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1 Rapporto alla Divisione dell'azione sociale e delle Famiglie (DSS) del Cantone Ticino Analisi della domanda e dell'offerta nelle strutture d'accoglienza della prima infanzia in Ticino Marzo 2011 Nora Dasoki, Responsable de recherche Dr Jean-Marie Le Goff, Maître d enseignement et de recherche Francesco Giudici, Assistant de recherche Laboratoire d étude des parcours de vie Institut d études des sciences sociales Université de Lausanne La ricerca è ottenibile presso l Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani, Via Henri Guisan 3, 6501 Bellinzona, tel indirizzo dss-ufag@ti.ch

2 INTRODUZIONE Resoconto della situazione attuale Ostacoli metodologici e modelli teorici Ostacoli metodologici Un metodo pragmatico che valorizza le fonti e i dati esistenti Stima della domanda Il modello d osservazione Indicatori Fattori socio demografici Ripartizione territoriale delle economie domestiche con bambini di 0-3 anni Popolazione di bambini di 0-3 anni dal Attività professionale dei genitori Offerta Orari e giorni d apertura Rapporto tra posti a disposizione e utenza potenziale Utilizzazione dell offerta Nidi dell infanzia Famiglie diurne Tre scenari possibili: posti autorizzati da creare Numero di posti da creare sulla base dell indicatore di Berna Numero di posti da creare sulla base dell indicatore dell UNICEF Numero di posti da creare sulla base dell indicatore di Lisbona

3 2. Tre strumenti di valutazione della domanda e dell offerta: tre livelli di complessità Armonizzazione, liste d attesa e raccolta sistematica Osservatorio della prima infanzia Integrazione di un ufficio d osservazione competente e di un sistema informatico di gestione della domanda e dell offerta La posizione dei professionisti dei nidi dell infanzia e delle famiglie diurne Conclusioni Bibliografia Allegati

4 INTRODUZIONE Se durante la maggior parte del XX secolo l affidamento dei bambini al di fuori del nucleo famigliare è stato criticato in molti paesi europei (Donzelot, 1977), dagli anni Ottanta ciò è diventato oggetto d interesse della politica sociale e familiare pure in Svizzera (Dafflon, 2003). Tra i diversi attori sociali all origine di questa crescente domanda troviamo in primo luogo le famiglie. In effetti, l affido esterno è considerato dalle madri e dalle coppie di genitori di bambini piccoli un opportunità per una migliore conciliazione tra vita famigliare e professionale. D altro canto lo sviluppo dell esternalizzazione della custodia contribuisce a incrementare l uguaglianza tra uomo e donna. Le imprese e i datori di lavoro sono pure interessati allo sviluppo di nuove infrastrutture al fine di fidelizzare la manodopera femminile qualificata delle proprie imprese quando queste mettono al mondo un bambino. In ultimo, nei paesi a tradizione natalista gli autori delle politiche sociali ( policy makers ) vedono nella custodia di bambini esterna al nucleo famigliare la possibilità di offrire alle donne una migliore conciliazione tra vita familiare e professionale e in questo modo incrementare la natalità. Nel presente rapporto, l interesse porta principalmente su una valutazione della domanda e dell offerta nei posti d accoglienza della prima infanzia nella Svizzera italiana, ed è commissionato dalla Divisione dell Azione sociale e delle Famiglie del Cantone Ticino. Si tratta in primo luogo di riunire il materiale, in particolare dati quantitativi esistenti, in vista di realizzare una prima valutazione della relazione tra domanda e offerta. Questa è accompagnata dalla realizzazione di tre scenari che mirano a stimare il numero di posti nei nidi necessari per raggiungere diversi obiettivi politici, come per esempio quello di stabilire che il 33% di bambini con meno di tre anni sia affidato a una struttura d accoglienza esterna, come definito dai 27 paesi della Comunità Europea nel trattato di Lisbona. Oltre al materiale statistico già esistente, abbiamo sottoposto a tutti i nidi dell infanzia esistenti in Ticino un questionario che ci ha permesso di precisare alcuni punti. Sono state inoltre consultate le tre associazioni di famiglie diurne esistenti nel territorio, le quali ci hanno gentilmente fornito dei dati riguardanti le loro attività. Abbiamo inoltre voluto proporre degli strumenti che permetteranno di affinare l analisi dell offerta e della domanda sul territorio. Per definire queste proposte, abbiamo consultato diversi uffici di ricerca e ricercatori specializzati nello studio della prima infanzia in altri cantoni svizzeri. Infine, abbiamo organizzato un focus group che ha riunito i professionisti ticinesi nel campo della prima infanzia, 4

5 durante il quale molte delle persone presenti hanno avuto modo di esprimere il loro interesse nel disporre d informazioni dettagliate, armonizzate e centralizzate concernenti l offerta e la domanda dei posti d accoglienza in Ticino. 5

6 1. Resoconto della situazione attuale 1.1 Ostacoli metodologici e modelli teorici In questa sezione, descriviamo la metodologia utilizzata per l analisi dell offerta e della domanda di posti d accoglienza. Descriviamo quindi gli strumenti, i dati che abbiamo mobilizzato e gli ostacoli concettuali e pratici incontrati Ostacoli metodologici Un modo semplice e sovente utilizzato per misurare la relazione tra domanda e offerta negli istituti d accoglienza della prima infanzia è di dedurre la domanda potenziale attraverso due principali caratteristiche socio-demografiche: la natalità e l evoluzione delle classi d età dei bambini di 0-3 anni 1. Questi dati sono in seguito confrontati con i posti disponibili per tipo di custodia per calcolarne l eventuale ulteriore bisogno (Crozat, 2008) 2. Questo metodo però non tiene conto da una parte degli spostamenti della popolazione (saldo migratorio e genitori frontalieri) e dall altro dei cambiamenti sociali all opera da già diversi anni che hanno portato a un evoluzione dei comportamenti in materia di custodia infantile, come l incremento del lavoro a tempo parziale, l aumento della proporzione di donne attive, l allungamento del tragitto casa lavoro (Crozat, 2008) e la crescente necessità di far socializzare il bambino fin da subito al di fuori dell ambito famigliare (OPEG, 2001). Tener conto di questi elementi porterebbe probabilmente a una migliore comprensione della natura molto differenziata della domanda e permetterebbe a sua volta di dare delle risposte più adeguate e complesse riguardanti le nuove necessità della popolazione (OPEG, 2001). Malgrado parte di queste informazioni siano ancora mancanti al fine di poter avere una visione più complessa e completa della realtà, abbiamo fatto ricorso a indicatori provenienti da molteplici studi 3 e al modello Imaje 4 che abbiamo riadattato agli scopi della nostra ricerca e che approfondiremo nel capitolo Nel presente rapporto quando indichiamo «bambini 0-3 anni» intendiamo bambini da zero anni fino al compimento del quarto anno. 2 In Francia la Caisse nationale des allocations familiales (CNAF) ha commissionato lo studio ad un gruppo di lavoro composto da ricercatori e consiglieri tecnici. Crozat D., Imaje, Des indicateurs de mesure de l accueil des jeunes enfants, Recherches et prévision, no 80, juin 2008, pp Observatoire de la petite enfance, La petite enfance en ville de Genève: indicateurs et tendances, Délégation à la petite enfance, 2001/1998/ Crozat D., Imaje, Des indicateurs de mesure de l accueil des jeunes enfants, Recherches et prévision, no 80, juin

