Mancata copertura della pianta a seguito di un avvenuta infezione

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1 PRINCIPALI AVVERSITà FUNGINE DEL MELO TICCHIOLATURA DEL MELO (Venturia inaequalis) L andamento climatico, in particolare quello estivo, di questi ultimi 2 anni ha sensibilmente ridotto il rischio di diffusione di eventuali infezioni primarie contratte nel periodo primaverile attenuando anche le situazioni più a rischio. Ciò non deve indurre a sottovalutare la pericolosità del patogeno e quindi si raccomanda di continuare a seguire la strategia di difesa da anni collaudata e perfezionata. STRATEGIA DI DIFESA La difesa di tipo preventivo, ormai consolidata nel nostro areale, consente di limitare al minimo l insorgenza di infezioni anche in condizioni decisamente favorevoli al patogeno. Nel periodo dell infezione primaria, in previsione di una precipitazione, anche se di lieve entità, risulta fondamentale procedere con un trattamento preventivo. L impostazione di base fa riferimento ad attente valutazioni delle previsioni meteo le quali risultano ormai sempre più precise e affidabili nel breve periodo (3 giorni). Oltre all analisi dell andamento climatico si utilizzano modelli previsionali i quali in corrispondenza di precipitazioni infettanti consentono di definire con buona previsione la gravità delle infezioni stesse. Grazie all identificazione del loro grado di pericolosità è possibile stabilire se è necessario intervenire anche dopo la precipitazione attuando la cosiddetta difesa retroattiva. Quest ultima è realizzata solo nei seguenti casi: Fig. 1 infezione primaria su foglia Mancata copertura della pianta a seguito di un avvenuta infezione Dilavamento del prodotto di copertura Infezioni molto gravi segnalate dal modello Rim-pro Questa strategia di difesa ha termine con la fine dell infezione primaria e cioè con l esaurimento della massa d inoculo (fine maggio inizio giugno). Durante la stagione estiva la linea da seguire dipende dal grado d infezione primaria e sarà funzione dell andamento climatico stagionale: Nel caso in cui si siano contenute con successo le infezione del periodo primaverile si procederà con coperture a base di zolfo (formulazione liquida) in corrispondenza di eventuali periodi piovosi. Nel caso in cui le infezioni primaverili abbiano originato dei focolai si dovrà assolutamente mantenere un opportuna coper- Fig. 2 infezione secondaria su frutto tura dei frutti al fine di evitare ulteriori infezioni secondarie. I prodotti consigliati in questa fase sono quelli a base di dodina, fluazinam e di captano, per quest ultimo rispettando le limitazioni poste dal disciplinare. 31

2 PRODOTTI AD AZIONE PREVENTIVA Tab 1. Sostanze attive impiegate a scopi preventivi Principio attivo Formulato commerciale Dose g-ml/hl Resistenza dilavamento (mm) Limitazioni e note metiram Polyram DF propineb Antracol Entro la fase di frutto noce: è consigliabile comunque prima della fioritura Sospendere i trattamenti subito dopo la fioritura. Al massimo 2 trattamenti all anno ditianon Delan 70 WG ecc Per la stagione 2012 sarà ancora possibile utilizzare i formulati generici a base di ditianon: la loro vendita è consentita fino al 30/07/2012 e il loro utilizzo fino al 31/11/2012 captano 80% Merpan 80 WDG captano 48% Merpan 480 SC Max 3 interventi complessivi all anno, indipendentemente dall avversità fluazinam Ohayo, Banjo ecc Tempo di carenza di 60 giorni Max 3 interventi anno: è consigliabile l utilizzo da dopo fioritura trifloxistrobin Flint boscalid + pyraclostrobin Bellis Max 3 interventi complessivi con questi prodotti polisolfuro di calcio** Vari In fioritura svolge un azione diradante zolfo** Thiopron, Heliosufre S, ecc Da usare verso fine infezione primaria rameici** / *** Vari Impiegare su pianta asciutta **: questi prodotti vengono di norma impiegati nella lotta biologica ma possono trovare applicazione, nell ottica del contenimento dei residui di prodotti ripetutamente utilizzati, anche nel convenzionale ***: porre molta attenzione all etichetta in quanto solo pochi prodotti sono impiegabili in vegetazione (Es. Poltiglia Disperss ecc) PRODOTTI AD AZIONE RETROATTIVA La retroattività risulta garantita solo da alcune famiglie di sostanze attive: anilinopirimidine, I.B.E. e dodina. Altri prodotti, cosiddetti preventivi elencati nella tabella precedente, se utilizzati entro i 160 gradi ora (es. 16 ore a 10 C) svolgono un attività di controllo durante la fase di germinazione delle spore.i prodotti che presentano questa attività sono: il ditianon, fluazinam e il polisolfuro di calcio. 32

3 Tab 2. Sostanze attive utilizzate a scopo curativo Fase fenologica Principio attivo Formulato commerciale Dose g-ml/hl Retroattività** (ore) Limitazioni e note Fino a caduta petali cyprodinil (1) pyrimethanil (1) Chorus Scala (1) max 4 interventi complessivi: consigliabile aggiunta di 30 g di ditianon difenoconazolo (2) Score 25 EC, ecc Da preferirsi a seguito d infezioni gravi penconazolo (2) Topas 10 EC ecc Da caduta petali tebuconazolo (2) tetraconazolo (2) Folicur SE, ecc Domark 40 EW, ecc 50* - 100* (2) max 4 interventi complessivi all anno miclobutanil (2) Thiocur Forte, ecc 125* - 150* fenbuconazolo (2) Indar 5 EW, ecc In tutte le fasi dodina Vari * a seconda delle formulazioni ** il valore minimo è riferito a temperature di 15 C, il max a 10 C Evitare su varietà sensibili alla ruggine Inibitori della sintesi degli ergosteroli (i.b.e.) Data la tendenza a manifestare fenomeni di resistenza si raccomanda di usarli sempre in miscela con un prodotto di copertura La loro efficacia si manifesta solo con temperatura oltre i 10 C Il principio attivo più efficace contro la ticchiolatura è indubbiamente il difenoconazolo (Score 25 EC ecc), prodotto specifico nei confronti della malattia. Gli altri prodotti oltre a svolgere un azione di controllo nei confronti della ticchiolatura svolgono anche azioni accessorie contro altri funghi: oidio e monilia. Vanno sempre impiegati su pianta asciutta. Strobilurine (Flint e Bellis)) Per questa famiglia di prodotti esistono numerose segnalazioni di resistenza soprattutto nelle zone in cui il loro uso avviene da più anni, per questo si raccomanda di: Limitare il numero di trattamenti nell arco della stagione (max 3 interventi all anno) Evitare l uso a blocchi quindi intervallarli sempre con altri principi attivi Non impiegare in presenza di infezioni secondarie in atto 33

