L analisi di bilancio

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1 L analisi di bilancio Il bilancio per non addetti Confindustria Ancona 10/06/2014 Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 1

2 L analisi di bilancio (1) La valutazione delle performances di un impresa inizia sempre con un esame dei dati storici e delle informazioni contenute nei bilanci aziendali stato patrimoniale conto economico nota integrativa Sono i documenti che abbiamo a disposizione attraverso cui è possibile impostare un esame dell equilibrio patrimoniale, economico e finanziario dell azienda. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 2

3 L analisi di bilancio (2) I dati contenuti nello stato patrimoniale e nel conto economico la traduzione numerica delle scelte strategiche dell impresa. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 3

4 L analisi bilancio (3) Il bilancio è una ricca fonte informativa per procedere ad analisi volte alla valutazione: della gestione aziendale e dei risultati da essa prodotti in termini reddituali e finanziari. Il bilancio nella forma prescritta dalla legge non è però sufficiente E necessaria la riclassificazione del conto economico e dello stato patrimoniale Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 4

5 L analisi di bilancio (4) I dati di bilancio vengono riaggregati per determinare una serie di risultati intermedi confronto nel tempo (dati tratti da più bilanci della stessa impresa) nello spazio (dati relativi a imprese diverse). Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 5

6 L analisi di bilancio (5) Attraverso la riclassificazione dei bilanci (e la costruzione di opportuni indici) si procede ad accertare: Solidità patrimoniale Redditività Liquidità efficienza Composizione equilibrata delle fonti (passivo patrimoniale) rispetto agli impieghi (attivo patrimoniale) Capacità dell azienda di remunerare adeguatamente i fattori della produzione utilizzati nella gestione Capacità dell azienda di far fronte con le sue forze agli impegni presi con finanziatori esterni Capacità dell azienda di raggiungere il massimo risultato con i mezzi a sua disposizione Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 6

7 L analisi di bilancio (6) E conveniente procedere nel modo seguente: 1. Leggere attentamente il bilancio di esercizio e cercare, in nota integrativa, quali sono stati i criteri seguiti nella sua costruzione Fasi dell analisi 2. Procedere alla riclassificazione dello stato patrimoniale e del conto economico 3. Costruzione degli indici di bilancio 4. Interpretazione degli indici di bilancio Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 7

8 L analisi di bilancio (8) Valutazione degli indici Non limitarsi a confrontare il valore dell indice di bilancio con quello che dovrebbe essere il suo valore ideale teorico. Gli indici, prima di tutto, vanno sempre confrontati con quelli degli anni precedenti e con quelli delle imprese concorrenti Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 8

9 L analisi di bilancio (9) Analisi statica: analizza un solo bilancio: è di scarsa utilità Tipi di analisi Analisi dinamica: analizza le variazioni dei dati nel tempo e nello spazio Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 9

10 L analisi di bilancio (10) Stato patrimoniale al Stato patrimoniale al Attivo Clienti 500 Attivo Clienti 800 Conto economico Vendite L analisi statica dell anno 2011 porta 2 informazioni: 1. Vendite Clienti 800 L analisi dinamica dell anno 2011 porta 4 informazioni: 1. Vendite Clienti Aumento dei crediti verso clienti = 300 ( ) 4. Entrate della gestione commerciale = ( ) Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 10

11 La riclassificazione del conto economico Gli schemi di riclassificazione Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 11

12 La riclassificazione del conto economico (1) Il conto economico riclassificato è lo strumento essenziale per poter valutare la redditività aziendale i componenti di reddito sono riaggregati secondo pertinenza gestionale, evidenziando i risultati intermedi di particolare rilievo La redditività può essere indagata secondo tre diversi profili di analisi riferibili: all attività produttiva; all attività caratteristica; alle attività aziendali diverse da quella caratteristica. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 12

13 La riclassificazione del conto economico (2) Riclassificazione costi ricavi Per destinazione Per natura Variabilità rispetto alla produzione In base all area aziendale che li genera Secondo il titolo di conseguimento Fissi e variabili Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 13

14 La riclassificazione del conto economico (3) Schemi di riclassificazione Costo industriale del venduto A valore aggiunto A costi fissi e variabili I costi e i ricavi sono classificati per destinazione I costi e i ricavi sono classificati per natura I costi e i ricavi sono classificati in fissi e variabili Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 14

15 Riclassificazione del conto economico A fatturato e costo del venduto Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 15

16 Riclassificazione a costo del venduto (1) A fatturato e costo del venduto Evidenzia il contributo delle diverse aree gestionali alla formazione del risultato economico Ricavi netti Costo del venduto Margine industriale lordo Reddito operativo Risultato di competenza Reddito ante gestione straordinaria Reddito ante gestione tributaria Reddito netto dell esercizio Risultati intermedi Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 16

17 Riclassificazione a costo del venduto (2) Le aree di gestione Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 17

18 Riclassificazione a costo del venduto (3) I costi sono riclassificati per destinazione imputati alle aree gestionali di riferimento. A FATTURATO E COSTO DEL VENDUTO E uno schema solitamente utilizzato dalle imprese di trasformazion e industriale, ha minor valore di analisi nei casi di imprese di servizi o commerciali Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 18