7 A livello pratico siamo stati confrontati ad altri ostacoli riguardanti i dati per stimare la relazione tra domanda e offerta come: la mancanza di dati relativi alla domanda: i nidi dell infanzia e le associazioni delle famiglie diurne non censiscono sistematicamente e in maniera completa le domande che i genitori fanno per un posto libero nelle strutture d accoglienza; l inaccessibilità ai dati dell inchiesta RIFOS (Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera) che avrebbero fornito indicazioni utili sulle differenti strategie dei genitori in materia di custodia dei bambini; l assenza di dati relativi ai nidi precedenti al 2008; la mancanza di un uniformazione nella catalogazione dei dati da parte delle strutture d accoglienza. La lacuna più grande a seguito di queste mancanze è dunque l assenza di dati concernenti la domanda Un metodo pragmatico che valorizza le fonti e i dati esistenti Per sormontare questi ostacoli concettuali e pratici, ci siamo basati sugli indicatori di molteplici studi 5, abbiamo cercato un modello d analisi che ci permettesse di utilizzare i dati esistenti e abbiamo creato un questionario diretto ai direttori dei nidi dell infanzia al fine di ricavare alcuni elementi chiave per le analisi. Le fonti utilizzate sono le seguenti: l inchiesta ESPOP del 2008; il censimento federale della popolazione del 2000; i dati concernenti i nidi e le famiglie diurne raccolti dall Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani tra il 2008 e il 2010; 5 Daniel Crozat, Accueil des jeunes enfants: entre quantité et qualité, Carnets de Santé, novembre 2009: SRED, L enseignement à Genève: indicateurs clés du système genevois d enseignement et de formation, Département de l instruction publique, Edition 2007/2009. Office fédéral de la statistique OFS, Modèles d activité dans les couples, partage des tâches et garde des enfants. Quelques éléments de la conciliation entre vie familiale et vie professionnelle : la Suisse en comparaison internationale. Actualités OFS, Neuchâtel, septembre Observatoire de la petite enfance, La petite enfance en ville de Genève : Contexte et indicateurs par cartier, Edition 2007, Edition Délégation à la petite enfance, Décembre Isabelle Kovacs, Education de la petite enfance en Suisse romande: Étude de base visant à lancer durablement ce thème dans la société, la classe politique et la science, Université de Fribourg, Commission suisse pour l UNESCO, Octobre Muriel Pecorini, Odile Le Roy-Zen Ruffinnen, Groupe de recherche sur la petite enfance, Garde et éducation de la petite enfance dans le Canton de Genève: Etat des lieux de l offre et de la demande de places d accueil pour les 0-3 ans en 2001, Service de la recherche en éducation, Département de l instruction publique, République et Canton de Genève, Juin Muriel Pecorini, Odile Le Roy-Zen Ruffinnen, Besoins de garde de la petite enfance: Enquête auprès des familles ayant des jeunes enfants, Canton de Genève 2002, SRED Octobre

8 i dati fornitici dalle tre associazioni delle famiglie diurne (Sopraceneri, Luganese e Mendrisiotto); le testimonianze fatte durante il focus group al quale hanno partecipato alcune direttrici dei nidi dell infanzia, alcuni membri dell ATAN (Associazione Ticinese Asili Nido) e la responsabile delle Famiglie diurne Luganese; 6 i dati raccolti grazie al questionario rivolto ai direttori dei nidi dell infanzia; il colloquio con Muriel Pecorini, Collaboratrice scientifica del Service de la recherche en éducation (SRED), Département de l instruction publique, Cantone di Ginevra; il colloquio con Anne Seiler-Tuyns, responsable du Bureau d Information aux Parents, Jean-Claude Seiler, chef du Service de la petite enfance, e Claude Thüler, Adjointe Pédagogique au service de la petite enfance della Città di Losanna; il colloquio con Giuliano Bonoli, Professore all Institut de hautes études en administration publique, Swiss Graduate School of Public Administration. Per la raccolta dei dati riguardanti le famiglie diurne, ci siamo rivolti direttamente alle tre associazioni regionali (Sopraceneri, Luganese e Mendrisiotto) le quali ci hanno fornito le loro statistiche e censimenti. I dati fornitici erano molti e abbiamo riscontrato una grande difficoltà per poterli armonizzare e analizzare, poiché ogni associazione ha un metodo di raccolta dati diverso. In generale siamo in possesso d informazioni complete relative al numero delle famiglie diurne e dei bambini affidati, alle date di nascita e al loro domicilio. Per armonizzare questi dati e poter fare dei confronti abbiamo eseguito delle stime 7. Il focus group è servito come strumento d analisi qualitativa per interpretare e confermare alcuni risultati e per conoscere meglio il contesto nel quale questi s inseriscono. Qualche estratto della riunione sarà utilizzato in questo rapporto. I partecipanti sono stati scelti in base alla rappresentatività del loro nido dell infanzia. 8 Per quanto riguarda i nidi dell infanzia, l Ufficio del sostegno a enti attività per le famiglie e i giovani (UFaG) ci ha fornito dati esaustivi per gli anni 2008 e 2009 sui nidi dell infanzia. Per completare questi dati e per avere delle informazioni concernenti il 6 Direttrici nidi dell infanzia: Lucia Bulloni Dagani, Asili nidi comunali Lugano; Suor Marina Di Marzio, Centro Infanzia Arnaboldi; Anna Teggi, Il Delfino e La casa di Pinocchio; Jacqueline Ribi-Favero e Luigi Piogia, Associazione Ticinese Asili Nido (ATAN); Anna Brugnoli, responsabile Associazione luganese Famiglie Diurne. 7 Il calcolo fatto per stimare il totale di bambini affidati in un anno nel Luganese verrà specificato nel sottocapitolo Famiglie Diurne per il tasso di frequentazione (Grafico 26). 8 Un nido aziendale, uno comunale, uno religioso, uno con un numero medio e uno con numero elevato di posti autorizzati. 8

