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1 Diocesi Palermo Via Matteo Bonello 2, Palermo PA tel sito 1

2 Il Laboratorio scheda di presentazione Nome del Laboratorio Ambito del confronto IL GRANELLO DI SENAPA LA FORMAZIONE DEL CLERO Data di nascita 1999 Composizione Attualmente il Laboratorio è composto da 4 persone: Lia Arena, responsabile; Tonino Del Gaudio, animatore; Alda Musso, animatrice; Paola Anello, animatrice; Alba Casabona, tesoriere; Fino ad ora non si sono distinti ruoli particolari. La scelta è stata quella di suddividere il lavoro e privilegiare una certa interscambiabilità tra i membri del Laboratorio. Segni particolari La logica dei piccoli passi, in linea con l icona del granello di senapa 2

3 per saperne di più - identità - contesto - ambito di lavoro privilegiato IL LABORATORIO: IDENTITÀ Il Laboratorio Il granello di senapa nasce nel 1999 dopo che in tutti i sussidi che la Caritas Italiana andava inviando era presente la sollecitazione alla costituzione nelle Caritas diocesane di questi gruppi di lavoro con il compito di promuovere la formazione delle Caritas parrocchiali e accompagnarne il cammino. Il Laboratorio è nato con lo scopo di far nascere nelle parrocchie la Caritas. Attualmente il Laboratorio è composto da 4 persone: Lia Arena col ruolo di Responsabile, Tonino Del Gaudio, Alda Musso, Alba Casabona, Tesoriere, Paola Anello. Fino ad ora non ci sono stati ruoli particolari, ma una certa interscambiabilità. Ci si è resi conto però della opportunità che il lavoro venga in un certo qual modo suddiviso. Per lavorare, ci si organizza con incontri periodici in parte programmati, in parte organizzati a seconda delle problematiche che possono presentarsi o di particolari momenti. Già dall anno scorso si è scelto di dare incarico ad alcuni laici (tre per ogni Circoscrizione) di collaborare con il Laboratorio facendo da collegamento con le parrocchie. Tra i referenti territoriali e l èquipe del Laboratorio si sta cercando di stabilire un rapporto organico d intesa anche sul piano formativo, con incontri mensili dedicati all aspetto organizzativo e alla formazione comune. È un metodo in fase di sperimentazione. Per decidere, si cerca di essere quanto più in sintonia possibile, pur nella difficoltà che proviene dal lavoro (non indifferente) di relazionarsi con parrocchie e parroci. IL CONTESTO Dati relativi alla Diocesi (dal sito ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana) Superficie: Abitanti: parrocchie: 179 Sacerdoti secolari: 221 Sacerdoti regolari: 350 Diaconi permanenti: 22 Altre informazioni fornite dalla Caritas diocesana La Diocesi di Palermo conta 99 parrocchie urbane e 79 extraurbane. Le parrocchie urbane sono caratterizzate da un enorme eterogeneità di insediamento umano. Molte le parrocchie di quartieri della fascia delle tante periferie di Palermo ( Zen 1 e 2 CEP Marinella per ricordare quelle di più recente insediamento); poi contiamo le parrocchie del Centro Storico (non ancora risanato) dove non è difficile la coesistenza di zone ricche di medio alta borghesia limitrofe e intersecatesi con quartieri dal forte degrado urbano e umano (Borgo Vecchio per es.); e ancora parrocchie di periferia dal degrado 3

