A.S.D Oratorio San Bernardo
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- Ricardo Corsi
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1 A.S.D Oratorio San Bernardo PROGETTO EDUCATIVO E REGOLE COMPORTAMENTALI 1. SPORT CON L'ORATORIO. 2. L'EDUCATORE SPORTIVO. 3. I RAGAZZI E GLI OBIETTIVI EDUCATIVI. 4. LA STRUTTURA. 5. LE VICENDE DISCIPLINARI. 6. CONSIDERAZIONI EDUCATIVE PARTICOLARI. 7. CONSIDERAZIONI FINALI. 1. SPORT CON L ORATORIO Il nostro scopo è quello di apportare "un servizio educativo della Comunità Cristiana all intera Comunità Parrocchiale attraverso lo sport. Un servizio educativo : La pratica sportiva può assumere una rilevante valenza pedagogica se intesa correttamente e non ridotta a fatto agonistico o a semplice riempitivo del tempo libero. Significativi elementi educativi dello sport possono essere individuati nel campo dello sviluppo psico-fisico e nelle relazioni interpersonali, nei comportamenti che richiedono sacrificio di sé, lealtà, autocontrollo, perseveranza nel raggiungere un obiettivo, nella gratuità e nel disinteresse di chi coglie nello sport un occasione per migliorare sé e gli altri. (dal 1, N 228 del sinodo 47 ). Questo è il modo di concepire lo sport che ci sta a cuore. della Comunità Cristiana : E la Parrocchia, guidata dal suo Vicario Parrocchiale, che scommette sullo sport e che quindi se ne fa carico, indicando le linee educative, approvando la scelta degli Educatori e curandone la formazione, coordinando le attività dell Associazione Sportiva con quelle complessive dell intera comunità. all intera Comunità Parrocchiale : I destinatari delle attività dell Associazione Sportiva sono i ragazzi, gli adolescenti e i giovani, di entrambi i sessi e di qualsiasi condizione, e le loro famiglie. In cordiali rapporti con le altre 1
2 Associazioni Sportive, vogliamo offrire a tutti la possibilità di vivere uno sport come la nostra ispirazione cristiana richiede. attraverso lo sport : La rigorosità dell impegno nel vivere e promuovere la disciplina sportiva non ha come fine il raggiungimento di risultati in campionato, bensì la crescita del ragazzo. Lo sport è un nobile mezzo, ma non un fine. 2. L EDUCATORE SPORTIVO Considerazioni generali: Noi sappiamo che lo sport inteso come semplice apprendimento del gesto motorio, non è educativo per sé stesso, ma assume valore in relazione allo stile con il quale viene proposto e praticato. Ebbene questo stile dipende in gran misura dagli Educatori Sportivi. In ogni esperienza educativa, infatti, prima delle parole e anche prima delle attività, c è la figura di chi educa. Visto il fascino che lo sport esercita sui giovani e il molto tempo che essi passano con il loro allenatore, egli diventa una figura educativa fondamentale. La nostra comunità ne è consapevole e non esita a riconoscere agli operatori dell Associazione Sportiva il ruolo di Educatori. Aspetti particolari: All educatore sportivo, anzitutto, sono affidate persone, ragazzi, adolescenti e giovani, prima ancora che atleti. E necessario dunque che l educatore nello sport abbia in sé e coltivi quelle virtù che lo fanno maestro di vita, ed esempio di umanità, prima ancora che allenatore di muscoli o abile organizzatore. E' questo il primo criterio nella scelta e nella conferma di un allenatore o di un dirigente e i Responsabili di settore e il Consiglio Direttivo se ne fanno garanti. All educatore sono affidati ragazzi perchè facciano attività sportiva. A questo scopo occorre che l educatore abbia sia la capacità e le conoscenze tecniche della disciplina che gli compete, sia le attitudini per operare con la fascia d età di cui si occupa. L "alleducatore non è solo un allenatore perché non si limita a svolgere il semplice compito di allenare; non è solo un educatore, perché non si impegna soltanto a far emergere quanto