9 primo semestre del , abbiamo sottoposto i direttori dei nidi dell infanzia (sovvenzionati e no 10 ) a un questionario 11. Le domande riguardavano i seguenti 3 punti: caratteristiche del nido: ore e giorni d apertura, numero e tipo di personale, posti disponibili secondo le fasce d età; frequentazione: il numero di bambini, l anno di nascita, il tasso di frequenza, il flusso di entrate e uscite; caratteristiche concernenti la domanda: residenza dei bambini, luogo di lavoro dei genitori, liste d attesa. Alcune domande chiedevano di prendere in considerazione gli ultimi sei mesi dalla ricezione del questionario (dall 1 gennaio fino al 30 giugno) 12 mentre altre una settimana trascorsa da poco tempo dalla ricezione (dal 7 all 11 giugno) 13 : questo è stato fatto per agevolare alle direttrici la compilazione del questionario. I nidi dell infanzia che hanno risposto al questionario in modo completo o parziale sono stati 36 su 46, ossia il 78% dell insieme dei nidi presenti sul territorio. Le risposte date concernenti le caratteristiche dei nidi e la frequentazione erano maggiori e più complete rispetto a quelle relative alla domanda. Lo scopo di quest ultime era quello di avere delle informazioni relative alla domanda soddisfatta e non soddisfatta attraverso i nidi dell infanzia, ma la maggior parte di questi ultimi non è riuscita a rispondere in modo completo. Sarebbe sicuramente più efficace rivolgersi direttamente ai genitori per investigare questi aspetti. Infine, abbiamo pure consultato le persone responsabili nelle città di Ginevra e di Losanna, della gestione e dell analisi della domanda e dell offerta. Per la città di Ginevra abbiamo incontrato Muriel Pecorini, che insieme al Gruppo di ricerca sulla prima infanzia, si occupa da diversi anni di condurre delle analisi annuali sulla domanda e l offerta delle strutture d accoglienza per i bambini di 0-3 anni. Particolarmente preziosi sono stati i rapporti d analisi sulla prima infanzia i quali contenevano gli indicatori sui quali ci siamo basati per le nostre analisi. L incontro è stato utile anche per approfondire 9 1 gennaio-30 giugno Il Cantone, tramite l Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani, sostiene economicamente attraverso dei sussidi, i nidi dell infanzia conformi alla Legge sul sostegno alle attività delle famiglie e di protezione dei minorenni (15 settembre 2003). Vedi bibliografia. 11 Vedi allegato Si tratta delle domande riguardanti il numero di bambini accolti e il numero di bambini partiti secondo i vari anni di nascita, il numero di bambini rifiutati dal nido secondo il motivo. 13 Le domande riguardanti i bambini ospiti per anno di nascita, i bambini accolti secondo le percentuali di frequenza, la prossimità al nido dell infanzia della residenza dei bambini accolti e il luogo di lavoro dei genitori, i posti disponibili secondo le fasce d età. 9

10 le problematiche che pone una ricerca di questo tipo e le soluzioni per affrontarle. L incontro con la responsabile del Bureau d Information aux Parents di Losanna Anne Seiler-Tuyns, Jean-Claude Seiler e i loro collaboratori, ci ha permesso di conoscere un sistema di gestione e di analisi delle strutture della prima infanzia complesso ed efficace che proporremo come esempio di strumento per il Cantone Ticino nel capitolo 2.3. Inizialmente si era pure previsto di realizzare una decina d interviste esplorative presso gli utilizzatori di una o l altra forma d accoglienza come pure a dei genitori iscritti sulle liste d attesa riguardanti i loro bisogni e soddisfazioni. Quest idea è stata in seguito abbandonata, perché si preferiva piuttosto concentrarsi sui dati quantitativi Stima della domanda Per rimediare alla mancanza delle liste d attesa (attualmente non recensite in maniera sistematica e completa dai nidi dell infanzia in Ticino) e nell impossibilità di stimare il bisogno di posti secondo la regione, abbiamo dapprima inserito nel questionario destinato ai direttori dei nidi dell infanzia una domanda sul numero di bambini che i nidi hanno dovuto rifiutare negli ultimi sei mesi secondo diversi criteri (mancanza di posti disponibili, età del bambino, inadeguatezza tra orari richiesti e quelli proposti o altro). Questa domanda ci ha fornito un idea indicativa dei nidi che non hanno bambini in lista d attesa e quelli che invece hanno dovuto rifiutare l accoglienza a dei bambini 14. In secondo luogo, al fine di valutare il reale bisogno ci siamo interessati alla ricerca di indicatori e di modelli d analisi e osservazione alternativi. Come detto precedentemente, ci siamo rivolti, a questo proposito, alle Città di Losanna e Ginevra al fine di osservare com è gestita la raccolta di dati relativi alla domanda, per vedere quali modelli d analisi e quali indicatori sono stati utilizzati. In entrambi i casi, l interesse verso una migliore gestione dell offerta e della domanda, è nato all inizio degli anni novanta e da allora si sono susseguiti diversi metodi d organizzazione e di ricerca, adattati e migliorati nel tempo fino a giungere attualmente a una centralizzazione della domanda; metodo che per il momento è il più efficace in Svizzera 15 e che tratteremo in maniera più approfondita nel capitolo Vedi Grafico 20, capitolo Nidi dell infanzia. 15 Da noi analizzate sono la città di Losanna, di Ginevra e di Zurigo. 10

