tecnico per il Turismo. Durata: 5 anni PROFILO IN USCITA Il Diplomato nel Turismo ha competenze specifiche nel comparto delle imprese del settore turistico e competenze generali nel campo dei macrofenomeni economici nazionali ed internazionali, della normativa civilistica e fiscale, dei sistemi aziendali. Interviene nella valorizzazione integrata e sostenibile del patrimonio culturale, artistico, artigianale, enogastronomico, paesaggistico ed ambientale. Integra le competenze dell ambito professionale specifico con quelle linguistiche e informatiche per operare nel sistema informativo dell azienda e contribuire sia all innovazione sia al miglioramento organizzativo e tecnologico dell impresa turistica inserita nel contesto internazionale. E in grado di: - gestire servizi e/o prodotti turistici con particolare attenzione alla valorizzazione del patrimonio paesaggistico, artistico, culturale, artigianale, enogastronomico del territorio; - collaborare a definire con i soggetti pubblici e privati l immagine turistica del territorio e i piani di qualificazione per lo sviluppo dell offerta integrata; - utilizzare i sistemi informativi, disponibili a livello nazionale e internazionale, per proporre servizi turistici anche innovativi; - promuovere il turismo integrato avvalendosi delle tecniche di comunicazione multimediale; - intervenire nella gestione aziendale per gli aspetti organizzativi, amministrativi, contabili e commerciali. A conclusione del percorso quinquennale, il Diplomato nell indirizzo Turismo consegue i risultati di apprendimento di seguito specificati in termini di competenze. 1. Riconoscere e interpretare: - le tendenze dei mercati locali, nazionali, globali anche per coglierne le ripercussioni nel contesto turistico; - i macrofenomeni socio-economici globali in termini generali e specifici dell impresa turistica; - i cambiamenti dei sistemi economici nella dimensione diacronica attraverso il confronto tra epoche e nella dimensione sincronica attraverso il confronto tra aree geografiche e culturali diverse. 2. Individuare e accedere alla normativa pubblicistica, civilistica, fiscale con particolare riferimento a quella del settore turistico. 3. Interpretare i sistemi aziendali nei loro modelli, processi di gestione e flussi informativi. 4. Riconoscere le peculiarità organizzative delle imprese turistiche e contribuire a cercare soluzioni funzionali alle diverse tipologie. 5. Gestire il sistema delle rilevazioni aziendali con l ausilio di programmi di contabilità integrata specifici per le a- ziende del settore Turistico. 6. Analizzare l immagine del territorio sia per riconoscere la specificità del suo patrimonio culturale sia per individuare strategie di sviluppo del turismo integrato e sostenibile. 7. Contribuire a realizzare piani di marketing con riferimento a specifiche tipologie di imprese o prodotti turistici. 8. Progettare, documentare e presentare servizi o prodotti turistici. 9. Individuare le caratteristiche del mercato del lavoro e collaborare alla gestione del personale dell impresa turistica. 10. Utilizzare il sistema delle comunicazioni e delle relazioni delle imprese turistiche.

3 LA CLASSE V, SEZIONE E Turismo Elenco alunni n studenti: 18 n maschi: 0 n femmine: Erika Bono 10. Francesca Gloriani 2. Veronica Canale 11. Virginia Manara 3. Joan Nicole Caparino 12. Ilaria Marai 4. Martina Capuozzo 13. Deborah Marinangeli 5. Noemi D aversa 14. Roberta Menotti 6. Diletta Di Giandomenico 15. Virginia Toscani 7. Ingrid Michela Dumitrescu 16. Aurora Trecapelli 8. Fabiana Ferri 17. Silvia Ullah 9. Giulia Giuffrida 18. Belinda Ilonova Venetova Presentazione della classe La classe è composta attualmente da 18 alunne, tutte provenienti dal territorio. Le alunne che compongono attualmente la classe sono insieme dalla prima, tranne una studentessa ripetente dello scorso anno. Il contesto socio-culturale di provenienza è abbastanza omogeneo; la maggior parte degli studenti evidenzia un buon grado di socializzazione e corretti rapporti interpersonali, un comportamento sempre corretto e rispettoso ed un apprezzabile spirito di collaborazione. La classe non sempre ha potuto contare sulla continuità didattica, come si evince dal numero dei docenti cambiati nel triennio. La maggior parte della classe si è mostrata sempre disponibile al dialogo educativo, seguendo con attenzione in classe e impegnandosi con costanza e serietà nello studio; alcune studentesse si sono applicate con una certa discontinuità, hanno fatto evidenziare una frequenza non molto regolare e un interesse piuttosto settoriale, raggiungendo risultati comunque sufficienti. Un esiguo numero di studentesse, infine, a causa di lacune pregresse e difficoltà soggettive, di una frequenza e di un impegno discontinui, di un metodo di studio inadeguato, presentano una preparazione un po disorganica in qualche disciplina. Tutte le studentesse hanno partecipato sempre e con interesse alle attività previste quali: a) Orientamento Universitario presso il Salone dello studente alla Fiera di Roma b) Incontri in sede con INFORMA GIOVANI del Comune di Roma c) Incontri con il C.O.L. (Centro Orientamento al Lavoro di Ostia) d) Incontro con NISSOLINO CORSI per partecipazione concorsi Forze Armate. e) Partecipazione alla manifestazione FARE TURISMO (Salone delle tre Fontane a Roma) f) Incontri con Università: ROMA 3, LA SAPIENZA, TOR VERGATA g) Incontro con la Facoltà di Scienze Infermieristiche di Ostia h) Incontri con esperti esterni ( Sami Modiano) i) Partecipazione al Progetto Cinema e teatro j) Partecipazione VIAGGI NELLA MEMORIA ad Auschwitz- Birkenau (due studentesse) k) Incontro Progetto Guinea, prima e dopo l emergenza Ebola, con Don Alfredo Micalusi l) Incontro Progetto Il Medio Oriente fra Religioni e Geopolitica. ISIS, con Il Padre Gesuita Luciano Larivera m) Incontro Progetto EDUCAZIONE ALLA MONDIALITA con il Dott. Felix Njeumi ( Fao) n) Progetto Clil con la Prof. ssa Valeria Alessandrelli, Docente di Geografia del Turismo. Situazione di partenza Riferita all'anno scolastico in corso, sentito il parere degli insegnanti, la preparazione globale è apparsa complessivamente sufficiente; alcuni allievi dimostravano di possedere strumenti per affrontare con una certa autonomia e capacità di orientamento il lavoro scolastico; le capacità espressive risultavano in generale abbastanza soddisfacenti; si registravano alcune lacune nella preparazione di base di alcune materie, quali matematica, discipline turistiche aziendali, inglese scritto, diritto. La programmazione dell'attività didattica ha tenuto conto di tale situazione, oltre al raggiungimento degli obiettivi linguistico-professionali e al potenziamento di strumenti fondamentali all'acquisizione di un metodo di lavoro autonomo.

