RASSEGNA STAMPA. MEDICI IN AFRICA e CONSORZIO SPERA

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1 RASSEGNA STAMPA MEDICI IN AFRICA e CONSORZIO SPERA

2 Televisione TG3 RAI- Regione Liguria 17 novembre 2013 Edizione delle Edizione della notte UNO MATTINA RAI UNO Rubrica TG1 Fa la cosa giusta 29 ottobre 2013 Ore 9.20 RAI NEWS 24 Lunedì 15 aprile 2013 Diritti, Altre voci, Noi e loro Ore 9.20

3 Televisione RAI1: A TG1 FA LA COSA GIUSTA I MEDICI ITALIANI VOLONTARI Quasi il 25% dei malati di tutto il mondo si trova nell Africa subsahariana, dove l età media non supera i 45 anni e 11 milioni di bambini muoiono prima di aver raggiunto i 5 anni. Mentre gli investimenti stranieri, a partire dai cinesi, stanno cambiando l economia africana continua l emergenza sanitaria nell Africa subsahariana. Il progetto GIRASOLE dell associazione MEDICI IN AFRICA aiuta gli ospedali africani a diventare autonomi nella cura dei malati con un gruppo di specialisti che formano sul posto gli operatori sanitari locali grazie alla collaborazione tra imprese e volontariato. A Tg1/Fa la cosa giusta, a cura di Giovanna Rossiello, in onda su Rai1 martedì 29 ottobre alle 9.20, il prof. Edoardo Berti Riboli, medico volontario in Africa e presidente della onlus MEDICI IN AFRICA. Poi la testimonianza di Raffaella Nannini della organizzazione umanitaria L Africa Chiama che in Kenya, Tanzania e Zambia si prende cura di diecimila bambini in difficoltà, orfani dell Aids, disabili, ragazzi di strada e che a Fano organizza corsi per volontari nelle strutture in Africa.

4 Radio Mercoledì 20 novembre 2013 Africa palinsesto in francese Intervista al dott. Mario Moneta Ore in replica A dicembre 2013 intervista al prof. Marco Frascio Palinsesto in inglese RADIO 1 RAI Programma La Notte di Radio 1 Condotto da Sandro capitani 15 novembre