19 Riclassificazione a costo del venduto (4) Fatturato - Costo del venduto = RISULTATO LORDO INDUSTRIALE - Costi commerciali e distributivi - Costi amministrativi e generali = RISULTATO OPERATIVO - Oneri finanziari + Proventi finanziari + Proventi delle gestioni accessorie - Costi delle gestioni accessorie = RISULTATO DI COMPETENZA ± Componenti straordinari di reddito = RISULTATO ANTE IMPOSTE - Imposte d esercizio = RISULTATO DI ESERCIZIO + Rimanenze Iniziali + Acquisti di materie prime e semilavorati + Energia + Costo del lavoro + Ammortamento di beni destinati alla produzione + Canoni Leasing di beni destinati alla produzione + Altri costi industriali - Rimanenze finali Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 19

20 Riclassificazione a costo del venduto (5) Il risultato operativo (operating income; oppure Earnings Before Interest and Taxes o EBIT) è l espressione chiave della redditività della gestione corrente o caratteristica. Fornisce una misura dell efficacia della gestione corrente o caratterstica risultati sempre negativi segnalano l incapacità dell azienda di svolgere la propria missione in modo economicamente conveniente. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 20

21 : Riclassificazione a costo del venduto (6) Il risultato operativo mette in evidenza quanta parte dei ricavi, dopo la copertura dei costi della gestione caratteristica, è disponibile per La remunerazione del capitale investito di proprietà di terzi utile interessi Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 21

22 Riclassificazione a costo del venduto (7) risultato operativo positivo: si tratta di un buon segnale perché significa che la gestione caratteristica è in grado di generare risorse. Prima di esprimere giudizi sullo stato di salute dell azienda è però necessario valutare se queste risorse sono sufficientemente capienti per consentire la copertura dei costi Area finanziaria Area straordinaria Area tributaria Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 22

23 Riclassificazione a costo del venduto (8) risultato operativo negativo si tratta di un pessimo segnale perché significa che la gestione caratteristica non è in grado di generare risorse: anzi le assorbe!!! Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 23

24 Riclassificazione a costo del venduto (9) Sommando algebricamente al reddito operativo gli oneri e i proventi finanziari perveniamo al risultato di competenza. gli oneri e i proventi delle gestioni accessorie Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 24

25 Riclassificazione a costo del venduto (10) Dobbiamo a questo punto considerare le componenti straordinarie di reddito e le imposte. che comunque non sono rilevanti come le voci precedenti ai fini dell apprezzamento della redditività aziendale Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 25

26 Riclassificazione a costo del venduto (11) Limiti Difficoltà (specialmente per un analista esterno) di reperire le informazioni necessarie alla sua attendibile compilazione Non è possibile valutare immediatamente la consistenza degli ammortamenti perché sono ripartiti tra le tre aree che compongono la gestione; di conseguenza non è immediatamente determinabile un risultato intermedio analogo al MOL Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 26

27 Riclassificazione del conto economico A produzione e valore aggiunto Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 27

28 La riclassificazione a valore aggiunto (1) I costi sono riclassificati secondo la loro natura e vengono suddivisi tra costi interni ed esterni all azienda. A PRODUZIONE E VALORE AGGIUNTO E il tipico schema di riclassificazione utilizzato quando si dispone esclusivamente di dati di bilancio (civilistico). Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 28

29 La riclassificazione a valore aggiunto (2) Fatturato ± Variazione delle scorte di prodotti finiti e semilavorati + Lavori in economia = PRODUZIONE DELL ESERCIZIO - Acquisti di materie prime e semilavorati - Altri costi di acquisto «esterni» ± Variazione delle scorte di materie prime = VALORE AGGIUNTO - Costo del personale = MARGINE OPERATIVO LORDO - Ammortamenti - Canoni di leasing = RISULTATO OPERATIVO - Oneri finanziari + Proventi finanziari + Proventi delle gestioni accessorie - Costi delle gestioni accessorie = RISULTATO DI COMPETENZA ± Componenti straordinari di reddito = RISULTATO ANTE IMPOSTE - Imposte d esercizio = RISULTATO DI ESERCIZIO Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 29

30 La riclassificazione a valore aggiunto (3) Il valore aggiunto misura quanta parte dell intera produzione è imputabile all attività svolta internamente. E l indicatore che permette di rispondere alla domanda: data la materia prima (o semilavorata) e le altre condizioni produttive acquistate all esterno, quanto valore l impresa aggiunge ad esse tramite il suo operato? Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 30

31 La riclassificazione a valore aggiunto (4) Sottraendo al valore aggiunto tutte le componenti di costo riconducibili al personale ( costo del lavoro, oneri sociali, accantonamenti Tfr e spese assicurative, ecc.) si ottiene il margine operativo lordo (MOL). Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 31

32 La riclassificazione a valore aggiunto (5) Il margine operativo lordo (anche definito Earnings Before Interest Taxes Depreciation ad Amortization, EBITDA) può essere interpretato in due modi, entrambi utili alla comprensione della redditività aziendale: Come differenza tra ricavi e costi monetari legati alla sequenza acquisizione trasformazione e vendita Come margine disponibile per il reintegro del capitale fisico consumato nella produzione, per la remunerazione del capitale finanziario nonché per il pagamento delle imposte. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 32

