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1 «L auto mutuo aiuto come risorsa per il trattamento» di Matteo Iori (*) San Pellegrino Terme (BG), 29 settembre 2015 La storia e il contesto italiano L aiuto reciproco è un antica e preziosa modalità con la quale da sempre gli uomini affrontano situazioni di difficoltà. Tramite questa modalità si sono nel tempo sviluppate concrete applicazioni che, oltre alle emergenze, hanno riguardato il lavoro, la socialità, l educazione e anche tutta una serie di problematiche specifiche, fra queste è nota l importanza dell aiuto reciproco nelle dipendenze. L'auto aiuto nelle dipendenze nasce nel 1935 come risposta ai problemi dell alcolismo. Con la nascita degli Alcolisti Anonimi si scopre l importanza della condivisione di obiettivi comuni per affrontare problemi comuni. Negli anni l utilità dei gruppi per alcolisti è stata ampiamente dimostrata, anche nelle sue differenziazioni (Alcolisti Anonimi e Club di Alcolisti in Trattamento). Più recente è invece l esperienza di auto aiuto riferita alla tematica del gioco d azzardo. I giocatori anonimi sono il primo gruppo di auto aiuto per la patologia d azzardo. Nascono negli Stati Uniti nel settembre del 1957 dall incontro, in un casinò, di due giocatori patologici di cui uno (Jim) con pregressi importanti problemi di alcolismo che lo avevano spinto a partecipare ai gruppi degli alcolisti anonimi. Dagli Stati Uniti si diffondo in vari Paesi del mondo, arrivando in Italia nel dicembre del 1999, quando a Milano viene tenuta la prima riunione del primo gruppo dei giocatori anonimi. Negli anni seguenti l esperienza si diffonde in tante città italiane fino a raggiungere i circa 70 gruppi oggi sparsi sul territorio. Così come per l alcolismo, i giocatori anonimi seguono la metodologia dei 12 passi: una sorta di comandamenti che gli permettono di essere utili a sé stessi e agli altri nello stesso tempo (il dodicesimo passo è trasmettere il messaggio ad altri giocatori compulsivi). Oltre ai giocatori anonimi in Italia esistono altre importanti esperienze di gruppi di auto aiuto per giocatori patologici: il primo importante gruppo che in quest ottica si occupa di gioco d azzardo è l AMA (Auto Mutuo Aiuto) di Trento che già nel 1999 aveva un gruppo attivo per giocatori. Altre realtà clonarono l esperienza di Trento e aprirono gruppi AMA per giocatori patologici, altri ancora utilizzarono diverse metodologie spesso paragonabili a quella dei CAT (Club Alcolisti in Trattamento), dove a facilitare il lavoro del gruppo era una persona esperta e professionalizzata che non veniva da una pregressa dipendenza da gioco; altri, come Rolando De Luca a Campoformido, già dalla fine degli anni 90 utilizzarono l esperienza di gruppo ma nella dinamica del trattamento psicoterapeutico.

2 Nel Giugno del 2000 a Reggio Emilia, si incontrarono alcune realtà che avevano aperto gruppi per giocatori patologici, furono le origini di quello che fu formalizzato solo dopo quattro anni di lavoro congiunto e di scambio reciproco: il Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d Azzardo (Co.Na.G.G.A). Le due caratteristiche necessarie per poter chiedere di aderire al CoNaGGA furono da subito: l essere senza fine di lucro e l avere attivo un gruppo per giocatori da almeno un anno. Il Coordinamento, pur rappresentando realtà che gestivano direttamente gruppi per giocatori patologici, si distinse però per un obiettivo più ampio legato a finalità di sensibilizzazione, prevenzione, formazione, informazione e divulgazione di buone prassi sui rischi connessi al gioco d azzardo. Attualmente gli enti che aderiscono al CoNaGGA gestiscono 230 gruppi al mese in 34 località italiane. I pro e i contro dei gruppi di auto aiuto Nel nostro Paese i gruppi di auto aiuto per giocatori patologici sono molto più radicati al nord rispetto a quanto lo siano al sud. Nel gruppo di auto aiuto ogni partecipante è risorsa per sé e per il gruppo e la comunicazione è di tipo orizzontale, dove tutti imparano da tutti. Proprio per questo alcuni gruppi (come i Giocatori Anonimi) prevedono una turnazione costante di tutti i ruoli di servizio: segretario, tesoriere, delegato d area, fiduciario, ecc Rispetto ad altri tipi di trattamento i gruppi di mutuo aiuto hanno alcune caratteristiche più positive, ed altre più negative. I PRO - Nel gruppo si costruiscono relazioni fra le persone e queste divengono particolarmente importanti anche per la gestione del tempo fuori dal gruppo. L avere una persona da chiamare nei momenti di difficoltà e con cui passare alcune ore insieme attraverso attività socializzanti e piacevoli, permette al giocatore di affrontare i rischiosi momenti liberati con l astinenza da gioco. - Il gruppo permette una maggior comprensione dei problemi e la possibilità di specchiarsi nell esperienza dell altro per capire meglio la propria. - Il gruppo offre supporto emotivo contro la sensazione di isolamento che spessissimo attanaglia il giocatore. Nel suo rapporto con il gioco, profondo e totalizzante, il giocatore si sente solo e non capito. L essere all interno di un gruppo con persone che sottolineano le stesse sensazioni di solitudine esistenziale permette di diluirne il peso. - Il gruppo, generalmente più che i terapeuti delle dipendenze, sa dispensare anche concreti consigli pratici su come affrontare tematiche non strettamente legate alla

