rassegna stampa RASSEGNA STAMPA 14 Gennaio 2015 IL CITTADINO Lodi Dopo lo sciopero ancora polemiche

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1 Pagina 1 di 5 rassegna stampa 14 Gennaio 2015 IL CITTADINO Lodi Dopo lo sciopero ancora polemiche Lettere & opinioni Abbiamo ottenuto le garanzie richieste Codogno Casalpusterlengo Sant Angelo Lodigiano La Regione sceglie Sant Angelo per il farmaco contro l epatite C IL GIORNO Lodi Codogno Casalpusterlengo Sant Angelo Lodigiano

2 Pagina 2 di 5 Confsal all attacco Dopo lo sciopero ancora polemiche di C. V. Dopo un mese di sciopero degli straordinari non si placa la protesta della Confsal all ospedale Maggiore. «Abbiamo fatto lo sciopero degli straordinari come strumento di mediazione - spiega per la Confsal Stefano Lazzarini -, ma non è stato capito. Si continua ad utilizzare il metodo degli straordinari programmati e ora i lavoratori si sono rivolti alla corte dei conti. Ho visto medici, donne soprattutto, piangere. Arrivano ad avere 350, 400 ore di straordinario non pagate. I turni devono essere organizzati, anche di notte. Non si può ricorrere sempre agli straordinari. L Azienda ospedaliera dice che le ore rientrano nei progetti da raggiungere. In realtà si attinge al fondo dei lavoratori. La Regione ha bloccato gli scatti di progressione orizzontale. Noi abbiamo chiesto almeno il riconoscimento degli scatti giuridici: significa mettere da parte le risorse in attesa dell ok della Regione. Invece non hanno voluto». Lazzarini lamenta l introduzione di «turni massacranti. Il personale è poco - commenta -, i reparti sono al top e gli appoggi dei pazienti in reparti diversi da quelli nei quali dovrebbero essere ricoverati sono numerosi. Così si creano disagi per gli operatori che devono passare da un reparto all altro. I medici devono dimettere i malati e farli girare per far posto ad altri. Sono stato di recente a Cremona e Crema. Adesso devo curare le relazioni sindacali anche in quei due ospedali. La situazione dal punto di vista sindacale lì è migliore. Siamo contrari anche al trasferimento, appena discusso al tavolo aziendale, dei dipendenti del laboratorio analisi da Codogno a Lodi».

3 Pagina 3 di 5 Lettere & opinioni Abbiamo ottenuto le garanzie richieste La Segreteria della FP-Cgil di Lodi, con la presente, intende replicare alle affermazioni del segretario FSI Gianfranco Bignamini, rese a Cristina Vercellone e pubblicate sulla pagina di Codogno de «il Cittadino» del 9 gennaio, in merito alla riorganizzazione del Laboratorio Analisi dei Presidi ospedalieri di Lodi e Codogno. La necessità di replicare è dovuta al fatto che quando Bignamini dice che i sindacati confederali (ndr Cgil-Cisl-Uil), non hanno mai incontrato i lavoratori interessati e non hanno mai parlato con loro del tema della riorganizzazione del Laboratorio Analisi, o si è distratto, o lui non ha mai parlato con questi lavoratori, altrimenti dovrebbe sapere che, come FP-Cgil, abbiamo tenuto una riunione con i lavoratori del Laboratorio Analisi di Codogno, giovedì 18 dicembre ed in quella riunione abbiamo deciso insieme ai lavoratori di andare a discutere con la Direzione dell Azienda Ospedaliera in merito alla decisione di quest ultima di riorganizzare i Laboratori e di porre alcuni paletti per salvaguardare i lavoratori interessati da questo processo di riorganizzazione. Nell incontro dell 8 gennaio con la Direzione dell AO, si è ottenuto che il trasferimento dei due operatori da Codogno a Lodi, dovuto al trasferimento dell attività di microbiologia a Lodi, sia temporaneo e legato alla contestuale formazione dei tecnici del presidio di Lodi; inoltre l Azienda Ospedaliera, su richiesta sindacale, attiverà un progetto legato al trasferimento delle attività da Codogno a Lodi, che consentirà un ristoro economico per gli operatori interessati, che andrà a compensare le maggiori spese di trasporto che questi operatori dovranno sostenere. L impegno sottoscritto è di rivedere tutta la questione entro 4 mesi dal trasferimento delle attività per valutare le soluzioni future, compreso il rientro degli operatori a Codogno, soluzione che si renderà possibile nel medio periodo, anche per il contestuale pensionamento di tecnici in forza presso il Laboratorio di Codogno. Quindi, come FP-Cgil terremo costantemente monitorata la situazione, ma possiamo affermare che al momento abbiamo ottenuto le garanzie che chiedevamo per gli operatori interessati. Si fa presente che, purtroppo, contrariamente a quanto sostenuto da Bignamini, non vi sono vincoli contrattuali o legislativi che impediscano all AO di trasferire i tecnici da Codogno a Lodi, pertanto, come Organizzazioni Sindacali, dobbiamo muoverci all interno delle regole date, anche se non ci piacciono, ed all interno di quelle regole, crediamo di aver «portato a casa» la tutela dei lavoratori interessati. Giovanni Bricchi Segreteria Fp-Cgil