11 Le analisi dei sistemi in atto nelle Città di Losanna e Ginevra ci hanno permesso di stabilire che per definire un tasso di copertura del bisogno il più realistico possibile, è fondamentale avere l indicatore della domanda (che non disponiamo), ma abbiamo pure potuto trarre da queste ricerche alcuni indicatori utili per l analisi della domanda e dell offerta delle forme di custodia 16. Questo contribuirebbe alla creazione di uno strumento allo stesso tempo di analisi e di gestione Modello d osservazione Il modello originale sul quale ci siamo basati e che abbiamo rivisto secondo i nostri bisogni è quello presentato da Daniel Crozat e creato dal gruppo di lavoro Imaje 17. Lo strumento che presentiamo propone di illustrare il modo in cui l offerta e la domanda di posti in strutture d accoglienza s incontrano sul terreno a partire dai dati già esistenti. L apporto di questo modello è di definire degli «indicatori di tensione» i quali informano sui comportamenti e le scelte degli attori della prima infanzia: genitori, professionisti, istituzioni, ecc. Questi indicatori reagiscono, più o meno velocemente e con intensità diverse, all evoluzione della situazione. In se stesso il modello non è sufficiente per analizzare il contesto, ma è pensato come uno strumento per fare una diagnosi delle politiche della prima infanzia (Crozat, 2008). Lo schema seguente riassume le componenti principali di questo strumento. 16 Nell allegato 3 la lista degli indicatori utilizzati dall Observatoire de la petite enfance di Ginevra dai quali abbiamo tratto liberamente spunto per la nostra ricerca. 17 Crozat D., ibidem. 11

12 Figura 1 Modello Imaje Questo modello si suddivide in due grandi parti: l osservazione basata su degli indicatori di tensione tra la domanda e l offerta e la decisione influenzata dalle variabili d aggiustamento. Il tutto è suddiviso in quattro poli: l offerta: la distribuzione delle strutture d accoglienza e le loro caratteristiche sul territorio; il pubblico: i fattori socio-demografici che partecipano a influenzare la potenziale domanda; l utilizzo dell offerta: come l offerta è utilizzata dalle famiglie; i poteri decisionali pubblici: le scelte prese in ambito politico riguardanti le politiche familiari e la gestione dell offerta. 12

13 La nostra rilettura del modello Imaje è un estrapolazione della parte superiore dello schema (il triangolo relativo all osservazione) che abbiamo adattato al contesto nel quale s inserisce la ricerca. Figura 2 Modello Imaje rivisto 18 La nostra rivisitazione, riassunta nella Figura 2, dà una particolare attenzione ai tre elementi seguenti proposti nel modello Imaje. Fanno parte del contesto socio demografico, corrispondente al pubblico, alcuni indicatori come lo statuto di lavoro dei genitori (in funzione della tipologia della famiglia e del sesso dei genitori), il numero di bambini residenti di meno di 4 anni e la loro evoluzione nel tempo, la ripartizione territoriale delle economie domestiche con bambini di 0-3 anni, l evoluzione del saldo migratorio e della nazionalità dei bambini di 0-3 anni, ecc. Gli indicatori riguardanti l offerta sono la localizzazione geografica delle strutture d accoglienza, gli orari d apertura dei nidi dell infanzia, i giorni d apertura annuali e infine alcuni indicatori relativi al rapporto tra posti autorizzati e utenza potenziale (numero di bambini residenti di 0-3 anni). L ultimo elemento da esplorare è l utilizzo dell offerta, 18 Crozat D., Imaje, Des indicateurs de mesure de l accueil des jeunes enfants, Recherches et prévision, no 80, juin 2008, pp

14 che tra i vari indicatori comprende il numero di bambini frequentanti, il tasso di frequentazione secondo le fasce d età e le regioni, il tasso d occupazione, il rapporto tra personale educativo e bambini frequentanti, la relazione tra posti autorizzati e utenza reale, la distribuzione geografica dell offerta e della domanda e l evoluzione degli affidamenti. L insieme di questi indicatori sarà ripresa e descritta più avanti. Le strategie delle famiglie sono il risultato dell incontro tra le loro caratteristiche socio-demografiche e le caratteristiche dell offerta e danno luogo a compromessi tra attese educative e scelte costrette (reddito, orari, mancanza di posti, forma di custodia, ecc). Dall altro lato si situa la gestione dei professionisti delle strutture d accoglienza (gestione d elementi quali le norme d assunzione, l organizzazione, le tariffe, gli orari d apertura, ecc.). 14

15 1.2 Indicatori Fattori socio demografici La descrizione dei fattori socio demografici permette di esplorare le caratteristiche del territorio e della popolazione residente in Ticino potenzialmente interessata all offerta di nidi e famiglie diurne in materia di custodia infantile Ripartizione territoriale delle economie domestiche con bambini di 0-3 anni Grafico 1 Popolazione residente permanente del Ticino di 0-3 anni a fine 2009 secondo 5 regioni nel ,000 12, % 11,666 Numero di economie domestiche 10,000 8,000 6,000 4,000 2, % 5, % 15.6% 14.2% 2,087 1,820 1,655 8% Regione di Lugano Regione di Locarno e Valli Regione di Bellinzona Regione di Mendrisio Regione delle Tre Valli Cantone Ticino Regioni Fonte: ESPOP 2009 Il Grafico 1 mostra la distribuzione di bambini di età compresa tra gli 0 e i 3 anni per regione di residenza. Quasi il 50% dei bambini sono residenti nella regione di Lugano (5 175 bambini), segue la regione di Locarno e Vallemaggia con il 17.9% (2 087), quella di Bellinzona con il 15.6% (1 820), di Mendrisio con il 14.2% (1 655) e infine le Tre Valli con solo l 8% (929). Il totale dei bambini con meno di 4 anni presenti sul territorio ticinese nel 2009 è stato di Questo grafico suddiviso per regioni permette innanzitutto di stabilire che la domanda, in ragione del numero più elevato di 19 Gli indicatori presentati in questo capitolo sono liberamente tratti da quelli usati dall Observatoire de la petite enfance, del comune di Ginevra. 15

16 bambini, é più cospicua nelle concentrazioni urbane e non è proporzionale all ampiezza del territorio Popolazione di bambini di 0-3 anni dal 2000 Grafico 2 Evoluzione del numero di bambini di 0-3 anni residenti in Ticino '306 Numero bambini Anno Fonte: ESPOP Come mostra il Grafico 2 l evoluzione del numero di bambini da 0 a 3 anni residenti in Ticino dal 2000 al 2009 è relativamente stabile nel tempo, nonostante una leggera inflessione tra il 2000 e il Grafico 3 Evoluzione del numero di bambini di 0-3 anni secondo la regione e l'anno Numero bambini Luganese Locarnese e Vallem. Mendrisiotto Bellinzonese Tre Valli Anno Fonte: ESPOP 16