4 Anilinopirimidine (Scala, Chorus) Per la probabile insorgenza di resistenze, vale lo stesso discorso fatto per IBE e strobilurine. Si sottolinea la necessità di utilizzare le anilinopirimidine su pianta asciutta e va ricordato però che questa classe di fungicidi funziona anche a temperature relativamente basse (da 5 C). Non svolgendo questi prodotti una sufficiente azione sui frutti si raccomanda l impiego solo fino a fioritura. RACCOMANDAZIONI DA ADOTTARE I trattamenti curativi con IBE ed anilopirimidine devono essere eseguiti assolutamente su pianta asciutta, lo stesso vale per le strobilurine. Solamente le coperture con ditianon e polisolfuro di calcio possono realizzarsi su pianta bagnata. E necessario rispettare il dosaggio ad ettaro sia per le coperture sia per i trattamenti curativi in relazione a qualsiasi volume di distribuzione utilizzato. I trattamenti curativi con le anilinopirimidine non sono efficaci su frutto per cui l impiego di questa categoria di agrofarmaci è consigliata solo fino alla fioritura. L impiego degli IBE è possibile solamente quando le temperature sono maggiori ai 10 C altrimenti la loro azione viene meno; in tal caso, se si è nelle fasi precedenti l allegagione impiegare le anilinopirimidine Si consiglia di monitorare, nel caso non esistano stazioni meteo nelle vicinanze, anche con semplici pluviometri a lettura immediata, la quantità di acqua caduta al suolo durante le precipitazioni, in modo da valutare al meglio il dilavamento dei prodotti di copertura, questo soprattutto in appezzamenti a conduzione biologica. 34 OIDIO DEL MELO (Podosphaera leucotricha) Questa patologia viene comunemente detta mal bianco per la presenza di un micelio di colore bianco sugli organi colpiti: foglie, germogli e frutti. Lo sviluppo del patogeno necessita di una ventosità costante e temperature comprese tra C. Condizioni di lussureggiamento risultano favorevoli all insediamento del fungo il quale predilige tessuti teneri. Il patogeno inizia a svolgere la sua attività già all emissione dei primi abbozzi vegetativi (da punte verdi in poi) anche se le prime manifestazioni sono generalmente osservabili nella fase di bottoni rosa. STRATEGIA DI DIFESA Nelle zone a alto rischio si consiglia: iniziare i trattamenti già dalla prefioritura, dalle fase di mazzetti affioranti, utilizzando prodotti a base di bupirimate (Nimrod) e/o quinoxyfen (Arius). I trattamenti prefiorali consigliati sono almeno 2. In questa fase si sconsiglia di utilizzare sostanze attive della famiglia degli IBE le quali sono attive con temperature maggiori di 10 C. Fig. 3 Germoglio colpito da oidio

5 in post fioritura sono necessari dai 2 a 3 trattamenti, a seconda delle condizioni dell appezzamento, utilizzando le sostanze attive già citate in precedenza e/o gli IBE, quali il penconazolo (Topas 10 WDG, ecc), tetraconazolo (Domark 40 EW ecc), miclobutanil (Thiocur Forte, ecc). Gli IBE hanno un azione curativa e per essere efficaci devono essere distribuiti su pianta asciutta. In post fioritura anche le strobilurine, in particolare boscalid + pyraclostrobin, risultano efficaci contro il patogeno. nel corso del periodo estivo è consigliabile mantenere un opportuna copertura con zolfo bagnabile (Thiopron, Heliosoufre S ecc), avente un azione collaterale anche nei confronti degli eriofidi e della ticchiolatura. Nelle zone a basso rischio basta un solo intervento nella fase di mazzetti affioranti (C D) e, successivamente saranno sufficienti gli interventi con IBE o strobilurine che già vengono eseguiti per la ticchiolatura. In alcune regioni vengono segnalate situazioni di resistenza agli IBE e alle strobilurine: è quindi fondamentale rispettare le raccomandazioni di alternare i diversi prodotti a diverso meccanismo d azione attuando una difesa preventiva. Tab. 3: Sostanze attive impiegabili per la lotta all OIDIO Principio attivo Formulato commerciale Dose g-ml/hl Limitazioni e note difenoconazolo Score 25 EC ecc 15 miclobutanil Thiocur Forte ecc penconazolo Topas 10 WDG ecc 40 tebuconazolo Folicur SE ecc Con i fungicidi IBE non si possono effettuare più di 4 interventi nel corso dell annata indipendentemente dall avversità tetraconazolo Domark 40 EW ecc 100 ciproconazolo Galeo ecc 30 bupirimate Nimrod ecc Fitotossico su cultivar Imperatore trifloxistrobin Flint 15 Max 3 interventi con le Strobilurine boscalid + pyraclostrobin Bellis ecc 55 indipendentemente dall avversità quinoxyfen Arius 30 Max 3 interventi l anno zolfo Thiopron, Heliosufre, ecc Azione collaterale su ticchiolatura 35

6 Prodotti a base di CAPTANO molecola con meccanismo d azione unico e multisito, ad ampio spettro e selettiva su acari fitoseidi Che spettacolo di frutta! via G. Falcone, BERGAMO tel fax mait@ma-italia.it MERPAN 480 SC, MERPAN 80 WDG sono agrofarmaci autorizzati dal Ministero della Salute. Leggere attentamente le istruzioni.

7 Fungicida a base di zolfo per vite, pomacee e drupacee Agrofarmaco autorizza dal Ministero della Sanità. Seguire sempre le istruzioni riportate in e che a La minima dimensione delle micelle e l elevata resistenza al dilavamento massimizzano l efficacia del formulato. La so- s cata formulazione liquida in base acquosa garan sce una perfe a sele vità anche nei più cri ci stadi di sviluppo. Thiopron è a vo nei confron di numerose avversità del melo ( cchiolatura, oidio, pa na bianca ed erio di), della vite (oidio, escoriosi ed erio di) e d elle drupacee (nerume, oidio, bolla, monilia ed erio di). Nuovi campi d impiego Cerexagri Italia s.r.l. Via Terni, San Carlo di Cesena (FC) Tel Fax

