PROFESSIONE DOCENTE. ieri, oggi e domani. a cura di R. Garlaschelli. UST di Milano Aprile 2014

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1 PROFESSIONE DOCENTE ieri, oggi e domani a cura di R. Garlaschelli UST di Milano Aprile 2014

2 Una categoria sotto analisi La nostra è una delle categorie di lavoratori e lavoratrici con cui ognuno nel corso della vita è entrato in contatto e di cui pensa di poter parlare con cognizione di causa. La professione docente è stata oggetto di molti studi, e lo è tuttora, sia da parte dei media che delle Università e dei Centri di Ricerca.

3 Una categoria nella categoria I neo-immessi in ruolo sono la parte della categoria su cui si puntano più le attenzioni (IARD, Fondazione Agnelli, ) perché contingente più identificabile e facile da coinvolgere in indagini e approfondimenti durante l anno di formazione. Come le leve militari di un tempo.

4 I punti di attenzione Età media motivazioni formazione percezione del sé idea di scuola bisogni problemi alla ricerca di costanti e differenze

5 L evoluzione della specie Da alfabetizzatore a custode della tradizione culturale e dell identità nazionale; da cinghia di trasmissione dei valori dominanti a libero pensatore; da cattivo maestro a baby pensionato; da borghese piccolo piccolo a precario.

6 Il docente, oggi Un attività intellettuale un lavoro part time un lavoro come un altro una scelta di vita un lavoro femminile un impiego pubblico un ripiego

7 Il confronto con L EuropaL Il sistema scolastico il ruolo sociale gli stipendi l orario di lavoro la formazione iniziale e continua le associazioni di categoria

8 Alcune domande chiave Come viene costruito il profilo del docente? Chi lo costruisce?

9 Le risposte Sono i docenti stessi a costruire il proprio profilo Nell impegno quotidiano a scuola nella relazione con gli alunni e le loro famiglie nel lavoro cooperativo con gli altri docenti nella capacità di organizzare, proporre, innovare nell idea di scuola che esprimono

10 Il professionista riflessivo Il ruolo come punto di partenza e non di arrivo la ricerca continua di senso e di impegno professionale la pratica didattica e la riflessione sul fare scuola la formazione continua come risposta a bisogni individuali e collettivi e come strumento di crescita professionale la disponibilità all innovazione e al cambiamento

11 Il ruolo del life long learning (1) Uno studio ininterrotto Lo richiede la società complessa e in continua evoluzione in cui viviamo; lo impongono i cambiamenti dei saperi e lo sviluppo delle tecnologie; lo esige il contatto con le nuove generazioni dei nativi digitali.

12 Il ruolo del life long learning (2) La formazione continua come strumento per prevenire il rischio di burn out professionale

13 Il rischio di burn out (1) Lo stereotipo: la categoria lavora poco e senza stress. In realtà, è soggetta ad una frequenza di patologie psichiatriche pari a due volte alla categoria degli impiegati, pari a due volte e mezzo a quella del personale sanitario. Studi scientifici documentano tra gli insegnanti un costante aumento della percentuale di accertamenti per idoneità al lavoro a causa di patologie psichiatriche: dal 44,5% del al 56,9% nel biennio Oggi è anche peggio.

14 Il rischio di burn out (2) Insegnare stanca? Usura, tanto più se non si è sostenuti da una professionalità in continua crescita.

15 Alcune aree di attenzione per la formazione continua (1) L aggiornamento disciplinare e l affinamento della preparazione didattica sono indispensabili MA NON SUFFICIENTI!

16 Alcune aree di attenzione per la formazione continua (2) Conoscere e consolidare competenze in aree quali: il disagio la gestione del conflitto l integrazione dei disabili e dei bambini stranieri l orientamento le nuove tecnologie le lingue straniere e gli scambi internazionali

17 IL DISAGIO le risposte non si trovano per caso NON la fuga illusoria nella disciplina MA la disponibilità all ascolto come prerequisito indispensabile (In una classe, l insegnante si aspetta di essere ascoltato. Lo studente pure. E.Abbé) la cognizione del dolore (Tante forme del disagio, in rapporto all età e ai vissuti) l analisi del clima relazionale la proposta di un adultità credibile il tutoraggio la grande risorsa del gruppo dei pari

18 LA GESTIONE DELLA CLASSE la speciale normalità (1) Non negare le difficoltà, ma affrontarle Non arroccarsi su posizioni di difesa, ma aprirsi al confronto e al lavoro cooperativo con gli altri colleghi Mettere in discussione sempre approcci e metodi, nella consapevolezza che uno stile di insegnamento univoco e non flessibile taglia fuori gran parte degli alunni.