4 storico come Brancaccio (dove insiste la parrocchia di S. Gaetano di P. Puglisi); e altri quartieri del degrado come Arenella Vergine Maria con la parrocchia dell Acquasanta, o l Albergheria. Questa dislocazione così eterogenea delle parrocchie esige un grande sforzo per un lavoro integrato in rete fra tutte le realtà, con interazioni tra chi è più fortunato e chi lo è meno o non lo è affatto. E questo non sempre è possibile quando si devono superare logiche interne parrocchiali non facilmente improntate alla condivisione e alla solidarietà. AMBITO DI LAVORO PRIVILEGIATO L ambito su cui si è coagulata l esperienza presentata all Incontro nazionale Laboratori è la Formazione In questi cinque anni di attività del Laboratorio si è andati per piccoli passi ( con la logica del granello di senapa ). Intanto si è incominciato una sorta di censimento di tutto il territorio diocesano (urbano), cercando di avere una visione quanto più completa possibile della situazione delle parrocchie, dal punto di vista della attenzione ai poveri. Abbiamo censito la presenza di Caritas o di altri gruppi caritativi ( San Vincenzo o altro); in molte parrocchie si è costituita la Caritas. Quello che si è rilevato è stata una grande confusione. A volte è diventato Caritas il volontariato vincenziano e altre volte la stessa persona che fino ad allora aveva guidato un gruppo di volontariato, diventava responsabile della Caritas parrocchiale; in altri casi, gruppi carismatici o qualche ordine religioso, assumevano la delega all animazione della carità. Alla fine si è dovuto constatare che in realtà, la CARITAS così come voluta dalla Chiesa, quale organismo pastorale chiamato a svolgere una funzione prevalentemente pedagogica, non era presente né tra le vecchie, né tra le nuove parrocchie. Si è anche proceduto ad un censimento delle risorse sia pubbliche che del privato sociale. I punti di forza Puntiamo molto sulla formazione che in Diocesi si sta svolgendo su vari livelli: 1. Esiste la Scuola di Formazione Diocesana al Ministero della Carità ; 2. Accanto ad essa da quest anno è partita una sorta di formazione itinerante che si svolge presso le parrocchie riunite per Circoscrizioni (i temi sono focalizzati proprio sulla funzione pedagogica della Caritas la lettura del territorio col Consiglio Pastorale e la sinergia tra liturgia, catechesi e carità; esistono inoltre altri due momenti di formazione: uno con i seminaristi e uno con i Parroci e i Diaconi permanenti. A queste forme forti di formazione, si aggiunge all interno del Laboratorio la riflessione sui temi che riguardano la parrocchia (per il momento si sta leggendo e commentando la Nota Cei sulla parrocchia) e la Caritas col suo ruolo di animazione della carità e di organismo pastorale. Circa trenta parrocchie si sono aperte alla formazione per operatori dei Centri di Ascolto parrocchiali che parimenti si sta portando avanti insieme agli incontri di formazione di cui si è detto prima. Le difficoltà 1. Intanto la difficoltà da parte della stragrande maggioranza degli operatori a comprendere la Caritas oltre il discorso assistenziale e di primo aiuto. Il concetto di organismo pastorale e soprattutto la funzione pedagogica stenta a diventare categoria operativa, rimanendo tra le tante cose che non capiamo e che comunque ci tocca sentire sempre; 2. La difficoltà a far comprendere la differenza tra le varie forme ed espressione del prendersi cura (c è una grande confusione tra volontariato terzo settore ecc); 3. La tendenza atavica di fare come si è fatto sempre. 4

5 Allegati strumenti di lavoro Allegato n. 1: Volantino Scuola diocesana per la formazione al ministero della carità Allegato n. 2: Volantino Percorso di formazione per presbiteri e diaconi permanenti. parrocchia e animazione della carità Allegato n. 3: Volantino Percorso formativo al ministero della carità per i giovani del seminario di Palermo Allegati 5