5 Quotidiani e Settimanali INCHIESTA 18/11/2013 Cooperazione allo sviluppo Le Ong vogliono il mercato Un medico italiano visita un bambino in Angola Il presidente di Medici in Africa chiede modifiche alla legge sui finanziamenti: «Così com è impedisce i contatti con il mondo delle imprese disposte a investire» ALESSIA DE LUCA Qui si tratta di unire le forze in un momento in cui le risorse sono poche e c è tanto da fare. Soprattutto per evitare di perdere una buona fama che noi italiani ci siamo conquistati sul campo della cooperazione allo sviluppo, grazie ai successi conseguiti : non usa mezzi termini Edoardo Berti Riboli, professore emerito dell Università di Genova e Presidente di Medici in Africa e del Consorzio SPeRA (Solidarietà, Progetti e Risorse per l Africa), nel reclamare una modifica della legge sui finanziamenti alla Cooperazione italiana che così com è afferma è figlia di una mentalità vecchia, che impedisce ai veri soggetti attivi sul territorio, come onlus e ong, di entrare in contatto con il mondo delle imprese che investono o sono disposte ad investire nei Sud del mondo. L argomento è al centro del IV convegno nazionale dell associazione: Solidarietà in Africa. Volontariato e imprese in corso dal 14 al 16 novembre a Genova. Tre giorni nei quali operatori economici e del no- profit si confrontano sulle nuove opportunità per il mondo del lavoro, italiano e africano, che possono nascere dalla collaborazione tra imprese e volontariato. Entro il 2015 sottolineano i dati macroeconomici - saranno africane sette delle prime dieci economie al mondo per tasso di crescita annuo. Nel 2011 il paese africano che ha superato tutti gli altri in termini di crescita è il Ghana, e non solo grazie allo sfruttamento delle risorse petrolifere: in aumento sono tutti i settori di attività, a partire dalla produzione agricola, da quella mineraria e dai servizi. 5 Purtroppo negli ultimi anni la presenza economica italiana nei paesi africani e l ammontare dell interscambio commerciale tra Italia e Africa sono andati progressivamente riducendosi, a vantaggio di altre realtà emergenti, come la Cina osserva Berti Riboli, secondo cui se si vuole che la cooperazione italiana smetta di essere una forma di beneficenza e che l aiuto delle ong metta radici solide presso i popoli dell Africa Subsahariana, è necessario consentire loro l accesso al mercato, come già accade all estero. In base alla legge 49 del 1987, sulla Cooperazione allo sviluppo, le ong italiane possono accedere ai finanziamenti pubblici (aiuti pubblici allo sviluppo, Aps) ma non avere rapporti commerciali con i privati. Negli ultimi anni tuttavia, e ancor più in seguito alla crisi economica, il sostegno pubblico è diminuito anno dopo anno, fino ad arrivare a cifre sempre più prossime allo zero. E questo nonostante le ricerche di settore ( abbiano dimostrato che nel nostro paese si registra una delle percentuali più alte di fiducia nelle Ong, pari al 77% degli intervistati. In un momento di crisi come questo, in cui il sostegno pubblico anche a livello europeo è carente, è fondamentale coordinare il proprio lavoro con quello delle imprese che già investono o che sono disposte a investire in Africa insiste Berti Riboli, secondo cui un discorso con il mondo delle aziende che operano sul mercato avrebbe un doppio effetto positivo: da un lato sostiene - consentirebbe di avvicinare potenziali investitori e dall altro fornirebbe valide indicazioni sui settori e i progetti da supportare per fare in modo che, una volta andate vie le ong, gli attori locali siano in condizioni di proseguire da soli. Esempi virtuosi in questo senso si possono riscontrare ad esempio in Nord Uganda e della Karamoja, dove il volontariato e la cooperazione italiana hanno contribuito alla creazione di strutture ospedaliere, silos per la conservazione dei cereali, pozzi per l esplorazione di falde acquifere e tante altre realtà capacissime di mantenersi sul mercato locale con costi tutto sommato accessibili per l utenza locale. O in Mozambico, dove in seguito alla scoperta di importanti giacimenti di idrocarburi da parte di Eni, sono arrivate tutta una serie di piccole imprese molto desiderose di collaborare con le ong per superare problemi legati alla mancanza di infrastrutture e servizi racconta ancora il medico. L esigenza è sentita e il discorso va affrontato il prima possibile, se non altro perché all estero è già una realtà e il rischio di essere scavalcati da paesi con minori competenze ma strumenti legislativi più moderni è concreto. Le ong italiane spesso hanno la competenza, la conoscenza dei territori e dell ambiente in cui lavorano, soprattutto godono della stima dei governi e delle popolazioni locali perché in molti casi sono radicate da anni nei paesi in cui operano sostiene ancora il responsabile di Medici in Africa, secondo cui il ritardo è da attribuire alle istituzioni che parlano di una riforma della legge sulla cooperazione, ma di fatto non l hanno ancora realizzata. Da parte loro non c è una vera resistenza osserva, ma piuttosto la tipica inerzia italiana. Anche quella, ormai, non è più al passo coi tempi.

6 Quotidiani e Settimanali Mercoledì 30 ottobre 2013 CORRIERE DELLA SERA.IT Se guaritori e sciamani non bastano arrivano i medici italiani di Gianluca Testa Si sa poco di quel che accade davvero nel sud del mondo. Spesso il nostro immaginario è legato a stereotipi: bambini denutriti, sottosviluppo, aids. Insomma, tutto ciò che è riassumibile con la parola povertà. Una verità triste che spesso ci limitiamo a osservare da lontano con cinico distacco. Quel che è peggio è che in mezzo a tutte queste povertà ci si mette pure la quasi inesistente assistenza sanitaria. Eppure basterebbe snocciolare due numeri per capire meglio la dimensione reale di quello che a partire dagli anni duemila è stato ribattezzato come il quarto mondo. E nell Africa subsahariana che si trova il 25% dei malati di tutto il mondo. Qua c è un medico ogni seimila abitanti e l età media non supera i quarantacinque anni, mentre sono oltre undici milioni i bambini che muoiono ancor prima di averne compiuti cinque. Per formare il personale sanitario, mettere in contatto gli ospedali con le organizzazioni umanitarie e coordinare in modo sinergico le attività, ecco che nel 2007 è nata a Genova l associazione Medici in Africa. Il presidente Edoardo Berti Riboli, anche lui medico volontario, intervistato da Giovanna Rossiello a Tg1 / Fa la cosa giusta ha raccontato delle loro attività in Kenya, Ghana, Mali, Togo, Camerun, Burkina Faso, Burundi, Mozambico, Eritrea e Somalia. Ha descritto una situazione atroce. 7Perché qua i medici sono una presenza rara. C è un gran bisogno di loro. Ma per lo più gli africani sono costretti a rivolgersi a sciamani e guaritori. Sì, solo due africani su cento utilizzano la medicina occidentale. Gli altri si rivolgono ai guaritori facendo appello alla tradizione e alla propria cultura. La verità è che ci sono pochissimi medici. Basti pensare che nelle grandi città, se si è fortunati, ce n è uno ogni seimila abitanti. In Italia? Il rapporto è molto diverso: da noi c è un medico ogni cento persone,spiega Berti Riboli. Hanno solo ospedali rurali, frutto per lo più del lavoro dei vecchi missionari italiani. Forse è anche per questo che siamo sempre ben accolti dalla popolazione. Ci sono riconoscenti. Ma il problema rimane: rispetto alla richiesta ci sono poche strutture e il personale scarseggia. E così i Medici in Africa hanno avviato un percorso di sostegno e di collegamento di esperienze e buone pratiche. I volontari hanno iniziato a rispondere ai primi bisogni. E i progetti coordinati per gli aiuti in Africa nei quali convergono anche realtà imprenditoriali capaci di sostenere imprese locali sono passati in tre anni da 70 a 320. Fare la cosa giusta è mettersi insieme per affrontare i problemi, sottolinea la Rossiello. E ha proprio ragione.