33 La riclassificazione a valore aggiunto (6) Il margine operativo lordo è caratterizzato dal fatto che esclude dai costi gli ammortamenti ed altri accantonamenti (es. accantonamenti a fondo rischi). Questo risultato intermedio non è inquinato dalle diverse politiche che l azienda può seguire in materia di ammortamenti e accantonamenti. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 33

34 La riclassificazione a valore aggiunto (7) Se al margine operativo lordo si sottraggono le quote di ammortamento e gli accantonamenti si ottiene ancora una volta il reddito operativo. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 34

35 Riclassificazione del conto economico A costi fissi e variabili Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 35

36 La riclassificazione a costi fissi e variabili(1) Questo schema di riclassificazione è un ottimo strumento per lo studio della redditività aziendale. Permette di determinare un informazione di fondamentale importanza nelle scelte di pianificazione e programmazione della gestione: il margine di contribuzione. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 36

37 La riclassificazione a costi fissi e variabili(2) Il margine di contribuzione E la differenza tra il valore della produzione ed i costi variabili sostenuti per generarla. Rappresenta le risorse che rimangono a disposizione dell azienda per la copertura dei costi fissi dopo aver sostenuto i costi variabili. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 37

38 La riclassificazione a costi fissi e variabili(3) Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 38

39 La riclassificazione a costi fissi e Vantaggi variabili(4) È uno strumento molto utile perché rende possibile la previsione delle quantità da produrre per raggiungere il punto di pareggio Limiti È difficile classificare i costi in fissi e variabili Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 39

40 Riclassificazione dello stato patrimoniale Gli schemi di riclassificazione Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 40

41 La riclassificazione dello stato patrimoniale (1) Lo Stato Patrimoniale indica in sintesi il patrimonio in dotazione all azienda (Stato Patrimoniale Attivo Impieghi) ed i mezzi utilizzati per sostenerlo (Stato Patrimoniale Passivo Fonti). Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 41

42 La riclassificazione dello stato patrimoniale (2) Le riclassificazioni dello Stato Patrimoniale solitamente sono di due tipi: Riclassificazione finanziaria Riclassificazione gestionale/funzionale Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 42

43 Riclassificazione dello stato patrimoniale La riclassificazione finanziaria Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 43

44 La riclassificazione finanziaria (1) Si basa sul criterio della liquidità/esigibilità: discrimina l aggregazione dei valori patrimoniali sulla base del tempo di conversione in moneta: attivo liquidità decrescente; passivo esigibilità decrescente consente di accertare l esistenza di equilibrio finanziario (corrispondenza tra le scadenze temporali di investimenti e finanziamenti) permette di condurre analisi semplici e snelle, di costruire quozienti di bilancio offre valide indicazioni per studi di tipo statico. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 44

45 La riclassificazione finanziaria (2) Questa riclassificazione ha lo scopo di riordinare le principali voci di patrimonio secondo un criterio temporale che: per l attivo è la rapidità di trasformarsi in liquidità per il passivo la velocità di estinzione. Il discrimine temporale è individuato dal periodo di 12 mesi: ogni attività o passività che si trasforma/estingue entro 12 mesi viene definita a breve o corrente, mentre oltre i 12 mesi viene definita differita o consolidata. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 45

46 La riclassificazione finanziaria (10) Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 46

47 La riclassificazione finanziaria (11) Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 47

48 La riclassificazione finanziaria (12) Pregi: Le analisi sono semplici e snelle e consentono utili raffronti con altre realtà data la loro popolarità presso gli analisti finanziari È utile soprattutto quando l analista è esterno Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 48

49 Riclassificazione dello stato patrimoniale La riclassificazione gestionale /funzionale Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 49

50 La riclassificazione gestionale (1) Riclassifica per aree funzionali, isolando le poste afferenti la gestione caratteristica dalle altre aree gestionali: investimenti/disinvestimenti; finanziamenti/rimborsi; gestioni accessorie. presta particolare attenzione al ciclo caratteristico che può essere suddiviso in tre fasi: acquisto - trasformazione-vendita. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 50

51 La riclassificazione gestionale (2) Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 51

52 La riclassificazione gestionale (3) Gli Impieghi sono riallocati secondo il loro utilizzo, se impiegati nell attività principale faranno parte degli investimenti caratteristici mentre per differenza tutti gli altri faranno parte degli investimenti extra-caratteristici si potranno evidenziare tre tipi diversi di Impieghi: CAPITALE CIRCOLANTE NETTO OPERATIVO = IMPIEGHI CIRCOLANTI OPERATIVI INVESTIMENTI IN IMMOBILIZZAZIONI = IMPIEGHI STRUTTURALI OPERATIVI ATTIVITA FINANZIARIE = IMPIEGHI EXTRA-CARATTERISTICI ACCESSORI Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 52

53 La riclassificazione gestionale (4) Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 53

54 La riclassificazione gestionale (5) Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 54

55 La riclassificazione gestionale (6) Il Capitale Circolante Netto Operativo ed in particolare le variazioni che esso registra nel tempo vengono spesso utilizzati per saggiare la bontà del ciclo monetario della gestione caratteristica. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 55