di buono c è nel ragazzo; non è neppure una figura troppo carismatica, perché rischia di plagiare gli atleti e, infine, non è neanche la somma di queste figure, perché non si danno momenti distinti in cui uno fa prima l allenatore e poi l educatore. Nel caso dell "alleducatore" tali doti non si sommano semplicemente, ma si fondono in un unica personalità. L' allenatore è una persona competente in tecnica sportiva nell ambito di una disciplina che aiuta i ragazzi a giocare nel modo migliore; l educatore, invece, è una persona capace di rapportarsi con loro in maniera serena e armonica, aiutandoli a maturare umanamente; l "alleducatore", che opera nello stile dell animazione, è, infine, un testimone coerente dei valori su cui poggiano sia la sua vita umana, sia il suo cammino verso una vita cristiana. E la Comunità Parrocchiale che affida fiduciosamente agli educatori sportivi il compito di seguire i ragazzi, con il conferimento del Mandato che avviene di anno in anno. Essa è consapevole che dal loro operato traspare la sua stessa immagine, per questo chiede loro di essere in sintonia reale con le sue finalità e il suo stile e di coltivare un cordiale rapporto con gli assistenti dell oratorio. L ambiente in cui l educatore sportivo opera è l Oratorio, per questo gli si chiede di conoscere bene e condividere di fatto gli obiettivi e le finalità contenute nel progetto educativo per applicarli nella squadra di cui si occupa. 2
3 All educatore sportivo è chiesto di saper collaborare con le altre figure educative presenti nella Parrocchia e di condividere le linee guida della Comunità Educativa. Gli allenatori e i dirigenti non dimentichino che i primi educatori sono i genitori, con essi coltivino un rapporto di cordiale attenzione, di aiuto per il vero bene del ragazzo e suscitino collaborazione per la squadra. In cambio i genitori garantiscano agli allenatori piena autonomia nelle scelte tecniche all interno della squadra, evitando polemiche diseducative. Vogliamo ricordare alcune virtù di un educatore sportivo: la pazienza, il dominio di sé, la fermezza e il rispetto dei ragazzi e delle loro famiglie, la capacità di dare e ricevere fiducia, di perdonare e di chiedere scusa. A questo scopo l Associazione Sportiva si impegna a fornire pieno supporto formativo a chiunque aspiri a questo incarico. 3. I RAGAZZI E GLI OBIETTIVI EDUCATIVI I ragazzi, gli adolescenti e i giovani di entrambi i sessi e di qualsiasi professione religiosa sono i soggetti e i protagonisti della Associazione Sportiva. Per la loro crescita individuiamo alcuni valori di riferimento, che sono gli obiettivi ai quali tendere all interno del lavoro educativo. Essi vanno poi declinati in maniera diversa secondo le fasce d età. a) Educare alla gratuità. Lo sport è per sua natura un gioco. Esso non ha carattere produttivo, ma è bello e gradito per sè stesso. E' gratuità. Ci sta a cuore che i nostri ragazzi sperimentino gioia e festa, appropriazione della propria corporeità e libera espressività, incontro con gli altri e soddisfazione di poter dare il meglio di sé. Questo è essenziale soprattutto per le fasce d età dei più piccoli. Il clima in una squadra deve sempre favorire la capacità di stringere amicizie, favorire il dialogo e l apertura verso gli altri, l espressività di sé e delle proprie doti; il coinvolgimento e la partecipazione di ciascuno alla vita della squadra non possono essere soffocati da un rigido criterio selettivo in relazione al raggiungimento del risultato o della spettacolarità. Bisogna dunque vigilare che tra i ragazzi non si formino rivalità e non ci siano prepotenze. Davanti ai singoli casi si intervenga con saggezza e tempestività, sentiti anche gli altri educatori e i genitori. Vogliamo educare i ragazzi al rispetto delle regole e degli impegni assunti, intesi come