17 Tab. 1a: Evoluzione del numero di bambini di 0-3 anni secondo la regione e l anno Luganese Locarnese e Vallem. Mendrisiotto Bellinzonese Tre Valli Cantone Ticino Fonte: ESPOP Tab. 1b: Evoluzione del numero di bambini di 0-3 anni secondo la regione e l anno in percentuale Luganese Locarnese e Vallem. Mendrisiotto Bellinzonese Tre Valli Cantone Ticino % 19.6% 16.1% 14% 8.8% 100% % 18.7% 15.7% 15% 8.9% 100% % 17.8% 15.8% 15.4% 8.6% 100% % 17.9% 14.2% 15.6% 8% 100% Fonte: ESPOP Se suddividiamo l evoluzione del numero di bambini da 0 a 3 anni per le 5 regioni (Grafico 3) al fine di evidenziare eventuali effetti di compensazione tra le regioni, ci accorgiamo che il numero di bambini della regione di Lugano tende a un leggero aumento nel tempo, ma che nell insieme non assistiamo a delle grandi differenze nell evoluzione. L aumento nella regione di Lugano può essere interpretato come un incremento dell urbanizzazione nella regione del luganese di nuove famiglie con bambini piccoli. 17

18 Grafico 4 Fasce d'età nel 2000 e 2009 in Ticino 4,000 3,000 3'143 2'884 3'091 2'888 3'018 3'006 3'054 2'888 Numero bambini 2,000 1, mesi 1 anno 2 anni 3 anni Età Fonte: ESPOP Con il Grafico 4 ci siamo interessati a esplorare eventuali differenze tra le fasce d età in due periodi distinti: il 2000 e il Se nel 2000 tutte le fasce d età oltrepassavano la soglia dei bambini, nel 2009 il numero è leggermente al di sotto tranne che per i bambini di 2 anni. Al di là di questo dettaglio, nell insieme il grafico mostra come non vi è stata una grande evoluzione nel tempo tra le diverse fasce d età Attività professionale dei genitori Al fine di rendere attenti e quantificare i vari tipi di situazione professionale dei genitori con bambini con meno di tre anni, popolazione interessata dall offerta di posti in nidi dell infanzia o famiglie diurne, ci siamo interessati a due categorie: le famiglie composte di coppie di genitori eterosessuali (Grafico 5) e le famiglie monoparentali, in particolare le madri sole (Grafico 6). 18

19 Grafico 5 Economie domestiche con bambini da 0 a 3 anni secondo lo statuto di lavoro: coppie Uomo a T. pieno - Donna non attiva U. Tempo pieno - D.Tempo parziale U. Tempo pieno - D. Tempo pieno U. Tempo pieno - D. disoccupata U. Tempo parz. - D. Tempo parz. U. Tempo parz.- D. non attiva U. non attivo - D. non attiva Altro Tot : Fonte: Censimento Federale della Popolazione, 2000 Per quel che riguarda le famiglie composte di coppie, il Grafico 5 mostra una suddivisione in funzione del tempo di lavoro dei due genitori: il primo si riferisce all uomo e il secondo alla donna. Possiamo quindi costatare che quasi la metà delle coppie con figli con meno di 4 anni sono formate da un uomo attivo a tempo pieno e una donna che non esercita nessuna attività lavorativa. Una seconda configurazione, che rappresenta circa un quarto della popolazione totale di coppie con figli con meno di quattro anni, è caratterizzata dall uomo che lavora a tempo pieno e la donna a tempo parziale. La terza configurazione importante, ma in minoranza rispetto alle prime due, è quella dove entrambi i coniugi lavorano a tempo pieno. I dati si riferiscono all anno 2000, bisogna quindi tener conto del fatto che il tasso d occupazione attuale delle donne è cresciuto. 19

20 Grafico 6 Economie domestiche con bambini di 0-3 anni secondo lo statuto di lavoro: Donne Occ. senza ind., 8 Disoccupato, 71 Apprendistato, 2 Non attivo, 254 T. pieno, 145 Tot : 668 T. parz., 188 Fonte: Censimento Federale della Popolazione, 2000 Per quel che riguarda le economie domestiche monoparentali, il Grafico 6 illustra lo statuto lavorativo delle donne sole con bambini dagli 0 ai 3 anni a carico. Innanzitutto è necessario rilevare che le famiglie monoparentali sono un fenomeno prevalentemente femminile (668 donne contro 39 uomini). 20 Tra le famiglie monoparentali femminili, un terzo delle donne non sono attive e il tempo di lavoro più diffuso è il tempo parziale, mentre le madri con bambini con meno di 4 anni a carico che lavorano a tempo pieno sono solamente una minoranza. Per sostenere le famiglie con reddito insufficiente e bambini di età inferiore ai 3 anni il Cantone fornisce la prestazione assegno prima infanzia che copre il fabbisogno dell intera famiglia. 21 Al fine di cogliere delle differenze regionali abbiamo preso in considerazione la popolazione totale di uomini e donne, e non solo i genitori di bambini di 0-3 anni, e li abbiamo suddivisi in base al tasso d occupazione e alla regione (Grafico 7). 20 Per quest ultimi, non rappresentati nel Grafico 5, più dei tre quarti lavorano a tempo pieno, mentre le altre situazioni sono una minoranza. 21 Per ulteriori informazioni: 20

21 Grafico 7 Tasso d'occupazione (%) sul totale della popolazione secondo la regione: differenza tra uomini e donne 60% 50% 57.0% 55.0% 56.0% 56.0% 56.0% Percentuale% 40% 30% 20% 38.0% 36.0% 36.0% 37.0% 32.0% Uomini Occupati Donne Occupate 10% 0% Regione Luganese Regione Locarno e Valli Regione Mendrisiotto Regione Regione Bellinzonese Regione Tre Valli Fonte: Censimento Federale della Popolazione, 2000 Si può notare che nella regione di Lugano e Locarno la differenza tra uomini e donne è meno marcata rispetto, per esempio, alla regione Tre Valli. 21

22 Grafico 8 Percentuale di madri con bambini di 0-3 anni casalinghe: evoluzione Percentuale di casalinghe (%) Anno Fonte: RIFOS (trattamento dei dati fatto da Sandra Penic, Méthodologie, inégalités et changement social (MISC), Università di Losanna Ritornando alle madri dei bambini tra gli 0 e i 3 anni, nel grafico 8 si può notare che per l insieme del Cantone le madri casalinghe hanno subito una diminuzione del 5% dal 2000 al Nell evoluzione del tempo la tendenza è di una popolazione femminile sempre più attiva Offerta In questa sezione esporremo le caratteristiche legate all offerta di forme di custodia per bambini con meno di 4 anni per i nidi dell infanzia e per le famiglie diurne. 22