4 Obiettivi educativi didattici trasversali Livello educativo - Educare alla conoscenza e al rispetto dei regolamenti interni; - Educare alla partecipazione e collaborazione; - Educare alla responsabilità e autocontrollo; - Educare alla salute fisica, psichica, relazionale; - Educare alla solidarietà. x x x x x Risposta della classe Rispetto agli obiettivi concordati dal Consiglio di Classe e che ogni insegnante ha organizzato all'interno del proprio piano di intervento individuale, si può affermare che la classe complessivamente, ha risposto in modo positivo alle aspettative dei docenti: un piccolo gruppo ha raggiunto un buon livello di preparazione in tutte le discipline; la maggior parte ha raggiunto livelli di sufficienza; solo alcune evidenziano ancora una preparazione disorganica in qualche disciplina. In generale, si è riscontrato interesse, anche se un gruppo modesto ha evidenziato una frequenza piuttosto discontinua, poca puntualità negli impegni scolastici, limitata disponibilità al confronto e all'assunzione di responsabilità, quasi del tutto superate, perché tutto il corpo docente si è attivato per sollecitare la partecipazione, l interesse e l impegno utilizzando strategie diverse e coinvolgendo la classe in attività extra-scolastiche. La maggioranza delle allieve ha raggiunto, comunque, un adeguato grado di autonomia e di maturità personale. Nella trattazione degli argomenti si è proceduto in modo abbastanza regolare nonostante lo studio alterno e poco diligente di alcune che hanno, a volte, rallentato l'attività didattica. Per quanto concerne gli specifici contenuti operativi, eseguiti e trattati nell'ambito di ogni disciplina durante l'anno scolastico, si rimanda alle singole programmazioni. Conoscenze minime programmate Conoscenze disciplinari (secondo il piano di lavoro Obiettivi minimi raggiunti da: individuale) Italiano tutti quasi tutti x molti alcuni Storia tutti quasi tutti x molti alcuni Arte e Territorio tutti quasi tutti x molti alcuni Discipline Turistiche e A- tutti quasi tutti x molti alcuni ziendali Diritto e Legislazione Turistica tutti quasi tutti x molti alcuni Geografia del Turismo tutti x quasi tutti molti alcuni Lingua Francese tutti x quasi tutti molti alcuni Lingua Inglese tutti x quasi tutti molti alcuni Lingua Spagnola tutti x quasi tutti molti alcuni Matematica tutti quasi tutti x molti alcuni Scienze Motorie tutti x quasi tutti molti alcuni IRC tutti x quasi tutti molti alcuni

5 Competenze trasversali acquisite da saper utilizzare linguaggi tutti quasi tutti x molti alcuni specifici/diversi saper ordinare sequenze tutti x quasi tutti molti alcuni logiche temporali e causali saper esprimersi in modo tutti x quasi tutti molti alcuni semplice ma adeguato al contesto saper collegare i vari elementi di conoscenza tra le varie materie che concorrono alla formazione professionale e applicarli coerentemente tutti quasi tutti x molti alcuni Capacità trasversali acquisite x da capacità critiche tutti quasi tutti x molti alcuni capacità di rielaborazione tutti quasi tutti x molti alcuni personale capacità di lavorare in forma autonoma e in gruppo tutti quasi tutti x molti alcuni

6 ATTIVITÀ Nel corso dell anno scolastico sono state effettuate le attività integrative di seguito elencate: Orientamento Universitario presso il Salone dello studente alla Fiera di Roma Orientamento INFORMAGIOVANI del Comune di Roma Incontri con il C.O.L. ( Centro Orientamento al Lavoro di Ostia) Partecipazione alla manifestazione FARE TURISMO( Salone delle tre Fontane a Roma) Incontro con NISSOLINO CORSI Incontri con esperti esterni ( Sami Modiano) Partecipazione al Progetto Cinema e teatro Partecipazione VIAGGI NELLA MEMORIA ad Auschwitz- Birkenau (due studentesse) Incontro Progetto Guinea, prima e dopo l emergenza Ebola, con Don Alfredo Micalusi Incontro Progetto Il Medio Oriente fra Religioni e Geopolitica. ISIS, con Il Padre Luciano Larivera Incontro Progetto EDUCAZIONE ALLA MONDIALITA con il Dott. Felix Njeumi ( Fao) Incontri con Università: ROMA 3, LA SAPIENZA, TOR VERGATA Incontro con la Facoltà di Scienze Infermieristiche di Ostia Progetto Clil con La Prof. ssa Valeria Alessandrelli, Docente di Geografia del Turismo. Criteri e strumenti di valutazione L osservazione costante del processo di apprendimento degli alunni, ha consentito di avere un quadro chiaro del raggiungimento o meno delle competenze di base, anche in un ottica trasversale, e si è indirizzata alla definizione quantitativa e qualitativa di che cosa ciascun allievo ha acquisito in ordine: - al percorso di studio attuato; - al comportamento agito (frequenza, partecipazione, interesse); - alle competenze personali maturate e testimoniate in precise situazioni di compito. Le operazioni di verifica, frequenti e sistematiche, hanno avuto lo scopo di valutare e accertare le conoscenze acquisite dagli alunni, la continuità del grado di apprendimento e gli elementi di progresso dialettici e cognitivi. In questo modo gli alunni hanno potuto essere seguiti nelle diverse fasi di studio ed elaborazione delle unità didattiche rilevando eventuali difficoltà e ritardi nella preparazione. Le verifiche sono state effettuate mediante: -osservazioni sistematiche; -test a risposta chiusa e/o aperta, multipla; -interrogazioni orali; -prove scritte/elaborati eseguiti singolarmente o in gruppo; -esercitazioni collettive e individualizzate; -esercitazioni pratiche. Le valutazioni sono state attribuite su scala decimale completa e formulate utilizzando gli e- lementi di valutazione di sotto riportata e che si rifà alla griglia che uniforma i giudizi ai voti decimali (riportata di seguito). Elementi di valutazione: - conoscenze minime ma consapevoli; - aderenza delle risposte ai quesiti formulati; - riproduzione dei contenuti oggetto di studio in forma semplice, lineare; - uso corretto del lessico. Per quanto riguarda le certificazioni attestanti esperienze che danno luogo a crediti formativi, opportunamente documentate e ritenute coerenti con il corso di studi, il Consiglio di Classe, oltre a valutarne la conformità giuridica, ha stabilito il criterio di valutarne l opportuna collocazione all interno della banda di oscillazione raggiunta attraverso il credito scolastico.

7 SCALA DI VALUTAZIONE 1-2 Gravemente insufficiente / scarso 3-4 Insufficiente 5 Mediocre 6 Sufficiente 7 Discreto 8 Buono 9 Ottimo 10 Eccellente Mancata acquisizione dei contenuti disciplinari minimi e sistematico e totale rifiuto di partecipare al dialogo educati Lacunosa acquisizione dei contenuti disciplinari e scarsa partecipazione al dialogo educativo Parziale acquisizione dei contenuti disciplinari e modesta e/o discontinua partecipazione al dialogo educativo Acquisizione dei contenuti disciplinari minimi e accettabile partecipazione al dialogo educativo Acquisizione dei contenuti disciplinari mediamente approfondita e soddisfacente partecipazione al dialogo educativo Approfondita acquisizione dei contenuti disciplinari e soddisfacente partecipazione al dialogo educativo Approfondita e accurata acquisizione dei contenuti disciplinari e viva e costante partecipazione al dialogo educativo Approfondita e accurata acquisizione dei contenuti disciplinari e viva e costante partecipazione al dialogo educativo, supportata da un vivo interesse per le discipline Nessuna Scarse e frammentarie Uso limitato del linguaggio specifico e parziale capacità di orientamento nelle discipline Accettabile uso del linguaggio specifico e sufficiente capacità di orientamento nelle discipline Uso pertinente del linguaggio specifico e soddisfacente capacità di orientamento nelle discipline Uso pertinente del linguaggio specifico e soddisfacente capacità di orientamento nelle discipline. Capacità di elaborazione personale dei contenuti acquisiti Uso pertinente del linguaggio specifico e soddisfacente capacità di orientamento nelle discipline. Capacità di elaborazione personale dei contenuti acquisiti. Capacità di valutazione critica Padronanza del linguaggio specifico e puntuale capacità di applicazione dei contenuti appresi. Capacità di elaborazione personale dei contenuti acquisiti. Capacità di valutazione critica