56 La riclassificazione gestionale (7) Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 56

57 La riclassificazione gestionale (8) Le imprese come quelle della GDO che riescono ad incassare i crediti commerciali prima di dover pagare i fornitori (giorni di credito ai clienti < giorni di credito dai fornitori) sono in grado di ridurre al massimo l assorbimento di liquidità nell attività caratteristica, e quindi di liberarne altrettanta per impieghi in altri ambiti gestionali. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 57

58 La riclassificazione gestionale (9) La situazione inversa invece provoca per un azienda che si trovi in un contesto di volumi di vendita crescente, la necessità di approvvigionarsi di liquidità presso terzi con un maggior costo di mantenimento (tasso di interesse sulla linea di credito) e per contro un ridotto margine in senso relativo ed una potenziale riduzione delle politiche di investimento. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 58

59 La riclassificazione gestionale (10) Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 59

60 La riclassificazione gestionale (11) CAPITALE INVESTITO OPERATIVO NETTO (CION) INVESTIMENTI IN IMMOBILIZZAZIONI + CAPITALE CIRCOLANTE NETTO OPERATIVO Isola ed evidenzia i soli impieghi relativi all attività caratteristica escludendo tutto ciò che è considerato extracaratteristico Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 60

61 La riclassificazione gestionale (12) Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 61

62 La riclassificazione gestionale (13) Le Fonti di finanziamento sono suddivise in relazione al tipo di investimento per le quali sono state utilizzate (caratteristico, extra-caratteristico). I debiti contratti per supportare il normale ciclo di attività acquisto produzione - vendita sono considerati Fonti operative I debiti contratti al fine di supportare attività diverse da quelle precedentemente specificate saranno considerate Fonti finanziare Tutti i debiti nei confronti della proprietà saranno considerati Patrimonio Netto Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 62

63 La riclassificazione gestionale (14) Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 63

64 La riclassificazione gestionale (15) Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 64

65 Indici di bilancio Profili introduttivi Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 65

66 Indici di bilancio (1) L apprezzamento della situazione economica finanziaria di un impresa trova un potente strumento di supporto nel sistema degli indici e dei flussi. Si tratta di un sistema: un utilizzo non coordinato di indici e di flussi determina un analisi parziale della gestione: con il rischio di cogliere in modo inadeguato le relazioni esistenti tra situazione reddituale e situazione patrimoniale e finanziaria. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 66

67 Indici di bilancio (2) L obiettivo di un analisi di bilancio per indici è quello di fornire al lettore delle indicazioni (campanelli d allarme, red flags, alarm bells) circa lo stato di salute dell impresa, valutando le performance delle diverse aree aziendali nello spazio e nel tempo. Ad esempio, attraverso l utilizzo di indici, confrontare: valori omogenei appartenenti alla medesima azienda (esercizi precedenti), oppure con le medie di settore ed i best performers di un gruppo omogeneo di aziende (stesso codice di attività, stessa classe di fatturato). Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 67

68 Indici di bilancio (3) Gli indici di bilancio sono semplicemente grandezze economiche, patrimoniali e finanziarie, combinate in modo da fornire informazioni ritenute interessanti. Dall analisi congiunta dei valori da essi manifestati è possibile trarre informazioni utili sullo stato di salute di qualsiasi organizzazione. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 68

69 Indici di bilancio (3) La letteratura in materia è vastissima. Le informazioni che si ottengono da un analisi di bilancio tramite indici sono significative ma non definitive; vanno collegate ad altre indicazioni (per es. a quelle originate dall analisi dei flussi finanziari). Ogni analista ha la possibilità di costruire un proprio «sistema» di quozienti, che risponda alle proprie esigenze conoscitive, o a quelle delle istituzioni che a lui si rivolgono Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 69

70 Indici di bilancio (3) L analisi per indici si basa su di un processo logico/cronologico fatto di 4 momenti: 1) INDIVIDUAZIONE DEGLI INDICATORI SIGNIFICATIVI 2) CALCOLO DEGLI INDICATORI PRESCELTI 3) CONFRONTO NEL TEMPO - più esercizi di una medesima azienda 4) CONFRONTO NELLO SPAZIO con aziende di un medesimo gruppo omogeneo (medie di settore, best performers) Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 70

71 Indici di bilancio Analisi dei ricavi e margini Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 71

72 Analisi dei ricavi e dei margini L analisi dei margini (e dei ricavi) è il primo passo dell analisi finanziaria condotta attraverso l utilizzo di indici di bilancio il suo obiettivo è esaminare la variazione assoluta e percentuale delle principali voci che concorrono a definire il reddito operativo. Ricavi e valore della produzione Valore aggiunto Costo del lavoro Margine operativo lordo (EBITDA) Reddito operativo Effetto forbice Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 72

73 Ricavi L analisi dei trend di crescita dei ricavi costituisce il punto di partenza di ogni analisi finanziaria e si sostanzia nel calcolo del Compounded Annual Growth Rate (o CAGR). Si tratta di un numero immaginario che sintetizza il tasso di crescita al quale il fatturato risulta cresciuto costantemente nel corso del tempo. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 73