23 Grafico 9: Ripartizione territoriale dei Nidi dell infanzia e delle Famiglie Diurne Fonte: Dati Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani,

24 La carta geografica presenta la distribuzione dell offerta istituzionale sul territorio: in blu sono illustrati i luoghi dove abitano le famiglie diurne, mentre i nidi dell infanzia sono rappresentati in verde. La grandezza del punto e del triangolo è proporzionale ai posti messi a disposizione dall istituzione specializzata. La prima cosa che si può notare è una differenza tra il Sottoceneri e il Sopraceneri: i nidi dell infanzia, così come le famiglie diurne, sono maggiormente concentrati nelle zone urbane. Questo fa sì che nel Sottoceneri (zona più urbanizzata) siano concentrati un numero maggiore di famiglie diurne mentre nel Sopraceneri la distribuzione è più capillare ed estesa sul territorio. Queste differenze stanno anche nelle caratteristiche del territorio, più urbano e accessibile nel Sottoceneri e più montagnoso e composto da vallate nel Sopraceneri. Nidi dell infanzia La Tabella 2 mostra la ripartizione al dei nidi dell infanzia sul territorio. Tabella 2: Nidi dell infanzia secondo le regioni e le sovvenzioni nel 2009 Regione Nidi sovvenzionati Nidi NON sovvenzionati Totale Mendrisio Lugano Locarno Bellinzona Tre Valli Cantone Ticino Fonte: Dati Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani, Nel 2010 la regione di Bellinzona guadagna un nido e quella di Lugano ne perde uno. In effetti, il nido dell infanzia Happy Children di Massagno non è più nido a partire dal 30 settembre 2010 e il nido Casa dei Bambini di Bellinzona è stato autorizzato solo a partire da aprile Il numero totale per il Canton Ticino resta invariato. Siamo nell impossibilità di fare qualsiasi analisi sull evoluzione dei nidi dell infanzia in quanto non esistono dati precedenti il

25 Orari e giorni d apertura Grafico 10 Media giorni d'apertura nel Regione di Mendrisio Regione di Lugano Regione Tre Valli Regione di Bellinzona Regione di Locarno e Valli Cantone Ticino Fonte: Dati ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani, Il Grafico 10 rappresenta il numero di giorni d apertura medio nel 2009 per ogni regione. Locarno e Valli è la regione nella quale i nidi dell infanzia sono aperti al pubblico per il minor numero di giorni all anno sui 250 giorni lavorativi nel 2009, con La regione di Mendrisio si colloca al contrario al primo posto con giorni, seguita da quella di Lugano 232.8, Tre Valli con 229 giorni e infine la regione di Bellinzona con di apertura annuale. La media cantonale è di 223 giorni. 23 I dati concernono 40 nidi dell infanzia su 45. Sono esclusi i nidi non sovvenzionati dal Cantone. 25

26 Grafico 11 Media ore giornaliere d'apertura nel Ore Regione di Locarno e Valli Regione di Bellinzona Regione di Lugano Regione di Mendrisio Regione Tre Valli Cantone Ticino Regione Fonte: Questionario nidi dell infanzia, Il Grafico 11 mostra la media d ore d apertura giornaliera per regione nel primo semestre del L ordine non è mantenuto, addirittura è invertito se prendiamo l esempio di Locarno che ha il numero di giorni d apertura inferiore ma la media di ore giornaliere più elevata, seguito da Bellinzona, Lugano, Mendrisio e Tre Valli. In media i nidi rimangono aperti 11.3 ore al giorno in Ticino Rapporto tra posti a disposizione e utenza potenziale Nidi dell infanzia Per valutare una potenziale domanda di nidi ci siamo serviti principalmente di un indicatore che mette in rapporto il numero di posti autorizzati e la popolazione di età compresa tra gli 0 e i 3 anni presente sul territorio. Il tasso d attrezzatura ci informa sulla percentuale di posti autorizzati che coprono l insieme della popolazione di 0-3 anni. 24 I dati concernono 32 nidi dell infanzia su 46 in quanto il grafico si basa sulle informazioni date dai nidi che hanno risposto al questionario e non comprende i nidi non sovvenzionati dal Cantone. 26

27 Grafico 12 Tasso d attrezzatura (%) Posti autorizzati per bambini (%) 14% 12% 10% 8% 6% 4% 2% 12.4% 10.7% 10.2% 8.5% 1.5% 10.3% 0% Regione di Lugano Regione di Mendrisio Regione di Locarno e Valli Regione di Bellinzona Regione Tre Valli Cantone Ticino Regione Fonte: Dati Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani, 2009; ESPOP Come per i giorni d apertura annuali, il Grafico 12 ci mostra che, ancora una volta, la regione che copre maggiormente la popolazione interessata è quella di Lugano. Seguono la regione di Mendrisio, Locarno e Bellinzona nelle quali i posti autorizzati sono disponibili rispettivamente per il 10.7%, il 10.2% e l 8.5% dei bambini di 0-3 anni. La Regione Tre Valli copre soltanto l 1.5% della sua popolazione di 0-3 anni. 25 Calcolo del tasso di atrezzatura: (numero di posti autorizzati/numero di bambini di 0-3 anni residenti)*

28 Famiglie diurne anni. Le famiglie diurne accolgono bambini di tutte le età, quindi anche maggiori di 3 Grafico 13 Famiglie diurne dal 2001 al 2009: evoluzione Numero di FD Sopraceneri Mendrisiotto Luganese Anno Fonte: Associazioni famiglie diurne Sopraceneri, Mendrisiotto e Luganese Un rapido sguardo all evoluzione del numero di famiglie diurne tra il 2001 e il 2009 mostra una leggera diminuzione dell offerta, sia per il Sopraceneri sia per il Mendrisiotto. Il Luganese, malgrado qualche oscillazione, resta stabile. Bisogna però tenere conto del fatto che, come vedremo nel capitolo successivo sull utilizzazione dell offerta (1.2.3.), le famiglie diurne sono più flessibili in termini di posti d accoglienza 26 ma anche di orari e giorni di apertura, e una diminuzione delle famiglie non significa forzatamente una diminuzione nel numero di posti. 26 I posti d accoglienza possono variare in funzione delle disponibilità delle famiglie che accolgono i bambini ma anche in funzione della domanda. I posti non sono definiti in partenza ma possono variare secondo il periodo. 28