presenza e puntualità ad allenamenti e partite, rispetto dell attrezzatura sportiva fornita dall Associazione e rispetto degli ambienti in cui si opera. Con chi è in difficoltà si sia comprensivi, con chi è pigro stimolanti, sempre ricordando che salute e studio sono prioritari. b) Educare all agonismo. L agonismo è una componente indivisibile della pratica sportiva, il desiderio di vincere e di ottenere risultati è un positivo fattore di stimolo e di miglioramento. La competitività non è applicata contro l altro, ma al gioco e alle prove che esso comporta; SI GIOCA INSIEME, NON CONTRO. Il linguaggio e gli atteggiamenti degli educatori mettano in evidenza tutto ciò. Vogliamo vivere l agonismo come rispetto leale delle regole del gioco, capacità di sacrificarsi per un bene superiore, rispetto dell avversario e riconoscimento del suo valore, disponibilità a collaborare per la squadra; i ragazzi (specialmente quelli in età adolescenziale) possono trovare in un sano agonismo una grande occasione umanizzante. In questa prospettiva il tifo soprattutto dei genitori e degli adulti va educato con rigorosità, l Associazione riconosce sia la carica stimolante di una buona tifoseria, sia i reali effetti deleteri sull azione educativa provocati da un tifo volgare e aggressivo. In questo caso la società si riserva di tutelarsi contro ogni forma di penalizzazione educativa ed economica.( nel caso si verificassero sanzioni elevate a carico dell Associazione) 3
4 c) Educare alla sconfitta. In un mondo che considera solo i vincitori, è un traguardo ambito quello di imparare a perdere senza considerarsi perdenti, da qui dipende in larga misura l equilibrio emotivo e la tenuta di personalità di chi sta crescendo. Se all interno della squadra c è una atmosfera favorevole, ci si educa alla sconfitta quando si va oltre lo sterile atteggiamento di cercare scusanti a ogni costo, di imprecare alla sfortuna o all arbitraggio, di trovare il capro espiatorio. Si impara a riconoscere i propri limiti e le cadute di forma senza farne una tragedia, si sottolinea la solidarietà di squadra, si incoraggia a fare quel passo preciso che è mancato in partita. Con questo non si vuole educare all indifferenza verso la sconfitta, essa è sempre un segnale verso un impegno maggiore e uno stimolo educativo da non far cadere. Sono preziosi i momenti di confronto e di verifica in squadra, di espressione dei propri stati d animo e delle proprie sensazioni, che la saggezza dell educatore sa orientare verso un rinnovato impegno. Non si dimentichi che una sconfitta in partita non coincide necessariamente con una reale sconfitta nella crescita complessiva di sé. d) Educare alla vittoria. Educare alla vittoria è forse più difficile, perché l euforia trascina con sé ogni considerazione possibile, ma anche questo aspetto della vita di squadra necessita di una particolare attenzione educativa. Un educatore deve saper gioire con i suoi ragazzi evidenziando il concorso corale della squadra per il conseguimento della vittoria, senza sminuire le capacità, non solo agonistiche, dell avversario. Bisogna altresì educare i ragazzi al fatto che una vittoria sportiva non corrisponde a una vittoria nella propria vita quotidiana. 4. LA STRUTTURA Ci sono alcune parole chiave sulla struttura dell Associazione Sportiva. a) la prima parola chiave è CORRESPONSABILIT : Il gruppo alla guida di un associazione può funzionare bene e raggiungere i propri obiettivi solo se ne accetta le leggi e le conseguenze e se i suoi membri hanno coscienza della loro situazione di interdipendenza. Si deve operare con coesione e corresponsabilità. La coesione esprime la situazione oggettiva di un insieme la cui singola parte occupa il proprio posto e il proprio ruolo di competenza. La corresponsabilità esprime l atteggiamento soggettivo della