19 LA GESTIONE DELLA CLASSE la speciale normalità (2) Intercettare i bisogni espressi e, soprattutto, quelli non espressi, con attenzione alle dinamiche di relazione del gruppo classe. Cercare di mantenere, comunque, un distanziamento professionale dalle problematiche più calde ed urgenti con cui si entra in contatto. Un ruolo da regista e non da attore protagonista

20 IL CONFLITTO una categoria di esperti La scuola è un ambiente ad alta densità di conflitti, perché è un sistema complesso in cui: il mandato della società è confuso o almeno disturbato è istituzionalizzato il confronto tra generazioni diverse operano professionisti fortemente individualisti a fronte di una gerarchia precisa e di un attività che si svolge per lo più per gruppi non d elezione

21 Non basta il buon senso! Gli studi sulla natura dei conflitti e la loro gestione sono in sociologia innumerevoli. Ci sono diverse scuole di pensiero. Quel che è certo è che acquisire le tecniche di prevenzione o controllo dell escalation, di negoziazione, di mediazione, di chiusura senza perdenti può contribuire a rendere il lavoro meno dispersivo e il clima più sereno

22 GLI ALUNNI DISABILI La presenza di alunni disabili nelle classi di tutti gli ordini scolastici I problemi di comportamento La sfida dell integrazione Il ruolo dell insegnante di sostegno, ma i compiti di tutti i docenti, anche dei curricolari La valutazione e gli esami di stato La didattica speciale, un supporto per tutte le evenienze"

23 L insostenibile solitudine del docente di sostegno Motivazione e reclutamento Riconoscimento/ identificazione di ruolo La relazione con le famiglie: l odio e l amore I casi frequenti di burn out

24 GLI ALUNNI STRANIERI Le classi multietniche A Milano, la media di alunni stranieri per classe é maggiore nella scuola di base e si attesta intorno al 20%, ma ci sono punte del 60%. Con i ricongiungimenti, il fenomeno investe anche massicciamente le scuole superiori. L esperienza di migrante L italiano per comunicare e la lingua per studiare Il difficile percorso scolastico Non disperdiamo talenti! È responsabilità di tutti fare emergere potenzialità e orientare al proseguimento degli studi

25 L ORIENTAMENTO (1) Un attività trasversale che investe la responsabilità di tutti, in tutte le fasi del percorso scolastico. Si orienta con la propria disciplina, si orienta con l esempio, si orienta con una didattica che faccia emergere talenti, proponga varietà di attività in rapporto ai diversi stili cognitivi, dia dignità a tutte le scelte

26 L ORIENTAMENTO (2) La conoscenza dei nuovi ordinamenti e del mondo del lavoro, tenendo in considerazione la velocità sempre più vertiginosa dei cambiamenti sociali Contribuiamo a consolidare nei nostri ragazzi flessibilità e competenze trasversali, che consentano loro di muoversi in una società complessa, in cui dovranno reinventarsi un lavoro più volte nel corso della vita. Prepariamoli per una maratona e non per una gara di velocità! E apriamoli al mondo.

27 L ORIENTAMENTO Contro la dispersione (1) I soggetti a rischio esclusione sono in particolare: i disabili gli stranieri gli stranieri disabili (a Milano e Provincia, circa l 8% del totale)

28 L ORIENTAMENTO Contro la dispersione (2) L esclusione può riguardare anche altri: le indagini ci dicono che è un dato di realtà per molti, che non sono né disabili, né stranieri: quelli che. hanno ritmi e modalità di apprendimento diversi hanno un intelligenza sintonizzata su un altra onda non si riesce a tenere imprigionati in un aula vivono disagi che portano la mente altrove.

29 UNA PROVOCAZIONE Voi siete sicuri che farete la stessa professione fra 10 anni? Sceglierete di farla o, soprattutto, ve la faranno fare alle stesse condizioni? NON sottovalutate la possibilità di potenziare le competenze e costruire un curriculum più ricco, anche al fine di progressioni di carriera. NON trascurate alcuni ambiti di possibile crescita professionale.

30 LE NUOVE TECNOLOGIE La scelta, perdente, del rifiuto Le nuove tecnologie sono uno strumento potente di facilitazione all apprendimento, un opzione irrinunciabile. C è sempre tempo per acquisirne la padronanza. Non la tecnologia fine a se stessa L esperienza degli smanettatori. Il valore delle certificazioni. La tecnologia come mezzo L educazione all uso consapevole e alla padronanza critica passa per il consolidamento delle capacità di ricerca e per l apprendimento del metodo scientifico.

31 LA CONOSCENZA DELLE LINGUE STRANIERE Un gap tutto italiano Nonostante il potenziamento dell insegnamento precoce, nonostante i piani di formazione dei docenti. E un segno di chiusura e di provincialismo. Può diventare elemento di differenziazione sociale e professionale. La conoscenza della lingua straniera Scelta personale o forte elemento di valorizzazione professionale? La riforma degli ordinamenti della scuola secondaria di II grado Una occasione da non perdere.

32 L ESPERIENZA DI SCAMBI INTERNAZIONALI Anche in questo campo l Italia presenta una situazione particolare: dal nulla alla scuola con le mille esperienze. Le occasioni sono molteplici. Le fonti: i siti UE e il sito dell Agenzia Nazionale Dai progetti di scuola con gli scambi di ragazzi alle borse individuali dei docenti per gli stages linguistici e la formazione. Aprirsi al mondo non solo per socializzare, ma per acquisire competenze e accrescere la professionalità. E insegnare all estero?

33 Common European Principles for Teacher Competences and Qualifications (1) L insegnamento: si colloca nel processo dell apprendimento lungo l arco della vita (lifelong learning); richiede mobilità; si basa sulla collaborazione (partnership)

34 Common European Principles for Teacher Competences and Qualifications (2) Competenze chiave: lavorare con gli altri lavorare con la conoscenza, la tecnologia e l informazione lavorare con e dentro la società

35 CON LE MIGLIORI INTENZIONI Non si volevano confondere le idee ma stimolare la consapevolezza di un ruolo e contribuire a dare il senso della responsabilità verso la società e soprattutto verso se stessi. In bocca al lupo!!!

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