8 SIMULAZIONE DELLE PROVE D ESAME E AMBITI DISCIPLINARI COINVOLTI Il carattere pluridisciplinare dell'esame intende accertare le capacità, le competenze e le conoscenze del candidato. Per questo le attività didattiche sono state organizzate per consentire agli studenti di gestire l'esame nelle migliori condizioni di preparazione e nella massima chiarezza sulle modalità di svolgimento. L'individuazione delle aree pluridisciplinari mira a far sì che gli studenti acquisiscano capacità di organizzare e rielaborare conoscenze e competenze maturate nelle varie discipline interessate. Tali capacità sono indispensabili agli studenti sia per la risoluzione della terza prova sia per l acquisizione di una valida metodologia da applicare nel futuro ambito del lavoro professionale. Pertanto, il Consiglio di Classe ha predisposto due differenti simulazioni sia della II prova sia della III prova che tenessero conto delle metodologie didattiche adottate dai diversi docenti e dei contenuti disciplinari affrontati nel corso del presente a.s. Le materie prese in considerazione per la III prova sono state quattro, con riferimento alla prima simulazione (Arte e Territorio, Diritto e Legislazione Turistica, Discipline turistiche ed aziendali, Spagnolo) e quattro con riferimento alla seconda simulazione (Arte e territorio, Discipline Turistiche ed A- ziendali, Francese, Storia). Esaminata la programmazione dei singoli docenti, nonché i contenuti e gli obiettivi fissati nelle riunioni interdisciplinari, viste le possibili affinità delle varie discipline e la loro complementarietà, il Consiglio di Classe ha ritento più idoneo per quanto riguarda la terza prova scritta scegliere la Tipologia mista B + C (per ogni disciplina 6 risposte a scelta multipla, 2 risposte aperte). Diario delle prove di simulazione svolte: Simulazione I prova (Italiano) giorni 25/03/15 e 18/05/15 Simulazione II prova (Lingua Inglese) giorni 27/03/15 e 8/05/15 Simulazione III prova giorni 28 /03/15 e 6/05/15 GRIGLIE DI VALUTAZIONE E TRACCE DELLE PROVE SIMULATE Relativamente alle valutazioni inerenti le prove d'esame scritte e del colloquio, sulla base delle griglie proposte dal Collegio Docenti, sono state apportate dal Consiglio di classe varianti alle stesse per identificare quelle più adattabili alle tipologie delle prove adottate. Si allegano al presente documento: Le tracce della simulazione della terza prova scritta nonché della prima e seconda prova scritta (all. A); Griglie di valutazione prima prova scritta (all. B); Griglia di valutazione seconda prova scritta (all. C); Griglia di valutazione della simulazione terza prova scritta (all. D); Griglia di valutazione delle prove di esame (all. E). Relazione finale dei docenti e programmi svolti (all. F) Il Consiglio di Classe della V E iter Consiglio di classe Preside Prof.ssa Maddalena Venditti Doc. Coordinatore Pasqualina Morella Doc. Maria Gabriella Di Somma Doc. Carla Carloni Doc. Donatella Caruso Doc. Cinzia Tariciotti Doc. Valeria Alessandrelli Doc. Maria Andreozzi Doc. Cristina Angelini Doc. Loredana Cerri Doc. Lucia Di Giacinto Doc. Fabrizio Vavuso Roma, 15 Maggio 2015 Firma

9 ALLEGATO A Di seguito le tracce delle simulazioni della prima, seconda e terza prova scritta.

10 SIMULAZIONE PRIMA PROVA ESME DI STATO 2014/2015 Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte TIPOLOGIA A: Analisi del testo IL TRENO HA FISCHIATO.( L. Pirandello) Farneticava. Principio di febbre cerebrale, avevano detto i medici; e lo ripetevano tutti i compagni d'ufficio, che ritornavano a due, a tre, dall'ospizio, ov'erano stati a visitarlo. Pareva provassero un gusto particolare a darne l'annunzio coi termini scientifici, appresi or ora dai medici, a qualche collega ritardatario che incontravano per via: - Frenesia, frenesia. - Encefalite. - Infiammazione della membrana. - Febbre cerebrale. E volevan sembrare afflitti; ma erano in fondo cosí contenti, anche per quel dovere compiuto; nella pienezza della salute, usciti da quel triste ospizio al gajo azzurro della mattinata invernale. - Morrà? Impazzirà? - Mah! - Morire, pare di no... - Ma che dice? che dice? - Sempre la stessa cosa. Farnetica... - Povero Belluca! E a nessuno passava per il capo che, date le specialissime condizioni in cui quell'infelice viveva da tant'anni, il suo caso poteva anche essere naturalissimo; e che tutto ciò che Belluca diceva e che pareva a tutti delirio, sintomo della frenesia, poteva anche essere la spiegazione piú semplice di quel suo naturalissimo caso. Veramente, il fatto che Belluca, la sera avanti, s'era fieramente ribellato al suo capo-ufficio, e che poi, all'aspra riprensione di questo, per poco non gli s'era scagliato addosso, dava un serio argomento alla supposizione che si trattasse d'una vera e propria alienazione mentale. Perché uomo piú mansueto e sottomesso, piú metodico e paziente di Belluca non si sarebbe potuto immaginare. Circoscritto... sí, chi l'aveva definito cosí? Uno dei suoi compagni d'ufficio. Circoscritto, povero Belluca, entro i limiti angustissimi della sua arida mansione di computista, senz'altra memoria che non fosse di partite aperte, di partite semplici o doppie o di storno, e di defalchi e prelevamenti e impostazioni; note, librimastri, partitarii, stracciafogli e via dicendo. Casellario ambulante: o piuttosto, vecchio somaro, che tirava zitto zitto, sempre d'un passo, sempre per la stessa strada la carretta, con tanto di paraocchi. Orbene, cento volte questo vecchio somaro era stato frustato, fustigato senza pietà, cosí per ridere, per il gusto di vedere se si riusciva a farlo imbizzire un po', a fargli almeno almeno drizzare un po' le orecchie abbattute, se non a dar segno che volesse levare un piede per sparar qualche calcio. Niente! S'era prese le frustate ingiuste e le crudeli punture in santa pace, sempre, senza neppur fiatare, come se gli toccassero, o meglio, come se non le sentisse piú, avvezzo com'era da anni e anni alle continue solenni bastonature della sorte. Inconcepibile, dunque, veramente, quella ribellione in lui, se non come effetto d'una improvvisa alienazione mentale. Tanto piú che, la sera avanti, proprio gli toccava la riprensione; proprio aveva il diritto di fargliela, il capo-ufficio. Già s'era presentato, la mattina, con un'aria insolita, nuova; e cosa veramente enorme, paragonabile, che so? al crollo d'una montagna - era venuto con piú di mezz'ora di ritardo e pareva che il viso, tutt'a un tratto, gli si fosse allargato. Pareva che i paraocchi gli fossero tutt'a un tratto caduti, e gli si fosse scoperto, spalancato d'improvviso all'intorno lo spettacolo della vita. Pareva che gli orecchi tutt'a un tratto gli si fossero sturati e percepissero per la prima volta voci, suoni non avvertiti mai. Cosí ilare, d'una ilarità vaga e piena di stordimento, s'era presentato all'ufficio. E, tutto il giorno, non a- veva combinato niente. La sera, il capo-ufficio, entrando nella stanza di lui, esaminati i registri, le carte: - E come mai? Che hai combinato tutt'oggi? Belluca lo aveva guardato sorridente, quasi con un'aria d'impudenza, aprendo le mani. - Che significa? - aveva allora esclamato il capo-ufficio, accostandoglisi e prendendolo per una spalla e scrollandolo. - Ohé, Belluca! - Niente, - aveva risposto Belluca, sempre con quel sorriso tra d'impudenza e d'imbecillità su le labbra. - Il treno, signor Cavaliere. - Il treno? Che treno? - Ha fischiato. - Ma che diavolo dici? - Stanotte, signor Cavaliere. Ha fischiato. L'ho sentito fischiare... - Il treno?

