GOLF E AMBIENTE Impatti ambientali e indicazioni per la sostenibilità. Programma Operativo Regionale

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1 REGIONE PUGLIA Assessorato all Ambiente Autorità Ambientale Regionale Programma Operativo Regionale GOLF E AMBIENTE Impatti ambientali e indicazioni per la sostenibilità Gennaio 2003

2 INDICE PREMESSA...3 INTRODUZIONE GLI IMPATTI AMBIENTALI DI UN CAMPO DA GOLF L acqua Il Suolo La biodiversità Il paesaggio GLI STRUMENTI PER UN CAMPO DA GOLF ECOCOMPATIBILE Il Programma Impegnati nel Verde Le linee guida della S.T.E...13 BIBLIOGRAFIA...15 LINK

3 PREMESSA Il campo da golf è una delle strutture sportive che maggiormente interagisce con l ambiente. E infatti l unico caso in cui viene occupata e gestita un area verde molto ampia, localizzata spesso in zone di particolare interesse naturale o paesaggistico al fine di rendere più spettacolare e affascinante il gioco. In Puglia esistono oggi cinque campi da golf e altri ne saranno realizzati con il Programma Operativo Regionale che ha previsto, sulla Misura 4.14, il cofinanziamento di nuovi impianti, anche come strumento per aumentare e destagionalizzare i flussi turistici. Le preoccupazioni legate alle pressioni esercitate sull ambiente dai campi da golf, in ragione dei prodotti chimici utilizzati, delle grandi quantità d acqua prelevate e della possibile distruzione o modificazione di habitat naturali e paesaggi 1 cominciano ad essere diffuse nell opinione pubblica, e rischiano di minare la credibilità e la professionalità degli operatori del settore. Questo documento, predisposto dall Autorità Ambientale Regionale, ha lo scopo di far conoscere le pressioni e gli impatti che un campo da golf può esercitare sull ambiente e di fornire strumenti ed esempi di buone prassi da adottare per rendere compatibili tali interventi con le caratteristiche del territorio e le sue risorse naturali. 1 La Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell Italia e della Sardegna per aver autorizzato la costruzione di un impianto da golf in un area psic, emettendo un Parere Motivato datato 09/02/2001 in cui si legge che le autorità italiane non si sono astenute dall adottare misure suscettibili di mettere in pericolo la conservazione delle specie e degli habitat in riferimento al progetto di realizzazione di un campo da golf all interno del psic ITB Is Arenas (Sardegna). Si legge anche che l italia è venuta meno agli obblighi derivanti dall art.10 del trattato in combinazione con l articolo 6 della direttiva 92/43/CEE. 3