74 Ricavi L analisi dei trend di crescita dei ricavi costituisce il punto di partenza di ogni analisi finanziaria e si sostanzia nel calcolo del Compounded Annual Growth Rate (o CAGR). Si tratta di un numero immaginario che sintetizza il tasso di crescita al quale il fatturato risulta cresciuto costantemente nel corso del tempo. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 74

75 Valore della produzione Il valore della produzione comprende tutti i proventi derivanti dalla gestione dell impresa che non abbiano natura finanziaria o straordinaria. È un valore contabile perché dipende dal metodo con cui magazzino e lavori in economia sono contabilizzati, mentre i ricavi vengono contabilizzati al prezzo di vendita. La sovrapproduzione (l azienda produce di più di quanto è in grado di vendere) La sopravvalutazione del valore del magazzino Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 75

76 Valore aggiunto Il valore aggiunto rappresenta il valore che l azienda aggiunge a beni e servizi acquistati da terze economie attraverso la propria attività operativa Valore della produzione Costi per materie prime Costi per servizi Altri costi operativi = Valore Aggiunto Esso indica il grado di integrazione verticale, mostrando quanta parte dell attività produttiva è svolta internamente all impresa: quanto maggiore è il valore aggiunto, tanto più elevata è la componente di operazioni svolte internamente. Ad una struttura molto integrata verticalmente corrisponde una rischiosità operativa aziendale maggiore, poiché maggiori sono i costi fissi. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 76

77 Costo del lavoro È importante valutarlo come indicatore circa l abilità dell impresa di utilizzare in maniera efficiente la propria forza lavoro. Il fattore-lavoro deve essere analizzato in termini di produttività, costo e tasso di crescita. produttività, misurata ad esempio attraverso il rapporto tra ricavi e numero medio dei dipendenti costo, facendo ricorso al rapporto tra costo del lavoro e numero medio dei dipendenti crescita del costo complessivo e/o del numero dei dipendenti Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 77

78 Margine operativo lordo (EBITDA) L EBITDA è un indicatore di reddittività evidenzia il reddito d azienda basato esclusivamente sulla gestione caratteristica Valore Aggiunto Costo del lavoro = Margine operativo lordo (EBITDA Attraverso il suo utilizzo si evitano le distorsioni relative alla struttura finanziaria aziendale e si evita di considerare i costi non monetari. fornisce una indicazione dell incidenza percentuale del margine operativo sui ricavi aziendali Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 78

79 Reddito operativo Sintetizza la capacità dell impresa di generare reddito attraverso la propria attività caratteristica Non considera proventi e oneri finanziari; Non considera proventi e oneri straordinari, accessori o tributari; Tiene conto di tutti i costi operativi, inclusi quelli non monetari. Si osserva l evoluzione della redditività operativa, ponendola in rapporto al fatturato (si tratta del ROS, Return On Sales): Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 79

80 Effetto forbice Esso deriva dall analisi della dinamica dei costi e dei ricavi in un intervallo temporale predefinito. I movimenti della forbice possono essere divergenti o convergenti: Il tasso di crescita dei costi è superiore alla crescita dei ricavi. Rischio di situazione di dissesto Tasso di crescita dei ricavi che eccede quello dei costi, generando un area degli utili progressivamente crescente. Situazione ottimale. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 80

81 Le leve Sono due i fattori che tendono ad amplificare le conseguenze prodotte dalle oscillazioni dei ricavi aziendali sul reddito operativo e sul risultato netto: la leva operativa la leva finanziaria Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 81

82 Leva operativa Misura l effetto prodotto dai costi fissi sul reddito operativo maggiore è la loro incidenza rispetto a quelli variabili, tanto più sensibile tende ad essere il risultato operativo alle variazioni dei ricavi di vendita. Il primo passo è riconfigurare il conto economico a seconda della variabilità dei costi: Fatturato F (P x Q) Costi variabili CV = Margine di contribuzione MC Costi fissi CF = Risultato operativo RO Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 82

83 Leva operativa Può essere calcolata ricorrendo a due formule: Il punto in cui i costi totali eguagliano i ricavi totali, così da ottenere un risultato di esercizio nullo, è noto come punto di pareggio (o breakeven point). Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 83

84 Leva operativa Attorno al punto di pareggio, ad una piccola variazione del fatturato corrisponde una variazione percentuale molto elevata del reddito operativo. Allontanandosi dal BEP, meno sensibile risulterà la variazione del reddito. Più i costi fissi sono elevati, più il risultato operativo è volatile. In un azienda dove predominanti sono i costi variabili vi sarà bassa volatilità dei risultati e meno rischiosità Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 84

85 Leva finanziaria Il grado di leva finanziaria esprime la misura in cui il risultato netto reagisce alle variazioni del risultato operativo. Un elevato ricorso alla leva finanziaria, generando elevati oneri finanziari, genera una struttura di costo rigida. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 85

86 Indici di bilancio Analisi delle politiche d investimento Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 86

87 Incidenza del capitale circolante netto commerciale Due tipologie di investimenti in cui un'azienda impiega le proprie risorse capitale circolante commerciale immobilizzazioni tecniche. Se l'incidenza del CCNC è pari al 20%, significa che il 20% del giro d'affari annuo prodotto dall'azienda è «congelato» in rimanenze e crediti verso clienti. Tanto maggiore è l'incidenza del CCNC tanto più elevato è il fabbisogno finanziario che l'azienda deve coprire mobilizzando risorse finanziarie di natura esterna. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 87