29 Grafico 14 Tasso d'attrezzatura (%) Tasso d'attrezzatura 5.0% 4.5% 4.0% 3.5% 3.0% 2.5% 2.0% 1.5% 1.0% 0.5% 0.0% 3.7% 2.4% 2.1% 1.3% Mendrisiotto Sopraceneri Luganese Cantone Ticino Regione Fonte: Dati Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani, 2009; ESPOP Come per i nidi dell infanzia, il tasso di attrezzatura è stato utilizzato per mettere in rapporto il numero di posti autorizzati e la popolazione di età compresa tra gli 0 e i 3 anni presente sul territorio. Una famiglia diurna in media accoglie 4.8 bambini di tutte le età, e 1 posto su 4.8 in media è occupato da un bambino di meno di 4 anni. Quindi a una famiglia diurna corrisponde un posto per un bambino di 0-3 anni. Ciononostante, bisogna considerare che questo rapporto possa cambiare negli anni. Tenuto conto di queste informazioni, il Grafico 14 ci informa sul fatto che nel caso delle famiglie diurne è la regione di Mendrisio che copre maggiormente la popolazione, 3.7%, rispetto al Sopraceneri, 2.4%, e al Luganese, 1.3%. I valori sono comunque molto più bassi in confronto a quelli coperti dai nidi dell infanzia: 10.3 % rispetto al 2.1% a livello di media cantonale. 27 Calcolo: (numero di posti/numero di bambini 0-3 anni residenti)*100. Per stabilire il numero di posti per famiglia diurna abbiamo calcolato la media nel 2009 ed abbiamo visto che in media per una famiglia diurna un posto era occupato da un bambino di 0-3 anni. Non essendo definiti i posti per età nelle famiglie diurne abbiamo deciso di prendere il rapporto 1/1 per definire i posti per bambini 0-3 nella famiglia diurna. 29

30 1.2.3 Utilizzazione dell offerta Valutare la relazione tra domanda e offerta permette di interessarsi alle strategie delle famiglie dal punto di vista delle attese educative, alle modalità e ai tempi di custodia, all offerta nei servizi in materia di custodia infantile nella gestione e l organizzazione negli orari, alla qualifica degli educatori e alla localizzazione delle istituzioni d accoglienza Nidi dell infanzia Un indicatore particolarmente significativo è il tasso di frequentazione, che indica la percentuale dei bambini in età compresa tra gli 0 e i 3 anni che utilizza i nidi dell infanzia come forma d accoglienza sull insieme della popolazione totale della stessa fascia di età. Secondo il trattato di Lisbona (EU, 2008) all interno dell Unione Europea questo rapporto dovrebbe essere del 33% per tutti gli stati membri. Grafico 15 Tasso di frequentazione secondo le regioni nel % 21.5% Tasso di frequentazione 20% 15% 10% 5% 18.9% 17.8% 15.5% 4.7% 17.4% 0% Regione di Mendrisio Regione di Lugano Regione di Bellinzona Regione di Locarno e Valli Regione di Tre Valli Cantone Ticino Regioni Fonte: Dati Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani, 2009; Dati relativi a 40 nidi dell infanzia. Calcolo: (bambini frequentanti/bambini residenti 0-3 anni)*

31 Bambini frequentanti (1) Bambini 0-3 anni residenti (2) Tasso di frequentazione [(1)/(2)]*100 Regione di Mendrisio % Regione di Lugano % Regione di Bellinzona % Regione di Locarno % Regione Tre Valli % Il Grafico 15 espone i tassi di frequentazione secondo le regioni, mentre Il Grafico 16 in funzione delle fasce d età dei bambini. Il tasso di frequenza medio del Cantone Ticino è del 17.4 %, il che significa che il 17.4% dei bambini di 0-3 residenti in Ticino frequentano i nidi dell infanzia 29. Se ci interessiamo alle differenze tra le regioni, vediamo che Mendrisio è la regione con il tasso di frequentazione più alto pari a 21.5%, all incirca 3 punti percentuali superiore alla media ticinese. Sempre al di sopra della media si situa Lugano con il 18.9%. Meno elevata, invece, è la frequentazione nella regione di Bellinzona, 17.8%, Locarno, 15.5% e Tre Valli, 4.7%. Nonostante il Luganese sia la regione con più bambini, le istituzioni presenti globalmente non accolgono un tasso di bambini più alto (è infatti il Mendrisiotto ad avere il tasso di frequentazione più alto). Grafico 16 Tasso di frequentazione secondo le età in Ticino nel % 25% 22% 25.10% Tasso di frequentazione 20% 15% 10% 5.9% 16.5% 17.40% 5% 0% 0-12 mesi mesi 2-3 anni oltre 3 anni totale Fasce d'età Fonte: Dati Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani, Per un confronto con altri paesi Grafico 34, pagina Dati relativi a 40 nidi dell infanzia. Calcolo: (bambini frequentanti/bambini residenti 0-3 anni)*

32 Se osserviamo il tasso di frequentazione di un nido dell infanzia in funzione dell età dei bambini, notiamo subito che lo stesso è direttamente proporzionale all età. Se per i bambini di 0-12 mesi il tasso di frequentazione è molto basso, 5.9%, per i bambini più grandi si arriva fino a un tasso del 25.1%. Questo risultato va interpretato da un lato come conseguenza delle scelte fatte dalle famiglie e dall altro, potrebbe essere un limite imposto dall organizzazione dei nidi dell infanzia. In effetti, se da un lato le famiglie tendono a tenere i neonati a casa per i primi mesi (anche dopo il congedo maternità, ciò che comporta la riduzione completa o parziale del tempo di lavoro quasi prevalentemente per le donne), i nidi hanno anche probabilmente meno posti disponibili per i bambini più piccoli, in quanto richiedono più educatori per bambino rispetto a quelli più grandi. In effetti, secondo il Regolamento della Legge per le famiglie, il rapporto numerico educativo presente/bambini deve essere di 1 a 4 per i bambini da 1 a 12 mesi, 1 a 5 per bambini dai 13 ai 24 mesi, da 1 a 8 per bambini dai 2 ai 3 anni e di 1 a 12 per bambini dai 3 anni compiuti 31. Ultimamente però comincia ad affermarsi una tendenza, discussa anche durante il focus group con le direttrici dei nidi dell infanzia, che vede le mamme portare i bambini piccoli sempre più spesso appena terminato il congedo maternità a causa di obblighi lavorativi. Apparentemente vi è quindi una richiesta sempre più importante di posti per bambini neonati che permetta alle giovani madri di non interrompere le loro carriere professionali. È in effetti risaputo che un interruzione anche solo di un anno dell attività professionale contribuisce a un nuovo orientamento delle prospettive di carriera. Questa pausa dovuta alla nascita del primo figlio è quindi all origine di importanti differenze tra uomini e donne dal punto di vista professionale. I due indicatori seguenti mettono in relazione i posti autorizzati con i bambini frequentanti, dapprima secondo le fasce d età e in seguito secondo le regioni. La media cantonale per tutte le età e per tutte le regioni è di 1.85 bambini frequentanti per ogni posto autorizzato. 31 Regolamento della Legge per le famiglie del 15 settembre 2003, Titolo III Prestazioni, Capitolo primo Attività di sostegno alla famiglia, 1. Nidi dell infanzia, Art