8 CANCRI RAMEALI (Nectria galligena) L agente causale principale è il fungo ascomicete Nectria galligena (forma conidica: Cylindrocarpon mali). La patologia si manifesta inizialmente con tacche depresse della corteccia che evolvono in spaccature e vere e proprie lesioni, i cosiddetti cancri rameali. L insediamento del fungo avviene direttamente da lenticelle o mediante ferite/lesioni in condizioni di elevata umidità. Nel caso in cui il cancro vada ad interessare l intera circonferenza di una branca si osserva il disseccamento della parte più distale della branca stessa. Se il cancro è molto esteso, sotto il peso della vegetazione, si può verificare la rottura del ramo in corrispondenza della lesione. I frutteti più sensibili sono quelli ubicati in zone umide, su terreni sciolti e ricchi di azoto. Esiste altresì una differente sensibilità varietale: le cv appartenenti al gruppo Gala e Red Delicious standard (Jeromine) sono le più colpite. Frequentemente si nota la presenza del patogeno già al primo anno di vita: in tal caso è da ritener che il fungo si sia insediato in vivaio per Fig. 4 Evidente cancro rameale su branca carenza di profilassi adeguata. In queste situazioni segnalare il fatto al proprio tecnico e al vivaio. Strategia di difesa La profilassi contro questa patologia è di tipo preventivo. Infatti, è necessario limitare al minimo i fattori predisponenti e, se presente, ridurre l inoculo in campo. Si consiglia pertanto di limitare l apporto di concimi azotati e, nel corso del operazioni di potatura, di eliminare i rami colpiti. Dove vi sono cancri già insediati sul legno vecchio, è buona pratica risanare la pianta cercando di eliminare, con spazzole di metallo, le zone legnose imbrunite e in seguito coprire le ferite con sali di rame liquido non diluito oppure mastici idonei. Le branche gravemente colpite, come già detto, devono essere asportate completamente. La difesa di tipo chimico è preventiva ed ha lo scopo di proteggere le ferite che si originano con la caduta delle foglie e/o grandine. Infatti, nei meleti dove si è accertata la presenza e comunque in tutti quelli colpiti da grandine si consiglia: A RACCOLTA ULTIMATA: Intervenire con rame alla dose di 160 g/hl (Es. 800 g di Poltiglia Bordolese 20 % ecc). DOPO CIRCA UN MESE (fine ottobre): Intervenire con rame alla dose di 200 g/hl (Es g di Poltiglia Bordolese 20 % ecc). A COMPLETA CADUTA FOGLIE: Intervenire con rame alla dose di g/hl (Es g di Poltiglia Bordolese 20 % ecc). N.B. Si raccomanda un adeguata bagnatura con volumi non inferiori ai 1200 l/ha. 38

9 MARCIUME LENTICELLARE (Phlyctema vagabunda) Si tratta di una malattia che colpisce i frutti nel periodo precedente il loro stacco. Gli elementi infettivi del fungo in presenza di un elevata umidità relativa possono penetrare attraverso le lenticelle e dare origine all infezione (2 3 settimane prima). Sui frutti colpiti si origina un marciume di forma circolare di colore brunastro il quale può evolvere fino a raggiungere il diametro cm. DIFESA FITOSANITARIA DELLE POMACEE Fig. 5 Frutto di Fuji colpito da marciume lenticellare Strategia di difesa Anche contro questa patologia è necessario mettere in campo una difesa di tipo preventivo nel mese che precede lo stacco dei frutti. Pertanto, in previsione di piogge o di prolungate rugiade mattutine, è consigliabile eseguire un trattamento fungicida utilizzando una delle seguenti sostanze attive: captano, boscalid + pyraclostrobin, fludioxonil o rame. In presenza di condizioni ambientali secche e calde prima della raccolta non risulta necessario intervenire. Tab. 4: Sostanze attive contro il marciume lenticellare Principio attivo Formulato commerciale Dose g-ml/hl Giorni di carenza Limitazioni e note captano Merpan 80 WDG 150 Merpan 480 SC Max 3 interventi complessivi all anno, indipendentemente dall avversità. fludioxonil Geoxe 30 7 Max 1 intervento/anno boscalid + pyraclostrobin Bellis 55 7 Max 3 interventi complessivi/anno rame Vari Impiegare su pianta asciutta MARCIUME CALICINO Si tratta di una patologia che colpisce il melo nel periodo della fioritura. Nonostante gli attacchi siano a carico degli elementi fiorali la vera manifestazione sintomatologica si osserva a partire dalla fase d ingrossamento dei frutti dove si sviluppa un evidente marciume a livello della fossa calicina. Il marciume del cuore è causato dall azione congiunta di più funghi quali Trichothecium roseum, Cylindrocarpon spp., Fusarium spp. e Botrytis cinerea che normalmente penetrano, in condizioni di elevata umidità, nel periodo fiorale. Sono colpite soprattutto le varietà la cui conformazione fiorale risulta più favorevole all insediamento degli elementi infettivi fungini: cv appartenenti al gruppo Red Delicious e Gala. 39

10 STRATEGIA DI DIFESA Per quanto riguarda la difesa, di norma, non sono consentiti trattamenti in fioritura se non con un apposita deroga concessa dal Settore Fitosanitario regionale. Eventuali trattamenti in epoca fiorale, con condizioni climatiche particolarmente umide, contro la ticchiolatura con pyrimetanil (Scala ecc) risultano altresì contenitivi per questa patologia. Negli appezzamenti storicamente interessati dal problema si consiglia di trinciare il cotico erboso prima della fioritura in modo da favorire una rapida asciugatura del suolo prevenendo così l instaurarsi delle condizioni ambientali che favoriscono la germinazione degli elementi infettivi. Inoltre, negli appezzamenti colpiti si consiglia di rimuovere i frutti infetti dall appezzamento durante il diradamento manuale o dopo la raccolta al fine di ridurre l inoculo presente. Fig. 6 Sintomo esterno del marciume calicino La situazione nel 2011 La fioritura del melo nel 2011, a causa di condizioni climatiche anomale con temperature oltre la media stagionale, è stata estremamente rapida. Tale situazione, in apparenza del tutto sfavorevole al marciume calicino, ha pero determinato in diversi meleti la saldatura tra petali e calice creando la condizione predisponente per il verificarsi di attacchi di Botrytis cinerea. Infatti, la presenza di questi residui fiorali ha favorito l insediamento del fungo determinando la comparsa di marciumi a livello della fossa calicina dei frutti. La manifestazione sintomatologica è stata del tutto analoga a quella osservata negli scorsi anni anche se la natura del problema è stata diversa. In queste condizioni, come osservato, eventuali trattamenti in epoca fiorale non sono stati risolutivi. 40 PATINA BIANCA (Tilletiopsis sp.) La patologia è causata dal fungo Tilletiopsis sp. e da una serie di lieviti: Rhodotorula glutinis Aureobasidium pullulans. Si manifesta per mezzo di una patina biancastra che si sviluppa sull epidermide del frutto, inizialmente a partire dalla cavità peduncolare e poi allargandosi fino a raggiungere la fossa calicina. I fattori che favoriscono la patologia sono: Elevata umidità relativa dell aria (da giugno fino alla raccolta dei frutti) Prolungate bagnature fogliari Fittezza dell impianto Concimazioni azotate fogliari Presenza di melata sui frutti Fig. 7 Patina bianca su Brookfield STRATEGIA DI DIFESA Per quanto riguarda la lotta non esistono fungicidi specifici per il contenimento della patina bianca. Alcuni centri di ricerca hanno eseguito test con diversi fungicidi a diverso meccanismo d azione ma non sono stati ottenuti risultati di rilievo se non con un azione parziale da parte dello zolfo. Al momento, le misure di prevenzione atte a limitare i fattori predisponenti sopra elencati rappresentano gli unici consigli tecnici da realizzare in campo per ridurre l incidenza della malattia.