4 INTRODUZIONE Il golf interessa oggi nel mondo circa 60 milioni di persone, che hanno a disposizione campi 2 per una superficie di ha pari a Kmq che è poco più dell estensione della nostra regione (Puglia: Kmq). A livello macro-regionale, la culla del golf è rappresentata dai paesi anglofoni e del nord Europa, grazie alla lunga tradizione e alle privilegiate condizioni climatiche, in particolare l elevata piovosità di cui questi paesi godono. Secondo i dati disponibili 3, Stati Uniti, Gran Bretagna, Irlanda, Australia, Canada, Svezia e Germania detengono una quota di mercato superiore al 60% dell intero movimento golfistico mondiale. In questi Paesi è presente all incirca il 70% dei campi di tutto il mondo, con in media più di una persona su dieci che pratica il golf contro una media di una persona su cento a livello mondiale. Nel resto dell Europa, ed in particolar modo nell area del Mediterraneo, il golf, nonostante un trend positivo, non ha raggiunto i livelli dei paesi anglofoni e nordeuropei. I fattori che ne hanno ostacolato lo sviluppo sono da ricondursi prevalentemente alle marcate differenze culturali e alle diverse condizioni climatiche, che, specie nel bacino del Mediterraneo - caratterizzato da scarsa piovosità ed elevato rischio desertificazione - rendono molto più onerosa la costruzione e la manutenzione dei campi, mettendone a rischio la sostenibilità economica ed ambientale. L unico esempio di paese mediterraneo in cui si è assistito ad un vero e proprio boom del golf e dei turisti ad esso collegato è la Spagna, dove si registrano giocatori e più di 250 campi, con una media di 700 giocatori per campo. La Spagna è riuscita ad intercettare nell ultimo decennio la domanda di golf del nord Europa, grazie alla possibilità di offrire un clima mite e temperato dall autunno alla primavera. Il governo spagnolo è tuttavia intervenuto pesantemente, sia sostenendo, fin dagli anni 60, una massiccia e costosa promozione, sia realizzando, attraverso ingenti investimenti pubblici, invasi idrici e numerosi impianti per l utilizzo delle acque dei depuratori. In tal modo è stato, ed è tuttora possibile, garantire la costante disponibilità di risorse idriche, anche a fronte di una grave carenza di precipitazioni. L Italia è ancora lontana dalle cifre spagnole. In Italia gioca a golf soltanto una persona su mille e la media di giocatori per campo è di 228, contro i circa 1500 giocatori a campo dei paesi anglofoni e del nord Europa. In Puglia gli indicatori sono ancora più bassi: gioca a golf solamente una persona su diecimila e il rapporto giocatori/campo è pari a 95. Alla luce dell esperienza spagnola e sulla base dei trend turistici legati al golf, la Puglia è potenzialmente in grado di intercettare la domanda dei paesi del nord Europa. Esistono tuttavia, come già detto, una serie di problematiche legate alle esigenze e agli impatti del settore, su cui è necessario porre la dovuta attenzione, e rispetto alle quali occorre individuare e fornire risposte adeguate. 2 Fonte EGA. 3 Fonte EGA. 4

5 1. GLI IMPATTI AMBIENTALI DI UN CAMPO DA GOLF Golf e ambiente hanno coesistito in perfetta armonia per secoli 4. E anzi sicuramente possibile affermare che il golf, nella sua forma più tradizionale, ha avuto in molti casi la funzione di preservare aree di alto valore naturalistico contro le pressioni legate all agricoltura e all espansione urbanistica. Nel Regno Unito, che conta più della metà di tutti i campi da golf presenti in Europa, numerosi impianti sono stati ufficialmente designati come aree protette. Per la precisione sono circa 90 i Siti di Speciale Interesse Scientifico (SSSIs) riconosciuti in Inghilterra e 30 quelli in Scozia. La Svezia ha 10 campi situati in aree protette. Il più famoso, Falsterbo, localizzato in uno dei più importanti siti di passaggio per uccelli migratori d Europa. E altresì vero, tuttavia, che molti campi moderni, altamente specializzati e intensamente gestiti, presentano un ambiente creato artificialmente. Questi campi hanno un valore ecologico molto modesto e possono avere impatti sull ambiente legati sia alla fase di costruzione che a quella di manutenzione. Sarebbe pertanto opportuno limitare le aree in cui viene esercitata un intensa attività manutentiva ed ampliare invece le aree oggetto di scarsa intensità o adibite a processi di rinaturalizzazione. Le componenti ambientali su cui principalmente impatta un campo da golf sono l Acqua, il Suolo, la Biodiversità e il Paesaggio. 1.1 L acqua La risorsa idrica è interessata da questa tipologia di impianti sia nei suoi aspetti quantitativi che qualitativi. Il consumo di acqua rappresenta uno degli aspetti fondamentali nella gestione di un campo da golf. Comunemente il green deve essere irrigato seguendo alcune regole base e questo comporta l uso di ingenti quantitativi di acqua. Questo è un fattore cruciale per tutte quelle zone definite aride come le regioni del Mediterraneo e quindi tutto il Sud Italia. È difficile stabilire con accuratezza la quantità d acqua necessaria per irrigare un campo da golf in quanto il dato varia in funzione di alcuni fattori quali l evapotraspirazione, il tipo di suolo (argilloso, ecc.) e l indice della coltura (una funzione della superficie fogliare e del tasso di traspirazione). Comunque, secondo la Federgolf, nelle condizioni climatiche italiane possiamo stimare un consumo medio annuo di circa metri cubi per un impianto medio con superficie totale di circa ettari, con un ettaro di green e un ettaro di tee, ettari a fairwways e circa 9-10 ettari tra campo pratica e pre-rough, e considerando un consumo idrico incentrato soprattutto nei mesi estivi (in particolare luglio-agosto, dove si possono prevedere sino a metri cubi di acqua consumata per ciascun mese). Nell Italia meridionale tali consumi possono incrementare nell ordine del 50-60% arrivando ad un consumo mensile di circa metri cubi. E interessante rilevare che la quantità di acqua che mediamente serve per irrigare un campo da golf in una giornata estiva rappresenta 4 Ai suoi albori, nel XV secolo, il golf non era che un passatempo giocato su tappeti erbosi strutturati solo dalla natura. E solo a partire dal XVII secolo che in Scozia, la culla del golf si iniziò a curare e correggere l area dei campi da gioco e a seguire una serie di regole, alcune delle quali tuttora in vigore. 5