7 Quotidiani e Settimanali AFRICA E AFFARI 1-15 novembre 2013

8 20 novembre 2013 Pag 21 Quotidiani e Settimanali

9 Quotidiani e Settimanali GENOVAMENTELOCALE 30 ottobre 2013 Consorzio SPeRa: l'africa e il volontariato in un convegno Genova / Società & Tendenze / Volontariato Solidarietà italiana in Africa: volontariato e imprese. Tre giorni per dar voce a tutti gli operatori di Ong, Onlus, Fondazioni e associazioni di volontariato. Dal 14 al 16 novembre. Il programma Genova Mercoledi 30 ottobre 2013 ore 16:45 di Francesca Baroncelli Per informazioni sulle associazioni di volontariato di Genova contattate il Celivo al numero Il consorzio SPeRA (Solidarietà, Progetti e Risorse per l'africa) è nato nel 2010 per collegare le tante fondazioni e le associazioni di volontariato che hanno progetti di solidarietà rivolti all Africa sub sahariana. Fare sistema è la parola d ordine per l associazione diretta da Edoardo Berti Riboli, professore del Dipartimento Discipline Chirurgiche, Morfologiche e Metodologie Integrate dell Università di Genova, presidente di SPeRA e dell associazione Medici in Africa. Sabato 14, domenica 15 e lunedì 16 novembre SPeRAorganizza il convegno nazionale dal titolo Solidarietà italiana in Africa: volontariato e imprese. Ad 11ospitare la manifestazione, nata dalla collaborazione scientifica e organizzativa tra l'università di Genova, il Ministero degli Affari Esteri, il gruppo dei Giovani Imprenditori di Genova, dal Consorzio SPeRA e dalla Onlus Medici in Africa, sarà il Galata - Museo del Mare. L'evento, che vede anche il patrocinio di CSVnet e la collaborazione del Celivo, Centro di Servizio per il Volontariato di Genova, è rivolto a tutti gli operatori di Ong, Onlus, Fondazioni e associazioni di volontariato che hanno progetti di solidarietà dedicati all'africa sub sahariana. «È il terzo anno che organizziamo il convegno. Nel 2012 sono stati presentati 180 progetti, mentre quest anno i progetti, provenienti da tutta Italia, sono 320: siamo cresciuti», spiega Berto Riboli, che continua: «L obiettivo è quello di far collaborare tra loro le realtà che agiscono nell Africa sub sahariana, ma anche di creare una sinergia con le imprese italiane. Durante il convegno si rifletterà anche sulle normative italiane, che non consentono la collaborazione tra profit e no-profit: in Europa non è più così, e in un momento di crisi come è quello che stiamo vivendo si tratta di normative davvero anacronistiche». Nei tre giorni di incontri e dibattiti l'obiettivo è quello di dar voce a tutti i programmi di aiuto per l'africa, favorire collaborazioni e sinergie tra gli operatori e le diverse realtà associative laiche e religiose, agevolare il reclutamento di nuove forze umane ed economiche, mettere in contatto il mondo della solidarietà e quello delle imprese, avvicinare il mondo dei giovani e degli studenti a quello del non profit e alle opportunità offerte dal continente africano. Conclude Berti Riboli: «I paesi simbolo del convegno sarannouganda e Mozambico: verranno proiettati dei filmati appositamente realizzati per il convegno SPeRA, che illustrano la presenza e le attività di Onlus, Ong e imprese italiane in queste zone».

