Le zoonosi. Esempi di zoonosi:
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- Paolina Pisano
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1 Le zoonosi Le zoonosi sono malattie che si trasmettono dagli animali all uomo. Solo raramente gli animali sono direttamente fonte di infezione: solitamente i germi sono trasmessi all uomo da acqua e cibi contaminati. Le zoonosi possono rappresentare un rischio più serio soprattutto per persone con sistema immunitario compromesso o che si trovino in particolari condizioni, come ad esempio la gravidanza. Queste malattie sono anche terreno di incontro, non sempre semplice, tra le pratiche cliniche riservate agli esseri umani e quelle veterinarie che si occupano della salute degli animali. Un corretto trattamento, sia preventivo che di una eventuale epidemia, risulta solo dalla collaborazione e coordinamento di due figure professionali, il medico e il veterinario. Dal punto di vista della prevenzione, esistono una serie di pratiche, che consistono nel mantenere puliti e regolarmente vaccinati gli animali domestici, per abbassare il rischio di contrarre una zoonosi. Più complesso è il rapporto con animali selvatici, che non dovrebbero essere mai portati a vivere a contatto con gli ambienti domestici umani. Esempi di zoonosi: La brucellosi è una zoonosi causata da batteri appartenenti al genere Brucella. E presente in tutto il mondo, ma particolarmente nei paesi del Mediterraneo, in India, nei paesi mediorientali, nell Asia centrale e in America Latina. La brucellosi colpisce diversi tipi di animali, fra cui mucche, pecore, capre, cervi, maiali cani. I responsabili delle infezioni sono sei specie di batteri gram negativi appartenenti al genere brucella: B. melitensis, B. aboutus, B. Suis, B. Canis, B. Ovis, B. Neotomae. I primi quattro sono in grado di contagiare anche l uomo. La malattia rappresenta un importante problema di sanità pubblica per le infezioni umane 1
2 ed è causa di gravi danni economici, particolarmente nelle aree agricolopastorali per le infezioni negli animali da allevamento. Gli uomini possono contrarre la malattia entrando in contatto con animali o prodotti di origine animale contaminati. Quindi generalmente sono tre le vie da cui passa l infezione: attraverso cibi o bevande contaminati, per inalazione, oppure tramite piccole ferite sulla pelle. Di queste però sicuramente la prima è la via più comune, infatti il batterio della brucellosi è presente anche nel latte degli animali contagiati, e se questo non viene pastorizzato l infezione passa agli esseri umani. La seconda via di contagio, quella per inalazione riguarda soprattutto le persone che svolgono determinate occupazioni, in particolare quelle che lavorano in laboratori dove vengono coltivati questi batteri. Invece il contagio attraverso piccole ferite della pelle può essere un problema per le coloro che lavorano nei mattatoi o nelle cliniche veterinarie. Anche i cacciatori corrono il rischio di infezione dalle prede attraverso piccole ferite superficiali. Capitolo a parte è invece il rischio di contagio dal cane all uomo: i casi documentati sono pochissimi e la maggioranza delle volte non si ha il passaggio dell infezione da cane a uomo. Infatti i possessori di animali da compagnia difficilmente entreranno in contatto con il sangue, liquidi seminali o placente dei cani, per cui non sono considerati a rischio. Inoltre nei cani l infezione può essere curata in qualche giorno. Infine è estremamente rara l infezione da uomo a uomo, questo significa che l eradicazione della malattia fra gli animali significherebbe anche eliminare il rischio per l uomo. Seppure molto raro, è tuttavia possibile il contagio da madre a figlio attraverso il latte materno. Sono poi anche stati riportati casi di trasmissione per via sessuale o da trapianti di tessuti. La toxoplasmosi è una zoonosi causata dal Toxoplasma gondii, un microrganismo che compie il suo ciclo vitale, estremamente complesso e diverso a seconda dell ospite, solo all'interno delle cellule. Il parassita può infettare moltissimi animali (dai mammiferi agli uccelli, dai rettili ai molluschi) e può trasmettersi da un animale all altro attraverso l alimentazione con carne 2
