SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE REGIONALE IN TOSCANA

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1 SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE REGIONALE IN TOSCANA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS TOSCANA 2) Codice regionale: RT 1C bis) Responsabile del progetto: (Questa figura non è compatibile con quella di coordinatore di progetti di cui al punto 2 ter né con quella di operatore di progetto di cui al successivo punto 16) - NOME E COGNOME: FRANCESCO GRAZI - DATA DI NASCITA: 09/11/1966 FIRENZE - CODICE FISCALE: GRZFNC66S09D612E - INDIRIZZO MAIL: serviziocivile@caritastoscana.it - TELEFONO: CURRICULUM VITAE E COPIA DOCUMENTO IDENTITA' E CODICE FISCALE DA ALLEGARE ALLA SCHEDA PROGETTO 2ter) Coordinatore di progetti (da individuare tra quelli indicati in sede di adeguamento/iscrizione all'albo degli enti di servizio civile regionale): - ENZO CAPRETTI CARATTERISTICHE PROGETTO 3) Titolo del progetto: DISAGIO E POVERTA FIRENZE 2014_2 4) Settore di intervento del progetto: Tutela dei diritti sociali e di cittadinanza delle persone, anche mediante la collaborazione ai servizi di assistenza, prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale. 4bis) Codice identificativo dell'area di intervento: AREA GEN. 5) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili:

2 Il progetto si sviluppa nell area territoriale di Firenze. In particolare da una lettura dei dati dell OSSERVATORIO REGIONALE DELLE POVERTA promosso da Caritas Toscana in collaborazione con la REGIONE TOSCANA (accordo di collaborazione Regione Toscana Caritas Toscana 2013/2015 delibera GR 760/2013) si evidenziano i dati che seguono in relazione alle aree di intervento del progetto DISAGIO E POVERTA FIRENZE 2014_2. SINTESI GRAFICA DEI DATI OSSERVATORIO REGIONALE CARITAS LA DIOCESI DI FIRENZE Il progetto si realizza nel territorio dove operano il Centro di Ascolto Diocesano Italiani e Stranieri in rete con i Centri d ascolto parrocchiali disseminati sull intero territorio provinciale e alcune strutture di accoglienza che si occupano di disagio adulto. Premessa generale Tra gli italiani e gli stranieri sono sicuramente la mancanza del lavoro (con le conseguenti ristrettezze economiche) e la difficoltà a iscriversi all anagrafe, se senza un domicilio certificabile, a costringere a cercare aiuto. Sono due problematiche strettamente legate tra di loro, poiché in mancanza di residenza anagrafica non è possibile qualora si abbiano delle serie difficoltà economiche o si sia senza alloggio ricorrere al sostegno dei servizi sociali territoriali, né usufruire delle agevolazioni previste dietro presentazione dell attestazio-ne ISEE (benefici tariffari dei servizi scolastici per i figli, erogazione di contributi a integrazione dei canoni di locazione, bonus energia elettrica e gas; erogazione di servizi sociali delegati alla Società della Salute: assistenza sociale, assistenza domiciliare, trasporto sociale, centri diurni, ecc.).

3 Sono notevolmente in aumento le famiglie in condizioni di necessità e le problematiche aumentano laddove a causa della precarietà dei legami familiari le donne (che prevalgono sugli uomini) si ritrovano a dover provvedere al sostentamento dei figli con un solo reddito (a volte addirittura senza). Cresce anche il numero delle persone sole e in questo caso prevalgono gli uomini psicologicamente depresse (anche ad alti livelli). Le problematiche evidenziate sono chiaramente strettamente legate alle loro condizioni di bisogno: molte sono le richieste di aiuto per il pagamento delle bollette o dell affitto e aumenta progressivamente il numero delle persone che chiede di poter ritirare periodicamente generi alimentari. In questi casi ci troviamo prevalentemente di fronte a delle famiglie, che hanno un alloggio, ma che soffrono della mancanza di una stabilità lavorativa e, quindi, di un reddito sufficiente a soddisfare le necessità più elementari del quotidiano. Sono tanti italiani e stranieri anche quelli che chiedono di usufruire della mensa o di poter avere del vestiario. Le richieste che vengono fatte sono molto pratiche : è così, ma chi opera in un CdA sa bene che è necessario molto coraggio per raccontare di sé e spiegare quale sia la propria condizione di povertà e molta attenzione e sensibilità per cogliere di là della richiesta del buono per la mensa o dei soldi per pagare la bolletta il vero problema e, quindi, trovare insieme il percorso più adeguato per migliorare le condizioni di vita della persona che hai davanti. La perdita dell occupazione e, in alcuni casi, la difficoltà a gestire la quotidianità portano diverse persone a richiedere finanziamenti per sostenere i consumi o finanziare l acquisto dell abitazione. Alcune di esse osano ben oltre le proprie capacità di restituzione dei debiti, ritrovandosi poi nell urgenza di dover chiedere aiuto in modo da estinguere ogni pendenza poiché i propri beni non sono sufficienti per ripianare il passivo. Vi sono tra di loro persone fortemente indebitate, per le quali non si può fare oramai (quasi) più nulla perché si rivolgono al CdA troppo tardi, purtroppo. Una problematica che riguarda solo i cittadini stranieri è legata alla regolarità sul territorio nazionale: nella maggior parte dei casi essa è, infatti, strettamente connessa al reddito (regolarmente percepito) e alla superficie dell alloggio (non solo alla titolarità dello stesso!). La situazione di crisi che sta attraversando il nostro Paese, porta alcuni di loro arrivati oramai da circa 20 anni in Italia e pienamente inseriti dal punto di vista sociale e lavorativo ad avere oggi le stesse difficoltà delle famiglie italiane, in particolare per quanto concerne il pericolo della perdita del lavoro. A queste si aggiunge però, per chi non ha avuto l occasione di richiedere il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, il rischio di non avere più i requisiti per il rinnovo del titolo di soggiorno in Italia. Donne sole, persone sole, donne sole con bambini piccoli, uomini soli, la solitudine caratterizza molti degli ospiti dei CdA ed è una delle povertà non materiali a causa della quale chi opera nei CdA diocesani cerca di mettere