coscienza dei diversi membri, ciascuno dei quali accetta la parte di responsabilità degli altri. Ognuno deve essere pronto a rispondere davanti agli altri del proprio compito, ricordando che l atleta è prima di tutto una persona e che resta sempre il destinatario del servizio educativo sportivo. Questo atteggiamento è facilitato dal fatto che i membri della comunità educativa si sentono non soltanto compagni di lavoro, ma autentici educatori. b) la seconda parola chiave è CHIAREZZA: Figure di responsabilità certe e identificabili, organigrammi che regolino chiaramente le competenze di ciascuno, calendari precisi e professionalità. Non si vogliono creare maxi strutture la cui gestione appanni la bellezza del lavorare insieme o soffochi la qualità dei rapporti, né calendari sportivi così fitti da dimenticare che tutti (ragazzi e responsabili) hanno 4
5 una vita più ampia di quella sportiva, sia all interno della squadra che all interno dell Associazione stessa. c) la terza parola chiave è FLESSIBILIT : Proprio perché parte integrante della vita dell oratorio, gli orari e i ritmi delle attività sportive dovranno essere in sintonia con quelli più ampi della comunità oratoriana. La scelta dei campionati o dei tornei, la loro lunghezza, la loro collocazione in particolari orari è fatta alla luce del complessivo bene della crescita dei ragazzi. Si conservi sempre la possibilità di concordare lo spostamento di una partita o di un allenamento qualora ci fossero motivi ragionevolmente importanti per il più ampio cammino educativo della fascia d età interessata, senza compromettere la serietà e la continuità che la pratica sportiva richiede. d) la quarta parola è VERIFICA: Si deve essere attenti alla qualità educativa del proprio lavoro e almeno annualmente verificare, insieme al Consulente Ecclesiastico, che gli obiettivi del Progetto Educativo siano quelli che realmente si stanno cercando di raggiungere. E necessario abituare gli allenatori e i dirigenti a farlo normalmente, insieme alla verifica degli aspetti tecnici e organizzativi che sono al servizio di un buon cammino educativo. e) la quinta parola chiave è ACCOGLIENZA: Accogliere significa saper creare un clima di relazioni interpersonali amichevoli, in primo luogo tra gli stessi giovani e, poi, tra alleducatori e giovani, in cui prevale la confidenza reciproca, la spontaneità, il dialogo, la condivisione. E fondamentale l accettazione dei giovani così come sono, senza troppi filtri che ne selezionino l entrata e, spesso, ne facilitino l uscita dall ambiente educativo. Ci sono dei criteri di ammissione, pena il dequalificare l ambiente educativo; si confida nell attenzione di tutti per far sì che questi criteri siano ridotti al minimo, affinché a ognuno sia data la possibilità di intraprendere un cammino educativo. L accoglienza genera una circolazione di reciproca amicizia, stima e responsabilità, al punto da suscitare nel giovane la consapevolezza che la sua persona ha un valore e un significato. Questa stessa accoglienza si esprime al meglio quando non è una sola persona a coinvolgere il giovane, ma tutto un ambiente carico di vita e ricco di proposte. 5. LE VICENDE DISCIPLINARI Le vicende disciplinari relative ad un giocatore siano condotte con rispetto sia del ragazzo che della sua famiglia. Un educatore non sia mai lasciato solo nel prendere decisioni disciplinari verso un ragazzo, ma siano coinvolti i responsabili di settore. Bisogna altresì ricordare che le considerazioni tecnico-tattiche sono subordinate a quelle educative, e le prime non possono determinare le seconde. Anche eventuali provvedimenti disciplinari delle Federazioni, che sono da applicare, non sostituiscono la valutazione educativa degli educatori. Davanti a situazioni particolarmente delicate è buona cosa che se ne parli con discrezione nelle sedi opportune, sottraendole così al possibile pettegolezzo. In ogni caso se ne parli sempre con il Consulente Ecclesiastico, che può avere altri elementi di valutazione. 5