11 Novità GEOXE innova la protezione dei frutti Previene alternaria, maculatura bruna e malattie da conservazione di melo e pero e botrite della vite Unico principio attivo con meccanismo di azione originale 3 giorni di intervallo di sicurezza su melo e pero, 7 su uva da tavola, 21 su uva da vino Non richiede patentino Syngenta è uno dei principali attori dell agro-industria mondiale. Il gruppo impiega più di persone in oltre 90 paesi che operano con un unico proposito: sviluppare il potenziale delle piante al servizio della vita. Agrofarmaco autorizzato dal Ministero della Salute, a base di Fludioxonil 50%. N di registrazione Leggere attentamente le istruzioni. Marchio registrato di una società del Gruppo Syngenta. TM TM 41

12 PRINCIPALI FITOFAGI DEL MELO CARPOCAPSA (Cydia pomonella) STRATEGIE DI DIFESA In Piemonte, la confusione sessuale, contro la Cydia pomonella, è ormai applicata sul 52 % dei meleti in Piemonte e sul 70 % in Provincia di Cuneo. La lotta di tipo chimico viene utilizzata a completamento della confusione, pertanto, 1-2 trattamenti sono sufficienti a contenere il carpofago. Le strategie di difesa di seguito riportate prendono in considerazione due situazioni: appezzamenti in difesa senza confusione e appezzamenti in confusione, con diversa livello di rischio. Tab. 5:Strategie di difesa in appezzamenti NON COPERTI dalla confusione ELEVATO RISCHIO BASSO RISCHIO I generazione II generazione I generazione II generazione FUORI CONFUSIONE Applicazione dell ovicida (Chitino-inibitore o MAC) su indicazione del modello previsionale prima dell ovideposizione oppure di un ovo-larvicida ad ovideposizione avviata oppure del virus ad inizio schiusura uova. Applicazione del larvicida ad inizio dell attività larvale. Applicazione del larvicida ad inizio dell attività larvale (su indicazione del modello previsionale). Successivamente si ripeterà il larvicida sulla base dei controlli, cioè al superamento della soglia critica (frutti bacati/1000 controllati): - 5/1000 giugno - 8/1000 luglio - 10/1000 agosto Applicazione dell ovicida (Chitino-inibitore o MAC) su indicazione del modello previsionale oppure del virus ad inizio schiusura uova. Applicazione del larvicida solo in caso di superamento della soglia critica (5 frutti bacati/1000). Intervenire con un larvicida solamente al superamento della soglia critica (frutti bacati/1000 controllati): - 5/1000 giugno - 8/1000 luglio - 10/1000 agosto Tab. 6: Strategie di difesa in appezzamenti COPERTI dalla confusione ELEVATO RISCHIO BASSO RISCHIO I generazione II generazione I generazione II generazione CONFUSIONE SESSUALE Applicazione dell ovicida (Chitino-inibitore o MAC) su indicazione del modello previsionale prima dell ovideposizione oppure di un ovo-larvicida ad ovideposizione avviata oppure del virus ad inizio schiusura uova. Applicazione del larvicida solo in caso di superamento della soglia critica (5 frutti bacati/1000). Applicazione di larvicidi sulla base dei controlli, e precisamente al superamento della soglia critica (frutti bacati/1000 controllati): - 5/1000 giugno - 8/1000 luglio - 10/1000 agosto Applicazione dell ovicida (Chitino-inibitore o MAC) alla segnalazione da parte del modello previsionale prima dell ovideposizione oppure del virus ad inizio schiusura uova. Nel caso la confusione sia applicata già da più anni questo intervento può essere evitato. Non dovrebbero essere richieste altre applicazioni salvo superamento della soglia (10 frutti bacati su 1000 controllati in agosto). 42

13 legenda tabella n. 6: - situazione ad elevato rischio; elevata pressione del fitofago con danni alla raccolta l anno precedente superiori al 2%. - Situazione a medio rischio; scarsa pressione del fitofago con danni alla raccolta tra 0.5-2%. - Situazione a basso rischio; scarsa pressione del fitofago con danni alla raccolta inferiori al 0.5 %. E da segnalare che nelle annate più calde il carpofago può svolgere una III generazione, in tal caso valgono le medesime indicazioni della II generazione. Tab. 7:Agrofarmaci da impiegare nella strategia di difesa da Carpocapsa Famiglia Principio attivo Prodotti Chitino - inibitori MAC acceleratori della muta flufenoxuron** diflubenzuron metossifenozide Agrimix Flufen 50 DC ecc Dimilin ecc Prodigy, Intrepid Dose cc/hl Carenza (gg) tebufenozide Mimic ecc Epoca di applicazione Solo I generazione ad inizio ovideposizione Prima dell ovideposizione in I o in II generazione Inizio ovideposizione in I o in II generazione Gruppo RRM clorantraniliprole Coragen Neonicotinoidi thiacloprid Calypso Inizio ovideposizione in I o in II generazione Schiusura uova larve giovani di I e II generazione Fosforganici clorpirifos etile fosmet clorpirifos metile Dursban 75 WG ecc Spada WDG ecc Cleaner 22 ecc Su larve giovani di I/II generazione Su larve giovani di I/II generazione. Attenzione: verificare la registrazione su carpocapsa in etichetta. Avermectine emamectina benzoato Affirm Fenossiderivati etofenprox Trebon Up ecc 50 7 Su larve giovani di I/II generazione spinosad Laser ecc 30 7 Bio-insetticidi granulosis virus Madex ecc **utilizzo consentito fino al 31/12/2012 Su larve giovani di II generazione Schiusura uova in I generazione 43