4 Pagina 4 di 5 Sanità«La pastiglia non ha effetti collaterali, efficace nell 80 per cento dei casi» La Regione sceglie Sant Angelo per il farmaco contro l epatite C di Cristina Vercellone Il reparto di malattie infettive del Delmati è stato individuato come uno dei centri dove verrà sperimentata la nuova costosissima medicina A Sant Angelo il farmaco che ferma l epatite C. Il reparto di malattie infettive Delmati, infatti, è stato individuato dal governatore Roberto Maroni come uno dei centri lombardi in grado di somministrare il nuovo medicinale Sofosbuvir. Una pastiglia che costa 37mila euro per un ciclo terapeutico che dura dalle 12 alle 24 settimane. Il primario di malattie infettive Marco Tinelli martedì incontrerà i vertici regionali per capire quanti pazienti potranno essere trattati nel Lodigiano. I mille malati del territorio sono in attesa di cure all avanguardia. Che permettono di far regredire la malattia e di prevenire il tumore al fegato. «L Agenzia italiana del farmaco, Aifa, e Regione Lombardia - spiega Tinelli - hanno selezionato dei centri titolati a prescrivere questo farmaco ad alto costo sulla base di caratteristiche cliniche precise dei pazienti che si trovano in gravi condizioni. Un ciclo terapeutico può essere sufficiente a far regredire il virus, ma non è detto. Ogni volta che si presenta un caso di patologia allo stato avanzato dobbiamo compilare un modulo e inviarlo ad Aifa che ci deve dare l ok alla prescrizione. Martedì, tutti i medici dei centri coinvolti sono convocati in Regione per parlarne. La Lombardia, insieme al Lazio, è la prima Regione a iniziare la somministrazione del farmaco. Il governo ha stanziato un miliardo da dividere in due anni in tutto il paese. In Italia i pazienti sono un milione, nel Lodigiano sono mille quelli positivi all epatite C. Noi ne seguiamo 500 negli ambulatori di Sant Angelo e Lodi, gli altri vengono seguiti nei reparti di medicina. In Italia sono ben 15mila i malati con la cirrosi e di questi 8mila muoiono. Nel Lodigiano i malati con la cirrosi sono circa il 10 per cento, tra i 100 e i 150. Di questi almeno 40 o 50 hanno la cirrosi in stato avanzato e quindi sono a rischio epatocarcinoma. Il nuovo farmaco ha la capacità di fermare l evoluzione verso il cancro. La medicina funziona nell 80 per cento dei casi. È in grado di limitare la circolazione del virus e ridurre la possibilità di infezione. Si tratta, insomma, di un passo

5 Pagina 5 di 5 enorme nella patologia virale. Può prevenire anche la necessità del trapianto nei giovani». I medici saranno chiamati a selezionare in modo preciso i pazienti da trattare, anche attraverso indagini di tipo molecolare. Anche i singoli cittadini potranno pagarsi la medicina. Se lo fanno di tasca loro dovranno sborsare 70mila euro a ciclo terapeutico. «Il Lodigiano - annota Tinelli - ha una lunga tradizione nella gestione dei pazienti con epatite B e C». Livraga e Lodi Vecchio erano diventati persino due casi nazionali. A Livraga, tra il 90 e il 95, il 25 per cento della popolazione oltre i 50 anni era risultata positiva all epatite C. A Lodi Vecchio, invece, all inizio degli anni 80, ben il 13 per cento della popolazione era stata colpita dall epatite B. «Gli effetti collaterali dei vecchi farmaci però - annota Tinelli -, a differenza del nuovo medicinale, erano pesantissimi. L efficacia poi era limitata al 35 per cento dei casi. Non c è paragone».