6 Allegato 1 6

7 Allegato 2 7

8 Corso formativo al ministero della carità per i giovani del seminario di Palermo 1. Perché un percorso formativo nel seminario diocesano La Caritas diocesana, quale organismo pastorale che promuove la formazione della Comunità alla testimonianza della carità, non può disattendere a questo suo principale compito pedagogico senza rivolgere una sua particolare attenzione ai presbiteri, in particolare ai parroci, e a coloro che sono candidati al ministero del Diaconato e del Presbiterato nella nostra Chiesa particolare. 2. Promotori e responsabili del percorso È proprio a partire dal bisogno di preparare idonei ministri per la presidenza della Carità nelle nostre Comunità parrocchiali che l equipe educativa del Seminario di Palermo (Rettore, Vice Rettore, Padre spirituale) ha voluto farsi promotore insieme al direttore della Caritas di un percorso di animazione al ministero della carità, inserendolo nel più ampio Progetto formativo del Seminario. La Caritas coinvolgerà altri soggetti animatori di questo percorso, e in modo particolare si avvarrà di una equipe di presbiteri (tra i quali i Rev.di Basile, Todaro e Priola) e altri animatori della rete Equipe di Caritas diocesana. 3. Destinatari del percorso Destinatari di questo percorso sono in modo particolare i giovani che in atto seguono i corsi teologici del 3 4 e 5 anno della Facoltà Teolgica, e separatamente i diaconi prossimi all ordinazione presbiterale. 4. Tappe della formazione Gli incontri di formazione previsti saranno scanditi in 4 tappe e avverranno ordinariamente con cadenza settimanale il venerdì pomeriggio per il primo gruppo (alunni del 3 4 e 5 anno di teologia) e il lunedì pomeriggio per il secondo gruppo (diaconi). La formazione per tappe prevede: a. prima tappa (da novembre a febbraio): riflessioni su alcuni aspetti di teologia, spiritualità e pastorale della carità ; b. seconda tappa (da marzo ad aprile): accompagnamento di alcune esperienze pastorali di animazione della carità; c. terza tappa (maggio) verifica metodologica del percorso formativo; d. quarta tappa (luglio) esperienza di servizio all interno di un progetto di animazione. 5. Contenuti della formazione I contenuti della formazione prevedono l approfondimento unitario di alcune tematiche, che in prospettiva possono essere condotti anche con specifiche attenzioni per ogni singolo gruppo separatamente. La prima tappa di formazione sarà particolarmente attenta a presentare alcuni elementi di teologia, spiritualità e pastorale della carità, prevedendo di specificare negli incontri ciclici alcuni aspetti: Allegato 3 8

9 a. 3 anno: teologia della carità - Cristo Rivelatore della Compassione del Padre - Vita nello Spirito, che è Amore - Ecclesìa e Koinonia - La Carità, Dono e Compito b. 4 anno: spiritualità della carità - Il dono dell eucaristia e il comandamento dell amore - Il povero, sacramento della presenza di Cristo - Contemplazione del Volto dolente di Cristo - Virtù della carità e accoglienza gli uni degli altri c. 5 anno: pastorale della carità - osmosi tra catechesi liturgia e carità - pastorale regale - ministeri di carità - ascoltare i poveri, osservare le povertà, discernere per costruire segni di solidarietà d. 6 anno: ministero ordinato a servizio della testimonianza della carità - diaconia della carità - presidenza della carità - promozione dei carismi di carità - formazione delle ministerialità di carità - parrocchia e Caritas - parrocchia e centro di ascolto - parrocchia e attenzione al mondo delle povertà - parrocchia e segni della testimonianza della carità 6. Esperienze di carità Sono previsti alcuni ambiti di servizio da sviluppare nella seconda tappa del percorso formativo: 3 anno: disagio giovanile e familiare. Conoscenza di case famiglie per minori e progetti di famiglie solidali. 4 anno: presenze di povertà nel territorio. Conoscenza di servizi agli ammalati, ai disabili, agli extracomunitari, ai detenuti 5 anno: animazione della carità nella comunità ecclesiale. Conoscenza di progetti pastorali diocesani e parrocchiali. 6 anno: esercizio ministeriale della carità. Costruzione di un progetto pastorale per l animazione della carità nella parrocchia. Allegato 3 9

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