14 ATTIVITÀ DEI PRODOTTI Tab.8 Lepidotteri controllati dai principi attivi impiegati contro la Carpocapsa Principio Attivo Carpocapsa Ricamatori Cemiostoma Litocollete diflubenzuron +/ flufenoxuron clorantraniliprole** ++/+++ - (++) - emamectina benzoato** ++/+++ - (++) - tebufenozide thiacloprid /++ metossifenozide +/ clorpirifos etile ++/+++ ++/ clorpirifos metil +/++ ++/ fosmet +/++ +/ etofenprox +/ spinosad /++ - granulosis virus Questi giudizi scaturiscono dalle esperienze CReSO di questi ultimi anni **l efficacia di questi p.a. su ricamatori e fillominatori è in corso di valutazione LEGENDA: Attività del prodotto: - (insufficiente) + (debole) ++ (media) +++ (buona) CONTROLLI E MONITORAGGI Con l elevata diffusione del metodo della confusione sessuale i controlli in campo hanno assunto una rilevanza determinante al fine di comprendere la reale situazione nel proprio appezzamento. I controlli visivi vanno realizzati a partire dal mese di giugno (epoca diradamento manuale) e proseguiti fino alla raccolta. Lo scopo di questi campionamenti è di individuare il numero di frutti bacati su almeno 1000 frutti controllati. Si dovranno considerare sia i frutti presenti nella parte bassa che nella parte alta della pianta, osservando attentamente soprattutto i frutti che sono a contatto tra di loro. Al superamento delle soglie indicate nella tabella sottostante, si dovrà intervenire con un prodotto larvicida. Se alla raccolta viene superata la soglia, l anno successivo si dovrà applicare una strategia di lotta ad Elevato rischio. Tab. 9: Soglie di intervento SOGLIA PERIODO > del 0.5% (> 5 frutti/1000) GIUGNO > del 0.8% (> 8 frutti/1000) LUGLIO > del 1% (> 10 frutti/1000) AGOSTO > del 2% (> 20 frutti/1000) ALLA RACCOLTA 44

15 Monitoraggio con le trappole Le catture segnalate dalle trappole offrono sia al tecnico sia al frutticoltore un indicazione di massima relativamente all entità della popolazione di carpocapsa presente in quel meleto. Vanno posizionate in punti strategici ed installate nella parte alta delle piante onde evitare una non significatività del dato. Sono disponibili sul mercato trappole a feromoni (impiegabili in appezzamenti non in confusione) oppure di tipo misto con feromone e cairomone (impiegabili in appezzamenti in confusione). Quest ultime garantiscono effettivamente un risultato migliore rispetto alla classiche a feromone anche se al momento non è ancora stata definita una soglia ben definita d intervento. Fig. 8 Galleria di carpocapsa Fig. 9 Larva e galleria IL METODO ALT CARPO PER LA DIFESA DALLA CARPOCAPSA Il metodo Alt Carpo consiste in un sistema di protezione basato sull impiego di reti anti-insetto. E stato ideato nel 2005 da Guilhem Sévérac (Chambre d Agriculture de Vaucluse) e Lionel Romet (Groupe de Recherche en Agriculture Biologique) per i frutteti a conduzione biologica, e la validità del metodo è stata tale da estendersi rapidamente anche agli impianti a difesa integrata, interessando già nel 2009 oltre 250 ettari. E stato infatti dimostrato che le reti presentano l interessante effetto collaterale di riduzione delle popolazioni di Fig. 10 Sistema Alt Carpo monofilare (archivio Sévérac) C. pomonella, grazie sia all effetto barriera sia al disturbo arrecato dalla rete nella fase precedente l accoppiamento. La tecnica è stata sviluppata in due sistemi: la chiusura di ogni singola fila, nel sistema detto mono-filare (fig.10) o la chiusura dell intero impianto mediante una rete piana in alto e delle pareti ai lati dell impianto per il sistema detto mono-parcellare o mono-blocco (fig. 11). Il sistema monoparcellare può essere realizzato con un corridoio tutt intorno all impianto atto a creare una sorta di serra, in cui le macchine operatrici possono circolare liberamente, oppure mediante una più semplice chiusura direttamente in capezzagna e ai lati. In entrambi i casi, la rete idonea dovrà avere una maglia di 2,2 x 5,4 mm, leggermente più fine della tradizionale rete antigrandine. 45

16 La maggior parte delle conferme sperimentali sull efficacia del metodo riguardano il sistema mono-filare, il quale in molti casi ha permesso, anche in assenza di confusione sessuale, di eliminare ogni intervento fitosanitario, sia biologico che di sintesi. Il sistema mono-parcellare ha visto in Francia minore diffusione, ma è sicuramente il più interessante e il più facilmente applicabile in Piemonte, ove la copertura antigrandine è ampiamente diffusa. Le sperimentazioni portate avanti dal CReSO Fig. 11 Sistema Alt Carpo monoparcellare in collaborazione con il DIVAPRA, Università di Torino hanno dimostrato che il sistema Alt Carpo mono-parcellare è efficace nel controllo della carpocapsa e permette, anche in assenza di confusione sessuale, di ridurre sensibilmente il numero degli interventi chimici necessari per il controllo di questo lepidottero. Sembra inoltre essere un mezzo efficace anche per il contenimento di Cydia molesta, nonostante le ridotte dimensioni del fitofago e probabilmente anche di Ostrinia nubilalis. CONSIGLI PRATICI E raccomandabile adottare il sistema ad elastici o comunque un sistema che limiti la creazione di aperture tra un punto d attacco e l altro; E necessaria una copertura antigrandine in ottimo stato, senza lacerazioni nella rete, preferendo nel caso di un nuovo impianto una maglia 2,2 x 5,4 mm; Fondamentale realizzare la chiusura Alt Carpo ad inizio stagione, subito dopo la fioritura; E consigliabile effettuare, in particolare nel primo anno di adozione del sistema, un trattamento abbattente a inizio stagione in modo da eliminare la popolazione svernante presente nell appezzamento. Necessario un attento monitoraggio dell appezzamento; L applicazione del sistema Alt Carpo comporta un aggravio di costo nella realizzazione dell impianto (rispetto al normale impianto antigrandine) pari a circa /ha: tuttavia non essendo necessaria l adozione della confusione sessuale sarà possibile ottenere un risparmio annuo di circa 250 /ha oltre alla drastica riduzione d interventi chimici. 46

17 Vorrei un insetticida rapido ed efficace sui Lepidotteri dannosi! Cerco la sicurezza di poter vendere su tutti i mercati! Tranquilli, c è Affirm! Syngenta è uno dei principali attori dell agro-industria mondiale. Il gruppo impiega più di persone in oltre 90 paesi che operano con un unico proposito: sviluppare il potenziale delle piante al servizio della vita. Agrofarmaco autorizzato dal Ministero della Salute, a base di Emamectina benzoato 0,95%. N di registrazione Leggere attentamente le istruzioni. Marchio registrato di una società del Gruppo Syngenta. 47