3 infetta. Il Toxoplasma gondii non si trova solo nella carne, ma anche nelle feci di gatto e nel terreno in cui abbia defecato un gatto o un altro animale infetto. La BSE letteralmente: Bovine Spongiform Encephalopathy è universalmente nota come morbo della mucca pazza. Si tratta di una malattia del gruppo delle Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili (TSE), o malattie da prioni, che colpisce prevalentemente bovini, ed è causata da un agente infettivo non convenzionale: è ormai generalmente accettato che questo agente infettivo non sia un virus, bensì una proteina modificata rispetto alla forma non patologica, definita prione. La malattia prende il nome dalle lesioni encefaliche, che appaiono all esame microscopico come aree otticamente vuote che ricordano appunto l aspetto di spugna. Gli esami dei tessuti cerebrali delle mucche con la forma conclamata di malattia, mostrano chiaramente la presenza delle tipiche lesioni spongiformi, causate dall accumulo nei neuroni della forma patologica (PrPsc, acronimo da Prion Protein Scrapie) di una proteina, detta PrPc, fisiologicamente presente nelle cellule nervose bovine come anche in quelle degli altri animali e dell uomo. La malattia colpisce maggiormente le mucche da latte, che si ammalano con maggior frequenza all età di circa 5 anni. Dal punto di vista clinico i sintomi rilevabili sono prevalentemente di tipo neurologico, tra cui prevalgono modificazioni del comportamento, della sensibilità, del movimento. Nella maggior parte dei casi, questi sintomi sono i primi a comparire. La mucca diventa ansiosa, nervosa e aggressiva, sembra intimorirsi dall avvicinamento dell uomo e reagisce in modo eccessivo agli stimoli esterni (per esempio durante la mungitura, oppure quando qualcuno si avvicina eccessivamente o in modo improvviso). A questi comportamenti si possono associare sintomi che rivelano un coinvolgimento del sistema nervoso autonomo, come la diminuzione della frequenza di ruminazione e del battito cardiaco, e la caduta della produzione lattea. Man mano che la malattia progredisce i deficit nella capacità di movimento e nella postura si fanno più accentuati: le mucche tendono a rimanere con la 3
4 testa abbassata, vanno soggette a tremori involontari e l andatura si fa barcollante. Incespicano e cadono spesso sulle zampe posteriori, fino a punto in cui non riescono a mantenere la stazione eretta. L antracosi è un infezione acuta causata dalle spore del batterio Bacillus anthracis e si manifesta comunemente in animali selvatici e domestici, fra cui i gatti, le pecore, le antilopi, le capre, i cammelli. Colpisce anche gli uomini, con esiti finali che possono essere mortali. La via di contagio più comune è quella che deriva dal contatto con animali infetti. Per questo l antrace rientra tra gli agenti considerati utilizzabili per le armi batteriologiche. L infezione avviene solo quando il batterio si trova sotto forma di spora, uno stadio in cui il microrganismo è estremamente resistente ad ambienti esterni avversi. I risultati degli studi più recenti sulla genotipizzazione del batterio dell antrace, hanno permesso di mettere in evidenza alcune caratteristiche interessanti. In forma di spora è in grado di resistere in condizioni ambientali avverse anche per un periodo lunghissimo, che alcuni ricercatori hanno indicato di diverse decine di anni. Questo significa che nel corso dei millenni Bacillus anthracis si è moltiplicato un numero di volte piuttosto esiguo, quindi i ceppi batterici presenti nel mondo sono assai simili tra loro e pertanto difficilmente differenziabili. Negli Stati Uniti è stata messa a punto una tecnica in grado di differenziare geneticamente i ceppi di Bacillus anthracis (MLVA Multiple Locus Variable Tandem Repeat Analysis) sulla base di 8 geni del batterio. L Organizzazione mondiale della sanità sta conducendo uno studio internazionale per ottenere una lista dei ceppi presenti nei diversi territori. Obiettivo estremamente importante in quanto permette finalmente di correlare tra loro i diversi focolai, ma ci darebbe anche l opportunità di sapere se i batteri del focolaio sono autoctoni o arrivano da altri paesi. La rabbia è una zoonosi, causata da un virus appartenente alla famiglia dei rabdovirus, genere Lyssavirus. Si tratta probabilmente della malattia più antica di cui si ha notizia. La parola "rabbia" deriva dal sanscrito "rabbahs", che significa "fare violenza".colpisce animali selvatici e domestici e si può 4