10 Quotidiani e Settimanali REDATTORE SOCIALE Nell'Africa subsahariana il 25 per cento dei malati del mondo Il tema al centro della puntata di domani della puntata di Tg1-Fa' la cosa giusta 28 ottobre 2013 ROMA - Quasi il 25% dei malati di tutto il mondo si trova nell Africa subsahariana, dove l età media non supera i 45 anni e 11 milioni di bambini muoiono prima di aver raggiunto i 5 anni. Mentre gli investimenti stranieri, a partire dai cinesi, stanno cambiando l economia africana continua l emergenza sanitaria nell Africa subsahariana. Il progetto Girasole dell associazione Medici in Africa aiuta gli ospedali africani a diventare autonomi nella cura dei malati con un gruppo di specialisti che formano sul posto gli operatori sanitari locali grazie alla collaborazione tra imprese e volontariato. A Tg1/Fa la cosa giusta, a cura di Giovanna Rossiello - nella puntata di domani in onda alle 9 - il prof. Edoardo Berti Riboli, medico volontario in Africa e presidente della onlus Medici in Africa. Poi la testimonianza di Raffaella Nannini della organizzazione umanitaria L Africa Chiama che in Kenya, Tanzania e Zambia si prende cura di diecimila bambini in difficoltà, orfani dell Aids, disabili, ragazzi di strada e che a Fano organizza corsi per volontari nelle strutture in Africa. Info: Vai all'articolo

11 Quotidiani e Settimanali IL MONDO / politica / 10 Ottobre 2013 A Genova a novembre il convegno SPeRA su investimenti in Africa Roma, 10 ott. Le esperienze del gruppo Salini e di Bbc service, che già investono nel continente africano, saranno alcune delle testimonianze al centro del convegno "Solidarietà in Africa. Volontariato e imprese", in programma a Genova dal 14 al 16 novembre Secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale nel suo ultimo World Economic Outlook, entro la fine del 2013 il PIL dell'africa subsahariana crescerà del 5,1% annuo e nel 2014 arriverà a sfiorare il 6%. Un'ottima prospettiva per le imprese italiane che già investono nel continente africano e che interverranno con la loro testimonianza alla prossima edizione del convegno SPeRA "Solidarietà in Africa. Volontariato e imprese" che si svolgerà a Genova dal 14 al 16 novembre <>. Una seconda testimonianza viene da Sara Baldi, fondatrice dell'azienda ligure BBC Service. Baldi l'africa la conosce bene. Nel 1993 ha creato in Italia insieme a suo marito un'agenzia di viaggi e servizi per i missionari italiani che prestano la loro opera in tutto il mondo e, in particolare, nei paesi africani. Prima ancora, però, ha vissuto per più di dieci anni in Ghana, nazione di cui si è innamorata a tal punto da decidere di farci nascere 32 anni fa la figlia Barbra.

12 Quotidiani e Settimanali 6 agosto 2013 IL SECOLO XIX

13 Quotidiani e Settimanali 30 luglio 2013 INIZIATIVE Urgente una modifica della legga sui finanziamenti alla cooperazione italiana Parte da Genova la richiesta di uno strumento legislativo più moderno per rendere stabili e concreti i risultati delle missioni delle nostre Ong nel continente africano. <<Se si vuole che la cooperazione italiana smetta di essere una forma di beneficenza e che l aiuto delle Ong prenda radici vere presso i popoli dell Africa Subsahariana, è necessario consentire alle organizzazioni non lucrative di entrare nel mercato, come già accade all estero. Sempre che rispettino gli obiettivi statutari della loro missione>>. E la richiesta di Edoardo Berti Riboli, presidente della onlus genovese Medici in Africa e del consorzio SPeRA (Solidarietà, Progetti e Risorse per l Africa) mentre fervono i preparativi per il IV convegno nazionale dell associazione, che si terrà a Genova dal 14 al 16 novembre <<In base alla legge 49 del 1987 le ong possono accedere ai finanziamenti pubblici ma non possono avere rapporti commerciali con i privati spiega Berti Riboli Tuttavia, in un momento di crisi come questo, in cui il sostegno pubblico anche a livello europeo, è carente, è fondamentale coordinare il proprio lavoro con quello delle imprese che già investono o che sono disposte a investire in Africa>>. Secondo Berti Riboli, molte ong italiane spesso hanno la competenza, la conoscenza dei territori e dell ambiente in cui lavorano, soprattutto godono della stima dei governi e delle popolazioni locali perché in molti casi sono fortemente radicate da decenni nei paesi africani, dove portano il loro supporto. Perciò potrebbero essere di grandissimo aiuto per le imprese e soprattutto per il reale 15sviluppo delle attività, commerciali e non, degli abitanti: <<Bisogna mettere quelle popolazioni in condizioni di proseguire da soli un qualunque progetto di sviluppo, messo in moto dalle ong, anche quando queste ultime vanno via>>. Su questo piano SPeRA condivide la posizione del ministro degli Esteri Emma Bonino che, in occasione del cinquantenario della fondazione dell Organizzazione dell Unità Africana, ha evidenziato come il continente africano siaradicalmente cambiato e necessiti, perciò, di un mutamento di approccio da parte dei suoi interlocutori europei, a partire dall Italia: <<Il ministro ha sottolineato che la complementarietà tra le economie africane e quella italiana ci consente di offrire all Africa un modello di sviluppo rispettoso del futuro del ruolo del continente, purché con uno strettissimo coordinamento tra istituzioni e privati>>. A questo tema saranno dedicati i lavori del prossimo Convegno SPeRA, dal titolo Solidarietà Italiana in Africa: Volontariato e Imprese e al quale prenderanno parte esperti di economia, storia e politica degli Stati africani, nonché rappresentanti istituzionali dei diversi Paesi. L organizzazione sarà gestita dal Consorzio SPeRA (che riunisce 21 onlus liguri) e dalla onlus Medici in Africa (costituita dall Università e dall Ordine dei Medici di Genova), con la collaborazione dell Università e dell Associazione Giovani Industriali di Genova. INFO E CONTATTI: convegnospera2013@yahoo.it Vai all'articolo