3 dipendenza da gioco ma spesso correlate alla patologia, come i problemi di sovraindebitamento, la modalità di gestione dei rapporti con le finanziarie, i luoghi specifici da evitare, ecc. - I gruppi, a differenza dei singoli, possono creare movimenti di opinione e di pressione sulla politica, sull opinione pubblica, sulla cittadinanza. E di conseguenza hanno una maggiore possibilità di modificare il contesto. CONTRO Rispetto ad altre forme di trattamento i gruppi di auto aiuto hanno però anche dei limiti oggettivi. - Divengono particolarmente sconsigliati quando il giocatore patologico ha un problema di doppia diagnosi con aspetti persecutori o paranoidei per l ovvia tensione a cui, in un gruppo, il giocatore stesso è sottoposto. - In considerazione dell elevata richiesta di anonimato che il giocatore spesso considera condizione essenziale per la partecipazione ad un trattamento, il gruppo rappresenta un intervento a soglia più alta. La paura di incontrare qualcuno che lo conosca direttamente o indirettamente lo porta a preferire i trattamenti individuali, possibilmente di carattere privatistico piuttosto che offerti dal servizio pubblico (sempre per il timore che questo possa influire negativamente sul proprio anonimato). - L eccessivo protagonismo di alcuni membri del gruppo, finalizzato a richiamare l attenzione dei presenti e del terapeuta, è un altra delle condizioni negative che si possono ricreare in un gruppo e che possono limitare le possibilità di terapia di altri. - La richiesta di astinenza è un ennesimo ostacolo che può essere posto da un gruppo. Parecchi gruppi di auto aiuto richiedono l abbandono totale del gioco come condizione essenziale per partecipare al gruppo stesso. In altri trattamenti questa condizione non è richiesta e può essere concordata lungo il percorso e non necessariamente allo stato iniziale di questo. La richiesta di astinenza può dissuadere il giocatore dall iniziare il percorso in quanto è molto più rassicurante l idea che sia possibile imparare a controllare il gioco.