88 Incidenza del capitale circolante netto commerciale Considerazioni sull'incidenza del CCNC: alcuni settori (retail, oil & gas) hanno un'incidenza CCNC stabilmente inferiore ad altri settori (media, automobili) la volatilità del circolante è diversa tra i vari settori alcuni settori presentano un circolante negativo: luxury goods, telecommunications, utilities. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 88

89 Indici di durata del capitale circolante Il tempo medio d incasso c informa su quanto tempo intercorre in media dalla vendita all incasso, facendo così luce sulla capacità dell azienda di riscuotere i crediti. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 89

90 Indici di durata del capitale circolante E facile comprendere che questo valore costituisce un buon indicatore: sia della competitività sia del fabbisogno finanziario Competitività Un elevato tempo medio d incasso, per esempio, può essere il risultato: di un limitato potere contrattuale nei confronti dei clienti: di una scarsa solidità dei clienti Fabbisogno finanziario Un aumento della durata dei crediti, a parità di altre condizioni, determina un maggior investimento di capitale circolante e quindi un più elevato fabbisogno finanziario, che a sua volta genera maggiori oneri di natura finanziaria (interessi) Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 90

91 Indici di durata del capitale circolante Anche questo indice fornisce informazioni: sulla competitività ( da un idea sul potere contrattuale nei confronti dei fornitori) sul fabbisogno finanziario (valori in aumento, a parità di altre condizioni, segnalano un minor investimento di capitale circolante, e in ultima istanza, minor fabbisogni finanziari) Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 91

92 Indici di durata del capitale circolante Efficienza produttiva: Un elevata rotazione delle materie prime e dei semilavorati in magazzino è frutto di un buon coordinamento tra la gestione degli acquisti e la produzione Efficienza dell attività commerciale Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 92

93 Indici di durata del capitale circolante Indica il periodo intercorso dall immagazzinaggio della materia prima alla spedizione del prodotto finito Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 93

94 Indici di durata del capitale circolante Per chiudere l analisi è utile calcolare il ciclo del circolante. Indica il numero di giorni che intercorrono in media tra il momento in cui vengono pagati i fornitori e quello in cui vengono incassati i crediti da clienti per la vendita di prodotti. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 94

95 Indici di durata del capitale circolante Acquisto merci Vendita merce Pagamento acquisti Riscossione vendite Permanenza in magazzino 30 gg Dilazione concessa alla clientela 90 gg Dilazione ottenuta dai fornitori 60 gg Fabbisogno finanziario Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 95

96 Capitale circolante, tipologia di business e situazioni crisi può crescere in maniera più ridotta rispetto alle vendite Non sempre il capitale circolante cresce proporzionalment e alle vendite: (quando il livello minimo di magazzino è insensibile alla dinamica del giro d'affari) può crescere in maniera superiore rispetto alle vendite (quando il management è troppo concentrato sull'aumento delle vendite, togliendo attenzione al processo di concessione del credito) Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 96

97 CCNC e business stagionali Aziende che operano in settori altamente stagionali: sono aziende in cui gli acquisti, la produzione e le vendite non avvengono in maniera uniforme durante l'esercizio. l In questo caso il capitale circolante varia con una certa frequenza nel corso dell'anno, alternando fasi di espansione e di contrazione. Una parte della stagionalità del capitale circolante è temporanea, nel senso che il capitale circolante tende periodicamente a crescere, per poi annullarsi successivamente per effetto della trasformazione in cassa dei crediti e debiti commerciali. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 97

98 Investimenti in immobilizzazioni tecniche La politica degli investimenti deve fornire una riposta a tre domande: 1) qual è lo stato attuale delle immobilizzazioni tecniche? 2) qual è la politica d'investimento adottata dall'azienda? 3) quali flussi di cassa generano gli investimenti effettuali? Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 98

99 Stato attuale delle immobilizzazioni tecniche Per l'analisi dello stato attuale delle immobilizzazioni tecniche si può utilizzare questo indicatore: Un valore molto basso dell'indice indica che le immobilizzazioni sono piuttosto obsolete Al contrario, un rapporto elevato indica la presenza di immobilizzazioni di recente acquisizione e dunque in piena efficienza operativa. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 99

100 Politiche d investimento Confrontando le CAPEX con il valore annuo degli ammortamenti di immobilizzazioni tecniche si ottengono indicazioni riguardanti la natura degli investimenti esistenti capacità dell'azienda di ampliare la propria base produttiva rispetto a quella in essere (investimenti di sviluppo) capacità dell'azienda di mantenere stabile la propria base produttiva, sfruttando quella attualmente disponibile (investimenti di mantenimento); volontà di disinvestire; in tal caso il valore degli investimenti in immobilizzazioni tecniche è inferiore a quello degli ammortamenti Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 100