4 queste persone in contatto con il CdA parrocchiale più vicino al proprio domicilio, ben consapevole del fatto che la risposta alle necessità materiali difficilmente potrà risolvere e migliorare la situazione della persona in condizioni di difficoltà. La presenza straniera DI MINORI nell area fiorentina L analisi dei dati sulla presenza straniera a Firenze mostra una situazione nel complesso abbastanza ben definita che configura una immigrazione matura, in fase di progressivo consolidamento quantitativo e ormai diffusa nei diversi settori del nostro sistema economico sociale. Siamo in presenza di una immigrazione composta non più e non solo da soggetti giovani, giunti esclusivamente per motivi di lavoro (così come correttamente poteva dirsi la presenza straniera fino alla fine degli anni 80), ma sempre più di una popolazione dove accanto al primo migrante che si è ormai inserito nel mercato del lavoro, sembra crescere una componente, spesso in condizione non professionale, composita ed articolata per sesso, struttura demografica e bisogni che esprime, che pone sempre più insistentemente e frequentemente domande nuove in tema di servizi, di accesso alle risorse, di politiche sociali. Siamo di fronte ad un processo di stabilizzazione che ha tre importanti indicatori di nostro interesse 1) la distribuzione per classi di età che mette in luce l alta quota di minori presente; 2) una distribuzione della popolazione straniera tra le diverse fasce di età più omogenea di quella rilevabile in passato; 3) il numero di alunni stranieri che frequenta le nostre scuole. 1-2) La distribuzione per classi di età ci indica che gli stranieri extra UE minorenni (fino a 18 anni di età) nell area fiorentina agli inizi del 2003 erano 7.246, pari al 14.02% del totale, mentre nel pari al 21,92% 3) Gli alunni stranieri iscritti nelle scuole pubbliche della provincia di Firenze sono complessivamente su una popolazione totale di , di questi, oltre la metà (in valore assoluto 6.209) sono iscritti nelle scuole del comune di Firenze. Rispetto all anno scolastico 2001/2002, quando gli studenti stranieri erano in valore assoluto Gli alunni stranieri rappresentano il 12,03% della popolazione scolastica della provincia con un incidenza particolarmente rilevante nella scuola materna ( 15,31%) elementare (13,55%), nella media inferiore (13,78%). La presenza di un così consistente numero di bambini stranieri - una seconda generazione formata da due componenti: la prima nata e cresciuta qui,

5 la seconda, quasi sempre in età pre-adolescenziale, giunta al seguito dei genitori (la vera seconda generazione) - ha creato e crea alla struttura scolastica nel suo complesso criticità e problemi rilevanti. Dati Caritas Migrantes dossier Immigrazione Dall inserimento scolastico, alla distribuzione degli studenti nelle classi, perfino ai pasti a scuola, solo per citarne alcuni, innumerevoli sono (state) le questioni che presidi e direttori didattici hanno dovuto affrontare - quasi sempre con competenza, capacità e spesso coraggio per favorire, ad esempio, la scolarizzazione dei bambini clandestini - per far fronte a quella che in certi momenti è stata una vera e propria emergenza (si pensi ad esempio alla situazione di alcune scuole elementari e medie del nord ovest fiorentino o nel comune di Campi Bisenzio, dove in alcune classi il numero dei bambini stranieri è superiore a quello dei ragazzi italiani). Analisi dei Bisogni Il progetto nasce dall'esigenza di proporre nelle scuole elementari, medie e superiori alcuni circoli didattici di Firenze percorsi di sensibilizzazione per ridurre la dispersione e il disagio scolastico di molti allievi, sostenendo la diffusione del rispetto delle diversità, la valorizzazione delle diverse culture e religioni presenti nelle classi e alimentando una cultura della pace e della convivenza. E opportuno infatti esercitare un intervento integrato fra scuola, società e famiglia. Il disagio scolastico non è altro che un aspetto più grande e complesso del disagio giovanile. Quest'ultimo, d'altra parte, è un'espressione del disagio generalizzato che in una società complessa, dai tanti mutamenti e dalle rapide trasformazioni, condiziona i giovani e i meno giovani. Alla base del fenomeno sono da individuare anche aspetti interni alla scuola ed elementi che caratterizzano la vita sociale. Manca, in effetti, un'adeguata integrazione tra le poche agenzie formative extrascolastiche e la scuola, così come evanescente è il rapporto tra quest'ultima e la famiglia. Il fine del progetto è quello di assicurare una continuità educativa che ha lo scopo di colmare il "salto" che i bambini debbono compiere passando dalla famiglia alla scuola. Tale passaggio a volte riesce a provocare negli alunni casi di disaffezione e rigetto dell'esperienza scolastica. A questo riguardo pare anche corretto chiarire che il termine di dispersione scolastica viene solitamente utilizzato come riferito ad una molteplicità di fenomeni quali fenomeni di bullismo, violenze, ripetenze, abbandoni, bocciature, frequenze irregolari e ritardi rispetto l'età scolare. Un adeguato grado di coinvolgimento dei genitori al processo educativo comporterebbe, senza dubbio, un'elevata riduzione di questi fenomeni. Noi siamo convinti che una maggiore consapevolezza da parte dei genitori generi una forte interelazione con l'ambiente scolastico e familiare di provenienza