6 l equivalente del fabbisogno di un paese di abitanti, nonché l equivalente per la produzione di due tonnellate di grano. La valutazione dei consumi idrici diventa particolarmente importante per la nostra regione, la Puglia, attualmente in stato di emergenza idrica 5. Un campo da golf può indurre forti impatti anche sulla qualità dell acqua sotterranea - ovvero quella contenuta nella falda acquifera 6 - in funzione della quantità di pesticidi, fitofarmaci e diserbanti necessari al mantenimento del green. Attualmente gli unici campi da golf che non richiedono l uso di pesticidi e diserbanti sono quelli delle zone dove il green si mantiene verde anche in condizioni di siccità, come in Scozia, la patria del golf. La quantità ed il tipo di pesticida usato dipendono in gran parte dal tipo di campo, dalle condizioni climatiche, dal tappeto erboso impiegato, dall ambiente circostante e dalle norme esistenti in tema di pesticidi e sulle loro applicazioni. E necessario pertanto acquisire la consapevolezza dei rischi e monitorare regolarmente i livelli di contaminazione di falde sotterranee, laghi o fiumi nelle vicinanze dei campi. Indicatori: consumo di acqua per ettaro, variazione dello stato di qualità dell acqua di falda negli anni, quantità di prodotti chimici utilizzati per ettaro. Possibili criteri di selezione: utilizzo di acqua depurata (solo una minima parte degli impianti utilizza per l'irrigazione le acque reflue depurate, visto che quasi tutti sorgono lontani dai centri urbanizzati), predisposizione di bacini per la raccolta delle acque meteoriche, previsione dell impiego di specie macroterme per ridurre i consumi idrici complessivi del 30-40% rispetto alle tradizionali specie da tappeto erboso, redazione di una relazione contenente i consumi idrici previsti per la manutenzione del percorso golfistico. 5 Lo stato di emergenza idrica è stato decretato con Ordinanza del Ministro dell Interno n del 4 agosto La falda acquifera è quella regione della zona satura del suolo che è sufficientemente permeabile da permettere il flusso delle acque e può essere racchiusa tra due strati impermeabili (falda confinata) o adiacente ad un unico strato impermeabile (falda non confinata). Il grado di contaminazione dell acqua di falda dipende dalla consistenza del sottosuolo e da altri fattori naturali e antropici. Per quanto riguarda la consistenza del suolo, nelle zone in cui predomina materiale sabbioso e cretoso, che conferisce al terreno una notevole permeabilità, le sostanze liquide o solubili possono percolare facilmente in profondità e raggiungere la falda idrica contaminandola. Quanto ai fattori naturali e antropici, questi possono essere rappresentati dal contatto diretto con sostanze inquinanti, dalle acque di percolazione derivanti principalmente dalle piogge, dalle sorgenti civili (depositi di smaltimento di rifiuti urbani, acque di scarico dei depuratori), dalle fonti industriali e dall attività agricola, in cui l utilizzo diffuso di fertilizzanti, fitofarmaci e pesticidi crea delle zone contaminate che vengono attraversate dalle acque di percolazione. 6

