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1 L ATTIVITA FISICA ADATTATA: UNA RISPOSTA TERRITORIALE PER L ALTA E LA BASSA DISABILITA Gruppi Esiti di Ictus T.d.R. Leonardo Cioni SABATO 8 GIUGNO 2013 ore Stazione Leopolda, PISA

2 Che cosa è l ictus? L OMS lo definisce come: l'improvvisa comparsa di segni e/o sintomi riferibili a deficit locale e/o globale delle funzioni cerebrali, di durata superiore alle 24 ore o con esito infausto, non attribuibile ad altra causa apparente se non a vasculopatia cerebrale. L ictus è dunque un insulto di tipo vascolare che altera l apporto di sangue ad una regione del cervello.

3 Ictus ischemico (90% dei casi) È una condizione caratterizzata dall occlusione di un vaso (ischemia) a causa di una trombosi (25%) o di un embolia (70%) o, meno frequentemente, da un improvvisa e grave riduzione della pressione di perfusione del circolo ematico. Ictus emorragico (intracerebrale o intraventricolare) (10% dei casi) È una condizione determinata dalla presenza di un emorragia intracerebrale non traumatica. Attacco ischemico transitorio (TIA) Il TIA si differenzia dall ictus per la durata che nel TIA è inferiore alle 24 ore (di solito pochi minuti).

4 Un Ictus cerebrale danneggia il cervello che è l'organo delle funzioni cognitive e motorie, quindi un ictus altera quei processi cognitivi che permettono di costruire il movimento del corpo. Infatti spesso l'esito più evidente in seguito ad Ictus Cerebrale è la paresi motoria di una metà parte del corpo: Emiplegia e la Spasticità.

5 L ictus è tra le più comuni cause di disabilità insorgente nell età adulta. Il 70-85% degli ictus sono accompagnati da un emiplegia e sei mesi dopo un ictus, solo il 60% delle persone con emiparesi, a seguito della quale è stato necessario un intervento riabilitativo, ha raggiunto una indipendenza funzionale nelle semplici attività della vita quotidiana.

6 Dopo l evento traumatico passa un periodo all incirca di 6-9 mesi in cui il sistema nervoso centrale cerca di recuperare compensando con la comparsa di movimenti sul lato plegico(paralizzato) che permettono in qualche modo le attività basilari di vita. Normalmente l arto superiore si posiziona in una posizione «in flessione»: la spalla cadente attaccata al tronco, il gomito in flessione, il polso in flessione così come le dita; i movimenti volontari possibili sono tutti quelli in flessione, più ampi in sede della spalla meno ampi a livello di polso e mano. L arto inferiore invece sviluppa uno schema motorio «in estensione»: anca, ginocchio e caviglia con il piede intraruotato e supinato; i movimenti possibili sono quelli di innalzamento con rotazione dell anca ed estensione della gamba(andatura falciante); ciò permette al paziente di stare in piedi e con determinati ausili (tripode, deambulatore) di camminare. A livello cognitivo possiamo avere disturbi del linguaggio ( sia nell espressione che nella comprensione) se colpito l emicorpo destro, oppure disturbi di visione, riconoscimento e attenzione se colpito l emicorpo sinistro.

7 Le problematiche sono dovute al decondizionamento cardiovascolare, all'indebolimento muscolare, a una deambulazione alterata e a un declino delle funzioni fisiche e sociali. I pazienti, tornati a domicilio dopo il ricovero, sono a rischio di sviluppare comportamenti che promuovono l'ipomobilità e quindi perdita di massa muscolare e ossea e aumento di rischio cardiometabolico. Il 45% di questi pazienti presenta limitazioni della funzione locomotoria e dell'uso dell'arto superiore, ma conserva ancora un certo grado di autonomia. Ed è ad essi che si rivolge il progetto AFA. L'AFA per pazienti post-ictus viene definita AFA Specifica in quanto essa richiede maggiore attenzione sia nei criteri di inclusione e formazione di gruppi che di monitoraggio delle attività svolte dal gruppo.

8 Nell AFA di tipo B rientrano, fra gli altri, i programmi destinati a persone con esiti cronici da ictus capaci: I. di alzarsi da una sedia, II. stare in piedi da soli III. camminare autonomamente, anche se con l aiuto di un ausilio.

9 La seduta di lavoro dura un ora e consta in esercizi mirati alla mobilizzazione degli arti superiori e alla diminuzione della rigidità della spasticità; in esercizi sul controllo del carico e dell equilibrio del tronco da posizione seduta; e sui passaggi posturali.

10 E da una seconda parte (di minor durata) mirata alla mobilizzazione e rinforzo degli arti inferiori; sulla corretta percezione del carico da posizione eretta con ausili e sullo schema del passo.

11 Passaggi posturali

12 Trasferimento di carico

13

14 Scale e cammino con ostacoli

15 Paziente: R.S. anni 74, emiparesi destra Riporta che il suo stato di salute paragonato a quello di 12 mesi fa è migliorato per quanto riguarda la resistenza in stazione eretta e la capacità di fare qualche passo.

16 Risultati I risultati più evidenti si possono notare soprattutto nella stazione eretta, dove i pazienti riportano un certo grado di sicurezza in più e un certo aumento della resistenza nel cammino; In un miglioramento della sfera funzionale, emozionale e della qualità della vita; Abbiamo riscontrato un altissima partecipazione con gruppi sempre molto numerosi negli anni, una frequenza di presenze durante tutti i 9 mesi di attività più alta che in molti altri gruppi e un numero di abbandoni nell ultimo anno inferiore al 20%.

17 Stato di salute paragonato a 12mesi fa Il 59% dei pazienti riferisce che la sua salute paragonata a un anno fa è rimasta invariata, il 36,4% riferisce che è migliorata e il 4,6% riferisce che è peggiorata Stato di salute di salute paragonato a 12mesi fa' migliore uguale peggiore

18 Aspettative future Possiamo notare dall analisi delle aspettative dei pazienti che il 59% di loro si aspetta un miglioramento delle proprie capacità da questa attività, il 36,4% spera in un non aggravamento e il 6,6% non ha aspettative miglioramento mantenimento nessuna

19 Problematiche: Per questi 2 primi motivi abbiamo pensato di far partecipare i parenti o Inserimento nei gruppi di pazienti con limitata le assistenti domiciliari dei pazienti mobilità e ridotta autonomia in stazione alle sedute in modo da avere un eretta maggior controllo per ogni paziente Alto numero e anche di partecipanti per insegnar e quindi loro come ridotto monitoraggio gestire su e come ognuno. aiutare i pazienti. Marcata disparità tra le autonomie dei pazienti e quindi difficoltà nell offrire esercizi adeguati per ognuno.

20 Conclusioni L attività Fisica Adattata speciale per l ictus non sostituisce la normale attività riabilitativa ma si integra a questa con un programma più generale e quindi offre una continuità all intervento riabilitativo. permette di ridurre liste di attesa e di fornire una risposta mirata e tempestiva ai problemi di salute. permette di fornire ai partecipanti una risposta di salute a basso costo.

21 Grazie.

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