14 Quotidiani e Settimanali 16 maggio 2013 NOTIZIARIO INFO AFRICA Un paese esempio di collaborazione tra ong e imprese italiane UGANDA L Uganda rappresenta un ottimo esempio di collaborazione tra associazioni e ong da un lato e imprese private italiane dall altro. Un caso interessante da seguire e che sarà oggetto di studio nel nostro IV convegno di novembre, dedicato proprio al rapporto tra volontariato e imprese nell aiuto al continente africano : lo ha sottolineato Edoardo Berti Riboli, presidente del Consorzio SPeRA (Solidarietà, Progetti e Risorse per l Africa) e dell associazione Medici in Africa, al suo rientro da una missione in Uganda, paese che sta vivendo un periodo di forte crescita economica. Abbiamo visitato buona parte dell Uganda dove le ong italiane sono presenti da circa anni, integrate e 16molto considerate dalla popolazione ha detto Berti Riboli. Ad aprire la strada ha aggiunto sono state le missioni dei padri Comboniani, che hanno creato una radice di considerazione e rispetto e un ottimo rapporto con il governo locale. Negli ultimi anni, grazie anche a una maggiore stabilità politica rispetto al passato, l Uganda sta diventando un paese attraente anche per le nostre imprese. Sotto questo punto di vista in crescita è anche l importanza della collaborazione tra privato e no profit: Dal punto di vista legislativo ha proseguito berti Riboli le ong possono accedere ai finanziamenti pubblici ma non possono avere rapporti commerciali con enti privati. Ma, laddove il sostegno pubblico scarseggi, cosa che accade sempre più spesso in Italia, coordinare il proprio lavoro con quello delle imprese consente la realizzazione di obiettivi comuni. Il IV convegno nazionale SPeRA si terrà a Genova dal 14 al 16 novembre prossimo. L appuntamento sarà occasione di confronto e dibattito tra rappresentanti dell associazionismo, del mondo imprenditoriale e di quello istituzionale sullo sviluppo del continente africano.

15 Agenzie di Stampa Solidarieta': convegno per volontariato e impresa in Africa A Genova tre giornate per discutere di prospettive lavoro (ANSA) - GENOVA, 13 NOV - Operatori economici e del mondo no profit si incontrano a Genova per confrontarsi sulle nuove opportunita' per il mondo del lavoro che posso nascere dalla collaborazione tra imprese e volontariato nell'africa subshariana. Saranno questi i temi affrontati nel corso del quarto convegno SPeRA 'Solidarieta' italiana in Africa: volontariato e imprese', da domani fino al 16 presso il Galata museo del mare e il Museo teatro di San Giovanni di Pre'. ''Il mondo della cooperazione presenta - spiega Edoardo Berti Riboli, presidente di Medici in Africa - enormi opportunita' per i giovani, sia in termini di conoscenza sia in termini occupazionali. Entro il 2015 si prevede che saranno africane 7 delle prime 10 economie al mondo per tasso di crescita (Etiopia, Mozambico, Tanzania, Congo RDC, Ghana, Zambia e Nigeria). Il tasso di crescita annuo del Pil di questi paesi e' pari, in media, al 5,5 per cento''. Il convegno dara' la possibilita' alle universita', a tutte le ong, onlus, associazioni laiche e religiose di presentare i propri progetti. Vi saranno inoltre sessioni guidate da esperti di economia, storia e politica degli stati africani, altre dedicate ai rappresentanti istituzionali dei diversi paesi; infine saranno presentati filmati che illustrano la presenza e le attivita' di diverse organizzazioni e imprese italiane in alcuni paesi africani. Nel corso delle tre giornate, ancora, verra' presentato il Registroßnazionale del volontariato in Africa''.(ANSA). Y9L-CE/