33 Grafico 17 Numero di bambini frequentanti per posto autorizzato secondo le fasce d'età nel 2009 Bambini per posto &> Totale età Fasce d'età Fonte: Dati Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani, Nel grafico 17 si può osservare che nei nidi ticinesi più l età è elevata e maggiori sono i bambini che condividono un posto (in percentuali di presenza e in giorni differenti): ciò significa che i bambini più grandi rimangono meno tempo al nido, o in altre parole a tempo parziale. Diminuendo con l età il posto tende a essere condiviso da sempre meno bambini fino ad arrivare a un rapporto di circa un posto per un bambino per quelli con meno di un anno (quindi a tempo pieno). 32 Dati relativi a 40 nidi dell infanzia. Calcolo: bambini frequentanti/posti autorizzati. 33

34 Grafico 18 Numero di bambini frequentanti per posto autorizzato secondo le regioni nel Bambini per posto Regione di Lugano Regione di Locarno e Valli Regione di Mendrisio Regione di Bellinzona Regione di Tre Valli Cantone Ticino Regione Fonte: Dati Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani, Se dividiamo lo stesso indicatore invece che per fasce d età, per regioni, osserviamo approssimativamente che per ogni posto autorizzato ci sono in media 2 bambini al 50% in tutte le regioni. Tra le regioni le differenze sono minime, fatta eccezione per le Tre Valli dove il rapporto tra bambini e posti s innalza al 3.1. Un altro indicatore che può aiutare a capire in quali regioni il bisogno di nuovi posti è più elevato è il tasso d occupazione (in %) il quale divide il tempo di custodia totale in un anno effettivo per il tempo totale potenziale di custodia. Questo indicatore ci mostra se la totalità dei posti sono occupati oppure no e indica la capacità di sfruttamento delle strutture esistenti. Si suppone che un tasso dell 80% sia l ideale, in quanto un occupazione del 100% è quasi impossibile poiché gli orari e i giorni dove i genitori lasciano il bambino variano. Inoltre, durante l anno non sempre le partenze e gli arrivi di bambini coincidono e questo fa si che vi siano dei periodi con dei posti inutilizzati. 33 Dati relativi a 40 nidi dell infanzia. Calcolo: bambini frequentanti/posti autorizzati. 34

35 Grafico 19 Tasso d'occupazione (%) Tasso d'occupazioine (%) 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 98% 88% 83% 82% 80% 86% 0% Regione di Mendrisio Regione di Bellinzona Regione di Lugano Regione di Locarno e Valli Rgione Tre Valli Cantone Ticino Regione Fonte: Dati Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani, Quindi se la regione Tre Valli raggiunge perfettamente la soglia dell 80%, le regioni di Locarno e Valli e Lugano la superano di circa il 3% mentre Bellinzona raggiunge l 88%. Il Mendrisiotto raggiunge addirittura un tasso d occupazione del 98%. A livello cantonale, con l 86%, notiamo però che l obiettivo dell 80% è raggiunto e superato di 6 punti percentuali. 34 Calcolo: giornate di presenza totali a consuntivo/giornate di presenza potenziali a consuntivo. Una giornata di presenza di un bambino corrisponde ad almeno quattro ore giornaliere consecutive al nido. Le giornate di presenza potenziali si calcolano invece moltiplicando il numero dei posto autorizzati per le giornate di apertura effettive che emergono a consuntivo. 35

36 Grafico 20 Media dei bambini rifiutati (liste d'attesa) per regione: primo semestre del Numero bambini rifutati Regione di Mendrisio Regione di Bellinzona Regione di Lugano 6.5 Regione di Locarno e Valli 0 Regione Tre Valli 8.1 Cantone Ticino Regione Fonte: Questionario L ultimo grafico (20) riguardante questo capitolo, espone dei dati che abbiamo potuto raccogliere grazie al questionario sottoposto alle direttrici dei nidi nel mese di luglio. La domanda posta riguardava il numero di bambini che il nido aveva dovuto rifiutare negli ultimi sei mesi ( ). Al questionario hanno risposto 36 nidi dell infanzia, ma solo 30 hanno risposto alla domanda. Questo indicatore è molto prezioso in quanto è il solo che ci informa in maniera diretta sul bisogno di nuovi posti. Il Grafico 20 indica che Mendrisio è di netto la regione più sollecitata dalla domanda: in media 15.5 bambini sono stati rifiutati. Il dato sarebbe rivisto leggermente al rialzo in quanto una direttrice invece di dare una stima numerica ha risposto dicendo che ci sono tantissimi bambini ai quali hanno dovuto rifiutare un posto. Questo fenomeno si spiega in parte per il fatto che nella regione del Mendrisiotto oltre ai bambini autoctoni si aggiungono i figli dei frontalieri. Questi ultimi sono sfavoriti in quanto il parametro che definisce la priorità d accesso favorisce il più sovente i bambini domiciliati nello stesso comune del nido d infanzia. L altro dato interessante è quello della regione Tre Valli, dove l unico nido dell infanzia non ha dovuto rifiutare nessuno. La regione di Bellinzona e di Lugano si situano attorno ad una media di 8.4 e 8.3 bambini rifiutati in sei mesi, mentre Locarno 6.5. La media cantonale per ogni nido dell infanzia è di 8.1 bambini che ipoteticamente potevano essere in lista d attesa per ogni posto. Si può quindi notare un 35 Dati concernenti solo 30 nidi dell infanzia. Il semestre in considerazione parte il 1 gennaio 2010 e termina il 30 giugno

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