11 - Sissignore. E se sapesse dove sono arrivato! In Siberia... oppure oppure... nelle foreste del Congo... Si fa in un attimo, signor Cavaliere! Gli altri impiegati, alle grida del capo-ufficio imbestialito, erano entrati nella stanza e, sentendo parlare cosí Belluca, giú risate da pazzi. Allora il capo-ufficio - che quella sera doveva essere di malumore - urtato da quelle risate, era montato su tutte le furie e aveva malmenato la mansueta vittima di tanti suoi scherzi crudeli. Se non che, questa volta, la vittima, con stupore e quasi con terrore di tutti, s'era ribellata, aveva inveito, gridando sempre quella stramberia del treno che aveva fischiato, e che, perdio, ora non piú, ora ch'egli aveva sentito fischiare il treno, non poteva piú, non voleva piú esser trattato a quel modo. Lo avevano a viva forza preso, imbracato e trascinato all'ospizio dei matti. Seguitava ancora, qua, a parlare di quel treno. Ne imitava il fischio. Oh, un fischio assai lamentoso, come lontano, nella notte; accorato. E, subito dopo, soggiungeva: - Si parte, si parte... Signori, per dove? per dove? E guardava tutti con occhi che non erano piú i suoi. Quegli occhi, di solito cupi, senza lustro, aggrottati, ora gli ridevano lucidissimi, come quelli d'un bambino o d'un uomo felice; e frasi senza costrutto gli uscivano dalle labbra. Cose inaudite, espressioni poetiche, immaginose, bislacche, che tanto piú stupivano, in quanto non si poteva in alcun modo spiegare come, per qual prodigio, fiorissero in bocca a lui, cioè a uno che finora non s'era mai occupato d'altro che di cifre e registri e cataloghi, rimanendo come cieco e sordo alla vita: macchinetta di computisteria. Ora parlava di azzurre fronti di montagne nevose, levate al cielo; parlava di viscidi cetacei che, voluminosi, sul fondo dei mari, con la coda facevan la virgola. Cose, ripeto, inaudite. Chi venne a riferirmele insieme con la notizia dell'improvvisa alienazione mentale rimase però sconcertato, non notando in me, non che meraviglia, ma neppur una lieve sorpresa. Difatti io accolsi in silenzio la notizia. E il mio silenzio era pieno di dolore. Tentennai il capo, con gli angoli della bocca contratti in giú, amaramente, e dissi: - Belluca, signori, non è impazzito. State sicuri che non è impazzito. Qualche cosa dev'essergli accaduta; ma naturalissima. Nessuno se la può spiegare, perché nessuno sa bene come quest'uomo ha vissuto finora. Io che lo so, son sicuro che mi spiegherò tutto naturalissimamente, appena l'avrò veduto e avrò parlato con lui. Cammin facendo verso l'ospizio ove il poverino era stato ricoverato, seguitai a riflettere per conto mio: «A un uomo che viva come Belluca finora ha vissuto, cioè una vita "impossibile", la cosa piú ovvia, l'incidente piú comune, un qualunque lievissimo inciampo impreveduto, che so io, d'un ciottolo per via, possono produrre effetti straordinarii, di cui nessuno si può dar la spiegazione, se non pensa appunto che la vita di quell'uomo è "impossibile". Bisogna condurre la spiegazione là, riattaccandola a quelle condizioni di vita impossibili, ed essa apparirà allora semplice e chiara. Chi veda soltanto una coda, facendo astrazione dal mostro a cui essa appartiene, potrà stimarla per se stessa mostruosa. Bisognerà riattaccarla al mostro; e allora non sembrerà piú tale; ma quale dev'essere, appartenendo a quel mostro. «Una coda naturalissima.» Non avevo veduto mai un uomo vivere come Belluca. Ero suo vicino di casa, e non io soltanto, ma tutti gli altri inquilini della casa si domandavano con me come mai quell'uomo potesse resistere in quelle condizioni di vita. Aveva con sé tre cieche, la moglie, la suocera e la sorella della suocera: queste due, vecchissime, per cataratta; l'altra, la moglie, senza cataratta, cieca fissa; palpebre murate. Tutt'e tre volevano esser servite. Strillavano dalla mattina alla sera perché nessuno le serviva. Le due figliuole vedove, raccolte in casa dopo la morte dei mariti, l'una con quattro, l'altra con tre figliuoli, non avevano mai né tempo né voglia da badare ad esse; se mai, porgevano qualche ajuto alla madre soltanto. Con lo scarso provento del suo impieguccio di computista poteva Belluca dar da mangiare a tutte quelle bocche? Si procurava altro lavoro per la sera, in casa: carte da ricopiare. E ricopiava tra gli strilli indiavolati di quelle cinque donne e di quei sette ragazzi finché essi, tutt'e dodici, non trovavan posto nei tre soli letti della casa. Letti ampii, matrimoniali; ma tre. Zuffe furibonde, inseguimenti, mobili rovesciati, stoviglie rotte, pianti, urli, tonfi, perché qualcuno dei ragazzi, al bujo, scappava e andava a cacciarsi fra le tre vecchie cieche, che dormivano in un letto a parte, e che ogni sera litigavano anch'esse tra loro, perché nessuna delle tre voleva stare in mezzo e si ribellava quando veniva la sua volta. Alla fine, si faceva silenzio, e Belluca seguitava a ricopiare fino a tarda notte, finché la penna non gli cadeva di mano e gli occhi non gli si chiudevano da sé. Andava allora a buttarsi, spesso vestito, su un divanaccio sgangherato, e subito sprofondava in un sonno di piombo, da cui ogni mattina si levava a stento, piú intontito che mai. Ebbene, signori: a Belluca, in queste condizioni, era accaduto un fatto naturalissimo. Quando andai a trovarlo all'ospizio, me lo raccontò lui stesso, per filo e per segno. Era, sí, ancora esaltato un po', ma naturalissimamente, per ciò che gli era accaduto. Rideva dei medici e degli infermieri e di tutti i suoi colleghi, che lo credevano impazzito.