16 Agenzie di Stampa SOLIDARIETÀ ITALIANA IN AFRICA: VOLONTARIATO E IMPRESE NEL CONVEGNO SPERA A GENOVA Martedì 19 Novembre :44 GENOVA\ aise\ - Nell'ambito della cooperazione è finita l'era del "c'è bisogno di tutto", durante la quale si andava in Africa senza un'adeguata preparazione. Oggi cooperazione vuol dire ricerca, organizzazione e competenza, accanto al desiderio di aiuto e di esperienze umane in una terra capace di conquistare l'anima. Questi obiettivi possono essere raggiunti grazie al partnenariato tra mondo del profit da un lato e volontariato dall'altro, passando attraverso la modifica della legge 48 del 1987 che regola la cooperazione italiana allo sviluppo e che proibisce questa collaborazione. È il messaggio del IV convegno nazionale "SPeRA, Solidarietà italiana in Africa: volontariato e imprese", che si è svolto a Genova dal 14 al 16 novembre e che ha registrato un grande successo di partecipazione e condivisione tra gli operatori impegnati nel continente africano. Più di 300 i progetti di solidarietà che sono stati presentati nelle tre giornate di lavoro e che sono stati riuniti nel "Registro della solidarietà italiana in Africa", presentato in occasione del convegno; più di 60 le associazioni, provenienti da tutta Italia e che hanno arricchito la discussione nelle tavole rotonde organizzate dalla onlus padrona di casa, Medici in Africa, e dal consorzio SPeRA, con confronti suddivisi per aree territoriali. Come hanno sottolineato nelle loro relazioni conclusive Domenico Dato (Medici in Africa) e Pietro Pero (Consorzio SPeRA e Tumaini onlus), i partecipanti hanno messo a fuoco i temi più urgenti al centro dei loro progetti: formazione, istruzione, infrastrutture, sviluppo industriale e microcredito, prevenzione e sanità per cominciare, ma anche, per la prima volta, aspetti mai toccati nelle precedenti edizioni: i problemi di salute mentale, la tossicodipendenza, la disabilità, il recupero fisico e psicologico di quanti hanno subito violenze in guerra. Novità assoluta di quest'anno è stata la presenza di associazioni italiane gestite da africani. Un fenomeno ricordato in apertura anche da Francesca Danese vicepresidente vicario del CSVnet Coordinamento nazionale dei Centro Servizi per il volontariato, che ha sottolineato come, attraverso il volontariato, i migranti di seconda generazione chiedono di attivarsi per le loro nazioni di origine e di avere contezza delle proprie radici. Il convegno SPeRA è stato l'occasione per fotografare lo stato attuale della cooperazione italiana, che ha subito un forte ridimensionamento per via dei tagli al finanziamento pubblico, passato da 1 miliardo circa all'anno a milioni di euro. Nasce da qui la necessità della ricerca di altre strade per non far mancare l'aiuto alle popolazioni africane, come la collaborazione tra imprese e volontariato. "Solo grazie all'interazione tra questi due mondi i progetti della cooperazione possono attecchire e proseguire anche quando gli operatori italiani ed europei abbandonano il Paese: il progetto deve poter continuare con vita propria, con risorse locali. Occorre allora individuare e attuare modelli di cooperazione che possano portare ad una condivisione più che a un trasferimento tecnologico", ha affermato Marco Frascio (CUSC-Università di Genova). Il social business può diventare così "motore della cooperazione". Ma quanto è compatibile l'attività di chi cerca un profitto con quella di chi vuole portare aiuto? Come far convivere mentalità e mission così diverse? "In realtà oggi si è capito che la cooperazione costituisce a sua volta un'opportunità di crescita economica non solo per le popolazioni africane ma anche per i nostri giovani. È un investimento per il futuro, non un aiuto a se stante", ha continuato Frascio. "Si è capito che, se non si riduce la povertà di questi paesi, non si può fare impresa: se nessuno può spendere, non ha senso fare impresa. C'è poi un altro aspetto importante da considerare: in Africa si va anche per ricevere, in un rapporto di dignità paritetica. Dall'Africa possiamo imparare nuovi modelli di capitalismo, che ruotano attorno a un'economia capace di rispondere agli stimoli locali. Un'economia "vernacolare", basata ad esempio sull'agricoltura, attraverso la nascita di aziende che possano generare ricchezza locale e poi essere trasportate nella nostra società". Su questo piano le università possono avere un ruolo fondamentale: nel mondo universitario ci sono molte figure che lavorano nel volontariato ma esistono altresì diverse collaborazioni con le imprese: "L'università può costituire l'enzima fondamentale dove questa reazione si realizzi". I principali piani della collaborazione tra no profit e imprese in Africa potrebbero essere: istruzione e formazione professionale; riduzione e rimozione degli ostacoli burocratici; condizioni igienico sanitarie. Tuttavia, perché questa sinergia diventi reale, è necessaria la modifica dell'art 28, comma 4 lettera d, della legge 48/1987, che recita: "Il riconoscimento di idoneità alle organizzazioni non governative può essere dato per uno o più settori di intervento, a condizione che le medesime non abbiano rapporti di dipendenza da enti con finalità di lucro, né siano collegate in alcun modo agli interessi di enti pubblici o privati, italiani o stranieri aventi scopo di lucro". 19Questa modifica è al centro di una battaglia portata avanti da tempo da Edoardo Berti Riboli, presidente di Medici in Africa e del Consorzio SPeRA. Il convegno SPeRA ha dato spazio all'analisi della situazione di alcune zone dell'africa dove gli imprenditori italiani si stanno già attivando, come l'uganda, che da almeno un decennio è paese in crescita grazie ad una maggiore sicurezza e stabilità rispetto al passato, sebbene la democrazia sia tutta da sviluppare e consolidare ogni giorno. In Uganda operano 8 delle associazioni che hanno presentato i loro progetti a Genova. Al di là delle argomentazioni economiche, sono stati l'impegno, le testimonianze, le emozioni dei volontari in Africa la vera anima del convegno SPeRA. (aise)

