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1 CENTRO REGIONALE DI COMPETENZA SU ANALISI E MONITORAGGIO DEL RISCHIO AMBIENTALE Relazione di Accompagnamento

2 Progetto elaborato da: Paolo Gasparini Università di Napoli Federico II (coordinatore) Umberto Arena Seconda Università di Napoli Mauro Basili Ente per le Nuove Tecnologie, l Energia e L Ambiente ENEA Leonardo Cascini Università di Salerno Lucilla de Arcangelis Istituto Nazionale di Fisica della Materia INFM Giovanni Macedonio Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia INGV Maurizio Ribera d Alcalà Stazione Zoologica Anton Dohrn Bruno D Argenio Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR Paolo De Natale Istituto Nazionale di Ottica Applicata Giuseppe Castello Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Fondazione G.Pascale Francesca D Elia Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno e delle Aree Interne Tullio Pescatore Università del Sannio Giancarlo Spezie Università di Napoli Parthenope Lucio Amato Technapoli 1

3 RELAZIONE DI ACCOMPAGNAMENTO MISSIONE DEL CENTRO REGIONALE DI COMPETENZA Gli obiettivi del Centro sono molteplici, ma possono essere tutti ricondotti ad un unica strategia: elevare la capacità di risposta del tessuto economico, culturale e sociale della regione campana a fronte dei rischi ambientali di alta incidenza. Questo è possibile amplificando le performance del sistema territoriale campano nel risk management attraverso: il ridisegno dell assetto del territorio; la riduzione della vulnerabilità dell ambiente abitativo e produttivo; l adeguamento tecnico e tecnologico dei sistemi a rete; la riqualificazione delle prestazioni ambientali del sistema produttivo e dei servizi; capacity building di competenze diffuse sul territorio; la cultura d impresa nel campo della difesa dell ambiente e del territorio. A queste azioni il Centro intende offrire un apporto fondamentale organizzandosi in struttura permanente di ricerca con spiccata capacità di autofinanziamento, in una posizione intermedia tra le vocazioni caratteristiche degli Enti di ricerca e delle Agenzie operanti nel settore, il settore Imprenditoriale e Industriale e gli Enti di gestione del territorio. Il ruolo nel quale il Centro essenzialmente si pone è quello di un Laboratorio di alta tecnologia, che offre ad Industrie ed Enti possibilità uniche nell Italia meridionale (ma anche nell intero Paese) di sviluppare ed ingegnerizzare prototipi, effettuare prove e misure e verificare con modelli analogici e numerici i risultati ottenuti in campagna. Va detto con estrema chiarezza che il Centro non ha come obiettivo il monitoraggio dei parametri ambientali, che rimane compito precipuo degli Enti di Ricerca e delle Agenzie esistenti, quali l Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l Agenzia Regionale Protezione Ambiente Campana, ecc. Gli scopi del Centro sono quindi: creare una sinergia tra le diverse competenze di alto livello, attualmente disperse tra le diverse strutture operanti in Campania nel campo dell analisi e della gestione del rischio ambientale, attraverso un aggregazione strutturale di ricerche strategiche. I poli di ricerca così integrati dovranno procedere alla formazione di una rete fra i vari attori in grado di assicurare lo scambio, il trasferimento, la disseminazione, il potenziamento e l evoluzione di conoscenza e competenze tecnologiche. Il Centro si pone come obiettivo il consolidamento dei poli dotandoli di strumentazione scientifica di avanguardia e offrendo alle reti di collegamento le piattaforme tecnologiche più avanzate per lo sviluppo di relazioni e per il lavoro cooperativo nella ricerca scientifica; 2