6 dell'alunno, nonché una migliore qualità dell'offerta formativa della scuola, spesso caratterizzata dall'incapacità di interventi individualizzati. Proprio per queste ragioni occorre pensare allora ad un intervento formativo e sociale integrato nei confronti dei bambini e degli adolescenti secondo l'ottica "sistemica" che coinvolge e contestualizza le situazione in cui si sviluppa l'esperienza di crescita. Ciò permette anche di combattere la solitudine che caratterizza sempre più la situazione generale a volte provocata dalla scuola e dai mass-media. Le risorse presenti nel territorio Le Società della Salute sono consorzi pubblici tra il comuni e l azienda sanitarie locali a partire dal 2004, con l obiettivo di migliorare la salute e il benessere della popolazione, con particolare attenzione alle fasce più deboli, attraverso la programmazione di attività integrate tra il sistema sanitario e gli altri settori del governo sul territorio. La necessità di questi nuovi organismo derivano dall introduzione di un nuovo concetto che segna la differenza tra "sanità" e "salute". La salute, infatti, intesa come benessere fisico, psichico e sociale, non si può ottenere che con una visione complessiva dei servizi rivolti al cittadino poiché si realizza anche attraverso canali non prettamente sanitari, ma anzi e forse in maniera preponderante - dipende da fattori legati al contesto socio economico, ambientale e culturale in cui le persone vivono. L ambito territoriale della Società della Salute (SdS) coincide con quello della zona. L Asl 10 di Firenze è composta da 4 zone distretto: la SdS di Firenze (Consorzio Comune di Firenze e Azienda Sanitaria di Firenze), la SdS area nord ovest (Consorzio tra 8 comuni ovvero Calenzano Campi, Bisenzio, Fiesole, Lastra a Signa, Scandicci, Sesto Fiorentino, Signa e Vaglia e l azienda Sanitaria di Firenze e la SdS area sud est (consorzio tra i 15 comuni dell area Chianti Valdarno e Valdisieve e L Azienda Sanitaria di Firenze,) la Sda del Mugello. La composizione della popolazione rileva che il 45% risiede nel capoluogo, il 26,2% nella zona Nord ovest, 20,6% nella zona Sud-est e 8,2 nel Mugello. Dall analisi dei dati si rilevano significativi mutamenti della composizione familiare del tessuto provinciale fiorentino con un progressivo sfilacciamento e perdita di ruolo di rete di supporto alla società. La città di Firenze dopo anni di calo demografico ha cominciato a crescere arrivando al 31/12/2010 a abitanti di cui stranieri ovvero il 13,45% (erano nel 2004). Anche il numero delle famiglie è cresciuto arrivando a nuclei grazie al significativo apporto delle famiglie straniere, la composizione media di una famiglia residente rimane sui due individui, le famiglie composte solo da un individuo sono il 45,87% delle totali (erano il 42,06% nel 2004), da rilevare come dato interessante per il disagio anche la crescita del numero di famiglie monogenitoriali che arriva a (il 13,9% nel 2008) mentre era il 13,7% nel 2007 ed era il 5,1% nel 2002.

7 Per quanto riguarda la popolazione immigrata nella provincia di Firenze, al 31/12/2009 è arrivato a unità con una crescita rispetto al 2008 del 10,6%. la Questura ha concesso al 31/12/2009 di cui il 48,6% per lavoro dipendente, l 11,4 per lavoro autonomo il 31,8 per motivi familiari, l 1,9 per richiedenti asilo o titolari di protezione e, il 3,7% per motivi di studio. Sul fronte della povertà relativa nel 2013: le famiglie stimate povere erano circa unità in forte aumento rispetto alle del 2007 con circa individui residenti in situazione di povertà rispetto ai del (erano 3754 nel 2007) i percettori di contributi economici per indigenza permanente o contingente che al 56% erano adulti. Sono state (erano 1674 nel 2007) le persone accolte dal sistema (polo della marginalità comunale, affittacamere, accoglienza invernale, strutture richiedenti asilo e immigrati). Nella maggior parte dei casi coloro che usufruiscono dei posti dedicati all accoglienza per l 85% sono uomini per il 60% immigrati, il 50,7% provenienti dall Africa e per il 40,7% dall Europa Orientale. Gli stranieri sono più giovani e accolti per un tempo minore rispetto agli italiani che hanno in media 50 anni spesso senza fissa dimora, ex detenuti, persone non residenti a Firenze che su questa gravitano ed incidono soprattutto sull assistenza socio-sanitaria. Circa il 66% degli utenti totali ha problematiche socio-economiche, c e anche una componente crescente di problematiche sociosanitarie con dipendenze da sostanze e alcol, problemi di salute mentale o malattie mentali. RISORSE PRESENTI SUL TERRITORIO 1) Segretariato sociale 2) Centri sociali 3) Contributi economici 4) Servizi domiciliari accessi utenti di cui: minori adulti anziani prestazioni esterne percettori contributi economici Fonti Interne: Caritas di Firenze quaderno n.5 osservatorio povertà e risorse, Progili Fragili Dinamiche di povertà Dati Solidarietà Caritas- Cesvot - Re.pov. La rete dei Centri di Ascolto per lo

8 studio delle povertà nella Diocesi di Firenze Fonti esterne Società della Salute di Firenze Profilo di salute e dei servizi socio sanitari Anno 2010 Anagrafe di Firenze al dicembre 2011 Comune di Firenze, assessorato alle politiche socio-sanitarie e ambiente Migranti in cifre ) Obiettivi del progetto: Il Progetto si allinea agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile, affermando l impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l esperienza proposta abbia come finalità ultima l attenzione ai giovani coinvolti nel Progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all impatto sulla società civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità. Queste finalità generali sono così riassumibili: Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d informazione per una cittadinanza attiva e responsabile. Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione. Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento spirituale. Creazione delle condizioni per l incontro con nuove persone, per inventare nuove professionalità in ambito sociale. Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà. Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell esperienza. Difesa delle comunità in modo nonarmato e nonviolento in termini di: gestione e superamento del conflitto, riduzione e superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti. OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO a. Migliorare la qualità dei servizi di accoglienza e di ascolto partendo sempre dalla centralità della persona e garantendo oltre ad informazioni e competenza, la costruzione di un rapporto di fiducia nel tempo. b. Migliorare la rilevazione dei bisogni e la capacità di risposta della nostra rete e l analisi per riorganizzare i servizi sulla base dei bisogni emergenti. c. Sostenere in particolare le famiglie in disagio sociale o colpite dalla crisi, offrendo supporto per la gestione delle necessità quotidiane, alla funzione di