17 Agenzie di Stampa SOLIDARIETÀ ITALIANA IN AFRICA:VOLONTARIATO E IMPRESE : A GENOVA LA IV EDIZIONE DEL CONVEGNO SPeRA LUNEDÌ 11 NOVEMBRE :19 GENOVA\ aise\ - Cresce la rete della solidarietà costituita da ONG, ONLUS, missioni cattoliche, ma anche da aziende e privati cittadini. Entro il 2015 si prevede che saranno africane 7 delle prime 10 economie al mondo per tasso di crescita. Cooperazione e crescita economica: saranno questi i temi al centro del IV Convegno SPeRA Solidarietà Italiana in Africa: Volontariato e Imprese che si terrà a Genova dal 14 al 16 novembre. Tre giornate durante le quali operatori economici e mondo del noprofit si confronteranno sulle nuove opportunità per il mondo del lavoro (italiano e africano) che possono nascere dalla collaborazione tra imprese e volontariato nell Africa subshariana. L organizzazione sarà gestita dal Consorzio SPeRA (che riunisce 21 Onlus liguri) e dalla Onlus Medici in Africa (costituita dall Università e dall Ordine dei Medici di Genova), con la collaborazione dell Università e dell Associazione Giovani Industriali di Genova. "Il mondo della cooperazione presenta enormi opportunità per i giovani, sia in termini di conoscenza che in termini occupazionali", sottolinea il Presidente di Medici in Africa, Edoardo Berti Riboli. "Entro il 2015 si prevede che saranno africane 7 delle prime 10 economie al mondo per tasso di crescita (Etiopia, Mozambico, Tanzania, Congo RDC, Ghana, Zambia e Nigeria). Il tasso di crescita annuo del PIL di questi Paesi è pari, in media, al 5,5%. Nel 2011 il Paese africano che ha superato tutti gli altri in termini di crescita è il Ghana (+23% su base annua), e non solo grazie allo sfruttamento delle risorse petrolifere: in aumento sono tutti i settori di attività, a partire dalla produzione agricola, da quella mineraria e dai servizi. Purtroppo però aggiunge Berti Riboli negli ultimi 10 anni la presenza economica italiana nei Paesi africani e l ammontare dell interscambio commerciale tra Italia e Africa sono andati progressivamente riducendosi, a vantaggio di altre realtà emergenti, come la Cina, che hanno invece saputo cogliere le importanti opportunità che si presentavano, accrescendo fortemente la loro influenza economica nel Continente". Il volontariato, sempre più strutturato e teso verso la creazione di reti di collaborazione, cambia volto. In Africa cresce la catena di solidarietà costituita da Ong, Onlus, missioni cattoliche, ma anche da aziende e da privati cittadini: solo le associazioni nazionali che si occupano di progetti nel Continente africano sono oltre e per lo meno altrettanti sono i progetti seguiti da volontari laici o religiosi non registrati ufficialmente. Al convegno interverrà anche il Direttore Generale della DGCS del Ministero degli Esteri, Gianpaolo Cantini: "come Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo ci teniamo particolarmente a partecipare al Convegno che si terrà a Genova, perché nel modo di operare di Medici in Africa è evidente l'obiettivo di realizzare un approccio di sistema e questo è un aspetto per noi molto importante", ha affermato Cantini. Il Convegno SPeRA, che l anno scorso ha dato voce a circa 200 progetti di solidarietà per l Africa sub sahariana, anche quest anno darà la possibilità alle Università, a tutte le Ong, Onlus, associazioni laiche e religiose di presentare i propri progetti. Vi saranno sessioni guidate da esperti di economia, storia e politica degli Stati africani, altre dedicate ai rappresentanti istituzionali dei diversi Paesi. Saranno inoltre presentati video e documentari che illustrano la presenza e le attività di diverse Onlus, Ong e imprese italiane in alcuni Paesi africani. (aise)