4 fornire metodologie avanzate di supporto alle decisioni di agenzie di servizio ed amministrazioni che operano nel settore della pianificazione e difesa del territorio. Il Centro può svolgere nei confronti delle Amministrazioni e delle agenzie di servizi le funzioni di back office rendendo disponibili le informazioni e le analisi territoriali di loro interesse, in relazione alle specifiche deleghe in materia di assetto territoriale; attrarre investimenti anche con la partecipazione in maniera competitiva ai programmi europei e nazionali, creando le condizioni favorevoli per imprese e servizi nel campo della difesa dell ambiente e del territorio, affinché possano insediare in Campania i propri laboratori di ricerca e sviluppo. Il Centro opererà per eliminare le barriere di accesso alla ricerca scientifica da parte dell industria sviluppando ed incentivando la collaborazione fra poli di ricerca e piccola e media industria, attraverso la partecipazione comune ai progetti e favorendo la creazione di distretti virtuali capaci di offrire servizi tecnologici e scientifici congiunti; promuovere e sviluppare programmi di formazione specializzata per l introduzione nel mercato del lavoro di risorse intellettuali qualificate in grado di garantire soluzioni metodologiche e tecnologiche per una maggiore competitività in campo ambientale del sistema produttivo campano. Tale competitività dovrà essere ricercata, attraverso innovazioni tecnologiche e di processo, sia nel più generale campo della valorizzazione e, laddove opportuno, della certificazione ambientale delle imprese, sia nei settori specifici del risanamento ambientale, del recupero e riciclaggio e della protezione civile; promuovere e sviluppare programmi di formazione di base verso la pianificazione urbanistica sostenibile, l insediamento, la costruzione o la ristrutturazione corretti di strutture convenzionali, e il controllo e l analisi degli impatti ambientali delle attività produttive al fine di sviluppare una capacità diffusa di gestione e dell uso in sicurezza del territorio campano da parte degli operatori del settore pubblici e privati. MODALITA DI REALIZZAZIONE La qualificazione e la selezione delle pre-esistenze da inserire nel centro è stata effettuata utilizzando quattro criteri principali: competitività scientifica dimostrata attraverso impact factor dei gruppi di ricerca; capacità di attrazione economica dimostrata attraverso i finanziamenti ricevuti; esperienza nella gestione di progetti dimostrata attraverso i coordinamenti effettuati; capacità di trasferimento tecnologico dimostrata attraverso attività pregresse con Privati ed Enti territoriali ed Agenzie di servizio. Le strutture operative degli Enti selezionati già dispongono di laboratori avanzati ed attrezzature di ricerca applicata di capacità inferiore alla domanda del mercato delle aziende manifatturiere e di servizio. Il livello del patrimonio di know-how preesistente si evince dalla presenza in Campania di oltre trenta laboratori di ricerca in altrettanti dipartimenti ed istituti di ricerca in cui operano 600 addetti di cui 500 ricercatori e oltre 100 tecnici di laboratorio. I settori di applicazione sono gli stessi presenti nel Centro (rischio sismico, rischio vulcanico, rischio idrogeologico, rischio dell ambiente marino, rischio antropico), e ciò non deve 3

5 stupire in quanto è proprio un attenta analisi di mercato e benchmarking di settore cha ha guidato il gruppo proponente nella strutturazione del Centro di ricerca SCELTA DEGLI INVESTIMENTI IN ATTREZZATURE La scelta tecnico-scientifica della proposta è basata sul principio di utilizzare l occasione offerta dalla Misura 3.16 per acquisire grandi strumentazioni ad elevato impatto sul mercato della ricerca non esistenti attualmente nell Italia Meridionale, piuttosto che potenziare semplicemente i laboratori esistenti. La conseguenza di questa scelta è che il finanziamento viene utilizzato secondo il seguente schema: 70% Grandi attrezzature 20% Completamento attrezzature esistenti per aggiornamento e integrazione orizzontale dei laboratori 10% Attrezzature di base La selezione delle grandi attrezzature su cui concentrare gli investimenti principali è stata effettuata utilizzando i seguenti criteri: quadro nazionale ed internazionale di riferimento per attrezzature analoghe con valutazione del bacino di utenza e della capacità di attrazione; coerenza con la vocazione del centro orientata all alta tecnologia ed al trasferimento tecnologico e non alla gestione di servizi di routine; esperienza consolidata dei gruppi proponenti su attività sperimentali sia diretta che in centri nazionali ed internazionali; capacità pre-esistente di allocazione, manutenzione e gestione con tecnici specializzati. Le principali strumentazioni strategiche di elevato impegno economico sono le seguenti: ATTREZZATURE ENTE SOGGETTI SEZIONE k Partecipante Attuatori Tematica Laboratorio Analisi Polveri Nanometriche INFM UNINA SGD Campania DIC Rischio Antropico Mesocosmo terrestre UNINA DIC Rischio Antropico 1020 Reattore Pilota Gassificazione Rifiuti SUN DSA Rischio Antropico 455 Rete sismica multicomponente UNINA-DSF INGV DSF CISSA Rischio Sismico Tavole vibranti asincrone UNINA-DAPS DAPS Rischio Sismico 3720 PIV 3D e velocimetro SUN DIC Vulnerabilità 420 Costiera Radar costiero UNIP Vulnerabilità 420 Costiera Canaletta di grandi dimensioni UNISA Rischio 510 Idrogeologico Strum. Studio su ambiente costruito UNISA Rischio Sismico 450 Dilatometri da pozzo UNISA Rischio Vulcanico 1080 Cluster storage e trattamento dati CNR IREA Telerilevamento 893 4