7 1.2 Il Suolo La costruzione di un campo da golf rappresenta una delle modalità con cui l attività antropica incrementa l uso del suolo. Per uso del suolo si intende la ripartizione quantitativa della superficie totale del territorio in diverse aree all interno delle quali il suolo viene coltivato in modo omogeneo (seminativi, colture di vario tipo, foreste, aree improduttive). Un campo da golf a 18 buche di medie dimensioni infatti, usa o consuma circa 60 ettari di suolo di cui il 50% circa richiede una attività manutentiva di intensità medio-alta o altissima. Attualmente in Puglia sono rilevabili cinque campi da golf che occupano nel complesso circa 300 ettari di suolo. La Tabella che segue riassume le caratteristiche principali di questi campi: CAMPO DA GOLF LOCALIZZAZIONE CARATTERISTICHE SUPERFICIE INFRASTRUTTURE E SERVIZI COMPLEMENTARI Acaya Golf Club Barialto Golf Club Riva dei Tessali Golf Club Malopra Golf Club Acaya -Vernole Masseria San Pietro Lit. San Cataldo Otranto Barialto-Casamassima (BA) Riva dei Tessali Castellaneta (TA) Malopra - Casarano (LE) percorso a 18 buche da campionato (par 72 - metri 6206) percorso a 9 buche più altre nove in costruzione (Par 35 SSS) percorso a 18 buche da campionato (par metri) percorso a 9 buche di cui 4 agibili (par m) 120 ettari _ Sono tutti dotati di infrastrutture e attrezzature di vario tipo quali: Club House con Bar Ristorante Campo Pratica Putting Green o Lighted Puttingreen Pitching Green Pro-shop Driving range Golf-bags Trolleys Egnathia Golf Club Egnathia-Loc.Savelletri Fasano (BR) percorso a 18 buche _ Il campo da golf può essere anche una delle cause di desertificazione 7 o di peggioramento dello stato del suolo. Per le sue peculiari caratteristiche legate alla costruzione e alla 7 La desertificazione è la degradazione della terra in aree aride e semi-aride, risultante da vari fattori, tra i quali le variazioni climatiche e le attività umane. Rappresentando l'indebolimento del potenziale fisico, biologico ed economico della terra, è un serio problema per la produttività, e quindi per la sopravvivenza delle persone che ci vivono. Un elemento comune che associa le aree soggette a desertificazione è costituito dalla progressiva riduzione dello strato superficiale del suolo e della sua capacità produttiva. Cause della 7

8 manutenzione del green, il campo da golf contribuisce al processo di desertificazione. Infatti l abbattimento del manto vegetazionale esistente, l eccessivo trattamento chimico del terreno nonché la rilevante richiesta idrica che si verificano a seguito della costruzione e manutenzione di un campo da golf, possono essere all origine del processo di desertificazione. Un altro fenomeno legato alla presenza di un campo da golf è quello della salinizzazione della falda idrica. Spesso accade che la costruzione di un nuovo campo da golf determini l apertura indiscriminata di nuovi pozzi nelle aree costiere per assicurare la sopravvivenza del campo e questo induce un aumento del rischio di salinizzazione della falda idrica sotterranea con ulteriori gravi rischi per l uso potabile e agricolo.. Un esempio, in Puglia, è il campo che sorge vicino al Parco naturale delle Cesine (Acaya Golf Club) dove l abbassamento della falda di acqua dolce è all origine della salinizzazione delle acque del Parco. In una situazione climaticamente predesertica e con problemi di affioramento della falda salmastra quale è quella di molte zone del nostro meridione, pertanto, ci dovrà essere particolare attenzione ai campi che sorgono in prossimità delle coste. Nella figura sottostante si riporta la Mappa delle aree vulnerabili alla desertificazione 8 con la localizzazione dei campi da golf pugliesi. desertificazione possono essere un eccessivo sfruttamento dei terreni da pascolo, un ecessivo sfruttamento dei terreni agricoli, un indiscriminato abbattimento del manto forestale, una cattiva gestione dei sistemi di irrigazione (che in molte regioni è causa della salinizzazione dei terreni). 8 La Mappa delle aree vulnerabili alla desertificazione è stata elaborata dall Assessorato all ambiente della Regione Puglia secondo le Linee del Piano Nazionale per la Lotta alla Desertificazione. 8