18 Agenzie di Stampa Cooperazione: Onlus Medici in Africa, crescita Pil africano ottima prospettiva per aziende italiane Roma, 09 ott 15:52 - (Agenzia Nova) Entro la fine del 2013 il prodotto interno lordo (Pil) dell Africa subsahariana crescerà del 5,1 per cento annuo e nel 2014 arriverà a sfiorare il sei per cento. È quanto emerge dalle previsioni del Fondo monetario internazionale nel suo ultimo World Economic Outlook, il che fornisce un ottima prospettiva per le imprese italiane che già investono nel continente africano e che interverranno con la loro testimonianza alla prossima edizione del convegno SPeRA Solidarietà in Africa. Volontariato e imprese, che si svolgerà a Genova dal 14 al 16 novembre prossimi. I paesi africani stanno tentando in vari modi di allinearsi alla globalizzazione dei mercati e alle sfide che ne derivano. L aumento demografico è un fattore determinate per lo sviluppo economico della regione, così come la stabilità politica e la capacità dei governi e della comunità internazionale di risolvere i conflitti. In questo contesto i valori del sustainable development sono il presupposto fondamentale per i nostri investimenti in Africa, spiega Daniele Cascianelli, Project manager della Salini Costruttori, secondo quanto riferisce un comunicato della Onlus Medici in Africa, una delle organizzatrici dell evento. Un esperienza all'attivo del gruppo Salini è da registrarsi in Uganda, dove il progetto idroelettrico a Bujagali è stato pensato come nuovo punto di riferimento per il settore degli investimenti in energia pulita nel continente africano. Altrettanto importanti sono gli esempi di collaborazioni con le onlus. Il 24 settembre scorso è stata inaugurata un Family House in Uganda, presso lo Nsambia Hospital di Kampala. Rappresenta un nuovo modello di partnership con le ong e le istituzioni. Si tratta di una casa accoglienza donata interamente dal gruppo Salini nell ambito della Csr con la collaborazione dell ong Oncologia per l Africa e la Nsambia Hospital di Kampala. Costruita secondo criteri environmentally friendly, ospiterà le famiglie di pazienti oncologici che necessitano di assistenza durante i periodi di ricovero per la somministrazione di trattamenti medici, ha spiegato Cascianelli. Una seconda testimonianza viene da Sara Baldi, fondatrice dell azienda ligure Bbc Service. Baldi l Africa la conosce bene. Nel 1993 ha creato in Italia insieme a suo marito un agenzia di viaggi e servizi per i missionari italiani che prestano la loro opera in tutto il mondo e, in particolare, nei paesi africani. Prima ancora, però, ha vissuto per più di dieci anni in Ghana, nazione di cui si è innamorata a tal punto da decidere di farci nascere 32 anni fa la figlia Barbra. Sulla base della mia esperienza posso dire che quando noi italiani siamo all estero e uniamo la capacità imprenditoriale alla passione e al desiderio di fare del bene con il volontariato, diventiamo grandi, degni del nome italiani. L appoggio delle ong che lavorano in loco è fondamentale perché conoscono il territorio e godono della fiducia e della stima delle popolazioni locali. Sono orgogliosa di far parte di questa esperienza a livello umano e a livello professionale, ha concluso Baldi. Il Convegno SPeRA, che l anno scorso ha dato voce a circa 200 progetti di solidarietà per l Africa subsahariana, anche quest anno darà la possibilità alle Università, a tutte le ong, onlus, associazioni laiche e religiose di presentare i propri progetti. Vi saranno altresì sessioni guidate da esperti di economia, storia e politica degli stati africani, altre dedicate ai rappresentanti istituzionali dei diversi paesi; saranno inoltre presentati filmati appositamente realizzati per il Convegno SPeRA, che illustrano la presenza e le attività di diverse onlus, ong e imprese italiane in alcuni paesi africani. L obiettivo dell evento è quello di creare sinergie e collaborazioni tre le diverse associazioni con progetti di solidarietà in Africa e di creare rapporti tra il mondo del no-profit e quello degli operatori economici che lavorano nel continente africano. L organizzazione sarà gestita dal Consorzio SPeRA e dalla Onlus Medici in Africa (costituita dall Università e dall Ordine dei Medici di Genova), con la collaborazione dell Università e dell Associazione giovani industriali di Genova.

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