6 Va inoltre segnalato che soprattutto nell ambito della Sezione Sviluppo Sensori si intende sviluppare strumentazione altamente innovativa a livello prototipale o di ingegnerizzazione di prototipi, con l obiettivo di attivare potenziali spin-off. I principali strumenti di questo tipo sono i seguenti: ATTREZZATURE ENTE SOGGETTI SEZIONE k Partecipante Attuatori Tematica Accelerometri Virgo UNINA DSF Sviluppo Sensori 96 Sistema ottico interferometrico UNINA DSF Sviluppo Sensori 420 Prototipo sistema acquisizione dati UNINA DSF Sviluppo Sensori 168 Gravimetro atomico INGV OV Sviluppo Sensori 480 Antenne sismiche INGV OV Sviluppo Sensori 360 Sensori ottico quantistici INOA Sviluppo Sensori 420 TRASFERIMENTO TECNOLOGICO Il processo di trasferimento implica la presenza di almeno tre tipologie di attori: la sorgente delle competenze scientifiche; il soggetto che opera il trasferimento; l organizzazione ricevente. Nel caso di trasferimento tecnologico alla Pubblica Amministrazione, peculiare del settore ambientale, essa costituisce un quarto attore come partner imprenditoriale nella messa a punto e gestione dell applicazione. Il Centro può assumere sia il ruolo della sorgente che il ruolo del soggetto che opera il trasferimento e può quindi svolgere sia un intervento diretto, in quanto ha sviluppato al proprio interno le tecnologie o il know-how relativo, sia una funzione intermediaria acquisendo la tecnologia dai poli di ricerca per trasferirla all utente finale attraverso un azione di impollinazione. In questo ultimo caso il Centro non si limiterà ad operare come switch board che mette in comunicazione sorgente e ricevente, ma avrà cura di: avviare i contatti preliminari con le imprese; instaurare un rapporto di fiducia con le imprese e definire le modalità attuative del trasferimento; fornire consulenza su forme di finanziamento e agevolazioni disponibili; valutare la situazione tecnologica (attività di check-up) e fornire assistenza al cambiamento; facilitare l accesso ai laboratori e gli scambi informativi; svolgere in proprio o collaborare al progetto di implementazione dell innovazione; monitorare i risultati e gli effetti del trasferimento; Gli strumenti operativi per realizzare queste azioni sono: la sezione tematica Politiche Territoriali e Trasferimento Tecnologico, interfaccia operativa con l esterno, che ha l obiettivo di affiancare la Pubblica Amministrazione 5

7 nello sviluppo di strumenti di pianificazione e standard normativi e di effettuare le attività di trasferimento dei prodotti del CdC; il Project Manager e la Giunta Esecutiva. A questa attività operativa si affianca l Industrial Board che ha una funzione di consultazione permanente per interfacciare i bisogni del mondo della produzione e dei servizi con le attività ed i prodotti del Centro. ORGANIZZAZIONE Le competenze afferenti al Centro sono suddivise in nove Sezioni Tematiche: Rischio Antropico Rischio Idrogeologico Rischio Sismico Rischio Vulcanico Vulnerabilità del Sistema Costiero Politiche Territoriali e Trasferimento Tecnologico Modellistica Sviluppo Sensori Telerilevamento Le prime cinque sezioni racchiudono le competenze sulle principali tematiche del rischio ambientale determinato da eventi naturali o da cause antropiche. La sesta sezione raccoglie competenze tecnico-gestionali e di politiche territoriali volte a massimizzare le interazioni tra le attività del CRdC e le esigenze di innovazione tecnologica del territorio e del mondo imprenditoriale. Nelle ultime tre sezioni confluiranno attività similari, anche dalle altre sezioni, allo scopo di favorire e di amplificare sia le occasioni di scambio multidisciplinare sia quelle di sinergia tra competenze diverse ma mirate ad obiettivi comuni. Ogni Sezione Tematica è suddivisa in Unità Operative (U.O.), nelle quali ricercatori altamente qualificati in un settore specifico, ma appartenenti a discipline (oltre che ad Atenei o Enti di Ricerca) differenti, coopereranno sinergicamente per offrire una competenza multidisciplinare che consenta un approccio integrato ad ogni specifica problematica di rischio ambientale. GESTIONE Il Centro Regionale di Competenza (CRdC) su Analisi e Monitoraggio del Rischio Ambientale sarà gestito attraverso i seguenti organi. Il Direttore, che è il responsabile scientifico del progetto, coordina e supervisiona l attività scientifica delle varie Sezioni, valuta la validità dei principali programmi di ricerca proposti e definisce la programmazione dell acquisizione della strumentazione di maggior rilievo. Definisce, assieme al Project Manager, le azioni per accrescere l offerta di ricerca del CRdC e per favorirne le interazioni con il mondo industriale. 6