9 genitorialità all integrazione. OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO Aumentare la capacità di ascoltare i bisogni dell utenza che sta crescendo in termini numerici, riorganizzando i servizi in rete. Attivare procedure di aiuto condivise in rete con i servizi pubblici e gli attori del provato sociale del territori. Promuovere l attivazione di percorsi personalizzati integrati e condivisi con la rete dei servizi pubblici e del privato sociale di orientamento, proposta e accompagnamento per indicare, progettare e sostenere la costruzione di un futuro per le persone che ci interpellano a partire dai bisogni espressi. Elaborazione più completa del rapporto annuale accoglienza della Caritas diocesana di Firenze denominato Profili fragili che contribuisca/confluisca nel Dossier annuale Povertà regionale. Migliorare il sostegno alle famiglie sia per le emergenze materiali sia per la gestione del rapporto educativo con i figli. OBIETTIVO SPECIFICO 1: AMPLIAMENTO DEI SERVIZI OFFERTI DALLE SEDI OPERATIVE OBIETTIVO SPECIFICO 2: ATTIVITA DI SUPPORTO AGLI OPERATORI DELLE SEDI OPERATIVE Colloqui di incontro e conoscenza degli utenti dei cda che potrebbero essere ospitati nelle accoglienze Potenziamento della capacità di accoglienza per utenti. Indicatori: a) potenziamento dell attività dei accoglienza degli ospiti b) inserimento di 2 nuovi volontari per l accoglienza Riduzione del 10% dei tempi di attesa attraverso la riorganizzazione della rete e il decentramento a Centri di ascolto periferici aperti in giorni ed orari diversi (aumento colloqui). Sostegno e verifica alla stesura e attuazione del proprio progetto di accoglienza per 6 o 12 mesi Sostegno al Potenziamento e recupero delle capacità relazionali degli ospiti con i propri familiari e amici Indicatori: Sviluppo di percorsi individualizzati (sostegno a ricerca lavoro, ricerca casa, gestione economica, rete relazionale), in base al bisogno rilevato per 15 singoli ospiti

10 Organizzazione e attuazione di fine settimana di volontariato per ragazzi di gruppi parrocchiali Attività di informazione durante gli incontri di tutte le Caritas Parrocchiali Indicatori: N. fine settimana di volontariato per ragazzi organizzati N. attività di informazione realizzate durante gli incontri Caritas Parrocchiali Differenziazione dei servizi offerti in funzione del bisogno espresso e coinvolgimento attivo delle persone alla costruzione del loro progetto personalizzato OBIETTIVO SPECIFICO 3: ATTIVAZIONE DI PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIALE - attivazione di tirocini formativi con borsa lavoro per almeno 40 utenti - Inserire in corsi di formazione professionale 15 utenti - favorire l uscita dalle strutture di accoglienza con l attivazione di almeno 15 percorsi di autonomia abitativa e dunque l aumento del tasso di ricambio nelle strutture. -presa in carico medico/psicologica di 50 persone Differenziazione dei servizi offerti in funzione del bisogno espresso: - Riduzione del 20% dei tempi di attivazione della rete pubblica. (Servizi sociali, centri per l impiego, pratiche pensionistiche e/o invalidità, servizi comunali per minori, servizi scolastici, servizi sanitari.) - garanzia per almeno 50 utenti un sostegno economico (pagamento delle bollette, sostegno pagamento affitto) con attivazione della rete; - soddisfare la fornitura abiti e alimenti per 150 richieste. Ulteriori obiettivi specifici potranno essere individuati durante la fase di realizzazione del progetto, tenendo conto delle priorità che si presentano nelle singole sedi del progetto. 7) Definizione sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei giovani in servizio civile: 7.1 Risorse umane complessive necessarie per l espletamento delle attività previste, specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell ente.

11 Numero Professionalità n. 10 operatori DIPENDENTI (full time e/o part time), con funzioni di Responsabili che coordineranno le attività e il personale coinvolto nelle sedi del progetto n. 30 VOLONTARI generici, con funzioni di collaboratori che garantiscono l apertura delle sedi, accolgono gli utenti, operano nelle singole attività previste dal progetto n. 5 STAGISTI E/O TIROCINANTI delle Università che partecipano al progetto attraverso un apposita convenzione stipulata con le singole Caritas che partecipano al progetto n.10 VOLONTARI, con funzioni di collaboratori e formatori per le attività di sostegno al progetto 7.2 Ruolo ed attività previste per i giovani in servizio civile nell ambito del progetto. I giovani del servizio civile regionale, supporteranno il personale sopra indicato nelle attività previste dal progetto, con particolare riferimento agli obiettivi individuati come prioritari. ATTIVITA GENERALI DEL PROGETTO: Apertura concordata dei centri periferici per garantire la copertura del territorio. Azione generale a1: Rete centri di ascolto Attività a1.1:lavoro in rete con i centri di ascolto territoriale Ascolto con utilizzo e aggiornamento di schede utenti condivise in rete con sistema unico dati centro di ascolto diocesano. Fornitura di servizi base: tessera mensa, richieste contributi.