18 I RICAMATORI DEL MELO I ricamatori dei fruttiferi, appartenenti alla famiglia dei tortricidi, sono caratterizzati dal presentare un elevata polifagia tanto da interessare un po tutte le specie frutticole. Il danno che provocano è la tipica erosione superficiale dei frutti. Inoltre, possono dare origine a forature di fiori, germogli e foglie, il tutto tipicamente accompagnato dall unione delle parti colpiti mediante fili di seta. Fig. 12 Danno da Eulia su frutti EULIA (Argyrotaenia pulchellanea) Si tratta di un lepidottero molto polifago che attacca melo e actinidia ma recentemente sono stati osservati danni anche su pesco e susino. In Piemonte l Eulia compie 3 generazioni l anno; la seconda (larve attive verso metà - fine giugno) e la terza generazione (larve attive da settembre a ottobre) sono quelle in grado di arrecare i danni maggiori. Gli attacchi di Eulia sono favoriti dalla presenza di foglie molto vicine ai frutti oppure l esistenza di frutti aggregati. I frutteti più a rischio d attacco sono quelli confinanti con colture cerealicole e foraggere. Durante le fasi di trebbiatura e sfalcio di tali specie, la popolazione del fitofago tende a spostarsi nel frutteto confinante colonizzando gradualmente prima le zone perimetrali per poi arrivare, nei casi più gravi, ad interessare tutto l appezzamento. Strategie di difesa La difesa da questo insetto necessita innanzitutto di un attento monitoraggio con trappole a feromoni (carico feromonale 62.5 µg) e controlli visivi aventi lo scopo di evidenziare le diverse fenofasi (uova e larve). La lotta a Eulia non è generalizzabile a tutti i frutteti ma a quelli storicamente interessati dal problema. La strategia di difesa chimica, va realizzata appena accertata la presenza in campo di ovature o larve di I e II generazione impiegando insetticidi ovo-larvicidi e larvicidi. Tab. 10: Agrofarmaci da impiegare nella strategia di difesa dall Eulia Ovo - larvicida Principio attivo Prodotti Dose cc/hl Carenza (gg) metossifenozide Prodigy, Intrepid tebufenozide Mimic ecc clorantraniliprole Coragen clorpirifos metile Reldan 22, ecc Epoca di applicazione I e II generazione ad inizio ovideposizione. Larvicidi indoxacarb Steward 16,5 7 emamectina benzoato Affirm spinosad Laser ecc 30 7 bacillus thuringensis vari Su larve giovani di I, II e III generazione. 48

19 Per quanto riguarda il metodo della confusione sessuale al momento è disponibile il solo modello Isomate C LR (Shin-etsu). Di seguito è riportata una tabella con le sue caratteristiche d impiego; si ricorda di porre attenzione alla durata più limitata del feromone per quanto riguarda la Cydia pomonella (105 gg). Tab. 11: Modello di erogatore disponibile per Eulia Tipo Durata* (gg) Ha g.ta ha N erogatori Costo ( ) Fitofago erogatori g.ta Epoca applicazione SHIN-ETSU Isomate C LR Cydia pomonella + Ricamatori Prima dell inizio I generazione I FILLOMINATORI DEL MELO Dopo una relativa pausa di una decina di anni, i fillominatori hanno fatto la loro ricomparsa in alcuni meleti e tale situazione impone una rinnovata vigilanza per il verificarsi di danni alle produzioni. Di seguito si da una descrizione del principale micro lepidottero che nel 2011 ha interessato diversi meleti nell areale frutticolo piemontese. CEMIOSTOMA (Leucoptera malifoliella) Questo insetto compie generalmente 4 generazioni all anno. Sverna come crisalide dentro bozzoli presenti nelle screpolature dei rami e del tronco. Il primo volo si verifica tra la metà di aprile e la metà di maggio, il secondo alla fine di giugno, il terzo fine di luglio e il quarto a fine agosto. Il danno consiste in una mina elicoidale che la larva origina sulla pagina superiore della foglia (diametro cm). Le foglie più colpite diventano prima clorotiche e poi cadono. Sui frutti non si osservano danni diretti anche se in caso di infestazioni gravi la presenza di crisalidi nella cavità calicina e/o peduncolare causa un deprezzamento del prodotto in quanto viene preclusa la commercializzazione. Fig. 13 Mine di cemiostoma su foglie Strategie di difesa La difesa contro il cemiostoma va realizzata sulla prima generazione appena accertata la presenza delle ovature. Pertanto, oltre al monitoraggio del volo dell insetto sono necessari puntuali sopralluoghi in campo che permettano di evidenziare la presenza delle uova (I gen). Il trattamento abbattente d inizio stagione, nel Fig. 14 Crisalidi di cemiostoma 49

20 caso di elevata presenza di crisalidi sul tronco, è fondamentale per ridurre da subito l entità della popolazione in campo. Se si trascura la profilassi iniziale aumenta la probabilità di osservare danni in estate. Se in un meleto si verifica un attacco da cemiostoma, da esperienze acquisite, risultano vani i tentativi di lotta curativi. Tab. 12: Agrofarmaci da impiegare nella strategia di difesa del cemiostoma Principio attivo Prodotti Dose cc/hl Carenza (gg) Epoca di applicazione Chitino - inibitori flufenoxuron** Agrimix Flufen 50 DC ecc diflubenzuron Dimilin ecc I generazione ad inizio ovideposizione. Gruppo RRM clorantraniliprole Coragen acetamiprid Epik Neonicotinoidi imidacloprid Confidor 200 O - TEQ ecc A schiusura uova della I generazione thiametoxan Actara 25 wg ecc Avermectine emamectina benzoato Affirm Bio-insetticidi spinosad Laser ecc 30 7 Sulle larve di I e II generazione **utilizzo consentito fino al 31/12/

21 51

22 ERBICIDA EC Spollonante, erbicida, disseccante I PM Solutions Basamid Granulat Disinfestante del terreno per il controllo di nematodi, funghi, malerbe ed insetti terricoli. I PM Solutions INSETTICIDA INSETTICIDA Feromone per la confusione sessuale di Cydia pomonella I PM Solutions INSETTICIDA INSETTICIDA Insetticida larvicida selettivo I PM Solutions Insetticida biologico di nuova generazione I PM Solutions Abbinare prodotti di sintesi a prodotti naturali o biologici, offrendo servizio a supporto delle nostre soluzioni. Questo significa IPM e questo è Certis. Elevata efficacia, ridotto impatto ambientale e minori costi. Insetticida biologico per la lotta alla Carpocapsa (Cydia pomonella) FUNGICIDA I PM Solutions Fungicida a base di rame idrossido I PM Solutions I P M S o l u t i o n s 52 I P M S o l u t i o n s Certis Europe B.V. Filiale Italiana Viale J.M.E. De Balaguer, Saronno (VA) Tel info@certiseurope.it -