12 - Magari! - diceva. - Magari! Signori, Belluca, s'era dimenticato da tanti e tanti anni - ma proprio dimenticato - che il mondo esisteva. Assorto nel continuo tormento di quella sua sciagurata esistenza, assorto tutto il giorno nei conti del suo ufficio, senza mai un momento di respiro, come una bestia bendata, aggiogata alla stanga d'una nòria o d'un molino, sissignori, s'era dimenticato da anni e anni - ma proprio dimenticato - che il mondo esisteva. Due sere avanti, buttandosi a dormire stremato su quel divanaccio, forse per l'eccessiva stanchezza, insolitamente, non gli era riuscito d'addormentarsi subito. E, d'improvviso, nel silenzio profondo della notte, aveva sentito, da lontano, fischiare un treno. Gli era parso che gli orecchi, dopo tant'anni, chi sa come, d'improvviso gli si fossero sturati. Il fischio di quel treno gli aveva squarciato e portato via d'un tratto la miseria di tutte quelle sue orribili angustie, e quasi da un sepolcro scoperchiato s'era ritrovato a spaziare anelante nel vuoto arioso del mondo che gli si spalancava enorme tutt'intorno. S'era tenuto istintivamente alle coperte che ogni sera si buttava addosso, ed era corso col pensiero dietro a quel treno che s'allontanava nella notte. C'era, ah! c'era, fuori di quella casa orrenda, fuori di tutti i suoi tormenti, c'era il mondo, tanto, tanto mondo lontano, a cui quel treno s'avviava... Firenze, Bologna, Torino, Venezia... tante città, in cui egli da giovine era stato e che ancora, certo, in quella notte sfavillavano di luci sulla terra. Sí, sapeva la vita che vi si viveva! La vita che un tempo vi aveva vissuto anche lui! E seguitava, quella vita; aveva sempre seguitato, mentr'egli qua, come una bestia bendata, girava la stanga del molino. Non ci aveva pensato piú! Il mondo s'era chiuso per lui, nel tormento della sua casa, nell'arida, ispida angustia della sua computisteria... Ma ora, ecco, gli rientrava, come per travaso violento, nello spirito. L'attimo, che scoccava per lui, qua, in questa sua prigione, scorreva come un brivido elettrico per tutto il mondo, e lui con l'immaginazione d'improvviso risvegliata poteva, ecco, poteva seguirlo per città note e ignote, lande, montagne, foreste, mari... Questo stesso brivido, questo stesso palpito del tempo. C'erano, mentr'egli qua viveva questa vita «impossibile», tanti e tanti milioni d'uomini sparsi su tutta la terra, che vivevano diversamente. Ora, nel medesimo attimo ch'egli qua soffriva, c'erano le montagne solitarie nevose che levavano al cielo notturno le azzurre fronti... Sí, sí, le vedeva, le vedeva, le vedeva cosí... c'erano gli oceani... le foreste... E, dunque, lui - ora che il mondo gli era rientrato nello spirito - poteva in qualche modo consolarsi! Sí, levandosi ogni tanto dal suo tormento, per prendere con l'immaginazione una boccata d'aria nel mondo. Gli bastava! Naturalmente, il primo giorno, aveva ecceduto. S'era ubriacato. Tutto il mondo, dentro d'un tratto: un cataclisma. A poco a poco, si sarebbe ricomposto. Era ancora ebro della troppa troppa aria, lo sentiva. Sarebbe andato, appena ricomposto del tutto, a chiedere scusa al capo-ufficio, e avrebbe ripreso come prima la sua computisteria. Soltanto il capo-ufficio ormai non doveva pretender troppo da lui come per il passato: doveva concedergli che di tanto in tanto, tra una partita e l'altra da registrare, egli facesse una capatina, sí, in Siberia... oppure oppure... nelle foreste del Congo: - Si fa in un attimo, signor Cavaliere mio. Ora che il treno ha fischiato... COMPRENSIONE 1. Riassumi il testo( max 20 righe) 2. La struttura narrativa è alquanto complessa: la novella inizia quando Belluca è già ricoverato in ospedale e i colleghi tornano dall avergli fatto visita. Poi c è un flashback che ci informa di quanto era successo il giorno prima e, finalmente, dalla voce narrante, quella di un vicino di casa del protagonista, veniamo a sapere di come si è svolta tutta la vicenda. Ricostruisci l ordine logico e cronologico degli avvenimenti narrati nella novella, spiegando le ragioni per cui Pirandello decide di iniziare il racconto in medias res. ANALISI 1. L impiegato circoscritto entro i limiti del suo lavoro di contabile improvvisamente si trasforma: sottolinea nel testo i segni fisici di questa trasformazione. 2. ora non piú, ora ch'egli aveva sentito fischiare il treno, non poteva piú, non voleva piú esser trattato a quel modo. Perché il fischio del treno rappresenta per Belluca un segnale di liberazione? 3. Belluca vive in un ambiente familiare opprimente e squallido. Rintraccia nel testo i passi in cui vengono descritti i componenti della sua famiglia. Che immagine ne emerge? 4. Come è caratterizzata la voce narrante? Qual è il suo atteggiamento nei confronti di Belluca? Perché non si comporta come tutti gli altri personaggi secondari del racconto? 5. In base a quali elementi è possibile affermare che il protagonista della novella è un tipico personaggio pirandelliano? APPROFONDIMENTI Spiega con un breve testo scritto in che modo nella novella emerge la poetica pirandelliana dell umorismo.

13 TIPOLOGIA B - REDAZIONE DI UN SAGGIO BREVE O DI UN ARTICOLO DI GIORNALE (puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti) CONSEGNE Sviluppa l argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti. Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. Se scegli la forma dell «articolo di giornale», indica il titolo dell articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l articolo debba essere pubblicato. Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo. 1. AMBITO ARTISTICO - LETTERARIO ARGOMENTO: l'amicizia, tema di riflessione e motivo di ispirazione poetica nella letteratura e nell'arte DOCUMENTI Tutti sanno che la vita non è vita senza amicizia, se, almeno in parte, si vuole vivere da uomini liberi. [.] Guido, i. vorrei che tu e Lapo ed io fossimo presi per i Allora è vero quanto ripeteva, se non erro, Architta di incantamento e messi in un vasel, che ad ogni vento Taranto [.] Se un uomo salisse in cielo e contemplasse per mare andasse al voler nostro e mio; sì che fortuna la natura dell'universo e la bellezza degli astri, la meraviglia di tale visione non gli darebbe la gioia più in- anzi, vivendo sempre in un talento, di stare insieme od altro tempo rio non ci potesse dare impedimento, tensa, come dovrebbe, ma quasi un dispiacere, perché crescesse il disio. E monna Vanna e monna Lagia poi non avrebbe nessuno a cui comunicarla. Così la natura con quella ch è sul numer de le trenta con noi ponesse non ama affatto l'isolamento e cerca sempre di appoggiarsi, per così dire, a un sostegno, che è tanto più e ciascuna di lor fosse contenta, sì come io credo che il buono incantatore: e quivi ragionar sempre d'amore, dolce quanto più è caro l'amico. CICERONE, De amicitia DANTE ALIGHIERI, Le saremmo noi. Rime.Renzo! disse quello, esclamando insieme e interrogando. Proprio, disse Renzo; e si corsero incontro. Sei proprio tu! disse l'amico, quando furon vicini: oh che gusto ho di vederti! Chi l'avrebbe pensato? [.] E, dopo un assenza di forse due anni, si trovarono a un tratto molto più amici di quello che avesser mai saputo d'essere nel tempo che si vedevano quasi ogni giorno; perché all'uno e all'altro [ ] eran toccate di quelle cose che fanno conoscere che balsamo sia all'animo la benevolenza; tanto quella che si sente, quanto quella che si trova negli altri. [.] Raccontò anche lui all'amico le sue vicende, e n ebbe in contraccambio cento storie, del passaggio dell'esercito, della peste, d'untori, di prodigi. Son cose brutte, disse l'amico, accompagnando Renzo in una camera che il contagio aveva resa disabitata; cose che non si sarebbe mai creduto di vedere; cose da levarvi l'allegria per tutta la vita; ma però, a parlarne tra amici, è un sollievo. A. MANZONI, I Promessi Sposi, cap. XXXIII, 1827 Per un raffinamento di malignità sembrava aver preso a proteggere un povero ragazzetto, venuto a lavorare da poco tempo nella cava, il quale per una caduta da un ponte s'era lussato il femore, e non poteva far più il manovale. [.] Intanto Ranocchio non guariva, e seguitava a sputar sangue, e ad aver la febbre tutti i giorni. Allora Malpelo prese dei soldi della paga della settimana, per comperargli del vino e della minestra calda, e gli diede i suoi calzoni quasi nuovi, che lo coprivano meglio. Ma Ranocchio tossiva sempre, e alcune volte sembrava soffocasse; la sera poi non c era modo di vincere il ribrezzo della febbre, né con sacchi, né coprendolo di paglia, né mettendolo dinanzi alla fiammata. Malpelo se ne stava zitto ed immobile, chino su di lui, colle mani sui ginocchi, fissandolo con quei suoi occhiacci spalancati, quasi volesse fargli il ritratto. G. VERGA, Rosso Malpelo. Vita dei campi, 1880 Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare? E. una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami. Creare dei legami? Certo, disse la volpe. Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino u- guale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli

14 color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano. A. de SAINT EXUPERY, Il piccolo principe, 1943 A me piace parlare con Nuto; adesso siamo uomini e ci conosciamo; ma prima, ai tempi della Mora, del lavoro in cascina, lui che ha tre anni più di me sapeva già fischiare e suonare la chitarra, era cercato e a- scoltato, ragionava coi grandi, con noi ragazzi, strizzava l'occhio alle donne. Già allora gli andavo dietro e alle volte scappavo dai beni per correre con lui nella riva o dentro il Belbo, a caccia di nidi. Lui mi diceva come fare per essere rispettato alla Mora; poi la sera veniva in cortile a vegliare con noi della cascina. C. PAVESE, La luna e i falò, 1950 Non ricordo esattamente quando decisi che Konradin avrebbe dovuto diventare mio amico, ma non ebbi dubbi sul fatto che, prima o poi, lo sarebbe diventato. Fino al giorno del suo arrivo io non avevo avuto a- mici. Nella mia classe non c era nessuno che potesse rispondere all'idea romantica che avevo dell'amicizia, nessuno che ammirassi davvero o che fosse in grado di comprendere il mio bisogno di fiducia, di lealtà e di abnegazione, nessuno per cui avrei dato volentieri la vita. [.] Ho esitato un po prima di scrivere che avrei dato volentieri la vita per un amico, ma anche ora, a trent anni di distanza, sono convinto che non si trattasse di un esagerazione e che non solo sarei stato pronto a morire per un amico, ma l'avrei fatto quasi con gioia. F.UHLMAN, l'amico ritrovato, 1971 Mio vecchio amico di giorni e pensieri da quanto tempo che ci conosciamo, venticinque anni son tanti e diciamo un po retorici che sembra ieri. Invece io so che è diverso e tu sai quello che il tempo ci ha preso e ci ha dato: io appena giovane sono invecchiato tu forse giovane non sei stato mai. Ma d'illusioni non ne abbiamo avute o forse si, ma nemmeno ricordo, tutte parole che si son perdute con la realtà incontrata ogni giorno. Quei giorni spesi a parlare di niente sdraiati al sole inseguendo la vita, come l'avessimo sempre capita, come qualcosa capito per sempre (F. GUCCINI, Canzone per Piero, da Stanze di vita quotidiana, 1974 ) 2. AMBITO SOCIO - ECONOMICO ARGOMENTO: La ricerca della felicità. DOCUMENTI «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all organizzazione politica, economica e sociale del Paese.» Articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana «Noi riteniamo che sono per sé stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità.» Dichiarazione di indipendenza dei Tredici Stati Uniti d America, 4 luglio 1776 «La nostra vita è un opera d arte che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l arte della vita dobbiamo come ogni artista, quale che sia la sua arte porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l impossibile. E possiamo solo sperare senza poterci basare su previsioni affidabili e tanto meno certe di riuscire prima o poi, con uno sforzo lungo e lancinante, a eguagliare quegli standard e a raggiungere quegli obiettivi, dimostrandoci così all altezza della sfida. L incertezza è l habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane. Sfuggire all incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita della felicità. È per questo che una felicità «autentica, adeguata e totale» sembra rimanere costantemente a una certa distanza da noi: come un orizzonte che, come tutti gli orizzonti, si allontana ogni volta che cerchiamo di avvicinarci a esso.» Zygmunt BAUMAN, L arte della vita, trad. it., Bari 2009 (ed. originale 2008) «Nonostante le molte oscillazioni, la soddisfazione media riportata dagli europei era, nel 1992, praticamente allo stesso livello di 20 anni prima, a fronte di un considerevole aumento del reddito pro capite nello stesso periodo.

15 Risultati molto simili si ottengono anche per gli Stati Uniti. Questi dati sollevano naturalmente molti dubbi sulla loro qualità e tuttavia, senza entrare nel dettaglio, numerosi studi provenienti da altre discipline come la psicologia e la neurologia ne supportano l attendibilità. Citiamo solo la critica che a noi pare più comune e che si potrebbe formulare come segue: in realtà ognuno si dichiara soddisfatto in relazione a ciò che può realisticamente ottenere, di conseguenza oggi siamo effettivamente più felici di 20 anni fa ma non ci riteniamo tali perché le nostre aspettative sono cambiate, migliorate, e desideriamo sempre di più. Esistono diverse risposte a questa critica. In primo luogo, se così fosse, almeno persone nate negli stessi anni dovrebbero mostrare una crescita nel tempo della felicità riportata soggettivamente. I dati mostrano invece che, anche suddividendo il campione per coorti di nascita, la felicità riportata non cresce significativamente nel tempo. Inoltre, misure meno soggettive del benessere, come la percentuale di persone affette da depressione o il numero di suicidi, seguono andamenti molto simili alle risposte soggettive sulla felicità e sulla soddisfazione. Ma allora cosa ci rende felici?» Mauro MAGGIONI e Michele PELLIZZARI, Alti e bassi dell economia della felicità, «La Stampa», 12 maggio 2003 «Il tradimento dell individualismo sta tutto qui: nel far creder che per essere felici basti aumentare le utilità. Mentre sappiamo che si può essere dei perfetti massimizzatori di utilità anche in solitudine, per essere felici occorre essere almeno in due. La riduzione della categoria della felicità a quella della utilità è all origine della credenza secondo cui l avaro sarebbe, dopotutto, un soggetto razionale. Eppure un gran numero di interazioni sociali acquistano significato unicamente grazie all assenza di strumentalità. Il senso di un azione cortese o generosa verso un amico, un figlio, un collega sta proprio nel suo essere gratuita. Se venissimo a sapere che quell azione scaturisce da una logica di tipo utilitaristico e manipolatorio, essa acquisterebbe un senso totalmente diverso, con il che verrebbero a mutare i modi di risposta da parte dei destinatari dell azione. Il Chicago man come Daniel McFadden ha recentemente chiamato la versione più aggiornata dell homo oeconomicus è un isolato, un solitario e dunque un infelice, tanto più egli si preoccupa degli altri, dal momento che questa sollecitudine altro non è che un idiosincrasia delle sue preferenze. [...] Adesso finalmente comprendiamo perché l avaro non riesce ad essere felice: perché è tirchio prima di tutto con se stesso; perché nega a se stesso quel valore di legame che la messa in pratica del principio di reciprocità potrebbe assicuragli.» Stefano ZAMAGNI, Avarizia. La passione dell avere, Bologna maggio AMBITO STORICO-POLITICO ARGOMENTO: Giovanni Giolitti: metodi di governo e programmi politici DOCUMENTI "La via della reazione sarebbe fatale alle nostre istituzioni, appunto perché le porrebbe al servizio degli interessi di una esigua minoranza e spingerebbe contro di esse le forze più vive e irresistibili della società moderna, cioè l interesse delle classi più numerose e il sentimento degli uomini più colti. Esclusa la convenienza, anzi la possibilità, di un programma reazionario, resta come unica via, per scongiurare i pericoli della situazione attuale, il programma liberale che si propone di togliere, per quanto è possibile, le cause del malcontento con un profondo e radicale mutamento di indirizzo tanto nei metodi di governo, quanto nella legislazione. I metodi di governo hanno capitale importanza perché a poco giovano le ottime leggi se sono male applicate. [ ] Nel campo politico poi vi è un punto essenziale e di vera attualità nel quale i metodi di governo hanno urgente bisogno di essere mutati. Da noi si confonde la forza del governo con la violenza, e si considera governo forte quello che al primo stormire di fronda proclama lo stato d assedio, sospende la giustizia ordinaria, istituisce tribunali militari e calpesta tutte le franchigie costituzionali. Questa invece non è la forza, ma è debolezza della peggiore specie, debolezza giunta a tal punto da far perdere la visione esatta delle cose." G. GIOLITTI, Discorso agli elettori del collegio di Dronero, Busca, 20 ottobre "[La] importante e svariata opera legislativa, amministrativa e associativa [di Giolitti] era resa possibile dalla fioritura economica che si osservava dappertutto nel paese e che, quantunque rispondesse a un periodo di generale prosperità dell economia mondiale e fosse aiutata dall afflusso degli esuberanti capitali stranieri in Italia, aveva, dentro questo quadro, un particolare rilievo perché, come i tecnici notavano, nessun altro paese di Europa compiva, in quel tempo, progressi tanto rapidi ed estesi quanto l Italia." B. CROCE, Storia d Italia dal 1871 al 1915, Laterza, Bari, "La tattica dell onorevole Giolitti è stata sempre quella di far l politica conservatrice per mezzo dei condottieri dei partiti democratici: sia lusingandoli e addomesticandoli per via di attenzioni individuali (siamo arrivati già alle nomine senatoriali) sia quando si tratti di uomini personalmente disinteressati, come Turati e Bissolati, conquistandoli con riforme le quali non intacchino seriamente gli interessi economici e politici dei gruppi dominanti nel governo.