9 Le aree identificate dal colore nero sono aree molto sensibili alla desertificazione, quelle grigio scuro sono mediamente sensibili alla desertificazione, quelle grigio chiare sono poco sensibili e quelle bianche sono invece non sensibili alla desertificazione. E possibile constatare che in Puglia le aree non sensibili sono molto ridotte, mentre si ritrovano perlopiù aree molto e mediamente sensibili. Due dei cinque campi insistono su aree molto sensibili alla desertificazione (Barialto Golf Club, Egnathia Golf Club) e gli altri tre insistono su aree mediamente sensibili. Indicatori: ettari di suolo utilizzati. Possibili criteri di selezione: relazione idrogeologica. 1.3 La biodiversità La costruzione di un campo da golf, andando a modificare la vegetazione e gli habitat preesistenti, comporta inevitabilmente una drastica trasformazione dell area interessata con ricadute negative sui delicati equilibri biologici di flora e fauna presenti, sulle catene alimentari e sulle nicchie ecologiche. In particolare l intervento può implicare l eliminazione di muretti a secco, nonché di cespugli naturali costituiti da specie tipiche della macchia mediterranea, che rappresentano luoghi di rifugio e di alimentazione per la microfauna vertebrata e invertebrata. Ciò si traduce in una frammentazione degli habitat con la conseguente perdita di continuità dei corridoi ecologici da essi utilizzati. L utilizzo di diserbanti, inoltre, determina inevitabilmente una denaturalizzazione delle aree coinvolte con riduzione della biodiversità esistente e ripercussioni sull intera catena trofica che interessano anche le aree circostanti. Al fine di prevenire una perdita di biodiversità sarebbe pertanto opportuno evitare la progettazione di campi da golf all interno di SIC e ZPS o di qualunque area ad elevato pregio naturalistico e vagliare bene la possibilità di costruirne nelle vicinanze. Ricordiamo a tal proposito che specie di uccelli che popolano una zona umida in genere si spostano nelle zone limitrofe per procurarsi il cibo. Queste zone limitrofe hanno in genere delle peculiarità ben precise da un punto di vista vegetazionale e quindi l eliminazione di queste caratteristiche, per permettere la costruzione di un campo da golf, andrebbe ad alterare un delicato equilibrio. A tal proposito si ricorda che la politica comunitaria di conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e ambientale e della biodiversità è attuata attraverso due importanti direttive, la Direttiva Habitat 92/43 CEE e la Direttiva Uccelli 79/409 CEE. L articolo 6 della Direttiva Habitat 92/43 CEE richiede agli Stati membri di contribuire alla valorizzazione della biodiversità attraverso il mantenimento o il ripristino dei siti che ospitano gli habitat e le specie di interesse europeo, individuando specifiche modalità gestionali finalizzate ad un uso del territorio compatibile con le esigenze della conservazione. L articolo dà inoltre disposizioni propositive, preventive e procedurali che fanno riferimento sia alle Zone Speciali di Conservazione, individuate dalla direttiva stessa, sia alle Zone di Protezione Speciale come indicate dalla Direttiva Uccelli 79/409 CEE. 9