12 Attività a1.2: Differenziazione dei servizi offerti: centro diocesano e centri territoriali Attivazione Servizio Segretariato, accompagnamento formativo e all orientamento, procedure pensionistiche, bonus farmacia, bonus ferroviari, concessione contributi. nvio concordato ad altre strutture della rete: ambulatori medici, centri di distribuzioni per donne e minori, servizi legali, distribuzione pacchi viveri, distribuzione vestiario. Attività a2.1:attivazione dei servizi territoriali Contatto con i servizi territoriali di competenza per i residenti per attivazione dei servizi e procedure degli enti pubblici (Siast, Asl, Sert, Centri di salute mentale, dormitori pubblici, Questura, Centri per l impiego). Azione generale a2: Attivazione Rete territoriale pubblico privato Attività a2.2: Inserimento in strutture di accoglienza territoriali Accompagnamento per primi colloqui e affidamento al pubblico. Inserimento nelle strutture di accoglienza pubbliche o gestite dal privato sociale in convenzione senza dimora, malati cronici e/o terminali,tossicodipendenti, malati in Hiv+ e Aids, donne con o senza minori. Inserimento nelle strutture di accoglienza gestite autonomamente dal privato sociale ( ordini religiose, accoglienze parrocchiali).

13 Azione generale b1: Miglioramento rilevazione bisogni Attività b1.1:cura e revisione delle schede di ascolto e accoglienza inserite nel database generale Compilazione accurate di tutti i campi previsti dalla scheda informatizzata per i nuovi colloqui di ascolto di ascolto e revisione delle schede già aperte con completamento dei campi mancanti. Completamento del quadro inserendo anche dati relativi ai bisogni espressi con inserimento di informazioni su accoglienza nelle strutture pubbliche o gestite dal privato sociale in convenzione per senza dimora, malati cronici e/o terminali,tossicodipendenti, malati in Hiv+ e Aids, donne con o senza minori. Attività b.1.2. Elaborazione dei dati quantitativi e focus qualitativi Analisi dei dati e scelta dei focus qualitativi da realizzare con il supporto tecnico scientifico dell Osservatorio delle povertà e risorse diocesano. ATTIVITA DEI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE: OBIETTIVO OBIETTIVO SPECIFICO 1: AMPLIAMENTO DEI SERVIZI OFFERTI DALLE SEDI OPERATIVE DESCRIZIONE GENERALE Partecipa coinvolgendosi sempre di più nella gestione, costruzione e diffusione dell attivazione dei servizi, facendosi carico in prima persona della sua gestione. Manterrà informato il responsabile del centro sull andamento dei percorsi individuali attivati, ponendosi come interfaccia tra l utente del servizio preso in carico e l apparato burocratico circostante ATTIVITA SPECIFICA a. Accoglienza dell utenza dei servizi b. Colloquio di orientamento c. Invio ai servizi a. Inserimento dati b. Report delle singole attività c. Partecipazione alle equipe di coordinamento

14 OBIETTIVO SPECIFICO 2: ATTIVITA DI SUPPORTO AGLI OPERATORI DELLE SEDI OPERATIVE OBIETTIVO SPECIFICO 3: ATTIVAZIONE DI PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIALE Sarà coinvolto attivamente nella mappatura delle iniziative esistente e prenderà parte all ideazione di nuovi canali. Supporta l attività degli operatori dei servizi, assicurando un offerta più ampia possibile. Raccoglie informazioni utili all orientamento dell utenza e le mette a disposizione dell utenza stessa e degli operatori del centro Aiuterà gli operatori nella mappatura e nel coinvolgimento delle altre realtà locali al fine di svolgere un servizio uniforme ed esaustivo Attiverà percorsi di inclusione sociale, sotto il controllo dei responsabili dei centri coinvolti, al fine di garantire un costante supporto alle persone prese in carico Contribuirà fattivamente alla organizzazione di incontri, riunioni e d attività informative, in accordo con le necessità del centro ospitante e dei suoi utenti a. Analisi e lettura dei dati b. Collaborazione con la Rete Regionale dell Osservatorio Sociale c. Riunioni di coordinamento istituzionale a. Ampliamento dell orario di apertura dei servizi b. Presa in carico dei singoli casi a. Collegamento tra servizi pubblici e privati b. Raccolta delle risorse presenti sul territorio c. Accompagnamento ai servizi d. Ricognizione dei singoli utenti da inserire nei servizi e. Partecipazione alla stesura di percorsi individuali a. Incontri di sensibilizzazione animazione del territorio I giovani del servizio civile regionale potranno essere impiegati in mansioni particolari, attinenti al progetto, che prevedono l utilizzo di mezzi dell ente e lo spostamento temporaneo dalla sede di servizio per particolari necessità (es. servizi domiciliari, accompagnamento, tutoraggio e rilevamento di bisogni specifici).

15 8) Numero dei giovani da impiegare nel progetto (min. 2, max. 10): 10 9) Eventuale numero ulteriore di soggetti da impiegare (non superiore al 50% di quelli indicati al precedente punto 8) che l'ente intende autonomamente finanziare, impegandosi ad anticipare alla regione le somme necessarie per l'intera copertura delle relative spese prima dell'avvio dei giovani in servizio: 0 10) Numero posti con vitto: 0 11) Numero posti senza vitto: 12) Numero ore di servizio settimanali dei giovani (minimo 25, massimo 30): 30 13) Giorni di servizio a settimana dei giovani (minimo 4, massimo 6) : 5 14) Eventuali particolari obblighi dei giovani durante il periodo di servizio: Partecipazione al percorso formativo previsto e ai corsi di formazione residenziali anche fuori dal comune e dalla provincia ove si svolge il proprio progetto, così come previsto dal percorso di formazione; ogni corso ha la durata di alcuni giorni. Partecipazione ai momenti di verifica dell esperienza di servizio civile con la Caritas e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinalemensile) e previsti con momenti residenziali anche fuori dal comune e dalla provincia ove si svolge il proprio progetto. Disponibilità alla partecipazione ai momenti formativi e di verifica e monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi. Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di eventi di formazione e sensibilizzazione.