23 LEPIDOTTERI SECONDARI CHE ATTACCANO IL MELO PIRALIDE (Ostrinia nubilalis) Questo lepidottero, che colpisce in primis mais e altre orticole, utilizza il melo ed altri fruttiferi come ospite secondario. Gli attacchi su melo si osservano quando l ospite primario per eccellenza, il mais, completa la sua maturazione e non sono più a disposizione per le larve dell insetto tessuti vegetali appetibili. Verso la fine di luglio inizio agosto le trappole a cono di rete posizionate nei meleti iniziano a catturare i primi individui e verso la metà di agosto si osserva generalmente il picco del volo. Come per il mais, sono le larve le responsabili del danno Fig. 15 Larva di piralide in quanto penetrano attivamente nel frutto compromettendolo completamente. La larva di piralide è scura, di dimensioni maggiori rispetto a quelle di carpocapsa e Cydia molesta, e molto vorace. Le cause predisponenti ad attacchi da piralide, oltre alla presenza di mais nelle vicinanze, risulta la presenza di piante infestanti nell appezzamento come il giavone (Echinocloa crus-galli); pertanto, si raccomanda di tenere pulito il più possibile i filari e le capezzagne dalle infestanti. Strategie di difesa La difesa contro questo lepidottero va attuata in modo particolare nelle zone a vocazione maidicola (saviglianese, fossanese) dove la presenza dell ospite primario risulta favorire attacchi secondari su melo. Si segnala altresì che negli ultimi anni sono stati osservati danni anche in areali esclusivamente frutticoli. Per questa ragione è necessario un attento monitoraggio del volo dell insetto in tutte le zone attraverso l ausilio di trappole a cono di rete. La strategia di difesa, limitatamente agli appezzamenti storicamente colpiti, consiste nell esecuzione di un trattamento larvicida eseguito al raggiungimento del picco del volo (agosto). Le sostanze attive a disposizione sono l indoxacarb e il clorantraniliprole. In caso di condizioni estremamente favorevoli allo sviluppo dell insetto, caldo di fine stagione associato alla maturazione completa del granoturco, è consigliabile ripetere l intervento tenendo conto delle limitazioni derivanti dall imminente raccolta delle cv estive. SESIA (Synanthedon myopaeformis) Si tratta di un lepidottero xilofago le cui larve colpiscono la parte basale del tronco, in corrispondenza del punto d innesto, e secondariamente le branche. Il danno che si osserva in campo consiste nella formazione di gallerie sottocorticali che danneggiano il tessuto vascolare della pianta. La sesia compie una sola generazione all anno e sverna allo stato di larva all interno delle gallerie sottocorticali. Le larve svernanti riprendono l attività trofica tra fine aprile e inizio maggio, s incrisalidano e, da metà maggio in poi si hanno i voli. Fig. 16 Galleria e rosura di sesia 53

24 Strategie di difesa La difesa contro questo xilofago non risulta certo agevole. Occorre monitorare il volo dell insetto e controllare la base delle piante al fine di individuare eventuali rosure e gallerie. Negli ultimi anni è stato osservato che le piante appena messe a dimora sono particolarmente sensibili agli attacchi da sesia, di frequente provenienza vivaistica. La strategia di difesa consiste nell esecuzione di un trattamento localizzato alla base del tronco, con clorpirifos etile + olio estivo (1l/hl), a seguito del picco del volo di giugno. Infatti, sulla base delle esperienze maturate, è stato osservato che un aumento delle catture in giugno è seguito dall ovideposizione e successiva comparsa di larve. Quest ultime, se adeguatamente controllate, riducono l entità della popolazione presente limitando ulteriori nuovi attacchi. Oltre alla difesa chimica è possibile procedere con una lotta di tipo meccanico andando ad eliminare le larve presenti alla base delle piante. PRINCIPALI AFIDI DEL MELO Questi insetti giocano un ruolo molto importante nella difesa del melo in quanto alcune specie sono in grado di provocare gravi danni alla produzione. Per il controllo degli afidi del melo è necessario associare alla lotta chimica un attenta gestione agronomica finalizzata a contenere il vigore della pianta. Molto spesso sono impiegate sostanze attive appartenenti alla famiglia dei neonicotinoidi, i quali, devono essere usati oculatamente a causa del loro impatto sui pronobi e per il rischio di Fig. 17 Colonia di afide grigio su foglia sviluppare popolazioni resistenti. Per tale ragione si consiglia di evitare il loro impiego nel periodo precedente la fioritura, preferendo piuttosto flonicamid o, fra i neonicotinoidi acetamiprid. Gli altri neonicotinoidi potranno eventualmente essere utilizzati dopo fioritura. AFIDE GRIGIO (Dysaphis plantaginea) Questo afide risulta sicuramente il più pericoloso per il melo. svolge un ciclo dioico in parte sul melo (ospite primario) e in parte sulle erbe del genere Plantago (ospite secondario). Lo svernamento avviene attraverso uova durevoli deposte sui rami dell anno. Nel corso della stagione si possono avere da 3 a 8 generazioni partenogenetiche. Dalla terza generazione si sviluppano le forme alate che migrano sull ospite secondario. Colpisce giovani germogli, foglie e giovani frutti. In campo si osserva l accartocciamento e l ingiallimento delle foglie dei giovani germogli con successiva filloptosi anticipata. I frutticini, nella fase di allegagione, a causa delle punture dell afide rimangono deformati e crescono irregolarmente. La melata emessa dagli insetti imbratta sia la vegetazione sia i frutti. 54 Strategie di difesa La lotta contro l afide grigio del melo è generalmente realizzata con 2 trattamenti mirati. Il primo, in pre fioritura, utilizzando una delle seguenti sostanze attive: pirimicarb, flonicamid o tau fluvalinate (quest ultimo p.a. svolge un azione collaterale contro i ricamatori del melo). Il secondo, in post fioritura, utilizzando i p.a. precedentemente citati o un neonicotinoide (imidacloprid, thiametoxan, acetamiprid, clotianidin) altresì attivo nei confronti dei fillominatori. Per la campagna 2012 è stato introdotto un nuovo insetticida per la lotta contro gli afidi da impiegarsi nel periodo post fiorale: lo spirotetramat. Quest ultimo dovrà essere limitato ad 1 trattamento all anno indipendentemente dall avversità.