10 La politica regionale riflette lo spirito dei provvedimenti legislativi adottati dalla Comunità Europea e dallo Stato Italiano e ha compiuto negli ultimi anni notevoli passi in avanti, consentendo di accrescere la superficie tutelata del territorio regionale. Il contributo della regione Puglia alla realizzazione della Rete Coerente Natura 2000 è infatti fornito dalla individuazione dei Siti di Importanza Comunitaria proposti (psic) e dalla designazione delle Zone di Protezione Speciale (ZPS), mentre l attuale sistema di aree protette regionale risulta costituito da Aree protette nazionali, Aree protette regionali e Zone umide di importanza internazionale. A tal proposito, nella figura sottostante si riporta la Mappa con la localizzazione di psic e ZPS sul territorio pugliese 9 : Indicatori: grado di vicinanza (o lontananza) da SIC, ZPS o aree soggette a vincoli Paesaggistici Possibili criteri di selezione: relazione floristica e faunistica con riferimento alle specie prioritarie individuate dalla Direttiva Uccelli. 9 La Mappa riporta i Siti di interesse comunitario proposti (psic) e le Zone a protezione speciale (ZPS) che sono anche psic. Con il colore viola è indicata la perimetrazione dei psic a terra, mentre con il colore arancio sono delimitate le aree a mare. Mancano le aree identificate solo come ZPS. 10

11 1.4 Il paesaggio Accanto alla tutela della biodiversità, altrettanto importante è la tutela del paesaggio esistente. Infatti, sebbene nella valutazione dell offerta turistica la presenza di un paesaggio attrattivo sia un fattore determinante, spesso il modo di intendere un paesaggio attrattivo non è compatibile con il concetto di conservazione del paesaggio tipico e della vegetazione naturale. Il campo da golf, con la sua grande estensione, determina una trasformazione del paesaggio in cui si va ad inserire e potrebbe compromettere il delicato equilibrio ecologico dell area in questione. L impatto potenziale che ne deriva è pertanto dato dal degrado e distruzione della vegetazione ad opera degli interventi meccanici, dal consumo di superficie e dalla trasformazione del paesaggio ad opera delle costruzioni, del percorso e delle infrastrutture. Se ne deduce che la modificazione del paesaggio e quindi anche la perdita di biodiversità attraverso l eliminazione della vegetazione tipica di quell area, sono due eventi tipici che accompagnano la costruzione di un campo da golf. Per mitigare almeno in parte questo tipo di impatti sarebbe opportuno prevedere in fase di progettazione interventi di rinaturalizzazione e di esaltazione di ciò che caratterizza tipicamente il paesaggio (ove possibile). 11

12 2. GLI STRUMENTI PER UN CAMPO DA GOLF ECOCOMPATIBILE Fatte salve le analisi relative agli impatti che un campo da golf può produrre su un determinato territorio e sulle sue risorse naturali, analisi da cui far discendere valutazioni in merito alla opportunità della realizzazione e/o alla localizzazione di tali strutture, esistono oggi a livello europeo alcune iniziative che forniscono prassi e strumenti concreti per l integrazione ambientale nella progettazione e gestione di un campo da golf. 2.1 Il Programma Impegnati nel Verde Uno degli strumenti tesi a minimizzare l impatto legato all uso del territorio e al consumo delle risorse è l iniziativa Impegnati nel verde, promossa dalla Federazione Europea Golf e dall Ecology Unit, con il contributo della Commissione della Comunità Europea. L iniziativa Impegnati nel verde è un programma di certificazione ambientale che ha lo scopo di fornire una sorta di patente di ecocompatibilità a tutti i gestori di impianti sportivi interessati ad una migliore interazione tra sport e ambiente. In Europa il programma è coordinato e gestito dall Ecology Unit della Federazione Europea Golf, la quale ha il compito di assegnare i riconoscimenti in collaborazione con un gruppo di esperti di fama internazionale provenienti da organismi indipendenti. L adesione al progetto è volontaria e l obiettivo è quello di ottenere un miglioramento continuo nel rapporto tra il golf e l ambiente circostante. Per garantire la massima obiettività e credibilità, la definizione dei criteri di ecocompatibilità e la consegna del riconoscimento saranno soggetti a verifica indipendente. Cinque sono le fasi in cui il programma è articolato: 1. La dichiarazione programmatica. Si tratta di una sottoscrizione di impegno, avallato dai propri associati, in cui il Circolo del golf dichiara di voler migliorare l impatto ambientale del proprio impianto sportivo. 2. La ricognizione ambientale. Si valutano le prestazioni ambientali relative ad ogni singolo percorso di golf. Essa rappresenta la base per poter sviluppare un programma di gestione ecocompatibile. È possibile richiedere la presenza di un consulente ambientale per aiutare il Circolo nello svolgimento della Ricognizione. 3. Il Programma di gestione ecocompatibile. Con l aiuto del consulente ambientale il Circolo metterà a punto un piano di gestione ambientale compatibile con il territorio dove è inserito il percorso di golf. Tale piano deve prevedere progressi ambientali nel settore della salvaguardia della natura, del patrimonio paesaggistico e culturale, della gestione delle risorse idriche, della gestione del tappeto erboso, della gestione dei rifiuti, del risparmio energetico e strategie di acquisto, della formazione professionale degli addetti e ambiente di lavoro, della comunicazione e sensibilizzazione del pubblico e della revisione di metà processo. 4. La certificazione. Dopo un massimo di tre anni il consulente ambientale compirà una registrazione complessiva dei risultati ambientali raggiunti. 5. Il riconoscimento (Committed to Green Award). Tali risultati verranno esposti in sede europea presso la Committed to Green Foundation e ad ogni Circolo meritevole 12