16 15) Sede/i di attuazione del progetto (1): N. Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo (compresa eventuale partizione interna) N. giovani per sede (2) 1 CASA SAN MICHELE FIRENZE VIA ARETINA VILLA PIERAGNOLI FIRENZE VIA ENRICO PIERAGNOLI CASA ACCOGLIENZA FIRENZE VIA DEL PORCELLANA 32 PAL. 1 INT (1) le sedi devono essere individuate esclusivamente fra quelle indicate in sede di iscrizione/adeguamento all'albo degli enti di servizio civile regionale, riportando la stessa denominazione e indirizzo (compresa l'eventuale ripartizione interna, es. scala, piano, palazzina, ecc) indicate sulla procedura informatica SCR. (2) il numero complessivo di giovani di questa colonna deve coincidere con il numero indicato al precedente punto 8)

17 16) Nominativo operatore di progetto per singola sede (almeno uno per sede): Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo Dati OP Corso di aggiornamento* CASA SAN MICHELE VILLA PIERAGNOLI CASA ACCOGLIENZA FIRENZE FIRENZE FIRENZE VIA ARETINA 463 VIA ENRICO PIERAGNOLI 1 VIA DEL PORCELLANA 32 PAL. 1 INT.1 GIULIA SIENI 09/06/1976 SNIGLI76H49D612V serviziocivile@caritastoscana.it STEFANIA DI MAULO 06/03/1960 DMLSFN60C46D612A serviziocivile@caritastoscana.it ILARIA BONI 29/05/1965 BNOLRI75H69D612L serviziocivile@caritastoscana.it CORSO CRESCIT c/o CARITAS TOSCANA CORSO CRESCIT c/o CARITAS TOSCANA CORSO CRESCIT c/o CARITAS TOSCANA In allegato CURRICULUM con copia di un documento di identità e codice fiscale leggibili * Se non svolto: si impegna a svolgerlo entro l'anno: SI NO 17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile regionale: L azione di promozione del servizio civile regionale rientra in un iniziativa allargata di promozione generale del servizio civile di Caritas. La campagna permanente di promozione del servizio civile si propone di sensibilizzare l opinione pubblica ai valori della solidarietà, della pace, della nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte dal servizio civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani. ATTIVITA DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE REGIONALE a) Attività informatica: Sito Caritas Toscana b) Attività cartacea: Stampa di pieghevoli, poster sul servizio civile. Pubblicazioni su riviste e giornali (Toscana Oggi, settimanale delle diocesi Toscane) In collaborazione con la Conferenza Regionale Enti per il Servizio Civile (CRESCIT), di cui la Caritas Toscana è socia, presentazione pubblica del rapporto annuale.

18 c) Spot Radio Spot promozionali su Radio Toscana ( d) Incontri sul territorio In collaborazione con la Conferenza Regionale Enti per il Servizio Civile (CRESCIT), di cui la Caritas Toscana è socia, giornata regionale del servizio civile in Toscana. ATTIVITA DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE a) Attività informatica: Sito delle singole Caritas diocesane. b) Attività cartacea: Stampa di pieghevoli, poster sul servizio civile. Elaborazione di volantini e diffusione di Cd sulle attività c) Spot Radio e TV Spot promozionali su Radio Toscana ( e Tele San Domenico ( d) Incontri sul territorio Incontri con parrocchie, scuole, associazioni del territorio Il totale delle ore di sensibilizzazione e promozione del servizio civile regionale ammonta a 42 ore. 18) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati di progetto: Le attività di monitoraggio sono rivolte a rilevare le attività di progetto che si realizzano: 1. in riferimento a quanto previsto per il raggiungimento degli obiettivi inerenti i beneficiari del progetto. 2. in riferimento a quanto previsto per i giovani che vi partecipano Per quanto concerne il punto 1, le attività del progetto sono monitorate tramite rilevazione svolta dagli operatori di progetto per mezzo di una scheda di rilevazione compilata su base bimestrale.

19 Per quanto concerne il punto 1) si utilizzano gli strumenti seguenti. Strumenti per i VOLONTARI - Tre questionari ai volontari - Colloqui individuali dei ragazzi con il responsabile servizio civile di Caritas e gli op. Oggetti del colloquio: verifica del servizio; formazione generale (Caritas) e specifica; la relazione nel gruppo. Frequenza: almeno 3 volte l anno con il responsabile servizio civile di Caritas, almeno mensile con gli op; - riunioni di confronto e verifica al 6 mese per condivisione problematiche trasversali emerse dai questionari. Partecipano i responsabili e i formatori. Strumenti per gli OPERATORI DI PROGETTO - Incontro di inizio servizio (entro il 1 mese) tra il referente di Caritas e l op al fine monitorare le fasi di inserimento/accompagnamento; - Questionario al 4 mese - Incontro al 6 mese: restituzione e confronto su dati questionari volontari e questionari op. Partecipano anche i formatori. - Questionario a fine servizio entro 1 mese dalla conclusione del servizio. - Incontro finale per condividere le valutazioni sugli aspetti più importanti. Partecipano anche i formatori. Strumenti per i FORMATORI - Questionario di fine percorso per la valutazione complessiva della formazione generale, specifica e la formazione agli op. - Scheda registro presenze corsi formazione generale. - Scheda monitoraggio contenuti e metodologie dei corsi di formazione generale. 19) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge regionale 25 luglio 2006, n. 35: NESSUNO 20) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive utilizzate per l'acquisto di beni o servizi destinati ai giovani in servizio: Ai giovani selezionati per il servizio civile l ente CARITAS TOSCANA garantisce i seguenti percorsi di formazione, sostenendo i costi di iscrizione e frequenza.