8 Il Project Manager ha la responsabilità del coordinamento amministrativo del CRdC e della definizione e attuazione delle politiche gestionali. Coordina le azioni per massimizzare il trasferimento tecnologico verso le imprese e per favorire i contatti con il mondo industriale. Coadiuva il Direttore nella programmazione dell acquisizione della strumentazione di maggior rilievo e nei contatti con i possibili finanziatori. Due Vice-Direttori coadiuvano il Direttore nella definizione degli indirizzi tecnicoscientifici del CRdC e nel coordinamento dell attività scientifica delle Sezioni. Il Direttore, il Project Manager e i due Vice-Direttori costituiscono la Giunta Esecutiva che si cura della gestione operativa del Centro. L attività scientifica è coordinata dal Consiglio Scientifico, formato dal Direttore, dai Vice Direttori e dai Responsabili delle nove Sezioni Tematiche. Esso si esprime sui programmi tecnicoscientifici attraverso cui si sviluppa l attività del CRdC, relaziona sulle attività delle Sezioni e redige il programma annuale di attività e sviluppo. Un Consiglio Tecnico-Amministrativo, formato dai 14 rappresentanti degli Enti Partecipanti, dal Direttore, dai Vice Direttori e dal Project Manager, supervede la gestione amministrativa del CRdC, esprimendosi sui criteri da seguire e sulle azioni di animazione e diffusione da intraprendere, verifica la correttezza formale delle proposte del Consiglio Scientifico e le trasmette agli Organi Decisionali del Soggetto Capofila. Un Industrial Board, formato dal Direttore, dal Project Manager, dal Responsabile della Sezione Politiche Territoriali e Trasferimento Tecnologico e da tre rappresentanti del mondo industriale campano designati dalle organizzazioni di categoria e da tre rappresentanti delle Agenzie Regionali e Nazionali che operano nel settore ambientale. Il Board ha una funzione di consultazione permanente per interfacciare i bisogni del mondo della produzione e dei servizi con le attività ed i prodotti del Centro. L attività del Centro è monitorata da un Nucleo di Valutazione, formato da tre esperti di riconosciuto valore internazionale, la cui nomina è effettuata dalla Giunte Esecutiva su proposta del Consiglio Scientifico; PROSPETTIVE FUTURE La prospettiva a medio-lungo termine, dopo la fase di start-up, è la trasformazione del Centro in una Struttura Consortile con capacità economica di autosostentamento. La struttura societaria del Consorzio sarà caratterizzata da una compagine mista pubblico-privato con eventuale ingresso nel capitale anche di organismi istituzionali. La struttura organizzativa sarà di tipo leggero, costituita da: personale di ricerca, tecnico specializzato ed amministrativo dipendente dal centro (max 25 unità); personale di ricerca associato dipendente dalle strutture afferenti; 7

9 personale di ricerca assunto a tempo determinato (in rapporto ottimale 5:1 rispetto al personale dipendente dal centro). Il potenziamento del Centro sarà assicurato dall attrazione di capitale privato, dai meccanismi di premialità connessi al quadro comunitario per le strumentazioni, dalle misure nazionali e regionali per l alta formazione per il personale a tempo definito. 8

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