101 Flussi generati dagli investimenti effettuati Qualunque strategia di investimento deve portare ad un aumento dei flussi di cassa della gestione operativa. 1) Società in crescita: i flussi di cassa crescono allo stesso tasso dei CAPEX e conducono ad un circolo virtuoso di crescita; Tre possibili scenari della relazione tra investimenti e flussi di cassa: 2) Società con investimenti eccessivi: gli investimenti in CAPEX sono elevati e incapaci di generare miglioramenti in termini di flussi di cassa 3) Società con investimenti concentrati ma redditizi: gli investimenti sono effettuati in maniera massiccia e in poco tempo; portano ad un lieve miglioramento dei flussi di cassa nel medio termine Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 101

102 Indici di bilancio Analisi delle politiche di finanziamento Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 102

103 Analisi dei finanziamenti: l approccio dinamico L approccio dinamico consente di verificare la capacità dell impresa di rimborsare il proprio debito facendo leva sui flussi di cassa generati dall attività operativa. Per poter generare ricchezza l azienda deve realizzare investimenti, che è necessario finanziare e che devono essere in grado di garantire un livello di redditività adeguato al rischio sostenuto dagli investitori. È necessario che l impresa sia in grado di rimborsare il debito utilizzato per finanziare il capitale investito con i flussi di cassa generati dall attività, vi sono due scenari possibili: -Scenario virtuoso -Scenario vizioso Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 103

104 Flusso di cassa della gestione corrente Questo flusso è funzione principale di tre fattori: Tasso di crescita del settore di appartenenza dell impresa; Redditività operativa; Capacità di ottimizzazione del capitale circolante netto commerciale. Un indicatore utile per valutare la sostenibilità del debito attraverso i flussi di cassa correnti è il cd. Debt Service Coverage Ratio (DSCR). Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 104

105 Free cash flow L ammontare di cassa che l azienda è in grado di porre al servizio del debito è più opportunamente spiegato dalla differenza tra: Questa differenza è nota con il termine di free cash flow. il flusso di cassa della gestione corrente e il flusso di cassa della gestione degli investimenti. In ipotesi di continuità aziendale, sono flussi che l azienda può liberamente (da cui il termine free ) disporre per: -Pagare gli oneri finanziari; -Rimborsare il debito finanziario in essere; -Distribuire dividendi agli azionisti. Se i free cash flow fossero negativi, l azienda dovrebbe mobilitare risorse finanziarie al suo esterno. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 105

106 Analisi dei finanziamenti: l approccio statico Una volta esaminata la dinamica dei flussi di cassa aziendali, è importante analizzare il grado di indebitamento aziendale e il peso relativo del debito finanziario. Le aziende con un vantaggio competitivo durevole tendono a utilizzare la propria capacità di reddito per finanziare le proprie attività e pertanto dovrebbero evidenziare un livello più alto di capitale netto e un livello minore di passività totali e quindi si caratterizzano per un quoziente di indebitamento relativamente basso Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 106

107 Analisi dei finanziamenti: l approccio statico Sono molteplici le versioni del quoziente di indebitamento, a seconda dell aspetto che si desidera approfondire. 1.Analizzare il peso delle sole passività finanziarie, escludendo le passività di natura non finanziaria (rapporto di leva o leverage); 2.Utilizzare l esposizione finanziaria netta al posto dei debiti finanziari totali; 3.Limitare l analisi alle sole passività finanziarie di lungo termine; 4.Sostituire al denominatore il fatturato al posto del capitale netto. Indipendentemente dalla versione, l informazione fornita dal quoziente di indebitamento concerne il grado di dipendenza dell azienda da finanziatori esterni. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 107

108 Analisi dei finanziamenti: l approccio statico L indicatore più immediato per apprezzare la capacità dell azienda di far fronte al pagamento del debito preservando il proprio status di going concern è quello dato dal rapporto tra: Un valore di 3 implica che il debito potrebbe essere ripagato in 3 anni, qualora l azienda arrestasse i propri investimenti e non pagasse imposte sul reddito nei singoli esercizi. Un valore superiore a 3 o 3.5 è considerato come critico al di sopra del quale l azienda rischia di non poter far fronte al proprio debito in maniera agevole. Imprese appartenenti al settore siderurgico, delle telecomunicazioni, e delle utilities presentano un livello più alto di indebitamento. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 108

109 Analisi dei finanziamenti: l approccio statico Il rapporto tra reddito operativo e gli oneri finanziari (rapporto di copertura oneri finanziari) segnala la capacità dell azienda di far fronte al pagamento degli oneri finanziari attraverso il reddito generato dalla gestione caratteristica. Un rapporto di copertura degli oneri finanziari tendenzialmente inferiore a 3 segnala la presenza di una rilevante probabilità di default. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 109

110 Analisi dei finanziamenti: l approccio statico Indici di liquidità Un azienda è da considerarsi liquida quando è in grado di far fronte con regolarità agli impegni contrattuali sottoscritti con i propri finanziatori. L azienda incorre in una situazione di illiquidità quando la durata media delle proprie attività è maggiore delle proprie passività. Affinché un azienda sia costantemente liquida, è dunque necessario che, lungo le varie scadenze che ne caratterizzano la gestione, l ammontare dell attivo che ci si attende di trasformare in cassa sia più elevato del servizio dei debiti programmati sulle stesse scadenze I principali indici di liquidità sono: 1.L indice di disponibilità 2.L indice di liquidità 3.L indice di liquidità immediata Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 110