20 a) Formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, che consente al Datore di Lavoro di assolvere gli obblighi previsti dal D.lgs 81/08 - art 37 in materia di prima formazione ed aggiornamento dei propri lavoratori, così come individuati dall'art. 2 del Decreto Legislativo 81 del 2008 e secondo i contenuti e la durata previsti dall'accordo Stato Regioni del 21/12/2011. b) Formazione su emergenze antincendio, per attività a rischio basso, con lo scopo di ottemperare all'obbligo di formazione previsto dal D.Lgs. 81/2008 e dal D.M. 10 marzo Come dettato dal Decreto Legislativo n. 81/2008, i lavoratori incaricati dell'attività di prevenzione incendi e di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato devono ricevere un'adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico. c) Formazione di primo soccorso, mirata a fare acquisire le nozioni relative al primo intervento interno e all'attivazione degli interventi di pronto soccorso. d) Formazione alimentaristi ex HACCP, volto a fornire le competenze necessarie per individuare le più opportune procedure di prevenzione dei rischi che si possono manifestare durante il processo produttivo di generi alimentari oltre ad apprendere come eliminare i principali pericoli per la salute dei consumatori. 1) Formazione per operatori interculturali, mirata a coinvolgere e responsabilizzare i giovani sui temi dell immigrazione, della diversità, dell accoglienza promuovendo una cultura orientata alla pace, alla mutualità, alla convivenza, promuovere un dialogo basato sulla partnership, sul riconoscimento reciproco, attraverso l incontro tra generi, culture, aiutare gli aspiranti volontari a prendere maggiore consapevolezza di aspetti del proprio sé, che possono essere di aiuto anche nell incontro con l altro, migliorando l efficacia degli interventi di aiuto. I corsi sono tenuti da personale qualificato e prevedono il rilascio di un Attestato di Frequenza, rilasciato da Agenzia Formativa Accreditata. TABELLA DEI COSTI DI ISCRIZIONE INDIVIDUALE A CIASCUN CORSO TITOLO CORSO Durata CORSO Costo in h ISCRIZIONE 1 Sicurezza nei luoghi di lavoro Emergenze anticendio Primo soccorso Alimentaristi ex HACCP Operatori Interculturali Totale

21 In allegato preventivo dell agenzia formativa titolare del corso. 21) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l attuazione del progetto: In ogni sede saranno messi a disposizione le seguenti: Risorse tecniche e strumentali previste Stanza colloqui, scrivania, sedie, cancelleria, penne. 2 computer con accesso internet, 2 stampanti, bacheca, pennarelli, puntine Viveri, alimenti per l infanzia (forniti da Coop e Banco Alimentare), vestiario usato, scarpe, bagno per docce e igiene personale, buoni mensa. Stanza/magazzino e banco di legno per la distribuzione. Automezzo per trasporto Scheda cartacea regionale Caritas, scrivania, penne, schedari con chiave a chiusura Software Mirod-Lotus Notes, manuale di spiegazione della Caritas regionale, computer con accesso internet Computer accesso internet, programmi informatici elaborazione dati, mailing list, telefono Stanza colloqui, documentazione per parametri di riferimento quali: individuazione Minimo Vitale INPS per l anno in corso, parametri di lettura ISEE. Accesso internet Rubrica telefonica con i numeri di riferimento utili, telefono CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 22) Competenze e professionalità acquisibili dai giovani durante l espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: COMPETENZE E PROFESSIONALITA CERTIFICATE DALL ENTE PROPONENTE IL PROGETTO Per tutti coloro che concludono il Servizio Civile Regionale è previsto il rilascio di un attestato da parte di Caritas Toscana in cui vengono riportate la tipologia del servizio svolto e le competenze che vengono conseguite durante il servizio. Inoltre la singola Caritas diocesana responsabile del progetto rilascia su richiesta dell interessato e per gli usi consentiti dalla legge una ulteriore documentazione più dettagliata e particolareggiata.

22 Il progetto consente l'acquisizione delle seguenti competenze riconosciute e certificate da Caritas Toscana: - Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle attività organizzate dall associazione. - Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia - Collaborare con i professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri compiti e ai risultati da raggiungere - Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non - Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari - Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità - Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza - Lavorare in team per produrre risultati collettivi - Assumere le necessarie decisioni gestionali in sufficiente autonomia, seppur nell ambito di sistemi e procedure già calibrati e condivisi - Collaborare con il Personale dell Ente e con i colleghi. COMPETENZE E PROFESSIONALITA CERTIFICATE DALL ENTE TERZO SOLIDARIETA CARITAS ONLUS (agenzia formativa riconosciuta dalla Regione Toscana) come da convenzione allegata COMPETENZE SPECIFICHE - Conoscere i principali aspetti della normativa sull immigrazione. - Sapere promuovere attività socio-culturali per la sensibilizzazione del territorio. - Saper progettare interventi di rete atti alla reintegrazione dell immigrato nel contesto sociale di origine. - Conoscere le condizioni sociali, politiche e culturali del Paese di provenienza del profugo. - Applicare tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire l integrazione dei singoli e dei gruppi. - Essere in grado di accompagnare e supportare l individuo nell attività di ricerca e studio. - Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di socializzazione, di ricostruzione della rete relazionale. - Possedere capacità di accoglienza e di ascolto di persone straniere (minori e adulti) provenienti da qualsiasi paese. - Possedere capacità di relazione con persone di culture diverse. - Possedere capacità di accompagnare i minori stranieri nelle attività di animazione e socializzazione. - Possedere capacità di accompagnare le persone straniere (minori e adulti) nel processo di integrazione sociale. - Possedere capacità di mediazione culturale e di confronto.