25 Tab. 13: Sostanze attive contro l afide grigio piretroidi Principio attivo fluvalinate Formulato commerciale Klartan 20 ew ecc Dose g-ml/hl g/ha Carenza - Limitazioni e note Al massimo 1 trattamento all anno e solo in pre fioritura pyridinecarboxamide flonicamid Teppeki ecc g/ha 21 Max 2 trattamenti all anno indipendentemente dall avversità (1 solo contro l afide grigio) azoto - organici pirimicarb Pirimor neonicotinoidi ketoenoli BIO - insetticidi clothianidin Dantop 50 wg imidacloprid thiametoxan Confidor 200 O-TEQ ecc Actara 25 wg g/ha 14 acetamiprid Epik spirotetramat azadiractina + olio minerale Movento 48 sc Neemezal T/S Prodotti in alternativa tra loro, al max 2 trattamenti all anno indipendentemente dall avversità, 1 solo nel caso si utilizzi thiacloprid Max 1 trattamento all anno indipendentemente dall avversità e dopo la fioritura vari AFIDE LANIGERO (Eriosoma lanigerum) L afide lanigero è una specie che vive solo su melo dove compie dalle 12 alle 20 generazioni all anno. Sverna come neanide di diversa età nella zona del colletto e anche tra le screpolature della corteccia del tronco. Le infestazioni estive avvengono a carico delle forme alate che diffondono l infezione in tutto il meleto. Colpisce i rami dove causa la formazione di cancri da afide lanigero è la presenza sulla vegetazione di una sostanza cerosa di colore bianco che viene secreta dallo stesso afide per proteggersi. Strategie di difesa Non esistono al momento prodotti ad azione specifica. La profilassi contro l afide lanigero va portata avanti innanzitutto attraverso accorgimenti agronomici che limitino le condizioni favorenti la presenza dell insetto: un elevato ombreggiamento. Si consiglia quindi di limitare le concimazioni azotate favorenti la spinta vegetativa delle piante. In caso di gravi infestazioni, dove non sia presente il limitatore naturale di questo afide, l Aphelinus mali, si consiglia di eseguire 1 trattamento con il p.a.: thiametoxan. Nel 2012 sarà possibile Fig. 18 Cancro da afide lanigero Fig. 19 Infestazione di afide lanigero su una branca 55

26 utilizzare il p.a. spirotetramat di recente introduzione. Si ricorda inoltre che eventuali trattamenti contro carpocapsa e/o ricamatori con clorpirifos metile hanno un effetto collaterale nei confronti del lanigero. COCCINIGLIA DEL MELO LA COCCINIGLIA DI S. JOSE (Comstockaspis perniciosa) Tra le cocciniglie presenti nel nostro territorio la cocciniglia di S. Josè risulta quella che attacca principalmente il melo. Sverna come neanide di seconda età e compie generalmente 2 generazioni complete all anno, più una terza che porta l insetto nella fase di svernamento. La migrazione delle neanidi avviene in 3 periodi ben distinti: fine maggio, fine luglio, fine settembre. In queste fasi è possibile effettuare interventi integrativi in quanto l insetto presenta la massima sensibilità dell intervento. Per quanto riguarda la sintomatologia si notano sui rami di più anni degli scudetti di colore grigio e colore marroncino e la zona sottocorticale delle parti colpite presenta una tipica colorazione rossastra. Possono anche essere colpiti i frutti dove si osservano macchie rosse localizzate in corrispondenza dell insediamento delle neanidi. Attacchi di questo rincote causano il deperimento e il disseccamento d intere branche e l incommerciabilità dei frutti. Strategie di difesa La lotta contro la cocciniglia di S.Josè è realizzata nelle prime fasi della stagione tra l ingrossamento delle gemme e la comparsa dei mazzetti affioranti secondo quanto indicato in tabella: Tab. 14: Sostanze attive contro la cocciniglia di S. Josè Fig. 20 Frutto colpito da cocciniglia di S. Josè Stadio fenologico P.a. Dose Prodotto cc/hl L - kg/ha Attività collaterale ingrossamento gemme rottura gemme olio minerale + zolfo** Polithiol Uova di acari + oidio rottura gemme punte verdi olio minerale vari Uova di acari polisolfuro di calcio Polisenio ecc oidio mazzetti affioranti bottoni rosa pyriproxyfen*** Juvinal 10 EC ecc 0.04 (acqua distribuita 8 hl/ha) **il trattamento con olio + zolfo (Polithiol) va eseguito prima dell emissione degli abbozzi fogliari in quanto dopo risulta fitotossico ***pyriproxyfen può essere impiegato solo prima della fioritura 56

27 Nel corso della stagione non sono necessari ulteriori trattamenti se non in caso di gravi infestazioni, dove, si consiglia d intervenire al momento della migrazione delle neanidi utilizzando un fosforato oppure lo spirotetramat di recente introduzione. PRINCIPALI ACARI DEL MELO RAGNETTO ROSSO (Panonychus ulmi) Questo acaro attacca melo, pero, pesco. La femmina è di colore rosso, di forma ovale e presenta sul dorso numerose setole di colore bianco. Il maschio è più piccolo e di colore verde. Sverna come uova deposte tra le screpolature della corteccia o in corrispondenza delle gemme. I primi caldi primaverili (maggio) favoriscono la ripresa del ragnetto il quale può compiere dalle 6 alle 9 generazioni all anno. I sintomi si manifestano sulle foglie, le quali, a seguito delle punture di nutrizione assumono colorazioni argentee grigio/bronzee. Anche i frutti possono essere colpiti con conseguenti deficienze di colore e ritardo nella maturazione. Le piante con Fig. 21 Germoglio colpito da ragnetto rosso grosse infestazioni risultano debilitate e si hanno ulteriori effetti negativi sulla maturazione delle gemme a fiore con una loro significativa riduzione. Strategie di difesa La difesa contro questo acaro deve essere ragionata con molta attenzione in quanto dalle numerose esperienze maturate nel nostro areale è noto che l utilizzo di acaricidi non è risolutivo e non di rado l azione dell artropodofauna utile è sufficiente a controllare il fitofago. I predatori naturali di questo acaro: fitoseidi (Ambliseius andersoni), coccinellidi (genere Stethorus) e ditteri sirfidi giocano un ruolo fondamentale nel suo contenimento. Di primaria importanza risulta la valutazione del numero di fitoseidi presenti per foglia. Infatti, in Fig. 22 Fitoseide (Ambliseius andersoni) caso di un rapporto acari dannosi: fitoseidi inferiore a 10:1 non risulta necessario intervenire chimicamente! Se sono presenti fitoseidi, un eventuale trattamento acaricida azzererà la loro presenza minando totalmente l equilibrio fitoseidi/acari. Prima di ricorrere all impiego di acaricidi risulta sempre consigliabile eseguire una serie di lavaggi che tendano ad devitalizzare i ragni presenti senza intaccare la popolazione dei predatori. Inoltre, in caso d infestazioni di ragno rosso, è buona norma procedere con un lancio di fitoseidi prelevandoli dai frutteti dove questi sono numerosi: l operazione consiste nel taglio di succhioni con fitoseidi nel frutteto donatore e nella successiva collocazione sulle piante nel frutteto infestato da ragno rosso. In quei casi in cui non sono presenti fitoseidi e l infestazione è davvero importante si consiglia di eseguire un trattamento acaricida con una delle sostanze attive presenti nella seguente tabella. 57

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