111 Indice di disponibilità e di liquidità 1. L indice di disponibilità (current ratio) è il rapporto tra: 2. L indice di liquidità (quick ratio) è il rapporto tra: Se il rapporto eccede l unità, l attivo disponibile è in valore assoluto maggiore del passivo prontamente esigibile e l azienda può far fronte agli impegni a breve. Si tratta di una misura più prudenziale poiché esclude i prodotti meno facilmente smobilizzabili nel breve periodo. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 111

112 Indice di liquidità immediata L indice di liquidità immediata (cash ratio) è il rapporto tra: È un indice che fornisce una misura della liquidità immediatamente disponibile, sia sotto forma di cassa sia di titoli prontamente smobilizzabili. L insieme di queste risorse finanziarie può essere utilizzato per far fronte rapidamente e con efficacia alle passività in scadenza nel breve periodo. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 112

113 Indici di bilancio Analisi della redditività Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 113

114 Il ROCE L esame della redditività dell impresa riguarda l analisi del rapporto tra i risultati economici e le configurazioni del capitale investito. Una misura della redditività del capitale investito è il ROCE (Return on Capital Employed) Il reddito operativo può essere espresso al lordo oppure al netto delle imposte e, in questo caso, viene definito come NOPAT (Net Operating Profit After Taxes). Il capitale investito può essere rappresentato dai soli valori di fine esercizio oppure da una media dei valori di inizio e fine. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 114

115 Il ROCE Un ulteriore suddivisione del ROCE mette in evidenza la redditività operativa e il tasso di rotazione del capitale investito (cd. turnover ratio): Il tasso di rotazione del capitale investito riflette il numero di volte che le risorse investite girano nel corso dell esercizio per effetto dell attività di vendita. Elevato turnover significa capacità di trarre vantaggio in termini di redditività dal patrimonio disponibile. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 115

116 Il ROE Il Return On Equity o redditività del capitale proprio, fornisce un informazione sintetica sul risultato complessivo della gestione, espresso dal rendimento percentuale annuo per gli azionisti Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 116

117 Effetto leva finanziaria Principio dell effetto leva: L effetto leva è alla base del legame esistente tra ROE, ROCE e costo del debito finanziario. Nell azienda, il capitale investito genera un reddito operativo che viene ripartito tra i creditori finanziari (prima) e gli azionisti (successivamente). Si definisce effetto leva finanziaria la differenza tra la redditività del capitale proprio (ROE) e la redditività del capitale investito (ROCE). Quando un azienda si indebita e investe i fondi raccolti nell attività corrente, ottiene un rendimento prevalentemente superiore al costo dei fondi raccolti. L azienda realizza dunque un surplus, rappresentato proprio dalla differenza tra la redditività del capitale investito e il costo del debito, che spetta agli azionisti. Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 117

118 Effetto leva Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 118

119 Posizione finanziaria netta Individua l indebitamento aziendale ed esprime, in maniera sintetica, il saldo tra fonti ed investimenti di natura finanziaria. Viene espressa dunque, come totale dei debiti finanziari, sia a breve sia a lungo termine, al netto della cassa e delle attività finanziarie in portafoglio e facilmente liquidabili Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 119

120 SEBASTIANO DI DIEGO Come Fondatore ed Equity Partner dirige e coordina tutte le attività di consulenza del Networkprofessionale. Dottore commercialista e Revisore legale dei conti ha maturato una notevole esperienza nei seguenti ambiti: corporate finance, M&A, business planning e corporate strategy. È sindaco di società di capitali ed enti e, su incarico del Ministero dello Sviluppo Economico, è Commissario liquidatore di alcune cooperative. È inoltre docente di Economia e gestione delle imprese presso l'università degli Studi di Camerino. Relatore in numerosi convegni di aggiornamento professionale, è autore per WKI, Il Sole 24 Ore, Franco Angeli, Giuffrè editore, Maggioli editore, Sistemi Editoriali Esselibri e Cesi Multimedia, di numerose pubblicazioni in materia aziendale e societaria che hanno riscosso un notevole successo presso il pubblico. didiego@studiofdz.com PATRIZIA CAMILLETTI Senior Partner del Networkprofessionale si occupa prevalentemente pianificazione e controllo (pianificazione strategica, business planning, controllo di gestione) di corporate social responsibility e social reporting (bilancio sociale, bilancio di sostenibilità, bilancio intgrato e bilancio di mandato), compliance e responsabilità amministrativa degli enti ex D.Lgs. 231/01. È cultore di Programmazione e controllo presso l Università degli Studi di Macerata, membro di organismi di vigilanza (ex D.Lgs. 231/01). È coordinatore del portale editoriale È autore per FrancoAngeli, Maggioli editore, Sistemi Editoriali Esselibri, Cesi Multimedia e Aracne editore di pubblicazioni in ambito di responsabilità sociale d impresa e business plan. camilletti@hepta.it Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 120

121 Sebastiano Di Diego - Camilletti Patrizia 121

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