13 verrà consegnato un premio, quale riconoscimento per i significativi progressi raggiunti nelle otto categorie di impegno previste. La partecipazione al programma prevede la compilazione di un modulo di adesione, che consente di raccogliere tutte le informazioni basilari sul circolo golfistico che intende aderire al programma, e un modulo/questionario per la ricognizione ambientale che ha lo scopo di capire quali sono le prerogative ambientali del percorso e le sue pratiche di manutenzione. 2.2 Le linee guida della S.T.E. 10 Altro strumento utile per cercare di trovare il giusto compromesso tra golf e rispetto dell ambiente sono le linee guida elaborate dalla Sezione Tappeti Erbosi della Scuola Nazionale di Golf e dal Gruppo di Lavoro Golf e Ambiente. Tali linee guida comprendono le Linee guida per una costruzione ecocompatibile dei percorsi di golf italiani e le Linee guida per una manutenzione ecocompatibile dei percorsi di golf italiani. Le prime danno alcune importanti indicazioni relativamente alla fase di progettazione, alla superficie da utilizzare e alla gestione delle risorse idriche. Quanto alla progettazione, si riporta che il progetto deve prevedere l esaltazione di tutte le caratteristiche originali del paesaggio, di eventuali valori culturali, architettonici e archeologici preesistenti; deve prevedere ampi spazi di vegetazione naturale privi di qualsiasi tipo di manutenzione e di intervento umano, nonchè la riduzione di tutte le potenziali situazioni invasive nei confronti della flora e della fauna preesistenti. Si richiede infine un piano di riqualificazione ambientale se si è in presenza di un ambiente degradato. Relativamente alla superficie da utilizzare vengono date alcune indicazioni circa l estensione di tutta la struttura, mentre nella parte relativa alla gestione delle risorse idriche, vengono fornite alcune indicazioni per ridurre la quantità complessiva dei consumi idrici e per razionalizzare e distribuire uniformemente la risorsa idrica. 11 Sulla base delle indicazioni fornite si potrebbero individuare degli indicatori per valutare il grado di effettiva ecocompatibilità del percorso golfistico progettato o già costruito. Per raggiungere tale obiettivo alcuni indicatori potrebbero essere: ettari di tappeto erboso/ettari di vegetazione naturale oppure metricubi di acque reflue/metricubi di acqua tot x ettaro x 100. Le seconde, ovvero quelle per una manutenzione ecocompatibile dei percorsi di golf italiani individuano tutte quelle pratiche colturali che permettono, in un determinato ambiente, di avere un tappeto erboso nelle migliori condizioni assicurando nello stesso tempo di ridurre il trasporto di sedimenti, elementi nutritivi e fitofarmaci al di fuori delle superfici interessate, di controllare la dose, il metodo di distribuzione e il tipo di prodotti chimici somministrati, di ridurre la quantità di fitofarmaci apportati (impiegando per esempio principi di lotta integrata o metodi di lotta alternativi, soprattutto agronomici), nonché di permettere lo sviluppo 10 La S.T.E. è la Sezione Tappeti Erbosi della Scuola Nazionale di Golf. Alla stesura delle suddette linee guida ha collaborato anche il Gruppo di lavoro Golf e Ambiente e i progettisti di golf italiani. 11 Alcune delle indicazioni fornite sono: optare per l impiego di acque reflue provenienti da depuratori (allestendo all occorenza aree per la fitodepurazione), scegliere appropriate essenze da tappeto erboso, ovvero quelle appartenenti al gruppo delle macroterme (particolarmente indicate per il clima mediterraneo), progettare adeguatamente l impianto di irrigazione. 13