4 Le evidenze scientifiche Da un punto di vista più prettamente scientifico i gruppi per giocatori patologici non godono di una ricca letteratura di ricerca, soprattutto per due motivi: da un lato sono una modalità di lavoro ancora piuttosto giovane e poco diffusa (a differenza di altri tipi di dipendenze), da un altro lato il forte anonimato, che generalmente è alla base di questi gruppi, rende più complesse delle ricerche e dei follow up conseguenti. In ogni caso un dato comune in letteratura dimostra che partecipare in modo continuativo a gruppi per le dipendenze contribuisce a ridurre i sintomi psichiatrici e la necessità di ricorrere ai servizi professionali, e aumenta sia la propria sensazione di benessere, che le capacità di coping. Sui problemi alcol correlati la partecipazione ai CAT mostra un risultato positivo nel 79% dei partecipanti dopo tre anni di frequenza (1). Ma anche per la tematica specifica del gioco patologico esistono ricerche che dimostrano i benefici del gruppo per l apprendimento di abilità sociali, e la possibilità di confronto reciproco (2). Ricerche più recenti hanno sottolineato l efficacia di un approccio cognitivocomportamentale all interno di un gruppo per giocatori (3), ed è proprio questo approccio che in effetti beneficia maggiormente delle caratteristiche intrinseche in un gruppo. Se consideriamo l approccio comportamentale vediamo che il gioco è analizzato attraverso le teorie dell apprendimento: classico, operante, vicario. Il gruppo ha un ruolo molto importante in diversi dei rinforzi positivi del condizionamento operante secondo il quale un comportamento che ha conseguenze positive (rinforzo positivo) verrà più probabilmente ripetuto. Alla stessa stregua vi è l influenza del gruppo sul condizionamento operante nello schema di rinforzo negativo, nel quale un comportamento che ha come conseguenza l eliminazione di uno stimolo negativo (disapprovazione, vergogna, giudizio) verrà più probabilmente ripetuto. Il gruppo ha grande importanza anche da un punto di vista dell apprendimento vicario, nel quale il comportamento osservato che ha come conseguenza un rinforzo positivo o negativo sarà più probabilmente ripetuto. Secondo l approccio cognitivo il gruppo è un ottimo strumento per affrontare alcuni dei meccanismi insiti nella patologia del gioco. In primis il tema delle distorsioni cognitive: errori cognitivi attraverso i quali il giocatore interpreta erroneamente la realtà, commette errori di ragionamento e valuta i risultati degli eventi in maniera distorta. Può diventare difficile per un terapeuta convincere il giocatore che le sue percezioni sono errate; molto più semplice è per il giocatore confrontarsi con un altra decina di persone che hanno le sue stesse percezioni legate alla possibilità di vincita e che, nonostante questo, si sono rovinate al gioco. Per il giocatore patologico è molto importante sentire altri parlare di avere vissuto con le sue stesse personali e intime convinzioni, quali: il fenomeno delle «quasi vincite» (dove nella mente del giocatore vi è la percezione di aver sfiorato la vittoria che, insistendo nelle giocate, arriverà), il fenomeno della «fallacia di Montecarlo» (la convinzione che le

5 probabilità di un evento siano cumulative anziché indipendenti, ad esempio il numero ritardatario), la memoria selettiva (ricordarsi le vincite e non le perdite), l attenzione selettiva (selezionare solo le informazioni coerenti con il proprio sistema cognitivo, ad esempio vedere tante persone che vincono), l illusione del controllo (pensare di poter aumentare le probabilità di vincita grazie alla famigliarità con il gioco). In conclusione, pur nella consapevolezza che sia ancora poca la ricerca in materia, si può sicuramente affermare che, come dimostrano Toneatto e Dragonetti (4), già i soli gruppi di auto aiuto hanno un efficacia di trattamento se non altro simile a quella di altri trattamenti. Se poi, come dimostrato dalla ricerca di Petry (5), al gruppo si associa un trattamento breve cognitivo comportamentale, il risultato aumenta notevolmente anche paragonandolo ad un periodo molto più lungo di partecipazione al gruppo ma senza intervento cognitivo comportamentale associato. (*) Matteo Iori, Presidente del Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d Azzardo ( e presidente dell Associazione Onlus Centro Sociale Papa Giovanni XXIII di Reggio Emilia ( direzione@libera-mente.org cell Bibliografia: (1) Piani F Ricerca VALCAT, a cura di V. Hudolin Psichiatria sociale e alcologia: un pensiero vivo per il nuovo millennio. Ed. Erickson, Trento (2) Coman G.J «Group counseling for problem gambling», British Journali of Guidance and Gounselling, 30: (3) Dowling, e altri A Comparison of Individual and Group Cognitive-Behavioural Treatment for Female Pathological Gambling. Behaviour Research and Therapy 45 (9) (settembre). 4) Toneatto, Tony, e Rosa Dragonetti Effectiveness of Community-Based Treatment for Problem Gambling: A Quasi-Experimental Evaluation of Cognitive- Behavioral vs. Twelve-Step Therapy. The American Journal on Addictions / American Academy of Psychiatrists in Alcoholism and Addictions 17 (4) (agosto): ) Petry, Nancy Gamblers Anonymous and Cognitive-Behavioral Therapies for Pathological Gamblers. Journal of Gambling Studies / Co-Sponsored by the National Council on Problem Gambling and Institute for the Study of Gambling and Commercial Gaming 21 (1):

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