16 [ ] Giolitti migliorò o peggiorò i costumi elettorali in Italia? La risposta non è dubbia per chi voglia giudicare senza le traveggole dell amicizia. Li trovò e li lasciò nell Italia settentrionale quali si andavano via via migliorando. Li trovò cattivi e li lasciò peggiori nell Italia meridionale." G. SALVEMINI, Il ministro della malavita e altri scritti sull Italia giolittiana, Feltrinelli, Milano, "Giolitti affermò che le questioni sociali erano ora più importanti di quelle politiche e che sarebbero state esse in avvenire a differenziare i vari gruppi politici gli uni dagli altri. [ ] Egli avanzò pure la teoria del tutto nuova che i sindacati dovevano essere benvenuti come una valvola di sicurezza contro le agitazioni sociali in quanto le forze organizzate erano meno pericolose di quelle disorganizzate." D. MACK SMITH, Storia d Italia da 1861 al 1958, Laterza, Bari, "La politica giolittiana, soprattutto dal 1900 in poi, appare tutta costruita sulla richiesta della collaborazione governativa con il partito della classe operaia e con i suoi uomini più rappresentativi. [ ] Assurdo pretendere che Giovanni Giolitti, uomo politico uscito dalla vecchia classe dirigente borghese e conservatrice, fosse l araldo del rinnovamento della società italiana; non si può però negare che tra gli uomini politici della sua epoca egli appaia oggi quello che più degli altri aveva compreso qual era la direzione in cui la società italiana avrebbe dovuto muoversi per uscire dai contrasti del suo tempo." P. TOGLIATTI, Momenti della storia d Italia, Editori Riuniti, Roma, "Da buon politico egli [Giolitti] aveva avvertito che i tempi erano ormai maturi perché si addivenisse a una convivenza nella tolleranza con la Chiesa di Roma, aveva compreso che l anticlericalismo era ormai una inutile frangia che si portavano i governi [ ]. Quando egli passò a realizzare la politica delle due parallele [Stato e Chiesa autonomi nei loro ambiti] nello stesso tempo denunciò, di fatto, la fine di un certo tipo di anticlericalismo, provocò lo svuotamento di tutte le illusioni che la monarchia a Roma avrebbe ucciso il papato, che il liberalismo avrebbe dovuto disintegrare il cattolicesimo." G. DE ROSA, La crisi dello stato liberale in Italia, Studium, Roma, AMBITO TECNICO-SCIENTIFICO ARGOMENTO: "L'acqua, risorsa e fonte di vita" DOCUMENTI H²O UNA BIOGRAFIA DELL'ACQUA: H²O è l'unica formula chimica che tutti conoscono. Ed è giusto che sia così: l'acqua non è solo la sostanza più diffusa sulla terra, ma è la condizione necessaria, la fonte, la matrice della vita. In tutti gli antichi miti della creazione, in principio era l'acqua: nella Bibbia "lo spirito di Dio aleggiava sulle acque"; nel Regveda, tutto "era acqua indistinta". Quando la spogliamo dei suoi abbellimenti simbolici, della sua associazione con la purezza, l'anima, la maternità, la vita e la giovinezza; anche quando la riduciamo ad un fenomeno da laboratorio, chimico o geologico che sia, l'acqua continua ad affascinarci. Molecola a prima vista molto semplice, nondimeno l'acqua lancia alla scienza sfide sempre difficili." Ph. BALL, H²O una biografia dell'acqua, Rizzoli 2000 USI E SPRECHI: "Destino veramente strano quello dell'acqua: se un essere umano ne è privato solo per pochi giorni, muore. Se una zona attraversa un lungo periodo di siccità, migliaia o addirittura milioni di persone muoiono di fame. Senza di essa, niente può vivere, crescere, produrre. E tutto questo si riflette nelle idee che ci facciamo sull'acqua e nella sacralità che spesso ancora la circonda. Allo stesso tempo, però, l'acqua è sprecata, sporcata, ignorata e dimenticata forse più di qualunque altra risorsa naturale." M. FONTANA, L'acqua, natura, uso, consumo, inquinamento e sprechi, Editori riuniti, 1984 ACQUA, FONTE DI SICUREZZA ALIMENTARE: " Affinché vi sia cibo occorre che vi sia acqua. E' quindi fondamentale investire per garantire la disponibilità e l'uso efficiente delle risorse idriche, in un indispensabile contesto di salvaguardia ambientale. Acqua e cibo rappresentano il motore di quello sviluppo autosostenibile cui tutti dobbiamo dare priorità assoluta." Introduzione a "Celebrazioni Ufficiali Italiane per la Giornata Mondiale dell'alimentazione 2002" da parte del presidente del Consiglio dei Ministri PROSPETTIVE FUTURE: "La società contemporanea si è abituata all'idea che risorse essenziali per la vita e per le attività economiche e produttive, come l'acqua, siano inesauribili, a portata di mano, sempre disponibili. Non tutti sanno, tuttavia, che questa fondamentale risorsa è limitata e, in alcune situazioni, comincia anche a scarseggiare. Occorre, quindi, migliorare la conoscenza e la tutela dell'acqua come elemento fondamentale esistente in natura e dell'acqua come risorsa per lo sviluppo, necessaria per la vita, per la salute, per le città e per le campagne, e in particolare per l'agricoltura e per una sana alimentazione... In futuro? è ormai evidente? l'acqua diventerà sempre più un bene prezioso ed insostituibile, anche raro. Le difficoltà di approvvigionamento, il declino della qualità, la penuria, il consumo disattento, gli