14 naturale di tutta la superficie al di fuori delle aree tipiche (green, fairways, rough, ecc) e di consentire un risparmio idrico nell ordine del 30% circa. In conclusione, è possibile ritenere che le suddette linee guida consentano di acquisire adeguate informazioni per costruire e gestire i percorsi golfistici assicurando il rispetto e la salvaguardia dell ambiente. 14

15 BIBLIOGRAFIA Gli effetti ambientali delle attivita ricreative sul territorio: il caso del golf in italia P. Caggiati, S. Di Pasquale, V. Gallerani, D. Viaggi, G. Zanni - Ge.S.T.A., D.E.I.AGRA., Federazione Italiana Golf Bologna 1999 Programma Impegnati nel Verde - Manuale per i campi da golf Federazione europea golf - Ecology unit Programma Impegnati nel Verde Modulo di adesione Federazione europea golf - Ecology unit Programma Impegnati nel Verde Modulo di ricognizione ambientale Federazione europea golf - Ecology unit Linee guida generali per una costruzione ecocompatibile dei percorsi di golf italiani Sezione Tappeti Erbosi della Scuola Nazionale di Golf e Gruppo di lavoro Golf e Ambiente - Federazione Italiana Golf Roma 1999 Linee guida generali per una manutenzione ecocompatibile dei percorsi di golf italiani Gruppo di lavoro Golf e Ambiente - Federazione Italiana Golf Roma 1999 Norme per l'impiantistica di percorsi di golf (Deliberate dal Consiglio della Federazione Italiana Golf il 27 ottobre 1999 con deliberazione n 177) Caratterizzazione di cultivars di agrostis spp. per l impiego in putting greens in clima mediterraneo P. Croce, M. Mocioni e J.B. Beard Le specie macroterme per i tappeti erbosi dell area mediterranea P. Croce*, A. De Luca*, M. Mocioni*, M. Volterrani** e J. B. Beard*** (* - Federazione Italiana Golf, Scuola Nazionale di Golf, Sezione Tappeti Erbosi, ** - DAGA, Università di Pisa ***- International Sport Turf Institute) The comparative competitive ability of thirteen agrostis stolonifera cultivars to poa annua J.B. Beard, P. Croce*, M. Mocioni, A. De Luca, and M. Volterrani International Turfgrass Society - Research Journal Volume 9, 2001 LINK Per informazioni sul programma Impegnati nel Verde.: Per informazioni sulle Linee Guida della S.T.E.: Per informazioni sui proposti Siti di Importanza Comunitaria (psic) e sulle Zone a Protezione Speciale (ZPS): 15

16 Regione Puglia Assessorato all Ambiente Autorità Ambientale Regionale Via delle Magnolie Zona Industriale Modugno (BA) Tel. 080/ Fax 080/ Per informazioni rivolgersi a: Antonella Mandarino Senior Task Force Autorità Ambientale Adriana Trisolini - Task Force Autorità Ambientale adriana.trisolini@tfambiente.it Domenico Telesca - Task Force Autorità Ambientale domenico.telesca@tfambiente.it

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