5 trasmettere all uomo e ad altri animali attraverso il contatto con saliva di animali malati, quindi attraverso morsi, ferite, graffi, soluzioni di continuo della cute o contatto con mucose anche integre. Il cane, per il ciclo urbano, e la volpe, per il ciclo silvestre, sono attualmente gli animali maggiormente interessati sotto il profilo epidemiologico. La malattia sviluppa una encefalite: una volta che i sintomi della malattia si manifestano, la rabbia ha ormai già un percorso fatale sia per gli animali che per l uomo. Senza cure intensive la morte arriva entro una settimana. La leismaniosi è causata da venti specie diverse di protozoi del genere Leishmania e trasmessa dalle punture di almeno una trentina di diverse specie di moscerini flebotomi (mosca della sabbia, sandfly), la leishmaniosi è una malattia talmente diffusa da rappresentare una vera preoccupazione per l Organizzazione mondiale della sanità, che ha messo a punto un piano internazionale di sorveglianza per controllarla. La malattia è nota da centinaia di anni, con il nome di malattia di Aleppo, ma è stata descritta nei dettagli solo da Alexander Russel nel Ospiti della Leishmania sono, oltre agli esseri umani, anche numerosi animali, sia quelli selvatici, in particolare i roditori, che quelli domestici, come ad esempio il cane. Normalmente, gli uomini vengono infettati in seguito al contatto con animali infetti, e quindi la leishmaniosi è principalmente una zoonosi. Tuttavia, è possibile che la mosca responsabile dell infezione trasmetta la malattia anche direttamente da uomo a uomo. In particolare, la malattia viene trasmessa attraverso il sangue, frequentemente attraverso una siringa condivisa, come nel caso di utilizzatori di droga in forma intravenerea. Le diverse forme di leishmaniosi Negli esseri umani, la leishmaniosi si manifesta sotto quattro forme, con diversi sintomi ma sempre con effetti potenzialmente devastanti: cutanea: E la forma più diffusa e presente, e si manifesta con la produzione di numerose lesioni, anche oltre 200 in un solo malato, sulle parti esposte del corpo, dalle braccia alle gambe fino al viso, lasciando cicatrici permanenti. 5
6 cutanea diffusa: simile alla precedente ma con lesioni molto più estese sul corpo. In questa forma, non c è possibilità di guarigione delle lesioni senza trattamento e in ogni caso c è una tendenza alla recidività. mucocutanea: si manifesta sotto forma di lesioni distruttive, anche molto estese, delle mucose del naso, della bocca e della cavità orale. Viene definita anche espundia. viscerale: è la forma più grave, conosciuta anche come kala azar. Se non trattata, può raggiungere una mortalità praticamente del 100 per cento. Si manifesta con febbri irregolari e improvvise, perdita di peso, ingrossamento del fegato e della milza, anemia. Coinfezione Leishmania/Hiv Uno degli aspetti più preoccupanti della leishmaniosi è la sua tendenza a manifestarsi, anche nelle forme più devastanti, soprattutto nelle persone già immunodepresse in seguito all infezione da Hiv. L Aids e la leishmaniosi viscerale infatti si alimentano reciprocamente. La presenza di leishmaniosi accelera l attacco del virus Hiv, assieme ad altre malattie opportunistiche come la tubercolosi o la polmonite. D altro canto, la presenza del virus Hiv incrementa il rischio di contrarre la malattia di volte nelle zone endemiche. La coinfezione indebolisce ulteriormente il sistema immunitario, soprattutto grazie al fatto che le cellule target del parassita Lesihmania sono le stesse del virus Hiv. L infezione con Leishmania quindi è una delle cause principali, in molte zone del mondo, della morte di individui affetti da Aids. Anche il trattamento con farmaci utilizzati per il trattamento specifico della leishmaniosi, che ha dato in diversi trial europei una buona risposta in oltre l 80 per cento dei casi, non riesce a prevenire il ritorno della malattia in più del 50 per cento delle persone entro i tre anni successivi. Una delle complicazioni rappresentate dalla coinfezione è la difficoltà a diagnosticare la presenza della leishmaniosi, perché i sintomi caratteristici non sono sempre presenti in persone affette da Hiv. La diagnosi clinica è poi complicata dalla compresenza di altri parassiti secondari, come 6
7 Cryptosporidium, Cryptococcus, Cytomegalovirus o Mycobacterium. Anche l analisi serologica non riesce ad essere accurata, con oltre il 40 per cento dei test risultanti in falsi negativi nelle persone coinfettate. La tecnica diagnostica più affidabile rimane la biopsia dei tessuti infetti o l analisi del midollo spinale. (liberamente tratto da un testo divulgato dall'istituto Superiore di Sanità) 7
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