17 sprechi dell'acqua sono già motivo di preoccupazione L'acqua non dovrà essere un fattore di incertezza o, nel caso delle catastrofi, minaccia per la popolazione del mondo, anche nei luoghi dove il clima favorevole, le piogge, l'innevamento, l'alternarsi delle stagioni l'hanno resa abbondante." Atti della Giornata mondiale per l'alimentazione 2002 È L'ANNO DELLA VITA: "E' certamente una coincidenza che il 2003, atteso da tempo per celebrare i cinquant'anni dalla scoperta della struttura a doppia elica del Dna, sia stato dedicato anche all'acqua. L'accostamento non poteva essere, comunque, più pertinente. Il Dna è, soprattutto nell'immaginario collettivo, il simbolo biologico della vita, ed è un luogo non meno comune che l'acqua è una condizione indispensabile per la vita. Nonché un ambiente che offre straordinarie opportunità evolutive. Con conseguenze non sempre benefiche per l'uomo: nel passaggio a una civiltà più sedentaria l'acqua ha infatti cominciato a rappresentare un grave rischio di morte per l'umanità, veicolando gli agenti di malattie come il tifo e il colera o favorendo lo sviluppo di artropodi in grado di trasmettere virus, o parassiti come la malaria. Il rapporto fra acqua e vita è stato intuito da molti miti della creazione, in particolare presso quelle civiltà che si svilupparono sulle sponde dei grandi fiumi e fatto proprio addirittura dal primo filosofo naturalista, Talete." G. CORBELLINI, Una molecola nell'oceano, in IL SOLE 24 ORE, 5 gennaio 2003 "La molecola è sempre H2O ma in molte parti del mondo è marrone, sporca di fango e portatrice di funghi e batteri e quindi di malattie e di morte: Oppure è assente del tutto. Per l'organizzazione mondiale della Sanità la situazione peggiora: nel 2025 l'oro blu potrebbe essere insufficiente per due persone su tre. Urgono nuovi accordi internazionali. L'acqua è un problema globale, ma a differenza del riscaldamento del clima, è affrontabile su scala locale. Lo stress idrico è, per esempio, spesso causato da sprechi locali: in primo luogo dalle inefficienze in agricoltura (attività per la quale utilizziamo il 70% dell'acqua), ma anche da semplici, stupide perdite delle tubature o contaminazioni evitabili Ma ciò che in Italia è un problema, in Bangla Desh può diventare un dramma. Fino a una trentina di anni fa, tutti bevevano acqua contaminata dalle fognature. Ascoltando i geologi, però, si scopre che basterebbe scavare i pozzi a una profondità di 80 metri, anziché di 50 circa per eliminare il problema alle radici nel 99% dei casi." M. MERZAGORA, Un patto sul colore dell'acqua, in IL SOLE 24 ORE, 5 gennaio 2003 L'EMERGENZA IDRICA E LA STIMOLAZIONE DELLA PIOGGIA: "L'agricoltura italiana può contare sempre meno sulle piogge Una situazione che provocherà pesanti ripercussioni economiche se si considera che più del 50% del valore lordo della produzione agricola italiana dipende dall'irrigazione e che i due terzi del valore delle esportazioni è costituito da prodotti che provengono da territori irrigati. Alla stimolazione delle piogge si lavora nei Paesi più avanzati al mondo, come gli Stati Uniti, e in nazioni, come Israele, che hanno adottato la tecnologia italiana e si avvalgono della consulenza dei nostri esperti. Non solo. Il convegno dell'organizzazione meteorologica mondiale ha riaffermato, lo scorso anno a Ginevra, il grande interesse per la stimolazione della pioggia riprendendo l'indicazione data dalla Conferenza di Rio de Janeiro che cita questa tecnologia quale sistema di lotta alla desertificazione della terra. Cos'è la stimolazione della pioggia? La tecnologia messa a punto da un'associazione italiana riproduce in sostanza il processo naturale di formazione delle precipitazioni. Ci si avvale di piccoli aerei che volano alla base dei sistemi nuvolosi, rilasciando microscopiche particelle di ioduro di argento in grado di accelerare il processo di condensazione trasformando il vapore in pioggia che cade al suolo." AGRICOLTURA, marzo/aprile 2002 TIPOLOGIA C: TEMA DI ARGOMENTO STORICO. Delinea i caratteri fondamentali del conflitto che permettono di definire, nella storiografia e nella memoria collettiva, la prima guerra mondiale come Grande guerra, facendo riferimento all allargamento dei fronti, alla mobilitazione generale, all impiego di nuove armi, al bilancio dei morti. TIPOLOGIA D - TEMA DI ORDINE GENERALE- «Nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per quindici minuti». Il candidato, prendendo spunto da questa previsione di Andy Warhol, analizzi il valore assegnato alla fama (effimera o meno) nella società odierna e rifletta sul concetto di fama proposto dall industria televisiva (Reality e Talent show) o diffuso dai social media (Twitter, Facebook, YouTube, Weblog, ecc.). Durata massima della prova: 6 ore. È consentito soltanto l uso del dizionario italiano. Non è consentito lasciare l Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.

18 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ufficio Regionale per il Lazio Istituto Tecnico Commerciale e Geometri Paolo Toscanelli Simulazione Seconda Prova Anno scolastico 2014/15 Classe V E iter Materie coinvolte: LINGUA STRANIERA: Inglese CANDIDATO/A: Votazione: Votazione:../15 DURATA DELLA PROVA SEI ORE. E consentito l uso del dizionario monolingue.

19 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca SIMULAZIONE SECONDA PROVA SCRITTA ESAME DI STATO 2014/2015 Tema di: LINGUA STRANIERA LINGUA INGLESE (comprensione e produzione in lingua straniera) London 2012 was supposed to be the austerity Olympics. In the wake of the Beijing spectacular of 2008 a consensus had emerged that the architectural bubble had burst. The seductive complexity of the Bird s Nest stadium, the massed ranks of drummers and fake fireworks, and the closure of Beijing s industrial plants to ameliorate the city s notorious counterpane of brown smog led to the kind of spectacular possible only under an authoritarian regime with plentiful cheap labour and a booming economy. Everything that followed, it was agreed, would have to be more modest in its ambition, more unassuming in its architecture, more about the legacy than the fleeting spectacular. London s Olympics was going to be the greenest ever. But then a nervousness crept in, about being seen as cheap. The cost of staging the Games exploded from an initial estimate of 3bn to the current 9bn. London s original plan featured a single piece of spectacular starchitecture, the expressionistic aquatics centre by Zaha Hadid. This was undeniably a building that London demanded, as the city had barely any modern swimming facilities. There was also to be an economy stadium, a controversial horse course in Greenwich Park and a smattering of demountable boxes. In the event, the stadium cost more than half a billion, the equestrian events centre will cost an astonishing 42m and leave nothing at all in its wake (except a churned-up park) and there is, of course, the execrable ArcelorMittal Orbit, the biggest, ugliest work of public art the city has ever seen.... A look at the centrepieces, the stadia and the sports infrastructure helps us to understand what the city might inherit for its 9.3bn investment. The aquatics centre remains the most impressive structure.... The idea that this should become a municipal pool for a poor east London borough does inspire, and this is a facility that a city starved of Olympic-standard pools genuinely needs. It is a thing worth having. Perhaps the same cannot be said about the Olympic stadium itself. Billed as a cheap and cheerful work of pure engineering by stadium specialist architects Populous, this is a fine, functional stadium for a city that doesn t need it. At more than half a billion pounds it seems a shocking waste of money in a city littered with high-tech, highcapacity stadia.... The biggest surprise is the 93m velodrome. Like the pool, this is a building type London has lacked and the new creation by Hopkins Architects is a superb vessel.... This was a Games sold on its legacy and the critical question is exactly what legacy it will leave. Football clubs bickered over the unneeded stadium but it now looks like it will remain in sorely underused athletics mode at huge public expense. The aquatics centre will be the most expensive-to- maintain municipal pool in this or perhaps any other city. The argument for London s taxpayers was that this was a desired development made possible by, or at least accelerated by the Olympics: such resources would never have been marshalled otherwise. But, actually, what London has got is a huge park strewn with enormous chunks of blankly impenetrable structure. It seems odd for an architecture critic to complain of too much architecture but at a moment when buildings and facilities of real community engagement from libraries to sport fields are being closed, the question needs to be

20 asked whether this huge expenditure can be justified for a few brief moments of national pride. The detritus of recent Games, Beijing and Athens in particular, presents a forbidding wasteland. Nothing looks emptier than the rusting desolation of an abandoned fun park. If there is to be a worthwhile legacy of London s Olympics, the sporting architecture will not be it. (Adapted from Legacy or lunacy? by Edwin Heathcote, January 20, 2012, THE FINANCIAL TIMES LTD 2012, Printed from: e1-8fcd-00144feab49a.html). Comprehension Answer the following questions: 1. How was the London 2012 Olympic Games supposed to be different from the Beijing one? 2. Why was it widely believed that the architectural bubble had burst? 3. What do you think the expression more about the legacy than the fleeting spectacular means? 4. Why did the London Olympics organizers become nervous? 5. By how much has the initial cost increased? 6. What is meant by a piece of spectacular starchitecture? 7. In the author s opinion, what is wrong with the stadium and the aquatics centre? 8. Why is the author complaining about too much architecture? Summarize the content of the article in about 150 words. Composition: Comment on the title of the article and express your views on the topic. Why do you think the Olympic Games appeals to people so much? What do you think it represents today? Write a 300-word essay. Durata massima della prova: 6 ore. consentito soltanto l uso dei dizionari monolingue e bilingue. Non consentito lasciare l Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.

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