6 Viene altresì fatto obbligo di mantenere, durante le gare, durante gli allenamenti, un comportamento di lealtà e di rispetto nei confronti degli avversari, di lealtà e di amicizia nei confronti dei compagni e degli Educatori. 6. CONSIDERAZIONI EDUCATIVE PARTICOLARI Focalizziamo alcuni aspetti settoriali che hanno una notevole rilevanza educativa nella vita dell Associazione Sportiva e dei settori sportivi. a) In caso di PASSAGGIO di un ragazzo a un altra società sportiva, l Associazione non si opponga, perché le famiglie e i ragazzi devono essere liberi di scegliere ciò che ritengono meglio. Si vuol essere in cordiali rapporti di collaborazione con le altre società sportive, in ogni caso non si stringano accordi che limitino la libera azione delle sezioni e dell Associazione Sportiva, nonché la libera scelta della famiglia e del ragazzo. Si mettano in guardia le famiglie o, se abbastanza grandi, i ragazzi stessi davanti a possibili abbagli sul futuro sportivo e le si consiglino disinteressatamente e con rispetto. In caso di richiesta di far parte dell Associazione Sportiva il Direttivo può opporsi nel caso il ragazzo non abbia i requisiti per poter farne parte. b) Gli SPONSOR sono ben accetti e vanno ricercati, ma la formula di sponsorizzazione scelta non comprometta mai il nome della squadra o l immagine dei ragazzi, in modo che non vengano ridotti a mero veicolo pubblicitario (la scelta deve essere preventivamente condivisa dal consiglio direttivo dell Associazione Sportiva). 7. CONSIDERAZIONI FINALI a) Una attenzione particolare meritano LE SQUADRE DELLA FASCIA DEI GIOVANI OVER 25. Esse sono il termine del lavoro educativo dell Associazione Sportiva. A tali squadre è richiesto non tanto di esser blasonate da allori sportivi, ma di essere invece un esempio per i più piccoli. Essi devono poter vedere nelle persone della prima squadra positivi esempi. Inoltre il coinvolgimento dei giovani nella vita della squadra, del settore e dell Associazione Sportiva deve esser maggiormente sottolineata perché nessuno si senta cliente, ma protagonista della vita dell Associazione Sportiva. Li si educhi a collaborare sia nelle diverse forme di servizio sia in quelle educative, tra essi devono essere coltivate le nuove leve educative dell Associazione Sportiva. In tutto ciò i giovani che appartengono a quelle squadre hanno un ruolo preciso; condividano la preoccupazione e la passione per l Oratorio, si sentano corresponsabili dei loro compagni e dello stile della squadra, abbiano un ruolo stimolante e trainante, elevino il tono dei rapporti con il proprio stile di vita e si mostrino tra i primi interlocutori degli educatori. Le squadre che sono formate con queste caratteristiche hanno priorità rispetto a squadre formate da atleti che non si rendono attivi nell Associazione. Per gli over 25 le nuove attività vengono valutate a inizio stagione dal Direttivo in carica. In sede decisionale verranno privilegiate le squadre che arrivano dal settore giovanile dell Associazione e che appartengono alla Comunità Parrocchiale. b) L Associazionesi impegna a occuparsi in modo particolare delle SQUADRE DELLA FASCIA DEI RAGAZZI UNDER 25, che sono le prime destinatarie di questo Progetto Educativo. Proprio per questo motivo l attenzione di tutte le persone coinvolte nell Associazione è rivolta principalmente a loro. È dalle fasce d età più basse che si inizia un cammino di crescita globale che abbia come scopo quello di porre le basi per una futura continuità dell attività sportiva, ma sempre coerente con quanto auspicato in questo Progetto. 6
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