23 - Essere in grado di orientare al lavoro e ricercare opportunità lavorative per persone disagiate. - Conoscere le modalità di assistenza legale per gli immigrati. Formazione generale dei giovani 23) Sede di realizzazione: NUCLEO GIOVANI E SERVIZIO CARITAS TOSCANA VIA DEI PUCCI FIRENZE Potranno essere individuate sedi diverse in caso di formazione residenziale. 24) Modalità di attuazione: LA FORMAZIONE VIENE SVOLTA DALL ENTE CON FORMATORI DELL ENTE 25) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: A partire dai contenuti previsti per la formazione generale il percorso di formazione generale si attua con le seguenti tecniche e metodologie. Metodologia Per ogni obiettivo formativo viene considerato: - la coscientizzazione: essere/divenire consapevoli di sé, dell altro, del mondo - dalla conoscenza della realtà al saper comunicare la realtà - dal sapere di essere nella realtà al saper stare nella realtà - dal saper fare al saper fare delle scelte - dallo stare insieme al cooperare ed in relazione a questi livelli la dimensione: - individuale della persona - la famiglia, il gruppo, la comunità di appartenenza - la società, il mondo attraverso: - lezioni frontali (almeno il 50% del monte ore complessivo) - elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in gruppo e riflessioni personali (almeno il 20% del monte ore complessivo) - testimonianze e/o visite ad esperienze significative Articolazione della proposta di formazione previste totale nei primi cinque mesi dall avvio del progetto: 42 ore. La proposta è articolata in un percorso di formazione caratterizzato da:

24 - corso di inizio servizio di alcune giornate nel primo mese di servizio. - incontri di formazione permanente di alcune ore o al massimo di 1-2 giornate ciascuno. Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio e periodici dal 5 al 12 mese (vedi il piano di monitoraggio interno descritto), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici a partire dalla verifica dell esperienza svolta nell incontro di monitoraggio. Numero verifiche previste e relativi strumenti utilizzati anche per la misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti Nella fase di accesso al servizio: verifica attraverso scheda conforme a livello nazionale per la valutazione del tirocinio osservativo e del successivo tirocinio pratico. Durante il servizio civile: valutazione attraverso scheda di verifica a conclusione dei singoli moduli formativi. Successive condivisioni e confronti in gruppo. 26) Contenuti della formazione: A partire dai contenuti previsti per la formazione generale si propone una formazione generale che preveda due fasi: Una prima fase di 33 ore che tiene conto delle indicazioni delle Linee guida per la formazione generale dei volontari in cui presentare ad un primo livello i singoli argomenti che saranno poi, dove necessario, approfonditi a partire dalle esigenze del gruppo. Verranno unificate alcune tematiche all interno dei momenti previsti e verrà dedicato il primo periodo all aspetto formativo istituzionale (una giornata settimanale). La tempistica verrà modulata secondo la tabella sottostante: L identità del gruppo in formazione Dall obiezione di coscienza al servizio civile nazionale: Moduli Tempistica Modalità (1) Sostenere l esperienza e la sua rielaborazione Favorire l attenzione alla cura delle relazioni Sostenere la motivazione Sostenere l orientamento per il futuro Comprendere il significato di concorrere alla difesa F 5 I 2 2 F

25 evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà Il dovere di difesa della Patria La difesa civile non armata e nonviolenta La protezione civile La solidarietà e le forme di cittadinanza Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato La normativa vigente e la Carta di impegno etico Diritti e doveri del volontario del servizio civile Presentazione dell Ente Lavoro per progetti Il lavoro per progetti della patria Favorire l educazione alla solidarietà, alla cittadinanza attiva, alla pace e alla responsabilità ambientale Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale Conoscere la Caritas come ente ecclesiale La progettazione in ambito sociale Abilitare e sostenere la comunicazione e l animazione del territorio durante e dopo il servizio (1) F: lezione frontale; I:dinamiche non formali 2 2 F 2 1 F 1 I 3 2 F 1I 3 2 F 1 I 3 2 F 1 I 2 1 F 1I 2 2 F 4 3 F 1 I 2 1 F 1 I 2 1 F 1 I F 13 I Fermo restando le ore complessive di formazione ed i temi, l articolazione della proposta sarà adattata in base al gruppo dei volontari in formazione. Al termine della prima fase verranno proposti alcuni strumenti per verificare il gradimento e l interesse dei giovani rispetto a tutte le tematiche presentate, in modo da programmare il restante percorso formativo. Una seconda fase di 9 ore circa dove sarà possibile dedicare più attenzione e tempo ad alcune tematiche rispetto ad altre partendo dalle esigenze e dalle risorse dei giovani e delle realtà locali. Si approfondiranno gli stessi contenuti affrontati nella prima fase e si individueranno altre tematiche in base alle esigenze ed alla situazione del gruppo particolare di volontari. Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio (vedi il piano di monitoraggio interno), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici, inerenti ai contenuti di formazione generale, a partire dalla verifica dell esperienza svolta.

26 27) Durata (espressa in ore): Il progetto prevede un percorso formativo generale di 42 ore. Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei giovani 28) Sede di realizzazione: La sede di realizzazione della FORMAZIONE SPECIFICA sarà presso le SEDI DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO. Potranno essere individuiate sedi diverse in caso di formazione residenziale. 29) Modalità di attuazione: LA FORMAZIONE VIENE SVOLTA DALL ENTE CON FORMATORI DELL ENTE 30) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La formazione specifica viene curata in collaborazione con le sedi di attuazione intende fornire un bagaglio di conoscenze e competenze di carattere teorico e pratico legate alle specifiche attività previste dal progetto ed ha come obiettivo un positivo inserimento nel contesto del servizio in modo da garantire il buon operato del giovane in servizio civile in riferimento al contesto in cui svolge il servizio. Metodologia Accompagnamento ed affiancamento personale stabile del giovane all interno delle sedi operative per tutto il periodo del servizio; Formazione sul campo; Incontro di accoglienza iniziale: presentazione della sede di realizzazione del progetto, delle attività svolte, del ruolo e delle responsabilità richieste al volontario; Incontri settimanali: di verifica e programmazione insieme agli operatori della sede di progetto al fine di confrontarsi sui casi, sulle difficoltà incontrate, e per trasmettere i contenuti formativi necessari allo svolgimento delle singole attività del centro, per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal progetto; Incontri di supervisione mensile: in totale sono previste 12 ore di verifica: fornire al volontario la possibilità di esternare il proprio vissuto emotivo in ordine al rapporto con gli utenti e con gli operatori del centro; Partecipazione ad eventi formativi rivolti agli operatori dei centri; Incontro di bilancio finale per effettuare una valutazione condivisa dell esperienza dl volontariato.

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